Libri > Artemis Fowl
Segui la storia  |       
Autore: Tactolien    06/07/2015    1 recensioni
Questa storia è ambientata dopo L'Ultimo Guardiano. Inizia con un matrimonio particolare e spero di portarla avanti fino in fondo. Dopo Una pagina di Diario e Il Sigillo di Scilla ecco questa nuova storia, magari un po' assurda, che spero possa piacervi
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Due settimane dopo.

Centrale della LEP.

 
 

"Allora hai proprio deciso di lasciarci?" chiese Grana Algonzo, quando Spinella si presentò nel suo ufficio con una lettera di dimissioni.

"Sì, è tempo che mi dedichi a qualcosa di diverso dalla LEP"

"Capisco che tu ne abbia passate tante negli ultimi anni, ma sappi che… sarai sempre la benvenuta qui da noi nel caso non ti trovassi bene col nuovo lavoro".

Spinella accennò un sorriso. Non riusciva a credere di averlo fatto davvero: fin dal primo giorno aveva fatto i salti mortali per esser degna della Ricog come prima femmina ad esserci entrata… e ora se ne andava così.

Si chiese se dovesse rimproverarsi o no.

Non c’è niente da rimproverare. Si disse. Vado via perché mi vogliono da un’altra parte, non perché non mi vogliono qui. Vado via perché sono brava in quello che faccio.

"Certo che… è proprio una grossa opportunità" continuò il Comandante, rileggendo per la terza volta la lettera ricevuta dall’elfa il mese prima "E’ un reparto molto prestigioso. Fossi stato in te avrei accettato anch’io ".

Spinella non disse una parola. Da qualche tempo il suo temperamento ribelle e sarcastico si era chissà come assopito. Molti l’avrebbero definita più mansueta.

"Quando comincerai?".

"Tra una settimana, ho già preparato tutto".

"Allora non posso far altro che augurarti buona fortuna".

Si strinsero formalmente la mano. In quel contatto Spinella percepì chiaramente che la cosa era definitiva. Non si tornava più indietro.

"Grazie" sorrise, improvvisamente sollevata "Me l’auguro anch’io".

"Sei sicura di volertene andare così, senza una festicciola d’addio? Magari possiamo improvvisare qualcosa".

L’elfa quasi rise: "Oh, no, ti prego. Niente festa, e niente sviolinate. Questo è il mio ultimo giorno di lavoro qui, e voglio passarlo normalmente. Anzi, adesso dovrei anche andare a salutare Polledro, non sa ancora niente e c’è una cosa che devo chiedergli".

"Prima che tu vada… non è che potrei farne una copia di questa?" fece Grana, sventolando la lettera.

"Per farci che? Vuoi sostituire il mio nome col tuo?".

Una battuta pungente. Grana lo vide come un buon segno.

"No, voglio solo esporla nella nostra bacheca, così tutti sapranno cosa ti sei meritata e creperanno d’invidia".

 

 

Casa Fowl.

Il pomeriggio seguente.

 

 

Artemis tirò un pugno, ma si fece più male lui del sacco. Provò allora con un calcio, ma scivolò e cadde rovinosamente a terra.

Leale… che lo guardava dall’alto dei suoi due metri e passa… semplicemente scosse la testa: "Hai la coordinazione di un elefante in una cristalleria"

"Grazie per la similitudine" lo guardò di sbieco il ragazzo, rimettendosi in piedi.

"Avanti, ricomincia".

"Non possiamo fermarci qui e basta?".

"Neanche per sogno, le due ore di allenamento non sono ancora finite. Non dimentico poi che l’ultima volta che mi hai promesso di esercitarti da solo ti sei messo a fabbricare un aereo a pannelli solari con tanto di superlaser"

"Non mi perdonerai mai quella storia, eh?".

Dopo altri tre quarti d’ora passati a fare una figuraccia dietro l’altra, Leale pietà di lui e gli permise di lasciare la palestra.

Fu durante una buona doccia per liberarsi dal sudore che la trasmittente di Artemis prese a trillare silenziosa sul materasso del letto. Il ragazzo non la udì, e dopo dieci squilli precisi, il congegno tacque definitivamente.

 

Cantuccio.




Spinella riattaccò vagamente amareggiata, ma passò in fretta. L’idea era quella di chiamare Artemis per chiedergli se poteva passare da lui, perché aveva bisogno di parlargli di persona.

Non è grave. Pensò. Vorrà dire che andrò da lui direttamente.

Guardò l’orologio. Sì, c’era ancora tempo. Si mise lo zainetto in spalla e uscì di casa. Prima di chiudere la porta… la guardò in tutta la sua ampiezza; era così strana, così spoglia.

 

Casa Fowl.

Tre ore dopo.

 

Raramente "felice" poteva essere un aggettivo associabile ad Artemis Fowl Junior. Tuttavia, dopo il miserabile fallimento dell’allenamento, il suo umore migliorò parecchio quando suo padre gli chiese di accompagnarlo per un viaggio d’affari in Spagna. Il ragazzo aveva accettato subito, e l’ora dopo padre e figlio si trovarono sul loro JeatLear personale, in viaggio per Madrid.

Per quella volta, Leale non li accompagnò. Era stato Artemis ad insistere.

"Per una volta che possiamo stare soli" aveva detto.

E Leale non aveva potuto fare altro che cedere, pregando che nulla accadesse loro.

Stava facendo i suoi soliti giri di ronda intono alla grande tenuta, quando intravide uno scintillio alla sua sinistra.

Agì d’istinto. Estrasse la Sig. Sauer e la puntò in quella direzione.

La faccia sorridente di Spinella emerse da quella foschia: "Calma, guardia del corpo".

Leale rinfoderò l’arma sbuffando: "Smettila di fare così, un giorno o l’altro finirò con l’ucciderti per sbaglio".

"Lo faccio per tenerti sempre in forma, e comunque tendi a mirare troppo in alto per colpire un membro del Popolo"

"D’ora in poi porterò sempre con me i miei occhiali speciali".

La sera del rapimento di Spinella, anni addietro, Artemis aveva sezionato un elmetto della LEP per farne un paio di occhiali in grado di neutralizzare la schermatura e rendere invisibile qualunque creatura nei paraggi.

"A cosa dobbiamo la visita?" chiese poi l’eurasiatico, abbracciando l’amica.

"Artemis è in casa?" chiese di rimando lei.

"No, l’hai mancato di poco: è andato in Spagna con suo padre. Tornerà domani pomeriggio".

Leale inarcò la fronte sorpreso, nell’osservare meglio l’elfa: era la prima volta che vedeva Spinella Tappo in abiti civili. Da che la conosceva indossava solo uniformi della LEP, forse perché non era mai capitato che si vedessero al di fuori di qualche crisi. Mentre adesso vestiva di una canotta bianca con sopra un giacchetto di jeans, e un paio di corti pantaloncini. Uno zainetto monospalla sulla schiena.

"Oh, be’, peccato. Volevo parlarvi ad entrambi, insieme, invece mi auguro che lo fari tu da parte mia"

"Se vuoi fermarti qui da noi ad aspettarlo sono sicuro che la Signora Angeline sarà felice di ospitarti"

"No, ti ringrazio, ma non ho tempo fino a domani. Vedi… -esitò un attimo- Sto andando via"

Leale storse gli occhi: "Ma sei appena arrivata".

"No, non in quel senso -scosse la testa lei, cercando di tenersi calma- Sto andando via sul serio. Ho aspettato che Artemis stesse meglio, sono venuta a salutarvi".

Stranito, la guardia del corpo fu lì per chiedere spiegazioni, quando una serie di rumori dentro la grande casa attirarono la sua attenzione.

"Che è stato?".

"Niente, sono solo i gemelli che bisticciano" gli rispose Spinella, che poteva contare su un udito molto più sviluppato di quello degli esseri umani "Sembra che Beckett abbia fatto scappare il criceto di Myles dalla sua gabbietta"

"Forse è meglio che vada a dare un’occhiata"

"Non ce n’è bisogno, sta già arrivando la tata"

"Sì, ma per sicurezza è meglio controllare".

Fece per andarsene, ma l’elfa avanzò di un passo, insistendo: "Oh, andiamo, Leale, devo parlarti di una cosa importante, tutto ciò che chiedo sono solo cinque minuti del tuo tempo".

Aveva usato uno strato tono, Leale se ne accorse subito, tuttavia il suo senso del dovere ebbe la meglio e rientrò nel maniero dicendo…

"Sistemo questa cosa e torno subito da te".

"Sì -sospirò l’amica, rassegnata- Certo".

Quando venti minuti dopo Leale tornò nell’ampio giardino… Spinella Tappo non c’era più.

 

 



 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Artemis Fowl / Vai alla pagina dell'autore: Tactolien