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Autore: Lyneea    14/07/2015    5 recensioni
Quattordici anni dopo la fine della Seconda Guerra Magica.
Draco, padre single, ha mandato il figlio Scorpius a Hogwarts. Il ragazzo, come ogni Malfoy che si rispetti, è stato smistato a Serpeverde e sta frequentando il suo secondo anno.
Hermione è anche lei una madre single, ma ha deciso di trasferirsi a Parigi e tagliare i ponti con tutti. Ha mandato il figlio Altair a Beauxbatons, soprattutto per proteggerlo dal suo più grande segreto. Ma cosa succederebbe se il destino, un destino chiamato Silente, avesse deciso diversamente?
Dal primo capitolo
Altair si avvicinò pensando ingenuamente di poter fare amicizia anche con quel ragazzo che tanto gli somigliava. Ma quando fu vicino lo sguardo del Serpeverde, così freddo e duro, lo fece desistere dall'aprire bocca. Ci pensò quindi il giovane Malfoy a rompere il ghiaccio: «Che hai da fissare tu?»
Altair fortemente a disagio rispose quasi balbettando:
«Beh ti fissavo stupito, non hai notato quanto ci rassomigliamo?»
Scorpius con un ghigno stampato in faccia si avvicinò e ruotando il viso del ragazzo disse:
«Vediamo, mettiti di profilo...
Te lo dico io a chi assomigli, quell'espressione così intelligente...
Sei proprio uguale a un troll di montagna!».
Spero di avervi incuriosito...
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Buonasera a tutti,
Mi scuso per averci messo tanto a pubblicare questo capitolo ma è stato un periodo micidiale fra visite mediche e casini al lavoro.
Buona lettura
Lyn



 
Capitolo 21
Uno Splendido Regalo

 

Draco salì le scale di casa con passo affrettato. Dopo lo sconforto che aveva letto negli occhi di Hermione quella mattina, aveva capito che l'unico modo per far ristabilire del tutto la donna era darle uno stimolo più forte di quelli che aveva avuto fino a quel momento.  Il biondo era convinto che con il giusto incentivo, magari un pericolo imminente, lei si sarebbe sbloccata.
Prese quindi un bel respiro e cercò di ripararsi la testa con le braccia prima di gettarsi giù dalle scale. Nella caduta l'uomo purtroppo atterrò sul braccio destro, rompendoselo in più punti. Un gemito di dolore gli uscì dalla bocca prima di perdere i sensi.
Hermione, angosciata, cominciò a chiamarlo a gran voce, senza ricevere alcuna risposta. 
Cosa poteva fare? Si chiese sempre più nel panico. Per ore non sarebbe tornato a casa nessuno, e Draco dopo la fuga dei ragazzi aveva spostato la Metropolvere al piano di sopra, nella loro camera, quindi non poteva nemmeno chiamare qualcuno in soccorso. L'unica che poteva aiutarlo era lei. Con fatica cercò di mettersi in piedi. La testa le girava violentemente ma doveva andare a controllare le condizioni dell'uomo. Fece qualche passo in avanti, appoggiandosi al divano per non cadere per terra. Quando arrivò a metà strada la donna si rese conto di aver lasciato la bacchetta sopra il tavolino dello studio, proprio dove l'aveva appoggiata Draco quella mattina. Imprecando, tornò indietro fino al tavolino e prese la bacchetta, incamminandosi poi nuovamente all'ingresso. Il corridoio che separava lo studio dall'ingresso non le era mai sembrato così lungo. Più di una volta i giramenti di testa le fecero perdere l'equilibrio e cadere sulle ginocchia. Nell'ultima caduta, era ormai allo stremo, non più abituata a camminare così a lungo. In fondo alla rampa delle scale vide il corpo di Draco giacere scomposto. L'ansia di arrivare il prima possibile da lui le diede la forza di rialzarsi e incamminarsi nuovamente verso il compagno. Finalmente arrivò da lui e in quel momento sentì dentro di sé ritornare il medimago che era stata. Per prima cosa tastò il polso per controllare il battito. Poi si mise ad esaminare il biondo con perizia. Sembrava per fortuna che non ci fossero ferite visibili in testa. Il braccio destro però sembrava essersi rotto, probabilmente il biondo era atterrato sopra di esso cadendo.
Prese la bacchetta e dopo aver fatto un grosso respiro mormorò un "Innerva" non ottenendo nessun risultato. Se non ci fosse stato Draco svenuto tra le sue braccia probabilmente la donna avrebbe gettato lontano la bacchetta come aveva fatto quella mattina. Ma la preoccupazione per il compagno superò la stizza di non riuscire ad eseguire un semplice incantesimo di "innerva." Fece quindi un secondo e poi un terzo tentativo, fino a quando, la quarta volta che mormorò l'incantesimo, Draco aprì gli occhi ed emise un gemito strozzato per il dolore.
Hermione con le lacrime agli occhi, accarezzò dolcemente i suoi crini dorati. «Amore mio, sei caduto dalle scale e hai perso i sensi. Oltre al braccio destro senti dolore da altre parti?» Chiese in apprensione.
«Direi che il male al braccio è più che sufficiente.» Borbottò l'uomo irritato. «Ma perché stai piangendo? Il mio braccio è forse ridotto così male?»
La riccia scosse la testa sorridendo. «No, tranquillo. Penso che sia rotto ma nulla che un bravo medimago non possa aggiustare. Stavo piangendo per la gioia di essere riuscita a farti rinvenire. Non sai quanto sono stata in apprensione.»
«L'hai fatto con la magia, vero?» Chiese il biondo.
«Si, per fortuna sono riuscita a fare un incantesimo di "Innerva". Adesso invia un Patronus a tua madre, così possono guarirti il braccio.» Disse la riccia passandogli la sua bacchetta.
«Hermione, io uso la bacchetta con la destra. Non riuscirei a lanciare nemmeno un Lumos con la sinistra.» Le ricordò l'uomo. «Sei riuscita a farmi rinvenire, sono sicuro che puoi guarirmi anche il braccio con la magia. So che sei un'ottima medimaga, ho fiducia in te.» Aggiunse convinto.
La donna, seppur insicura delle sue capacità non aveva dimenticato la dedizione con cui il compagno si era preso cura di lei nelle ultime settimane. Il fatto che le fosse stato accanto giorno e notte vegliandola in ospedale, che l'avesse aiutata e spronata quando era demotivata. Sfiorando i boccoli sulla testa si ricordò le parole di Draco quando le aveva dato la pozione per far ricrescere i capelli. Lui non avrebbe mai affidato ad un pozionista qualunque la realizzazione di quella pozione. Allo stesso modo Hermione voleva essere lei a guarirgli l'arto. Avrebbe avuto modo di ricambiare finalmente tutto il profondo amore che lui le aveva donato.
«Spero che un Pozionista abile come te abbia "dell'Osseofast" in casa.» Commentò la riccia ripetendo mentalmente la formula che avrebbe dovuto usare per guarire il braccio.
«Hermione devi solo curarmi la frattura non farmi ricrescere l'osso.» Rispose Draco perplesso da quella richiesta.
«Si, questo è vero. Ma se sbagliassi qualcosa e facessi sparire l'osso come ha fatto  Gilderoy Allock con Harry al secondo anno?» Chiese lei incerta abbassando lo sguardo.
Draco con la mano sinistra alzò il mento della donna, costringendola a guardarlo negli occhi. «Hermione, io ho piena fiducia in te. Credi in te stessa, so che c'é la puoi fare.» 
La riccia prese la bacchetta in mano e con un preciso movimento del polso recitò mentalmente l'incantesimo per rinsaldare l'osso rotto. «Come ti senti? Riesci a muoverlo?» Domandò poi con una punta d'ansia nella voce.
Il biondo aprì e chiuse la mano destra, constatando l'ottimo lavoro fatto. «Il braccio è come nuovo. Ero sicuro che con lo stimolo giusto saresti riuscita a riprendere appieno le tue facoltà.» Commentò sorridendo vittorioso.
«Cosa vuol dire con il giusto stimolo? Non avrai fatto finta di romperti un braccio?» Domandò sbarrando gli occhi.
«No, quello l'ho rotto davvero. Però mi sono lanciato giù dalle scale di mia spontanea volontà!» Rispose il biondo sfoderando il suo famoso ghigno "Made in Malfoy".
«Ma come ti è venuto in mente di buttarti giù dalle scale! Avresti potuto rischiare di farti male alla testa anche tu. Cosa avrebbero fatto i ragazzi con entrambi i genitori invalidi?» Lo rimproverò Hermione.
«Capisco il tuo punto di vista, ma ti assicuro che avevo preso le giuste precauzioni per non farmi male alla testa.» Cercò di spiegarle l'uomo. «Secondo me è stata la scelta giusta darti questo scossone. Ti ho visto stamattina, eri in preda allo sconforto e io non potevo vederti così abbattuta e rimanere con le mani in mano.» Aggiunse, serio in volto.
La donna rimase qualche istante in silenzio, valutando le sue parole. Dentro di sé lui sarebbe rimasto sempre un Serpeverde, lei avrebbe dovuto immaginare che avrebbe usato qualsiasi mezzo per ottenere i suoi scopi. Scosse la testa con vigore prima di rispondergli. «Avrei dovuto aspettarmi da te qualcosa del genere. Tu sei e rimarrai sempre il "principe delle serpi".» Lo adulò sorridendo. «Certo il tuo comportamento di oggi potrebbe sembrare più Grifondoro che Serpeverde. Testardaggine, avventatezza e masochismo sono caratteristiche della mia Casa, non della tua.» Aggiunse provocandolo.
«Non ti azzardare mai più a paragonarmi ad un Grifone altrimenti...» Rispose il biondo fingendosi offeso per il suo commento. 
«Altrimenti cosa?Mi stai forse minacciando?» Chiese ridendo.
«Altrimenti... Ti porto su di sopra e ti faccio vedere che differenza c'è tra me ed uno sfigato Grifondoro.»
«Proposta interessante... Ma di sopra sono capacissima di andarci da sola adesso e poi Narcissa non gradisce atteggiamenti troppo confidenziali fra di noi visto che non siamo sposati.» 
«Questo è un dettaglio che risolveremo al più presto Mezzosangue, ma per adesso sei tutta mia.» Esclamò lui convinto.
«Beh mio caro furetto platinato prima devi riuscire a trovarmi.» Sussurrò al suo orecchio prima di smaterializzarsi nella stanza di musica.
Sul viso dell'uomo si dipinse un sorriso divertito. «Bene, adoro giocare a nascondino.» Con studiata lentezza salì le scale e cominciò a cercare nelle varie stanze. Quando arrivò alla stanza di musica trovò Hermione seduta sul seggiolino del pianoforte che lo aspettava in biancheria intima. Il resto del suo abbigliamento era stato lasciato per terra simile alla strada di molliche di pane della favola di Hansel e Gretel. «Finalmente mi hai trovata Malfoy. Ti ho segnato la via in modo che non rischiassi di perderti.» Sussurrò mordendosi un labbro. «Non eri tu che dovevi farmi vedere la differenza tra te e un Grifondoro?» Aggiunse provocatoria.
«Per dimostrartelo sei ancora troppo vestita.» Sussurrò facendo evanescere i vestiti di entrambi. La prese delicatamente e la fece appoggiare sulla tastiera del pianoforte, prima di cominciare a baciarla con passione dappertutto.

Avevano deciso di trasferirsi in camera da letto per essere più comodi. Draco teneva stretta la sua donna, disseminando su tutto il corpo tanti piccoli baci. Nonostante avessero passato l'ultima ora a donarsi  amore l'un l'altra, sembrava non fossero mai stanchi della vicinanza reciproca. 
«Chissà che faccia faranno i ragazzi quando stasera gli diremo che sei guarita.» Mormorò il biondo. 
Hermione accarezzò dolcemente il viso del compagno: «Noi non gli diremo nulla stasera.»
«Perché? I ragazzi sono stati tanto in pena per te nelle ultime settimane.» Esclamò Draco, smettendo di baciarle la scapola.
«Beh, ho pensato che visto che dopodomani è il ventun luglio, poteva essere una bella sorpresa per il loro compleanno...» Spiegò la donna insicura, forse non sarebbe stato un così bel regalo sapere che fosse guarita. «Domani potrei chiedere a Ginny di tenere occupati i gemelli e  fare un salto a Diagon Alley per cercare qualcosa di più appropriato che una semplice notizia.» Propose sempre più convinta di aver avuto un'idea stupida.
«Sono sicuro che per loro sarà il regalo più bello vederti di nuovo in piedi e abile. Manterremo il segreto fino a dopodomani. Per quello che riguarda il regalo non ti preoccupare ho pensato io a regalare loro qualcosa di utile, che potesse piacergli.» Aggiunse ghignando.
«Perché ho come l'impressione che non sia un libro di Rune antiche?» Commentò Hermione sarcastica.
«Di libri per studiare ne avranno già abbastanza quando inizierà la scuola. Invece io gli ho preso l'ultimo modello di Firebolt, una per entrambi. Non ho certo intenzione di comprare una scopa nuova a tutti i Serpeverde come fece Lucius al mio secondo anno, ma avere due giocatori con una scopa così veloce darà il giusto vantaggio per farci vincere di nuovo la Coppa. Come vedi un regalo molto utile.» 
«Evidentemente abbiamo due concetti diversi di "utilità".» Rispose la donna sarcasticamente. «In ogni caso vorrei ricordarti che Altair è stato smistato a Grifondoro e per quanto tu voglia con tutte le tue forze farlo andare a Serpeverde questo purtroppo non accadrà mai. Sono sicura comunque che i Potter ti ringrazieranno visto che hai appena fornito ai Grifoni una scopa potente come il nuovo modello di Firebolt.» Aggiunse in tono scherzoso.
«Il Cappello Parlante non ha potuto smistare Altair a Serpeverde per via del Torneo, quindi lo smistamento deve essere ripetuto. Mio figlio non finirà mai in mezzo ad un branco di Grifondoro.» Disse con faccia schifata.
«Per questa tua affermazione dovrei sentirmi offesa. Dopotutto è della mia Casa che stai parlando. In ogni caso da quello che so, non è possibile ripetere lo smistamento una volta avvenuto. Se avessi letto il libro "Storia di Hogwarts" lo sapresti. Penso proprio che sia tu che Altair dovrete rassegnarvi all'idea che Grifondoro sarà la sua Casa per i prossimi cinque anni.»
«Dovremmo parlarne a Silente. Convincerlo a spostarlo di Casa se la cerimonia non può essere ripetuta.» Esclamò Draco serio. «Non è solo per il fatto che sarei felice di vedere entrambi i miei figli appartenere anche loro a Serpeverde. I ragazzi sono cresciuti separati, vorrei che potessero stare il più vicino possibile. Hai visto come sono legati, se Altair restasse a Grifondoro non potrebbero avere questo tipo di rapporto.» Aggiunse vedendo la faccia scettica della donna.
«Andremo a parlare con Silente nei prossimi giorni e cercheremo di convincerlo a ripetere lo smistamento di Altair. Dovrò andare a Parigi per impacchettare tutte le nostre cose e recedere il contratto di affitto. Ne approfitterò anche per andare a trovare la Preside Maxime per comunicarle la nostra intenzione di iscrivere a Hogwarts Altair per l'anno prossimo e per passare all'ospedale per dimettermi ufficialmente dal mio incarico.» 
«Bene, vedrai che insieme faremo  presto. A meno che tu non voglia tenere comunque l'appartamento? Avrai molti ricordi laggiù» Commentò Draco, invidioso di non aver vissuto quei momenti con la donna e con il figlio.
Hermione scosse la testa. «No, ti ringrazio, preferisco chiudere definitivamente quel capitolo della nostra vita. Anche se Parigi è una città incantevole, ho sentito tanto la mancanza di "casa" in questi anni.» Disse la donna riferendosi a quanto le era mancata la loro vita insieme.

Quando molte ore dopo, Narcissa e Lucius con i gemelli rientrarono a casa, l'atmosfera fra loro sembrava molto tesa. Scorpius sopratutto, che caratterialmente assomigliava a Draco, era quello che aveva più problemi a passare sopra agli errori commessi dal nonno e rappacificarsi con lui. Dopo aver cenato i ragazzi erano molto stanchi e decisero di ritirarsi nella loro stanza. Draco, aveva preso l'abitudine di accompagnarli a letto visto che Hermione fino a quel momento era stata impossibilitata a farlo. Quella sera però il biondo decise di portarla in braccio fino alla camera dei ragazzi, in modo che potesse avere qualche minuto con loro in privato. Aveva notato la faccia infastidita di Scorpius durante il pasto ed ormai aveva capito che in quei momenti l'unica persona che riusciva a far ragionare il figlio era Hermione. Dopo averla depositata sul letto del ragazzo il pozionista uscì dalla camera comunicando che sarebbe tornato a prenderla dopo una ventina di minuti.
«Mamma, è vero che tu e il signor Weasley avete parlato in favore del nonno?» Chiese il primogenito indispettito, non appena Draco uscì.
«Si, è vero.» Confermò la donna. «Capisco che per voi ragazzi sia inconcepibile questa mia decisione, ma vi assicuro che non ho preso la questione a cuor leggero. Lucius ha le sue colpe, e anche se non potrò dimenticare gli anni che ci ha portato via, salvandomi la vita me ne ha regalati di nuovi. Anni che vi prego di credere non ci sarebbero stati se lui non fosse intervenuto.»
La faccia scettica del ragazzo spinse la donna a continuare. «Scorpius, ti fidi di me?» Domandò stringendogli le mani nelle sue.
«Ma certo mamma.» Rispose sicuro il ragazzo. 
«Vostro nonno mi ha salvato! Ero ormai allo stremo quando è arrivato e si è preso le Cruciatus al mio posto.»
«Il papà di Hugo ti ha torturato con delle Cruciatus?» Chiese angosciato Altair.
La donna si maledisse per la sua stupidità. Sicuramente nessuno aveva raccontato ai ragazzi i dettagli del rapimento per non turbarli. 
«Non ci pensate, ormai è tutto finito.» Cercò di rassicurarli.
«Mamma è difficile non pensarci.» Commentò sarcasticamente Scorpius per mascherare la sua angoscia.
«Lo capisco e non avrei dovuto parlarne.» Si scusò la donna rabbuiandosi.
Proprio in quel momento rientrò Draco «Di cosa non avresti dovuto parlare?»  Chiese il biondo pensando che Hermione avesse rivelato ai ragazzi della guarigione.
«Dei dettagli del mio rapimento... Volevo che capissero quanto tuo padre mi abbia aiutato durante l'aggressione ma ho finito per rivelargli delle torture.»
«Quando vostra madre stava subendo l'operazione ho ritenuto non fosse necessario turbarvi con certi dettagli. E poi se devo dire la verità anche io ho compreso solo oggi la reale portata di quello che lei ha subito. Ero restio come voi a dar fiducia a Lucius ma vi assicuro che l'ha difesa rischiando la sua vita. Per questo motivo credo che meriti un'altra possibilità. Nessuno vi chiede di dimenticare ragazzi ma solo di passare oltre per vivere con serenità tutti nella stessa casa.»
L'espressione seria dipinta sul volto di entrambi i genitori fece capitolare definitivamente i gemelli che acconsentirono a cercare di ricreare un rapporto di convivenza con Lucius.

In sala da pranzo erano rimasti solo Narcissa e Lucius. L'uomo prima di cena aveva passato mezz'ora sotto il getto dell'acqua della doccia per cercare di togliersi il tanfo di prigione di dosso, ma ancora riusciva a sentire l'odore di disperazione che aleggiava nella prigione del comando degli Auror. Era stato veramente fortunato a riuscire a cavarsela anche quella volta. Anche se più che fortuna il merito della sua libertà andava a due delle persone che aveva disprezzato anni prima.
Terminata la cena si sentiva stremato. L'unica cosa che desiderava ardentemente era stendersi e dormire per almeno un paio di giorni. Tuttavia c'era un pensiero che lo torturava da quando aveva rimesso piede al Manor. Narcissa sarebbe riuscita a dimenticare i suoi errori? Una smorfia di disgusto si dipinse sul volto quando pensò che il Grande Lucius Malfoy si era ridotto ad aver paura di essere odiato o ancora peggio ignorato dalla consorte.
La donna colse l'espressione del marito: «La cena era di tuo gradimento Lucius?» Chiese mal interpretando l'espressione.
«Era tutto squisito come sempre. » Rispose l'uomo coinciso, In realtà se non fosse stato educato così rigidamente dai suoi genitori avrebbe trangugiato tutto come un troglodita tanta era la fame arretrata che aveva. 
Quelle settimane in cella dovevano essere state terribili. Narcissa aveva notato quanto il viso di Lucius fosse sciupato. «Beh sicuramente il cibo che ti hanno servito in prigione sarà stato terribile quindi è normale che ti sia piaciuto tutto.»
Lucius si prese qualche minuto per cercare le parole giuste per iniziare il discorso che aveva in mente.
«Narcissa, stavo pensando ad una cosa..» 
La donna si stupì di sentirsi chiamare con il suo nome per intero, per anni lui l'aveva sempre chiamata solo "Cissy". Rimase comunque in silenzio, in attesa del suo discorso.
«Immagino che per te sia stata una sorpresa la mia assoluzione. Probabilmente pensavi che sarei finito in carcere a vita ed invece ti sei ritrovata a dovermi fare da tutore.» Disse con un tono un po' incerto.
«Non capisco dove tu voglia arrivare Lucius.»
«Pensavo che se condividere anche la stanza con me ti desse fastidio potrei andare in una stanza degli ospiti.» Riuscì a dire.
Narcissa pensò che i troppi interrogatori avessero danneggiato il cervello del marito. Forse qualche Auror l'aveva messo sotto Imperius perché il Lucius che conosceva non avrebbe mai fatto una dichiarazione del genere, nemmeno a lei. «A te darebbe fastidio continuare a condividere la camera con me? È cambiato qualcosa?»
«Cissy, lo sai che io non sono mai stato il tipo di uomo che esprime a parole i suoi sentimenti. Per me il nostro matrimonio non è mai stato solo un accordo tra le nostre famiglie.» Disse impacciato. «Non è cambiato nulla per me, solo che non vorrei che fosse cambiato qualcosa per te. Se per te è un disagio dover dividere anche la stanza con me, posso trovare una sistemazione diversa.»
Se Narcissa Malfoy fosse stata una donna diversa probabilmente si sarebbe commossa per quelle parole. Suo marito non era certo un tipo da grandi slanci emotivi o sdolcinate dichiarazioni. «Il tuo comportamento di undici anni fa mi ha molto deluso, ma come ha detto Hermione oggi, tu non sei lo stesso  uomo di allora. Indipendentemente dalle motivazioni che ti hanno portato ad andare in suo soccorso, tu sei stato coraggioso, ed io in questo momento l'unica cosa che voglio è lasciarmi alle spalle tutto quello che è accaduto ed aiutarti a ricostruire il tuo rapporto con Draco e con i gemelli. Vieni, andiamo in camera, sarai distrutto dopo questa lunga giornata.» Rispose Narcissa avviandosi verso il piano superiore.
  
Hermione per festeggiare il primo compleanno insieme dei figli aveva deciso che oltre a sorprenderli con la sua completa guarigione, avrebbe cucinato loro una torta. Entrambi i figli sapevano delle sue serie difficoltà in cucina. Parte del problema stava nel fatto che lei per cucinare non aveva mai usato la magia. Le poche nozioni culinarie che aveva imparato gliele aveva insegnate sua madre, una babbana. La donna voleva che i suoi figli per una volta la apprezzassero come cuoca e non che le facessero dei complimenti solo per non offenderla, come era successo per molti anni con la storia delle lumache. Pensò quindi di rivolgersi a Molly per chiederle di insegnarle a cucinare almeno la torta al cioccolato e pere che entrambi i ragazzi avevano apprezzato a Parigi. Aveva pensato di andare dai Weasley quel giorno stesso, dopo essere andata al controllo programmato al San Mungo. Sapeva che Narcissa avrebbe tenuto i ragazzi per tutta la mattinata, quindi non avrebbero notato la sua assenza.
La matrona di casa Weasley fu molto felice di vedere Hermione, soprattutto quando la riccia le raccontò di essere riuscita finalmente a fare un incantesimo. Con pazienza le spiegò come fare un'ottima torta al cioccolato e pere usando la magia. 

Intanto a casa Malfoy Altair aveva chiesto al fratello di aiutarlo a migliorare in scherma. Dopo che il padre gli aveva parlato di quella tradizione di famiglia al ragazzo era tornata la voglia di imparare. Draco aveva promesso che gli avrebbe insegnato lui, come aveva già fatto con Scorpius, ma Altair voleva essere avvantaggiato per quando il padre gli avrebbe dato lezioni.
I gemelli scesero nei sotterranei per andare in sala d'armi. Lucius vedendoli scendere li seguì discretamente, curioso di sapere cosa avessero in mente. 
Scorpius prese dalla rastrelliera delle armi due spade, ne passò una al fratello e gli chiese di mettersi in guardia. Altair assunse la corretta posizione di difesa aspettando gli attacchi del gemello.
Lucius rimase ad osservarli per un po' di tempo prima di decidere di uscire allo scoperto. «Buongiorno ragazzi.» Disse avvicinandosi.
«Lucius.» Lo salutò Scorpius con un cenno di capo, imitando i toni usati abitualmente da Draco con il genitore.
«Buongiorno .» Mormorò invece più timoroso il secondogenito. Non sapeva neppure se avrebbe dovuto chiamarlo "nonno" o invece "signor Malfoy,"
«Ho sentito dei rumori e sono venuto a vedere cosa succedeva.» Mentì l'uomo per non ammettere di averli spiati a lungo prima di segnalare la sua presenza. «Se volete potrei aiutarvi nell'allenamento. Sapete, ho insegnato io a Draco a tirare di scherma e mi farebbe piacere aiutare anche te, logicamente fino a quando non sarà vostro padre a insegnarti.»
L'espressione titubante di Altair spinse l'uomo a spiegarsi meglio: «Quando abbiamo duellato la sera del tuo ritorno da Hogwarts non sapevo chi fossi...»
«Altrimenti l'avresti trafitto con la spada?» Non riuscì a trattenersi dal commentare Scorpius.
«Intendevo dire che se avessi saputo che eri tu, e che prima di un paio di mesi fa non avevi mai impugnato una spada, non avrei infierito su di te a quel modo.» Rispose cercando di non rispondere alle provocazioni del nipote.
Scorpius sebbene fosse dubbioso sulla buona fede delle sue parole, decise di non commentare ulteriormente. 
«La ringrazio per l'aiuto "signor Malfoy".» Disse Altair in imbarazzo.
L'uomo rimase sorpreso dal modo in cui si era rivolto a lui Altair. «Avrò fatto tanti sbagli, ma rimango pur sempre tuo nonno, quindi non pensare che mi possa offendere a sentirmi chiamare così... Ora impugna la spada in modo che possa correggere la tua postura ragazzo.»

Il mattino del ventun luglio Hermione entrò nella camera dei suoi figli reggendo orgogliosamente in mano la sua prima torta al cioccolato e pere. La donna l'aveva preparata la notte precedente, non appena i gemelli si erano addormentati. «Buon compleanno dormiglioni. Coraggio svegliatevi, non vorrete sprecare il giorno del vostro compleanno rimanendo a poltrire a letto.» Disse avvicinandosi ai letti.
I ragazzi si stropicciarono gli occhi, sbadigliando. Non appena notarono Hermione in piedi di fronte ai loro letti balzarono in piedi, svegliandosi immediatamente. «Mamma, sei guarita! Riesci finalmente a stare in piedi.»
«Si, sono guarita e non solo fisicamente.» Rispose puntando la bacchetta verso le candeline e accendendole con un incantesimo. 
Lo sguardo pieno di stupore e gioia che le rivolsero i figli quando fece quella piccola magia ripagò Hermione di tutta la paura che aveva provato quando Draco era caduto dalle scale, e lo ringraziò mentalmente di avere un animo così spiccatamente Serpeverde. 
I due ragazzi balzarono giù dal letto e corsero ad abbracciarla. «Ragazzi, fate piano. Non vorrei che mi cadesse la torta.» Esclamò la donna ridendo.
I gemelli fissarono con occhio critico la torta che avevano davanti. «Non vi preoccupate, sono sicura che sia venuta bene. Sapete mi sono fatta insegnare dalla signora Weasley come farla con l'ausilio della magia. Ora esprimete un desiderio e soffiate sulle candeline.»
Altair e Scorpius non erano identici solo nell'aspetto, infatti entrambi espressero lo stesso desiderio.I due fratelli volevano più di ogni altra cosa al mondo che i loro genitori decidessero di risposarsi, suggellando così il rapporto che si era ricreato da poche settimane. 
Hermione servì una generosa porzione di dolce ai due festeggiati, attendendo con una punta d'ansia il loro giudizio.
Dopo un primo timido morso entrambi divorarono la torta come se fossero mesi che non mettevano cibo sotto i denti. «Mamma, è buonissima! Addirittura migliore di quella della signora Mills.» Disse Altair con la bocca piena.
«Altair ha ragione, è veramente ottima.» Confermò il fratello. «Adesso che hai imparato a farla spero che tu non voglia prepararla solo per il giorno del compleanno. Dovresti prenderla come tradizione fissa settimanale»
In quel momento entrò anche Draco con in mano due pacchetti dalla forma inconfondibile. «Buon compleanno campioni.» Esclamò consegnando i doni.
«Quest'anno ho voluto farvi un regalo utile... In modo che possiate stracciare Grifondoro al campionato.» Aggiunse quando i ragazzi ebbero finito di scartare i pacchi.
«Il nuovo modello di Firebolt!» Sussurrò Altair, sgranando gli occhi. «Ho una scopa tutta mia.»
Hermione guardò la reazione del secondogenito e si rammaricò di non avergli mai donato una scopa tutta sua. Aveva sempre detto al figlio che non si potevano permettere un acquisto del genere, ma la realtà era che la sua stupida paura di volare l'aveva spinta a negare ad Altair quel regalo, privandolo di un sogno che lei avrebbe potuto realizzare.
Draco le si avvicinò cingendole i fianchi e attirandola a sé. «Cosa c'è che non va? Non mi sembri felice, come in realtà dovresti essere.»
«Niente.» Negò la donna, abbassando lo sguardo.
«Hermione. Sbaglio o avevamo stabilito che non avremmo avuto più segreti l'uno per l'altra?» La rimproverò alzandole il viso con una mano, in modo da guardarla fisso negli occhi.
«Pensavo solo che avrei potuto comprare molto tempo fa una scopa ad Altair.  Anche se gli ho sempre detto che il problema era la grossa spesa la verità è che la mia paura di volare mi ha sempre bloccato. Sono stata costretta a separarlo da suo padre e da suo fratello per ragioni valide, ma almeno questo suo desiderio l'avrei potuto realizzare.» Spiegò la donna.
«E togliere così la gioia a suo padre di regalargli la prima scopa?» Domandò sarcastico. «Non penso che Altair te ne faccia una colpa, sa della tua fobia per il volo, Non ti angosciare di una decisione che hai preso in passato. Ora i ragazzi sono qui, insieme. È questo quello che conta.» Aggiunse sorridendole.
«Draco... Mi porteresti a fare un giro sulla scopa? Quando volavo con te non stavo mai male e mi piacerebbe riprovare. Magari in questo modo potrei superare anche questa fobia.» Chiese un poco intimidita.
Il biondo scoppiò a ridere fragorosamente. «Il mondo si è proprio capovolto se Hermione Granger mi chiede di portarla a fare un giro sulla mia scopa.» Esclamò divertito. «D'accordo, più tardi il “dottor Malfoy” guarirà anche questa tua fobia…  Adesso però dobbiamo finire i preparativi della festa. Fra qualche ora arriveranno gli ospiti.»



Nel pomeriggio arrivarono al Manor le famiglie Potter, Zabini e Greengrass per festeggiare il compleanno dei gemelli e la completa guarigione di Hermione. I gemelli ricevettero sacchetti pieni di dolci di Mielandia dagli amici. Narcissa invece, regalò loro un libro di astronomia che raccontava la storia inerente alle stelle da cui i ragazzi prendevano il nome.
I fratelli organizzarono, come avevano preso d'abitudine quando vedevano gli amici, una piccola sfida di Quidditch Grifondoro contro Serpeverde. Draco ed Harry si erano messi in porta per permettere ai figli di giocare nei ruoli che più li piacevano. Scorpius e Lily avevano ottenuto il ruolo di cercatore tirando a sorte con i fratelli. A terminare la piccola squadra c'era dal lato verde argento Altair come cacciatore ed Edward che voleva provare a fare il battitore. La squadra rosso e oro era invece composta da James come cacciatore e Ginny come battitrice.  Le due squadre erano più o meno sullo stesso livello anche se Serpeverde , grazie ad Altair, era in vantaggio con un punteggio di 50 - 30.
Scorpius e Lily stavano perlustrando la parte alta del campo di gioco quando la giovane Grifondoro scorse, proprio dietro le spalle del ragazzo, il Boccino d'oro. 
Si avvicinò al Serpeverde come se volesse dirgli  una cosa a bassa voce, senza farsi sentire dagli altri.
«L'anno prossimo potremo finalmente andare ad Hogsmeade...» Esordì con voce incerta.
Scorpius le sorrise. «Eh si, finalmente potremo uscire dal castello.» Commentò cercando di mascherare il nervosismo che aveva nel parlare con lei.
«Che ne dici di uscire insieme?» Propose Lily sia nel tentativo di distrarlo, sia perché voleva veramente uscire con il ragazzo.
Il Serpeverde rimase shoccato dalla sua proposta, tanto che per poco non cadde dalla scopa. Stava per risponderle quando la vide lanciarsi all'inseguimento del boccino.
Si  mise anche lui a rincorrere la sfera dorata, ma ormai il vantaggio acquisito dalla Grifondoro era troppo grande e Lily prese il boccino, decretando così la fine della partita.
Harry volò raggiante vicino alla figlia per complimentarsi con lei. «Bravissima Lily! Non sapevo di avere in casa ben due cercatori in gamba.» Disse non appena scesero dalle scope. Poi avvicinandosi a Draco lo prese in giro bonariamente. «A quanto pare i Potter sono cercatori migliori dei Malfoy anche in questa generazione...» Esclamò ridendo.
«O forse i Malfoy sono così cavalieri da lasciar vincere una ragazza...» Rispose Draco con un sorriso forzato.
«Non mi sembra di ricordare che tu abbia mai usato il benché minimo riguardo nei confronti del gentil sesso.» Lo punzecchiò l'Auror.
«I miei figli sono sicuramente migliori di quello che sono stato io a scuola.» Esclamò rabbuiandosi in volto. Cercò di allontanarsi per andare dai ragazzi ma venne trattenuto dal moro.
«Stavo solo scherzando Draco. A scuola avevi una copertura da mantenere, non potevi certo farla saltare per una partita di Quidditch.» 
«Questo è vero solo per gli ultimi tre anni di scuola. I primi quattro sono stato un odioso, viziato, figlio di papà.» Ammise invece il pozionista. «In ogni caso dovremmo organizzare una bella sfida a Quidditch tra noi adulti uno di questi giorni. Così potremo finalmente stabilire chi tra  te e me è il miglior cercatore della nostra generazione.» Propose il biondo per allentare la tensione che aveva creato quel discorso.
«Accetto la sfida furetto!» Disse Harry tendendogli la mano.
«Preparati alla sconfitta Sfregiato!» Rispose Draco accettando la sua mano.

Altair vide il fratello dileguarsi in casa non appena finita la partita. Dal suo sguardo intuì che qualcosa non andasse e lo rincorse per parlargli.
 «Ehi Scorp, se fossi smistato a Serpeverde in settembre, forse sarebbe meglio che nelle partite contro i Grifoni sia io a fare da cercatore. Mi sembra che una certa persona ti distragga troppo.» Disse  sperando di allentare un po' la tensione che aveva visto negli occhi del fratello.
«È stato solo un attimo di disattenzione che non si ripeterà.» Rispose il ragazzo scuro in volto. Si era sentito preso in giro dalla grifona ed c'era rimasto molto male.
«Cosa è successo fratello? Non penso che il problema sia la partita... Anche se so che ci tieni molto a vincere a Quidditch la tua faccia mi dice che c'è dell'altro sotto.»
«Sono diventato così semplice da capire?» Domandò Scorpius incerto.
«Affatto, solo che la tua faccia è identica alla mia e quando io assumo quell'espressione in viso significa che qualcosa mi ha fatto soffrire molto.»  Replicò Altair preoccupato.
Dopo qualche istante di silenzio il ragazzo si decise a rispondere. «Sono stato preso in giro... da lei.» Ammise Scorpius a disagio.
Il ragazzo stava per chiedere in che modo Lily l'avesse ingannato quando la ragazza in questione fece il suo ingresso nell'atrio di casa. «Altair scusami, posso parlare un attimo con tuo fratello?»
«Lily stavamo andando a cambiarci e rinfrescarci dopo la partita. Magari potreste parlare più tardi.» Disse il ragazzo indurendo lo sguardo.
La ragazza rimase stupita dal tono usato da Altair. A scuola aveva sempre dimostrato un carattere mite e gentile. «Ci vorrà solo qualche minuto...» Sussurrò la rossa a disagio.
«Comincia ad andare a cambiarti tu fratello.» Intervenne Scorpius posando una mano sulla spalla del gemello.

«Complimenti Potter, sei una cercatrice molto veloce e scaltra.» Disse il giovane Malfoy a denti stretti, quando il fratello uscì. «Se era per ricevere i complimenti da me che volevi parlarmi adesso posso andare a cambiarmi.» Aggiunse avviandosi verso le scale.
«No, non era per i complimenti che sono venuta a cercarti... Sono qui perché vorrei una risposta alla domanda che ti ho fatto prima.» Chiarì la ragazza ritrovando un po' di sicurezza.
«Mi stai prendendo di nuovo in giro Potter? Direi che una volta al giorno è più che sufficiente.» Rispose il biondo con stizza.
«Io non ti ho preso in giro!»
«Oh si che l'hai fatto. Mi hai fatto quella proposta in modo da distrarmi per conquistare il boccino. Mi hai ingannato.»
«Non è andata proprio così...» Cercò di spiegarsi Lily.
«Ah no? E dimmi Potter come  è andata veramente?»
«Da una parte avendoti osservato molto spesso giocare a Quidditch ho pensato che l'unico modo per riuscire a prendere il boccino era trovare un qualcosa per distrarti. Ma avevo anche un altro motivo...»
«Visto, lo dicevo che il tuo invito era un pretesto!» Disse il biondo, non ascoltando la seconda parte del discorso.
«Insomma Scorpius Malfoy, proprio tu hai il coraggio di farmi la predica per il mio comportamento dopo che quest'inverno hai fatto tutto il carino con me solo per avere la parola d'ordine della Sala Comune di Grifondoro.» Rispose Lily spazientita dal suo atteggiamento.
«Quindi l'hai fatto per vendicarti. Io ti ho chiesto scusa comunque per il mio comportamento.»
«No, non l'ho fatto per vendicarmi. L'altro motivo per cui ti ho invitato ad Hogsmeade quest'autunno è perché vorrei uscire davvero con te.» Ammise diventando rossa come i capelli.
Un ghigno soddisfatto apparve sul volto del ragazzo. «Continuo a pensare che il Cappello Parlante abbia proprio sbagliato a smistarti a Grifondoro. Saresti stata benissimo nella Casa di Salazar.» Esclamò Scorpius avviandosi verso le scale. «Vado a cambiarmi, qualche minuto e scendo.» 
«Ma come, non mi rispondi?» Chiese Lily sgranando gli occhi.
Lui si voltò e le accarezzò il viso con una mano. «Mi dispiace mia piccola Grifoncina ma per sapere se anche io voglio andare a Hogsmeade con te dovrai aspettare che te lo chieda.» Sussurrò al suo orecchio guardandola intensamente.
«Sei veramente una serpe Malfoy! Beh ti consiglio di non aspettare troppo a chiedermelo, potrei accettare l'invito di qualcun altro.» Rispose furiosa la ragazza.
In quel momento arrivò Draco. «Scorpius, finalmente ti ho trovato. Dov'é Altair? avrei bisogno di parlarvi in privato.» Chiese il pozionista avvicinandosi al figlio.

Draco e i ragazzi si chiusero nello studio per parlare con tranquillità, e ne uscirono dopo circa dieci minuti. I gemelli avevano un sorriso radioso quando raggiunsero gli amici in giardino.
L'uomo prese per mano la compagna conducendola al centro del patio. Hermione era confusa dai suoi gesti, ma li assecondò senza dire una parola. 
«Hermione Granger, la prima volta che ti ho chiesto di sposarmi è stata la notte che Voldemort è stato sconfitto. All'epoca non era stato un gesto premeditato e quindi non avevo un anello.» Disse Draco mettendosi davanti alla donna e inginocchiandosi. «Questo è l'anello che ti ho regalato qualche giorno dopo. Come ricorderai non è un gioiello di famiglia. Con te volevo che non ci fosse nulla che ricordasse il passato, ma qualcosa che simboleggiasse il nuovo inizio della nostra vita. Oggi ho scelto di non prendere un nuovo gioiello perché noi non abbiamo bisogno di un nuovo inizio ma di ricominciare da dove abbiamo interrotto undici anni fa. Tutto questo discorso per chiederti se vorresti farmi l'onore di ridiventare mia moglie, questa volta per sempre. Mi vuoi sposare?» Aggiunse prendendole la mano e infilandole l'anello di fidanzamento.
Gli occhi di Hermione diventarono lucidi per la commozione. Annuì con la testa prima di ritrovare l'uso della parola. «Si... Draco. Mi sento la donna più fortunata del mondo ad avere la possibilità di starti di nuovo accanto.» Rispose facendolo alzare.
Il biondo, incurante del pubblico presente prese Hermione fra le braccia e la baciò appassionatamente. Così presi l'uno dall'altra non sentirono gli applausi degli invitati e solo i fischi di approvazione dei figli riuscirono a farli tornare con i piedi per terra.
«Scusateci ragazzi, oggi è il vostro compleanno e noi vi abbiamo rubato l'attenzione degli ospiti.» Disse Hermione ai gemelli arrossendo vistosamente.
«Non ti preoccupare mamma, papà ci aveva chiesto se poteva approfittare di questa riunione con gli amici per farti la sua proposta. Noi non solo non abbiamo da ridire nulla su questa sua iniziativa, ma siamo anche contenti perché il desiderio che abbiamo espresso stamattina spegnendo le candeline si è già realizzato grazie a voi due.» Esclamò Altair sorridendo.


Eccoci arrivati al Capitolo 21.  Come qualcuna di voi aveva ipotizzato non è stato un caso che Draco sia caduto dalle scale ferendosi. Il biondo, da buon Serpeverde, ha adottato un metodo drastico per far tornare Hermione a credere nelle sue capacità. Pensavo di avervi fregato ma a quanto pare non sono stata così furba come pensavo.
Si può dire che con questo capitolo quasi tutti i tasselli siano andati a posto. Hermione ha ritrovato le sue capacità grazie a Draco, e anche Lucius sta facendo qualche passo avanti per riguadagnare un rapporto con i nipoti. Infine all’orizzonte si scorge la cerimonia che unirà di nuovo (e si spera per sempre) Draco ed Hermione.
Il prossimo capitolo dovrebbe essere l’epilogo conclusivo di questa storia, anche se non sono sicura se riuscirò a racchiudere tutto quello che voglio ancora scrivere in un solo capitolo. Quindi vi lascio nel dubbio:)
Per farmi perdonare del ritardo e per ringraziare tutte le persone che seguono questa storia e che l’hanno inserita nelle ricordate e nelle preferite (pochi giorni fa siamo arrivati a 100 preferiti!) ho deciso di inserire un piccolo spoiler del sequel di Double Scorpius. Spero di farvi cosa gradita.


“Quando Draco entrò nella stanza non si sorprese più di tanto di trovare sua moglie Hermione stesa sul letto che leggeva una lettera totalmente rapita. L'uomo sorrise avvicinandosi di soppiatto e lentamente cominciò a dare piccoli baci partendo dal collo di lei fino ad arrivare alla mano destra.
Hermione sorrise estasiata provando dolcissimi brividi, simili a piccole scosse, per ogni bacio che il marito le donava.
«Sai.» Sussurrò Draco all'orecchio della moglie. «Se non sapessi con certezza da chi proviene quella lettera potrei pensare che hai una relazione extraconiugale...» Poi la fece girare e la stese sul letto andandole sopra e immobilizzando i polsi prima di impadronirsi delle sue labbra.
«Ma infatti tu non ti sbagli... Io ho veramente una relazione extraconiugale, anzi due.» Rispose lei ridendo e dopo essersi liberata i polsi prese la testa del marito tra le mani e lo attirò a sé per prendersi un altro bacio.  
«Ti prendi gioco di me donna?» Chiese sfoderando un ghigno malizioso.
«Non mi permetterei mai di prenderla in giro signor Malfoy.» Disse Hermione cominciando a fargli il solletico.
«Pessima scelta mezzosangue.»  Sussurrò e con un incantesimo non verbale fece “Evanescere" i vestiti di entrambi. «Ed ora subirai la tua punizione.»
La donna sorrise maliziosamente. «Non vedo l'ora, fai il peggio di te Furetto.»”


Cosa ne pensate dello spoiler della nuova storia?

Ps Risponderò a tutte le recensioni dello scorso capitolo non appena finito di pubblicare. Non volevo farvi attendere oltre per leggere il capitolo.
A presto
Lyn
  
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