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Autore: LadyPalma    10/07/2015    1 recensioni
[Authella - CrudeliaxIsaac]
"Isaac fece un sorriso amaro e nel frattempo, a dispetto della paura che comunque riusciva a incutergli, mosse qualche passo verso di lei. Era vero - che era stato uno sciocco. Non si era comportato diversamente dall'ingenua Miranda di Shakespeare, innamorata del primo uomo che aveva visto in vita sua; ma per lui il mondo non si era rivelato essere il "mondo nuovo e incantevole" di cui sognava leggendo, per lui quell'esperienza era solo servita a fargli conoscere il volto assurdamente angelico del diavolo.
Si sarebbe dovuto accontentare di leggere la Tempesta, invece di trasformare in tempesta la sua intera esistenza."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crudelia De Mon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parte 14: Changing the Devil

 

 

 

 

Disturbo dell'umore, irritabilità, assenza di interesse verso il neonato: difficile diagnosticare una depressione post-partum quando si trattava di Crudelia. Certamente però la sua apparente totale mancanza di maternità era leggermente preoccupante. Infatti, a tre settimane dalla nascita del piccolo Fitzgerald, non aveva mai passato più di cinque minuti sola insieme a lui e, cosa ancora più sorprendente, non lo aveva preso neppure una volta in braccio. Isaac si preoccupava di tutto: cambiare i pannolini, dargli da mangiare, farlo addormentare; e quando lui non c'era, erano Belle e Malefica a fare da mamme surrogate. Crudelia non si sentiva gelosa, ma lo strano insolito senso di inadeguatezza la logorava. A dire il vero più volte aveva provato ad avvicinarsi alla culla ed era rimasta a dondolarla, fissando il piccolo con una curiosità quasi infantile; tuttavia puntualmente una strana repulsione l'aveva trattenuta dal fare il più piccolo passo in più.

 

Forse era la repulsione verso la responsabilità, verso l'affetto o più direttamente verso la vita.

 

"Il bambino si è addormentato..." annunciò Isaac una sera come le altre, entrando nella loro camera matrimoniale.

 

Crudelia, già stesa sul letto dove trascorreva ormai gran parte delle sue giornate, annuì semplicemente. Lo osservò in silenzio mentre si spogliava e si allungava al suo fianco: la sua stanchezza era evidente e per un momento ella si domandò se lui era felice della sua vita.

 

"Come stai?"

 

La domanda le sfuggì dalle labbra senza preavviso e non sapeva neppure lei se a parlare era una sorta di senso di colpa, una semplice curiosità oppure una inusuale reale apprensione.

 

Isaac apparve sorpreso, ma presto accennò un debole sorriso. "Sto bene" rispose con una convinzione che forse non aveva del tutto, e allungò un braccio verso di lei, attirandola di più a sè.

 

La donna appoggiò la testa sul suo petto e si lasciò stringere, ma lo strano miscuglio di sentimenti che si portava dentro non si attenuò minimamente, anzi si fece quasi più confuso. Tra le sue braccia si sentiva al sicuro, protetta, addirittura quasi compresa, eppure a quel contatto si generò in lei anche un certo odio. Una parte di lei lo odiava perché lui la amava troppo; perché nonostante tutto lui non la odiava, nemmeno un po'. Con quei pensieri nella testa e quelle emozioni nel cuore, attese in silenzio in quella posizione, finché non sentì il respiro di lui farsi più pesante e le sue dita smettere di accarezzarle i capelli. Con cautela, si allontanò e gli lanciò uno sguardo per controllare: l'uomo si era addormentato.

 

Solo allora si alzò in piedi e raggiunse il suo piccolo angolo di cucito, preparandosi a prestare attenzione a suo figlio senza essergli vicino: realizzare una copertina.

 

 

 

**

 

 

Erano da poco passate le due e la copertina era stata appena terminata: a base bianca, maculata stile dalmata e con una F ricamata di rosso in un angolo in basso; voleva che in qualche modo gli parlasse di lei e almeno in questo era sicuramente riuscita.

 

Dopo aver lanciato un ultimo sguardo soddisfatto al suo lavoro, Crudelia si diresse finalmente a letto con aria decisamente assonnata, ma non appena si infilò sotto le lenzuola, sentì un inconfondibile pianto acuto provenire dalla stanza adiacente. Uno sbuffo infastidito uscì istintivamente dalle sue labbra, così come istintivamente si voltò verso Isaac con l'intenzione di svegliarlo; tuttavia la mano che aveva allungato verso di lui per  scuoterlo, rimase improvvisamente bloccata a mezz'aria. Si mise invece seduta, si infilò le pantofole, afferrò la copertina e alla fine fu lei ad affacciarsi alla culla. Un altro istinto alla fine aveva avuto la meglio, forse l'istinto materno.

 

"Sei proprio un piccolo diavolo, non è vero?" domandò mentre fissava il piccolo viso accendersi sempre più di rosso e quasi brillare nel semibuio della stanza.

 

Aveva usato un tono irritato, ma la voce le era tremata rivelando più paura e impotenza di quanto non volesse ammettere a se stessa. Le strilla non le davano fastidio a dire il vero, ma sapeva che doveva calmarle e non sapeva come fare. Cominciò a dondolare la culla, provò a dire qualcosa e poi gli posò anche la copertina accanto. Era impregnata del suo odore e il bambino forse per questo la afferrò prontamente, senza però smettere di piangere; evidentemente aveva riconosciuto che era un falso: una vuota essenza non era ciò che voleva. Egli sembrava deluso, ma lo era anche Crudelia e probabilmente fu proprio quella sensazione che la portò a cercare per la prima volta un contatto. Improvvisamente voleva che lui smettesse di piangere.

 

"Fitzgerald, dimmi, cosa vuoi?" chiese ancora titubante, ma nel frattempo le sue mani lo avevano raggiunto.

 

Con una naturalezza che non riteneva possibile, lo sollevò e se lo strinse al petto. Era così piccolo, delicato e aveva paura di fargli del male, eppure allo stesso tempo sapeva che non sarebbe stata mai capace di fargliene - non soltanto perché la penna magica glielo impediva. Il pianto intanto si era attenuato, ma non era sparito del tutto, per questo cominciò a dondolarlo dolcemente e senza quasi rendersene conto cominciò a canticchiare.

 

"Sweet dreams are made of this...

Everybody is looking for something"

 

La canzone, a dispetto delle ingannevoli parole, non era esattamente perfetta per una ninna nanna e la sua voce non era affatto gradevole; eppure in meno di un minuto ogni lacrima era sparita e Fitzgerald stava addirittura sorridendo. Crudelia non potè evitare di sorridere a sua volta, continuando a cantare, almeno finchè non si accorse che il suo "pubblico" era cresciuto. Sullo stipite della porta stava infatti - chissà da quanto - suo marito, con un'espressione intenerita ed anche un po' divertita sul volto.

 

"Il pianto ti ha svegliato, darling?" domandò, alzando lo sguardo su di lui e cercando nel frattempo di nascondere dal suo viso i segni delle emozioni che aveva provato.

 

"No, a dire il vero è stata la tua soave voce"

 

Ella gli riservò un'occhiataccia e poi riportò immediatamente lo sguardo sul bambino. "Sta sorridendo..."

 

Isaac annuì semplicemente; dopo le tante letture che aveva fatto prima della nascita di Fitzgerald, sapeva benissimo che si trattava di un atto di riflesso e che era troppo presto per un sorriso vero e proprio. Ma non lo disse: non c'era alcun motivo per rovinare un simile magico momento e l'unica cosa che poteva fare era contribuire, seppure per un istante. Ecco perchè si avvicinò in silenzio giusto il tempo di stringere la manina del piccolo e posare un bacio sulla guancia di sua moglie.

 

"Io torno a letto... Tanto qui ci pensi tu, giusto?" chiese retoricamente con una leggera nota ironica, facendo già per avviarsi verso l'altra stanza.

 

"Isaac?" lo richiamò lei tuttavia. "Che accidenti mi hai fatto?"

 

Egli restò a guardarla per qualche attimo confuso. Sapeva che la domanda non riguardava un qualche evento in particolare, bensì la generale trasformazione che in un anno la sua vita aveva avuto. Una risposta però non c'era: era stata lei che gradualmente aveva iniziato a cambiare e ancora lo stava facendo, giorno dopo giorno, ripescando quel barlume di luce che da sempre aveva preferito oscurare. Lui non aveva fatto nulla, se non una semplice cosa.

 

"Ti ho solamente amata" rispose alla fine, abbozzando un sorriso.

 

L'espressione di Crudelia era invece mortalmente seria; forse fu per il sonno o la magia del momento, ma d'improvviso pronunciò la frase più imprevedibile.

 

"Allora non smettere mai, darling"

 

 

 

 

 

 

 

 

NDA:

 

Un enorme grazie ad Anna e ai suoi nuovi disegni che hanno ispirato l’immagine di Crudelia e Fitzgerald e anche l’idea della coperta maculata! Potete trovare qui il suo account tumblr con tutti i suoi disegni: http://annasassi.tumblr.com/

Detto questo, come semrpe spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento (troppo fluff forse?); dopo di questo ne sono rimasti solamente tre: ho il finale ben pronto in mente e perlomeno spero di soprendervi xD

Alla prossima settimana con il prossimo aggiornamento;)

P.S. Se qualcuno di voi è interessato, ho creato un gruppo facebook per i fans Authella. Vi lascio il link: https://www.facebook.com/groups/1447673405535389/?ref=ts&fref=ts

 

 

   
 
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