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Autore: Sylvia Naberrie    08/07/2015    3 recensioni
Soraya Keto, ex Padawan del maestro Sifo-Dyas, è tornata al Tempio Jedi, stavolta da Cavaliere.
È venuta ad assistere alle Prove degli Iniziati e solo uno di loro sarà il suo futuro allievo.
Ma non tutto sarà rose e fiori. Il Consiglio manderà Soraya ad indagare nel sistema Hutt sulla scomparsa di una famiglia di mercanti, in una disperata caccia al tesoro in pianeti dove la criminalità è all'ordine del giorno.
Riusciranno Soraya e la sua Padawan a portare a termine la missione?
Genere: Angst, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams and Revenge'
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CAPITOLO 16
"PREPARATIVI"


Noal quella sera si buttò nel letto, stanco della lunga giornata di lavoro. Fortunatamente quel giorno alla sua camerata era stato assegnato un lavoro relativamente semplice. Avevano pulito i furgoni che trasportavano i bambini. Questi erano circa tre, ma nonostante ciò ci avevano messo l'intera giornata a pulirli per quanto erano sporchi di fango e sporcizia all'esterno.
Noal prese un paio di respiri e si mise seduto. Prima di passare all'azione osservò tutta la stanza, i suoi compagni e il piccolo condotto dove si trovava la cintura di Nihall. Non si era dimenticato del suo ordine.
'Come posso fare per andare lì senza che qualcuno se ne accorga?', si chiese il bambino.
Si guardò un po' in giro cercando qualcosa da lanciare verso il letto di Nihall ma non trovò niente. Poi prese da sotto il cuscino la parte superiore del suo pigiama e staccò un bottone. Mentre gli altri bambini erano impegnati a chiacchierare e a fare le loro cose, Noal lanciò il bottone verso la griglia del condotto e corse a prenderlo, inginocchiandosi a terra. Cercando di far meno rumore possibile, sganciò la grata e prese la cintura di Nihall.
Staccò il comlink dalla sua postazione e aprì la terza tasca della cintura. Con suo grande stupore vi trovò solo due fogli e un gessetto nero.
'Forse si è sbagliata... meglio portarglieli comunque'
Noal ripose la grata al suo posto e nascose gli oggetti trovati sotto il vestito. Poi il suo sguardo cadde sotto al letto di Nihall. Vide un piccolo cilindro con dei pulsanti. Cautamente lo prese in mano.
'Wow! Non ci credo, questa è una spada laser, sicuro!', pensò ammirato il bambino.
Poi con molta cautela lo ripose al suo posto. Nihall gli aveva detto di non prenderla perché era troppo ingombrante e l'avrebbero scoperto. In effetti quel cilindro era piuttosto grosso e pesante.
Noal si rialzò con tutta la disinvoltura che riuscì a mostrare. Fortunatamente nessuno stava facendo particolarmente caso a lui.
Uscendo dalla camerata la guardia gridò.
"Ehi moccioso! Dove credi di andare?"
Noal si girò.
"Vado a fare una visita veloce in infermeria, ho un po' di mal di pancia..."
"Te lo tieni! Torna subito qui!", gridò la guardia avvicinandosi. Noal si allontanò.
"Faccio presto, promesso!", urlò Noal scappando a gambe levate e lasciandosi alle spalle gli strepitii della guardia infuriata. Ne avrebbe passate delle belle al ritorno.
Giunto alla porta dell'infermeria trovò la stessa guardia di quella mattina.
"Posso entrare?", chiese Noal timidamente. La guardia lo squadrò.
"Ma tu non sei già venuto?"
"Sì... ma devo solo dire una cosa alla mia amica ed esco subito"
"Impossibile. Mi è stato dato ordine di non aprire la porta. La ragazza non deve uscire"
"La prego! Faccio subito, devo solo dirle una parolina, promesso! Non faccio nient'altro"
"Smamma moccioso o ti faccio vedere io", lo minacciò la guardia.
"Allora mi picchi. Così andrò in un altro modo in infermeria"
La guardia lo guardò furiosa e Noal temette che lo stesse per picchiare veramente. Poi lo vide girarsi e digitare velocemente il codice.
"Sbrigati. Vi osserverò io", disse entrando nella stanza. Noal esitò.
'Come posso darle le cose che mi ha chiesto se la guardia ci osserva?', pensò Noal perplesso.
"Muoviti!", gridò la guardia. Noal fece una corsa dentro e improvvisamente gli venne un'idea.
Corse al letto di Nihall, prese subito gli oggetti da sotto la sua maglietta cercando di non darlo a vedere e, poco prima di raggiungere il letto della ragazza, inciampò di proposito sui suoi piedi. Con le mani spinse sotto il letto il comlink, i fogli e il gessetto e, con la scusa di alzarsi, si aggrappò al lenzuolo facendolo cadere a terra, per coprire gli oggetti.
Nihall osservò tutta la scena senza proferire parola. Noal rialzandosi le andò incontro.
"La guardia ti tiene sotto chiave", le sussurrò. Nihall non badò alle parole del bambino, lo prese per la collottola e avvicinò il suo orecchio alla sua bocca.
"Appena sentirai l'allarme antincendio devi scappare, devi avvertire tutti. Vi libereremo. Ma prima devi portarmi la spada laser da sotto il mio letto. Quando sentirai l'allarme prendi la spada e precipitati qui. Se necessario la dovrai usare. Fai attenzione, non è un giocattolo", riferì la ragazza sussurrando concitata. Noal la guardò spaventato.
"Ma... ma io non sono un Jedi, non so usarla, e se mi scoprono?"
"Non farti scoprire"
La guardia intanto si stava avvicinando e prese Noal da dietro per il colletto e lo trascinò verso la porta. Noal non riuscì a spiccicare parola e continuò a guardare sconcertato Nihall.
"Stai attento!", gridò la Padawan prima che si richiudesse la porta. Noal vide la porta chiudersi davanti a sé e rimase alcuni secondi a guardarla frastornato.
"Sparisci ora. E non farti più vedere"
Noal si riscosse e corse di nuovo nella sua camerata. Come previsto, la guardia non appena lo vide, corse verso la sua direzione battendo il bastone tra le gambe con aria minacciosa. Noal si fermò pieno di timore e non appena vide l'uomo alzare il braccio libero, alzò le braccia per farsi da scudo al viso.
L'uomo lo prese per l'orecchio tirando forte e lo riportò nella stanza. I gemiti del bambino non fecero che far stringere ancor di più la sua presa. Non appena fu sulla soglia della camerata, tirò più forte l'orecchio del bambino e lo spinse fino a farlo cadere a terra. Tutti i bambini presenti si zittirono e fermarono, assistendo impauriti alla scena. Noal, steso sul pavimento gelato, rannicchiato e indifeso, pose la mano sinistra sull'orecchio rosso e bollente.
L'uomo, non contento di vederlo a terra e dolorante, gli diede dei calci nella pancia, mentre tutti i bambini saltavano in aria ad ogni calcio incassato da Noal. Ne ricevette tre, uno più forte dell'altro, che lo lasciarono senza fiato e con dei conati di vomito.
La guardia lo osservò furente, poi sollevò lo sguardo sugli altri bambini.
Soddisfatto dell'effetto che le percosse avevano suscitato negli animi dei bambini, si umettò le labbra, trionfante.
"Questo è quello che succede a chi se ne va in giro senza il mio permesso. Questo non è un hotel, voi siete degli inutili sacchi di pulci e dovete fare ciò che diciamo noi!", gridò alla camerata, indicando Noal con il suo bastone. Dopo un attimo di silenzio, si inginocchiò per sussurrare a Noal, in modo che nessuno sentisse, a parte lui.
"La prossima volta ti ammazzo, bastardo che non sei altro. Su questo bastone ci sarà il tuo sangue", sussurrò spingendo il bastone sulla sua guancia. Dopodiché si alzò e lo guardò con disprezzo.
"A letto, mocciosi!", gridò battendo il bastone allo stipite della porta. Tutti i bambini corsero al proprio letto.
"Tu", l'uomo indicò una bambina non poco distante. Aveva i capelli ricci color paglia tutti arruffati e sporchi, il viso impaurito pieno di lentiggini. La piccola si fermò impaurita a metà percorso e con il dito tremante indicò se stessa.
"Sì, tu, stupida! Prendilo e mettilo nel letto. Fai in fretta!"
La bambina aiutò Noal ad alzarsi e a stendersi sul suo letto, poi corse nel suo, piena di paura. L'uomo uscì.
Noal, ormai sul letto, ancora con i vestiti della giornata, tentò di riprendere fiato. Voleva a tutti i costi uscire da quella prigione e riabbracciare sua madre.
Ma doveva fare attenzione. Un solo passo falso e stavolta l'avrebbero ucciso.
Il bambino cercò di prendere sonno. L'indomani mattina avrebbe informato tutti i bambini della liberazione imminente.
Una lacrima cadde sul cuscino.
'Sto arrivando mamma. Aspettami'.

"Abbiamo mandato dei Jedi in vostro aiuto, oltre a quelli che si trovano vicino al vostro sistema. Cercheremo di fare il più presto possibile", disse uno dei maestri seduti nel Consiglio.
"Vi ringrazio. I Jedi del Tempio penso impiegheranno alcuni giorni per arrivare qui. Confido nei Jedi più vicini a Ganath. Inoltre è bene informarli che il pianeta è circondato da una nebulosa radioattiva che gli fa da scudo. Non bisogna trascurare questo enorme pericolo, potrebbe compromettere la vita di molte persone", informò Soraya.
"Informarli al più presto noi faremo", rispose Yoda.
"Purtroppo non potrò aspettare i Jedi da voi mandati, la mia Padawan si trova in pericolo e con lei anche molti bambini, di cui uno di loro è obiettivo della mia missione"
" «Il vostro Padawan può essere giovane, ma è uno Jedi. Meglio perderlo tragicamente che evitargli il pericolo». Così recitava il Gran Maestro Fae Coven. Se la sua Padawan dovesse disgraziatamente perire nel concludere la missione, avrà comunque compiuto il suo dovere, sarà ricordata come una delle Padawan più coraggiose e valorose", disse un membro del Consiglio. Soraya storse la bocca, contrariata.
"Non mi permetto di pensarla così, io. La vita della mia Padawan è preziosa, non vale meno delle persone che sto cercando di proteggere e degli altri bambini che necessitano una protezione. Essere Jedi non dovrà renderla una martire", rispose piccata Soraya.
"Essere Jedi è una vocazione e un dono. Proteggiamo la Galassia. Se dovessimo morire per questa nobile causa, ben venga!"
"Non voglio intraprendere questo discorso, il Consiglio e i maestri sanno già quale sia la mia opinione al riguardo. Vorrei riportare l'attenzione alla missione, se per voi non è un problema", rispose Soraya, con un pizzico di irritazione nella voce.
Il maestro nell'ologramma la guardò con disapprovazione ma non proferì parola.
"Tra due giorni arriveranno le navi dei Jedi mandati da Coruscant. Gli altri sparsi per la galassia arriveranno con molta probabilità domani sul tardo pomeriggio", riassunse una maestra.
"Va bene. L'attacco allora è prefissato per domani pomeriggio, salvo imprevisti"
"Sapere vi faremo se novità giungeranno", aggiunse il maestro Yoda.
"Vi ringrazio, illustri maestri", rispose Soraya facendo un inchino.
"Che la Forza sia con voi, maestra Keto"
"Che la Forza sia con voi", rispose Soraya.
L'ologramma tremò e la sala circolare della Guglia della Tranquillità sparì.
Al suo posto apparve una giovane donna, dai lunghi capelli a volute rosse, vestita di abiti sfarzosi, seduta su una carrozzina che volava rasoterra.
"Kirya, ho bisogno che domani giungano delle navi cargo, molto grandi, qui, su Ganath. Assicurati che abbiano lo scudo deflettore potente. La nube di gas potrebbe danneggiarle", riferì Soraya.
"Non preoccuparti, sorella. Domattina le navi saranno da te. Le faccio preparare subito"
Soraya annuì e spense il monitor. Si girò verso la donna che aveva assistito a tutte le discussioni.
"Yiram, domani entreremo in azione"















Note dell'autrice

*Alza le mani*
Ok, potete dirlo, sono un mostro, una grandissima str***a, sadica, crudele e malvagia u.u
È vero.
...
Ma non siete contenti che sono tornata e che ho finito gli esami? :D
*le tirano frutta marcia*
Ok ok, ho capitoooo :'(
Sono stata perfida in questo capitolo, lo ammetto... È stato scritto in un giorno che ero parecchio incazzatella e questo è il risultato. Ho quasi ammazzato Noal. Quasi xD
Ma ancora non avete visto nienteeee ehehehehe *risata malvagia*
By the way, questo è uno dei capitoli che preferisco di più, spero che anche a voi (nonostante tutto, ndr) sia piaciuto ^^
Ora comincerà l'azione, molti di voi saranno felici ;)
Bene, non mi resta che ringraziare tutti i miei lettori silenziosi a cui voglio comunque tanto bene, rigrazio Dragasi, famousdrago, erik3090 e il disperso Aven90 xD
Al prossimo capitolo!
Che la Forza sia con voi.

Vostra

Sylvia Naberrie
   
 
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