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Autore: Stella cadente    04/07/2015    3 recensioni
"Odiava quando era così.
Così ... debole.
Così vulnerabile.
Non doveva esserlo ... e invece lo era."
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Harry Styles è un ragazzo alla deriva. Un ragazzo di vent'anni che si sente perso, vuoto, incompleto.
Vive la vita senza entusiasmo, lasciando che le cose gli scorrano addosso, totalmente indifferente a più o meno tutto ciò che lo circonda.
Finché una sera – una come tante, in realtà – non farà un incontro che, a poco a poco, rappresenterà una svolta ...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo quattordicesimo
 
 
 
 
Charles River,30 Giugno 2015
ore 13:00
 
 
 
 
«Harry, vieni in acqua! Andiamo, non è che ti morde» disse Claudia, trascinandolo giocosamente per un braccio.
«Claus no, sai che odio l’acqua» si lamentò il ragazzo.
«Ma fa caldissimo oggi! Dai, non ci voglio andare da sola» protestò lei.
Harry, Zayn, Niall, Louis, Liam e le ragazze erano stesi sul prato, all’ombra di un grande albero vicino al mare di un intenso blu cobalto, in quell’assolato pomeriggio di fine Giugno. Faceva un caldo impressionante – il ragazzo credeva di non resistere più tanto a lungo – ma gli altri sembravano non farci caso più di tanto. Possibile che fosse solo lui a soffrire in quel modo?
Non aveva mai sopportato il caldo, ma quel giorno si sentiva veramente un vegetale.
«Non lo so...»
Harry non aveva mai dimostrato chissà quale interesse neanche verso il mare o l’acqua. Non gli era mai piaciuta la sensazione del sale sulla pelle di quando si asciugava. Forse sarebbe stato più corretto dire che non gli era mai piaciuto il mare in generale; il che era strano per uno che abitava a Boston, ma del resto lui apparteneva ad Holmes Chapel, un tranquillo paesino dell’Inghilterra freddo e nuvoloso. Aveva già fatto fatica ad abituarsi a quella grande città, con il suo traffico e le sue metropolitane; fare la stessa cosa con il mare sembrava quasi impossibile.
«Dai, vedrai che dopo un bagno ti sentirai meglio» insistette la sua ragazza, con il solito tono tentatore che usava quando voleva convincerlo a fare qualcosa. Harry sospirò, con l’accenno di un sorriso sule labbra, e si alzò di malavoglia.
«Perché riesci sempre a convincermi?» chiese, infastidito.
«Perché sono fantastica, adesso andiamo?» fece lei, schietta, dandogli un pugno scherzoso sulla spalla.
E lui la seguì sotto il sole, sorridendo di nascosto.
Non avrebbe potuto chiedere di più.
Quello che era successo da quando aveva portato Claudia a cena a casa era fantastico. Erano diventati tutti un unico gruppo unito; la sua ragazza aveva familiarizzato molto con Perrie e con Eleanor – ormai anche sue grandi amiche – e tutto era cambiato in meglio. Persino la sindrome depressiva sembrava non spaventarlo più. Non l’aveva mai detto a lei, per non darle soddisfazione, ma qualche volta ci era ritornato, da quello psicologo che gli avevano consigliato – lo stesso che gli aveva diagnosticato la sindrome. L’uomo gli aveva dato dei medicinali omeopatici e gli aveva detto di stare il più tranquillo possibile, di cercare di vedere le bellezze della vita, di capire ciò che lo avrebbe potuto far stare bene e concentrarsi su quello. E lui lo aveva ascoltato, lo aveva fatto, effettivamente. Adesso anche il suo problema, quello che una volta vedeva come un macigno, sembrava non pesargli più.
Forse era guarito; forse la depressione era sparita e non se ne era reso neanche conto.
Tutto era di nuovo ordinato, al proprio posto, esattamente come lui voleva che fosse.
Era da tanto che non si sentiva così. Troppo.
Ed in quel momento, guardando Claudia che rideva e che si divertiva a schizzarlo con l’acqua che riluceva nei raggi di sole, non poté fare a meno di scoppiare a ridere anche lui.
La sua era una risata sincera, potente.
Una risata che, ne era sicuro, esprimeva tutto quello che provava.
 
 
 
«Questa sì che è estate, gente» commentò Louis, sdraiato al sole, addentando il suo panino.
«Già» assentì Niall, che stava già mangiando il terzo. «Ma sarebbe ancora meglio se non ci fosse una rompiscatole che ti frega i panini» disse, con finto tono di rimprovero, quando Claudia gli prese velocemente il panino dalle mani e gli dette un grande morso.
«Non so di cosa stai parlando» ribatté lei innocentemente.
«Ah, è così?» il ragazzo si sporse verso di lei con aria minacciosa.
Claudia rimase immobile.
«Sì.»
Niall iniziò a farle il solletico e l’aria si riempì della sua risata buffa e potente. Quella risata che Harry amava così tanto, quella stessa risata che lo aveva conquistato, che ora sembrava essere diventata la sua musica preferita.
«Ehi Horan» lo apostrofò «giù le mani dalla mia ragazza.»
Claudia roteò gli occhi con fare scocciato. «Geloso» disse, con tono dispettoso.
Ma sorrideva, disegnando una linea tenera sul suo viso volpino.
 
 
«Sei sicura che non sia un problema?» chiese Harry, sospettoso.
«Cosa?»
Sembrava così innocente, mentre lo diceva. Si sentiva così piccolo, così indifeso nel rivelarle le sue paure.
«Il fatto che io abbia questa cosa» farfugliò.
Depressione.
Non riusciva neanche a dirlo ad alta voce. Sarebbe stato come concretizzare la cosa, come ufficializzarla, e non voleva. Lo sapeva, sapeva quale fosse il suo problema, ma non dirlo ad alta voce in qualche modo gli faceva acquistare sicurezza. Era come se gli facesse dimenticare di averlo – che era quello che voleva, alla fine. Avrebbe solo voluto che tutto quello fosse un brutto sogno, ma non lo era. Eppure con lei tutto gli sembrava più facile, in qualche modo.
«No» scosse la testa. «Perché dovrebbe essere un problema?»
«Non lo so» ammise. «Beh, forse non vorresti una persona» sospirò, prima di dirlo «depressa intorno.»
«Io ci sono, Harry» si limitò a dire lei, scrollando le spalle.
E la sua voce era talmente sincera, talmente dolce che il ragazzo si sentì inumidire gli occhi.
 
 
«Ragazzi, la volete smettere di fare casino? Sto cercando di dormire» disse Zayn, guardando in cagnesco Harry e Niall.
«Solo tu puoi dormire alle una di pomeriggio in un giorno d’estate, Zayn» precisò Louis con tono beffardo. Per tutta risposta, il ragazzo bofonchiò qualcosa e si sdraiò di nuovo sul prato.
Louis guardò Liam, che guardò Zayn. I due iniziarono a ridere, poi guardarono anche Harry con aria complice, che rispose con uno sguardo interrogativo.
Successe tutto in un attimo.
Louis aveva tolto il tappo alla bottiglia d’acqua che teneva in mano e l’aveva rovesciata addosso a Zayn, in un grande scroscio.
Il ragazzo, per qualche secondo, rimase immobile, quasi come se non fosse successo nulla.
Poi, senza voltarsi, fece, impassibile.
«Io vi uccido.»
E scoppiarono tutti a ridere.
 
 
Harry non aveva mai riso così tanto.
Non si ricordava l’ultima volta che aveva riso così; era passato troppo tempo. Forse erano passati solo pochi mesi, ma a lui sembrava da una vita che non rideva così, che non rideva veramente.
Solo con lei rideva veramente.
 
 
Claudia si stava sbellicando. Indicava Zayn e rideva, come una bambina piccola e dispettosa.
Ma Harry la guardava e la adorava. Adorava quel suo essere così pungente eppure così dolce, così incredibilmente trasparente. Più la guardava, più si rendeva conto che era esattamente quello che cercava.
 
 
«È buffo ma...» sussurrò.
«Cosa?»
Harry ridacchiò.
«Nulla.»
«Non rompere, dimmelo.»
«Davvero, niente.»
Claudia sbuffò. «Quando fai così sei da sprangate, dico davvero. Sui denti» fece, impassibile.
Il ragazzo fece una mezza risata, poi la guardò intensamente negli occhi.
«È che» indugiò, «è strano, ma mi sono reso conto che sei esattamente quello che cercavo. Probabilmente era da una vita che ti aspettavo. Magari non te ne accorgi, ma mi fai capire ogni giorno cosa significhi essere amati, Claudia.»
Lei rimase in silenzio.
«Ma te l’ho già detto una volta» aggiunse lui. «È inutile che...» continui a ripetertelo, voleva dire.
Ma le sue parole furono smorzate, perché la ragazza aveva catturato le sue labbra in un bacio.
 
 
Quando le diceva quello che pensava, quando se ne usciva con quelle dichiarazioni, la lasciava sempre di sasso. Era una cosa incredibile quanto, sotto quella corazza da dura e quell’atteggiamento schietto, fosse così dolcemente sensibile alle parole – soprattutto, alle sue parole.
«Harry, ci sei?» La sua ragazza gli sventolò la mano davanti al viso in un gesto teatrale.
«Mh?»
«Te lo dicevo io che era distratto. È sempre così» fece Louis, con l’aria di chi la sapeva lunga, rivolto a Claudia.
«Ho notato» ricambiò lei, con una punta di beffardo divertimento nella voce.
«Mi sorprende che a te presti attenzione, sai?» continuò il suo migliore amico.
«Ehi!» disse lui ad alta voce. «Vi informo che io sono qui.»
«Oh, davvero?» rispose Claudia, sorridendo divertita.
Louis rise sincero, mentre Harry roteò gli occhi: possibile che la sua ragazza e il suo migliore amico non avessero niente di meglio da fare che prenderlo in giro?
«Sentite» cominciò Louis, appena in tempo per fermare qualunque risposta indispettita «stasera avete qualcosa in programma?»
Silenzio. Tutti si erano voltati a guardare il ragazzo.
Claudia gli rivolse uno sguardo sospettoso. «Okay Lou, cos’hai in mente?» disse poi, guardandolo con un sopracciglio alzato.
Sul viso di Louis prese forma un ampio sorriso. «Mezzanotte. Lizard Lounge. E ho detto tutto» si limitò a dire, serafico.
Lei sospirò.
«Dai! Non dirmi che sono costretta a venire ad una festa, ti prego» supplicò.
«Oh sì che ci verrai» fece Niall, dandole un buffetto. «Altrimenti vorrà dire che non ti parlerò più» concluse, con un finto tono offeso.
«E dai, Claudia, ci divertiremo» si inserì Perrie. «Sei con noi, non ti annoierai.»
«Ma mi fa schifo quella roba» protestò lei.
«Al massimo ce ne andiamo io e te» intervenne Harry. Sapeva che era l’unico modo che aveva per convincerla; Claudia non avrebbe mai ceduto, altrimenti. E poi già l’idea di andare ad una festa con lei non gli sembrava brutta – anzi.
La ragazza sospirò rumorosamente.
«Va bene, va bene» sollevò le mani in segno di resa. «Verrò a quella festa. Contenti?» disse, svogliata.
«Grande!» esultò Eleanor, saltandole letteralmente addosso e stritolandola in un abbraccio. «Posso truccarti io?» chiese, raggiante.
Claudia fissò Harry, sillabando la parola “aiuto” con le labbra, e lui sorrise.
Qualcosa gli diceva che quella serata sarebbe stata memorabile.

  

Dal punto di vista della componente dell'azione questo capitolo non è nulla di che, ma serviva per farvi un'idea del gruppo che si è compattato adesso, dopo mesi che escono insieme. E quindi abbiamo risate, scherzi tra amici, e, ancora una volta, dei bellissimi momenti tra Harry e Claudia (li amo, vi giuro).
E' stato bello scrivere questo capitolo..adesso c'è un'atmosfera come di pace, serenità, e le cose sembrano andare finalmente per il verso giusto al nostro protagonista. Inutile dire che sono contenta per lui :3
Beh, come sempre spero che vi sia piaciuto.
Alla prossima,
Stella cadente 
  
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