Edward’s pov
Canticchiando a voce troppo
bassa perché le deboli orecchie umane potessero sentimi scrissi gli ultimi
accordi sul pentagramma.
Raddrizzi la schiena e osservai
compiaciuto la mia composizione, giocherellando con la penna che tenevo tra le
dita; la canticchiai nuovamente dal principio per verificare i miei effettivi
progressi.
Non male per una pausa pranzo di
lavoro. Stava venendo meglio di quanto sperassi, e questo pensiero mi fece
sorridere felice.
Procedevo certamente molto a
rilento rispetto il mio solito, ma volevo davvero che questa melodia fosse
perfetta, il fulcro della mia intera carriera di musicista. Ogni nota, ogni
accordo e ogni battuta dovevano essere perfettamente incatenate tra loro, per
dare vita alla più soave delle musiche.
Angel’s Lullaby era il mio inno per il più bell’angelo del
Paradiso, e in quanto tale doveva esserne degno. Non potevo permettermi di sbagliare
neanche un accordo.
“Sei a buon punto, vedo”
“Ciao, Alice” la salutai senza
sollevare gli occhi dal pentagramma, assorto.
Senza far rumore si avvicinò a
me e si sedette al mio fianco, studiando il quaderno da sopra la mia spalla.
“È splendida” sentenziò
fiduciosa “A Bella piacerà”
Sorrisi. “Lo spero” dissi “Ma
per favore, non andare a sbirciare nel futuro. Non voglio sapere nulla, ok?”
“Promesso, fratellino” rispose,
con un sorriso sornione.
Sospirai. Alice era Alice; ma
ero certo che stavolta non si sarebbe intromessa. Almeno su questo, ovviamente.
Sperare che smettesse di impicciarsi dei fatti altrui – della mia vita, in
particolar modo – era un sogno da illusi. Una scappatoia la trovava sempre.
“Com’è andato il pranzo?” le
domandai scrivendo altre tre battute.
Alzò le spalle. “Al solito.
Jasper e Emmett volevano sapere dove ti eri andato a cacciare; pensavano che
fossi tornato da Bella”
Sorrise all’idea. Io mi diedi
mentalmente dell’idiota: perché non ci avevo pensato prima?
“Non hanno saputo trattenersi e
hanno iniziato a prenderti in giro” ridacchiò “Ovviamente ho dato loro una
mano, oltre che qualche valido motivo per accanirsi su di te”
“Ovviamente”
“Tutti gli umani sono ansiosi di
conoscere il nuovo acquisto del club Cullen” proseguì “Sembra che Bella sarà
molto popolare. Chissà se riusciremo a parlarle, qui a scuola. Jessica ha in
programma di non mollarla un attimo”
“Ci provasse” sibilai irritato.
Come se non avessi letto nella
sua mente chiassosa e in quelle di tutti gli altri: tutti che facevano
congetture, si immaginavano chissà quale stella del cinema o modella super
ricca che la prossima settimana avrebbe fatto il suo ingresso trionfale in
quella scuola di provincia. Nessuno che pensasse a lei come un essere umano,
nessuno che la volesse realmente come amica sincera. No. No, tutti volevano
approfittarsi di lei, tenerla lontana da noi solo per i proprio interessi, per
diventare popolare.
Ma non l’avrei permesso. Nessuno
avrebbe mai separato Bella da me. Mai.
Scossi il capo, turbato dai quei
pensieri, e tornai a concentrarmi sulla mia opera. Almeno così sarei riuscito a
calmarmi e a pensare ad altro.
“D’accordo, evito l’argomento”
capì al volo Alice
“Grazie”
“Parliamo invece della prossima
serata in famiglia!” esclamò allegra, allungando le braccia verso il soffitto.
Una vampata di imbarazzo,
emozione quasi nuova e sconosciuta, per me, prese possesso del mio corpo al
ricordo della scorsa serata, memore di dolci momenti terribilmente tentatori,
come il suo profumo dolcissimo, i suoi occhi color dell’oro fusi nei miei, la
sua risata cristallina...
… La sensazione del suo corpo
completamente sopra il mio, come se fossimo nati per unirci….
ALT. BASTA. STOP.
Edward, ma che diavolo ti prende?, mi rimproverai, Certi pensieri in te?! Ti abbassi al livello
di certi diciassettenni stupidi e infantili che fanno fantasie ambigue? Non sei
stato educato così! Ritrova il cervello, invece di lasciarti andare a certi
istinti!
“Non. Ci. Pensare. Alice”sibilai
furioso, più con me stesso che con lei – anche se era lei il demonio ideatore
delle mie pene.
“Beh, mi dispiace, Signorino Responsabilità,
ma è per stasera” replicò lei con un sorriso “E tu non mi fermerai di certo”
“Vuoi vedere?” la misi in
guardia
“Non lo farai perché hai
promesso tu stesso di venire” disse lei saccente
“Quando?” domandai perplesso.
“Sabato scorso. Avevamo
programmato una serata in discoteca, no?” mi ricordò con entusiasmo “Stasera è
perfetto!”
La fissai un secondo leggermente
confuso, poi ricordai. Feci un lungo respiro profondo, rassegnato a farmi
trascinare da mia sorella nei suoi folli progetti.
“Sei sicura che Bella voglia
venirci?” chiesi solo. Almeno lei poteva salvarsi… o forse no.
“Vedrai, si divertirà un mondo!”
“Hai eluso la mia domanda”
“Fidati, Brontolo”
Ghignai e tornai alla mia
composizione, la mente già persa nel regno delle note.
“Ed, ricordati che le hai
promesso di insegnarle a ballare” aggiunse Alice giocherellando con un foglio
del quaderno
Le insegnerei ogni cosa, se solo me lo chiedesse, pensai tra me e
me.
“Starete a stretto, stretto contatto” concluse mentre tra le
sue mani prendeva forma un cigno di carta.
Mi bloccai ancora di colpo,
mentre un’altra ventata di imbarazzo prendeva il sopravvento. Dannazione, da
quando non riuscivo a controllare le mie emozioni?
Mi voltai verso di lei con uno
scatto veloce le ringhiai contro, in avvertimento. L’avevo avvertita più di una
volta, non doveva dire né pensare certe cose. Né, soprattutto, fare in modo che
avvenissero.
Alice non parve però minimamente
turbata dalla mia reazione, dovetti ammettere, esagerata. Mi fissò con uno
sguardo malizioso che non prometteva niente di buono.
“Edward, quando si balla si deve
per forza stare vicini al proprio partner” spiegò con un sorriso malizioso,
sillabando le parole come se parlasse con un bambino “A meno che tu non te la
senta di venire. In tal caso, mi dispiacerebbe per te, ma sono certa che Bella
riuscirà a sopravvivere. Altri ragazzi saranno bel lieti di aiutare una ragazza
carina e timida come lei, non credi? Si troverà facilmente un altro insegnate,
tranquillo”
Ringhiai più forte questa volta,
ma non contro di lei. Era un avvertimento a chiunque avesse mai osato pensare
di poter provare anche solo ad avvicinarsi a Bella.
Isabella. Era. Mia.
Alice risa, sinceramente
divertita dalla mia reazione impulsiva.
“Però!” esclamò, senza
aggiungere altro
“Cosa?” le chiesi brusco
“Nulla, nulla” rispose lei
evasiva, tornado ai suoi origami
Quando mugugnava quelle mezze
frasi ambigue metteva veramente a dura prova il mio autocontrollo, e
soprattutto la mia pazienza. Alle volte dimenticavo per un istante di trovarmi
pur sempre al cospetto di una signora, e la voglia di massacrarla di botte come
facevo con Emmett e Jasper quando se lo meritavano era fortissima; ma durava
poco più che un battito di ciglia. Era pur sempre una donna, nonché mia
sorella. Non avrei mai potuto farle del male.
Lei, invece, non esitava un
secondo a menarmi quando riteneva che ne avessi bisogno.
Che bella cosa la famiglia!
Alice canticchiò a bassa voce
continuando a sfornare graziosi cigni di carta, senza aggiungere altro.
Non mi restava nient’altro da
fare.
Fingendo di disinteressami alla
questione, mi voltai di nuovo verso il mio quaderno, fingendo di rileggere da
capo la melodia. Invece, mi concentrai sui suoi pensieri.
Era raro che mi intrufolassi
così nella privacy di un mio famigliare, ma questa volta Alice macchinava
qualcosa. L’autodifesa era una giusta motivazione per quello sgarbo.
Rimasi basito.
Stava operando. Svolgeva
mentalmente delle addizioni con numeri a nove cifre, pensando il primo addendo
in spagnolo, il secondo greco antico e la somma finale in arabo.
“Tanto non ti anticipo nulla,
Ed. Rassegnati” canticchiò ad alta voce.
Contrariato e ancora piuttosto
sorpreso, mi ritrassi lentamente e tornai con uno sbuffo alla melodia.
Sarebbe stata una lezione molto
lunga.
“Si torna a casa o vuoi che
noleggiamo i sacchi a pelo e passiamo il weekend qui?” sussurrò Emmett dal
fondo del parcheggio, appoggiato alla mia macchina, mentre Rosalie e Jasper
chiacchieravano indifferenti al trambusto che li circondava.
Sorrisi e rallentai ancora il
passo, lasciandomi superare dai miei compagni di classe. Alice, con uno sbuffo,
mi prese per mano e mi tirò a forza verso la macchina, senza darmi possibilità
di protestare.
“Non possiamo perdere tempo
dietro i vostri giochetti infantili, oggi” disse risoluta “Io e Rose abbiamo
molto da fare, a casa”
“Tipo?” chiese Jasper salendo in
macchina
“Dobbiamo o no andare in
discoteca, stasera?” ci ricordò Rosalie leggermente irritata
“La vostra preparazione occuperà
tutti il pomeriggio, come al solito?” domandò Emmett mentre con una sola
manovra uscivo dal parcheggio e partivo verso casa.
“Non la nostra” risposero
“Quella di Bella!”
“La volete torturare
ulteriormente?” sospirammo in coro noi tre,
tremando per lei
“Noi non la torturiamo!”
replicarono loro offese “Lo facciamo…”
“… Per il suo bene!” concludemmo
in coro rassegnati.
Povera la mia piccolo Bella!
Chissà cosa le aspettava, oggi. Era sempre così gentile, non si rifiutava mai
di subire le molteplici torture delle mie sorelle, anche se spesso, senza farsi
vedere da loro, assumeva una faccia contrariata ed esasperata.
“Se siamo solite aiutare le
persone più sfortunate di noi siamo solo da ammirare” dissero Rosalie e Alice,
facendoci la linguaccia.
Ridemmo delle loro smorfie. In
fin dei conti, quelle tre avevano già legato moltissimo.
“Comunque, sembra proprio che le
cose stiano andando per il verso giusto” commentò Emmett “Con Bella, intendo. Mi
sembra molto più serena di quando è arrivata”
Lanciai una rapida occhiata
verso mio fratello, piacevolmente sorpreso: era molto strano vederlo così serio
e concentrato su un discorso, lui che era l’anima allegra della famiglia. Non
che fosse stupido o altro, per carità, ma mio fratello aveva un modo speciale
di prendersi cura di noi. Più espansivo e diretto: era lui il primo che accorreva
quando qualcuno di noi era giù di morale, colui che si prendeva cura di tutti
noi al pari di Esme e Carlisle, trovando sempre il modo per farci ridere e
dimenticare i nostri problemi. Era impossibile ignorarlo o non volergli bene.
Era davvero molto più innocente di quanto si credesse.
“Già” concordò Jasper “Sta
davvero migliorando. Lentamente, certo, ma si sta impegnando con tutte le sue
forze. Si vede che il nostro aiuto è servito”
Con una rapida occhiata mi
comunicò tutto ciò che non voleva esprimere ad alta voce. Da quella terribile
notte gli avevo chiesto di vegliare anche sul sonno di Bella.
Restavo ogni notte con lei,
prima parlandole e facendola rilassare, poi vegliando sui suoi sogni. Non mi
allontanavo mai da lei se non poco prima che si svegliasse. Jasper influiva sul
suo sonno dal piano di sotto: le impediva di agitarsi, di ricordare, in un
certo senso; sotto la sua influenza, il riposo di Bella proseguiva lento e
regolare, scandito solo dal suo lento respiro. Non si muoveva o parlava per
tutta la notte.
“Ma non le è passato tutto,
vero, fratellino?” domandò tristemente Rosalie
“No” rispose lui abbattuto “Non
le è passato veramente niente. E comunque ci vorrà molto più che una settimana
per dimenticare l’orrore che ha subito… però sta cercando di cambiare. Di fare
qualcosa, ecco. Non ci pensa, preferendo ricordare gli avvenimenti piacevoli
che le sono accaduti. E cioè solo i momenti trascorsi con noi, credo io”
sorrise, ma non del tutto convinto “Però non le passa, temo”
Strinsi la presa sul voltante,
furioso.
I Volturi. Era tuta colpa loro.
E me l’avrebbero pagata a caro prezzo, senza ombra di tutto. Dovevano solo
osare presentarsi sul suolo della mia dimora. Dovevano solo darmi un pretesto, e sarei diventato implacabile. A
costo di rimetterci la via, avrei massacrati fino all’ultimo quei topi rognosi
che avevano avuto la presunzione di credere di poter trattare in quel modo
Bella.
“Edward, calmanti. Non commettere idiozie, per favore” mi riprese
Alice con il pensiero
“Però ora sta meglio!” disse poi
più allegra “E sono certa che con il nostra appoggio riuscirà a superare tutto
questo!”
“Beh, sicuramente con il nostro
aiuto, e in particolare con…” disse Rosalie
“Quello di Edward!” completarono
in coro i miei fratelli rivolgendomi dei sorrisi abbaglianti
“Eh? E che c’entro io, scusatemi?”
domandai io a disagio.
Dopo quello che le avevo fatto
passare ero proprio la persona meno indicata per tentare di aiutarla. Ci
provavo con tutte le mie forze, ma era ancora troppo poco. Dovevo inventarmi qualcosa
per farla felice.
“Andiamo!” sbuffò Emmett “Non
fare finta di non capirlo. Tra noi cinque sei di sicuro tu che t’impegni con
maggiore scrupolo, meticolosità e attenzione per far felice Isabella!”
“E ci riesci molto bene, oserei
dire” sghignazzò Rosalie “Quando sta con te sembra veramente che le sue paure
svaniscano”
“Sai sempre cosa dire per
tirarla su di morale, sei sempre pronto ad aiutarla nella più piccole cose e
sei sempre il primo ad accorrere in suo aiuto quando ne ha bisogno” elencò
Jasper
“Ti dimostri sempre gentile e
disponibile nei suoi confronti, molto premuroso e protettivo, e inoltre mi
sembra davvero con te Bella riesca ad aprirsi di più che con chiunque altro”
concluse Alice con un gran sorriso
Ringraziai di non poter
arrossire, perché a quel punto sarei diventato bordeaux.
Io avevo un simile ascendete
positivo sui Bella? Ma ne erano sicuri?
“Ragazzi, per favore, smettetela
di dire così” li supplicai guardando fisso la strada.
“Si, si, certo” liquidarono loro
Attraversai la radura di fronte
alla nostra casa e mi diressi in garage, fermandomi accanto alla macchina di
mia sorella.
“Dovresti guidarla, ogni tanto”
le suggerì Jasper
“Credo che la prenderò lunedì”
rispose Rose “Non c’entreremo in cinque in questa scatola di sardine, e non
voglio sorbirmi un viaggio compressata come quello di sabato scorso”
“La mia macchina non è una scatola
di sardine” risposi piccato aprendo la portiera “Magari la tu…”
Mi interruppi di colpo, tendendo
l’orecchio. Nell’aria una vivace melodia andava diffondendo le sue note,
attirandomi a sé come il canto di una sirena.
“Bella è davvero molto brava”
disse Jasper ammirato
“Senti che meraviglia… ehi, Ed,
quand’è che tu e Bella ci regalerete un concerto assieme?” domandò allegro
Emmett
Lo ignorai e mi diressi verso il
retro della casa, dove il mio angelo mi chiamava a sé.
Carlisle si trovava seduto su
una delle poltrone del salotto, che aveva portato di fuori per godersi quella
giornata senza pioggia, quasi di bel tempo che il clima di Forks ci aveva
donato; teneva in grembo un volume di storia medievale, regalatogli tempo fa da
Jasper ma aveva gli occhi chiusi, totalmente concentrato sulla melodia che
Bella stava suonando. Un sorriso sereno illuminava il suo volto; era
letteralmente stregato dalla melodia.
Bella, invece, era in piedi di
fronte al fiume, i capelli castani che le svolazzavano intorno mossi dal
venticello fresco. Gli occhi chiusi, l’espressione concentrata, la postura
composta, tutto di lei faceva capire a prima vista quanto fosse immersa nell’esecuzione
di quel brano. Le dita affusolate si muovevano veloci e sicure sui tasti e
sulle chiavette.
Sembrava una ninfa dei boschi.
Il mio cuore palpitò a quella vista sublime.
L’ultima nota si diffuse limpida
e cristallina nell’aria mentre Bella riapriva gli occhi, così come mio padre.
“Splendida, Bella” si congratulò
Carlisle “Sei davvero molto brava”
“Grazie” rispose lei con un
sorriso sincero “Era la preferita di Phil”
“Davvero una flautista di raro
talento, non c’è che dire” si congratulò Jasper con un sorriso, spuntato da
chissà dove al mio fianco.
Bella e Carlisle si voltarono
verso di noi. Le guance della mia piccola s’imporporarono; sicuramente non ci
aveva sentito arrivare.
“Oh, ragazzi…” balbettò
impacciata “Ciao”
“Che fai, concede concerti
private solamente a Doc?” la prese in giro bonariamente Emmett “Guarda che
allora io mi prenoto per il prossimo”
“Ma no, ecco, io…” si giustificò
impacciata lei
“Dai, piccoletta, stavo
scherzando” ridacchiò lui scompigliandole con affetto i capelli
Bella gli sorrise.
“Allora, ti piace il nostro
regalo?” chiese Rose
“Assolutamente! È meraviglioso”
disse entusiasta, gli occhi che le brillavano “Non potevate farmi dono più
prezioso”
“Sono contento che ti piaccia”
le sorrisi
Per un secondo ricambio,
illuminandomi. Era splendido il suo sorriso.
“Tu!” esclamò poi indicandomi,
con fare accusatorio e divertito allo stesso tempo
“Io?” le chiesi perplesso, non
capendo a cosa si riferisse
“Sbaglio o avevi promesso che mi
avresti dato lezioni di piano?” mi ricordò con un sorriso dolce “Io le sto
ancora aspettando”
Le sorrisi, entusiasta all’idea.
“Se vuoi possiamo incominciare ora” le proposi
I suoi occhi scintillarono,
mentre le sue guance si tingevano di rosso. Che carina…
“Ah, no eh!” esclamò Alice
autoritaria “Ma tu guarda se il roscio deve rovinarci i piani!”
Bella la guardò confusa.
“Tu oggi sarai in mano mia e di
Rose, sorellina” disse perentoria Alice “Dobbiamo lavorare”
“Ehm… perché?” deglutì Bella con
una leggera ansia nella voce
“Stasera si va in discoteca” le
annunciò Rosalie “Non te l’avevamo detto?”
“Ehm… no”. I suoi occhi vagarono
alla ricerca dei miei, implorandomi di aiutarla.
“Alice, non credo che…”iniziai
“Taci Ed!” mi intimò
“Vedrai che alla fine mi ringrazierai” aggiunse
“Alice!” la richiamai
“Andiamo, sorellina!” rise lei,
e le prese gentilmente il polso.
La trascinò dentro seguita a
ruota do Rosalie.
Quando Bella mi passò al fianco,
mi rivolse solamente un debole sorriso di rassegnazione, prima di sparire
dentro casa.
Bella’s pov.
Opporre resistenza era inutile.
In una settimana avevo capito
benissimo la regola principale per la sopravvivenza in casa Cullen.
Niente, NIENTE, poteva fermare
Alice o Rosalie quando avevano in mente qualche loro piano diabolico;
soprattutto se Alice E Rosalie si fossero coalizzate insieme
per raggiungere i loro scopi malvagi – almeno per quelli che erano costretti a
subire le loro angherie.
Perciò, con rassegnazione, mi
lasciai trasportare al piano di sopra, nella mia stanza, senza protestare,
pregando solamente perché ne potessi uscire, in qualsiasi maniera.
Lo fanno per te, ricordatelo, mi ripetevo, Non c’è nulla di cui aver paura. Sono le tue sorelle, si stanno solo
preoccupando per te…
Il rumore secco della serratura
che si chiudeva alle mie spalle mi fece sobbalzare lo stesso; specie se poi
quel già di per sé inquietante rumore era seguito dallo spostamento fulmineo
della cassettiera, con tanto di specchio, di fronte alla porta di ingresso.
Paura un cacchio!, gridai tra me e me nel panico, iniziando a
tremare
“Non temere, piccola Bella” mi
rassicurò Rosalie con un ghigno che era tutto tranne che rassicurante “Ci
occuperemo noi di te”
“Affidati a noi. Fidati”
aggiunse Alice, copia del viso di Rose
Deglutii, incapace di
rispondere, ma a loro bastò. Mi rivolsero un sorriso appena, appena più umano e
corsero nel bagno.
Approfittando di quel momento di
calma prima della tempesta mi avvicinai alla finestra, raggiungendo la
scrivania che Carlisle mi aveva donato proprio quella mattina, e aprii la
custodia del mio flauto. Lo smontai con attenzione e presi il panno per
pulirlo, mentre osservavo i ragazzi nel giardino di sotto, ancora frastornati
dalla nostra fuga improvvisa.
“Chissà se Bella riuscirà a
sopravvivere” soppesò la questione Emmett come se parlasse delle condizione climatiche
“Vista la super velocità con cui l’hanno rapita, non ci spererei tanto. Ma
voglio essere ottimista! Le cose sono migliorate parecchio da quando c’è lei”
“Spero vivamente anch’io che se
la cavi, ma ricordiamoci che è in mano a loro” sospirò Jasper “Prego solo che
riesca a uscirne. Viva, s’intende”
“Ci scommettiamo sopra?”
“Ci sto”
“Ragazzi!” ringhiò Edward
arrabbiato “Insomma, è vostra sorella! Dovreste preoccuparvi seriamente, non
scherzarci su!”
“Non è che possano fare poi
tanto, Edward” disse calmo Carlisle “Sai meglio di me che euforia selvaggia
aleggiava nei loro cuori, mentre sequestravano Bella. Neanche secondo me ci
sono molte possibilità di rivederla com’era prima”
“Papà!”. Dire che Edward era
sconvolto non rendeva l’idea. Anche la mia faccia doveva essere simile alla
sua, però. Carlisle! Come poteva dire questo? Non avrebbe dovuto fare il bravo
padre e venirmi a salvare?!
“Su, Edward, non ti angustiare
così” lo consolò Carlisle mettendogli una mano sulla spalla “Lo sai che
infondo…”
“NON. DIRLO” ringhiò Edward
“La versione ufficiale è quella.
In realtà, secondo me, lo scopo è semplicemente gratificazione personale”
Jasper e Emmett scoppiarono a
ridere.
“Vai così, papi! Dimostraci che
sei anche un grande comico!” si congratulò Emmett tra le risa
Edward era un misto tra
incredulità e rabbia. Forse era la prima volta che Carlisle lo sorprendeva in
maniera tanto eclatante.
“Grazie ragazzi” dissi ad alta
voce riponendo i pezzi del flauto “Davvero, mi rincuorano le vostre dolci
parole”
Dal giardino, i quattro alzarono
lo sguardo nel sentire la mia voce. Emmett, Carlisle e Jasper mi rivolsero un
grande sorriso, mentre Edward mi guardò impotente.
“Prego! Sai che siamo qui per
farti coraggio” sorrisero Jasper ed Emmett, prima di ridere ancora.
“Bella, cosa ci fai ancora
qui?!” mi sgridò acida Alice, uscendo dal bagno.
Trasalii voltandomi verso di lei.
Alice mi si affiancò con un cipiglio severo, la postura, l’atteggiamento e
l’espressione duri degni di un sergente della marina americana; con un brusco
gesto, chiuse completamente le tende della finestra, annullando i miei contatti
con l’esterno. Mentalmente, mandai una richiesta di aiuto, ricordandomi solo a
metà che Edward non poteva leggermi nel pensiero.
“Via dalle finestre!” ordinò
Alice “Da ora fino a stasera sei in mano nostra. Niente contatti con il mondo
esterno, recepito?”
“Signorsì, sergente… ehm,
Alice!” risposi sinceramente spaventata, scattando sull’attenti
inconsapevolmente.
Lei sorrise compiaciuta di
avermi terrorizzato a morte e mi trascinò in bagno a passo di danza.
Una nuvola densa di vapore
bianco ci arrivò in viso quando Alice aprì la porta del bagno. Il clima
caldo-umido, anzi, afoso-umido, sarebbe stato adatto solamente a una serra. Alice
mi spinse dentro con una risata e si richiuse la porta alle spalle.
“Ma che…?” domandai, con qualche
difficoltà di vista.
Il bagno era completamente
avvolto da un vapore bianco appiccicoso, e mi fu difficile individuare la
figura di Rosalie, intenta a versare del bagnoschiuma nella vasca.
“Ragazze, mi volete bollire?” domandai
con un sorriso
“Fidati. Ti piacerà” mi
rassicurò Rosalie
Annusai l’aria: vi aleggiava un
dolce odore di vaniglia, incenso e cannella. Era molto buono e soft.
“Sicuramente ti aiuterà a
rilassarti” disse Alice in tono professionale. Sembrava nata per fare
l’estetista.
Prima che avessi il tempo di
protestare, due mani gentili ma decise mi tolsero i vestiti e mi buttarono a
tradimento nella vasca da bagno. L’acqua era bollente anche per gli standard
dei vampiri, ma davvero piacevole. Quando riemersi, sputacchiando, Alice e Rosalie
avevano spento le luci e acceso mille piccole candele profumate.
“Scusate, ragazze, ma questa
situazione è un po’ ambigua” sorrisi loro “Avevo pensato di fare un bagno del
genere con il mio ragazzo, non con le mie sorelle”
Sghignazzarono entrambe,
divertite.
“A questo penserai tra un po’”
ghignò Alice
“Per ora, sappi che questo è il
“Bagno Rituale per gli Eventi Importanti e/o Straordinari delle Donne della Famiglia
Cullen” disse Rosalie solenne, impedendomi di chiedere ad Alice di che cosa
stesse parlando
Soffocai una risata; questa
famigli ne inventava sempre una nuova. Chissà se ci pensava la notte, visto la
mancanza di un buon sonno ristoratore, oppure gli venivano così, sul momento.
“Tradotto per le menti
semplici?” chiesi
“Un bagno speciale rilassante
che tutte le donne della nostra famiglia fanno prima di un evento importante a
cui dovranno partecipare” spiegò Rosalie “Sai, feste, matrimoni, balli scolastici…”
“E prima che tu ce lo chieda si,
anche per le serate in discoteca” mi anticipò Alice mettendo a tacere ogni mia
obiezione
“Ma non trovate la cosa, ecco,
come dire, leggermente faticosa e dispendiosa?” provai a controbattere “Tutto
ciò non è un po’ pesante da ripetere ogni volta?”
“ASSOLUTAMENTE NO!” esclamarono
inorridite, come se avessi appena detto loro un’orribile bestemmia “Il Bagno è
un momento sacro! Non va mai ignorato!”
“Sc-scusate!” esclamai
arrossendo, nascondendomi in mezzo alla schiuma “Non lo sapevo…”
“Eh, quanto lavoro, quanto
lavoro…” sospirarono loro sconsolate
Mi rilassai sentendo il loro
chiacchiericcio raggiungere un tono gradevole e melodico, immergendomi fino al
mento nell’acqua cala; dovevo ammettere che ci sapevano fare, stavo benissimo.
“Ok” sospirai “Sono pronta per
qualsiasi cosa abbiate in mente. Cosa devo subir.. ehm, fare?”
“Tu proprio nulla” rispose
Rosalie
“Penseremo a tutto noi” disse
Alice
L’ultima cosa che ricordo è la
luce pericolosa che accese i loro occhi color dell’oro; poi, mi fu
categoricamente vietato di aprire i miei.
Per le due ore e mezza
successive rimasi completamente immersa nell’acqua in
balìa delle mie
persecutrici, interpretando nuovamente il ruolo di
Barbie-cavia-da-laboratorio/Manichino-senza-diritti-sottopagato-e-sottostimato,
cosa che mi fece temere seriamente per il futuro che avrei passato in
quella
casa; se tutte le volte sarà così, addio Isabella cara!
In quelle ore provai un moto di
enorme compassione per le mie vecchie bambole: purtroppo – per loro, s’intende
– anch’io da bambina avevo avuto il mio periodo da estetista leggermente
psicopatica, e le avevo torturate in questo modo. Si vede che il karma esiste
davvero.
Erano ben organizzate, questo mi
fece supporre che si fossero messe d’accordo a scuola.
Rosalie si dedicò ai miei
capelli.
Si adoperò tra i mille flaconi
di shampoo, balsami e creme muovendosi per il bagno con una grazia insuperabile.
Sceglieva con cura ogni prodotto, illustrandomi poi i loro vari effetti mentre
li usava su di me, garantendone l’efficacia, massaggiandomi i capelli con cura.
Una vocina nella mia mente mi
diceva che noi vampiri non avevamo bisogno di tutte quelle creme per essere
splendide, ma la misi a tacere temendo guai. E poi, non è che mi importasse
davvero.
Ogni tanto Rose mi faceva
qualche domanda sui prodotti che usavo da umana, e io tentavo con tutta l’anima
di risponderle, con scarsi risultati.
Nel contempo, Alice si prendeva
cura della mia pelle, e in particolar modo del viso.
Mi spalmò sulla faccia una
strana crema profumata, vaneggiando entusiasta sui mirabolanti effetti
prodigiosi che avrà sulla mia (e non sua, MIA) pelle. Stavolta presi coraggio e
osai chiederle cosa potesse mai fare una maschera al mio viso, perfetto come
quello di tutti gli altri vampiri.
“Probabilmente niente. Ma morivo
dalla voglia di utilizzarla su di te!” mi rispose su di giri
Dopo questa botta di sincerità,
rinunciai definitivamente ad oppormi.
Un po’ perché ero sinceramente
scioccata di essere divenuta davvero il giocattolo delle mie sorelle, un po’
perchè non mi avrebbero mai lasciato andare – erano per sempre due contro una,
per di più tenuta in ostaggio.
Perciò mi rilassai e lascia che
si divertissero.
Chiacchierammo amabilmente per
tutta la durata del bagno, durante il quale si dedicarono anche alla mia
manicure e alla pedicure, e scoprirono che potevano usare il solletico – altra
arma da usare contro di me! – per farmi fare ogni cosa che volessero.
Io, sempre molto
arrendevolmente, le assecondai. Contente loro, contenti tutti, no?
“Bene, Bella. Fatto. Puoi
uscire” annunciò poi Rosalie, compiaciuta.
“Finto?” chiesi, speranzosa
“Certo che no!” risposero loro
“Era solo il principio!”
Due ore e mezza erano solo il principio?! Povera me!, pensai,
mentre Alice mi porgeva un accappatoio e Rose mi raccoglieva i capelli in un
asciugamano.
“E ora, la parte fondamentale”
annunciò Alice “I vestiti!”
“Hiuppy” borbottai senza
allegria, lasciando che mi trascinassero fuori.
L’escursione termica che c’era
tra il bagno e la mia camera da letto era forse di 50° minimo. Mi sembrò di
congelare mentre mi sedevo sul letto, di fronte al mio armadio.
Alice e Rosalie aprirono con
sicurezza le ante e si inoltrarono nel mare di abiti. Per fortuna non chiesero
il mio aiuto.
Sprofondai nel materasso,
stremata nonostante il procedimento di relax. Chiusi gli occhi e cercai di
rilassare il corpo, cosa alquanto difficile visto che ogni cellula mi pregava
in ginocchio di sfondare cassettiera e porta e battermela. Ma non potevo
deludere Rosalie e Alice.
Inoltre, al paino di sotto
c’erano quattro uomini, e non ci tenevo proprio che mi vedessero in
accappatoio. Accidenti!
Mentre rimuginavo sul mio
destino infame, dal piano di sotto una vivace melodia raggiunse la mia stanza,
suonata con grande maestria al pianoforte.
Scattai su e mi voltai verso la
porta, attenta per non perdermi un solo accordo.
Era Edward.
“Bella, ti sentiresti più a tuo
agio in pantaloni o con una gonna?” domandò Alice riemergendo con in mano
trenta o forse quaranta magliette diverse.
“Edward è davvero bravo” dissi
Lei sbuffò. “Edward. Sempre lui,
quel deficiente. Mi deve sempre sconquassare i piani…”
Si avvicinò alla porta a grandi
falcate, spostò la cassettiera con un solo gesto – facendola tornare al suo
posto – e spalancò la porta.
“Edward, piantala di fare il
piccolo Mozart risorto! Io sto lavorando! Con la tua musica mi distrai Bella!”
urlò furiosa
“Alice!” esclamai arrossendo
“Sono lieto che le piaccia la
mia musica” rispose in tono melodico Edward, in perfetta armonia con la musica
“Uf, ma proprio ora ti devi
impegnare per far colpo? Fai il carino dopo, avrai l’intera nottata per
sorprendere Bella!”
“Alice!” gridammo in coro
Lei si richiuse la porta alle
spalle e tornò nell’armadio borbottando contrariata, in assoluto contrasto con
il sorriso soddisfatto che aveva in volto.
Io distaccai il cervello dal mio
corpo e mi concentrai solamente sulle melodie che giungevano dal salotto, che
componevano una lunga catena melodica che Edward non interrompeva mai.
Mi persi completamente
nell’ascolto di quei brani tanto che fui piuttosto sorpresa di sentirmi
richiamare da due voci leggermente alterate.
“Bella, su, sveglia! Abbiamo
finito!” mi sgridò Rosalie
“Di far che?” chiesi spaesata
“Di sceglierti i vestiti!” mi
ricordò lei “Dai, mettiti questo che siamo in ritardo. Bisogna ancora
pettinarti e acconciarti i capelli!”
“Ok” risposi mentre Alice mi
metteva tra le mani un fagotto di indumenti e mi spingeva in bagno
Sospirai e li posai sul lavello.
Indossai la biancheria – per
fortuna non presa dal cassetto demoniaco – e poi esaminai i vestiti. Avevano
scelto una minigonna a pieghe di jeans, chiara, che mi arrivava poco sopra il
ginocchio; il top che avevano selezionato era di un celeste
opaco, senza maniche, che mi arrivava poco più su dell’ombelico; dietro,
la schiena era in gran parte scoperta, e la parte di stoffa che la copriva era
un intreccio di nastri dello stesso colore.
“Beh, wow” si complimentò Alice
entrando con la sorella “Sei un schianto”
“Ehm.. g-grazie” risposi imbarazzata,
rossa come un peperone.
Per tutta la vita avevo fatto la
parte del brutto anatroccolo della situazione, ma per una volta nella mia
esistenza potevo azzardarmi a usare l’aggettivo bellissima per definirmi.
E dovevo tutto a loro.
Mi voltai a guardare commossa le
mie svampite sorelle e abbozzai un sorriso.
“Grazie” dissi loro sincera “Sarete
anche un po’ esagerate, ma siete le migliori consulenti di moda del pianeta”
“Vuoi dire che ci farai svolgere
il nostro lavoro più spesso?”. Al solito, Alice ne approfittava sempre.
“Ehm… con le dovute eccezioni…”
tentennai
“Perfetto!” risero loro
“Ora, trucco e scarpe! Per i
capelli penso che vada bene così” disse Alice osservando i miei capelli, ormai
asciutti, che si erano acconciati da soli in morbide onde sulla mia schiena.
Rosalie mi porse uno scaldacuore
argentato, che mi copriva solamente le spalle altrimenti nude; mi affrettai ad
allacciarmi al seno.
“Alice? Bella? Rose? Ma siete
ancora lì dentro?”. I colpi alla porta accompagnarono la voce morbida di
Jasper.
“Non ti azzardare ad entrare,
fratello!” lo ammonì Rosalie
“Siete pronte, almeno?” chiese
lui capendo che era meglio limitarsi a una conversazione con la porta “Lo
sapete che sono le otto e venti passate?”
“Non si mette fretta alla
perfezione” ribatté Rose
Ma siamo sicuri che stesse parlando
di me? Mah, forse le era calata la vista…
“Bella, ma sei ancora viva?” domandò
Jasper nascondendo una risata
“Per adesso direi di si” gli
risposi
Alice si diresse leggera verso
la porta e ne aprì uno spiraglio. “Iniziate ad andare” gli suggerì illuminandosi
di un armonioso sorriso, solo per la gioia di rivedere il volto del compagno
“Noi arriveremo tra un po’”
“Non stressate troppo Bella, ok,
mostriciattolo?” disse lui baciandole il naso
“Ci proverò”
“Non vorrei che poi Edward ti
facesse a pezzi”
Sorrisi. “Oh, grazie Jazz. Per
un istante ho veramente creduto che lo dicessi per il mio bene”
Rise di gusto. “Scusami,
sorellina. La prossima vota proteggerò te”
“Se ci arrivo, alla prossima
volta”
Se ne andò che ancora rideva.
Alice richiuse la porta
sorridendo contenta. Probabilmente la felicità di suo marito era contagiosa,
per lei.
“Forza, ora: trucco e scarpe!” esordì
battendo le mani
“E accessori” aggiunse Rosalie
“aspettate qui”
Mentre lei si dileguava fuori
dalla mia stanza, Alice afferrò il beautycase mai notato prima, e agguantò
lucidalabbra e matita.
“Ferma” disse prima di avventarsi
su di me, senza darmi il tempo necessario per prepararmi psicologicamente
Quando Rosalie tornò aveva già
finito e stava riponendo le cose, mentre io mi rialzavo barcollante e
frastornata dal pavimento.
“Ho dovuto fare in fretta perché
siamo in ritardo” spiegò alla sorella
“Alice… la grazia… ti è
sconosciuta…” rantolai, per poi fissarmi allo specchio.
Sgranai gli occhi.
Alice e Rose avevano compiuto su
di me un vero miracolo. Ora sì che sembravo lontanamente paragonabile alla
bellezza delle mie due estetiste.
“Sei una schianto, Bells” mi
lodò Rosalie
Deglutii, incapace di parlare,.
“Mettiti le scarpe” mi suggerì
Alice “Noi andiamo a prepararci” Mi fece l’occhiolino. “Non voliamo di certo
sfigurare né farti sfigurare. Dobbiamo essere alla tua altezza”
Prima che potessi dirle che
anche con un sacco dell’immondizia come abito sarebbero state comunque più
belle di me si erano già dileguate.
Restando immobile al mio posto,
impiegai una manciata di secondi a capire che Rosalie mi aveva lasciato sul
lavello un paio di scarpe d’argento, una cintura dello stesso colore e dei
bracciali coordinati. Reprimendo un istintivo brivido alla vista dei tacchi
esageratamente alti, presi gli ultimo accessori e li indossai. Poi, pregando
tutti i santi del paradiso di non farmi cadere, scesi le scale praticamente
attaccata al corrimano.
In salone trovai Esme e Carlisle
intenti a guardare un vecchi film in bianco e nero, abbracciati.
Sentendomi arrivare, però, si
voltarono
“Santo cielo, Bella! Sei
stupenda!” esclamò Esme sorpresa
“Sei un incanto, Bells” aggiunse
Carlisle con un sorriso
“Gr-grazie” risposi arrossendo
Esme mi venne vicino e mi
carezzò una guancia per rassicurarmi. “Splenderai come una stella”
“Certo che lo farà! Ci abbiamo
messo quattro ore a prepararla!”disse Alice scendendo le scale per raggiungerci
“Oggi niente preparazione lunga
due giorni per voi, signorine?” le prese bonariamente in giro Carlisle
“Mi dispiace, papà, ma oggi
siamo in ritardo” sorrise lei “Stasera il debutto in società è di Bella”
“Comunque, non mi sembra che tu
abbai scelto proprio l’ultimo capo che avevi, eh?” scherzò lui
In effetti, Alice stava più che
bene; la sua snella figura veniva messa in risalto da un paio di aderenti
pantaloni di pelle neri, abbinati a una maglietta rosso sangue a collo alto ma
senza maniche, su cui era disegnato un dragone nero. Sarebbe stata il ritratto
della tentazione, per gli uomini, in discoteca.
“Allora, pronte?” chiese Rosalie
raggiungendoci
La mia autostima crollò
miseramente, facendomi quasi scoppiare in lacrime; che stupida, pensare di
superare in bellezza le due veneri del ventunesimo secolo!
Altro che stupenda! Rosalie
incarnava la pura essenza della bellezza in ogni piccolo gesto. La sua figura,
poi, era messa in risalto dall’abito di pailettes dorato, lungo poco più giù
delle ginocchia, retto soltanto da due semi invisibili spalline; i capelli
biondi le svolazzavano intorno coprendole la schiena, altrimenti scoperta.
Quelle due si che sapevano
eclissare l’autostima delle donne! Accidenti, come si poteva competere con due
dee? Una povera ragazza non poteva certo farcela!
“Pronte per andare?” domandò
Esme accarezzando i capelli di Rosalie
“Si. prendiamo la mia macchina”
rispose lei
“Ah, Strawberry!” ghignò Alice
“Vorrei che la smettessi di
chiamarla così, Alice” rispose gelida Rose prendendo le chiavi
“Reddy va meglio?”
“Alice, basta”
“È
“Esatto. Strawberry!” esclamò
Alice
“Perchè Strawberry?”
“Oh, è una lunga storia…”
“Non osare raccontargliela!”
“Divertitevi ragazze!” ci
salutarono i due consorti
“A più tardi!” risposi a nome di
tutti e tre
Edward’s pov.
“Accidenti, sono quasi le nove e
un quarto. Dove si saranno cacciate?”sbuffai, guardandomi per l’ennesima volta
attorno, dopo aver guardato l’orologio.
Ogni volta che mi allontanavo da
Bella l’ansia mi attanagliava il cuore. Non so perché, l’istinto mi diceva che
il mio posto era accanto a lei, per proteggerla e vegliarla. E invece era un
intero pomeriggio che non la vedevo, perché presa in ostaggio dalla mie
sorelle.
“Lo sai quanto ci mettono le
donne a prepararsi” tentò di calmarmi Emmett, più esperto di me in materia
“Hanno bisogno di molte ore, forse di qualche giorno… male che vada arriveranno
domani sera. Ehi, perché per ingannare il tempo non ci facciamo un altro
ballo?” propose infine con un enorme sorriso
“NO!” esclamammo irritati io e
Jasper, chiudendo gli occhi per controllare la rabbia.
“Uf, non sapete proprio
divertirvi…” borbottò Emmett portandosi le mani dietro la testa, annoiato
“Hai una strana concezione di
divertimento” sibilò Jasper scoccandogli un’occhiataccia
“Dai, solo perché ti ho fatto
ballare YMCA e Macho Man…” si giustificò lui “Dovresti ringraziarmi, sai? Hai
fatto colpo su tutto il gentil sesso presente in sala, insieme a quel altro
ingrato, lì…”
“Tu non hai idea di quanta
fatica abbia fatto per riuscire a calmare le loro… emozioni” ringhiò Jasper
tremando sull’ultima parola “Quelle ci stavano per violentare in mezzo alla pista,
altro che gentil sesso!”
“Si, ma almeno tu non ti sei dovuto sorbire visioni
veramente indecenti e indicibili sul nostro contro” replicai io a metà tra il
disgusto e la paura “A me si che è andata veramente male… e te la farò pagare,
Emmett, aspetta la prossima caccia”
“Oh, con me regolerai i conti
molto prima, puoi scommetterci” disse Jasper
“Giuro che siete gli unici
uomini che si lamentano perché hanno un successo incredibile con le donne!” ci
rimproverò Emmett incredulo “Due vecchi matusa, noiosi e barbosi, ecco che cosa
siete”
“Si, e poi chi glie lo dice ad
Alice che ho fatto il cascamorto con altre ragazze solo perché tu mi hai costretto?” gli chiese
Jasper, che in ogni caso mai avrebbe pensato a qualcun’altra che non fosse
Alice “Lo sai anche tu che quando picchia lascia il segno”
“Ma secondo te non lo sa che
siamo i tre vampiri più sexy e desiderati del pianeta? L’universo femminile ci
corre a presso, e lo sa meglio di te…”
“Ma ti sembra una scusa logica?!
Tu hai in mente Rosalie e basta, no? E allora perché per me dovrebbe essere
diverso?”
Mi appoggiai al muro e li
osservai litigare divertito, le mani nelle tasche e una gamba appoggiata alla
parete. Tentai di concentrarmi solo sui loro pensieri, e solo sui loro, perché
quelli delle ragazze e delle donne presenti in sala erano oltremodo fastidiosi.
“Ok, basta, pace” disse ad un
tratto Emmett, alzando lo sguardo “Occupiamoci di questioni più urgenti e
gratificanti, adesso”
“Del tipo?” chiedemmo io e
Jasper lanciandoci un’occhiata, pronti alla fuga se necessario
“Del tipo quei tre angeli che
hanno varcato la soglia solo per godere della nostra compagnia” sorrise lui
indicando l’entrata
Perplesso, mi voltai per seguire
il suo sguardo felice, e rischiai l’infarto. Alice e Rosalie spiccavano in
mezzo alla folla per la loro avvenenza con facilità, e le si poteva intravedere
grazie alle numerose testa maschili voltate nella loro direzione e l’area vuota
che si era creata intorno a loro; un coro di commenti inappropriati e sguardi
rapiti accompagnò il loro ingresso, spingendo Emmett a correre loro incontro,
sebbene le ragazze non ci facessero caso.
Ma il centro del mio universo
era il piccolo angelo spaesato che tentava di nascondersi tra le mie sorelle,
come se si sentisse fuori luogo.
Mai nella mia esistenza avrei
creduto che mi potesse essere concessa la visone di un simile miracolo, eppure,
eccolo dinnanzi ai miei occhi.
Isabella avanzava insicura tra
le mie sorella, spostando lo sguardo da destra a sinistra, spaesata. Il bel
corpo era messo in risalto dagli abiti, che le conferivano un’immagine
innocente ma maledettamente provocante. E il suo viso, ah…
Era imbarazzata, gli occhi color
dell’oro rivolti ora verso il basso, le guance colorate da quel suo magnifico
rossore, così irresistibile. Dire che era bellissima sarebbe equivalso a una
terribile bestemmia.
Era una fata.
Era una dea.
Ed era solo mia.
“Eccoli!” esclamò Alice
sbracciandosi per farsi vedere, mentre Emmett abbracciava Rose
“Allora, fratellino? Che te ne pare di Bella? ho fatto un buon lavoro?”
Bella seguì il suo sguardo fino
ad incrociare il mio. Avvampò e borbottò qualcosa a bassa voce.
Dio, stavo per commettere
qualcosa di molto, molto stupido.
Nella mia testa esplose la
risata di Alice. “Accidenti! Sei proprio
al limite, eh? Credo che stasera il gelido e controllato Edward Cullen potrebbe
perdere il controllo!”
Ammutolii, allibito.
“Ed, vuoi rilassarti? Guarda che sei solo tu quello che si fa i
problemi. Per una volta lasciati andare cariatide!” Emmett praticamente
urlò questa frase nel mio cervello
Ma si era ammattito? Non si
rendeva conto di quanto Bella mi stesse tentando? E di quanto io desiderassi cedere in tentazione?!
Dannazione, dovevo resistere,
dovevo.
Per Bella. Sei suo fratello, vuoi solo il suo bene. Proteggila da te
stesso, bestia, controllati…
Ma che controllati! Sei un uomo, sant’iddio, non un robot! Ti sta
chiamando, ti lancia dei segnali! Ti desidera!
Vuoi andare, idiota, si o si?!
Non posso! NON SONO COSI’, IO DEVO
PROTEGGERLA!
Ma dai, non dire stupidaggini! Si vede lontano un miglio che la vuoi,
tua e di nessun altro. E credi davvero che lei si tiri indietro? Ragazzo, è
timida, non stupida…
Oddio, stavo impazzando. Parlavo
anche da solo, da classico psicopatico. Dovevo assolutamente calmarmi. SUBITO.
“Jasper” sussurrai, implorante
“Ti scongiuro, fa qualcosa per calmarmi”
Lui mi fissò un secondo
interdetto, poi scoppiò a ridere lasciandomi stupefatto.
“Scusami, fratello, ma non credo
proprio che lo farò!” disse allegro “Devi sbrogliartela da solo, stavolta”
“Jasper, per favore!”
Scosse la testa con un sorriso
angelico.
“Mi dispiace, fratello, ma mi
hai detto tu stesso di non aiutarti più” disse assolutamente angelico. Mi
lanciò uno sguardo furbo. “O vuoi che ti aiuti sul serio?”
Lo fissai allibito, troppo
sorpreso per replicare.
Jasper. Jasper Whitlock. Jasper Whitlock Hale Cullen. Quel Jasper sempre serio, composto ed educato,
l’unico maturo al mio parere, eccetto il sottoscritto e i nostri genitori,
colui che potevo considerare un fratello e un valido alleato mi aveva appena pugnalato
alle spalle. Ma perché tutti volevano aiutarmi sempre quando non ne avevo
bisogno, e invece, quando ero io a chiedere aiuto, si trasformavano nei
più subdoli e perfidi vampiri ricattatori del pianeta? E il grande amore
fraterno che tanto decantavano al mondo lo tiravano fuori solamente quando
faceva loro comodo?
Jasper mi fissò un altro secondo, poi scoppiò a ridere, piegandosi in due
dalle risate.
Bel fratello! Rideva pure sulle mie disgrazie, soprattutto quando era lui
a causarle!
“Ehi, che gli prende a Jasperino? Perché sta soffocando?” domandò Emmett
tornando a braccetto di Rose
“Niente, niente. Ed mi ha fatto ridere, tutto qui” tentò di riprendersi
Jasper, tornando in posizione eretta. “Almeno
ti concedo di tenere la bocca chiusa, fratellone” pensò.
Alice rise. Ovviamente, lei sapeva tutto.
Che bella famiglia!
Quella peste dai capelli corvini affianco il suo degno compagno e gli
sorrise.
“Bene, via col party!” esclamò su di giri “Edward, mostra a Bella come si
balla! A dopo!”
E facendomi l’occhiolino, trascinò Jasper sulla pista, seguita a ruota da
Emmett e Rosalie.
Accidenti. Ora dovevo cavarmela da solo.
Feci un bel respiro profondo per calmarmi. Pessima idea.
Il suo profumo mi colpì con una violenza inaudita, permettendomi per la
prima volta in quel pomeriggio di respirare davvero.
Aria, pensai, ubriacandomi l’anima di
quell’essenza.
Il resto del mondo svanì insieme a tutte le mie ansie e le paure.
Esistevamo solo io e lei.
Mi voltai con calma e la fissai, ammaliato; da vicino era di gran lunga
più bella di quanto mi fosse parsa prima. Ricambiava lo sguardo di sottecchi e
le guance rosse, chiaramente imbarazzata. Le sorrisi; adoravo quando faceva
così.
Arrossì ancora di più,
ricambiando il sorriso, annebbiando il mio controllo.
Tentai di fare appello al mio
ultimo lampo di lucidità.
Niente da fare.
Ero totalmente in suo potere.
Bella’s pov.
La musica assordante l’avevo già
percepita parecchi isolati prima, ma non mi aspettavo di trovarmi davanti una
costruzione del genere, un edificio alto, moderno, con una fila lunghissima di
persone in attesa. Un locale alla moda, anzi, IL locale alla moda; dove
potevano andare dei tipi come loro? Era ovvio.
La musica mi stava già dando
alla testa; persino io che odiavo con tutto il cuore ballare mi scoprii desiderosa
di buttarmi in pista a scatenarmi. Effetto musica o effetto Cullen? Bah!
“Cariche?” domandò Rosalie
eccitata
“Altroché!” rispose Alice. Al
solito, sintonizzate sullo stesso piano.
Mi fissarono con LO SGUARDO.
“D-diamoci dentro!” balbettai,
insicura, alzando timidamente il pugno. Andò più che bene
“Si va!” urlarono loro,
prendendomi per mano.
Ovviamente saltammo la fila – e
quando mai ci saremmo potute abbassare al livello dei comuni mortali! – ed
entrammo nell’edificio.
Luci, musica a palla, corpi
assolutamente persi nel delirio del ballo… tipica atmosfera da discoteca, ma di
quelle di Hollywood, catapultati in un mondo fatto di desideri, lussuria e
peccati.
Il guaio era che iniziavo a
sentirmi a casa. Volevo fare tutto senza pensare, senza ritegno, senza
giudizio. E non era il caso con quel dio dai capelli bronzei che mi sarei
ritrovata come insegnate di ballo.
Mi guardai attorno, cercando i
ragazzi con lo sguardo.
E lo vidi.
Il fiato mi si spezzò in gola,
mentre un fuoco prendeva il controllo del mio corpo. Davanti ai miei occhi
c’era la creatura più bella di tutto il creato.
Appoggiato al muro con le mani
nelle tasche dei jeans neri a sigaretta, che fasciavano magnificamente le sue
gambe esaltandone la perfezione, il più bello degli arcangeli osservava i suoi
fratelli litigare; sopra, la camicia nera che indossava, della quale i primi
tre bottoni erano slacciati, lasciava intravedere una muscolatura fatta e
finita.
Sul viso un sorriso arrogante e
dannatamente tentatore.
Ora, siamo razionali: se vi si
presentasse davanti un simile dio, in una posa terribilmente sexy, di cui ogni
singola cellula sembra urlarvi “Violentami, bambolina, sono qui per te”, voi
cosa fareste?!
Maledizione, lui era così… in
quella posa così… dannazione, ma si rendeva minimamente conto di quanto
quell’aria da cattivo ragazzo lo rendesse assurdamente eccitante? E di quanto
mi portasse al limite, maledizione?!
O Dio, o Dio, o Dio, dovevo
assolutamente calmarmi, o di lì a poco avrei fatto qualcosa di davvero, davvero
stupido
Non riuscivo a staccargli gli
occhi di dosso, letteralmente lo stavo stuprando con lo sguardo. Altro che
buoni propositi di brava sorellina! Se non gli saltava subito addosso era già
un miracolo!
“Bella, tutto ok?” chiese
Rosalie
“Eh? Oh, si si” risposi. Provo
solo un’attrazione irresistibile verso il tuo sexy e meraviglioso fratello
single, tutto qui…
“Benarrivate, signorine”
Emmett era sbucato dal nulla di
fronte a noi, e ora ci stava salutando con un inchino. Indossava un paio di
jeans stinti e una camicia bianca; stava bene, sembrava a proprio agio lì
dentro.
“Ciao” lo saluto Rosalie,
lanciandogli un’occhiata di sfida
“Non ti preoccupare, micetta, ti
farò vedere io chi merita la corona della pista” ribatté lui provocante
“Ciao fratellone!” esclamò Alice
“Gli altri?”
“Laggiù, troppo ingessati per
muoversi” disse lui cingendo con un braccio la vita di Rose “Gli ho fatto
ballare due brani dei mitici Village People e si sono offesi, i bimbi…”
Si voltò verso di me e mi
rivolse un gran sorriso. “Accidenti, piccola! Sei uno
schianto stasera!” esclamò ammirato “Farai faville!”
“G-grazie”
“Eccoli!” esclamò Alice
sbracciandosi per farsi vedere.
Seguii il suo sguardo e
intravidi Jasper ed Edward fissarci. Il suo sguardo intenso mi costrinse ad
abbassare il mio. Era troppo per essere vero. Semplicemente troppo.
Alice, ghignando, mi prese per
un braccio e mi trascinò da loro. Io la seguii tenendo i miei occhi ben
piantati per terra.
La risata di Jasper riempiva
l’aria, sovrastata solo dalla musica.
“Ehi, che gli prende a Jasperino? Perché sta soffocando?” domandò Emmett
“Niente, niente. Ed mi ha fatto ridere, tutto qui” tentò di riprendersi
Jasper, tornando in posizione eretta
Alice rise; affiancò il suo compagno e gli sorrise.
“Bene, via col party!” esclamò su di giri “Edward, mostra a Bella come si
balla! A dopo!”
E facendo l’occhiolino, trascinò Jasper sulla pista, seguita a ruota da
Emmett e Rosalie.
Accidenti. Ora dovevo cavarmela da sola.
Sentii Edward fare un respiro profondo, prima di voltarsi per guardarmi.
Ricambiai lo sguardo di sottecchi sentendo il fuoco ardere nelle mie vene. La
sua presenza mi scombussolava. Mi rivolse il suo speciale sorriso, tentatore
nell’oscurità. Tentai di ricambiare sempre più in balìa del suo potere. Tentai
di trovare un motivo per resistergli, ma la mia mente era sconvolta da un
blackout.
“DATECI DENTRO, MOCCIOSI! VOGLIO VEDERVI BRILLARE!”
Il grido esultante di Emmett ci fece sobbalzare entrambi, facendoci
voltare verso la pista.
“Vivo nella speranza che il mio sogno si possa avverare, che un giorno
possano cambiare, diventando persone serie e responsabili…” sospirò studiando
sconsolato suo fratello
“I sogni son desideri…” canticchiai
Ridacchiò tornando a fissarmi. Lo imitai, pregando il mio corpo di
resistere a tanta perfezione senza commettere qualche pazzia. Probabilmente non
ce l’avrei fatta.
“È davvero molto avvenente, questa sera, signorina Swan” disse con voce
vellutata, abbozzando un inchino
Avvampai più del dovuto. “Gr-Grazie, Edward. Anche tu sei splendido”
Mi sorrise e io rivolsi la mia attenzione altrove.
Calma, Bella, controlla gli
ormoni, mi ripetei, Non c’è niente per cui valga la pena
agitarsi, a parte l’incarnazione della sensualità e dell’avvenenza al tuo
fianco….
E DICI POCO!
Come si fa a restare indifferenti a tanto ben di Dio?! È umanamente e
inumanamente possibile!
“Vorrei proprio sapere cosa ti frulla per la testa” ridacchiò Edward
posandomi delicatamente una mano sui capelli “Chissà quanti tuoi segreti
riuscirei a scoprire…”
“No!” esclamai facendo un balzo indietro. Non avrebbe mai dovuto sapere
cosa pensassi di lui.
Mi fissò sorpreso e poi scoppiò a ridere.
“Cosa c’è di tanto buffo?” chiesi, arrossendo
“Tu!” rise “Sei buffa!”
Gli voltai le spalle, offesa, lasciando che ridesse di me. Ma non riuscii
a fare neanche la parte dell’offesa, tanto ero contenta di farlo ridere.
“Ti prego, Bella, perdonami. Non
volevo” ridacchiò lui
“Non dire che non volevi, perché
volevi” replicai girandomi e fissandolo divertita “Ammettilo: tu adori
prendermi in giro”
Mi rivolse un sorriso
scintillante. “Infatti”
“Cosa?! Ma che gentiluomo sei?!”
esclamai offesa “Tu dovevi dire: No, Bella, non è vero, sono molto rammaricato
di quello che ho fatto!”
“Mi avresti mai creduto?” chiese
lui con un ghigno
“Potevi fingere” replicai,
incrociando le braccia
“Io credo nella sincerità prima
di tutto”
“Infatti quando ti presenti la
prima cosa che dici è: Salve, sono Edward Cullen, un vampiro di quasi
centodieci anni, so leggere nel pensiero e ho una superforza e una super
velocità incredibili!”
Scoppiò a ridere. “Ovviamente!
Per chi mi hai preso? Per uno che tiene alla segretezza della sua famiglia e
alla vita degli ignari umani?”
“Oh, come ho potuto essere così
cieca!”
Ridemmo in coro, alleggerendo
l’atmosfera. Poi, Edward mi porse la mano.
“Mi concede l’onore di questo
ballo, signorina?” mi chiese
Arrossii, fissando la sua mano
intimidita. “Ti avverto” lo ammonii “Sono una pessima ballerina. Totalmente
incapace. Rischi la vita se balli con me”
“Correrò il rischio” sorrise
“Ed, davvero, forse non è una buona
idea” Ora la nota di panico nella mia voce era udibile “Inciamperò, ti pesterò
i piedi, ti farò fare una brutta figura!”
“Fidati di me, fifona” disse
sorridendo “Ci sono io”
“Seriamente, Edward, non so
ballare!”
“Ma io si”
Mi prese gentilmente la mano, e
ancora una volta una scossa elettrica si propagò lungo i nostri corpi. Lo
seguii docilmente, mentre lui scivolava tra la folla con grazia impeccabile.
Arrivati in mezzo alla pista si
fermò e si voltò a guardarmi.
“Chiudi gli occhi” mi ordinò
Lo fissai confusa.
“Bella, se vuoi imparare a
ballare, devi imparare a non pensare” disse lui “lascia che sia la musica a
guidarti”
“Ma le tue frasi le prendi dai
biglietti dei cioccolatini, o hai chi te le scrive?” gli domandai scettica. La
musica era la mia mortale nemica, almeno quando dovevo ballare.
“Fidati di me”
E come posso non fidarmi del mio
angelo?
Chiusi gli occhi, riluttante.
“Edward, se casco da questi trampoli…”
“Ti prenderò prima che tu possa
sfiorare il pavimento” mi assicurò lui con voce calda
Probabilmente ora ero rossa
quanto le luci al neon che saettavano attorno a noi, ma cercai di non badarci.
“E ora, maestro, che faccio?”
domandai
“Lasciati guidare dalla musica”
disse lui con una voce ipnotica, sensuale, che mi fece rabbrividire “Svuota la
mente da tutto… concentrati solo sulla musica… come se dovessi suonare…”
E ancora gli obbedii. Accidenti,
da quando ero così accondiscendente?
Piano, piano, controvoglia, mi
sintonizzai solo sulla musica, allontanando tutto il resto dalla mia mente,
concentrandomi solo sul ritmo incalzante della canzone. Non era male... anzi,
non era affatto male!
Senza che me ne rendessi
propriamente conto, il mio corpo iniziò a muoversi sul posto seguendo il ritmo
della musica, fino a che non mi ritrovai a seguire il mio istinto e a danzare.
Incredibile, Isabella Marie Swan che volontariamente
ballava, anche molto bene, senza
causare incidenti o morti improvvise e senza che qualcuno la con stingesse!
Miracolo!
Mi ritrovai a sorridere come una
bambina, muovendomi sempre più velocemente.
Sentii una risata vicino al mio
orecchio. “Chi è che diceva di non saper ballare?”
Arrossii e aprii gli occhi,
trovando il suo viso a poca distanza dal mio, con quel suo sorriso da
cardiopalma.
“Mi sembra che te la stia
cavando piuttosto bene” continuò con un tono di voce che dovrebbe essere
dichiarato illegale.
“Certo. Io posso fare tutto”
risposi trovando la voce “Mi sembra che abbia appena imparato a ballare da
sola. Senza il tuo aiuto, caro mio. Sono bravissima”
Non avevamo smesso di muoverci lungo
la pista, in perfetta sincronia; i nostri corpi erano vicini, perfettamente
allineati e in sintonia, coreografia perfetta.
“Ah si, eh?” disse con un
sorrisetto arrogante. Mi afferrò la mano e mi attirò a sé. “Ora, Miss
Faccio-Tutto-Da-Sola, il Maestro ti mostra come si balla”
Arrossii di botto continuando a
sostenere il suo sguardo, mentre iniziavamo a volteggiare sulla pista. La sua
mano teneva stretta la mia, e mi guidava intorno alla sala con un autocontrollo
perfetto. Per fortuna, aggiungerei; fosse per me, ora staremmo facendo un altro
tipo di danza....
Scossi la testa, distraendomi e
inciampando. Edward mi sostenne, stringendomi a lui, mantenendo la sua promessa
di impedirmi di fare del male, a me e ad altri.
“Che fai, inciampi?” ridacchiò
“Non eri la più grande ballerina del secolo?”
“Ora le faccio vedere io chi è
la migliore, Maestro” sibilai, mentre
il mio orgoglio mi ordinava di fargliela pagare.
Mi sorrise arrogante, e io
ricambiai. La sfida era appena iniziata.
Tenendo sempre la sua mano ben
stretta tra le mie, iniziai a ballare, senza pensare, senza ragionare, senza
rifletterle. Ballavo per mostrargli che nulla poteva fermarmi se ero
intenzionata a fare qualcosa. Il mio orgoglio non si piegava davanti a nessuno.
Edward, a quanto sembrava, era
del mio stesso avviso; non si risparmiava nulla, mi dava un gran filo da
torcere. Era un ottimo ballerino, senza alcun dubbio.
Continuavamo a danzare, a
gareggiare tra noi, senza curarci delle occhiate curiose e ammirate che ci
rivolgevano, perché, infondo, esistevamo solo noi. La sala era vuota, la muscia
solo un debole brusio indistinto; eravamo io e lui, ora e per sempre.
Pian piano, senza neanche
rendermene conto, la nostra sfida morì così come era cominciata. Ci ritrovammo
a sorriderci allegri, a volteggiare e a divertirci insieme, felici. Ballammo
per ore, senza fermarci, e senza che i sorrisi abbandonassero i nostri volti.
Ci guardavamo continuamente negli occhi, felici.
“Va bene, lo ammetto: sei molto
portata per il ballo. Ho sbagliato a prenderti in giro” disse Edward finendo di
farmi fare una giravolta.
“E io mi scuso per non averi
ancora detto che sei davvero un ottimo ballerino” dissi “Non dubiterò mai più
di te”
Alzò un sopracciglio. “Hai mai
dubitato di me?” chiese
Arrossii. “Beh, non esat... aspetta
un momento! Mi stai prendendo in giro, vero?”
“Indovinato” ghignò
Stavo per rispondergli male,
quando le luci si fecero soffuse e gli altoparlanti diffusero una melodia
dolce, romantica, per coppiette innamorate. Io ed Edward ci guardammo intorno un
momento, spaesati, mentre le coppie intono a noi iniziavano a ballare strette
ai propri compagni.
“Ehm... credo che sia il caso
che ci spostiamo” borbottai, imbarazzata.
La sua mano si strinse
dolcemente attorno alla mia, e mi ritrovai il suo volto sorridente di fronte.
“Non così in fretta” sussurrò
“Ti avevo promesso che ti avrei insegnato a ballare...”
Le sue mani mi spinsero
gentilmente verso di lui; prese una delle mie mani e me la fece stringere
attorno alla sua vita, mentre l’altra le tenne stretta, sollevandola
all’altezza della spalla, intrecciando le sue dita alle mie; gentilmente, posò
l’altra sua mano attorno ai miei fianchi. Lo fissai meravigliata, arrossendo.
“... e nel pacchetto era
compreso anche un lento” sussurrò piano, senza smettere di fissarmi.
Iniziammo a ondeggiare sulla
pista, seguendo le note dolce della musica, senza che i nostri sguardi si
staccassero un attimo. Ero completamente soggiogata da quello sguardo ipnotico,
angelico... dolce. Edward mi guardava con una dolcezza che mai, mai avrei
creduto di meritare. Era come se... se leggesse, invece che i miei pensieri, la
mia anima, e che ciò che trovasse gli piacesse immensamente.
Che sciocchezza. Un angelo come
lui cosa poteva vedere in un mostro come me?
Continuammo a danzare lentamente,
con Edward che mi cullava piano.
Non esistevamo altro che noi.
Verso la fine della canzone,
dietro il mio angelo intravidi le figure di Alice e Jasper, che danzavano
armonici tenendosi stretti, scambiandosi uno di quei loro sguardi
indescrivibili, tanto era profondo il livello a cui si comprendevano. Poco più
in là, Rosalie ballava con il capo poggiato sulla spalla di Emmett, che le
accarezzava protettivo la schiena.
E di nuovo, improvvisamente, la
sensazione di solitudine e di inadeguatezza prese il controllo del mio cuore.
Loro avevano qualcuno da amare.
E io?
Edward...
“Bella, c’è qualcosa che ti
turba?” domandò in un sussurro Edward, accorgendosi che qualcosa non andava
“Oh... no, niente” gli risposi
piano, abbassando lo sguardo
“Ti gira la testa?”
“Un po’...” mormorai, perdendomi
nelle sue iridi.
Lentamente sciolse l’abbraccio
in cui eravamo stretti e mi prese per mano, guidandomi lontano dalla pista.
Uscimmo per strada e ci allontanammo dalla discoteca, inoltrandoci in un parco,
deserto a quell’ora. Edward mi fece accomodare su una panchina, sedendosi poi
accanto a me. Mi studiò attento, preoccupato di vedermi ancora debole.
Sbuffai, guardandolo con un
mezzo sorriso. “Edward, non devi preoccuparti per me. Sto bene, davvero” lo
rassicurai
“Non posso non farlo” mi disse sincero
“Sei stata tutto il giorno nelle mani di quelle due pazze sadiche delle mie
sorelle. Non avrei mai detto che saresti riuscita sopravvivere e poi a
resistere fino alle due del mattino”
“Sono già le due?” chiesi
meravigliata “Mi sembra di essere arrivata solo da una decina di minuti”
“E invece è notte fonda” sorrise
lui “A quest’ora le brave bambine dovrebbero già essere sotto le coperte a fare
bei sogni”
“Beh, io non sono brava, né
tanto meno bambina” replicai
“Oh, si che lo sei” ghignò lui
“Sei molto più piccola di me”
Gli feci la linguaccia e lui
scoppiò a ridere. “Comportamento alquanto maturo, non c’è che dire!” disse
“Tutta colpa tua, nonno”
replicai incrociando le braccia
“Nonno?” disse, alzando un
sopracciglio
“L’hai detto tu che in confronto
a te sono una bambina”
“Ti pare che abbia l’aspetto da
nonno?”
Arrossi, chiudendo
frettolosamente gli occhi. Se si aspettava che gli dicessi che il suo aspetto
era decisamente magnifico, simile a un dio nella sua perfezione, si sbagliava
di grosso. Ma mentire su quel argomento era un’eresia, e inoltre non ne ero
proprio capace.
“Non credere che possa elogiarti
così facilmente, Narciso” dissi
“Ammettilo: sono decisamente un
bel ragazzo” mi provocò; lo spiai e notai che aveva assunto una faccia da
giocatore di poker.
Un bel ragazzo? Edward, forse ti
servono gli occhiali: sei talmente perfetto che mi è difficile immaginarti
vero, pensare che tu possa essere reale e non soltanto un bellissimo sogno! Ma
non è solo la tua bellezza, tu sei speciale, sei unico, sei…
“Mai” dissi decisa. Ovviamente,
le mie guance si imporporarono. Mai che mi aiutassero a mantenere i segreti!
Ridacchiò. “Grazie”
“Per cosa?” chiesi, aprendo gli
occhi
“Per non essere come tutte le
altre” spiegò “Per non volermi vicino solo perché sono… beh, bello”
“Edward, non devi sminuirti per
questo” dissi, arrossendo “Gli umani tendono a considerati solamente bello
perché è così che appariamo loro. Ma quanti di loro ti hanno mai avvicinato e
hanno mai provato a comprenderti? Credo nessuno. Quindi, in fondo, è meglio
così. Intendo, che ti credano bello; almeno hanno capito in parte che sei una
splendida, meravigliosa persona”
Ecco: idiozia del secolo. Perché
non capisco mai quando è il momento di tenere la bocca cucita?
Mi rivolse un occhiata
meravigliata.
“Beh? Cosa c’è?” domandai,
brusca a causa dell’imbarazzo
“Non avevo ricevuto un
complimento così bello” mormorò rapito
“Non aspettartene altri”
borbottai imbarazzata “Tanto non te lo dico che sei bello”
“L’hai appena fatto”
“Accidenti!” esclamai
maledicendomi, mentre lui scoppiava a ridere.
Mi rivolse uno sguardo allegro
prima di voltarsi lentamente e ammirare il cielo. Quella sera, le nuvole erano
rade e si potevano intravedere le stelle, piccoli puntini di luce a tratti
nascosi da uno strato grigio.
“Sono belle, vero?” sussurrai
osservandole
“Già” sospirai “Ma non si vedono
bene, qui…”
“Non mi importa” replicai con
malinconia “Non le vedevo da troppo tempo”
Fremette, ma fu solo per un
istante. “Come ti trovi qui, Bella?” chiese
“Bene” risposi. I nostri sguardi
non si postarono dalle stelle.
“Sei sincera?”
“Si” risposi “Sono davvero
felice di poter vivere in una famiglia come la vostra. Siete tutti così gentili
con me, così calorosi… Non riesco a crederci ancora. Qualche volta, la mattina,
prima di alzarmi, rimango nel letto ad occhi chiusi. Temo sempre di aver
sognato tutto, che questa mia nuova vita non esista, sia solo un sogno. Non sai
che gioia provo quando apro gli occhi e vi ritrovo tutti ad aspettarmi”
Sospirai portando le gambe al mio petto, e ridacchiai. “Alla fine, mi hanno
ascoltato”
Si voltò per osservarmi
incuriosito. “Chi?”
“Le stelle” risposi continuando
a fissare il cielo “Alla fine, mi hanno concesso la possibilità di incontrare i
miei sette magnifici angeli custodi”
Mi permisi di fissarlo di
sottecchi, arrossendo. Di nuovo quell’espressione, quello sguardo stupito ma
profondamente dolce. Gli occhi ambrati di un angelo. Lentamente, quasi come se
temesse di potermi fare del male sfiorandomi, avvicinò una mano al mio volto e
mi sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, delicato.
“Credo…” mormorò. La sua voce
era ipnotica, morbida come il velluto, estremamente fievole “Che quello
fortunato tra noi due sia io. Non avrei mai pensato che una simile stella
potesse venire a vivere al mio fianco. Al fianco di un essere… dannato” La sua
voce si fece triste sull’ultima parola.
“Tu non sei dannato, Edward” lo
ripresi sedendomi e fissandolo.
“Ti assicuro, lo sono” mormorò
“Chi te lo dice? Cosa hai fatto
di tanto brutto?”.
Non soffrire, Edward, non soffrire più. Sei il mio angelo, devi essere
sempre felice. Farò di tutto purché tu lo sia…
“Ho infranto un sacco di comandamenti,
di leggi, di regole… la mia esistenza è un crimine contro natura…. Ho ucciso
tante persone innocenti….”. la sua voce era tormentata, carica di sensi di
colpa e di dolore; ogni sua parola era una coltellata nel mio petto.
“Anche io” sbottai, incapace di
tenerlo dentro, incapace di vederlo soffrire “Anche io ho ucciso, anche io ho
fatto tanti sbagli. Ma se con tutti i miei errori mi è stato concesso di
incontrare un angelo come te, Edward, allora sta pur certo che li rifarei solo
per incontrarti”
Prima che il mio cervello
realizzasse quanto oltre mi ero spinta, gli presi una mano e la strinsi forte,
guardandolo insistentemente.
“Non sei cattivo, Edward. Non
sei dannato. Sei buono. Hai commesso degli errori, certo, ma chi non ne fa? E
la prova della tua dolcezza sta proprio nel fatto che non accetti di aver
commesso degli omicidi, che vai contro la tua natura stessa pur di non commetterne
di nuovi, di non uccidere ancora. Se tu ti consideri dannato, allora mi chiedo
io cosa dovrei essere”
Edward’s pov.
Non ci credevo.
Non era minimamente possibile
che Bella pensasse che io fossi un
angelo. Che io fossi buono.
Avevo commesso un’infinità di
errori nella mia esistenza. Avevo messo fine a centinaia di vite innocenti,
tutto per appagare la mia sete. Sconosciuti con una vita, con una storia, con
persone care che aspettavano ancora
invano il ritorno dei loro amati.
Come poteva non vedere tutto
questo?
Come poteva non vedere la bestia
che ero in realtà?
Forse era troppo giovane per
capire; forse troppo sciocca per avvertire il pericolo. Quanti forse c’erano
per mettere in discussione le sue teorie sulla mia bontà.
Eppure non riuscivo a trovarne
una che potesse far crollare la sua idea della mia purezza. Sapevo di essere un
mostro, indegno di amare e di essere amato, ma non riuscivo a non credere alle
sue parole. Lei era così convinta che io fossi buono… così dolce nel cercare di
farmelo credere….
Le avrei davvero aperto gli
occhi sulla mia natura? Sarei mai riuscito a raccontarle gli orrori di cui ero
stato protagonista, solo per proteggerla da me stesso? Solo per allontanarla da me?
No.
Non ci sarei mai riuscito. Non avrei
mai fatto a meno di lei e del calore che sapeva donarmi, della pace che sapeva
regalarmi. Sarei stato egoista, fino in fondo.
Vicino a me. Con me. per sempre
Le presi la mano e intrecciai le
dita con le sue. Il calore che mi arrivò fu immenso, e mi regalò un estasi mai
provata prima. Alzai le nostre mani e con il dorso della mia le accarezzai la
guancia, piano, come se stessi toccando una fragilissima bolla di sapone.
“Come puoi…” mormorai “Su che
basi riesci a fidarti di me? Perché non ha paura?”
“Perché tu non sei il demone che
credi” mi rispose in un sussurro, un adorabile tremolio nella voce “Non lo sei
stato e non lo sarai mai. E vorrei tanto… vorrei tanto che tu lo capissi,
Edward”
Sentii il cuore salirmi in gola
e bloccarmi le parole. Tutta quella dolcezza, per me…. solo per me….
“Perché mi menti, Bella?” le
chiesi addolorato
“Non ti sto mentendo”
“Come posso crederti?”
Dimmelo, piccola mia: come posso
crederti, come posso convincermi di meritarti? Sei troppo pura, troppo
innocente, troppo bella per me, per uno mostro. Ma non riesco ad allontanarti,
a metterti in salvo da me. Non riesco a
fare a meno di te, Isabella.
“Perché le stelle” rispose con
un timido sorriso, lasciando che un delicato rossore le infiammasse le guance
“Non mentono mai”
La studiai intensamente negli
occhi, sorpreso. In una sola serata, mi aveva stupito tre volte.
Quella ragazza era unica. La mia
piccola Bella. Il mio sogno proibito. La mia dolce stella.
Le sorrisi e lei arrossì ancora
di più.
“Però” disse, osservando il
cielo “Gli angeli non devono essere tristi. Quindi mi devi promettere che
sorriderai sempre, d’ora in poi”
Finché ci sarai tu al mio fianco, lo farò, promisi a me stesso, Tutto pur di farti felice
“D’accordo” risposi
“Grazie”
Non resistetti più. La sua
dolcezza era infinita.
Mi chinai leggermente su lui
lei, senza che il mio cervello potesse capire che cosa stavo cercando di fare,
e riuscire a impedirmelo. La vidi voltarsi verso di me sorpresa.
Le sfiorai la pelle delicata
della fronte con le mie labbra, indegne di lei e della sua luce. Ma in quel
momento, non riuscii a farne a meno. Il suo profumo mi stordì e mi fece perdere
il filo più che mai. Desiderai scendere, sfiorare con le mi labbra ogni
centimetro di quel volto perfetto, fino a sfiorare quelle labbra calde,
morbide, invitanti. Per sempre, fino alla fine del mondo, avrei voluto baciare
quella piccola stella.
Ero letteralmente suo.
La sentii irrigidirsi, sorpresa,
e mi staccai sorridendole. Le sue guance erano fuoco.
“Grazie, mia piccola stella”
sussurrai
I suoi occhi si riempirono di
dolcezza, di felicità, di….
“P-prego” balbettò, stringendo
le sue dita attorno alle mie
Ci fissammo negli occhi e…
“Trovati! Ho vinto i cinquecento
dollari!”
Sobbalzammo voltandoci all’unisono
verso il cespuglio alle nostre spalle, dal quale il faccione allegro di Emmett
era appena spuntato.
“EMMETT!” gridammo all’unisono,
sorpresi “CHE ACCIDENTI CI FAI QUI?”
“Vi stavamo cercando” disse
Alice arrivando alla nostra destra “In palio cinquecento dollaroni al primo che
vi trovava, ovvero Emmett”
“Sono quasi le tre del mattino,
ma dove vi eravate cacciati?” chiese Rosalie giungendo da sinistra “Volevamo
tornare a casa, ma voi eravate spariti”
“Ci siamo preoccupati e vi
abbiamo cercato” concluse Jasper sbucando dai cespugli di fronte a noi
I loro occhi caddero sulla
panchina, o meglio, sulla mia mano intrecciata a quella di Bella; se fossi
stato umano, probabilmente sarei morto.
“EVVIVA! IL MIO PICCOLO FRATELLINO E’ DIVENTAT UOMO!” Il grido di
Emmett mi trapanò il cervello
“Edward e Bella... finalmente, non ci posso credere” Rosalie era
commossa, a dir poco
“Quante storie facevi, Ed! Hai visto che l’amore è splendido?” disse
Jasper ammiccante e compiaciuto
“Sono felice, sono felice, sono felice. La mia sorellina e il mio
fratellino insieme, non ho parole!!” che se non quella piccola elfa causa
di tutti i miei guai poteva gridare così e causarmi l’emicrania?
Bella seguì il loro sguardo e
avvampò, staccando la mia mano dalla sua.
“NON E’ COME SEMBRA!” urlammo in
coro
“Oh, invece sembra!” dissero
loro in coro
“Stavamo soltanto
chiacchierando” ringhiai io imbarazzato
“E c’è stato un momento…” disse
Bella
“Romantico?” suggerì Emmett
“Si… cioè, NO, niente affatto! È
solo che ci siamo sentiti un po’ tristi e…”
“E avete fatto pratica di baci
alla francese” ghignò Alice
“Non è assolutamente vero!”
gridai io
“Solo a stampo? Mi pare pochino”
disse Jasper
“Niente del genere! Ci stavamo
soltanto…” esclamò Bella, ormai bordeaux
“Dichiarando!” la anticipò
Rosalie, perfida
“Ora basta, non è vero!” esclamammo
in coro io e Bella
“Ma guardali, che carini!
Parlano in sincrono!” ridacchiarono loro
“Bella, io li sto per ammazzare”
annunciai, uno scintillio violento nei miei occhi
“Se cerchi man forte ci sono io”
disse lei “Lasciami le nostre sorelle”
“Io elimino i nostri fratelli”
ringhiai, accucciandomi, subito imitato da Isabella
“A Carlisle ed Esme dispiacerà
la loro morte?” chiese Bella scoprendo i denti
“Non direi, visto che i due
figli migliori sono sopravvissuti” risposi
“Era solo per sapere”
“Ah, ma che carini!”
cinguettarono i nostri fratelli indietreggiando
“Scappate” gli intimammo in coro
io e Bella “ORA”
E scattammo in sincrono
all’inseguimento di quei quattro sciagurati.
Scusate,
sorry, excuse mois , gomenasai! Vi chiedo scusa in tutte le lingue del mondo –
anche se non le so – per il mio oltraggioso e inqualificabile ritardo! Lo so
che avevo promesso di non farlo più, ma come avete visto, sono stata un po’
impegnata con il pagellino, le altre due ff, questa… e niente più sogni
rivelatori sul seguito! Cioè, no, lo so come deve continuare e finire, ma mi è
dispiaciuto non veder più i Cullen passeggiare tra i miei sogni.
Ma
ora, visto che con la mia vita vi ho ammorbato abbastanza, due parole due su
questo capitolo.
Assolutamente
in chiave comica (la prima parte) e romantica (la seconda); i pov di tutti e
due i protagonisti accompagneranno la lettura alternandosi – si spera – per
renderla più piacevole. Ci sarà una breve riflessione sui cambiamenti di Bella
all’inizio, un momento “tra sorelle” (vi lascio immaginare) al centro, e poi la
serata in discoteca.
Speriamo
in commenti positivi.
Ah,
e in più un milione di auguri in ritardo per le feste passate e per il rientro
a casa, scuola, lavoro e quant’altro. Grazie angeli miei, a voi che mi fate
felic con la vostra presenza tutto il bene del mondo!!!
Bene,
ora, come al solito, si ringraziano.
Tokiotwilighters:
Io ho idee troppo belle? Forse non hai letto bene le
tue storie, che meritano di essere lette, non le mie due scemenze… lascia
perdere, non sai che dolore al cuore quando ho scritto di Bella praticamente
appiccicata ad Edward! T___T è stato un puro atto di masochismo! ANCHE IO
VOGLIO GIOCARE A TWISTER – O A STRIPE POKER – CON LORO!!!!!!!!!!!!!!
Fin Fish: Maestra, mi scuso per il mio megaritardo. Grazie per gli
incoraggiamenti su Jasper, avevo paura che non piacesse; ma non gli avrei mai
fatto fare da tappezzeria! Grazie per i complx sui momenti Ed/Bella, e grazie
per aver compreso e perdonato il mio sadismo (sarai un po’ mamma Cullen?) Anche
tu hai sviluppato una mania alla Alice e le sue serate a tema? O___ o Wow! E
grazie per aver letto la mia altra ff, spero ti sia piaciuta!
Honey Evans: Welcome in our big crazy family! Benvenuta, benvenuta, my new friend! Contenta che ti
piaccia la mia storia, e aggiornerò the Nessie sister!
RockAngelz:
^^ Grazie piccola! Spiacente deluderti, ma ci vorrà
ancora un po’- il personaggio del mistero non è ancora apparso. E fammi
indovinare, oggi o ieri hai pregato perché aggiornassi… DESIDERIO ESAUDITO!
MimiMiaotwilight4e: Grazie tesoro! Lo so, a volte esagero, ma penso ad Alice
e allora mi convinco che niente è troppo poco!
grilla: Welcome in
opur big crazy family! Una mia fan di tutte le mie storie Eroina!
Con che coraggio hai affrontato I miei tentativi vani di scrittura… Omaggio a
te e al tuo coraggio!
mylifeabeautifullie: Grazie! Addirittura senza parole ti ho lasciato? Sto prendendo la mano
con questa storia. Spero gradirai anche questo
Goten: Welcome in our
big crazy family! Ti ho vista, sai, mi hai commentato
anche a New Moon! Grazie. Anche io mi aggiungo all’urrà per Alice! Guai a chi
me la tocca!
Finleyna
4 Ever: Beh, in verità, fede, ti dico che no, non voglio ucciderli. Aolo
portarli sull’orlo del collasso, mi sembra una cosa innocente, no? Grazie per
gli splendidi complimenti.^^
Wind: Grazie, tu che ancora credi in me e hai capito che aggiorno ogni morte di
papa. Forse Edward si deciderebbe a trasformare Bella prima che io posti il
prossimo capitolo, ma aspettate e non rimarrete deluse.
miki18:
Grazie mille, miky! Sono felice che ti sia piaciuta
così tanto, non lo credevo possibile! Un bacione. T adoro perché mi segui
sempre, sei straordinaria!
PetaloDiCiliegio: Wellcome in our big crazy family! Ciao! Una delle mie prime
sostenitrici di “
camy00: Welcome in our
big crazy family! Ecco una nuova arrivata, benvenuta!
Grazie epr I compli, li adoro! Anche se, cmq, credo che la sadica tra me e
Alice sia io!
mistica88: Welcome in our
big crazy family! Acc, quante nuove amiche… anche tu fan
del Edward’s twister? Che ne dici se organizziamo una partita?
Lily
Evans 93: Welcome in our big crazy family!
Grazie epr aver letto la mia storia. Trovi davvero bello il rapporto tra I
Cullen? L’0ho reso bene o ho esagerato? Spero di no… lieta che mi segui e che
la trovi bella!
Silver_Alchemist: guarda, ti consiglio come
Barbie – se ce l’hai – una sorella minore. Lo dico per esperienza, una volta
che li hai sedati e manipolati, diventano degli agnellini! Grazie per i
complimenti, e non badare trp alle mie stupidaggini.
Railen:Sono felice di averti
fatto ridere! E grazie tu che ancora partecipi al mio concorso. No, non sarà
Bella, ma…. Eheheh, mistero!
Helen
Cullen: Elly! Ciao ciao! Carini I fratelli
Cullen, eh? Devi sapere che si preoccupano trp, come nel libro! Sono
letteralmente entusiasta dei bellissimi giudizi che mi dai, e di quanto sembri
adorare questa storia. Continua a seguirmi, tifo per te!
Kaida
Seleny: Grazie mille, piccola mia. e non ti
scusare x i ritardi, sono io che dovrei implorare perdono!
E iniaimo anche a
ringraziare gli angeli che hanno inserito qst storia tra i preferiti. 1 - A l y s s a
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2 - Aky [Contatta]
3 - Alasse [Contatta]
4 - aLbICoCCaCiDa
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5 - alexiell [Contatta]
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16 - BloodyKamelot
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66 - Kathys [Contatta]
67 - Kicks [Contatta]
68 - kira988 [Contatta]
69 - kirya [Contatta]
70 - kokochan [Contatta]
71 - kyotochan [Contatta]
72 - ladyarle [Contatta]
73 - Lavinne [Contatta]
74 - Lily Evans 93
[Contatta]
75 - Lithia del Sud
[Contatta]
76 - lupacchiotta_mannara
[Contatta]
77 - lyrapotter [Contatta]
78 - maRgariNa [Contatta]
79 - MaryCullen [Contatta]
80 - MatyXV [Contatta]
81 - miki18 [Contatta]
82 - Millennia Angel
[Contatta]
83 - MimiMiaotwilight4e
[Contatta]
84 - Miss_F [Contatta]
85 - mistica88 [Contatta]
86 - MoonlessNight
[Contatta]
87 - moon_sara89 [Contatta]
88 - mylifeabeautifullie
[Contatta]
89 - NENACHAN [Contatta]
90 - Nikki Potter
[Contatta]
91 - niky_d [Contatta]
92 - nixy [Contatta]
93 - Noemi91 [Contatta]
94 - Noony [Contatta]
95 - Only_a_Illusion
[Contatta]
96 - Patricia
Dalrymple [Contatta]
97 - pazzerella_92
[Contatta]
98 - PetaloDiCiliegio
[Contatta]
99 - Portinaia [Contatta]
100 - Princesseelisil
[Contatta]
101 - Railen [Contatta]
102 - Ransie88219
[Contatta]
103 - Rave [Contatta]
104 - Resha91 [Contatta]
105 - roby the best
[Contatta]
106 - RockAngelz [Contatta]
107 - Rumy [Contatta]
108 - Sairen [Contatta]
109 - Sardignola [Contatta]
110 - sasamy [Contatta]
111 - Serenity_chan
[Contatta]
112 - Shnusschen [Contatta]
113 - Shona [Contatta]
114 - Silver_Alchemist
[Contatta]
115 - smallfly [Contatta]
116 - sophie_95 [Contatta]
117 - SoSo [Contatta]
118 - stefy89d [Contatta]
119 - Tokiotwilighters
[Contatta]
120 - Tom94 [Contatta]
121 - tomoki [Contatta]
122 - Toru85 [Contatta]
123 - uchiha91 [Contatta]
124 - underworld_max
[Contatta]
125 - valemyni [Contatta]
126 - Wind [Contatta]
127 - XXXBEAXXX [Contatta]
128 - ysellTheFabulous
[Contatta]
129 - Zarah [Contatta]
130 - zije600 [Contatta]
131 - _chocola_ [Contatta]
E ora, il prossi capitolo prima della scuola, una caccia tra Bella, Ed e Carlisle:
Father and Son