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Autore: Bored94    10/07/2015    2 recensioni
Un gruppo di quattro amici incuranti delle regole e più intelligenti della media a confronto con l'Incanto Patronus. A quali ricordi attingeranno per poter evocare il loro Patronus? Quali sono i loro ricordi più felici?
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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RICORDI FELICI

 

- Un ricordo felice? - chiese Peter inclinando la testa di lato e giocherellando con la bacchetta.

Gli amici annuirono sovrappensiero, quello che stavamo per mettere in atto era un incantesimo particolarmente complicato.

L'incanto Patronus, come Remus aveva spiegato loro quel pomeriggio, era il più famoso e uno tra i più potenti incantesimi di difesa di tutto il mondo magico. Era un incantesimo terribilmente complesso e difficile che evocava un'energia positiva parzialmente tangibile conosciuta come Patronus, o spirito guardiano. Era il principale strumento di difesa contro i Dissennatori e i Letalmanti. Per evocarlo però era necessario sfruttare un ricordo felice, ma non uno qualunque, doveva essere di una tale intensità da poter contrastare il gelo e la disperazione che i Dissennatori causavano.

 

Some memories are unforgettable,
remaining ever vivid
and heartwarming!
(J.B.W.)

 

Un ricordo felice... un ricordo felice... James dovette pensarci un po', non sapeva proprio cosa scegliere. Aveva sempre avuto una vita felice, niente particolari traumi, quindi non sapeva quale avrebbe dovuto essere un ricordo abbastanza forte da poter evocare un Patronus.

Si guardò attorno, come per cercare un suggerimento. Il suo sguardo si posò su Sirius, le sopracciglia aggrottate e l'espressione concentrata, chissà che cosa avrebbe scelto lui... anche se una vaga idea forse ce l'aveva.

C'erano molti ricordi che poteva ritenere felici: l'arrivo della lettera di Hogwarts quando aveva undici anni; i nuovi amici; il suo ingresso nella squadra di Quidditch; la prima vittoria; la Mappa del Malandrino; Lily che accettava finalmente di uscire con lui, ricordava bene la sensazione: gli era sembrato di camminare a tre metri da terra, niente e nessuno avrebbe potuto turbarlo in quel momento... si scoprì a sorridere tra sé e sé come un ebete pensando ai suoi occhi e ai suoi capelli. Si sentì incredibilmente stupido, si riscosse e prese finalmente una decisione: forse non avrebbe dovuto scegliere, forse non doveva per forza essere un solo ricordo. Si guardò attorno una seconda volta, i suoi amici erano lì con lui, nella miglior scuola di magia del mondo, e Lily lo stava aspettando per il loro appuntamento, come poteva non essere felice?

Si inumidì le labbra, nervoso, sperando che funzionasse.

- Expecto Patronum! - la sua bacchetta emise un'intensa luce bianca. Ce la stava facendo! C'era riuscito! Iniziò a ridere e a saltare eccitato. Ce l'aveva fatta!

 

Sirius si morse un labbro. Doveva trovare un ricordo che valesse la pena sfruttare per quell'incantesimo, sapeva di certo da dove non sarebbe partito a cercare: escluse a priori qualsiasi ricordo riguardante i Black, non c'era niente per lui lì. Lo avevano diseredato e lui non voleva avere nulla a che fare con nessuno di loro, non gli serviva l'aiuto di arroganti purosangue convinti che fosse loro tutto dovuto. Deglutì e portò la propria attenzione a ricordi più recenti, si sarebbe concentrato sui ricordi legati a Hogwarts e ai Malandrini, lì avrebbe sicuramente trovato qualcosa, no?

Dopo che si fu lambiccato il cervello per qualche minuto finalmente ebbe l'illuminazione: James. I Potter. I Potter avevano sempre avuto una certa considerazione per lui: a volte lo ospitavano per le vacanze e gli mandavano regali per Natale, sapevano cosa gli piaceva. La famiglia di James lo aveva accolto senza battere ciglio quando era scappato di casa e lo avevano sempre fatto sentire il benvenuto, uno di loro, come se fosse sempre stato parte della loro famiglia. Ricordava ancora la notte in cui era andato a bussare alla porta di James, aveva con sé lo stretto necessario, i capelli gli si erano incollati al collo e alla fronte per il sudore. James lo aveva guardato perplesso per un attimo e Sirius aveva temuto che si fosse trattato solo di uno scherzo: magari l'amico non diceva sul serio, qualche settimana prima, quando, esasperato dall'ennesimo racconto sull'arroganza e l'assurdità dei Black, gli aveva proposto di andare a stare da lui per liberarsi della sua famiglia una volta per tutte. Ovviamente il dubbio era scomparso non appena James lo aveva invitato a entrare. - Sirius! Sei venuto davvero! Mamma, papà, è arrivato Sirius! - aveva iniziato a urlare afferrandolo per un braccio e trascinandolo in salotto.

Erano sempre stati gentili con lui ma pensava che si sarebbero opposti a un'invasione del genere, invece avevano accettato quando James aveva chiesto loro il permesso, spiegando la situazione. Da quel giorno la casa di James era diventata la sua casa, aveva addirittura una stanza tutta sua, e i Potter non gli avevano mai fatto mancare nulla, come se fosse stato un altro figlio. Aveva trovato la sua vera famiglia. Sorrise tra sé e sé. - Expecto Patronum!

 

Peter si rigirò nervosamente la bacchetta tra le mani. Chissà a cosa stavano pensando gli altri. Quali ricordi avrebbero scelto? Avrebbe tanto voluto sapere a cosa stavano pensando, se avesse fatto un pasticcio e avesse trovato il ricordo sbagliato? Non era bravo come loro in questo genere di cose.

Ebbe un moto di stizza e si ricompose. Non poteva andare avanti così e elemosinare il loro aiuto ogni volta, questa volta se la sarebbe dovuta cavare per conto proprio.

Pensò al viaggio sull'Hogwarts Express, dove aveva incontrato quelli che sarebbero diventati i suoi nuovi amici, allo smistamento e al fatto che lui, Peter Minus, così piccolo e insignificante, fosse riuscito a diventare amico dei ragazzi più ammirati della scuola. Ancora non sapeva quale fortuna cieca gli aveva permesso di diventare amico di James Potter, Sirius Black e Remus Lupin, ma si sarebbe dovuto dimostrare alla loro altezza. Era davvero felice che loro avessero accettato di essere suoi amici. - Expeco Patronum!

 

Remus si passò una mano tra i capelli, gli altri sembrano aver capito abbastanza bene il meccanismo e stavano provando l'incantesimo a più riprese per essere sicuri di farlo nel modo giusto. Era curioso di chiedere loro che ricordi stavano usando per il loro Patronus, erano davvero molto luminosi. Fece spallucce e si concentrò sul proprio incantesimo. Ci aveva riflettuto a lungo prima proporre di imparare quell'incantesimo, non sapeva nemmeno lui bene il perché, probabilmente gli era sembrata una sfida interessante ed era sicuro che gli altri l'avrebbero colta al volo. Aveva passato un po' di tempo a decidere quale potesse essere un ricordo abbastanza forte per creare un Patronus e ora non aveva dubbi: richiamò alla mente il momento in cui, al terzo anno, aveva trovato i suoi amici in camera ad attenderlo, i visi seri e l'espressione decisa. Avevano scoperto che lui era un lupo mannaro e, contro ogni aspettativa, avevano deciso di affrontare l'argomento con lui, non erano andati da Silente e non avevano sparso la voce per tutta la scuola, erano lì che lo fissavano e aspettavano che parlasse. Volevano sapere perché aveva mentito loro, erano un po' risentiti perché li aveva sottovalutati pensando che non si sarebbero accorti di nulla e ovviamente erano un po' spaventati, come era normale che fosse per dei tredicenni che scoprivano che il loro migliore amico era un lupo mannaro. Erano spaventati ma non stavano scappando: ascoltarono ciò che aveva da dire e lo rassicurarono dicendo che per loro non cambiava nulla, non volevano farlo espellere o sopprimere quindi avrebbero mantenuto il segreto. Dopotutto erano suoi amici ed era loro dovere. Remus sorrise, il loro dovere, erano sempre così drammatici.
Sul momento aveva creduto che si stessero prendendo gioco di lui eppure non era stato così, dopo l'imbarazzo dei primi giorni era tutto tornato alla normalità: gli scherzi e le battute erano rimasti quelli di sempre, avevano iniziato a fare battute anche sulla sua natura, era un modo per loro per mettere in chiaro che non c'era nulla di sbagliato in lui dal loro punto di vista. Ricordava di esserne stato così felice! Aveva finalmente degli amici e non doveva più nascondersi da loro perché lo avevano accettato per ciò che era! E poi avevano fatto l'impensabile: l'anno prima, poco dopo l'inizio del quinto anno, erano corsi da lui estremamente eccitati dicendo che ce l'avevano fatta. Erano riusciti a diventare Animagi. Avevano imparato una trasfigurazione così avanzata, rischiando di venire arrestati se scoperti, solo per potergli stare vicino e controllarlo durante le notti di luna piena. Era stato colto dalla consapevolezza che forse la sua maledizione non lo avrebbe costretto a restare solo per sempre. Non finché avesse avuto i suoi amici. - Expecto Patronum!

  
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