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Autore: AmeliaRose    05/07/2015    7 recensioni
È passato un anno esatto dalla sconfitta del branco di Alpha e dalla partenza silenziosa da parte di Derek.
Stiles non si sarebbe mai aspettata un cambiamento così radicale della sua vita, cambiamento fatto di addii amari e amicizie ricucite nel dolore. Ma una visita inaspettata da parte di una vecchia conoscenza travolgerà nuovamente la sua vita e di quella dei suoi amici.
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Tratto dal ventiquattresimo capitolo:
[...] «Possiamo vederla?», domandò John in lacrime. Finalmente, ora che aveva il quadro completo della situazione, poteva fare quella fatidica domanda. Sapeva che se lei lo avesse portato a vederla subito non avrebbe ascoltato una minima parola uscire dalla sua bocca, sarebbe stato troppo occupato a guardare sua figlia, ad abbracciarla e baciarle la fronte. [...] Esme prese la maniglia della porta e guardò John negli occhi. «È pronto?», domandò dolcemente. «Si.», rispose, non stando più nella pelle nel rivedere finalmente, dopo tanto tempo, la sua amata figlia. [...]
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Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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"Teen Wolf e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà, tutti i diritti sono dei legittimi proprietari a cui ho venduto l'anima, il mio è solo un divertimento"

07. Settimo Capitolo


 
 

Il loft era ancora nello stato in cui Derek l'aveva lasciato più di un anno e mezzo fa. Una quantità industriale di polvere si era accumulata sopra agli oggetti e ai mobili lasciati incustoditi. C'era tutto, comprese le vecchie macchie di sangue sparse sul pavimento e i stampi delle molteplici tazze di caffè che avevano bevuto durante le nottate dedicate alle ricerche. Derek si guardò attorno con aria assente, nella sua testa i ricordi del suo vecchio branco passavano insistenti e non poté far altro che stare male per come erano andate a finire le cose. 
Stiles si fermò davanti all'enorme finestra e guardò il panorama, quel posto era rimasto immutato nel tempo, si poteva ancora percepire l'odore di stantio che quel luogo aveva sempre emanato e sentì le risate fantasma di Scott, Boyd ed Erika risuonarle nelle orecchie. Si strinse maggiormente le braccia al petto e cercò di non pensarci. Tutto questo le faceva molto male, come se qualcuno la pugnalasse costantemente al petto, all'altezza del cuore, e non desiderava altro che la conversazione finisse il prima possibile.
Derek le arrivò da dietro e le strinse una spalla come per sostenerla, come per dire “So quello che provi. Ma ci sono io qua con te”.
«Che cos'è questo posto?» chiese Aiden, con sguardo schifato.

«Era il nostro quartier generale una volta. Non mi sembrava opportuno portare degli estranei nella nostra nuova casa» rispose immediatamente Derek, la sua voce era fredda e affilata come la lama di un coltello.

«Perché ci hai portati qui? Non potevi darci subito una risposta?» chiese Ethan a braccia conserte.

«Volevi che ne parlassimo nel parcheggio della scuola? No, qualcuno poteva sentirci» rispose l'Alpha senza nessuna emozione nella voce.
Aveva notato che un ragazzo, molto probabilmente un compagno di classe del suo branco, li stava guardando.

«Perché volete entrare nel mio branco?» chiese cominciando così il suo interrogatorio.

«Abbiamo sentito molto parlare di te, delle tue gesta e del branco di Alpha che avete sconfitto» cominciò Aiden «Appartenevamo a un branco che è stato fatto letteralmente a pezzi da loro, noi siamo riusciti a fuggire grazie a un aiuto che ci era stato offerto».

«Come avete fatto?» chiese Stiles all'improvviso precedendo Derek.
Ethan la guardò di sottecchi e i suoi occhi per brevi secondi lampeggiarono minacciosi. La ragazza non badò affatto al suo comportamento, Derek aveva fatto di peggio con lei.

«Non penso che dobbiamo dirlo a te, umana» rispose con tono odioso.
Derek ringhiò rumorosamente e i suoi occhi da Alpha cominciarono a lampeggiare, Jackson e Isaac imitarono il suo esempio. I gemelli indietreggiarono di qualche passo spaventanti verso la porta. Derek, molto lentamente, si mise davanti alla ragazza assumendo una posizione di difesa per lei e d'attacco per i due ragazzi. Stiles leggermente preoccupata, allungò il collo oltre le possenti spalle del suo Alpha per guardare la reazione dei gemelli. Se Derek e gli altri due aveva reagito così voleva dire solamente una cosa: la stavano minacciando ed erano seri.
Il viso dei gemelli si fece pallido all'istante e si guardarono confusi.

«Mi dispiace, non potevamo sapere che lei... si, insomma... facesse così parte del branco» rispose incerto Aiden. «Per favore, accetta le nostre scuse»

«Cominciate col rispondere alla sua domanda» ringhiò lui in risposta senza mollare la sua posizione. 
Aiden deglutì rumorosamente.

«Il branco di cui facevamo parte era gestito dal nostro padre adottivo. I nostri genitori appartenevano al suo branco e quando morirono ci prese sotto alla sua ala crescendoci e trattandoci come suoi figli. Quando il branco di Alpha venne da noi chiesero immediatamente a lui di entrare nel loro branco ma rifiutò immediatamente. La sera successiva lo uccisero per primo per poi sfogarsi sui suoi beta. Noi riuscimmo a fuggire grazie a sua moglie, si è sacrificata per noi, per farci continuare a vivere. Accettai l'aiuto, mio fratello era gravemente ferito e ho fatto l'unica cosa giusta da fare» spiegò triste, con i pugni serrati. Ethan mise una mano sulla sua spalla e la strinse forte, guardò il fratello con un sorriso tirato.

«Quindi ve la siete filata con la coda tra le gambe?» sputò Jackson acido.

«Se non avessi portato in salvo mio fratello sarebbe morto» disse ad alta voce facendo un passo verso la sua direzione.

«Non se la sono filata Jackson, hanno obbedito alla loro femmina Alpha» disse Derek guardando il suo beta.
Aiden annuì. Stiles prese per il polso l'Alpha che si girò immediatamente e cominciò a fissarla, il suo lupo si rilassò e con lui la sua parte umana, assumendo così una posizione normale.
«Che cosa vi aspettate una volta entrati nel mio branco?» chiese Derek una volta tornato a fissare i gemelli.

«Ovviamente guadagnarci la tua totale fiducia e quella del resto del branco, allenarsi insieme, combattere insieme, difendere il territorio e la città. Un posto a cui appartenere» disse Ethan deciso.
Derek guardò i due gemelli attentamente, sia lui che il suo lupo avevano una strana sensazione quando li guardava. Inutile dire che non credevano completamente nelle loro buone intenzioni.

«Ci sono tantissimi branchi in California molto più forti e molto più grandi, perché proprio questo?»

«Avete reso giustizia a tutte quelle persone che loro hanno ucciso e avete reso giustizia al nostro vecchio branco»
Derek guardò il suo branco, Isaac sembrava incerto della cosa, Jackson era chiaramente contrario all'aggiunta di Aiden ed Ethan nel branco, Stiles invece guardava con interesse entrambi i gemelli provocando in Derek, e al suo lupo, un enorme fastidio. Un enorme fastidio che poteva svanire solamente con l'uccidere i ragazzi che suscitavano interesse nella sua compagna. Scosse la testa cercando di restare calmo.

«Ammetto che avevo nei miei piani di allargare il mio branco prima o poi. Ma non mi convincete del tutto. Certo, siete fisicamente forti e posso sentire quanta forza hanno i vostri lupi. Ma non riesco a togliermi questa sensazione di dosso» disse ad alta voce.

«Faremmo qualsiasi cosa per provare il contrario, i tuoi dubbi devono cessare di esistere. Non abbiamo cattive intenzioni» mormorò Ethan.
Derek guardò nuovamente il suo branco e vide Stiles avvicinarsi a loro, l'Alpha si irrigidì quando notò di quanto si era avvicinata. Fece qualche passo verso di lei per sicurezza. I gemelli rimasero immobili quando Stiles fece un giro attorno a loro come per studiarli attentamente.

«Potresti metterli in prova» disse infine tornando al suo posto, al fianco di Derek.

«Stiles, in un branco non ci sono membri in prova» la informò lui.
Stiles sbuffò offesa.

«Lo so. Sono stata ore e ore a leggere i capitoli suoi vostri usi e costumi. Ma c'è una specie di clausola su questo» disse lei con un sorriso.

«Di cosa stai parlando?» chiese Derek confuso.

«Hai mai sentito parlare degli Omega?» chiese lei incrociando le braccia al petto.

«Sono quelli senza branco, no?» chiese Isaac grattandosi la testa pensieroso.

«Si, ma anche no» spiegò lei. «Quando qualcuno sente la parola omega pensa a un lupo che è rimasto senza branco ma non è sempre così. In molti branchi ci sono anche gli Omega e sono collocati nel rango più basso. Prima ci sono gli Alpha, poi i Beta, i membri di medio rango e poi ci sono gli Omega» spiegò lei con tono esperto. «Il compito di un Omega è semplice: evitare che nel branco ci siano litigi e invogliare il branco in attività che non riguardano l'allenamento o la caccia. Sono, diciamo, i buffoni del gruppo. Una volta dimostrato la loro fedeltà al proprio Alpha possono diventare Beta. Ma questo funziona solo per gli uomini-lupi e non lupi lupi» aggiunse infine.
Derek la guardò per pochi secondi e sorrise, lui e il suo lupo cominciarono a provare orgoglio verso la loro compagna. Stiles aveva sempre la soluzione a portata di mano.
Una compagna perfetta.

«Quindi se Derek decidesse di farci entrare nel suo branco saremmo i vostri Omega?» chiese Ethan, incerto.

«Si» rispose Stiles «In pratica dovrete dimostrare che tenete al branco. Non sarà facile perché loro cercheranno di testare la vostra fiducia in tutti i modi, ad esempio vi faranno mangiare per ultimi e dovrete subire ogni loro scherzo» spiegò meglio la ragazza. «Ma se vi può tranquillizzare, nessuno abuserà di voi. So che molti Omega vengono sfruttati sessualmente da alcuni Beta e Alpha, ma non è il nostro caso» disse rassicurandoli mentre guardava il branco in cerca di sostegno.

«Per l'amor del cielo, no! Mai una cosa del genere» rispose in fretta Jackson cercando di non pensarci. «Grazie Stiles, ora dovrò farmi una lobotomia per dimenticare la cosa»

«Io avrò bisogno di uno psicanalista» mormorò Isaac, massaggiandosi le tempie.

«Questo lo pensano tutti» lo rimbeccò Jackson.
I gemelli sorrisero alla scena per poi tornare seri e guardare Derek.

«Non mi interessa» disse con una scrollata di spalle.
Derek sentì l'agitazione sparire dai fratelli e guardò nuovamente Stiles, le sorrise e prese la sua mano per poi stringerla non molto forte. La ragazza ricambiò il sorriso e appoggiò la testa sulla sua spalla.

«Cosa sceglierai?» chiese Aiden ansioso.

«Datemi un paio di giorni per pensarci e per informarmi meglio su questa cosa. Vi farò sapere io» li informò serio.

«Vuoi il nostro numero?» chiese Ethan tirando fuori il cellulare dalla tasca.

«Vi verrò a cercare a scuola. E ora se volete scusarci, abbiamo un allenamento da iniziare. Siamo anche in ritardo» disse guardando di traverso il suo branco.
I gemelli annuirono e dopo averli salutati se ne andarono.



Quando arrivarono a villa Hale notarono che Peter era già lì ad aspettarli seduto comodamente sul divano del portico. Derek si avvicinò velocemente a lui per spiegarli il motivo del ritardo e il vecchio scosse la testa mormorando un “Io non lo farei, ma sono affari tuoi”.L'Alpha guardò i suoi beta e si fece serio.
«L'allenamento inizierà tra breve, per ora riscaldatevi» ordinò.
I ragazzi obbedirono mentre Derek fece cenno a Stiles di seguire lui e suo zio. La portarono nel retro della casa dove era stato messo un vecchio tavolo di legno con sopra un lenzuolo nero che ricopriva le armi e dei bersagli appesi sugli alberi. Stiles si fermò e guardò Peter mettersi dei guanti di pelle nera.

«Per tutta la settimana ti allenerò con varie armi, valuterò come le usi e quali saprai usare meglio. Finita la settimana sceglierai la tua preferita e inizieremo anche ad allenarci insieme nei combattimenti» spiegò lui con un ghigno sul volto.
Stiles guardò Derek leggermente terrorizzata.

«Avevi detto che avrei imparato solamente a usare le armi e non a combattere contro un licantropo. Non ho nessuna possibilità! È come far combattere Vedova Nera contro Hulk!» disse lei incrociando le braccia al petto.

«Non ho detto che combatterai a mani nude» spiegò lui. «Farete delle simulazioni, in pratica verrai inseguita da lui e tu dovrai riuscire a seminarlo. Ti daremo della cenere di montagna con cui potrai creare barriere protettive e della polvere Wolfsbane che se lanciata addosso a un licantropo quello rallenterà per un po' dandoti così la possibilità di scappare e chiamarci in tuo aiuto» puntualizzò lui.

«Beh, sembra una buona idea. Ma non andrà pesante? Sappiamo che non è molto delicato con gli altri» disse guardando Peter con sguardo storto.

«Se tiene alla sua vita non lo farà» disse sicuro. «Ora vi lascio al vostro allenamento. Se dovesse succedere qualcosa urla» disse guardando per un secondo suo zio.
Fece un cenno di saluto e se ne andò lasciandoli soli.

«È arrivato il momento di scoprire cosa c'è dietro al telo» disse Peter alzando il lenzuolo in modo teatrale svelando un arco con frecce argentate, pistole con pallottole, pugnali e coltelli d'argento e vari sacchettini di colore scuro.

«Perché ti metti i guanti?» chiese curiosa la ragazza.
Peter prese un coltello e lo analizzò bene.

«Sono stati fusi con del Wolfsbane, se teniamo in mano a lungo questi oggetti finiamo con il ferirci» spiegò lui posando l'arma al suo posto. «Ora, secondo te con quale arma ti troveresti bene?» chiese lui con un sorriso.
Stiles guardò accuratamente le poche armi a sua disposizione, sentiva l'eccitazione crescere in lei. Dopo anni e anni passati a guardare i film sui supereroi ora anche lei poteva esserlo. Anche se per poco.

«L'arco mi garba, averlo addosso mi darebbe l'illusione di essere Occhio di Falco al femminile» disse lei guardando le frecce. «Ma temo che a lungo andare mi sentirei stanca a tenere in mano un arco» aggiunse.
«Secondo te qual è l'arma più utile in un combattimento contro un licantropo?» chiese lei appoggiando le mani sul tavolo per sostenersi.

«Tutte sono utili. L'arco e la pistola ti potrebbero servire se volessi colpire un nemico da lunga distanza. I coltelli e i pugnali possono essere lanciati anche da una grande distanza, ma sarebbero utili anche da una distanza più breve. Tutte queste armi ti potrebbero salvare la vita» spiegò lui.
«Forse ti troverai bene con più di un'arma»

«Non mi resta che provare allora» disse battendo le mani entusiasta.
Peter capì subito che l'arco non era adatto a lei.

«Stiles, per tirare bene con l'arco devi assumere una posizione precisa!» disse per la centesima volta con un sospiro.
Stiles allentò la corda e guardò l'uomo ghignando.

«Quindi se ho alle calcagna un licantropo cosa devo fare?» chiese lei acida «Oh mi scusi signor Ti-voglio-ammazzare-ora-e-subito ma devo assumere una posizione per lanciarti una freccia e ucciderti quindi mi faresti la cortesia di rimanere immobile?» urlò la ragazza lanciando l'arco in aria.
Peter scosse la testa e lo andò a recuperare lontano da loro.

«Smettila di lamentarti e concentrati» disse porgendoli frettolosamente l'arco.

«Come vuoi» sbottò la ragazza.
Scoccò una freccia sfiorando di qualche metro il bersaglio.
«Dannazione» imprecò rumorosamente.
Peter ghignò.

«Credo che sia il caso di cambiare arma» disse prendendo un coltello dalla piccola misura.
Stiles prese l'arma restituendo l'arco e se la girò tra le mani. Non tanto pesante, pratico da tenere in mano, piccolo quanto basta per tenerlo in borsa o in tasca e letale. Sorrise guardando il suo riflesso.
«Ora che lo hai tra le mani, cosa mi sai dire?»

«Ha il manico pesante ed è a doppio filo» disse dopo averlo esaminato bene. Aveva passato un estate intera a guardare Rambo e vecchi film di guerra, sapeva la differenza tra un coltello e l'altro.
Peter annuì.

«Esatto. Con questo tipo di coltello devi fare due cose fondamentali. Impugnarlo dalla parte della lama e impugnarlo perfettamente» spiegò lui. «Ora mettiti davanti al bersaglio, prendi il coltello dalla lama con la tua mano dominante e metti tutto il tuo peso sulla gamba dominante».
Stiles obbedì e guardò Peter in attesa di altre istruzioni.
«Ora, alza il braccio in modo che sia perpendicolare al suolo e ricordati che il manico deve essere sempre lontano dalla tua testa». Peter guardò Stiles obbedire e continuò. «Con le dita fa pressione sulla lama senza toccare la punta o i due fili taglienti» Stiles fece come le era stato ordinato e aspettò pazientemente un altro ordine.
«Ora devi fare questo, ascoltami bene perché se sbagli ti farai molto male. Piega leggermente il polso all'indietro verso l'avambraccio e poi slanciati in avanti muovendo l'avambraccio facendo in modo che il braccio sia dritto e disteso in avanti. Ora esercitati in questi movimenti ma senza lasciare il coltello» ordinò.
Stiles obbedì nuovamente, Peter notò che a differenza dell'arco, Stiles con i coltelli aveva un certo feeling. Per ora aveva eseguito alla lettera ogni sua istruzione e sentiva l'eccitazione farsi sempre più forte e una grande frustrazione.
«Okay, per ora va bene così» disse lui dopo cinque minuti.
Stiles si fermò e guardò il suo maestro.
«Ora proverai a lanciare il coltello. Lascia che ti scivoli dalla mano quando il tuo braccio è rivolto verso il bersaglio, ma ricordati di avere il polso dritto» le ricordò lui.
Stiles sorrise e guardò il bersaglio. Prese il coltello dalla parte della lama e spostò tutto il suo peso sulla gamba destra, alzò il braccio lontano dalla sua testa e piegò leggermente il polso verso l'avambraccio, fece qualche respiro per stabilizzarsi e per concentrarsi meglio e si slanciò velocemente in avanti, mosse l'avambraccio in avanti lanciando il coltello verso il bersaglio.
Si andò a conficcare nel basso del tronco mancandolo di qualche centimetro. Stiles sbuffò e incrociò le braccia.
«Perché quella faccia? Il tuo primo tiro è andato più bene del previsto» puntualizzò lui.
Stiles alzò le braccia e andò a recuperare il coltello per poi ritornare nella posizione di prima e riprovarci ancora e ancora. Peter guardò in silenzio ogni suo lancio, rammentandole di tanto in tanto di tenere un po' più lontano il coltello dalla testa e rimproverandola dicendo che quello che aveva in mano non era una palla da baseball o che non stava lanciando la palla come nella lacrosse. Ma notò con soddisfazione che pian piano stava migliorando, stupendosi sempre più della sua bravura. In fondo era solamente la sua prima lezione. E aveva già colpito l'interno del bersaglio per tre volte.
«Okay, per ora va bene così» disse porgendo la mano verso Stiles, in attesa che l'arma le venisse restituita.
Stiles sbuffò.

«Voglio provare ancora!» si lamentò lei, consegnando malamente il coltello.

«Ti sei allenata a sufficienza» mormorò Peter, posando l'arma sul tavolo.

«E ora?» chiese avvicinandosi all'uomo.

«Prendi queste e portale sempre con te, anche quando vai a scuola» disse porgendoli i due sacchetti.
«Mi piacerebbe provare a fare una simulazione ma sta calando la sera» mormorò lui guardando il cielo.

«Beh, potremo provare comunque. Non ci allontaneremo di tanto, il giusto insomma» disse lei con un sorriso. Aveva proprio voglia di lanciarli addosso della polvere Wolfsbane, giusto per vedere come avrebbe reagito lui.
Peter la guardò e sorrise malamente.

«Andrei contro il volere di mio nipote» mormorò avvicinandosi a lei.

«Come se tu non lo avessi mai fatto» lo rimbeccò lei con un sorriso sornione.

«Ti do dieci secondi di vantaggio. Voglio proprio vedere quanto tempi ci impieghi prima di finire sotto le mie grinfie» ringhiò lui.
Stiles non se lo fece ripetere due volte, mollò la presa dal sacchetto della cenere di montagna e scappò addentrandosi nel bosco. Molto probabilmente Derek l'avrebbe rimproverata per questo ma aveva già la scusa pronta. Si mosse a zig zag tra gli alberi ricoperti di muschio e notò che Peter aveva dannatamente ragione, si stava già facendo scuro. Fortuna che aveva con lei il suo cellulare, se si fosse fatto più buio avrebbe ritrovato la strada con l'applicazione torcia. E se non ci fosse riuscita sarebbero stati gli altri a trovarla. Sentì un ringhiò provenire dalla casa e corse più velocemente, ringraziò il cielo che era allenata a correre perché aveva già percorso un bel tratto di strada dando così una grande distanza tra loro due, anche se sarebbe durata poco. Sentì un ululato provenire dall'altra parte del bosco e le si rizzarono i peli delle braccia, sapeva che l'artefice di quel rumore era da parte di Derek. Corse ancora più velocemente sentendo dietro di lei rumori molesti, cespugli che venivano calpestati, rami che venivano spezzati e passi pesanti. Si girò appena in tempo per vedere Peter che con un balzo le stava venendo addosso e in fretta prese una piccola manciata di polvere e gliela gettò addosso. La polvere lo fermò a mezz'aria scaraventandolo di un metro indietro, Stiles riprese a correre con un sorriso sulle labbra. Con questa polvere tra le mani aveva più chance di sopravvivere a un attacco di licantropi. Almeno fino a quando i polmoni avrebbero retto.
Pochi secondi di corsa dopo si girò nuovamente per vedere dov'era Peter e sentì qualcosa di molto duro sbattere contro il suo petto facendole smorzare l'aria. Cadde a terra rovinosamente e guardò davanti a sé. Si mise le mani in faccia dalla vergogna.
«Regola numero uno di sopravvivenza: guardare sempre davanti a sé» disse ad alta voce Peter una volta arrivatole alle spalle. Cominciò a ridacchiare sonoramente.
«Ricordati sempre questa regola Stiles, oppure finirai sempre andando a sbattere contro un albero»,

«Sta zitto» disse alzandosi in piedi con il viso arrossato. «È stata una semplice svista» aggiunse infine pulendosi con le mani il retro dei pantaloncini.

«Userai sempre questa scusa?» chiese lui con un sorriso.

«Divertente. La tua faccia come sta? Tutto apposto?» chiese lei in tono di sfida. «Ho visto che hai fatto un bel volo prima»

«Ma non è stato divertente quanto il tuo» ridacchiò l'uomo.
Stiles le fece la linguaccia e strinse le braccia al petto.

«Voi due cosa diavolo avevate in mente di fare?» chiese Derek furioso, si avvicinò a loro con gli occhi da Alpha.

«Una simulazione» rispose semplicemente Peter.

«Ci eravamo messi d'accordo che l'avreste fatta dopo aver deciso l'arma da usare e solo in mia presenza» rispose guardando suo zio «Non subito e da soli!»
Stiles sorrise a Peter.
«E tu Stiles, non pensare che te la caverai così» sputò lui facendola raggelare. «Sai che se sfidi Peter lui non starà fermo!» gridò nuovamente. Jackson e Isaac arrivarono alle sue spalle e guardarono la scena in disparte.
«Cosa diamine ti è preso? Sono il tuo Alpha e dovevi obbedire a quello che ti avevo detto e non prendere di tua iniziativa la simulazione» urlò ancora più forte, ma talmente forte che Isaac schiacciò le mani sopra alle orecchie e si inginocchiò a terra cominciando a dondolarsi sul posto, spaventato. Stiles guardò l'amico e scosse la testa.

«Gridare non ti servirà a niente, Suorwolf» lo rimproverò lei. Si inginocchiò vicino a Isaac e lo abbracciò stretto a sé. «È vero, ho sfidato Peter. Ma l'ho fatto perché non trovo corretto aspettare così tanto per queste simulazioni. Abbiamo scoperto che ci sono nuovi licantropi qui a Beacon Hills, voi avete un olfatto così sviluppato da permettervi di scoprire chi fa parte di un branco e se ti è sfuggita la cosa io sono umana. La più fragile del branco» disse guardando Derek «Quindi scusa se ho disobbedito per salvaguardare la mia vita» sputò lei. «Quindi se vuoi punirmi fai pure»
Derek sospirò forte e si avvicinò a lei e ad Isaac.

«Torniamo a casa. Per oggi l'allenamento si conclude qui».
Jackson aiutò Stiles ad alzare Isaac e insieme ritornarono a casa. Per tutto il tragitto Derek non fece altro che guardare malamente suo zio, Peter d'altro canto se ne infischiò e sorrise beffardo per tutto il tempo. Quando rientrarono in casa, portarono in salotto il giovane lupo e lo misero a sedere sul divano. Isaac li ringraziò con un sorriso.
Stiles si alzò e andò in cucina riempiendosi un bicchiere d'acqua fredda. Si appoggiò al balcone e sorseggiò la bevanda pensierosa. Per lei era un record, primo giorno di allenamento e prima punizione. Il record dei record. Guardò l'ora e si stupì di vedere quanto tempo era passato. Mancava quasi un'ora alla cena.
Peter entrò in cucina e si appoggiò al balcone vicino a lei.

«Se tu all'epoca avessi accettato la mia proposta non avresti avuto questi problemi» mormorò lui con un sorriso divertito.
Stiles cominciò a sentirsi male. Non aveva detto a nessuno di quella proposta e ora che lui l'aveva menzionata, aveva paura di dover spiegare cosa lui intendesse. La ragazza scivolò fino a sedersi per terra e appoggiò la testa sulla portella del ripiano.
«Con questo temperamento saresti stata perfetta, un po' disubbidiente certo, ma perfetta» mormorò lui al suo orecchio. Peter uscì dalla cucina e ritornò in salotto salutando tutti.
Stiles chiuse gli occhi e appoggiò il viso sulle ginocchia e aspettò Derek. Pochi secondi dopo e sentì i suoi passi fermarsi davanti a lei.

«Mi caccerai dal branco per averti disobbedito?» chiese lei senza alzare il viso.

«No» mormorò lui. «Anche se dovrei punirti»

«E perché non lo fai?» chiese lei titubante.

«Perché hai ragione» ammise lui. «Ci sono altri licantropi e non escludo che ne arriveranno altri. Ma che sia la prima e l'ultima volta che prenderai un iniziativa del genere, ci siamo capiti? Peter è pericoloso» mormorò infine,
Stiles alzò il volto verso di lui dubbiosa.

«Se è così pericoloso perché gli permetti di allenarmi da solo?» chiese lei.

«Perché è l'unica persona che è capace di usare correttamente quelle armi. Hai corso un grande rischio facendo la simulazione da sola, quando uno di noi rincorre una persona a volte perdiamo il controllo. Per questo ho insistito tanto che ci sia io in quei momenti» disse sincero.

«Se è vero quello che dici potrebbe capitare anche a te, no?» chiese lei guardandolo negli occhi.

«No, con me non potrebbe accadere» rispose ricambiando lo sguardo.

«E chi te lo dice?»
Derek rimase in silenzio non sapendo come rispondere. Alla fine decise di non farlo e di porgerli una mano per aiutarla ad alzarsi. Lei accettò l'aiuto e una volta in piedi si spostò per tornare in salotto dal suo amico. Derek le prese delicatamente per il braccio fermandola.
Stiles si girò con aria interrogativa.

«Cosa intendeva Peter?» chiese serio.
Stiles deglutì e guardò la mano di Derek che le bloccava il braccio. Lui mollò la presa e Stiles tornò in salotto con il ragazzo dietro di lei.
«Sto ancora aspettando» disse quando si sedette sul divano.

«È successo tanto tempo fa» mormorò lei guardandosi le mani colpevole.

«Cosa di preciso?» chiese lui con la pazienza che si stava velocemente esaurendo.
Stiles sospirò.

«Beh, mi aveva chiesto se volevo il morso» ammise guardandolo negli occhi.
Jackson e Isaac strabuzzarono gli occhi sorpresi.

«E perché non me lo hai detto subito?» chiese Derek stupito.

«Perché in quel momento avevo altro per la testa, poi ogni volta che volevo confessarlo succedeva qualcosa di brutto e decidevo sempre di rimandarlo quando le cose si sarebbero fatte più tranquille. Peccato che non sia mai successo» mormorò lei appoggiandosi ai cuscini del divano.

«Almeno non hai accettato» disse Jackson.
Stiles fece un verso strozzato coprendosi il viso con le mani.

«Stiles, cos'era quello?» chiese Derek allarmato.
Non sarà immune, vero? No, è impossibile” pensò subito.

«In realtà lo stava per fare» disse lei confessando la verità. «Aveva già preso il mio braccio e fatto spuntare le zanne ma ho mollato la presa quando mancava un centimetro di distanza».
Derek si immobilizzò all'istante.

«Perché hai rifiutato?» chiese Isaac facendosi più vicino a lei.
La ragazza non rispose.
«Stiles?» la chiamò l'amico.

«Paura» disse infine. «C'è stato un momento in cui ho pensato che se fossi diventata un licantropo le cose sarebbero nettamente migliorate. Partendo dal mio problema di iperattività tanto per cambiare. Poi sarei stata più al sicuro, ogni volta che correvo un pericolo Scott era sempre con Allison da qualche parte» mormorò stringendo la mano di Isaac. «Ma poi la paura ha prevalso su tutto»


 

Derek bussò rumorosamente alla porta del loft di Peter . Era molto tardi e molto probabilmente i vicini gli avrebbero intimato di fare piano ma a lui non importava. Era furioso delle novità appena scoperte.Peter gli aprì la porta e Derek lo prese per la maglietta scaraventandolo violentemente per terra facendo un gran baccano.
«Quando avevi intenzione di dirmelo?» chiese lui dopo aver sbattuto la porta.
Peter si alzò da terra e li fece cenno di sedersi sul divano.

«In tutta sincerità pensavo che lei lo avesse già fatto» ammise lui con un alzata di spalle.

«E invece non l'ha fatto. Perché lei?» chiese Derek, stringendo i pugni.

«Credo che tu sappia il perché, Derek» disse con un sorriso «Avevo notato che il tuo odore cambiava quando lei era nei dintorni. L'unica volta che sentì quell'odore proveniva dai tuoi genitori».
Peter si sedette sul divano e incrociò le braccia al petto.
«Odore di compagni» mormorò guardandolo negli occhi. «Ma oltre a questo, Stiles era l'unica persona abbastanza intelligente da capire cosa stava accadendo in quel momento. Forte, determinata. Un buon pezzo per il mio branco»
Derek ringhiò rumorosamente alla parola “mio”.

«Ma lei alla fine non ha accettato».

«No» disse. «Che punizione hai scelto per lei?» chiese cambiando discorso.

«Nessuna» rispose sinceramente.

«Ma non mi dire!» mormorò. «Quindi ci saranno ancora gli allenamenti?» chiese lui sorpreso dalla sua bontà.

«Si. Ma nessuna simulazione per un po'» chiese lui severo. «Disubbidiscimi ancora e non avrò problemi ad ucciderti di nuovo»

«Come vuoi» disse con un alzata di spalle.
Derek si girò e si incamminò verso la porta, la aprì e uscì di casa.
«Derek?» lo chiamò Peter dalla soglia.
L'Alpha si girò verso suo zio e lo guardò.
«Ha veramente un buon odore» disse con un sorriso.
Ridacchiò e chiuse la porta alle sua spalle.
Derek strinse nuovamente i pugni chiudendo gli occhi e cercando di mantenere la calma. 
Doveva risolvere questo problema al più presto.
 


Angolo Autrice:
Eccoci nuovamente qui con un nuovo capitolo. Vi è piaciuto?
Abbiamo scoperto che i gemelli hanno varcato il territorio di Derek perché ne vogliono fare parte. Sarà solo per questo?
Per quanto riguarda la spiegazione dei vari membri presenti in un branco (Alpha, Beta, Basso rango e Omega) non è di mia invenzione, ho fatto ricerche su questo. Giusto per essere chiari.
Ringrazio come sempre la mia bravissima beta: YoungRevolverOcelot.
Come sempre ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e ringrazio tutte le persone che hanno recensito la storia.
Al prossimo capitolo.

   
 
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