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Autore: TimeStrangerRey    08/07/2015    4 recensioni
E se gli inazumiani incontrassero i personaggi di Code Lyoko e di Dragon Ball? E se conoscessero un signore del tempo?
Celeste (la mia OC) è la chiave che collega tutti loro.
Un incubo scoinvolgerà la loro vita, portando caos e disperazione. La Terra sarà invasa dai nemici di questi personaggi, riportando alla luce gli scheletri nell'armadio di ognuno di loro. Come finirà? Bho... Lo scoprirete leggendo!
Spero che l'introduzione vi abbia incuriosito ;)
***
Tratto dal sesto capitolo:
La miele impallidì. Il cuore aveva iniziato ad accelerare i suoi battiti, era terrorizzata e non sapeva il perché.
'Celeste, tutto bene?' chiese Suzuno, entrando in cucina.
La miele fece a tempo di ricomporsi e di rispondergli 'Si si. Tranquillo'
"No. Per niente!" si corresse la ragazza tra sè e sè.

***
Ci si vede dentro!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Piccola premessa: Gli eventi che ho narrato nel precedente capitolo sono avvenuti prima del primo giorno di scuola, quindi ora siamo ritornate al presente, al fatidico giorno per Celeste... il secondo giorno di scuola! 0.0

In ogni caso, utilizzerò il Normal POV e siccome sono una cattivona, non vi spoilererò nulla~ Perciò, vi lascio! xD

 

Stranezze

 

"Ma che orrore l'uniforme della Raimon! Ma perché gli è venuta questa insana idea di rimandarmi a scuola?" pensò la miele, mentre si stava abbottonando la camicia bianca dell'uniforme davanti allo specchio di camera sua.

«Celeste, io penso che ti calzi a pennello!» fece Trunks, cercando di far calmare la ragazza.
«È perfetto!» si affrettò a dire Delia.

Ma Celeste, anche se le facevano quei complimenti, non ne voleva sapere di andare a scuola. Si sentiva ribollire dentro.
«Dottore!» gridò con i fumi che le uscivano dalle orecchie. Era arrabbiata come non mai. Il suo Signore del tempo sapeva benissimo che tra il nome 'Celeste' e l'azione 'andare a scuola' c'era sempre la negazione 'non ama', ma l'uomo si mostrava del tutto indifferente alla cosa.
Poco dopo, il responsabile dell'ira funesta della giovane si svegliò, più precisamente, quando la ragazza ebbe gridato il suo nome per almeno un centinaio di volte.
«Te l'ho detto:» fece l'uomo esasperato «vai a scuola e poi viaggiamo!» fece lui sbadigliando.
Celeste si morse un labbro. Perché non si ribellava? Solitamente non si faceva mettere piedi in testa da nessuno, ma il Dottore... il suo Dottore aveva quel potere che non sapeva neanche lei come definirlo. Era come un genitore al quale non si osava dir di no. Sebbene lo rispettasse e gli volesse bene, non voleva accontentarlo. La scuola non era per lei e se l'aveva lasciata, c'era un motivo.
«Perché?» cominciò Celeste «Perché tutto d'un tratto ti è saltata fuori questa follia!»
Il Signore del tempo si limitò a lanciarle un'occhiataccia.
«Celeste, basta. Ne abbiamo già discusso ieri sera.»
«No! Ieri sera tu sei tornato a casa quando, ormai, ero già nel mondo dei sogni!»
«Celeste, non te lo ripeto più: a scuola ci devi andare. Punto.» Lo sguardo del Dottore la raggelò. Alla fine la miele non protestò più. Si limitò a mettergli il broncio, poi prese la cartella e uscì di casa, sbattendola violentemente alle spalle, dirigendosi 'felicemente' a scuola.
"Mi dispiace Celeste. Ma lui ti ha trovata... sarai più al sicuro conducendo questa vita. Perdonami." Il Dottore entrò nella sua cabina e ancora una volta scomparve con essa, proprio come per magia.

***


Il tragitto casa-scuola, sebbene ci fossero Trunks e Delia, la ragazza lo fece in silenzio. I due spiriti non sapevano come poterla tranquillizzare, ma qualcuno interruppe quel silenzio davvero inquietante e i due furono sollevati.
«Ehilà Celeste! Come andiamo?»
La miele si girò per vedere a chi appartenesse quella voce. «Ulrich...» fece quasi sovrappensiero.
Il ragazzo le si avvicinò e le mise la mano sulla spalla, già intuendo la preoccupazione dell'amica. «Scommetto che hai perso!» disse, poi, il castano sorridendole comprensivo.

La miele si limitò ad annuire. Aveva diciotto anni, eppure non aveva neanche la capacità di dire 'no' al suo Signore del tempo. "Perché?", si chiese. Aveva le lacrime agli occhi, ma non per tristezza. Si sentiva come un uccellino chiuso in gabbia: impotente. Lei voleva stargli vicino, viaggiare al suo fianco, correre pericoli con lui... La sua famiglia era lui, eppure il Dottore, dopo che ritornarono dalla Capsule Corporation, aveva costruito quel muro spesso che li stava dividendo piano piano.
«Sfogati! Poi ti sentirai meglio, fidati!» fece Ulrich, con un sorriso sincero.
«Uffa! Io non capisco: sa benissimo che tra me e la scuola esiste un rapporto di reciproco odio!» sbuffò seccata «Ma allora perché? Perché mi ha fatto questo? Perché non vuole che io viaggi con lui?» sbottò esasperata.

«Non la stai facendo più grande di quel che è?» le rispose con un sorriso che fece aumentare la rabbia della miele; infatti, subito dopo ella lo raggelò con lo sguardo.
«Tu mi hai insegnato a vedere il lato positivo delle cose!» cercò di dire il castano, onde evitare che l'amica potesse fargli un occhio nero.
«E con questo? Dimmi, allora: quale sarebbe il lato positivo della scuola?» replicò sempre più spazientita. Ci fu silenzio. Ulrich vedeva la rabbia che usciva fuori dagli occhi dell'amica e sapeva benissimo che, quando si arrabbiava, bisognava distrarla.
«Puoi divertirti con il tuo compagno di banco!» fece poco dopo.

Celeste inarcò un sopracciglio, così Ulrich cercò di spiegarsi meglio.
«Ad esempio io e Odd giochiamo a SOS...»
«Si, ma il mio caro Polaretto sta sempre in silenzio, attento alla lezione e...», ma non finì di parlare che qualcuno la chiamò. «Celesteee!»
L'interpellata si girò, intuendo chi fosse. «Yumi!» E di fatti era lei, che si faceva strada tra gli studenti per raggiungerla. Poco dopo, quando anche Odd, Jeremy e Aelita si unirono a loro, si poté dire che il gruppo era al completo.
«Celeste è abbastanza... nera oggi.» sussurrò Ulrich all'orecchio di Odd che, però, fu sentito dall'amica che l'uccise con lo sguardo.
«Allora, ci vediamo alla fine delle lezioni.» disse Aelita per allentare la tensione. Così salutò la miele e con il suo ragazzo, Jeremy, si diresse in classe.

«Soli soletti, eh!» canticchiò maliziosamente Odd.
«Io accompagno Yumi.» fece intanto Ulrich scompigliando i capelli di Celeste.

«Non ti perdono lo stesso!» rispose la miele, facendogli una linguaccia affettuosa.
Si salutarono, poi anche Odd dovette lasciarla, poiché doveva andare dal preside per chi sa quale altro casino aveva combinato.
«Bene, ora faremo la strada insieme, non è così ragazzi?» fece Celeste sorridendo sia a Trunks che a Delia.

«Vedi: quando sorridi sinceramente sei più bella.» disse il ragazzo dai capelli lilla.

Celeste arrossì e ringraziò l'amico per il complimento.
"Ma chi sa quanti hanno avranno...", pensò la miele.

 

«Oggi sei sola Winnie the Pooh?»
"È la terza volta che mi giro stamattina! Ma si sono messi tutti d'accordo, per caso?" pensò la miele, cercando di non scoccare qualche termine volgare.

«Tulipano! Polaretto!» fece la miele raggiante, una volta voltata. Forse loro, l'avrebbero potuta consigliare...
«Hai la luna girata, eh!?» constatò il Tulipano.
«Ma come-?» Celeste rimase allibita. Si erano parlati soltanto la sera prima e già quel ragazzo comprendeva i suoi stati d'animo. "Che impressione" fu il pensiero della miele, provando un brivido lungo la schiena. «In effetti!» disse sforzandosi di abbozzare un sorriso.
Nagumo si avvicinò pericolosamente al viso di Celeste e ora c'era solo qualche centimetro di distanza tra loro. «Scommettiamo che è la scuola!» sorrise lui.
La miele si voltò da un' altra parte, per non dargli la soddisfazione di aver centrato l'obbiettivo.
«Andiamo in classe.» fece tagliente Suzuno, mentre li superava senza degnare loro di uno sguardo.
«Perché fa così, oggi?» chiese Celeste leggermente spaesata.
"No...", si ritrovò a pensare il Tulipano "Non ci credo!"

***


Non appena giunsero in classe, i tre ragazzi presero posto nei rispettivi banchi e poco prima, la ragazza ordinò ai suoi due spiriti di tornare casa, onde evitare che si potessero annoiare.
"Non durerò neanche tre secondi!", pensò la miele.
«Winnie the Pooh!» la richiamò Nagumo voltandosi «Ti presento Midorikawa Ryuuji.»
La ragazza inarcò un sopracciglio.
«E io sono Hiroto Kiyama, mentre lui è Endou Mamoru.» subentrò il ragazzo alla destra di Celeste, indicando, poi, il suo compagno di banco quando lo presentò.
«Beata tra i ragazzi!» disse acida la miele «Piacere.» sussurrò poi, come se fosse costretta ad essere educata.
Hiroto aveva la pelle diafana che faceva contrasto con i capelli rosso ciliegia e metteva in evidenza gli occhi acquamarina. I lineamenti del viso erano ben definiti ed il fisico era ben proporzionato ed allenato, dal momento che era un calciatore di calcio. Li aveva visti giocare questi cinque, una volta.
«Quindi non ti sai comportare con i ragazzi!» la risvegliò Hiroto, con tono malizioso.
«Per niente. Semplicemente, il solo fatto di essere a scuola mi dà la nausea.»
Non volò una mosca. La miele tenne il suo sguardo fisso su di Hiroto. Non voleva perdere quella lotta, ma si sentì profondamente nel torto.
"Forse, dovrei scusarmi...". Celeste abbassò lo sguardo, ma qualcuno lesse il suo pensiero.
«Se vuoi, dopo, puoi sfogarti con noi!» fece Midorikawa.
«E perché dovrei?» chiese Celeste inarcando un sopracciglio.

«Perché da oggi siamo amici!» esclamò Endou spingendosi all'indietro con la sedia affinché la ragazza lo potesse vedere.
Lui, era l'ultimo che le mancava da studiare. Endou aveva i capelli color nocciola e portava una fascia arancione. Aveva dei lineamenti un po' tondi, degli occhi scuri e un sorriso a trentadue denti sul viso.
«Ti piace il calcio?» aggiunse poi, con uno strano ed inquietante scintillio negli occhi.
La ragazza lo guardò dubbiosa: dirglielo o non dirglielo? Questo era il problema – a parte lo sbrilluccichio negli occhi da cucciolo che le stava facendo –! Decise di accontentarlo, perciò annuì con la testa.
«Si! Grande!» gridò nel bel mezzo della lezione il castano.
«Endou, invece di gridare tanto, potresti seguire meglio la lezione sulla schiavitù...» fece l'insegnante di storia.
Il ragazzo divenne rosso per l'imbarazzo e la classe scoppiò a ridere, compresa Celeste.
«Hai riso anche tu... Winnie the Pooh.» fece Suzuno.
«Polaretto! Non chiamarmi Winnie the Pooh!» disse la miele, facendogli una linguaccia.
D'un tratto, il telefono le vibrò.
"Un messaggio di Odd?", si disse.

“Este, oggi io e gli altri dobbiamo fermarci a scuola. Il preside ci vuole parlare, ma non è successo nulla di grave. Ci sentiamo nel pomeriggio.

Odd ;)

"Chissà perché..." si chiese la miele mentre scriveva la risposta.
Dopo la figuraccia di Endou, la lezione proseguì senza intoppi, fino a quando venne l'ora di ritornare a casa.
«Andiamo tutti a casa di Celeste!» propose il Tulipano.
«Io ci sto!» fece Hiroto abbracciando Midorikawa che arrossì per essere stato colto alla sprovvista.

Suzuno scrollò le spalle, mentre Endou, con il suo sorriso smagliante, diede l'okay.
«Hey, hey!» iniziò la miele «Tulipano, si sta parlando della mia casa. Ragazzi, mi dite che avete intenzione di fare!?» disse Celeste diventando nera.
Il Dottore poteva anche far saltare la sua copertura. Parlava troppo difficile e sarebbe stato cristallino che lui non poteva essere umano.

«Vogliamo fare amicizia con te!» fece raggiante Endou, prendendole le mani e sfoderando quello sguardo che avevano tutti i bambini quando supplicavano i genitori ad accontentare qualche loro capriccio.
La miele non riuscì a resistergli. «Dannazione! E va bene, ma ad una condizione!»
«Qualsiasi cosa!»

«Lasciami le mani.» fece tagliente la ragazza.
Il castano fece scivolare le sue iridi color nocciola sulle mani di Celeste che erano strette tra le sue. «S-sì. Scusami.» fece imbarazzato Endou.
La miele sospirò. "Ho un brutto presentimento...".
Qualcosa non andava, provò una strana morsa al cuore.
«In marcia ragazzi!» fece il portiere della Raimon.
«E tu sai dove abita?» chiese retorico Hiroto.
Endou si bloccò. Certo che no, come poteva?

La ragazza sospirò nuovamente e fece cenno ai ragazzi di seguirla. Il gruppetto si diresse verso la casa di Celeste e non appena arrivarono e dopo che questa aprì la porta, rimasero tutti a bocca aperta. Era un appartamento davvero delizioso, ben curato, pulito e sui toni caldi. Si tolsero le scarpe e percorsero il corridoio in parquet color nocciola, lucido, e si diressero in soggiorno. Questa stanza era direttamente collegata con la cucina. Le finestre, con delle tende sul rosa scuro, più sul porpora, avevano una piccola terrazza decorata con dei gelsomini e il ramo di lillà, intrecciato sulla ringhiera. La televisione era poggiato su un mobile, color senape, a destra della stanza e sia a destra che a sinistra di essa vi erano degli scaffali dove straripavano libri di ogni genere. I divani in tinta con le tende, erano posti davanti al televisore, mentre la cucina aveva i colori sul rosa antico.
«Ma che figa la tua casa, Celeste!» si stupì Endou.
«Come pensavi che fosse?» fece tagliente la ragazza.
«In verità non saprei...»
Celeste sorrise. «Fate come se foste a casa vostra. Solo in questa sala, sia chiaro!»
I ragazzi presero posto sui divani e iniziarono a conversare, mentre Celeste si diresse in cucina per offrire loro la merenda. «Perché sono l'unica a potervi vedere?» fece la miele, d'un tratto, ai suoi due amici 'invisibili'.

«Quando ami una persona,
vorresti non le accadesse qualcosa.» fece Delia, sorridendo affettuosa.

«E cosa c'entra questo?» domandò la ragazza.
Delia si limitò a sorriderle. Era un sorriso strano, non uno di quelli che ti lascia il cuore più leggero. Poi accadde che lo sguardo di Celeste si posò su un biglietto, lasciato sopra al tavolo.

Celeste,
comincia a correre! X, Dottore.

La miele impallidì. Il cuore aveva iniziato ad accelerare i suoi battiti, era terrorizzata e non sapeva il perché.
«Celeste, tutto bene?» chiese Suzuno, entrando in cucina.
La miele fece a tempo di ricomporsi e di rispondergli. «Si si. Tranquillo.»
"No. Per niente!" si corresse la ragazza.


 

***angolodellautricedalinciareperilsuomegaritardo***

Gente chiedo venia! Scusatemi!!!

Allora, ringrazio ancora tutti quella che leggono questa storia, che la recensiscono e che l' hanno messa sia tra le preferite, sia tra le ricordate, sia tra le seguite! Grazie a tutti! <3
Ora mi dileguo, se vi è piaciuto, fatemelo sapere!
Phoenix, Ale, MonaLuna, Mint: scusatemi il ritardo di questo capitolo! ;(

Spero vi piaccia! *^*

#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3

  
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