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Autore: aire93    05/07/2015    3 recensioni
Ambientata nella quinta stagione, Stiles partecipa alla festa di "metà compleanno" di Lydia, nascondendo un grosso segreto al resto del gruppo.
Qualcosa che riguarda un certo Sourwolf, che da ormai sei mesi ha abbandonato Beacon Hills.
Lo stesso Derek Hale che decide di chiamarlo nel cuore della notte.
STEREK
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Howling '
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Eccovi il secondo capitolo. 
Sterek angst e feels a palate <3 Baci, and Stay Tuned ;) 
 

Era l'una meno un quarto, quando Stiles smise di rivoltarsi tra le coperte come uno spiedino alla griglia, decidendo di fissare il soffitto per le restanti cinque ore, che avrebbe sicuramente passato sveglio.

Forse aver mostrato il tatuaggio agli amici era stata una pessima idea, perchè tutto sommato lui non aveva mai mostrato alcun tipo di sentimento verso Derek, e il suo gesto aveva lasciato tutti di stucco.

Era stato così abile, fino a quel momento, era rimasto per così tanto il suo piccolo segreto, ma l'assenza del lupo mannaro lo stava altamente destabilizzando, tanto da commettere errori di quel genere.

E poi, sul serio, pensava davvero di poter nascondere il tatuaggio a vita?

Forse con l'aiuto di un polsino...

il cellulare squillò e Stiles rispose all'istante, senza nemmeno guardare il numero, immaginandosi la chiamata di uno tra Scott, Lydia o Malia, appena tornati dalla festa, divertiti e allegri.

«Cosa c'è?»

La voce all'altro capo del telefono, però, non apparteneva a nessuno dei tre, e Stiles si maledisse mentalmente mille volte, perchè sapeva che lo svelare il tatuaggio lo avrebbe portato a quello, una chiamata nel cuore della notte, da parte di chi non avrebbe dovuto sapere nulla.

Stiles riflettè per un nanosecondo, prima di capire la responsabile dei guai nel suo prossimo futuro.

Lydia Martin, chi sennò? Era stata sicuramente colpa sua.

«Perchè ti sei tatuato la triskele sul polso?» chiese Derek Hale con un tono che pareva quasi accusatorio, anche se nascondeva chiaramente un pizzico di malinconia.

Stiles fece finta di niente, attività nella quale aveva ormai un master.

«Ehi, ciao anche a te! Come te la passi in Sud America? Non è notte inoltrata lì? Che ci fai ancora sveglio? E poi chi ti ha detto del tatuaggio?»

 

Derek emise un lamento frustrato, tanto che Stiles trattenne un sorriso: certe cose non cambiavano e lui era maledettamente bravo a far irritare Derek.

«Non che non mi aspettassi un interrogatorio in pieno stile, dal figlio dello sceriffo, ma se osi pronunciare un'altra parola giuro che chiudo la chiamata. E comunque è stata Lydia, ha organizzato una chat di gruppo con mia sorella... una delle esperienze peggiori della mia vita, se vuoi sapere. Anche Cora sa essere maledettamente impicciona. E comunque sto bene e sì, è notte anche qui, ma ho bisogno di sapere...»

Stiles provò a mantenere il battito del cuore stabile, la bugia presente in ogni sfumatura della sua voce: «E' un simbolo che mi ha sempre affascinato, ecco perchè ho scelto la triskele...» mentì, conscio che aver usato la parola “affascinato” poteva in realtà voler dire molte più cose di quelle che teneva a far credere, e soprattutto sicuro che Derek avesse captato il fatto che stesse mentendo.

«Non è vero... sii sincero con me, per una volta»

Ecco, appunto.

Stiles scosse la testa, tentato dal premere il tasto rosso di chiusura della chiamata.

Non avrebbe mai dovuto sapere niente, Derek. Ecco perchè Stiles si tatuato quel simbolo di nascosto, sicuro che Hale non sarebbe più tornato a Beacon.

«Beh, ma tu teoricamente non avresti dovuto sapere niente...» esclamò Stiles, un po' incredulo per quella ulteriore confessione indiretta.

«Lydia non ha resistito a mettermi al corrente della situazione. Dice che è preoccupata per te, perchè sei irritabile e scontroso e almeno mille volte più sarcastico, il che mi fa ringraziare il fatto di essere qui» svelò Derek, con una punta di ironia.

Stiles poteva quasi vedere le sopracciglia di Derek esprimere tutto il disappunto per il suo coinvolgimento in quella situazione, e per quello si lasciò scappare un sorriso.

Il solo sentire la voce del ragazzo, mandava brividi in tutto il corpo, e Stiles non poteva farci nulla, anche volendo. Il suo era un caso altamente disperato.

«Perchè mi stai chiamando, allora? Mi stai raccontando di come si sente Lydia nei miei confronti? Tu abiti a migliaia di chilometri di distanza, lei è qui a Beacon: se è tanto preoccupata può dirmelo in faccia...»

Derek rimase in silenzio, il rumore di qualcosa che disturbava la chiamata si frappose tra loro.
Il giovane Hale rimase muto per lunghissimi secondi, quasi indeciso se chiudere la chiamata o meno.

Il silenzio si fece pesantissimo tra di loro, quasi a significare una sorta di svolta nel loro strano rapporto: qualsiasi parola pronunciata dopo, sarebbe stata l'inizio di qualcosa di indefinibile, o la fine assoluta delle speranze di Stiles, che avvertiva una sensazione di calore che gli bruciava il petto, da quando era iniziata la chiamata.

Stiles non parlò, anche perchè non aveva nulla da dire. O meglio, avrebbe voluto dire mille cose a Derek,ma non credeva potessero importargli.

Dopo quelli che parvero secoli, Derek borbottò, con un evidente cambiamento di tono, più dolce, in un certo senso, e meno scontroso.

«Dice anche che tu ti senti così per colpa mia...che sei diventato intrattabile già il giorno seguente alla mia partenza. Io le ho detto che ha guardato troppe volte “The notebook” e ora confonde la realtà con la sua fervida immaginazione...»

Stiles si sentì improvvisamente a disagio, senza capire perchè, leggero come una nuvola, ma nello stesso tempo pieno di macigni nello stomaco: «Sono d'accordo. Possiamo considerare chiusa la nostra chiacchierata, quindi? Divertiti e salutami Cora...»

Stiles allontanò il cellulare dall'orecchio, sospirando. Quel tatuaggio era la sua ferita aperta, e non c'era bisogno che mezzo mondo se ne occupasse.

Derek aveva scelto di lasciar perdere, e forse era meglio così, anche se faceva male, e Stiles poteva avvertire il dolore psicologico stringergli un po' più forte il cuore.Stava quasi per cliccare il pulsante di fine chiamata, quando Derek si fece vivo di nuovo.

«Cosa...cosa significa davvero la triskele per te?»

Stiles poteva di nuovo immaginare l'espressione di Derek in quel momento: conosceva troppo bene il ragazzo, per non vederselo fragile e vulnerabile, in quel momento, dietro alle sue splendide iridi era presente quasi una silenziosa richiesta d'aiuto.

Era l'espressione che lo aveva colpito più di tutte, quella che Derek aveva mostrato dopo aver combattuto il Kanima, e il motivo per il quale Stiles si era innamorato di lui.

Al solo pensiero, il polso gli pizzicò fastidioso, e il ragazzo capì che il contatto con Derek era ancora presente, e che non tutto era perduto.

«Stiles? Sei ancora lì?»

Il ragazzo si costrinse a rispondere, stavolta il tono di voce a metà tra il disfattista e lo speranzoso: «Il sole, la luna e la verità. Le tre cose che non possono essere nascoste. O anche la famiglia, gli amici e l'amore. Il passato, il presente, il futuro...ha vari significati, diciamo così...»

Derek interruppe la sua spiegazione con voce quasi strozzata, una sorpresa che Stiles non si aspettava, mandando un brivido intenso lungo la schiena del giovane Stilinski. Non doveva illudersi, nonostante tutto.

«Allora è davvero per me quel tatuaggio? Ma perchè?»

Il battito del cuore di Stiles schizzò alle stelle, mentre si rannicchiava contro il muro, tentando di farsi piccolo piccolo.

Il ragazzo chiuse gli occhi, esalando un lunghissimo sospiro. Un sorriso malinconico gli si stabilì sul volto, uno che Derek non avrebbe mai visto, mentre gli occhi si facevano al contrario, più lucidi.

«Perchè avevo bisogno di avere qualcosa di tangibile, che ci legasse davvero...» sussurrò lui alla notte, stringendo quel cellulare con maggiore forza.

Era così difficile da capire?

Derek non parlò per molti istanti, facendo temere a Stiles che la comunicazione si fosse interrotta.
«Io non tornerò a Beacon Hills, mai più. Lo sai vero?» gli confessò qualche secondo dopo Derek, con lo stesso bisbiglio e un nuovo calore nella voce, come se si stessero parlando a pochi centimetri di distanza.

«Lo so. Volevo ricordarti così,con questo semplice tatuaggio, e ti ripeto che tu non avresti dovuto saperne niente!» Stiles cacciò indietro ripetutamente le lacrime che minacciavano di cadere, ma fu inutile: era troppo stanco per trattenersi, e poi in fondo aveva nascosto i suoi veri sentimenti per troppo tempo, così tanto che prima o poi si sarebbero rivolti contro di lui, quello che stava infatti accadendo.

«Sto cercando una casa a San Francisco... rivelò lui ad un tratto, con voce rotta – ho intenzione di vivere lì. Mio padre mi ha detto che dopo il diploma inizia la vita vera, e non devo piangermi addosso perchè perderò i miei amici. E' la vita, funziona così. Molto probabilmente frequenterò nuove persone e quelle che conosco le sentirò via Skype ogni due mesi...però fa male.»

«Io ho perso qualunque contatto con i miei vecchi amici del liceo e del college. Tuo padre ha ragione, la vita va avanti...» tentò di consolarlo Derek, avvertendo lui stesso un dolore silenzioso all'altezza del petto, senza ben sapere per quale motivo.

«E se io non volessi? E se io desiderassi che almeno una persona, tra quelle che conosco e che amo, rimanga con me per sempre? Lo so che è una decisione un po' egoista, ma è questo il significato del tatuaggio, Derek. Per questo ho affrontato una delle mie peggiori paure, quella degli aghi! Per tenerti con me, anche quando non ci sei...»

Stiles alzò il tono della voce senza paura di essere sentito. Gli sembrava di girare attorno all'argomento principale, come un cane che si morde la coda.

Derek aveva intuito tutto, ma non riusciva a dirlo a parole, perchè gli sembrava qualcosa di impossibile: l'ultima rivelazione di Stiles lo stordì e, in un impeto di qualcosa di simile al coraggio, il ragazzo, riuscì comunque a spiazzare Stiles, senza indugiare però sulla sua confessione.

«Un parente di mio padre ha un palazzo a San Francisco. Mi ha chiamato pochi giorni fa, chiedendomi di trasferirmi da lui per fargli compagnia. Potresti stare da noi, non ci sarebbe nessun problema..» disse il ragazzo a denti stretti, con la presa sul cuore che si allentava leggermente.

Forse Stiles aveva ragione, in fondo. Loro potevano davvero essere in qualche modo, legati.

Derek, in fondo, sentiva da sempre una certa connessione con Stiles, senza mai rivelarla a nessuno, e lo stesso Stiles aveva probabilmente fatto lo stesso.

«Tu mi vorresti lì?- tentò Stiles all'istante, prima di sbottare – No.. scusami. Sono un fottuto egoista, penso solo ad importi quello che voglio io e non chiedo nemmeno il tuo parere. Se la risposta è no non preoccuparti, tanto sono abituato a vivere amori non corrisposti»

Ogni parola, ogni frase che i due pronunciavano era così piena di dolore e nostalgia per qualcosa che poteva essere e non era stato, che era facilmente intuibile anche dal telefono, e li faceva soffrire più di quanto volessero ammettere.

Era quella la domanda più difficile alla quale Derek doveva rispondere. Perchè Stiles era sempre stato riservato con lui, sui suoi sentimenti, ma ormai la frittata era fatta e il ragazzo aveva bisogno di certezze.

E Derek si chiese se lo voleva davvero lì. Se aveva davvero bisogno di Stiles nella sua vita, come Stiles apparentemente voleva lui.

Il lupo dentro di lui prese a ululare, a disperarsi, perchè Derek era troppo orgoglioso e non avrebbe mai ammesso che la risposta alla sua domanda fosse affermativa.

Derek ripensò al periodo della possessione di Stiles, al momento in cui dietro le sbarre della prigione, Chris Argent gli diceva che Stiles sarebbe stato irriconoscibile, e che se fosse servito, sarebbe stato ucciso per il bene della comunità.

Derek era così abituato a quel ragazzo, che non gli aveva mai negato un aiuto, nonostante affrontasse mostri più potenti di lui. Era così abituato alla curiosità di Stiles per il suo mondo, che il pensiero della sua morte gli aveva reso il sangue ghiacciato nelle vene, e gli aveva lasciato un peso in gola che non riusciva a scacciare.

Non amava Stiles, non ancora almeno, ma ci teneva seriamente a lui.

Voleva che rimanesse al sicuro sotto la sua protezione, voleva conoscerlo meglio, perchè Stiles aveva sempre avuto quella scintilla dentro di lui che Derek non aveva mai capito fino in fondo e che lo aveva segretamente affascinato.
Forse, in realtà, lui era scappato proprio dai suoi sentimenti soffocanti verso il ragazzo, oltre che dal caos soprannaturale.

«Finisci la scuola. Diplomati e passa i mesi prima del college a divertiti. Io ti aspetterò a San Francisco...» confessò Derek, a voce sempre più bassa, ma sicura.

Il peso nel petto di entrambi si sciolse come neve al sole, e Stiles sorrise sorpreso, per la prima volta quella notte, perchè sapeva che le vere confessioni sarebbero arrivate solo più avanti; nonostante tutto la loro storia aveva già un bel po' di fiducia arretrata, che andava solo rimessa in pratica.

«Mi chiamerai di nuovo in questi giorni?» Stiles si morse un labbro, nervoso, attendendo la risposta dell'altro, sperando che fosse sincera.

«Tu chiamerai me, più che altro. Tienimi informato su tutto il caos soprannaturale che si presenterà, cercherò di aiutare te e gli altri il più possibile...»

«Grazie... e Stiles sorrise di nuovo con più forza, conscio che anche Derek sembrava finalmente felice, dall'altra parte – sapevo che avresti capito. Sapevo che qualcosa ci avrebbe sempre portato l'uno dall'altro, nonostante tutto. Come le lettere che ho notato sullo scaffale della biblioteca. D.H. Sono le tue iniziali. E' stato quel giorno che ho capito come volessi tatuarmi qualcosa di tuo, perchè mi mancavi».

Derek si lasciò andare ai ricordi.

«Oh, le iniziali. Spero almeno che tu abbia scritto le tue sotto le mie. Sappi che quando avrai bisogno, per qualsiasi cosa, io proverò ad ascoltarti. Buonanotte Stiles, devo lasciarti adesso...»

Stiles sentì le farfalle che danzavano e gli pizzicavano dolcemente lo stomaco.Avvertiva una strana leggerezza e felicità, come mai gli era accaduto prima. Quello era il modo di Derek per dirgli che teneva davvero a lui, che pensava a lui, e che i suoi sentimenti erano ricambiati, in qualche modo.

«Buonanotte Derek...» gli augurò Stiles, sorridendo come un ebete, chiudendo la comunicazione e rannicchiandosi nel letto, accarezzando il tatuaggio sul polso, sotto il quale poteva sentire il battito accelerato.

Stiles ringraziò mentalmente Lydia e il suo spirito di iniziativa, chiudendo gli occhi e lasciando che il sonno lo cullasse, con il volto di Derek ben impresso nella mente.

La ferita aperta si era chiusa per sempre, e ora quel tatuaggio era solo un simbolo di amore, puro e semplice, che i ragazzi avevano marchiato entrambi, l'uno nel cuore dell'altro.

 

   
 
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