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Autore: Barbara1018    03/07/2015    11 recensioni
Partecipa al Contest "ROSSO, ROTONDO, ROHAN".
La storia si colloca durante il primo incontro tra il Cardinale e Jeanne, narrata dal punto di vista di quest'ultima.
Buona lettura!
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jeanne Valois
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La storia partecipa al Contest "ROSSO,ROTONDO,ROHAN" 

La Dea Bendata

 

Jeanne de Valois è soddisfatta di sé, questa sera la fortuna deve essere dalla sua parte. Tutti gli sforzi fatti fino a questo momento, le umiliazioni subite stanno per essere ripagate.

Finalmente è riuscita ad essere invitata ad una festa nel palazzo parigino del Cardinale Louis Renè Edouard de Rohan .

 

Solo se la Dea Bendata sarà magnanima con lei questa sera potrà realizzare il suo desiderio più grande: vivere a Versailles come dovrebbe la discendente dei Valois. Che importanza può avere il fatto che suo padre fosse un inetto, il sangue scorre denso e forte nelle sue vene e il sangue non è acqua, lei discende direttamente da Enrico IV, il re. Se così non fosse lei non sarebbe bella come solo una nobile di sangue reale potrebbe essere. Lunghi e folti capelli neri, profondi e lucenti occhi verdi, un corpo forte e sano, una mente astuta e sagace, questi doni non possono andare sprecati.

 

Come ogni festa che sia degna di tale nome, anche nella dimora del Cardinale de Rohan, si può giocare d'azzardo e per Jeanne la roulette ha un fascino irresistibile. La Dea Bendata la sta sorridendo, sta vincendo forte e un campanello di gente è assiso dietro di lei, pronti a gioire per una sua eventuale perdita, ma Jeanne sente la Dea vicino a lei, percepisce la sua generosità; ed ecco che vicino a lei si è appena seduto il Cardinale.

E' come se l'era immaginato: pingue ma elegantissimo, un uomo conscio del suo ceto, del suo ruolo, della propria ricchezza. Jeanne trema, la Dea Bendata è dietro di lei la sta aiutando, ora spetta a lei fare la sua parte.

 

“Benvenuta madame Valois, è sempre piacevole vedere una bella dama con gli occhi ridenti che sfida con coraggio il fato, speriamo solo che voi siate più fortunata del vostro avo, poveretto morì durante una giostra cavalleresca.”.

 

“Eminenza io mi affido alla Dea Bendata: è lei la mia protettrice”.

 

“Madame, ahimè, odo tristi parole venire pronunciate da una così amorevole bocca. Sapete bene che solo la grazia del Padre Celeste va ricercata, a questo punto è necessario che io e lei ci si intratteniga in un colloquio più intimo: una confessione, ricordate che a costo di tutto ciò che possedete è bene acquisire la sapienza, essa vi esalterà diventerà la vostra gloria. Una corona di grazia verrà posta sul vostro capo, un diadema di gloria vi cingerà”(1)

 

“Eminenza ai vostri ordini” si inchina Jeanne, è soddisfatta di sé, è riuscita a conquistare l'attenzione del Cardinale grazie agli auspici della Dea Bendata e lui le parla di diademi, lei adora i gioielli, un diadema risplenderebbe bene su i suoi capelli. E' certa come non mai che quest'uomo sarà la sua carta vincente. Poi ha uno sguardo che cattura, la battuta pronta, sarà sicuramente un ottimo alleato per la scalata al successo.

 

Il Cardinale la porta in un piccolo salotto: qualche candela rischiara l'ambiente elegante insieme all'allegro fuoco che scoppietta nel camino. Vi è una tavola imbandita di prelibatezze ed il Cardinale offre a Jeanne una coppa del pregiato vino renano che tanto predilige.

 

“Vedete mia cara, vi ho invitato qui perché desidero conoscere meglio la vostra persona e forse voi potreste essermi di aiuto.

Mi è giunta voce che voi siete intima della nostra amata Regina Maria Antonietta, la cui bellezza è preclusa alla mia vista.

Sarei disposto a tutto per la mia Regina.”

Il tono accorato del Cardinale non è sfuggito a Jeanne che con fare mellifluo gli si avvicina e con voce dolce e morbida sussurra parole di conforto: “Eminenza vi ringrazio di esservi rivolto a me, la vostra pena diventerà la mia e sono disposta a fare ogni cosa per alleviare i vostri affanni, ditemi solo come posso aiutarvi.”

 

“Queste parole mi sono di gran conforto. Vedete io sono il Grande Elemosiniere di Francia ed è fonte di grande angustia non poter essere ammesso al cospetto di colei che desidero aiutare con tutto il cuore attraverso il ministero di cui sono investito, per la misericordia che mi è stata usata, non mi perdo d'animo, sono tribolato da ogni parte ma non schiacciato, sono sconvolto ma non disperato (2). La Regina non è nemmeno a conoscenza che io ho battezzato i suoi figli, potete immaginare la mia angustia nel non poterla aiutare, indirizzarla per il meglio nella sua missione caritatevole. Desidero solo agire per il bene, avendo molto anelo alleviare le sofferenza del povero popolo francese contribuendo alla magnanimità e al buon cuore di Maria Antonietta, affinché il popolo possa amarla ed esserle devoto come lo sono io.”

 

“Eminenza io sono a vostra disposizione per esaudire i vostri desideri. Dovete sapere che un giorno mentre ero a Versailles, ho avuto un mancamento, niente di grave, ma la Regina è stata così amabile da chiedere informazioni sul mio stato di salute. Quando le è stato riferito chi fossi e la mia discendenza è accorsa presso di me e da quel giorno posso dire che ha nei confronti della mia persona la cura e la considerazione di una vera cugina. So bene che la vostra persona ahimè non è gradita ma io voglio sinceramente aiutarvi. Devo avvertirvi che bisogna rendere profondo il fossato per conquistare il castello. Molto denaro e tempo per realizzare un sogno, molta pazienza(3).”

 

“Madame le vostre parole sono un balsamo per la mia anima ferita e il mio cuore dolente io desidero solo donare con gioia per essere sempre vicino alla grazia dello Spirito. La pazienza è una virtù che sono ben disposto ad affinare.

Madame sono lieto di aver sostenuto questa conversazione con voi. Sono fortemente convinto che d'ora in avanti potremmo intessere una relazione di interesse per entrambi le parti, al fine di suggellare il nostro accordo che fa di me il vostro umile servitore e fedele alleato, vorrei chiedere un ultimo piccolo ghiribizzo; sarebbe di gran conforto,se la vostra bocca piena di miele potesse gentilmente appoggiarsi su di me, suvvia non siate sorpresa della mai richiesta, conosco bene l'identità di tutti i miei ospiti.”

 

Jeanne sorrise, la Dea Bendata quella notte era stata prodiga con lei un piccolo pegno si poteva pagare, quell'uomo stava chiedendo ciò che lei fa con maestria e senza fretta inginocchiandosi di fronte al Cardinale è pronta a suggellare l'accordo che avrebbe reso lei una donna ricca e lui il suo burattino.

 

 

 

1: Proverbi 4,7;

2: Seconda lettera Corinzi: 4,1;

3: Frase pronunciata nell'anime.

 

 

NOTE D'AUTRICE

Salve a tutti!
Questa è la mia prima fanfiction quindi perfavore abbiate pietà.
Per il personaggio del cardinale mi sono ispirata al racconto storico anzichè a ciò che viene raccontato nell'anime.
Spero che la storia vi sia piaciuta e vi prego di lasciare un commento.
Barbara1018

  
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