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Autore: callistas    20/01/2009    2 recensioni
Ciao a tutti! Sono tornata con un'altra storiaccia malefica! E' la classica favola del brutto anatroccolo rivisitata da me. Ovviamente, credo la si conosca e non servono ulteriori dettagli. Ma per chi non la conoscesse è la storia di un anatroccolo che quando è nato è bruttissimo, ma alla fine diventa un bellissimo cigno. In questa storia non ci sono animali ma persone. So che è un obrobrio di presentazione, ma spero di avervi dato l'idea. Commentate!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si parte per il mare! EDIZIONE STRAORDINARIA!
EDIZIONE STRAORDINARIA!
“Buona sera a tutte. Apriamo il TG FanFiction con una notizia clamorosa. Dopo i numerosi tentativi da parte di soccorritori, polizie, carabinieri e vigili urbani, siamo stati in grado di ritrovare la scrittrice che si fa chiamare “Callistas”. Tutti noi la credevamo dispersa in qualche isola o sulla vetta della montagna più impervia, invece scopriamo che era andata semplicemente in vacanza. Te possino, callistas!”

BEDDE! PERDONATEMI!
Sono immensamente dispiaciuta per il clamoroso ritardo! Sono partita sabato 27 Dicembre per la montagna e sono tornata il 3 di Gennaio. Belle vacanze, ampiamente meritate, ma giuro che ho sentito l’astinenza del computer.
Mi hanno obbligata a mettere gli sci, ma ogni gamba andava dove voleva lei e non dove volevo io. Risultato: sono caduta tante di quelle volte che non me le ricordo più. La più clamorosa è stata quando ho abbracciato un cartello di avvertimento…
Inutile dire che ci fu una valanga per le risate degli altri.
Grr che rabbia…

Ma lasciamo perdere…ora sono tornata e nessuno mi impedirà di aggiornare da oggi in poi costantemente. Dove eravamo arrivati? Ah si…Inuyasha ha passato matematica, con l’aiuto di una divina Kagome e ora possono gustarsi la gita al mare. Passeranno una settimana a rosolarsi al sole e a vagare per musei e quant’altro. Ovviamente, sarà mia premura omettere parti noiose come le visite guidate e concentrarmi più sullo svolgimento della storia tra i due piccioni-cini.
Una settimana, si sa, è composta di sette giorni. E cosa accadrà in questi sette giorni?
Sesso?
Alcol?
Droga?
Rock ‘n roll?
Rosari?
Messe?
Spero lo scopriate al più presto. Ma prima…RINGRAZIAMENTI!

Kirarachan: per fortuna che sei contenta almeno tu. Io torno dalle ferie e mi trovo la casa allagata, che palle! L’appartamento sopra il mio è disabitato, ancora per poco (purtroppo) e il proprietario ha iniziato a far funzionare la caldaia per riscaldarlo. Ho tutta acqua che mi cola per le pareti esterne e una pozza nella mia cameretta. Se ti serve il muschio per il presepe di quest’anno, fammelo sapere…
Ma adesso, pensiamo un po’ alla storia…scusa, ma quanto cioccolato hai mangiato? Un’intera fornitura Milka? E la linea? Dove la metti quella? Beh, forse sono l’ultima a poter dare consigli su diete o robe simili. Tu comunque, fa sempre ciò che ti piace fare e che ti rende felice, mi racco!
Secondo te che succederà al mare? Come si comporteranno i due? Tu provaci, magari ci azzecchi pure.
Anch’io l’ho odiato, sai? Insomma, se sai come ci si sente ad essere presi in giro, non lo fare pure tu, non credi? Però sono contenta che il mezzo demone si sia un po’ redento ai tuoi occhi, altrimenti mi rovini il resto della storia :p
Comunque, spero che il resto ti piaccia e di non essere caduta nella banalità. Cosa che cerco di evitare accuratamente. Besitos!

Kaggy_Inu91: non importa, bedda. Comprendo la tua situazione e so che vuol dire essere sbattuti da un tavolo all’altro senza poter prendere un attimo il fiato. Ma ora che ci sei, ti è piaciuto l’aggiornamento? Spero che la settimana al mare possa essere anch’essa di tuo gradimento.

Kagome19: bene, bene, bene…ora che sappiamo il perché Inuyasha prendeva sempre in giro Kagome, come proseguirà la storia? Io spererei bene, però poi bisogna vedere come mi gira…ti aspetto a fine capitolo, mi racco!

Marylovelove_Manga: è il voto che avrei tanto voluto avere io…ma ovviamente io e la matematica abbiamo preso due strade differenti. Ma che poi mi chiedo io…a che serve questa materia? Vanno bene le tabelline e le operazioni basilari, ma di certo io non andrò dal panettiere chiedendogli se ad un chilo di pane corrisponde una retta intersecata, no?
Comunque…anche tu vedo che non approvi il comportamento di Inuyasha. Sapendo come ci si sentiva ad essere presi in giro, perché lo avrà fatto anche lui? Mistero…ovviamente Kagome è buona e, intuendo che sotto sotto al comportamento di Inuyasha potesse esserci qualcosa di più intimo, così c’è passata sopra. Beh…per i regali sono contenta che ti piacciano perché sinceramente non sapevo cosa fare. E c’è anche la questione del fratellino. Ma ce n’è un’altra più importante. Kagome riuscirà a confessare a Inuyasha del suo passato? Di quello che era costretta a subire da Kikyo? Oppure gli racconterà la storia, facendola passare come una quisquiglia?
Buon Natale e Santo Stefano in ritardo!

Ryanforever: augurozzi anche a te, bedda! Spero tu abbia passato buone feste.
Sei l’unica che pensa questo di Inuyasha. Forse anche tu hai un cuore grande come quello di Kagome. Poi, quello della vendetta, è una convinzione mia personale e volevo mettercela dentro. Ogni tanto so essere molto interiore come persona, sai?
A proposito…secondo te cosa faranno al mare quei due?
Fammi sapere e comunque, eccoti l’aggiornamento e fammi sapere se ti piace!
Besitos!


Introdurrò per questa seconda parte, un nuovo personaggio.
Chi sarà mai?


PER TUTTE:

RAGASSUOLE?
TANTI AUGURI DI BUONA BEFANA IN RITARDO!!!!

XD    XD    XD










Finalmente il giorno della partenza arrivò e tutti i ragazzi erano super eccitati. Una vacanza al mare! Con loro si era aggregata anche la quarta di un’altra sezione e quando Inuyasha arrivò vide Kagome che parlava con un ragazzo. Questo gli fece andare il sangue alla testa. Però poi, osservando meglio la scena, vedeva che la ragazza aveva l’aria sofferente per quel ragazzo che continuava a parlare senza sosta e che lei manco ascoltava. La vedeva annuire mentre con lo sguardo cercava qualcuno.
Sorrise.
“Kagome?” – quando Kagome sentì il suo nome pronunciato dalla sua ancora di salvezza, si rilassò.
=Dio ti ringrazio che è arrivato…=
“Ciao Inuyasha…lui è Hojo della sezione H. Hojo, lui è Inuyasha il mio compagno di banco.” – subito tra i due scattarono le scintille di odio.
“Sediamo vicini Kagome?” – chiese Hojo, ignorando volutamente Inuyasha, che non la prese per niente bene.
“Spiacente, Kagome è già impegnata.” – disse Inuyasha avvicinandosi a Kagome, che non disdegnò la sua salvezza. – “Andiamo Kagome? Altrimenti ci fregano i posti.” – Inuyasha la trascinò letteralmente sul treno e scelsero una carrozza isolata, in modo da rimanere loro due soli. Il viaggio durava circa cinque ore e avrebbero avuto tutto il tempo per stare insieme. La aiutò a mettere le valige negli appositi spazi. Quando fu tutto sistemato, Kagome si girò per sedersi, ma si ritrovò imprigionata nell’abbraccio forte di Inuyasha. Ormai era noto anche ai polli che i due si piacevano ma Kagome, timida com’era non osava fare il primo passo. Toccava quindi a Inuyasha agire, anche se la cosa non gli dispiaceva per niente. Le prese il mento tra le mani e la obbligò a guardarlo in faccia, schiacciò leggermente il corpo della ragazza contro il finestrino e lei si aggrappò un po’ di più alle spalle di lui, che avvertì immediatamente la presa. Si abbassò per baciarla e…
“Kagome! Finalmente ti ho trovata! Ho girato tutto il treno!” – a interrompere quel momento magico fu Hojo che aveva fatto avanti e indietro dal treno tre volte prima di trovarli. I ragazzi si staccarono immediatamente e si sedettero ai propri posti, maledicendo quel ragazzo e intenzionati a buttarlo fuori dal finestrino non appena il treno avesse acquistato un po’ di velocità.
Kagome rise istericamente. Non conosceva per niente Hojo, ma si era scoperta a odiarlo, più che altro perché aveva la fama di una gomma da masticare da tanto appiccicoso che era. Infatti da quando era arrivato si era seduto immediatamente vicino a Kagome, mandando su tutte le furie Inuyasha, che si era eroicamente trattenuto dal picchiarlo a sangue. Kagome annuiva e alzava gli occhi al cielo contemporaneamente. Dopo un’ora di viaggio, Hojo crollò dal sonno e nel vagone regnò l’assoluto silenzio.
“Kago…” – ma Inuyasha venne bloccato dalle mani di Kagome che gli imponevano il silenzio.
“Zitto, zitto…” – disse lei in un sussurro, chiudendo gli occhi come se avesse raggiunto la pace dei sensi. – “…senti che pace…” – disse riaprendo gli occhi e sorridendo con una deficiente. Inuyasha sorrise anche lui, ma si fece poi serio immediatamente. Fece cenno alla ragazza di sedersi vicino a lui. Kagome cercò di fare piano anche perché Hojo era praticamente appoggiato sulla spalla di lei, lo spostò e lo rimise al suo posto, ma qualcosa andò storto. Inuyasha aveva le braccia per aria, pronto a prendere la ragazza e aiutarla a districarsi dalle gambe dell’impiastro quando vide Kagome risedersi con una faccia che faceva paura. Alzò gli occhi al cielo e la vide mormorare un “grazie” per quella situazione. Inuyasha notò che Hojo si era avvinghiato al braccio della ragazza in un modo quasi morboso. Kagome tamburellò le dita sul bracciolo e ad un tratto si scrollò il ragazzo di dosso che purtroppo si svegliò.
Kagome e Inuyasha caddero nel panico.
“Ka-Kagome…” – bofonchiò Hojo, impanicando la ragazza. – “…siamo arrivati?” – Kagome gli fece una carezza materna sul volto e lo incitò a tornare a dormire.
“Tranquillo…ti sveglio io quando siamo arrivati…” – Hojo si addormentò con stretto il braccio di Kagome. La ragazza sospirò pesantemente e dovette sorbirsi il viaggio con quella gomma da masticare attaccata addosso. Né Inuyasha, né Kagome avevano mai fiatato. Ogni tanto si girarono per i borbottii di Hojo nel sonno e dovevano ammettere che si stavano divertendo un mondo.
“…no…Ranma…Akane…” – Inuyasha e Kagome scoppiarono a ridere in silenzio, ma era evidente che volevano stare vicini.
Finalmente arrivarono in stazione e Kagome potè liberarsi di quell’impiastro. Per la posizione in cui era stata obbligata a rimanere le era venuto il mal di schiena.
“Ohiohiohi…che male…” – disse zoppicando. – “…ma guarda come devo iniziare la gita…” – disse lei. Fu sufficiente che Inuyasha le toccasse la schiena che lei si raddrizzò subito.
“Ti è già passata?” – chiese lui malizioso. Kagome arrossì.
“Cretino…” – sbuffò lei imbronciata.
Per finta.
Arrivarono in hotel e li furono decise le camere. Essendo dispari e le camere solo da due posti letto, a Inuyasha e Kagome toccarono una camera matrimoniale a testa. Kagome si diresse al piano superiore, sempre tampinata da Hojo che le stava sempre appiccicato. Inuyasha era sul punto di esplodere. La ragazza infilò la chiave nella toppa e la gomma stava quasi per entrare se non fosse stata per la manata di lei.
“Hojo, credo che qui tu non possa entrare…coraggio…va dal tuo compagno di stanza…” – riluttante, Hojo dovette abbandonare Kagome, anche se la tentazione di entrare nella sua camera era tanta. Il ragazzo però era sempre fermo davanti alla porta di Kagome.
“Senti…non hai sentito che ha detto Kagome? Tornatene dal tuo compagno di stanza…” – disse Inuyasha.
“Fatti gli affari tuoi tu…” – Inuyasha scoppiò. Mollò a terra la valigia in malo modo e si avventò sul ragazzo, ma Kagome prontamente si mise in mezzo per difendere la gomma da masticare. – “Hai visto? Lei difende me!” – Kagome lo guardò con compassione.
“Senti Hojo…l’ho fatto solo per evitare che Inuyasha ti mandasse all’ospedale…adesso va, per favore…” – Hojo sorrise, convinto che Kagome fosse già cotta di lui. Quando finalmente il ragazzo sparì nell’ascensore i due tirarono un sospiro di sollievo. – “Non farlo mai più…” – Inuyasha allargò gli occhi fintamente impaurito dalla minaccia della ragazza. – “Ci vediamo dopo…” – e senza dargli diritto di replica, Kagome entrò nella sua stanza, sistemò le sue cose e si fece una doccia.
Quando finì di vestirsi, in quel momento bussarono alla porta. Entrò una saetta argentata che intrappolò il corpo della ragazza in una morsa senza via di scampo.
“Ciao…” – disse lei con voce roca.
“Ciao…” – Inuyasha strofinò il suo naso contro quello di lei, provocando nella ragazza mille scariche elettriche. Stavano per baciarsi quando nuovamente bussarono alla porta. I due si staccarono immediatamente e si guardarono in faccia come per dire “ma ci sarà un momento per stare da soli?”
Avrebbero scoperto in quella settimana che sarebbe stato veramente difficile.
Kagome andò ad aprire, dopo essersi assicurata che Inuyasha si fosse nascosto per benino.
“Ciao…” – salutò sconsolata Kagome.
=Non sarà ancora quell’impiastro, spero?= pensò Inuyasha che ormai si vedeva già di fronte alla tomba di Hojo a pregare.
“Ciao Kagome!” – salutò il ragazzo.
=E’ l’impiastro…= pensò Inuyasha.
“Sei pronta? Giù ci stanno aspettando per darci le prime istruzioni…ero venuto a chiamarti.” – Kagome sorrise gentilmente, ma dentro era una pentola a pressione.
Pronta allo scoppio.
“Sei stato molto gentile, Hojo. Scenderò tra un quarto d’ora perché devo ancora farmi una doccia. Ci vediamo giù.” – disse Kagome trascinandolo praticamente alla porta, ma il ragazzo s’impuntellò e questo mise in allerta la ragazza.
“Se vuoi ti aspetto qui.” – insistette lui. Kagome lo guardò con evidente seccatura.
“No Hojo…non sono abituata ad avere ragazzi in camera mentre mi lavo.” – puntualizzò lei. – “Quindi, se mi fai la cortesia di uscire…” – disse lei indicandogli l’uscita. Ma Hojo si avvicinò un po’ troppo.
Il silenzio che si era venuto a creare nella camera non piacque per niente a Inuyasha. Mille opzioni gli stavano sfrecciando nella testa ad alta velocità, ma una in particolare gli fece sudare le proverbiali sette camicie.
Non si stavano mica baciando, vero?
“Hojo?” – Inuyasha si allarmò nel sentire la voce tremula di Kagome.
“Ok, ok…ci vediamo giù…” – disse il ragazzo, mollando la presa. Quando Kagome chiuse la porta, vi si abbandonò contro e si lasciò cadere a terra. Quando la porta fu chiusa, Inuyasha uscì immediatamente dal suo nascondiglio e la vide bianca come un cencio.
“Ehi…che succede?” – chiese lui andandole vicino e aiutandola ad alzarsi.
“Quello mi fa paura…” – ammise lei, tremando. Inuyasha l’abbracciò e le strofinò le braccia per calmarla.
“Tranquilla…ci sono io…”
“Bella consolazione…” – disse lei per sdrammatizzare. Inuyasha la guardò fintamente scocciato e poi uscirono dalla camera. Insieme, si diressero verso l’ascensore, lo chiamarono e vi si infilarono dentro. Almeno li potevano avere un po’ di pace. Da soli.
“Senti…prima hai detto che non sei abituata ad avere ragazzi in camera tua. Mi hai fatto entrare però…” – disse lui malizioso. Erano in ascensore e Inuyasha le aveva preso delicatamente la mano, facendola sorridere. In quel momento le porte dell’ascensore si aprirono e i due si staccarono. Kagome uscì per prima, rispondendo però al quesito di Inuyasha.
“Hai ragione, però io ho detto ragazzi, non hanyou…” – Inuyasha sgranò gli occhi, mentre la vedeva allontanarsi da lui come se quello che avesse appena detto non fosse stato importante.

La prima parte della mattinata fu dedicata alle raccomandazioni iniziali dei professori e al pranzo. I tavoli erano da quattro e al tavolo con Inuyasha e Kagome si sedette un alquanto seccante Hojo.
I suoi compagni avevano già preso posto al proprio tavolo e ogni tanto lanciavano occhiate al tavolo del ragazzo più carino dell’istituto.
Kagome era ormai passata dallo stadio di essere invisibile a quello di ragazza super invidiata dell’intero istituto. Prima veniva, se non sbeffeggiata, addirittura ignorata, ma da quando aveva iniziato a stringere amicizia con Inuyasha, era diventata immediatamente la beniamina della sua classe in primis, e della parte femminile dell’intero istituto, poi. Kagome quelle cose proprio non le digeriva; infatti, non aveva nessun amico o amica in quella scuola. Preferiva essere sola che male accompagnata.
La ragazza aveva iniziato ad apprezzare la compagnia di Inuyasha e aveva scoperto molte cose di lui, a partire da quel famoso Santo Stefano, quando lui le aveva confessato che anche lui da piccolo veniva preso in giro per la sua natura ibrida. La ragazza lo aveva considerato un enorme passo avanti, se si teneva conto che Inuyasha non parlava mai di sé, nemmeno con il suo migliore amico Miroku. Si era fidato di lei ciecamente e anche lei sentiva che poteva fidarsi di lui. Al tavolo, Inuyasha e Kagome erano divisi da Hojo che si era prontamente seduto tra loro due. Il ragazzo continuava a parlare e i ragazzi fissavano il loro piatto senza parlare.
“Kagome, usciamo a fare un giro oggi pomeriggio? I professori ci hanno dato il permesso.” – chiese Hojo speranzoso. Ma Kagome era ancora un po’ scossa per quello che era successo in camera e negò con la testa.
“Ti ringrazio…ma ho un altro programma per oggi pomeriggio.” – disse la ragazza, sperando di essersela cavata così.
“Beh…potremmo comunque stare insieme, no?” – Inuyasha era un vulcano pronto ad esplodere.
“Senti Hojo, non hai sentito quello che ti ha detto? Smettila di insistere!” – disse Inuyasha palesemente seccato. Hojo lo guardò freddamente.
“Senti, mezzo demone dei miei stivali, fatti gli affari tuoi…” – a Kagome vennero i capelli bianchi per quello che aveva appena sentito, così decise di mettere in chiaro le cose una volta per tutte. Sbattè il bicchiere sul tavolo, sorprendendo la gomma.
“Hojo…” – sibilò lei. – “…se ci tieni alla mia amicizia, bada bene a come ti rivolgi a Inuyasha.” – sentenziò lei perentoria. Il ragazzo alzò le spalle, cosa che infastidì molto Kagome. Finirono il pranzo, ma lo stomaco di lei alzò bandiera bianca. Odiava i ragazzi che non ascoltavano, credendosi chissà chi e Hojo era il primo della lista nera.
La ragazza salì in camera sua e chiuse a doppia mandata, si buttò sul letto e cercò di rilassarsi. Fu incredibile come in un solo giorno avesse scoperto di essere in grado di uccidere.
E nel modo peggiore possibile…
Le arrivò un messaggio sul telefono.
– mittente: Inuyasha.
Kagome sorrise, finalmente sarebbero rimasti un po’ soli. Di lui almeno si fidava. Kagome si alzò di scatto dal letto e aprì la porta, trovandosi davanti Inuyasha più bello che mai. Indossava un paio di pinocchietti verde militare e una canottiera attillata con le spalline larghe altrettanto verde, che evidenziava il suo petto. Mani in tasca e sorrisetto furbetto completavano l’opera. Kagome arrossì violentemente e Inuyasha non perse l’occasione per metterla in imbarazzo.
“Hai caldo?”
“P-perché?”
“Sei tutta rossa…” – disse avvicinandosi al viso di lei. Kagome si ritrasse, come se fosse stata beccata a rubare la marmellata.
“Scemo…” – Inuyasha entrò e Kagome chiuse la porta. I due erano fermi immobili l’uno davanti all’altro. Avevano quasi paura di toccarsi, perché se lo avrebbero fatto sarebbe di sicuro arrivato Hojo. Fu Kagome ad avvicinarsi, sorprendendo Inuyasha, che non disdegnò quel tentativo da parte della ragazza. Allora Inuyasha la cinse per i fianchi, ma in quel momento qualcuno bussò alla porta. I due si staccarono come se avessero preso una scossa da dieci mila watt.
“Ok, facciamo così…” – Inuyasha era scocciato e divertito allo stesso tempo. Non era possibile che ogni volta che tentava di rimanere da solo con Kagome ci fosse qualcuno ad interromperli. Ascoltò quello che aveva da dire la ragazza. – “…io apro la porta e tu lo ammazzi, ok?” – chiese, sperando che la sua fosse una proposta abbastanza valida. Inuyasha rise. – “Chi è?” – chiese previdentemente Kagome.
“Kagome, sono la professoressa Tsubaki. Puoi aprire per favore?” – Kagome sgranò gli occhi.
“Si, arrivo subito, professoressa!” – Kagome andò ad una delle sue valige e prese il libro di matematica. Inuyasha la guardò allibito mentre la muta domanda era palese. Kagome obbligò Inuyasha a sedersi sulla sedia della scrivania e gli mise una matita in mano, il mezzo demone capì subito e stette al gioco.
Il tutto alla velocità della luce.
Kagome aprì la porta e si trovò davanti la professoressa Tsubaki e…
“Hojo?!?!” – esclamò Kagome che aveva capito tutto.
“Kagome…questo ragazzo mi ha detto che NoTaisho è entrato in camera tua…” – disse severa la professoressa. Inuyasha rimase molto sorpreso del sangue freddo della ragazza.
“Beh…certo che è entrato in camera mia…l’ho chiamato io!” – ammise lei senza tanti giri di parole. Inuyasha, Tsubaki e Hojo sgranarono gli occhi.
“Ma…Kagome! Da te non me lo sarei mai aspettata una cosa simile! Mi vedo costretta a chiamare i tuoi genitori!” – Kagome fece la finta sorpresa.
“Perche?” – chiese lei ingenuamente.
“Ma come perché? Sei in camera, da sola…” – sottolineò l’insegnante. – “…con NoTaisho…la cosa è sospetta!” – Kagome aprì la bocca indignata.
“Ma come si permette?” – tuonò Kagome. – “Adesso è un crimine aiutare un proprio compagno a studiare?” – la professoressa si avvicinò a Inuyasha che la guardava come un cucciolo ferito con un libro di matematica e una matita in mano. Tsubaki divenne viola per l’imbarazzo. – “Inuyasha ha passato brillantemente la prova finale di matematica, ma deve ancora recuperare la prima parte del programma! Ho pensato che potevo aiutarlo, ma se non va bene…” – disse lei arrabbiata, lasciando volutamene la frase in sospeso. – “…e poi vi lamentate che nessuno studia!” – Kagome sapeva di aver esagerato con quella frase, ma la situazione che si era venuta a creare era abbastanza imbarazzante per la professoressa che decise di passare oltre.
“Non puoi aiutarlo durante il pomeriggio a scuola?”
“Purtroppo dovremmo farlo durante la gita…mia madre a momenti partorirà e avrà sicuramente bisogno di una mano…motivo per il quale devo sacrificare la mia gita per aiutare Inuyasha.” – la professoressa uscì con la coda tra le gambe e Hojo dietro di lei. Quando la porta fu chiusa, Inuyasha e Kagome si guardarono in faccia e stavano per scoppiare a ridere, ma Kagome lo fermò prontamente. Uscirono in terrazzo e li si sfogarono.
“Sei stata…fenomenale…HAHAHAHAHA!” – disse Inuyasha tra le risate. Kagome non era da meno.
“Guarda…non so come mi sia venuta…HAHAHAHA!” – i due continuarono a ridere e decisero di passare sulla terrazza il pomeriggio. Chiacchierarono del più e del meno finchè Inuyasha non le chiese di sua madre.
“E così…avrai un fratellino…perché non me lo hai detto?” – chiese lui serio. Kagome non sapeva che rispondere.
“Beh…tu non mi hai mai chiesto niente della mia famiglia e poi…deve essermi passato di mente…” – Inuyasha la guardò scettico.
“Come si fa a dimenticarsi che tra poco arriverà un nuovo membro in famiglia?” – Kagome alzò le spalle, guardando il tramonto. Seguirono attimi di silenzio, interrotto poi da Inuyasha. – “Ti va…di raccontarmi qualcosa di te?” – Kagome lo guardò e si, si poteva fidare di lui, ma decise che lo avrebbe tenuto un po’ con il fiato in sospeso.
“Ok…da dove comincio?” – si chiese imbarazzata. – “Kagura non è mia madre.” – disse alzandosi dalla sedia, mentre Inuyasha la guardava con occhi sgranati. Si alzò immediatamente dalla sua sedia e corse dentro la stanza della ragazza. La luce del tramonto e la persiana abbassata, creavano un’atmosfera particolarmente romantica.
“Che vuol dire che Kagura non è tua madre?”
“Quello che ho detto…” – disse lei semplicemente.
“Spiegati!” – chiese Inuyasha indignato.
“Perché?” – chiese lei.
“Ma…mi hai detto che mi avresti detto qualcosa di te!” – Kagome lo guardò furbescamente.
“Ma io non ti ho detto che avrei spifferato tutto stasera…” – disse lei con un sorriso. Inuyasha allora iniziò a farle il solletico e Kagome rideva come una pazza, cercando di liberarsi, ma lui era più forte. Persero l’equilibrio e caddero sull’enorme letto. Inuyasha le teneva imprigionati i polsi sulla testa di lei e la guardò intensamente negli occhi. Ora o mai più. Si chinò per baciarla e ci stava riuscendo senza alcuna interruzione!
=Finalmente…= pensarono entrambi i ragazzi. Potevano percepire il fiato caldo dell’altro sulle labbra e…
“Kagome!” – sgranarono gli occhi per la sorpresa e Inuyasha si tirò immediatamente su.
“Hojo…” – ringhiò lui. Inuyasha si sedette immediatamente alla scrivania e Kagome, prima di aprire, si diede una sistemata. Aprì la porta e Hojo s’infilò prepotentemente nella stanza.
“Che vuoi?” – chiese Kagome senza salutare.
“State ancora studiando?” – chiese il ragazzo, non curandosi del tono di voce della ragazza.
“Già…” – disse lei seccata.
“Beh…tra poco è ora di cena e siamo tutti giù che vi aspettiamo.” – disse il ragazzo, fissandosi sulla scollatura della ragazza. Inuyasha diventò rosso fuoco mentre Kagome cercava di coprirsi il più possibile.
“Credo che Hojo abbia ragione…smettiamola qui per oggi, Kagome.” – disse Inuyasha.
“Ok…disse la ragazza. Mi cambio e scendo.”
“Ti aspetto Kagome.” – disse Hojo.
“Hojo? Ti ho già detto che…”
“…ma a Inuyasha lo hai permesso però…” – disse lui arrabbiato per quella preferenza. Kagome aprì la bocca indignata.
“Guarda che abbiamo studiato, fino ad adesso!” – rispose lui per lei, seccato oltre misura per quell’insistenza.
“E come mai siete fermi sempre sulla stessa pagina?” – indagò lui sospettoso.
“Perché è li che Inuyasha ha problemi! Abbiamo passato l’intero pomeriggio a fare esercizi su esercizi. E poi…cos’è questo interrogatorio?” – chiese Kagome infuriata.
“Ma dai…basta litigare…” – disse la ciunga, cercando di sviare l’argomento. Kagome e Inuyasha se ne accorsero e, onde evitare di prolungare quel litigio, non insistettero oltre.
“Kagome, io e Hojo ti aspettiamo fuori.” – disse Inuyasha tirando per il braccio il ragazzo, le cui lamentele gli entravano da un orecchio e uscivano dall’altro.
Kagome si cambiò, in mezzo alle maledizioni che lanciava contro il ragazzo. Uscì e tutti e tre partirono alla volta della sala da pranzo.

Fuori dalla porta, Inuyasha e Hojo si guardavano malissimo.
“Posso sapere che diavolo vuoi da Kagome?” – chiese Hojo.
“Feh! Non lo verrò di certo a dire a uno sgorbietto come te. Ti basti sapere che mi aiuta a studiare.”
“Non ti credo! Te la vuoi solo portare a letto e poi scaricarla!” – Inuyasha lo trucidò con lo sguardo.
“Ma si può sapere che cavolo vuoi? Non mi risulta che tu sia mai venuto in classe nostra per stare con lei! Te ne esci allo scoperto quando hai visto che pezzo di ragazza è diventata! O mi sbaglio?”
“Potrei dire la stessa cosa di te, hanyou!”
“A differenza di te, io almeno posso dire di conoscerla un po’!”
“Anch’io la conosco…stamattina sono entrato in camera sua e lei…lei mi ha fatto entrare e…e ci siamo baciati!” – disse Hojo. Ma Inuyasha, che era presente, aveva sentito tutto ed era sicuro che non era successo niente, anche perché Kagome non aveva il suo odore addosso.
“Vi siete baciati? Tu e lei? HA!” – esclamò Inuyasha. – “Una come lei non si abbasserà di certo a stare con uno come te!”
“Ooooh…e immagino voglia stare con uno scherzo della natura, immagino…” – rispose acido Hojo. Inuyasha stava per assestargli un bel pugno, ma in quel momento Kagome uscì dalla porta incazzata come non mai.
Aveva sentito tutta la conversazione ed era intervenuta prima che Inuyasha potesse ridurre in macerie quel ragazzo che, diciamocela tutta, se le meritava proprio.
“Andiamo.” – disse lei con uno sguardo di fuoco.

Durante la cena, Kagome non aprì bocca, se non per mangiare. Ingoiava senza masticare e bevve un bicchiere d’acqua tutto in un sorso. Inuyasha, Hojo e i suoi compagni di classe la osservavano con gli occhi sgranati, formulando ipotesi di schizofrenia acuta o di semplice stress scolastico. Si alzò dal tavolo, sotto lo sguardo allibito di Inuyasha e Hojo che, senza lasciarlo finire di mangiare, fu preso per un braccio e trascinato fuori in strada. Fuori dalla hall, Kagome si scatenò, pensando di mettere in chiaro le cose.
“Adesso stammi bene a sentire, Hojo…non so cosa tu voglia da me e sinceramente non mi interessa saperlo, ma ti avviso solo di una cosa…non voglio più sentire dispregiativi sulla natura di Inuyasha. Sono stata chiara?” – Hojo annuì, leggermente intimorito. Quando voleva Kagome sapeva incutere timore. – “E per favore…” – aggiunse lei. – “…non starmi sempre con il fiato sul collo. È una cosa che non sopporto.”
“Il fiato di Inuyasha si, però…” – Kagome sgranò gli occhi, ma riprese immediatamente il suo sangue freddo.
“Ti avviso, Hojo…non obbligarmi ad andare dai professori…”
“E così…la vera Kagome Higurashi salta fuori, alla fine…” – disse Hojo. Kagome stava fumando dal naso.
“Che vuoi dire?”
“Certo…non sono ricco come Inuyasha, non sono popolare come lui…è ovvio che vuoi dargliela. Se fossi una ragazza, gliela darei pure io…”
Un rumore sordo fu l’unica cosa che si sentì dopo quello che Hojo aveva detto.
Kagome gli aveva dato uno schiaffo.
“Tu…tu mi fai schifo Hojo…lasciami in pace!” – disse, scappando per le strade affollate della città.

Hojo rientrò e Inuyasha notò immediatamente la guancia rossa e non impiegò un’eternità a fare due più due. Gli agguantò il braccio e lo strinse con forza. Hojo dovette stringere i denti per non urlare dal dolore. Sembrava che Inuyasha volesse strapparglielo con la forza.
“Dov’è-Kagome…” – sibilò lui nell’orecchio del ragazzo.
“Non…non lo so…mi fai male…” – piagnucolò il ragazzo.
“Che le hai fatto?” – Hojo lo guardò dritto in faccia e tra i lamenti gli confessò tutto. Inuyasha non perse tempo e corse fuori a cercare Kagome.
La sua Kagome.

Non sapeva da quanto stesse scappando. Camminava senza sosta, dribblando la folla che le veniva incontro. Svoltò a sinistra e si trovò in spiaggia, si tolse i sandali e iniziò a camminare sulla sabbia. Il tocco gentile di quella polvere finissima le migliorò un po’ lo stato d’animo, ora corrotto da odio e rabbia. Odio verso quel ragazzo che fino a quel giorno non sapeva nemmeno della sua esistenza e rabbia verso sé stessa perché avrebbe voluto sotterrarlo di botte, ma non ci era riuscita. Si sedette su uno sdraio e decise che sarebbe rimasta fuori finchè non si sarebbe calmata.

Inuyasha era corso fuori senza dare spiegazione alcuna. Stava facendo lavorare il suo fiuto come mai prima di allora, ma sembrava tutto inutile; troppi erano gli odori, troppi erano i profumi che si spandevano dalle varie bancarelle. In quel modo era perfettamente inutile cercare Kagome. Ispezionò tutti i vicoli ciechi, le stradine secondarie, ma sembrava che la ragazza si fosse volatilizzata nel nulla. Pregò per l’anima di Hojo, perché se a Kagome fosse successo qualcosa, quel ragazzo non avrebbe visto il giorno dopo. Tentò con la spiaggia. Girò dentro l’ingresso che dava alla riva e iniziò a correre. Li, gli odori erano meno insistenti e quindi fu più facile cercare quello di Kagome. Lo individuò subito e corse verso di lei. La vide sdraiata su uno sdraio a contemplare la volta celeste.
“Kagome?” – la chiamò a piano per non spaventarla.
“Inuyasha?” – esclamò lei sorpresa.
“Ehi…ti ho cercata dappertutto!” – esclamò lui, felice di vedere che stesse bene. Si sedette vicino a lei. – “Che è successo?” – chiese lui accarezzandole la guancia.
“C’è che odio quel…borioso, acido, inutile essere umano di Hojo!” – esclamò lei infervorata. Inuyasha rise.
“Dai calmati!”
“E che cacchio! Mi ha dato praticamente della puttana!” – disse girando la faccia dall’altra parte, seccata. Inuyasha le prese il volto e lo girò delicatamente verso il suo. Adesso i loro visi erano vicinissimi. In un nano secondo Kagome si dimenticò dell’inutile esistenza di Hojo e andò a riflettere la propria immagine in quelle piccole colate d’oro. Il mezzo demone si ripromise che gliel’avrebbe fatta pagare molto cara ma adesso, aveva la possibilità di stare da solo con Kagome e non l’avrebbe sprecata a pensare al ragazzo.
“Ci penso io a quel moccioso…” – la voce di Inuyasha, provocò un brivido lungo la schiena. – “…vieni a fare un giro con me?” – Kagome annuì, incapace di proferire parola. Inuyasha l’aiutò ad alzarsi e camminarono lungo la spiaggia, mano nella mano. Ad un tratto, Inuyasha si fermò e attirò verso di sé la ragazza e la strinse in un abbraccio possessivo. Kagome gli passò le braccia attorno al collo. Inuyasha infilò le mani sotto la maglietta di lei, rabbrividendo al contatto con quella pelle calda. Le accarezzò la schiena, senza affrettare le cose. Quel contatto era un toccasana per Kagome. Lei invece passava le mani tra i capelli di lui, scoprendoli di una morbidezza unica. Avevano la possibilità di fare quello che avrebbero voluto fare già in treno, ma Inuyasha non voleva farlo in quel modo. Kagome era ancora evidentemente scossa per quello che quel ragazzino aveva osato dirle e si fermò.
“Non così, Kagome…” – disse lui nell’orecchio di lei. Intensificò la presa sui suoi fianchi e la guardò negli occhi, leggendovi confusione. – “…lasciamo passare questa serata. Dimenticati di quello che ti ha detto quell’idiota.” – Kagome sorrise, grata per quelle parole. Tornarono in albergo mano nella mano. Erano le dieci e mezzo di sera. Il tempo era praticamente volato. Inuyasha accompagnò Kagome in camera sua e la salutò con una carezza sulla guancia. Salutò e andò a letto.












Allora, spero di essermi espressa con un italiacano scorrevole…
Bene, bene, bene…è iniziata la settimana al mare, ma sembra non nel modo migliore, a quanto sembra. Si è intromesso niente popò di meno che Hojo. Dite un po’, vi piace la mia versione di latin-lover mancato?
E quella passeggiata finale sulla spiaggia? Che ve ne è parso?
Inutile dire che vi ringrazio per i numerosi commenti e che vi aspetto al prossimo aggiornamento.
Besitos…







…Befanas… 
  
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