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Autore: Jade Tisdale    28/06/2015    1 recensioni
Post seconda stagione | Nyssara
È passato un mese dalla sconfitta di Slade, e mentre Starling City cerca di risollevarsi in seguito ai danni subiti, il Team Arrow continua a vigilare sulla città, proteggendola dai numerosi e frequenti pericoli.
Sara, invece, ha fatto ritorno a Nanda Parbat. Ma qualcosa, o meglio, una notizia, potrebbe dare una nuova svolta alla sua vita. E mettere a rischio quella di chi le sta intorno.
*
«La tua ragazza» sussurrò la mora «è questa Nyssa?»
Sara annuì, arrossendo lievemente.
«Dev'essere una persona splendida. Voglio dire, se è ancora con te dopo aver saputo di questa storia, significa che ti ama veramente.»
*
«Credevo di essere perduta per sempre» sussurrò, solleticandole dolcemente la pancia nuda «ma poi sei arrivata tu, e hai sconvolto completamente la mia vita. Tu mi hai ritrovata, Sara. Mi hai ritrovata e mi hai fatta innamorare follemente di te con un semplice sorriso.»
Nyssa intrecciò la propria mano in quella di Sara, rossa in viso.
«E poi» proseguì, con un sussurro «in questo inferno chiamato vita, stringerti la mano è la cosa migliore che mi sia potuta capitare.»
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Nyssa al Ghul, Oliver Queen, Ra's al Ghul, Sarah Lance, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love is the most powerful emotion'
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Capitolo 2: 
I'll protect you

 

 

 

 

Sara aprì di colpo gli occhi, inspirando a pieni polmoni: le era parso di essersi risvegliata da un sonno infinito, in cui respirare le era stato difficile.
«Stai tranquilla, sei in uno degli alloggi ospedalieri di Nanda Parbat.»
Canary si massaggiò il capo. «Alloggi ospedalieri? Non sapevo che esistessero cose simili, qui dentro.»
«Qualcuno dovrà pur curare i malati o risanare le ferite dei mercenari, non credi?»
L'altra fece una smorfia, mettendosi a sedere nel lettino. «Ho sempre fatto da sola.»
Da quella postazione, riuscì finalmente a guardare in volto la sua interlocutrice: era una donna orientale, abbastanza giovane, dai lunghi capelli neri e uno sguardo innocente e, all'apparenza, leale. Indossava un camice bianco da medico.
«Cos'è successo?»
La donna abbozzò un sorriso. «Sei svenuta durante l'ultima missione e hai battuto la testa. Mi sono permessa di analizzare il tuo sangue e di fare altri controlli. Nulla di preoccupante, comunque. Puoi stare tranquilla, Sara. Hai dormito per ben sei ore, perciò hai recuperato tutte le forze.»
«Come sa il mio nome?» domandò, seccata che una sconosciuta la conoscesse come Sara e non come Ta-er al-Sahfer.
«Sei l'amata della figlia del Demonio» puntualizzò l'altra, come se fosse una giustificazione ovvia. Subito dopo, allungò la mano nella sua direzione. «Io sono Mizuki Kawamura. Piacere di conoscerti.»
Canary strinse leggermente la mano della giapponese, cominciando a sentirsi a disagio. «Allora, dottoressa Kawamura... vedo che in quella scrivania ci sono molti fogli a mio nome.»
«Già. Sono i risultati dei vari esami che ti ho fatto.»
Sara deglutì. «Posso vederli?»
La mora esitò, rimanendo impalata nel bel mezzo della stanza per quasi un minuto.
Di sicuro quella reazione non prometteva nulla di buono.
«Posso sapere cosa sta succedendo?» sbottò, alzandosi dal lettino e incrociando le braccia. «Non ha appena detto che posso stare tranquilla e che va tutto bene?»
Mizuki poggiò la mano sulla scrivania, abbassando lo sguardo. «Non è una cosa facile da dire.»
La bionda deglutì ancora. «Allora la dica e basta.»
La dottoressa sospirò sommessamente. Non avrebbe avuto senso nascondere la verità a Sara, anche perché, prima o poi, se ne sarebbe accorta da sola. Prese un respiro profondo, dopodiché, lo disse. «Sei incinta.»
Sara percepì un brivido attraversarle la schiena, e il vuoto più totale dentro di lei.
No.
Non poteva essere vero.
Il suo cuore prese a battere sempre più velocemente, come se stesse per scoppiare da un momento all'altro. Lo shock le fece girare la testa per qualche secondo.
«Non è una cosa facile da digerire, lo so, ma-»
«Quanto tempo ha?»
Non sapeva cos'altro chiedere. La domanda le era uscita di getto, senza che potesse pensarci su ancora un po'.
Mizuki chiuse inspiegabilmente gli occhi per un paio di secondi. «Otto settimane.»
Dio... non ci posso credere.
«Ra's non lo deve sapere. Nessuno lo deve sapere» sussurrò la bionda, con voce tremante e occhi lucidi.
La giapponese le sorrise con comprensione. «Sono stata rapita nove anni fa per le mie qualità nel campo della medicina. Ra's mi ha costretta a vivere il resto della mia vita a Nanda Parbat, altrimenti avrebbe ucciso mio figlio con le sue mani. Era solo un bambino, già orfano di padre. A quest'ora sarà un uomo distrutto, ma almeno, gli ho salvato la vita» disse, accarezzandole amorevolmente la spalla sinistra. «Non so cosa tu voglia fare. Sei ancora in tempo per abortire, ma hai appena scoperto una cosa più grande di te e devi prenderti del tempo. Voglio solo farti capire che io ti appoggerò, qualunque strada vorrai seguire. Sono una madre, e chi meglio di una madre potrebbe capire la tua situazione?» Ritrasse la mano, ma il sorriso sul suo volto non scomparve. «So bene che se decidessi di tenerlo, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, perciò non lo dirò a nessuno. Te lo prometto.»
Canary annuì debolmente, trattenendo a stento le lacrime. «Grazie. Ma ora ho bisogno d'aria.»



Correva a perdifiato fra i corridoi di Nanda Parbat, illuminati dalla flebile luce emanata dalle candele.
Era notte fonda, ma nonostante ciò, numerosi membri della Lega si stavano allenando. Nessuno di loro la considerò.
Quando arrivò finalmente di fronte alla porta della sua stanza, si chiuse a chiave dentro e si accasciò a terra, scoppiando in lacrime.
Il bambino che portava in grembo era di Oliver.
Non ci sarebbe stato niente di strano se in quel momento si fosse trovata a Starling City, tra le braccia dell'uomo che amava da una vita. Ma era tornata a Nanda Parbat, e aveva giurato nuovamente fedeltà alla Lega, a Ra's. E a Nyssa.
Si prese la testa fra le mani, singhiozzando sonoramente.
Aveva scoperto di essere incinta da soli dieci minuti, eppure, già si chiedeva quale sarebbe stata la scelta migliore da fare.
Se avesse deciso di tenere il bambino, avrebbe passato l'inferno. Nyssa si sarebbe sicuramente sentita tradita, e Ra's l'avrebbe indubbiamente uccisa. La Testa del Demone la odiava, e il sentimento era reciproco. Perciò, pur di farla fuori, avrebbe trovato anche la più misera delle scuse.
Se avesse abortito, invece, sarebbe andato tutto bene. Avrebbe potuto farlo proprio in quel momento, e nessuno lo avrebbe mai scoperto -sempre sperando che la dottoressa orientale tenesse la bocca chiusa. Però, avrebbe anche impedito a quella piccola vita che cresceva dentro di lei di vedere il mondo coi propri occhi.
Per la prima volta dopo tanto tempo, si sentiva sola, confusa e... spaventata a morte. Avrebbe tanto voluto prendere il primo volo per Central City e riabbracciare sua madre, l'unica persona che probabilmente l'avrebbe indirizzata nella giusta via. Dinah l'aveva sempre protetta, aiutata, ed era stata sua complice più e più volte, in primis quando era salita sul Gambit con Oliver Queen.
Strinse le dita fra i suoi capelli con forza, senza riuscire a smettere di singhiozzare, e quando la disperazione ebbe consumato tutte le sue energie, si addormentò.



Si era svegliata l'indomani, nel tardo pomeriggio, ed era rimasta nella sua camera per diverse ore, rimuginando sulle parole della dottoressa. Poi, senza un motivo ben preciso, andò a cercare Nyssa, continuando a guardarsi intorno, impaurita: aveva l'impressione di essere osservata di continuo.
Ad un tratto, considerando il fatto che continuava a ruotare la testa a destra e a sinistra, andò a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno, che strinse saldamente le proprie mani intorno alle sue spalle.
Sara incontrò lo sguardo preoccupato e angosciato dell'erede del Demonio, che dopo averla presa per mano, senza dire nulla, la trascinò all'interno della propria stanza, situata in fondo all'androne nella quale si trovavano.
Una volta dentro, Nyssa strinse forte Sara a sé, accarezzando dolcemente la sua chioma dorata. In quell'abbraccio era racchiusa tutta la sua preoccupazione, e tutto l'amore che provava per Ta-er al-Sahfer.
«Dove sei stata?» domandò, con un tono di voce tra il preoccupato e l'accusatorio.
Sara non rispose. Si strinse nelle spalle, cominciando a sentirsi in colpa per non essersi più fatta vedere.
«Non riuscivo a trovarti. Stavo impazzendo.» Il tono di Nyssa si era trasformato in un misero sussurro.
«Mi dispiace» disse semplicemente l'altra, abbassando lo sguardo. «Non volevo farti preoccupare.»
La mora scostò la mano dai suoi capelli per sfiorarle la guancia. «C'è qualcosa che non va?»
«No, è tutto a posto» si affrettò a rispondere. «Ero venuta a cercarti solamente per... per farti sapere che stavo bene.»
Sara si voltò, intenzionata ad andarsene, ma prima che riuscisse a poggiare le dita sulla maniglia della porta, la voce di Nyssa la bloccò nuovamente. «Dove stai andando?»
La giovane Lance sospirò impercettibilmente. «Nella mia camera. Ho bisogno di riposare.»
Nyssa compì qualche passo verso di lei. «Hai un aspetto orribile» rivelò, costringendola a voltarsi. «Sara, devi dirmi cos'hai. Sono l'unica che ti può aiutare.»
La bionda si prese la testa tra le mani, sorridendo amaramente: «No, ti sbagli. Non puoi aiutarmi nemmeno tu, Nyssa. Nessuno può farlo.»
«Perché no?»
«Perché ho fatto una cazzata. E di certo rivelarla a te è l'ultimo dei miei pensieri.»
La figlia del Demone strinse involontariamente le mani a pugno. «Di qualsiasi cosa si tratti, non vedo perché tu debba nasconderla a me.»
«Parli proprio tu?» sbottò l'altra, con una cattiveria che non le apparteneva. «Sono settimane che sei strana, e dopo essere stata convocata da tuo padre, mi stai appiccicata come se ci fosse costantemente un cecchino alle mie spalle. Vuoi lasciare la Lega, quando mesi fa hai fatto il possibile per farmici tornare, e non vuoi spiegarmi il perché di questo improvviso cambiamento di idee. Chi è che si tiene tutto dentro di noi due?»
«A questo punto direi entrambe» sospirò la mora, con un tono di voce decisamente più basso di quello dell'amata.
Sara si massaggiò le palpebre col pollice e l'indice, nel tentativo di non scoppiare nuovamente a piangere. Nyssa notò il suo gesto, e le prese il volto tra le mani, poggiando la fronte contro la sua.
«Io ti amo» soffiò, puntando i suoi occhi nocciola in quelli di ghiaccio di lei. «Qualsiasi cosa tu abbia fatto, non muterà i sentimenti che provo per te.»
La bionda si sentì terribilmente debole. Si sporse leggermente in avanti, unendo le sue labbra con quelle dell'erede, e nel mentre, calde lacrime presero ad accarezzarle il viso.
Quel bacio tanto atteso fu spezzato da un singhiozzo inaspettato. Sara si portò le mani davanti agli occhi, e non riuscì a soffocarne un altro; si accovacciò a terra, e Nyssa le fu subito accanto, accarezzandole la schiena con delicatezza.



Cinque minuti dopo, le due erano rannicchiate sotto alle coperte. Sara aveva smesso di piangere, ma aveva cominciato a tremare, e la figlia del Demonio l'aveva accolta tra le sue braccia nel tentativo di calmarla.
All'improvviso, dopo diverso tempo, la bionda alzò lo sguardo in direzione dell'amata: i suoi occhi azzurri, con le ciglia leggermente bagnate, sembravano ancora più belli. Nyssa le passò una mano tra i capelli.
«Che c'è?» sussurrò, arricciandosi una ciocca bionda nell'indice destro.
Sara deglutì silenziosamente. Era davvero la decisione giusta quella di dire a Nyssa le cose come stavano? Non lo sapeva. Ma in quel momento, era troppo confusa e scioccata per capire cosa fosse giusto o sbagliato. Prese un respiro profondo, dopodiché, parlò. «Sono incinta.»
La mora cessò di colpo di giocherellare coi capelli dell'altra. Ritrasse lentamente la mano, e aprì un poco la bocca, cercando di dire qualcosa.
«Mi dispiace» sussurrò la bionda. «Sei arrabbiata?»
L'altra scosse la testa. «No, non sono arrabbiata. Solo... sorpresa.» Sospirò, passandosi una mano tra i capelli. «Il padre è... Oliver?»
Canary alzò un sopracciglio: «Credi davvero che io possa essere stata con altri uomini?»
«No» replicò l'altra, facendo una piccola smorfia. «È che non so cos'altro dire.»
«Nemmeno io.»
Si guardarono negli occhi per un tempo indefinito. Nyssa prese a baciarle dolcemente la fronte, scendendo sempre giù, fino alla punta del naso.
«Mio padre vuole che ti lasci» disse ad un tratto, cominciando a creare dei cerchi immaginari con l'indice intorno all'ombelico dell'amata. «Prima di conferirmi il titolo di Testa del Demone, vuole che io sposi un uomo all'interno della Lega. Mi ha dato libera scelta, ma probabilmente lui spera in Sarab: d'altronde, è il suo braccio destro.»
Sara deglutì ancora: «E tu... cosa vuoi fare?»
«Non ho nessuna intenzione di accettare, se è questo che intendi. È per questo motivo che volevo scappare: per proteggerti.»
Nyssa sospirò ancora, prendendo le mani dell'amata tra le proprie: i suoi occhi si illuminarono, e sul suo volto andò a formarsi un sorriso a trentadue denti.
«Perché non ce ne andiamo in un posto lontano, noi tre? Non sarebbe meraviglioso?»
Canary sussultò lievemente. «Noi tre
L'erede del Demonio annuì. «Non sembra un segno del destino? Voglio dire... stiamo parlando di un figlio, Sara. E a meno che tu non abbia intenzione di abortire, sarebbe la ragione di un nuovo inizio.»
«Non posso ucciderlo. Non sarebbe giusto» bisbigliò l'altra, scuotendo un poco la testa. «Ma facendolo nascere, potrebbero esserci delle conseguenze terribili.»
Nyssa esitò: con quelle poche parole, Sara era riuscita a frantumare tutte le sue speranze e i suoi sogni. Ma aveva ragione. «Ti macchieresti di tradimento nei confronti dell'erede del Demonio, in quanto hai avuto una relazione con un altro uomo, e un figlio ne è la prova» ricordò. «Mio padre ti ucciderebbe, se lo venisse a sapere.»
«Non ho paura di morire» rivelò Al-Sahfer, stringendo con forza le mani dell'amata senza accorgersene. «È solo che... questo figlio è anche di Oliver. Non posso essere la sola a decidere del suo futuro.»
La figlia del Demonio sorrise leggermente: «Hai ragione. Allora uno di questi giorni dovremmo tornare a Starling City per parlargliene. Che ne pensi?»
La bionda ricambiò il sorriso, anche se in realtà, non aveva idea di come dirlo ad Arrow: lui era innamorato di Felicity, e nell'ultimo mese le cose tra loro potevano essersi fatte più serie.
«Io...»
«Se restiamo a Nanda Parbat, prima o poi, mio padre lo verrà a sapere» proseguì la mora, con malinconia. «Perciò, in ogni caso, ce ne dobbiamo andare. Per non destare sospetti, domani stesso andrò a dirgli che ci prendiamo una pausa dai nostri incarichi.»
«E se... se ci dessero la caccia?»
L'erede socchiuse un poco gli occhi, sorridendo amaramente. «Guardiamo il lato positivo: magari mio padre morirà prima della nascita del bambino.»
Prese a solleticare la pancia di Sara, facendola ridacchiare: «Si vede che ami molto tuo padre.»
«Provo per lui ciò che lui prova per me.»
Detto ciò, Nyssa si alzò dal letto, spegnendo tutte le candele presenti nella stanza.
«Facciamo un'ipotesi» esordì, una volta tornata a letto. «Fingiamo che, un giorno, noi due riusciremo a toglierci da tutti i casini della Lega e ad avere una vita normale. Se accadesse, e se Oliver fosse d'accordo...» disse, con le guance rosse dall'imbarazzo «potrei adottare il bambino?»
Canary si bloccò per un secondo, a disagio. «Stai già correndo troppo, sai?» scherzò, lasciandole un bacio a fior di labbra. «Beh, se riuscissimo a tirarci fuori da questa brutta situazione, non vedo perché no.»
L'erede sorrise dolcemente, e accolse nuovamente la bionda tra le sue braccia: «Ti prometto che vi proteggerò, fosse l'ultima cosa che faccio.»
Detto questo, le lasciò un ultimo bacio sulle labbra, come per augurarle buonanotte.
Sara nascose il viso nell'incavo del suo collo, sorridendo.
«Nyssa.»
«Uhm?»
«Mi hai insegnato molto bene l'arabo, ma ti sei dimenticata due parole fondamentali.»
«Quali?»
«Ti amo.»
«Si pronuncia uhibbuki. Perché me lo chiedi?»
«Uhibbuki, Nyssa.»














Ho notato che negli scorsi capitoli le mie note erano più lunghe del capitolo, perciò questa volta sarò breve xD
Ecco a voi la grande notizia: Sara è incinta. La storia ruoterà principalmente intorno a questo fatto, per questo motivo parlerò spesso degli Olicity.
Mi farebbe molto piacere sentire le vostre opinioni. A presto ^-^

   
 
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