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Autore: Faith_03    01/07/2015    2 recensioni
"Il cuore, e il corpo, di un nano sono pieni di cicatrici e per non far sì che il dolore prevalga in noi, non dobbiamo mai arrenderci…"
Storia inventata su due personaggi Tolkeniani più amati nel libro dello Hobbit e grazie al regista Neo Zelandese hanno entrambi un volto a cui mi sono subito affezionata e dato loro una storia alle spalle prima della grande impresa per la riconquista del regno dello zio.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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  1. Nani Sotto La Montagna
Né Thorin né Dis avevano bisogno di farsi rispettare dai nani del regno di Ere- bor perché loro erano due nani speciali. Oltre a essere due fratelli gemelli, cosa molto rara nel mondo dei nani, erano i figli di Thràin e nipoti di Thròr, re sotto la montagna. Principe e principessa dei nani, erano molto uniti in famiglia anche con l'altro loro fratello Frerin, anche se avevano personalità molto diverse. Thorin era sempre al fianco di suo padre e suo nonno, aiutava a regnare il regno nanico, Dis era una fiera guerriera, stava sempre in prima fila assieme ai suoi fratelli e a suo padre quando gli orchi cercavano di attaccavano la città di Dale:
 "Attacchiamo ora nani, che non facciano mai più ritorno!!!"
era il suo grido di battaglia per incitare tutti i nani guerrieri nella sua lingua e l'effetto era quello che desiderava, un'ondata di armi, scudi e grida feroci di nani che difendevano il loro territorio.
Frerin dal canto suo era un nano tranquillo e, anche se era un principe, adorava lavorare con gli altri nani a scovare oro e pietre preziose, abile e veloce, tutti i nani gli chiedevano aiuto quando lo vedevano, la sua compagnia era una fonte di sicurezza per tutti, sembrava che lui avesse un sesto senso per trovare le gem- me più grandi, preziose e belle:
 "Che sia sempre benedetto il “Principe delle gemme”."
Lo chiamavano così.
I tre fratelli inoltre avevano scopi diversi nella vita, mentre Thorin fu scelto per essere il nuovo re sotto la montagna per la sua tenacia e perché veniva rispettato da tutti, Frerin era l'addetto agli scavi e Dis allenava guerrieri di ogni età, avrebbe continuato così fino alla fine dei suoi giorni se non avesse incontrato lui...
Un nano con lunghi capelli biondi e una barba, bionda anch'essa, con qualche treccina a decorare anche i suoi baffi, l'aspetto era quello di un principe, uno che era troppo bello per essere un nano qualunque, aveva gli occhi grandi, azzurri, gentili e un sorriso che incantò subito la principessa nana.
“Oh, che splendore” pensava Dis appena i due incrociarono gli sguardi. Il nano biondo si avvicino alla principessa:
 "Maestà, il mio nome è Flik – s'inginocchio – e sono al vostro servizio..."
Dis rimase molto colpita da questo personaggio, inoltre lei non era il tipo che si stupiva facilmente ma quel nano, quel Flik, ci riuscì.
 "E io al vostro..."
rispose Dis, anche se non doveva dare troppa confidenza ai soldati, ma dentro al suo cuore sapeva che lui era diverso. A volte capitava che dopo l'allenamento lui, con una scusa diceva di non aver capito una mossa e restavano sempre al al- lenarsi per ore e ore. E capitava anche che alla fine restavano a guardare le stelle mentre si rilassavano e si conoscevano meglio:
 "Lei è più forte di me, mia signora."
 "Non dire così Flik, ogni guerriero è diverso e ogni guerriero ha la sua arma... Mi dice sempre così mio fratello Thorin."
Gli occhi di Dis non riuscivano a staccarsi da quelli del guerriero nano, le piaceva il fatto che combattevano fino a tardi insieme e anche che restavano da soli a guardare le stelle. Anche se non sapevano che degli occhi li osservavano.
 "Chi vi ha allenato a voi?"
chiese Flik
 "Mio padre, infatti sia io che Thorin siamo molto abili con la spada, Frerin preferisce l'ascia invece..."
Più stava con lui e più il suo cuore batteva come non mai.
Flik le sorrise:
 "Sono contento che i nani contano su di lei... Io non riesco a fidarmi nemmeno di me stesso, odio combattere."
 "E cosa vorresti fare?"
Il nano distolse lo sguardo per guardare le stelle:
 "Le piace la musica, mia signora?"
Quella domanda lasciò sorpresa la principessa guerriera:
 "La musica?!"
ripeté, Flik chiuse gli occhi e con la mano sinistra muoveva le dita come se stesse veramente suonando qualcosa,
 "Sì, la musica... Quel bellissimo suono che sembra una magia, e che ti trasporta lontano... Una volta sono anche arrivato fino a sopra le stelle, guardare il mondo da lassù, è una cosa meravigliosa..."
 "Ma che stai dicendo?! Tutto questo è impossibile..."
Dis sapeva che i nani non potevano volare, figuriamoci andare sulle stelle, a lei piaceva la musica ma sapeva anche farne a meno per difendere il suo popolo, dopo quel pensiero Flik le sembrava strano.
 "Il mio sogno, mia signora, è di costruire strumenti musicali per tutti i nani che, come me amano la musica, e vogliono imparare a suonare... So che è sciocco detto da un nano che combatte usando un martello gigante ma preferisco mori- re tenendo in mano un violino che la mia arma... È questo quello che penso."
Il giorno dopo, mentre Dis si recava al campo degli allenamenti, venne fermata:
 "Dis..."
Si voltò e suo fratello Thorin era lì,
 "Fratello – rispose lei – cosa succede?"
 "Dovresti dirmelo tu, come mai quasi ogni sera rincasi tardi?"
nel tono del fratello gemello c'era sia rimprovero che preoccupazione, Thorin non voleva che succedesse niente a lei, come a suo fratello e agli altri.
Dis lo guardò nel profondo dei suoi occhi e rispose:
 "Ho un nuovo allievo che non è molto bravo. Per questo che lo alleno quando tutti sono via"
In realtà sentì che c'era altro, tutta la notte le sue parole le avevano fatto compagnia perché lei non riuscì a dormire, alla fine lui non era strano, aveva solo un grande cuore. E riuscì a sorriderci sopra.
 "Se come dici tu non è abbastanza capace, perché non lo cacci?"
Il volto di Thorin era una maschera, e lo faceva da sempre, ogni volta che nella sua testa girava quel pensiero.
 "Vi vedo sempre, e vedo anche lui... Non è vero che è un'incapace, è forte e dotato, come tutti noi...- poi si avvicino di più a lei – Non vorrei che nessuno ti facesse soffrire, sorella mia... Sta molto attenta..."
Gli occhi di lei si spalancarono a quelle parole, non aveva mai sentito Thorin così preoccupato per lei, Dis era una nana forte e una guerriera ma solo le parole di suo fratello le facevano pensare. Lo guardò dritta negli occhi:
"Le tue parole ti fanno onore, fratello... Ma anch'io potrei dirti le stesse cose anche a te dato che ti vedi anche tu con una nana..."
Anche Thorin era “impegnato con una nana che era una semplice abitante di Erebor, e anche loro a volte si vedevano di nascosto perché di sicuro il padre non l'avrebbe accettata questa nana di rango molto inferiore al loro. Serviva sangue reale per continuare la stirpe dei nani di Durin. Thorin non disse niente, anzi girò i tacchi e continuò per la sua strada.
Le parole del fratello le ronzarono per tutto il giorno, anche durante gli allenamenti con i nani ma quando capitava d'incrociare lo sguardo di Flink le passava tutto. Sembrava sapere cosa ronzava nella testa della principessa guerriera perché con il suo sguardo e il suo sorriso sembrava dirle “Va tutto bene”.
Anche quella sera restarono insieme fino a tardi, a un tratto Flik tirò fuori dalla sua sacca un violino:
 "E questo?!"
Dis rimase sorpresa,
 "È il mio regalo per te, voglio che anche tu voli sulle stelle."
Iniziò a suonare una melodia dolce che si sparse dentro la montagna, incantando chiunque ascoltasse quella musica, nani, nane e bambini ancora svegli.
Dis non si sarebbe mai immaginata che un nano sapesse suonare uno strumento come quello, aveva sentito gli elfi quando venivano a parlare con il nonno ma la musica di Flik aprì il suo cuore da nana, sentiva che grazie a quella musica poteva fare qualsiasi cosa, anche arrivare su in alto vicino alle stelle.
Quella musica sembrò incantare pure il principe Thorin che li lasciò in pace, an- dando via con un sorriso sicuro. Ora era tranquillo, la sorella era in buone mani.
Col tempo i due ebbero vari momenti per stare da soli non solo dopo gli allenamenti, capitò anche che Flik conobbe entrambi i suoi fratelli con cui andò subito d'accordo.
Purtroppo pochi giorni dopo vennero chiamati a combattere per aiutare gli elfi a combattere contro i gli orchi e i mannari, questa volta in prima fila c'era anche Flik:
 "Sei pronto per la battaglia?"
chiese Dis,
 "Sono pronto a difenderla fino alla morte, mia signora..."
disse con la luce della speranza negli occhi, Thorin e Frerir gli misero entrambi una mano sulla spalla:
 "Combatti con noi come un fratello."
disse Thorin,
 "Dobbiamo tornare insieme a casa, o non tornerà nessuno..."
concluse Frerin.
Flik era contento di essere al fianco di tutti e tre i principi, combatterono insieme fino all'ultimo orco, lui non si lasciò mai sopraffare dal nemico, anche lui era molto forte, grazie anche agli allenamenti in più con Dis.
Il suo sguardo inoltre era sempre diretto ai tre fratelli così, in caso di aiuto, poteva intervenire, vide infatti che un mannaro era in agguato su Frerin, il nano biondo iniziò a correre e quando la bestia saltò per afferrare il principe nano Flink lanciò, con tutta la forza che aveva, il suo martello che colpì in pieno il lu- po:
 "Grazie, fratello."
gridò il principe rilanciandogli l'arma che Flik l'afferrò al volo. Anche se il suo animo era gentile combatteva come se fosse nato per usare quell'arma grossa e potente.
Soccorse anche Thorin ma non ebbe il tempo di ringraziarlo perché sentirono un grande botto e un grido che spaventò i tre nani guerrieri, Dis era a terra.
Non era ferita ma l'orco che l'aveva buttata a terra l'aveva spinta verso un fossato e lei fino all'ultimo non si era resa conto del pericolo dietro. L'orco ne- mico impugnava una lancia di metallo nera, Dis sapeva che le armi degli orchi non erano sempre quelle che sembravano, infatti loro erano esseri infimi e crudeli, tutto l'opposto degli elfi che erano prima.
I due si guardarono negli occhi, lui fece un sorriso malvagio e parlò nella sua lingua,
“Tu sarai la prima a morire...”
la principessa non capì ma sapeva già come sarebbe finita se non si fosse rialzata subito e recuperata la sua ascia di guerra.
Dis con la mano raccolse una pietra e la lanciò dritta dritta nella fronte dell'orco che inclinò la testa all'indietro e in quel momento la principessa guerriera cercò di rialzarsi e cercò anche la sua arma ma intorno a lei c'erano solo cada- veri sia di nani che di orchi, la sua ascia sembrava sparita nel nulla. L'unica volta in cui cambiò arma, l'aveva persa.
L'orco urlò di nuovo dalla rabbia e puntò la lancia nera contro la principessa nana e questa fu la sua salvezza, distraendosi il nemico non si accorse che un martello si stava dirigendo verso di lui e quando lo colpì la sua testa fu staccata dal corpo e rimase così. Un orco senza testa ma con la lancia in posizione d'attacco.
Due secondi dopo spuntarono i due fratelli e Flik, s'incrociarono di nuovo gli sguardi e gli porse la sua arma:
 "La sua ascia..."
Se la scambiarono mentre la battaglia intorno a loro infuriava, ma loro restaro- no immobili come se fossero in un altro posto meno che lì.
Il cuore di lei era rilassato e poi sentì le grida degli altri nani:
 "Andiamo..."
disse lei e insieme abbatterono tutti gli orchi nemici.
I vincitori furono i nani, degli orchi solo in pochi sopravvissero e scapparono a gambe levate, tutti erano contenti per la vittoria, tranne una.
Dis era nera in volto e con la sua ascia spostava le car- casse per farsi un passaggio:
"Dis – la chiamò Flik – che ti succede?"
la voce del nano biondo era preoccupata. Dis si voltò verso di lui:
 "Che mi succede?! Niente..."
Fece per andarsene ma Flik la fermò:
 "Dis guardami – di nuovo la principessa incrociò il suo sguardo – abbiamo vinto, perché sei arrabbiata?" 
 "Arrabbiata?! Ti sembro arrabbiata? No, sono furiosa... Mai in una battaglia mi sono lasciata sopraffare da un nemico, chiunque esso fosse...  Per una volta in vita mia mi sono distratta e ho rischiato la vita..."
 "Non essere dura con te stessa, poteva capitare a tutti."
cercò di confortarla Flik,
 "Tutti non sono capi dell'esercito Flik... Io sono la principessa dei nani, colei che vi ha addestrato... Non dovevo permettere..."
Non finì la frase perché il nano biondo le prese le mani e di nuovo si guardarono nel profondo degli occhi, lui sorrideva:
 "Nessuno vi giudica se è quello che temete, mia signora, abbiamo vinto, è questo l'importante, possiamo tornare tutti a casa ora..."
Di nuovo quella sensazione di essere da un'altra parte da soli e il suo cuore si rilassò un'altra volta:
 "Perché con te non riesco mai ad arrabbiarmi..."
non era una domanda perché la risposta la sapeva già.
   
 
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