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Autore: Lady White Witch    12/07/2015    6 recensioni
[Scritta in collaborazione con IMmatura. Grazie a te, che supporti sempre i miei scleri]
'' Si, ma le mie scorte di dolci sono al sicuro?'' Questione di priorità, dopotutto.
‘’ Temo di no, altezza ‘’ fu la risposta del ragazzo, ancora ansimante per la corsa.
'' Come?''
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Ariovisto voltò il viso verso l’altro, e con un’espressione che avrebbe fatto raggelare il sangue nelle vene a chiunque, disse:’’ Com’è possibile che non siano ancora nate? Eppure le profezie che abbiamo trascritto erano chiare!’’
" Colpa di come scrivi tu i numeri nelle profezie, tutte stanghette, crocette, letterine... non si capisce un cazzo e poi uno sbaglia decennio. "
‘’ Quindi, adesso che facciamo?’’
L’Oracolo fece spallucce.
‘’ Tocca inventarci qualcosa… beh, che ne dici di utilizzare i loro genitori? Sarebbe preferibile scegliere le madri, ma in caso di necessità andranno bene anche i padri.’’
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"Riesco a rintracciare solo i padri..."
"Usiamoli, allora!"
"Ma che cazzo dici? Secondo te si mettono a svolazzare in vestitini sexy?"
"Vedi che non siamo su Italia 1, si può fare. Il crossdressing al pubblico piace!"
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: 2p!Hetalia, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FrUk Collection - Quando una rana e un coniglio... '
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The Guardians – Se loro sono gli eroi, siamo spacciati

 

 

Capitolo 1
L’inizio di una leggenda…aria giornata di disastri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fortezza di Kandrakar
20 anni dopo
Stanze personali dell’Oracolo 
 


 

‘’ Ci sono quasi…’’
‘’ Ti vuoi muovere, Ariovisto? Non so per quanto tempo posso continuare a resistere.’’
‘’ Sei tu quello che non ha pazienza.’’
‘’ E tu sei troppo lento. Invecchierò nel frattempo.’’
‘’ Come se tu non lo fossi già, vecchio.’’
Il giovane Kiku deglutì, nervoso. Kandrakar è un luogo di pace e serenità, gli avevano detto. Ti troverai bene, avevano detto. Peccato che si fossero dimenticati di aggiungere Sai, lassù nessuno dei saggi  si muove mai durante la meditazione, e delegano sempre qualche povero disgraziato a fare quello che dovevano fare loro.
Aveva due possibilità: o entrare senza permesso, incorrendo nell’ira dell’Oracolo e del suo consigliere, probabilmente nudi, oppure tornare da Luba, la sua maestra, che per punizione e per renderlo  “un vero uomo”, l’avrebbe fatto rimanere a vegliare sulle stille al posto suo, mentre lei avrebbe passato le seguenti due ore a riprendere quei due vecchi senza pudore.
Fra le due cose, scelse il male peggiore. E con tutto il coraggio che aveva, a testa bassa e a occhi chiusi, entrò e disse:’’ SIGNOREMIPERDONISEVIHOINTERROTTOMAHOUNACOSAURGENTEDAFARVIVEDERE!’’
L’Oracolo lo fissò, senza capire.
‘’ Ragazzo, puoi ripetere? Non credo di avere capito. E guarda che puoi anche aprire gli occhi, mica ti mangio.’’
A quell’affermazione, il giovane si fece ancora più rosso e riprese a parlare a ruota libera:’’SONOQUIPERCONTODELCONSIGLIODEISAGGISIEDELLACUSTODEDELLESTILLE.’’
‘’ Ancora non capisco.’’
‘’ Apri gli occhi – intervenne un’altra voce, probabilmente quella del suo consigliere – Non so cosa hai sentito fino ad ora, ma ti assicuro che non è quello che pensi. ‘’
‘’IONONPENSOASSOLUTAMENTENULLA!’’
‘’ E allora perché non li apri?’’
Nonostante alcuni istanti di esitazione, li aprì, e la scena che si ritrovò davanti gli fece quasi venire un colpo.
Si ritrovò due uomini, uno moro e uno biondo e, fortunatamente per lui, vestiti con le tuniche bianche proprie dei membri del Consiglio di Kandrakar. Tutto nella norma, insomma.
Peccato che ci fosse un particolare che stonasse: le carte da gioco. Avevano costruito una fortezza di Kandrakar in miniatura, con le carte. E se prima aveva sentito dire Non so per quanto tempo posso continuare a resistere, si riferiva al semplice fatto di non poter più rimanere con un’ultima, fondamentale carta in mano e non riuscire così a  finire la sua opera. Tutto perché il suo Consigliere doveva stabilire se la struttura era solida o meno. Insomma, voleva fare il precisino.
‘’ Tu sei l’allievo di Luba, giusto? – ruppe il silenzio l’uomo dai lunghi capelli biondi, intuendo il disagio del più giovane – Tutto questo deve essere ancora nuovo per te. Io sono Ariovisto, il Consigliere dell’Oracolo.’’
‘’ Preferisco farmi chiamare Cesare – interruppe il moro, sorridendo a trentadue denti – Oracolo mi fa sentire vecchio. E no, Ariovisto. Io non lo sono già.’’
‘’ Il ragazzo si aspettava qualcosa di diverso da un Oracolo. Magari un vecchio saggio, come Tibor. O qualcuno come Endarno.’’
‘’ Endarno sta bene alla Torre delle Nebbie – commentò Cesare, sbuffando – E poi io sono di gran lunga un guerriero più figo di lui.’’
‘’ Certo, se ti piace pensarla così… Passando alle cose serie, ora che ti sei calmato, potresti ripeterci con più calma quello che ci hai detto prima?’’
‘’ Uhm… ecco… i membri del Consiglio mi hanno assegnato l’incarico di darle questo ‘’ fece Kiku, consegnando all’Oracolo il rotolo di pergamena che teneva stretto al petto fino a pochi istanti prima.
‘’ Uhm… altri problemi dal principe Oliver, eh? Cos’avrà combinato questa… O CAZZO!’’imprecò Cesare, quando lesse cosa c’era scritto sulla pergamena. Srotolò il rotolo con una tale energia che Kiku temette che si sarebbe rotto. Qualunque cosa ci fosse scritta là sopra, doveva essere veramente grave se riusciva a sconvolgere una persona come l’Oracolo.
‘’ Questo qui è fuori ... ma di brutto...- l'Oracolo di soggetti simili non ne aveva mai visti. Per fortuna! - Ha avvelenato quasi tutta la popolazione! Sta conducendo esperimenti per aprire portali verso altri mondi per imparare nuove ricette? MA QUELLO LI’ LA CUCINA NON LA DEVE VEDERE MANCO DA LONTANO. ‘’
‘’ Credo che sia il problema minore… - gli fece notare calmo il suo Consigliere- Non essendo più la legittima Luce di Meridian, i suoi poteri si sono notevolmente ridotti, e dunque cerca di accrescerli sfruttando la magia del suo stesso pianeta. I portali gli servono principalmente a trovare nuovi mondi da prosciugare e…’’
‘’SAI CHE CAZZO ME NE FREGA DEI MONDI CHE VUOLE PROSCIUGARE? QUELLO LI’ DEVE ESSERE FERMATO PRIMA CHE RIESCA A IMPARARE QUALCHE ALTRO ORRORE CULINARIO CON CUI TENTARE DI ACCOPPARE ME! QUI CI SERVONO LE GUARDIANE.’’
‘’Uhm… - intervenne timidamente Kiku, con le guance rosse per l’imbarazzo – Scusi se vi interrompo, signore, ma devo darle una brutta notizia.’’
‘’ Quale?’’  chiese lui bruscamente, ancora turbato dall’idea di Oliver che preparava tanti ‘’deliziosi’’ manicaretti solo per lui.
L’ultima volta se l’era cavata solo con una brutta indigestione che l’aveva fatto stare in bagno due giorni di fila. Gli era andata bene, e non gli andava tentare nuovamente la sorte.
‘’ Non sono ancora nate.’’
‘’ Ah…’’
Ariovisto voltò il viso verso l’altro, e con un’espressione che avrebbe fatto raggelare il sangue nelle vene a chiunque, disse:’’ Com’è possibile che non siano ancora nate? Eppure le profezie che abbiamo trascritto erano chiare!’’
 " Colpa di come scrivi tu i numeri nelle profezie, tutte stanghette, crocette, letterine... non si capisce un cazzo e poi uno sbaglia decennio. "
‘’ Quindi, adesso che facciamo?’’
L’Oracolo fece spallucce.
‘’ Tocca inventarci qualcosa… beh, che ne dici di utilizzare i loro genitori? Sarebbe preferibile scegliere le madri, ma in caso di necessità andranno bene anche i padri.’’
‘’ Ti rendi conto dell’idiozia che hai appena detto?’’ gli chiese retorico Ariovisto, guardandolo con la stessa impressione di chi aveva a che far con un’idiota.
‘’ Non essere così critico! Prima vediamo chi potranno essere i fortunati futuri Guardiani o Guardiane di Kandrakar.’’

Heatherfield, U.S.A.

‘’ Cazzo, cazzo, cazzo… fanculo alla sveglia che non ha suonato, e fanculo a quel demente di Feliciano che non mi ha svegliato prima di andarsene! Appena lo rivedo lo devo strozzare.’’
Romano Vargas pedalava come un pazzo. Andava a tutta velocità, ignorando bellamente i cartelli stradali, i semafori e le macchine, e più di una volta era stato quasi investito, per poi bestemmiare così tanto che non si sarebbe meravigliato se dal paradiso fosse sceso San Gennaro per dargli un coppino tanto forte da spedirlo all’altro mondo.
Ah, se solo avesse avuto una motocicletta… magari una SuperTwin 1100 col motore modificato, come quelle che vendeva suo zio in Italia.
Peccato  che non avesse ancora abbastanza soldi per potersene permettere una, per cui l’italiano doveva ancora arrangiarsi con quella vecchia ferraglia che aveva tutta l’aria di non poter continuare a reggere il suo ritmo indiavolato.
Svoltò a sinistra, rischiando quasi di investire un vecchietto che portava a spasso il suo cane (e quasi si stupì di non aver investito il classico carretto della frutta, come nel migliore cliché dei film d’azione di serie B), quando sentì squillare il suo telefono sulle note della ‘’Società dei Magnaccioni’’.
‘’ E mo’ chi cazzo è? Io non rispondo, che si fotta!’’
Il telefono continuò a squillare con insistenza, fino a quando lui, vuoi perché aveva perso la pazienza, vuoi perché poteva essere sua madre (e certamente non gli andava di subire una sfuriata made Caterina Vargas per tutte le chiamate perse), prese il telefonino con una mano e rispose, mentre con l’altro manteneva il manubrio, mantenendo la stessa velocità. Come facesse? Mistero.
‘’ Pronto?’’
‘’Ve Fratellone, aiutami!!!!’’
‘’ Feli? Che cazzo…?’’
‘’ Sono finito sul… in mezzo ai … aiutami, non so come… ‘’
‘’ Che hai detto? Non si sente niente ‘’ gli disse, sbattendo leggermente il telefonino sulla coscia. Ma che prendeva a quel coso? Sembrava che si fosse surriscaldato, quasi non riusciva a tenerlo in mano.
‘’ Sono… sul tetto… non so… aiut… voglio… ‘’
‘’ Ma che cazzo sta succedendo? Non sei già a scuola?’’
Stava perdendo del tempo prezioso a parlare con il minore, e questo lo stava facendo irritare maggiormente.
Era solo una sua impressione, o faceva un po’ troppo caldo per essere quasi autunno?
‘’ Dov… io… tett…cas…’’
All’improvviso,  Romano si fermò, rischiando di far volare il telefonino dall’altra parte della strada, e non riuscì più ad andare avanti.
‘’ E ora cosa diavolo è successo?’’
Scese immediatamente dalla bici, e quello che si trovò davanti lo fece bestemmiare come il peggior scaricatore di porto della città.
Le ruote si erano sciolte. Letteralmente. Era impossibile continuare ad usarla. Era rimasto in mezzo alla strada, con lo Sheffield Institute ancora ben lontano. In bici, con la giusta velocità, ci poteva mettere un quarto d’ora. Ma a piedi?
‘’ E che cazzo! Ora mi tocca correre. Questa giornata non potrebbe andare più di merda.’’ 
Proprio in quel momento, lo abbandonò anche il telefonino.

 

Heatherfield, Casa Vargas


‘’ Ve… fratellone? Ci sei ancora?’’
Feliciano continuò a digitare frenetico il numero del fratello, mentre era in preda a una crisi di panico in piena regola.
Aveva fatto un sogno bellissimo quella notte, nel quale volava in un cielo fatto di pasta e pizza. Non si sarebbe mai voluto svegliare, e appena la sveglia si sarebbe messa a suonare, lui l’avrebbe subito spenta per poi tornare a dormire.
Peccato che a svegliarlo fosse stato un gabbiano che gli stava beccando il braccio, convinto che fosse commestibile. E, particolare non trascurabile, era finito sul tetto di casa sua. Sul tetto.
Come ci fosse arrivato fin lì, era un mistero. Scendere, poi, era la parte peggiore.
Il caso aveva voluto che lui la sera prima si fosse addormentato con il telefono in mano, dopo una notte passata a chattare con il suo amico di penna Doitsu.
Non lo aveva mai visto di persona, e non conosceva il suo vero nome, ma asseriva sempre con una sicurezza invidiabile che lui fosse il suo migliore amico.
Cosa che, chissà per quale motivo, faceva sempre innervosire suo fratello Romano.
‘’ Ve… non risponde… e io come faccio?’’
Era già la quinta volta che riprovava, ma risultava sempre che la linea fosse occupata o irraggiungibile. E lui non sapeva chi altro chiamare.
I suoi genitori erano a lavoro, suo fratello era irraggiungibile, Doitsu stava in Germania e Feliks e Toris avevano entrambi il telefono spento.
Doveva cavarsela da solo. Bene… più facile a dirsi che a farsi.
‘’ Guardiamo il lato positivo… almeno non piove, ve…’’
No, era una bella giornata ed era improbabile che si sarebbe messo a piovere. Purtroppo, il gabbiano non aveva preso bene l’invasione del suo territorio, e aveva deciso di lasciare un regalino di benvenuto allo sgradito ospite. Un regalino aereo che lo prese in pieno, testa e spalle.
‘’ Ma che…’’
Non fu il solo: altri lo imitarono, e presto il povero italiano si ritrovò bombardato da uno stormo di gabbiani incavolati neri.
Senza possibilità di fuga, se non voleva spaccarsi l’osso del collo saltando giù.
Come avrebbe detto suo fratello, era proprio una giornata di merda. In tutti i sensi tra l’altro.


Heatherfield, Casa Beilschmidt 

 

" Sveglia! Sveglia!"
Il magnifico Gilbert aprì un occhio, con l'altra metà del volto ancora affondata nel cuscino. In genere era abituato ad essere svegliato dal pigolio della sua radiosveglia a forma di pulcino.
Quel giorno però sembrava che la sveglia avesse deciso di sorprenderlo, mettendosi a parlare!
"Svegliati imbecille! Sono già le otto e mezza e se non ti sbrighi passerai un altro pomeriggio a lamentarti di quel russo psicopatico..."
L’albino sbuffò. Non era certo colpa sua se il retore del college l’aveva preso di mira. Appariva alle sue spalle sempre nei momenti in cui meno se l’aspettava. Gli sembrava una versione meno unta di Severus Piton. Solo che lui era di gran lunga più figo di Harry Potter.
Certo che la sua sveglia lo conosceva proprio bene. Probabilmente perché in realtà quella era la voce del suo subconscio.
Ma sì... stava ancora dormendo e quello era tutto un sogno.
Si tirò su a sedere. Si stiracchiò. E diede una rapida occhiata alla stanza. Era un sogno davvero strano: dov’erano le sua gigantografie? La camera era tappezzata ‘’solo’’ dai suoi poster, troppo piccoli per poter rappresentare perfettamente tutta la sua magnificenza.
‘’ Imbecille guarda che non stai sognando.’’
"Ehi, innanzitutto imbecille a chi? – sbottò offeso il tedesco -  Sei tu che squilli sempre ad orari assurdi, rovinandomi il sonno e attentando alla mia magnificenza! A causa tua ho delle occhiaie da far paura. "
" Uff… Guarda che quello che mi regola sei tu, signor cretinetto."
Gilbert inarcò un sopracciglio. Il suo subconscio si stava divertendo a insultarlo. Una cosa con la quale uno strizzacervelli sarebbe andato a nozze.
" Non sfidarmi – disse, guardando con sguardo di sfida l’apparecchio di fronte a lui - O ti faccio volare contro il muro!"
Accidenti se si sentiva sveglio...
‘’ Amico, guarda che io sto facendo semplicemente il mio lavoro. Sei tu quello che quando dorme russa come un trattore.’’
In quel momento entrò in camera suo fratello minore, un ragazzone biondo che sembrava la versione giovane e meno pompata di Arnold Schwarzenegger.
"Bruder... – chiese il più giovane, con cautela - Con chi parlavi?"
L’albino indicò la sveglia.
‘’ Con lei, Lud. Mi ha insultato!’’
‘’ La sveglia?’’
‘’ Ja!’’ esclamò sicuro di sé il giovane, meritandosi un’occhiataccia scettica da parte del fratello, il quale sospirò e disse: ‘’ Perché non sono rimasto a vivere in Germania con i nonni?’’
‘’ Ti sarebbe mancata troppo la mia magnifica persona, bruder!’’ esclamò in risposta l’albino, sorridendogli.
‘’ Certo, certo… - fu la risposta di Ludwig -  Sbrigati, che la colazione è pronta. ‘’
Detto ciò, uscì lasciando la porta aperta.
‘’ Che bel  ragazzo – commentò la sveglia – Molto più ligio al dovere di te. Sicuro che sia tuo fratello? Non è mica stato adottato?’’
‘’ Ehi – protestò il tedesco – Guarda che in famiglia siamo tutti così. Solo perché sono entrato in classe in ritardo qualche volta…’’
‘’ Una decina di volte per te sarebbe poca cosa? – gli chiese scettico l’elettrodomestico – Non ho più dubbi: Ludwig è stato certamente adottato.’’
‘’ Devo ricordarmi di cambiare sveglia. Questa è decisamente troppo acida.’’

 

 

 
Heatherfield, Casa Fernandez-Carriedo

‘’ Madre de Dios!’’ esclamò Antonio, quando entrò in cucina per fare colazione… o almeno, era convinto che quella fosse la cucina.
La stanza era ricoperta di liane e rampicanti, il pavimento era rivestito con  un soffice manto erboso, e gli alberi si levavano in alto, fino a sfondare il soffitto, in cerca di luce.
 ‘’ Ma che razza di semi hai comprato?’’ gli chiese Pedro, provando a leggere le istruzioni sulla confezione che aveva comprato il fratello il giorno prima per conto della madre, la quale aveva deciso da poco di darsi ad un nuovo passatempo: il giardinaggio. Peccato che avesse deciso di coinvolgere tutta la famiglia nel suo hobby, e così ieri pomeriggio avevano passato la maggior parte del tempo tra terriccio, semi e humus. Una giornata da dimenticare, decisamente. E quella si prospettava addirittura peggiore. Perché non aveva accettato di vivere al campus, come Francis? L’unico lato positivo era che i suoi genitori non si fossero ancora svegliati. Non osava immaginare quale sarebbe stata la loro reazione di fronte a … quello.
‘’ Non lo so – rispose lo spagnolo, basito quando e più di lui -  C'era scritto crescita rapida, pensavo che forse avremmo potuto evitare altri pomeriggi come aiutanti giardinieri della mamma. Ma non mi aspettavo che ci spuntasse una giungla in casa!’’
‘’ Vorrei ben vedere! Per la cronaca - aggiunse il minore,  scansando delle liane che pendevano dal lampadario - Tutto mi sembrano meno che pomodori.''
 ‘’ Credo che quelli siano cresciuti in camera mia.’’
‘’ In camera tua? Dei pomodori? E come diavolo è successo?’’
‘’ Giuro, non ho la minima idea di cosa… Ehi, ma quello non è un macaco?’’
‘’ Un macaco? Come ci è arrivato qui? Siamo in … ODDIO TOGLIMELO DA DOSSO!’’ urlò Pedro, quando l’animale gli si attaccò alla schiena, cominciando a spulciarlo. Il ragazzo si dimenò, cercando di farlo scendere, andando a sbattere contro il muro (o almeno quello che fino a ieri era il muro, ma che ora era ricoperto da un sottile strato di resina)
Tutto sotto lo sguardo costernato del fratello.
‘’ E TU CHE CAZZO FAI? AIUTAMI A TOGLIERMI QUESTO COSO DALLA MIA SCHIENA!’’
‘’ Como?’’
‘’ E CHE NE SO, SEI TU QUELLO BRAVO CON GLI ANIMALI.’’

 

 

 Heatherfield, Sheffield Institute
Facoltà di lettere



‘’ Quanti nuovi acquisti, quest’anno – fece Francis Bonnefoy, dopo essersi comodamente seduto all’ultimo banco – E soprattutto, quante belle ragazze. Sarà un anno fruttuoso.’’
‘’ Ma sentitelo… ‘’ borbottò un altro ragazzo seduto accanto a lui, biondo e con delle sopracciglia così spesse che sembravano essere state disegnate da un bambino di tre anni.
Aveva l’aria di chi avrebbe preferito stare in qualunque altro posto, meno che vicino al francese.
Cosa che, peraltro, era anche ricambiata. Si erano conosciuti l’anno prima, ed era stato odio a prima vista.
‘’ Tu non capisci niente, inglese da quattro soldi.’’
‘’ Almeno non sono un pervertito come te, frog.’’
‘’ Se mi stai troppo vicino, farai scappare tutte queste belle fanciulle con quelle mostruose sopracciglia che ti ritrovi.’’
‘’ Io? Guarda che nessuna ragazza sana di mente si avvicinerebbe ad un potenziale maniaco.’’
Il loro battibecco sarebbe potuto durare per un’altra ora, sarebbe potuto degenerare in una vera e propria rissa.
Non era certo la prima volta che capitava, gli studenti del secondo anno ormai si erano anche abituati ai loro siparietti, arrivando a ribattezzarli ‘’ la strana coppia’’
Per le matricole, al contrario, era una cosa del tutto nuova,  e fissavano incuriositi i due litiganti, fino a quando non entrò in classe il professor Collins.
‘’ Lo diciamo spesso, durante le riunioni sindacali: il semestre non è iniziato, se prima i signori Bonnefoy e Kirkland non ci deliziano con uno dei loro litigi -  ci scherzò su il professore, contribuendo a far rilassare le matricole e far momentaneamente calmare i due litiganti – Spero di non essermi perso nulla.  Se per voi va bene, posso iniziare a fare lezione? Volevo iniziare con una piccola introduzione al nostro corso di studi… Però non lo voglio fare io. Insomma, ogni anno faccio sempre lo stesso discorso, sarà pure noioso per voi. Avevo intenzione di far parlare uno dei miei studenti, ma non so chi. Vediamo…’’
Francis sbiancò di colpo. Parlare il primo giorno di scuola, di fronte alle matricole, era una sorta di suicidio sociale. 
Chiunque il signor Collins avesse chiamato, per tutto l’anno sarebbe stato visto come una sorta di rimpiazzo del professore, il suo ‘’cocco’’ in un certo senso.
E lui non aveva intenzione di dover essere inseguito ogni giorno da quelli che volevano piccoli favori, come poter sapere in anticipo le tracce degli esami, giusto per fare un esempio:
Incrociò le mani.
‘’ Mon Dieu, fa che chiami qualcun altro – cominciò a pregare – Non voglio passare tutto questo semestre nascosto dalle matricole. Vorrei fare nuove conoscenze, ma non in quel modo. Fa che chiami quel bruco di Arthur. Fa che chiami lui….’’
Non fece che ripetere fa che chiami Arthur per tutto il tempo, sperando con tutto se stesso che per una volta Dio lo stesse ad ascoltare.
‘’ Ho deciso – disse ad un tratto Collins, sorridente – Sarà il signor Kirkland a farci una panoramica sul contenuto del mio corso. Sono convinto che la sua risposta sarà esauriente.’’
‘’ What the …’’
‘’ Grazie Dio!’’



 

Intanto, a Kandrakar


‘’ Peccato – commento l’Oracolo, ridendo – A quanto pare sono riuscito a trovare solo i padri.’’
‘’Ammettilo che l’hai fatto apposta!’’
‘’ Le tue basse insinuazioni mi feriscono, sai?’’
‘’ Ti conosco bene, vecchio. Mi hai sempre detto che le altre Guardiane finivano tutte coll’annoiarti, a lungo andare. Avere dei Guaridani, invece…  ‘’
‘’ Bah, ma non puoi negare che siano loro a possedere una parte di potere elementare.
Mentre i due discutevano, Kiku era rimasto inorridito.
Quei pazzi dovevano essere la speranza del Metamondo? Sarebbe stato più sicuro mangiare una ‘’ricetta speciale’’ del principe Oliver, piuttosto che affidarsi a quel gruppo improvvisato.
Purtroppo l’Oracolo non era del suo stesso parere.
‘’ Comunque, io non vedo l’ora di vederli all’opera. Dobbiamo solo dargli il Cuore di Kandrakar e i giochi sono fatti.’’
"Ma che cazzo dici? Secondo te si mettono a svolazzare in vestitini sexy?"
" Vedi che non siamo su Italia 1, si può fare. Il crossdressing al pubblico piace!"
‘’ Si, ma chi gli consegnerà il Cuore?’’ chiese Kiku, e i due saggi guardarono nella sua direzione, entrambi con uno sguardo eloquente che subito gli fece capire che era nei guai.
‘’ Io? Signore, non credo di… meritare un tale onore.’’
‘’ Sciocchezze, ragazzo! Oggi stesso dovrai consegnarglielo.’’
‘’ Oggi?’’
‘’ Ah – continuò lui, non notando quando il giovane fosse impallidito di fronte “all’onore” che gli stava concedendo – Dovrai anche spiegargli le cose fondamentali. Tipo la loro missione, come usare i loro poteri… senza contare che forse qualche spia di Oliver potrebbe tentare di ucciderli. Devi insegnargli a combattere, e con il Cuore dovrai dargli anche la mappa dei Portali e aiutarli a richiuderli. Ma, cosa più importante, dovrete ritrovare la Luce di Meridian e sua madre. E poi…’’
‘’ Romolus – lo richiamò il biondo – Gli stai mettendo addosso troppa pressione.’’
‘’ Davvero? A me non sembra. Da cosa lo deduci?’’
‘’ Da quello ‘’ gli rispose, indicandogli Kiku con un cenno della testa. Il giovane guerriero di Basiliade si era rannicchiato in un angolo della stanza, ed era circondato da un’aura nera.
‘’ Se li uccidessero prima del mio arrivo? Con i loro poteri stanno già facendo danni… e se non mi volessero? Se la Luce di Meridian ci vedesse come suoi nemici? Non mi ricordo più dove ho messo la mappa dei Portali… Devo fare il mio dovere fino alla fine… ma perché a me? Sono un povero apprendista… non ho neppure terminato il mio addestramento con Luba. ‘’
‘’ Mhm… forse è meglio lasciare solo il ragazzo.’’
‘’ Ma non mi dire ‘’ commentò Ariovisto, incrociando le braccia sul petto. Chi avrebbe fatto da baby sitter anche a lui?


 

 

 

 

Angolo dell’autore


Ecco a voi l’appassionante (?) nuovo capitolo di questo sclero estivo. Sono contenta che abbia riscontrato la vostra curiosità. In questo primo capitolo, ho deciso di mettere un po’ di carne a fuoco. Come avete visto, ho riutilizzato alcune parti del canon, riadattandole alle mie esigenze (tipo Collins professore di letteratura, giusto per fare un esempio).
Nel corso della storia, troverete vari riferimenti alla serie originale, sia al fumetto che al cartone, riscritti, però, in chiave parodica ed umoristica dalla sottoscritta (o, almeno, ci proverò)
I ''fortunati'' futuri Guardiani sono, come avrete sicuramente già capito, Prussia (nel ruolo di Will, che tra i suoi poteri aveva anche quello di parlare con gli elettrodomestici.), Romano (nel ruolo di Taranee, e so già che con lui ci sarà da divertirsi. Visto il suo carattere, non sarà facile evitare di arrostire tutti), Feliciano (nel ruolo di Hay Lin, personaggio che sotto certi punti di vista lo trovo molto simile a lui) , Spagna (nel ruolo di Cornelia, ma fans Spamano, non abbiate paura: il Caleb della storia starà con Prussia, non certo con lui) e Francia ( nel ruolo di Irma, e giuro è stato divertente riscrivere la scena del primo numero del fumetto, quando Irma pilota l'interrogazione a suo favore, riuscendo ad ottenere un buon voto. E non sarà l'unica scena che ''riciclerò'' dalla serie classica. Inoltre, il rapporto burrascoso che aveva con Cornelia, lo riprendo con Arthur. Ma chi è Arhtur? Lui è un personaggio molto importante per la storia, e già vi dico che ci sarà tanta, tanta FrUk) 
Ringrazio nuovamente IMmatura per la sua collaborazione nella stesura di questo capitolo. Grazie sempre per supportare i miei scleri.
Minimo due recensioni per continuare la storia. Volete fare felici due autrici?




   
 
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