Crossover
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Autore: Evil Ulquiorra    13/07/2015    3 recensioni
ATTENZIONE,CONCORSO IN ATTO! STORIA CON PERSONAGGI A SCELTA DEI LETTORI. Ogni circa sessant'anni,in una cittadina del Giappone chiamata Fuyuki,ha luogo un conflitto dalle proporzioni nefaste: la Guerra del Santo Grall. In questa guerra, sette maghi chiamati Master sono accompagnati da sette Spiriti di Eroi passati: i Servant. L'unico scopo del conflitto è contendersi il Sacro Graal, che si dice possa esaudire un desiderio, qualunque esso sia, al vincitore. Dieci anni dopo la quarta guerra,finita in un incendio che distrusse gran parte della città,un malfunzionamento del Graal genera un conflitto totalmente inaspettato. 49 maestri vengono convocati a combattere,ciascuno dotato di un servant proveniente da una realtà alternativa.( LEGGETE PER SCOPRIRE LE REGOLE)
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tuuti,ecco il primo capitolo di Fate- There are no limits ! I personaggi scelti fino ad ora saranno elencati alla fine del chappy ( vi sono ancora dei posti liberi )

5 anni dopo gli eventi narrati nel prologo

Dei duemila abitanti del centro di Fuyuki, solo trecento sopravvissero al fuoco, quasi tutti nel quadrante nordorientale della giurisdizione.
Al calare della notte, quando la fuligginosa oscurità della città sarà completa, ce ne saranno a mala pena cinquanta.
Quando sabato mattina il sole comincerà a brillare attraverso l’unico settore del quartiere che non era diventato completamente nero,la popolazione del centro di Fuyuki sarà ridotta ad appena quattro individui.
Il cielo giallastro continuò a mutare colore e l’uomo ebbe appena un minuscolo attimo per elaborare il tutto: ora siamo sotto la lente d'ingrandimento, pensò.
Una seconda esplosione polverizzò la maggior parte delle impalcature, catapultando nella volta le imposte ,inclinando i paletti che conducevano al sentiero del parco, strappando le porte dai cardini e facendo smuovere le tende nel raggio di due chilometri.
Come spari nella notte, altri scoppi rieccheggiarono nell'oscurità.Il fuoco percorse la diagonale prevista dalla figura, spazzando via l'emisfero destro del quartiere.
Quando morirà lo farà con straordinaria velocità,pensò. Quello che le fiamme si portavano via era ossigeno;quello che si lasciavano dietro era metano, formaldeide, acido cloridico, anidride carbonica,monossido di carbonio e tracce di vari gas altrettanto nocivi. Anche nuvole soffocanti di particolato:legno,alberi e, naturalmente, persone vaporizzate.
Quello che lasciavano dietro di loro era veleno.
Kiritsugu alzò lo sguardo appena in tempo per osservare sbuffi di fumo nero attraversare le bianche fumate di cenere biancastra che risalivano nel pallido plenilunio.
Dopo appena qualche minuto di agonia, iniziò a percepire la fresca aria della pianura esterna. Quando uscì dalla struttura la scena che gli si presentò davanti fu talmente al di la di qualunque immaginazione, che riprecipitò nell'infanzia e per almeno un paio di minuti rimase fermo e immobile.
A ovest, il cielo era un inferno rosso arancione ,circondato da nuvole turbolente, nere come la pece.
Ben presto l'aria fu già satura del puzzo di combustibile.
Nelle profondità della notte, rieccheggiò il rombo di dieci ferriere in piena attività. Direttamente sopra di lui,la volta era arricchita da stormi di uccelli in fuga.
In quel momento, l'attenzione del magus killer venne rivolta nei confronti del grattacielo più vicino. L’uomo rimase come pietrificato alla vista delle enormi strutture di sostegno ,mentre queste iniziarono velocemente a precipitare lungo il terreno erboso.
Non passarono che un paio di minuti e l’intero edificio crollò in ogni sua più piccola parte, liberando ceneri e schegge infuocate, una volta che la sua immagine si volatilizzò nella polvere scatenata dall'esplosione.
Il mago faceva assai fatica a mantenere gli occhi aperti, in tutta quella fuliggine ,ma pareva ancora avere un udito completamente funzionante.
Un suono assai curioso richiamò l'attenzione del magus killer. Kiritsugu scrutò con attenzione le varie macerie sparse per la strada, nel tentativo di individuare l'origine di quel lamento.
Potete immaginare la sua sorpresa quando scoprì che a emettere quel pianto altri non era che un piccolo bambino dalla capigliatura rossa, probabilmente, non più grande di sette anni, con il capo rivolto verso il terreno, e il corpo intrappolato sotto una pesante asse in legno.
L’uomo non perse tempo e iniziò a correre in direzione del giovane. Questi volse lo sguardo in direzione della figura e dilatò le pupille
<< Ti prego...aiutami>>
Il magus killer annuì con fermezza e iniziò a issare il detrito con tutta la forza che aveva in spalle. Quando il tronco iniziò lentamente a spostarsi ,il bambino emise un gemito e fissò Kiritsugu dritto negli occhi. Poi, la luce lo investì.

Sigla iniziale ( Tratta da Fate Stay Night UBW )https://www.youtube.com/watch?v=tcmDJGcd75o



Giorni d'inverno - parte 1

6 mesi dopo

I giorni passavano, ma la pioggia non cessava.
Emya Kiritsugu non riusciva a ricordare l’ultima volta che aveva piovuto così tanto.
Guardò fuori,verso l’oceano piatto e uniforme. L’orizzonte era come una linea d’argento vivo tra la superficie dell’acqua e le incombenti masse nuvolose.
Laggiù sembrava profilarsi una pausa giorni di scrosci ininterrotti, ma di più non si sapeva. Poteva anche scendere la nebbia.
L’oceano pacifico mandava quello che voleva, in genere senza preavviso.
Affacciato ai piedi dell’unica porte presente nella cucina ,vi era Emya Shirou, figlio adottivo di Emya Kiritsugu, il volto chiuso in un cipiglio leggermente deluso
<< è sveglio>>mormorò,volgendo la propria attenzione nei confronti di una giovane donna che aveva appena fatto capolino nella stanza.
Taiga Fujimura, amica di famiglia, sbirciò al di fuori dell’entrata
<< Oh,lo so. Si è alzato presto>>sussurrò, porgendo al bambino un espressione divertita
<< Ora che facciamo?>>domandò l’altro, la mano destra occupata da una striscia di carta al di sopra della quale vi era dipinta la scritta BUON COMPLEANNO.
La donna si strinse nelle spalle
<< Vatti a vestire, penso a qualcosa, ok?>>
<< Ok>>
E,detto,questo,il giovane fuoriuscì dall’ala.

Dieci minuti dopo, la voce del figlio attirò l’attenzione dell’uomo
<< A dopo papà !>>
<< A dopo, Shirou>>ridacchiò lui, osservando il bambino ,mentre questi si faceva strada verso l’uscita, la cartella di scuola sulle spalle.
Taiga arrivò poco dopo, sedendosi accanto a lui
<< Ti ha fatto uno striscione>>commentò.
Al sentire tali parole, il mago non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Cosa?>><< Per il compleanno>>continuò lei.
A questo punto, l’ex magus killer si portò ambe le mani alla testa, emettendo un gemito di frustrazione
<< Ci ha lavorato tanto>>ridacchiò l’altra, visibilmente divertita dalla reazione del suo mentore.
Volse lo sguardo in direzione dell’uomo
<< Oggi andiamo da mio padre, prendo lui a scuola, torniamo a casa, e poi una torta come si deve, ok?>>
Kiritsugu annuì comprensivo.

                                                                                                                    * * *

La casa di Emya Kiritsugu si trovava nella parte meno attraente di Fuyuki.
Su un lato della strada principale si apriva un sentiero infestato di erbacce, grande appena per far passare un’automobile e adatto a distruggere gli ammortizzatori.
Dopo alcune centinaia di metri, il sentiero terminava in una radura circondata da alberi antichissimi.
La casa, una baracca malridotta con una stalla diroccata e vuota, sorgeva proprio la in mezzo. Dalla città non si vedeva, bisognava conoscere la strada. 
Jason Sanderson ,messaggero della Torre dell’orologio, attraverso l’erba alta del giardino con passo felpato.
Salì i pochi scalini della misera veranda e bussò. Nessuno pareva essere in casa.
Girò alcune volte intorno al complesso. Si sentiva deluso, senza riuscire a spiegarsi il perché. In fondo non era sicuro se avrebbe trovato qualcuno.
Pensò di andarsene. Un tentativo l’aveva fatto, no? Tuttavia, non poteva.
Gli venne in mente l’immagine di un uomo che suona il campanello di un negozio di pozioni e se ne va subito perché non gli viene aperto all’istante. I suoi piedi lo ricondussero alla porta d’ingresso. Spinse la porta ,che si aprì in un leggero cigolio.
Da quelle parti era normale lasciare la casa aperta. Un pensiero gli strappò un brivido. Anche in un altro posto si viveva così.
Per un momento si bloccò , indeciso, poi entrò.
L’uomo vide una stanza semplice ma accogliente, alle cui pareti erano appese maschere indiane e arazzi. Intorno a un tavolo basso di legno, c’erano sedie intrecciate e colorate. Coperte della cultura cinese decoravano un sofà. Due scaffali erano pieni di ogni possibile oggetto di uso quotidiano, ma anche di sonagli di legno che i giapponesi usavano nelle cerimonie e nei canti rituali.
Non c’era un televisore.
Due piastre indicavano che quella camera serviva anche  da cucina. Un passaggio conduceva a un totale di altre due stanze, probabilmente le camere da letto.
Per un momento ,l’inglese fu tentato di guardarsi intorno.
Continuava a chiedersi perché fosse lì.
Quella casa lo risucchiava in un buco temporale, verso un passato che lui non era sicuro di voler rivedere, quando era ancora un semplice mago agli antipodi della società.
Fissò una grande maschera che sembrava tenere d’occhio tutta la stanza. La maschera lo guardava.
Si avvicinò.
Molte maschere indiane avevano i tratti somatici simbolicamente portati all’eccesso. Occhi enormi, sopracciglia oltremodo pronunciate, nasi a becco.
Quella era fedele all’immagine di un volto umano. Mostrava il viso tranquillo di un giovane col naso dritto e le labbra tonde e piene, una fronte alta. I capelli erano infeltriti, ma sembravano veri. Se si prescindeva dal fatto che le pupille erano bucate, in modo che chi la portava potesse vedere, gli occhi col bulbo dipinto di bianco apparivano sorprendentemente vivi.
Guardavano tranquilli e severi, quasi come in trance. Sanderson rimase immobile davanti alla maschera. Ne aveva viste a bizzeppe di quegli oggetti.
Le tribù incontrate nei vari luoghi in cui aveva viaggiato le preparavo con legno di cedro, corteccia e cuoio e si potevano comprare in qualsiasi negozio di souvenir.
Ma una maschera del genere non si trovava nei negozi di souvenir
<< è dei Pacheedaht>>
Si girò.
Emya kiritsugu era proprio dietro di lui,la pistola puntata nella sua direzione
<< Per un uomo che afferma di essere andato in pensione sei bravo ad avvicinarti di soppiatto>> disse Sanderson.
<< Grazie>>
Il giapponese, mantenne un espressione fredda e distaccata
<< Non posso restituirti il complimento. Per essere un membro della Torre dell’orologio sei davvero pessimo. Probabilmente avrei potuto farti fuori e non te ne saresti nemmeno accorto>>
<< Da quanto tempo siete stato dietro di me, se posso chiedere?>>
<< Sono appena entrato. Non faccio giochetti, dovresti saperlo>>
Il magus killer fece un passo all’indietro e fissò l’uomo dritto negli occhi
<< Che cosa vuoi?>>sibilò, ricevendo un cenno da parte dell’interlocutore
<< La prego, si sieda>>
Nonostante il tono di voce dell’uomo, Kiristugu capì all’istante che si trattava di un ordine.
Fece come gli era stato detto.
Il vecchio estrasse dal cappotto un fascicolo di fogli ordinatamente ripiegati, spesso sui trenta centimetri. L’uomo fissò il messaggero in confusione, prima che questi tornò a volgere lo sguardo in direzione del mercenario
<< Come può vedere dalla quantità di carte, la tenevamo d'occhio da diverso tempo, signor Emya. A quanto pare, lei sta vivendo due vite distinte. In una di queste lei è Emya Kiritsugu, programmatore per una rispettabile società informatica. È  iscritto alla previdenza sociale, paga regolarmente le tasse e... aiuta le vecchiette gettando per loro l'immondizia>>
Una volta sfogliato più della metà del rilegato, appuntò una pagina in cartoncino rosso, introducendone la seconda parte
<<  L'altra vita lei la passa uccidendo persone. È  una celebrità tra i maghi con il soprannome di Magus killer, e di fatto ha commesso ogni crimine  concepibile e attualmente perseguito dalla Torre dell’orologio>>
Chiuse il fascicolo e fissò il giovane dritto negli occhi
<< Una di queste vite ha un futuro. L'altra invece no. Dipende tutto da come risponderà alle mie domande>>
L’uomo rimase fermo e immobile, il volto chiuso nella sua solita espressione vuota. Dopo circa una ventina di secondi, prese un respiro profondo
<< Proceda>>ordinò.
Sanderson annuì di rimando ,estraendo un  foglio bianco e una penna dalla faretra dei pantaloni
<< Emya Kiritsugu, è stato o no un ex partecipante del conflitto noto come la Quarta guerra del Santo Grall ?>>
la risposta del mago fu quasi immediata
<< Sì >>
Il vecchio appuntò il tutto sul pezzo di carta, prima di volgere la propria attenzione nei confronti dell’ex magus killer
<< è stato coinvolto, completamente o in parte, o direttamente responsabile, della catastrofe che influenzò la città di Fuyuki nei tempi successivi allo scontro? >>domandò, il tono di voce cucito da una leggera punta di curiosità.
Questa volta, Emya Kiristugu non potè fare a meno di trasalire
<< Sì >>sussurrò.
Al sentire tali parole, il messaggero non potè fare a meno di alzare la testa, dimenticandosi di appuntare la risposta
<< La prego di elaborare>>ordinò.
L’uomo distolse leggermente lo sguardo, prima di prendere un respiro profondo
<< C’era…un ‘entità oscura, racchiusa, all’interno del Grall>>borbottò, ricevendo un espressione visibilmente confusa da parte dell’intermediario
<< Qualcosa di…mostruoso. È l’unico termine con la quale posso identificarla. Un essere di rabbia, odio, vendetta…l’incarnazione del male stesso>>
Fece una pausa per riprendere fiato
<< Un essere in grado di porre fine alla civiltà umana così come la conosciamo…sigillato in una coppa onnipotente>>
Volse la propria attenzione nei confronti del vecchio
<< Ho ordinato al mio servo di distruggere il Grall. L’incendio è stato il risultato ti tale azione>>terminò.
Sanderson osservò l’uomo con attenzione, nel tentativo di adocchiare un minimo segno che potesse determinare la falsità di tali informazioni.
Quando non ne trovò alcuno, incrociò ambe le mani, posandovi sopra la testa
<< Continui>>

                                                                                                                       * * *

<< Ne sei sicuro? Forse stava mentendo >>
<<  No, era sincero>>rispose Sanderson, il telefono ancora attaccato all’orecchio.
La voce dall’altro capo del cellulare rimase in silenzio per circa un minuto buono, prima di riprendere a parlare
<< Suppongo che dovrei ringraziarlo di persona>>mormorò.
Il vecchio mago inarcò un sopracciglio
<< Come procediamo ?>>
<< Annullate la Guerra di Fuyuki>>
Al sentire tali parole, l’uomo non potè fare a meno di dilatare le pupille
<< Come ,scusi?>>
<< Mi hai sentito. Il Grall è un fallimento. Nel nostro mondo non c’è posto per un simile oggetto>>
Sanderson rimase fermo e immobile, nel tentativo di assimilare la risposta della donna
<< Lo sa che effetto avrà questo sulla comunità magica?>>
<< Sono più che propensa a correre il rischio>>ribattè l’altra, il tono di voce mortalmente serio.
Sanderson annuì comprensivo
<< Che mi dici del bambino?>>domandò la voce, visibilmente incuriosita.
Il vecchio mago si strinse nelle spalle
<< Dice di averlo trovato durante l’incendio>>
<< Capisco. Fa quello che devi>>ordinò
<< Certo, mia signora>>
E,detto questo, l’uomo interruppe il contatto.
Volse la propria attenzione nei confronti di Kiristugu
<< Allora?>>domandò questi, visibilmente teso.
Sanderson chiuse il volto in un sorriso divertito
<< Congratulazioni, Emya ,sembra che lei abbia salvato il mondo. Chieda qualsiasi cosa e, se sarà in nostro potere, la avrà>>
L’ex magus killer fissò l’uomo con un espressione di puro shock.
Recuperando il suo stato emotivo, prese un respiro profondo
<< Voglio solo essere un buon padre. Desidero che la Torre dell’orologio non prenda più contatti con la mia famiglia>>
Leggermente sorpreso dalla risposta dell’uomo, il vecchio mago annuì lentamente, prima di voltarsi, in direzione dell’uscita
<< Certamente>>mormorò.
Stava per compiere un passo, ma la mano di Kiritsugu lo fermò appena prima che potesse terminare l’azione
<< Che fine hanno fatto ? Gli Einzmbern, intendo>>domandò, il tono di voce ornato da una lieve punta di malinconia.
Sanderson sembrò esitare un attimo, prima di riprendere a parlare
<<  Spariti, così come i Matou. Li abbiamo cercati per mesi, senza trovarne la minima traccia>>
<< Capisco>>sussurrò l’altro, visibilmente rassegnato.
Un silenzio scomodo calò tra i due,per poi essere interrotto dalle parole del messaggero
<< Arrivederci>>salutò, alzando leggermente il cappello e fuoriuscendo dall’abitazione.
Appena due settimane dopo essersi trasferiti nella nuova casa , Kiritsugu iniziò a sentirsi male.


4 anni dopo

Kiritsugu fissò il cielo stellato, gli occhi adornati da un espressione malinconica. I dolori stavano peggiorando.
La maledizione derivante dal fatto di aver distrutto il Grall lo stava lentamente consumando
<< Ehi ,vecchio>>
La voce di Shirou richiamò l’attenzione dell’uomo
<< Se devi dormire fallo nel tuo letto>>continuò l’altro, suscitando un sorriso da parte del padre
<< Ah…giusto. No,va tutto bene>>ridacchiò, volgendo lo sguardo in direzione della luna
<< Quando ero piccolo…volevo essere un eroe>>mormorò.
La testa rossa fissò il genitore con fare sorpreso
<< Cosa? Tu volevi essere un eroe? Ti sei arreso?>>
<<  Sì >>sussurrò questi, il volto chiuso in un espressione di rammarico
<< è un peccato. Essere un eroe è una cosa a tempo limitato. Quando cresci è difficile ritenerti tale. Non sono nemmeno riuscito a salvare la persona più importante della mia vita>>continuò.
Al sentire tali parole, il giovane non potè fare a meno di dilatare le pupille
<< Chi era?>>domandò, leggermente incuriosito.
Per un attimo, Kiritsugu valutò se rispondergli o meno
<<  Ilyasviel Von Einzbern,mia figlia. Lei…lei è tua sorella>>borbottò
<< è ancora viva?>>continuò l’altro, il tono di voce ornato da una lieve punta di preoccupazione.
L’ex magus killer annuì esitante
<< Sì. Tuttavia…io non riesco a trovarla>>mormorò.
Il silenzio calò inesorabile, nelle profonità del giardino, prima di essere interrotto dalle successive parole di Shirou
<< Visto che tu non puoi farlo…lo farò io>>dichiarò questi
<< Ora sei un adulto, non puoi farlo . Ma io posso>>ridacchiò, volgendo lo sguardo in direzione del padre
<< Lascia fare a me. Diventerò un eroe…e troverò mia sorella>>
Kiritsugu rimase fermo e immobile, l’attenzione rivolta nei confronti del figlio. Appena pochi secondi dopo, non potè fare a meno di chiudere il volto in un sorriso genuino.

Intorno alle dieci, la nausea dell’uomo aumentò e a essa si aggiunse un leggero mal di testa. Poco dopo, si accorse che aveva difficoltà a concentrarsi.
Emya Kiritsugu era un professionista e sapeva quand’era il momento di gettare la spugna.
Si sentiva davvero male, così affidò a Taiga la responsabilità di mettere a letto Shirou. Le disse che voleva fare una breve passeggiata nel giardino sul retro della casa.
Il giardino comunicava direttamente con la cucina. Era di una bellezza eccezionale, durante la bella stagione.
Era là che gli ospiti venivano ricevuti, prendevano l’aperitivo ,per poi essere condotti nella casa attraverso la cucina, dove veniva offerta loro una breve dimostrazione delle incredibili capacità di cuoco di cui era dotato Shirou.
Adesso il giardino era deserto, discretamente illuminato. Kiritsugu passeggiò avanti e indietro per qualche minuto. Nonostante l’aria fresca, respirava a fatica e sentiva un’enorme pressione sul petto. Gli sembrava di avere le gambe di gomma.
Per precauzione si sedette a uno dei tavoli di legno e ripensò agli avvenimenti di questa sera.
Avrebbe bevuto un sorso d’acqua e sarebbe stato subito meglio. Si risollevò, ma il mondo intorno a lui vorticava.
Si sentiva bruciare, il suo campo visivo si era ristretto e gli sembrava di guardare in una spirale.
Devi alzarti, pensò. Devi alzarti e andare a controllare Shirou.
Avanzò a fatica, strisciando sui piedi, ma prese la direzione opposta. Dopo due passi, non ricordava più che voleva tornare in casa.
Non sapeva più nulla e non vedeva più nulla.
Crollò sotto gli alberi che circondavano il giardino e morì.


Giorni d'inverno - seconda parte

5 anni dopo

Emya Shirou fu strappato al sonno da un suono acuto.
Cercò tastoni la sveglia, finchè non si rese conto che era il telefono.
Si sollevò, imprecando, e stropicciandosi gli occhi. Ma il suo senso dell’orientamento sembrava non volersi attivare e lui ricadde all’indietro.
Gli girava la testa.
Cos’era successo la sera prima? Aveva fatto gruppo con gli studenti della scuola, per la festa di metà anno. C’erano anche alcuni insegnanti.
Erano partiti con l’intenzione di andare a cena all’Anteiku, un ristorante situato all’interno di un magazzino dismesso nei pressi del Fuyuki Bridge, l’antico ponte della città. All’Anteiku proponevano raffinati piatti di pesce e alcuni buoni vini. Alcuni ottimi vini, in base alle testimonianze degli insegnanti, ricordò.
Erano rimasti seduti a un tavolo vicino alle finestre e avevano guardato il fiume Nidelva, coi moli e con le piccole imbarcazioni private, osservando come scorresse lentamente verso il mare. Qualcuno si era messo a raccontare barzellette .
Poi, come dal nulla, quello che era successo una volta giunto a casa, gli tornò in mente.
Si era allenato col rinforzo ed era svenuto sul letto, a causa dello sforzo utilizzato nella proiezione.
Ho diciassette anni, pensò con un sospiro, mentre si alzava faticosamente a sedere. Ormai dovrei essere in grado di fare cose del genere.
Intanto il telefono continuava a suonare, cocciuto.
Con gemiti esagerati, se ne rendeva perfettamente conto-esagerati soprattutto perché non c’era nessuno a udirli- ,si tirò in piedi e ,nonostante le vertigini, riuscì ad arrivare in salotto.
Aveva lezione quel giorno? Il pensiero lo colpì come un pugno. Terribile!
Un immagine mostruosa: stare davanti agli insegnanti con l’aspetto di un adolescente- bhè,in fondo lo era-,quasi incapace di tenere la testa eretta.
Avrebbe giocherellato col colletto dell’uniforme, almeno finchè non sarebbe riuscito a schiodarsi la lingua.
Si sentiva la bocca impastata e gli sembrava di essere totalmente incapace di muoversi e di articolare verbo.
Quando infine sollevò la cornetta, ricordò che era sabato e il suo umore migliorò di colpo
<< Shirou Emya>>disse con voce sorprendentemente limpida.
<< Mio Dio,ce ne hai messo di tempo a rispondere>>
Era Ayako Mitsuzuri ,il capitano della squadra di tiro con l’arco.
Shirou strabuzzò gli occhi e si lasciò cadere nella poltrona di fronte al televisore
<< Che ore sono?>>
<< Sono le sette emmezzo, perché?>>
<< è sabato>>
<< Lo so che è sabato. Qualcosa non va? Hai una voce…>>
<< Non sono particolarmente in forma. Cosa vuoi da me ,a quest’ora sconsiderata?>>
Ayako ridacchiò
<< Volevo convincerti a venire a Tyholt>>
<< Il porto? E che diavolo dovrei venirci a fare?>>
<< Pensavo che sarebbe stato carino fare colazione insieme. Issei sarà a Kioto per qualche giorno e gli farebbe certamente piacere vederti>>
La studentessa fece una pausa, quindi riprese
<< Inoltre…volevo chiederti una cosa>>
<< Che cosa?>>
<< Non al telefono. Vieni?>>
<< Dammi un’ora>> disse il ragazzo, sbadigliando con tanto vigore che pensò di essersi slogato la mascella.
Sempre in preda alle vertigini, s’infilò sotto la doccia. Dopo una mezz’ora passata a sbuffare sotto il getto d’acqua, cominciò a sentirsi relativamente meglio.
Era come se l’allenamento avesse fiaccato le sue capacità sensoriali. Gli sembrava che la sua immagine allo specchio si sdoppiasse.
C’era da chiedersi se in quelle condizioni sarebbe riuscito a camminare.
Tra poco l’avrebbe saputo.
Fuori c’era il sole e faceva caldo. La via era quasi deserta. Nella luce del primo mattino, i colori delle case e il verde degli alberi splendevano con particolare intensità.
La residenza Emiya era situata sulla cima di una collina. Se si dovesse visitarla, chiunque sarebbe rimasto piuttosto sorpreso del fatto che l'umile Emiya Shirou vivesse in una casa così fantasiosa.
Ad essere onesti, il mantenimento di quest’ultima non era poi molto, nonostante le sue dimensioni. Il padre adottivo aveva contrattato la maggior parte degli affari, mentre il resto delle fatture  mensili venivano curate dal padre di Taiga.
Considerando che il vecchio non era altri che  il capo della yakuza di Fuyuki, Shirou era abbastanza sicuro che non avrebbe dovuto preoccuparsi di nulla....anche se ,doveva ammettere, era piuttosto snervante quando la maggior parte delle persone sgradevoli presenti nel suo quartiere, una volta occhieggiato il giovane, lo riconoscevano attraverso brevi cenni del capo.
Poi di nuovo, era ormai  abituato a ricevere quei saluti.
Senza contare che quelle stesse persone sgradevoli l’avevano sempre pagato piuttosto bene per la riparazione di moto e auto.
Nuvole rosa sfilavano lungo l’orizzonte e il cielo cominciava lentamente a schiarirsi.
Nell’acqua, liscia come uno specchio, si riflettevano le montagne vicine con tonalità scure, le case ,le barche. Di lì a poche ore sarebbero apparsi i primi turisti.
Shirou andò sino alla fine del pontile dov’era ormeggiato una piccola imbarcazione da pesca,si appoggiò al parapetto di legno e guardò per un po’ il mare aperto. Amava quella piacevole sensazione della natura che si sveglia prima degli uomini.
Lì non c’era nessuno che lo infastidisse.
....
<< è bello non è vero?>>
La voce di Ayako attirò l’attenzione del giovane.
Volse la propria attenzione nei confronti della studentessa
<< Il mare, intendo>>continuò lei, notando il cipiglio che era andato a formarsi sul volto del compagno.
Questi non potè fare a meno di chiudere il volto in un sorriso divertito
<< Già>>sussurrò.
Volse lo sguardo in direzione dell’amica
<< Allora, di cosa volevi parlarmi ?>>domandò, visibilmente incuriosito.
La giovane distolse lo sguardo, apparentemente imbarazzata
<< Volevo porgerti un invito>>
Al sentire tali parole, la testa rossa non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Non potevi semplicemente dirmelo al telefono ?>>
Ayako arrossì di rimando
<< Certe cose devono essere dette a viso aperto>>sussurrò.
Alzò la testa, fissando l’adolescente dritto in quelle pupille color rame, e prese un respiro profondo
<< Shirou Emya…vuoi uscire con me?>>
Il tempo parve fermarsi.
Pensando di aver sentito male, Shirou rispose nell’unico modo in cui era in grado
<< Cosa?>>
<< Domani sera,prima dell’inizio della scuola. Mi piacerebbe passare la serata con  te>>continuò l’altra, visibilmente irritata dalla reazione del compagno.
Questi esitò un momento
<< Mi stai invitando a un appuntamento>>
<< Credo che lo si possa definire tale>>ridacchiò la giovane.
<< Bhe…certo, perché no…>>
non ebbe neanche il tempo di terminare la frase ,che sentì qualcosa di morbido premergli sulla guancia destra.
Ayako doveva appena averlo baciato, pensò.
Il tutto fu seguito da una marcata sfumatura rossa che andò via via ad adornare il volto del diciassettenne
<< Incontriamoci alle cinque, davanti a scuola, ho comparto i biglietti per andare a vedere Venerdì 13>>continuò l’altra, terminando la frase con un occhiolino divertito.
Shirou non potè fare a meno di annuire stordito.
Fu solo cinque minuti dopo, quando il sole era ormai alto nel cielo, che si accorse che la ragazza era ormai partita, lasciandolo solo in mezzo al porto. In fondo, questa giornata era cominciata bene.

                                                                                                                    * * *

Shirou attraversò lentamente il parco conducente alla chiesa Kotomine.
La struttura era l’unico centro religioso presente nella zona ed era direttamente collegata all’unica via conducente nel quartiere del giovane.
L’intero complesso era gestito da Kirei Kotomine, un prete cattolico dalla personalità travagliata.
La testa rossa era solito sedersi nella panchina posta di fronte all’edificio, ammirando gli uccelli che aleggiavano tra gli alberi dei giardini.
Il tutto gli regalava un certo senso di pace e tranquillità
<< Sei il figlio di Emya Kiritsugu, non è vero?>>
Il suono di quella voce lo fece trasalire.
Shirou si girò di scatto, appena in tempo per vedere la figura di Kotomine Kirei in persona farsi strada nella sua direzione.
Questi alzò ambe le mani, in segno di resa
<< Va tutto bene, segreto professionale>>commentò, sedendosi accanto al giovane
<< Qualsiasi cosa dici durante il sacramento della confessione resta tra noi. Potresti aver ucciso dieci persone e non lo direi a nessuno>>
<< E le sembra corretto ?>>ribattè l’altro, in tono freddo.
Il prete si strinse nelle spalle
<< è quello che è>>mormorò.
Il silenzio calò inesorabile, nelle profondità del parco.
Shirou aveva sempre avuto una strana sensazione nei confronti dell’uomo. Non che gli stesse antipatico, al contrario, la maggior parte delle conversazioni instaurate con il cattolico erano solite a essere piuttosto piacevoli e illuminanti.
Detto questo, il giovane aveva sempre percepito una sorta di malizia ,nella voce di Kirei, un senso di vuoto che ne adornava gli occhi, arricchito da una lieve gioia per le sventure altrui.
Dopo che quel breve lasso di tempo giunse al suo termine, prese un respiro profondo
<< Devo andare al lavoro>>
<< Sì, anch’io>>continuò il prete, alzandosi dalla panchina.
Poco prima che Shirou potesse fare lo stesso, l’uomo volse la propria attenzione nei confronti dello studente
<< Non sarebbe male una tazza di caffè, prima d’iniziare. La camera di commercio ci ha donato una di quelle…belle macchine per il caffè espresso e cose così. Fa un ottimo latte macchiato, se può interessarti>>
Per un attimo, il giovane sembrò realmente prendere in considerazione tale offerta
<< Magari un’altra volta>>mormorò.
Cominciò a incamminarsi in direzione del quartiere, ma la voce di Kirei richiamo la sua attenzione
<< Sembrava che avessi molti progetti. L’ultima volta che sei staro qui, intendo>>
Al sentire tali parole, il giovane non potè fare a meno di trasalire leggermente
<< Sicuro che non ti va un latte macchiato ?>>continuò l’altro, il volto chiuso in un sorriso divertito.
L’adolescente strinse i pugni e riprese a camminare
<< Si riguardi ,padre>>sussurrò .
E, detto questo, sparì dalla vista del parroco, asciandolo solo nel giardino della chiesa.

                                                                                                                          * * *

01:00 di notte

Durante la notte, Shirou Emya fu nuovamente svegliato dal suono di un telefono.
Visibilmente adirato ,per essere stato chiamato a un ora così tarda, emise un gemito di frustrazione, afferrando la cornetta
<< Pronto?>>
<< Pronto?>>
A rispondere fu una voce artefatta. Il giovane non riuscì a capire se si trattasse di un uomo o di una donna
<<  Ehm,sì?>>
<< Chi parla?>>
L’adolescente inarcò un sopracciglio
<< Lei con chi vuol parlare?>>
<< Che numero ha lei?>>domandò l’altro.
Al sentire tali parole, il rosso non potè fare a meno di stringere gli occhi
<< Mi dica che numero voleva fare>>
Dopo appena un paio di secondi, la voce tronò
<< Non lo so>>
<< E allora mi sa che ha sbagliato>>
<< Davvero?>>
<< Non importa, può succedere>>
E, detto questo, attaccò la cornetta del telefono. 
Tuttavia, non passarono che appena un paio di minuti che l’oggetto suonò una seconda volta.
Con un gemito di frustrazione, la testa rossa afferrò la cornetta
<< Pronto?>>
<< Ah,mi scusi ,credo di aver sbagliato di nuovo>>
Era la voce. La stessa voce di prima, indovinò
<< Perché ha richiamato, allora?>>
<< Per scusarmi>>ridacchiò l’altro.
Il giovane annuì esitante
<< Va bene, è perdonato,addio...>>
<< Aspetta, non riattaccare! Voglio parlare con te ancora un po’>>
<< Non sono la voce amica, mi dispiace>>ribattè Shirou, visibilmente infastidito.
La voce non sembrò dargli ascolto e riprese a parlare
<< Cosa sei disposto a fare per seguire il tuo desiderio ?>>
Questa volta, il tempo parve fermarsi
<< Come ,scusi?>>
<< Per soddisfare il desiderio egoistico di tuo padre, Emya Kirtsugu…ritrovare la sua adorata figlia>>
L’adolescente non potè fare a meno di trasalire
<< Ma cos’è ,uno scherzo?>>
<< Rispondimi. Cosa saresti disposto a fare per trovare tua sorella ?>>ripetè l’altro.
Il silenzio calò inesorabile, nelle profondità della casa.
Dopo circa un minuto buono, il giovane non potè fare a meno di rispondere
<< Ciò che è necessario>>sussurrò.
La persona dall’altra parte del ricevitore rimase in silenzio, prima di scoppiare in una risata divertita
<< Risposta corretta. Buona fortuna!>>
E poi, come dal nulla, l’aria esplose.
Una luce come Shirou non ne aveva mai viste squarciò l’oscurità della notte, proiettando ombre e immagini distorte.
Una densa coltre di polvere e detriti iniziò a propagarsi per tutta la camera.
Appena pochi secondi dopo, un gemito di dolore attirò l’attenzione del  mago tirocinante
<< Ahi,ahi,ahi>>
Ad uscire dalla nuvola di polvere fu la figura di un giovane adolescente, probabilmente non più grande di Shirou, vestito in un cappotto nero come la notte, ornato da striature d’argento. Aveva i capelli color pece, così come gli occhi, e un paio di orecchie a punta, simili a quelle di un elfo.
Sulla schiena vi erano stagliati una coppia di foderi, ciascuno dei quali occupati da una spada in ossidiana
<< Uff ! Qualcosa dev’essere andato storto con la convocazione>>mormorò il servo, volgendo la propria attenzione nei confronti di Shirou.
Una volta adocchiato lo studente, chiuse il volto in un sorriso divertito
<< Adesso dimmi…come ti sembro?>>
La testa rossa fece per ribattere, ma venne prontamente interrotta dalle parole della creatura
<< No,no, no, no,no,no,non dirmelo ! Vediamo, due braccia ,due mani…un po’ debole il tubercolose dorsale>>commentò, torcendosi il polso del braccio destro.
Si portò ambe le mani alla testa
<< Capelli! Evvai, non sono calvo! Anche una bella pelle, a dir la verità>>
Cominciò a guardarsi intorno
<< Uhm, sono dimagrito troppo. È strano, dammi tempo, devo abituarmici>>
In quel preciso istante, un pensiero sembrò attraversargli la mente. Si portò la mano destra all’orecchio, toccandone la parte superiore
<< Orecchie a punta…uhm, dev’essere l’avatar che ho usato in Alfheim Online . Non  fa  niente, andrà più che bene>>mormorò.
Puntò lo sguardo in direzione di Shirou
<< Ora, tolti di mezzo i convenevoli…chiedo a voi, siete il mio maestro>>
<< Cosa?>>domandò l’altro, visibilmente sorpreso. Il servo si strinse nelle spalle
<< Sì ,lo so, sono confuso così come lo sei tu>>
Shirou non ebbe neanche la possibilità di rispondere, poiché un dolore acuto lo investì alla mano destra, costringendolo ad afferrarla.
Abbassò lo sguardo e vide che un modello runico a forma di spada era stato disegnato sulla parte superiore del dorso. I segni brillavano in un arcobaleno di colori, per poi si stabilirsi lungo una tonalità rosso acceso, appena un paio di secondi dopo .
Il cavaliere fissò il tutto con fare incuriosito, prima di chiudere il volto in un sorriso compiaciuto
<< Ottimo, il contratto è completo>>
Compì un inchino aggraziato
<< Servo Saber, al vostro servizio>>
Inarcò un sopracciglio, prima di stringersi nelle spalle
<< A pensarci bene, puoi chiamarmi Kirito. Non credo che qui qualcuno avrà famigliarità con la mia leggenda>>
<< Kirito?>>domandò Shirou.
Che diavolo stava succedendo !?

                                                                                                                 * * *

Il famiglio si trovava dinanzi a un grande cancello di metallo, apparentemente chiuso, ma senza serratura ne catena.
Oltre esso, si scorgeva un rigoglioso giardino con tanto di erba all'inglese, perfettamente curato.
Era circondato da siepi alte circa tre metri e mezzo che oscuravano la visuale su quello che c’era fuori.
Al centro, una grossa fontana circolare sprizzava acqua allegramente.
Oltre la fontana, il tutto finiva con un'altra siepe, apparentemente senza uscita.
Sullo sfondo, poco distante, si vedeva un'incredibile costruzione: la villa.
Torreggiante nella Miyamachou di Fuyuki City era il palazzo Tohsaka, i due piani dell'edificio in stile occidentale  fungenti come la casa ancestrale del clan di magi più influente dell’intero arcipelago.
Era nelle cantine del palazzo che Rin Tohsaka, figlia di Tokiomi Tohsaka, aveva  mantenuto la sua bottega, e dove, attualmente, l’unico membro rimasto di una delle famiglie fondatrici , aveva gli occhi azzurri bloccati su quello che, all’apparenza, poteva benissimo passare per un semplice orologio a pendolo.
La  differenza fondamentale ,tuttavia, consisteva nel semplice fatto che tale oggetto non era altro che uno dei tanti cimeli appartenuti alla linea Tohsaka, costruito in modo che l'inchiostro che scorreva lungo la stringa fungesse come mezzo di scrittura per stilare l'ultimo messaggio diretto alla Torre dell’Orologio.
Naturalmente ,sarebbe stato molto più efficiente, e decisamente più conveniente, se avesse semplicemente comprato un fax, o anche un telefono.
Detto questo, nessun Magus dotato della capacità di Rin avrebbe mai dato voce al desiderio di prendere la via più facile, specialmente se detta via consisteva nel rivolgersi alla volgare 'Tecnologia' del cosiddetto mondo 'moderno'.
Al momento, la situazione era critica.
Potete immaginare la sua sorpresa quando, appena due giorni fa, un totale di ben tre magie di comando aveva appena preso posto sul dorso della sua mano destra, nonostante fosse un fatto ormai ampiamente noto tra la comunità magica che la guerra del Santo Graal era stata annullata circa dieci anni prima dalla Torre dell’Orologio in persona.
In quanto unica superstite delle famiglie reggenti di Fuyuki ,era suo compito richiamare l’attenzione dell’associazione stessa, con la speranza che avrebbero inviato un esecutore, al fine di far fronte a tale mistero.
Detto questo, nessun mago che si rispetti avrebbe affrontato una simile situazione a viso aperto, senza preoccuparsi delle conseguenze.
Motivo per cui aveva già preparato un cerchio runico con il quale avrebbe richiamato un servo in grado di sostenerla contro eventuali minacce.
Aveva completato il rituale alla perfezione e compì un passo all’indietro, non appena i suoi occhi entrarono in contatto con un’ ombra distorta che cominciò  farsi strada oltre il fumo creatosi durante la convocazione.
Davanti a Rin si ergeva la figura di un uomo straniero, probabilmente inglese, indossante un completo di colorazione blu, adornato da un trench.
Aveva capelli castani dalla conformazione ribelle e un paio di occhiali sulla punta del viso
<< Allora, vediamo dove siamo finiti>>
Il servo cominciò a guardarsi intorno, con fare incuriosito
<< Giappone, mattina, no! Sera  >>
Annusò l’aria come un cane da tartufo
<< Anno…2015 o giù di lì>>mormorò.
Rin rimase ferma e immobile, prima di compiere un paio di colpi di tosse
<< Uh, uh>>
Il servo si voltò di scatto e dilatò le pupille, una volta che i propri occhi entrarono in contatto con quelli della studentessa
<< Oh, ciao ! Non mi ero accorto che tu fossi…lì>>
<< Ehm, salve>>salutò l’altra, con fare imbarazzato, prima di volgere la propria attenzione nei confronti del britanno
<< Posso sapere chi sei?>>domandò, visibilmente confusa.
Questi chiuse il volto in un sorriso divertito
<< Sono il Dottore>>
La giovane non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Il nome, non la professione>>
<< Il Dottore>>
<< Cognome?>>
<< Il Dottore>>
La strega riuscì a mantenere un espressione impassibile
<< Tu ti chiami “il Dottore”?>>
<< Esattamente>>
<< Non è un nome, è una condizione mentale>>
<< Pensi che sia strano ?>>ridacchiò l’altro, ricevendo uno sguardo infastidito da parte dell’adolescente
<< No, mi sembra solo stupido>>
<< Odi le cose stupide ?>>
<< Sì>>ribattè lei.
Dopo un momento di esitazione, l’uomo compì un passo in avanti
<< Come ti chiami?>>domandò, il tono di voce leggermente paterno.
Per un attimo, La capofamiglia valutò se rispondergli o meno
<< Rin. Rin Tohsaka>>
Il servo annuì, con fare comprensivo
<< Bel nome. Rin. Dovresti proprio tenerlo>>commentò.
Un silenzio imbarazzante calò, nelle profondità della cantina
<< Bene, non c’è molto tempo !>>gridò l’uomo ,sorprendendo la giovane.
La creatura compì un inchino aggraziato
<< Servo Rider,al vostro servizio. Chiedo a voi, siete il mio maestro?>>
<< S-sì, sono io!>>balbettò l’altra, ripresasi dallo spavento.
Il servo la osservò da capo a piedi, per poi chiudere il volto in un sorriso eccitato
<< Bene! Come ho detto prima, io sono il Dottore. Mi raccomando, non fare domande stupide…e non ti allontanare>>
Si voltò di colpo, sbattendo contro uno dei pali presenti nella camera. Rin fissò il tutto con fare attonito, prima di correre vicinò alla figura inconscia del proprio servo
<< Tutto bene?>>domandò, visibilmente preoccupata.
L’uomo emise un  gemito di esasperazione
<< è soltanto l’inizio. Poi migliorerà>>

                                                                                                                               * * *

Davanti alla coppia di figure ,si stagliava una piccola vallata non più grande di un paio di campi da tennis.
Alberi ricoperti di soffici cristalli bianchi si levavano al cielo, quasi volessero lacerare le nubi. C'era una pista zizzagante di erba fresca unita a una coltre di neve semisciolta che, giallastra, penetrava nel terreno.
Attorno a quella macchia verde stava un gruppo di cervi che ,come fantasmi, comparivano a centinaia dalla nuvola di nebbia umida, per poi ritirarsi nell'oscurità della foresta.
Uccelli di ogni tipo danzavano nelle vene capillari di nera acqua scintillante ,confluenti ognuno in un piccolo laghetto semighiacciato posto al centro della radura.
Era una visione bellissima.
Dietro a quello spettacolo naturale, invece, si ergeva la villa d’addestramento della famiglia Matou, ricolma dei suoi segreti più oscuri.
  Zouken Matou ,un uomo vecchio e decrepito a capo di una delle famiglie di maghi più importanti dell’intero pianeta, puntò lo sguardo in direzione del nuovo arrivato.
Questi consisteva in un uomo vestito in un abito militare di colorazione nera, perfettamente fuso con l’ambiente circostante, la cui faretra era occupata da una lunga serie di pistole e armi da taglio, così come la parte posteriore dell’uniforme, adornata da un  paio di catane disposte a immagine di una X.
Ma la cosa più interessante era il volto, caratterizzato da una maschera la cui parte sinistra, anziché essere nera come il resto del completo, appariva di una colorazione più simile all’arancio bruciato
<< Allora?>>domandò il capo-clan, visibilmente impaziente.
La figura prese un respiro profondo
<< Il segnale è stato inviato. Sono stati scelti 49 maestri>>
<< Così presto? Bhe, questo è…inaspettato. Avrei preferito riposare un po’>>
Volse la propria attenzione nei confronti del servant
<< Qualcosa ti preoccupa, Assassin?>>
L’uomo sembrò esitare un momento, prima di recuperare la sua compostezza
<< Qualcosa non quadra. Alcuni concorrenti, come posso dire…non sono esattamente umani. E poi c’è quella nebbia…>>
<< Ti preoccupi troppo, Deathstroke. Il clan Matou pianifica questa guerra da più di dieci anni. La nebbia è solo un…piccolo effetto collaterale. Inoltre, finchè avremo Sakura, la nostra vittoria è assicurata>>ridacchiò, leggermente divertito.
Puntò lo sguardo in direzione della città
<< Shinji ha completato il suo compito?>>
Il servo annuì di rimando
<< Non sembri molto felice>>osservò
<< Il dolore inutile non rientra nella mia professione>>ribattè l’altro, con fare impassibile.
Al sentire tali parole, il vecchio non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< è necessario>>
<< Tuo nipote non dovrebbe trattarla in un modo così ripugnante>>continuò l’uomo, il tono di voce ornato da una lieve punta di disgusto.
Volse la propria attenzione nei confronti del master
<< Ad ogni modo, il sacerdote è entrato in possesso di un altro servo. Il corpo del master precedente sta alimentando l’archer della quarta guerra, insieme a una decina di orfani>>
Zouken annuì comprensivo
<< Ci occuperemo di Kirei a tempo debito>>sussurrò.
Alzò lo sguardo, finchè non ebbe i propri occhi a contatto con quelli della creatura
<< Prepara i mie nipoti per la convocazione>>ordinò.
 L’assassino compì un inchino beffardo, prima di scomparire nelle ombre.


Com’era? Spero bello! Ok,qui sotto le immagini dei personaggi umani apparsi, per dare ai lettori che non li conoscono un idea del loro aspetto:
Kiritsugu Emya : http://i.imgur.com/UbbBOte.png
Shirou Emya: http://i.imgur.com/PYRAk8D.jpg
Taiga Fujimura: http://cyclopsphoto.ca/temp/fujimura_taiga.jpg
Ayako Mitsuzuri: http://vignette3.wikia.nocookie.net/typemoon/images/e/ea/Fsn_Ayako_(anime).jpg/revision/latest?cb=20141116063153
Kotomine Kirei: https://tsuzukusekai.files.wordpress.com/2012/07/kirei_smirk.jpg
Rin Tohosaka : https://jikman.files.wordpress.com/2014/10/tohsaka-rin-fate-stay-night.jpg
Zouken Matou : http://i3.minus.com/ibeDgoRXLb681K.JPG

Mentre qui abbiamo le caratteristiche dei primi servi incontrati eccetto le loro abilità,perché voglio che siano una sorpresa. Ogni servo sarà accompagnato da un video tribute, affinchè i lettori possano vederli in azione.

Kirito
Classe: Saber
Master : Shirou Emya
Opera : Sword art online ( anime )
Tribute : https://www.youtube.com/watch?v=cxp6b7tt9mw
 
Il Dottore ( Decima rigenerazione)
Classe : Rider
Master : Rin Tohosaka
Opera : Doctor who ( serie tv )
Tribute : https://www.youtube.com/watch?v=MLn1IuAyKaI
 
Deathstroke
Classe : Assassin
Master : Zouken Matou
Opera : universo Dc ( serie tv, fumetti, cartoni )
Tribute : https://www.youtube.com/watch?v=Ojq_i9Ddftk
 

Per chi vuole sapere quali servi sono stati scelti fino ad ora,legga qui sotto:

Saber:
- Kirito ( Sword Art Online)
- Sephirot ( Final Fantasy)
- Percy Jackson ( Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo)
- Castiel ( Supernatural)
- Spartacus ( Spartacus)

Rider :
- il Dottore ( Doctor who)
- Mad Max ( Mad Max - Fury roaf)
- Jack Sparrow ( Pirati dei caraibi)
- Ghost Rider ( Ghost Rider )

Archer :
- Legolas ( Il signore degli anelli)
- Occhio di falco ( Avengers)
- Katniss Evergreen ( Hunger Games)
- Death Kid ( Soul Eater)
- Gilgamesh ( Fate Stay Night UBW)

Caster :
- Zero ( Code Geass)
- Loki ( Avengers )
- Elsa ( Frozen)
- Emma Swan ( C'era una volta )
- Brago ( Zatchbell )
- Malefica ( Maleficient)

Berseker :
Accellerator ( To aru no raligun, Certain magical index)
Hulk ( Avengers )
Klaus ( The Vampire Diaries )
Kempachi Zakari ( Bleach )

Assassin :
- Agente Smith ( Matrix )
- Sebastian ( Black Butler )
- James Bond ( 007 )
- Akame ( Akame Ga Kill)
- T-1000 ( Terminator 2 )
- Deathstroke ( Dc universe )
-  Kurumi Tokisaki ( Date a lieve )

Lancer :
- Cao Cao ( Highschool DXD)
- Verme grigio ( Il trono di spade )
- Ulquiorra ( Bleach )
- Nuada ( Hellboy 2 )

Servo extra : Irina Shidou ( Highschool DXD)
Qui,invece,pubblicherò il link di una serie parodistica demenziale con il titolo Carnival Phantasm,un anime sottotitolato in italiano in cui i personaggi di Type Moon,che utilizzerò come Master nella serie,si trovano a dover affrontare situazioni umoristiche al limite del ridicolo. Questo anime può servire per darsi un idea dell'aspetto dei personaggi,così come le loro voci. Inoltre,eccetto Gilgamesh,nessuno dei servi presenti comparirà nella storia, solo, gli umani,così come i gatti che vedrete  all'inizio del video ( creati come mascott di questo mini - anime ) . Ad ogni capitolo,pubblicherò un nuovo episodio: https://www.youtube.com/watch?v=iJ4A6kDzM3E.



Alla prossima!!!
 
  
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