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Autore: callistas    20/01/2009    5 recensioni
Ciao a tutti! Sono tornata con un'altra storiaccia malefica! E' la classica favola del brutto anatroccolo rivisitata da me. Ovviamente, credo la si conosca e non servono ulteriori dettagli. Ma per chi non la conoscesse è la storia di un anatroccolo che quando è nato è bruttissimo, ma alla fine diventa un bellissimo cigno. In questa storia non ci sono animali ma persone. So che è un obrobrio di presentazione, ma spero di avervi dato l'idea. Commentate!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le piattole...che seccatura! Il mattino successivo, Kagome fu svegliata dal trillo della suoneria del cellulare, impostata come sveglia. Si stiracchiò e si rilassò ancora un po’ a letto. Sentì un leggero bussare alla porta.
“C-chi è?” – chiese un po’ insonnolita.
“Indovina…” – Kagome buttò in fondo al letto le coperte e si alzò immediatamente. Aprì la porta con un bellissimo sorriso. Inuyasha era già vestito e sorrise di fronte all’abbigliamento della ragazza.
“Ciao…” – disse lei. – “Già sveglio?”
“Quando sono al mare mi piace alzarmi presto. Vado a fare una camminata in spiaggia. Vieni con me?” – erano le sei e mezzo e Kagome impiegò trenta secondi per vestirsi e lavarsi la faccia.
“Eccomi qui! Passiamo a chiamare Hojo?” – Inuyasha la fulminò con lo sguardo. – “Ma non si può fare nemmeno una battuta?” – entrarono in ascensore e cercarono istintivamente le mani. Uscirono, appoggiando le chiavi al quadro generale e poi uscirono. L’aria del primo mattino era frizzante e allontanò da Kagome gli ultimi residui del sonno. Chiacchierarono del più e del meno e arrivarono le otto e mezzo.
“Già le otto e mezzo?” – esordì stupita lei.
“Andiamo a fare colazione? Oggi dobbiamo andare a vedere quei quattro massi in croce.” – Kagome lo guardò male.
“Almeno chiamale rovine!” – disse lei.
“Appunto…massi caduti a terra! Che ho detto io?” – Kagome alzò gli occhi al cielo, rinunciando a quella battaglia persa in partenza.
Arrivano in albergo e la sala era già piena dei ragazzi che facevano colazione. Hojo era già seduto al tavolo e fischiava come se niente fosse successo. Inuyasha e Kagome si guardarono negli occhi e presero un tavolo per due, appoggiato ad una parete. Hojo li guardò allibito e cercò di andare a sedersi con loro, ma le occhiatacce di Kagome e Inuyasha lo fecero desistere.
“Chissà che non si riesca a fare un pasto in santa pace…” – osservò Kagome, mentre si alzava per andare a prendersi la colazione, ma Inuyasha la obbligò a rimanere seduta. – “Ma cosa…”
“Oggi mi sento buono…cosa ti porto?” – Kagome rimase sorpresa, ma ne approfittò subito.
“Fette biscottate, burro e marmellata alle fragole.”
“Arrivano subito, signorina…” – Inuyasha si alzò e andò a prendere quello che Kagome aveva chiesto, solo che per farlo aveva dovuto lasciarla sola e Hojo ne approfittò per andare a sedersi al loro tavolo. Quando Kagome lo vide sedersi sgranò gli occhi.
“Ciao Kagome!” – disse Hojo allegro.
“Che diavolo vuoi? Quello è il posto di Inuyasha!”
“Pensavo di sedermi con voi. Posso?”
“No!” – esclamò la ragazza inviperita.
“Perché?”
“Senti Hojo! Te lo ripeto per l’ultima volta! Sgomma e lasciami in pace!”
“Sentito quello che ha detto Kagome? Sgomma moscerino!” – disse Inuyasha, sgranchendosi le mani. Hojo inghiottì pesantemente e si alzò dal posto di Inuyasha. – “Grazie…” – disse lui fintamente riconoscente. I due ebbero modo di proseguire la colazione con calma. Kagome imburrava le fette biscottate con maestria, senza romperle, Inuyasha invece aveva davanti a sé una montagnetta di polvere marroncina.
“Vuoi che ti aiuti?”
“Sarebbe cosa buona e giusta…” – disse lui. Kagome prese dalle sue mani le fette biscottate e il burro, sotto lo sguardo allibito, invidioso e sognante delle sue compagne di classe. Imburrò la fetta e la cosparse di marmellata di albicocche, la preferita di Inuyasha. – “Grazie mille…” – disse lui, permettendo a Kagome di finire la propria colazione. I professori iniziarono il loro giro tra i tavoli per informare i ragazzi che sarebbero partiti di li a un’ora e che dovevano essere pronti assolutamente. Kagome e Inuyasha erano ancora seduti al loro tavolo e aspettavano le loro ordinazioni. Kagome aveva preso del latte caldo, mentre Inuyasha del caffè forte. Quando arrivarono…
“Era ora!” – esclamò Inuyasha, rivolto ad un mortificato cameriere.
“Dai…rilassati che siamo in vacanza…” – disse Kagome, sorseggiando il suo latte.
“Baf…” – disse lui. – “Hai finito?” – Kagome annuì, leccandosi i baffi.
“Si, adesso si!” – si alzarono e andarono nelle proprie camere per prepararsi lo zaino e lavarsi i denti. Sarebbero rimasti fuori tutto il giorno con pranzo al sacco.

Kagome era in camera sua e si stava lavando i denti. Aveva messo tutto l’occorrente nello zaino: macchina fotografica, lettore cd, un block notes per qualsiasi evenienza, berretto, occhiali da sole…si sciacquò la bocca con il colluttorio quando qualcuno bussò alla porta.
“Chi è?” – chiese, per non trovarsi spiacevoli sorprese.
“Sono io…” – Kagome aprì e Inuyasha rimase di sasso. La ragazza aveva indossato un paio di pantaloncini molto short e una canotta rosa attillata e ai piedi un paio di scarpe da ginnastica. Ora fu il turno di Kagome di ridere.
“Hai caldo?” – chiese la ragazza.
“Perché?” – chiese Inuyasha che si pentì immediatamente di quella domanda. Infatti, sapeva già cosa sarebbe arrivato dopo.
“Sei tutto rosso…dai, entra…” – Kagome chiuse la porta e tornò in bagno. Si truccò leggermente, giusto per dare un po’ di colorito in più alla pelle e fu pronta per uscire. Arrivarono nella hall con cinque minuti di anticipo.
“Ci siamo tutti?” – chiese la professoressa dopo aver aspettato gli ultimi ritardatari.
“Si!” – esclamarono tutti in coro.
Salirono sull’autobus, preso appositamente a due piani perché gli studenti avevano tanto insistito. Quei classici bus londinesi erano molto simpatici e poi, il vero motivo era un altro, per la precisione. Il secondo piano permetteva maggior intimità, una volta che i professori si fossero addormentati. Il piano sotto era stipato dai ragazzi che si erano muniti all’inizio del viaggio con chitarra e libretto dei canti. Praticamente tutti, pur di far sentire quanto bella fosse la propria voce, avevano occupato i posti davanti e cantavano, anche per fare buona impressione sugli insegnanti, che approvavano quel comportamento. Solo alcuni gruppetti si erano staccati da quell’infantilismo e si erano messi un po’ più indietro per parlare o semplicemente recuperare le ore di sonno. Inuyasha trascinò praticamente Kagome al piano di sopra.
Deserto.
La condusse in fondo e l’aiutò a sfilarle lo zainetto dalle spalle e lo mise sui sedili nei posti davanti ai loro. Inuyasha si era seduto vicino al finestrino e aveva provveduto a tirare le tende nella zona loro circostante. Kagome si sedette vicino a lui e il mezzo demone non perse un secondo per tirarla a sé. Si lasciò guidare verso di lui, verso quel profumo così buono, quel profumo che sapeva tanto di lui. Presero il lettore cd e misero su uno dei cd che Kagome aveva regalato a Inuyasha. Lei era appoggiata alla spalla di lui e lo guardò piacevolmente sorpresa per la melodia che stava ascoltando, lui le prese la mano e iniziò a giocherellare con le sue dita. Kagome era imbarazzata, ma tutte quelle attenzioni le procuravano un’immenso piacere. Smisero immediatamente quando sentirono dei passi da elefante incazzoso salire per le scalette che portavano al piano superiore.
“Se è lui giuro che lo ammazzo!” – tuonò Inuyasha a bassa voce. Kagome si tirò su da dove si trovava in tempo per vedere arrivare Hojo. – “Ok, è ufficiale. Io lo ammazzo.” – disse Inuyasha. Kagome sorrise, il fatto che lui odiasse essere interrotto significava che gli piaceva la sua compagnia.
“Ciao ragazzi! Ho interrotto qualcosa?” – chiese Hojo ingenuamente.
“No, no, figurati…” – disse Inuyasha evidentemente contrariato.
“Meno male…Kagome ti va di stare con me sulla funivia?”
“Non lo so, Hojo…” – disse lei seccata. Possibile che avesse già dimenticato come l’aveva trattata?
“Moscerino sgomma…per la tua salute mentale e fisica…” – disse Inuyasha minaccioso. Kagome gli mise una mano sull’avambraccio chiedendogli tacitamente di non arrabbiarsi per uno come lui. Inuyasha sbuffò e si girò verso il finestrino.

L’ora prevista per arrivare a destinazione, fu passata a sbuffare. Kagome e Inuyasha non ne potevano più. Hojo era peggio di una macchinetta rotta, parlava in continuazione, mettendosi in mezzo tra i due non appena notava un accenno di contatto fisico. Finalmente arrivarono e scesero dall’autobus. Dovettero camminare dieci minuti per arrivare alla funivia e quando arrivarono Hojo si mise prepotentemente in mezzo a Inuyasha e Kagome che si guardarono allibiti.
“Senti Hojo…mi lasci il braccio per favore?” – esclamò scocciata Kagome mentre si scioglieva in malo modo dalla presa micidiale di Hojo, la gomma. Arrivarono davanti alla partenza delle funivie e Hojo non era intenzionato a staccarsi da Kagome. Inuyasha era subito dietro di lei e aveva già in mente un piano. Quando la cabina fu fermata per far salire i passeggeri, Hojo andò avanti, ma Inuyasha trattenne per il gancio dello zaino Kagome che per poco non cadde, ma il ragazzo la sorresse prontamente. Si tirarono in disparte e lasciarono passare gli altri compagni. La cabina si riempì velocemente, lasciando Inuyasha e Kagome da soli.
“Ti adoro…” – disse Kagome, ringraziando adorante Inuyasha. Il ragazzo rise.
“Non mi merito un premio?” – Kagome capì immediatamente a cosa si riferisse il ragazzo e giocò d’astuzia.
“Mi sembra giusto…” – Inuyasha sgranò impercettibilmente gli occhi. – “Chiudi gli occhi e apri la bocca.” – Inuyasha fece quello che Kagome gli aveva detto senza obiettare e si trovò in bocca una cosa strana. La chiuse immediatamente per poi scoprire che si trattava di una caramella. Guardò Kagome che se la rideva della grossa, mentre lui succhiava il confetto. Salirono sulla cabina e attesero la salita.
“Mi dici qualcosa in più, allora?” – Kagome lo guardò non capendo.
“Di cosa?”
“Della tua famiglia…” – specificò lui. Kagome annuì.
“Allora…ti ho detto che Kagura non è mia madre, no?”
“Si, ma allora…”
“Mio padre è divorziato. Ha conosciuto Kagura circa…” – Kagome chiuse un occhio e guardò il soffitto per cercare nella mente la data esatta. – “…un anno fa, ma me l’ha presentata solo dopo sei mesi per dirmi che avevano intenzione di sposarsi.”
“Cavolo!” – esclamò Inuyasha.
“Già…quando la conobbi, pensai che fosse una di quelle che non volevano sporcarsi le mani, solo che poi parlando è venuto fuori l’esatto opposto. L’ultimo giorno di scuola si sposarono.”
“Per quello eri così…” – Kagome si girò ridendo.
“Così?” – chiese lei incuriosita dalla risposta che avrebbe dato Inuyasha.
“Bella?” – concluse lui. Kagome arrossì e Inuyasha ne approfittò per abbracciarla, intrappolando il suo corpo tra la sbarra per appoggiarsi. Con un coraggio che non le apparteneva, Kagome alzò lo sguardo e per lei fu la fine. Era bellissimo specchiarsi in quegli occhi così caldi, ma sarebbe stato ancor più bello, poggiare le labbra sulle sue. C’erano quasi riusciti, se non fosse stato per quel piccolo sussulto della cabina. Kagome aveva già chiuso gli occhi, quando…
“Merda…” – esclamò Inuyasha. Kagome aprì di scatto gli occhi e lo guardò confusa.
“M-merda?” – ripetè lei.
“Siamo arrivati…” – spiegò Inuyasha. Kagome rise e poggiò la sua fronte sulla spalla di lui, sofferente. Si alzò, prese lo zaino e uscì dalla cabina. Fu travolta dall’uragano gomma da masticare.
“Kagome! Pensavo ti fosse successo qualcosa!” – esclamò Hojo, costretto a passare il tempo, schiacciato da una folla di ragazze.
“Sarebbe stato meglio…” – biascicò la ragazza a denti stretti.
“Come? Hai detto qualcosa?” – chiese Hojo.
“No, no!” – disse la ragazza allegra.
La gita iniziò così, con Hojo avvinghiato al braccio di Kagome e la mano di Inuyasha stretta nella sua. Kagome ogni tanto lanciava qualche lamento in direzione di Inuyasha, che non sapeva più che inventarsi per liberare la ragazza. Vennero le undici e i ragazzi furono lasciati liberi di girare per le rovine e fare qualche foto per la relazione che avrebbero dovuto scrivere una volta tornati a casa. Kagome aveva fatto mille fotografie e qualche filmatino. Chiuse con decisione lo sportelletto della telecamera e la mise nella sua custodia dentro lo zaino.
“Hai finito?” – chiese una voce dietro di lei. Kagome agganciò i ganci, sorridendo.
“Si. Vuoi del the?” – chiese la ragazza a Inuyasha.
“Volentieri, grazie…” – Kagome risganciò lo zaino e porse una bottiglietta a Inuyasha e brindarono. – “…ad una morte lenta e dolorosa per Hojo!” – disse Inuyasha. Kagome si strozzò con il the perché le era venuto da ridere e si era mezza impiastricciata la bocca.
“Sc-scemo…coff coff…” – chiuse la bottiglia e la rimise nello zaino, assieme a quella di Inuyasha. Il ragazzo si fece più vicino e le asciugò una goccia, che stava scendendo per il collo, con la lingua. Kagome chiuse istintivamente gli occhi, beandosi di quel contatto che sembrava non voler arrivare mai. Risalì per il collo di lei con la lingua finchè non arrivò alla sua guancia, la leccò e si trovò ora sulla sua bocca. Si guardarono per un momento che sembrò interminabile.
Infatti, qualcuno approfittò di quell’esitazione, intromettendosi tra i due.
“Ragazzi! Ciao! Kagome hai finito di girare il filmino?”
“Si Hojo…si!” – disse Kagome esasperata. Inuyasha invece si guardava intorno, finchè non intravide un crepaccio abbastanza profondo. Se Hojo non la smetteva di interromperli sempre sul più bello avrebbe fatto un volo da quelle parti.
“Perfetto! Allora possiamo andare a mangiare! Sai Kagome…ho visto un ristorantino niente male dove fanno delle ottime capesante. Potremmo andare li, che ne dici? Kagome? Kagome?” – Kagome e Inuyasha si erano allontanati indisturbati, lasciando li il ragazzo. – “Ehi! Aspettatemi!” – urlò cercando di raggiungerli. Quando il gruppo fu nuovamente riunito, i professori diedero via libera agli studenti di andare a mangiare dove preferivano e di ritrovarsi nello stesso posto tra circa un paio d’ore. Hojo fu letteralmente trascinato dai professori a pranzare con loro, nonostante le varie insistenze del ragazzo di andare con Kagome. Kagome sorrise malignamente. Forse qualcuno lassù stava provando dell’immensa pietà nei suoi confronti e aveva deciso di aiutarla. Si, si…era sicuramente così.
Entrarono in un ristorante, lo stesso che aveva proposto Hojo, ma andarci con Inuyasha avrebbe fatto sicuramente un altro effetto. I ragazzi scelsero un menu a base di pesce e poterono continuare la conversazione in santa pace.
“Mi aiutò molto, in tutti i sensi…” – continuò Kagome, parlando di Kagura. – “…a partire dall’aspetto fisico.”
“E ha fatto un ottimo lavoro.” – disse lui sicuro, arrossendo violentemente poi. Anche Kagome non fu da meno.
“Beh…ecco…si…con lei…con lei potevo parlare di quello che volevo. Il giorno che tornammo dalla carto-libreria la portai al pronto soccorso perché era svenuta. Così scoprii che presto avrei avuto un fratellino. Papà era contento, mamma pure…” – disse Kagome alzando le spalle.
“E tua madre? Quella biologica, intendo…” – Kagome rise.
“Oh beh…quella ha avuto il coraggio di presentarsi al pranzo del matrimonio. L’ho cacciata. Ma lei ha tentato il tutto per tutto. Aveva finto che stava per morire, per ottenere una sorta di redenzione o altro…” – disse Kagome con fare annoiato. – “…solo che purtroppo per lei io le bugie le riconosco a prima vista, la cacciai e tornai dentro a festeggiare il matrimonio dei miei.”
“Wow…” – esclamò Inuyasha.
Durante il racconto però, Kagome omise intenzionalmente di raccontare la sua infanzia e le parole aspre che aveva detto alla donna quando si presentò al ricevimento. Si era pentita subito dopo di quello che aveva detto, ma la rabbia nel vedere la sua faccia tosta nel ripresentarsi li dopo tutto quello che aveva fatto, aveva mandato a monte la sua buona educazione e l’aveva fatta rispondere per le rime.
“Che c’è?” – chiese Inuyasha, notando lo sguardo perso della ragazza.
“Come ? Oh no, nulla…scusami. Ero soprapensiero…mangiamo?” – i due pranzarono, passando in totale tranquillità le due ore concesse per la pausa. Quando fu il momento di pagare, Inuyasha pagò per entrambi.
“Ma te lo sogni!” – esclamò Kagome, tirando fuori i contanti. Inuyasha la fulminò con lo sguardo.
“Metti via il portafoglio!” – tuonò lui. Kagome dovette arrendersi e lasciò che Inuyasha pagasse.
“Beh…grazie…” – disse lei alla fine.
I due uscirono e risalirono sull’autobus per tornare all’albergo. Hojo fu costretto nuovamente a sedere con i professori, dando modo a Inuyasha e Kagome di rimanere finalmente da soli.

In albergo i ragazzi ebbero la possibilità di andare al mare o nella piscina li vicino. Tutti andarono al mare tranne Inuyasha e Kagome che andarono in piscina. Quando Inuyasha vide Kagome togliersi il vestito, mille pensieri sconci gli attraversarono il cervello. Indossava un bikini striminzito molto aderente, soprattutto sul seno. Molti ragazzi si girarono per guardarla, ma Inuyasha li metteva al proprio posto con una semplice occhiataccia omicida. Dopo mezz’ora che stava prendendo il sole, Kagome decise di scendere in acqua. Fece un paio di nuotate, finchè non si accorse che Inuyasha non era più al suo posto. Si girò per cercarlo, ma si ritrovò braccata nel suo abbraccio.
“Ciao…” – disse lui, baciandole il collo sensualmente.
“C-ciao…” – balbettò lei, facendo scorrere le sue dita affusolate sulla schiena di lui. Inuyasha le stava martoriando il collo e lei si lasciava andare a quella tortura.
“Sei stata…sleale…” – disse mentre le succhiava la pelle. Kagome sussultò. Il suo istinto agì per lei, ancorò le gambe attorno alla vita del ragazzo, lasciandolo interdetto.
“Dicevi?” – chiese con fare sensuale.
“Infame…” – disse lui massaggiandole i fianchi sott’acqua. Kagome rideva, soddisfatta per quelle attenzioni.
“Kagome!” – i due si staccarono di scatto, spaventati e contemporaneamente guardarono Hojo, sperando che inciampasse e si rompesse la testa. Uscirono dall’acqua, dato che la magia ormai era stata interrotta. – “Ciao! Finalmente vi ho trovati! Facciamo un bagno insieme!” – disse Hojo squadrando il seno della ragazza, che trovò immediatamente riparo dietro il corpo muscoloso di Inuyasha.
“Veramente avevamo finito.” – disse Kagome, deludendo le aspettative della gomma. Kagome e Inuyasha uscirono dall’acqua e avvolsero i loro corpi nei teli da mare.
I giorni volarono in quel modo. Ogni volta che Kagome e Inuyasha tentavano di toccarsi ecco che interveniva prontamente Hojo a rovinare tutto. La situazione stava degenerando anche perché Inuyasha aveva una voglia matta di baciare Kagome e Kagome di baciare Inuyasha.

Erano al mare e Kagome, senza far rumore, prese il suo materassino e si diresse in acqua per stare un po’ da sola. Si sdraiò su di esso e iniziò a pensare a come sarebbe stato sentire le labbra di Inuyasha sulle sue, sentire il suo fiato caldo sul suo collo, sentire le sue mani vagare sul suo corpo. Si distese a pancia in giù e per poco non le venne da cacciare un urlo quando vide davanti a sé Hojo. Era il quinto giorno di vacanza e Kagome non era riuscita a stare un secondo in pace.
“Che vuoi?” – chiese guardando malissimo il ragazzo. Hojo salì sul materassino assieme a lei, mettendole in allerta tutti i sensi.
“Sai Kagome…sei veramente bella…” – disse lui facendo passare il suo indice sul braccio di lei, scosso dalla pelle d’oca per il ribrezzo.
“Non mi toccare!” – disse allontanando la mano da sé. Fu allora che Hojo esplose. Afferrò Kagome per le braccia e la fece distendere sul materassino, bloccandola con il suo corpo. Hojo cercava di baciarla ma Kagome si dimenava, urlando in cerca d’aiuto.
“FERMATI! LASCIAMI STARE! NO!”
“E sta ferma…” – le ordinò Hojo che improvvisamente si sentì scaraventato in acqua.
“I-Inuyasha!” – balbettò Kagome, ancora spaventata.
Il mezzo demone aveva sferrato un pugno in faccia a Hojo che ne rimase subito tramortito.
“BRUTTO BASTARDO! RINGRAZIA I KAMI CHE NON TE NE DO ALTRI…E SE TI VEDO ANCORA VICINO ALLA MIA RAGAZZA TI FINISCO!” – Kagome sgranò gli occhi. Come l’aveva chiamata?
Hojo se ne andò con il labbro sanguinante, mentre Inuyasha si precipitò da Kagome che aveva iniziato a piangere. La prese tra le sue braccia e cercò di tranquillizzarla. – “Coraggio…ssshh…traquilla…non ti farà più niente…” – nella foga di strappare un bacio a Kagome, Hojo aveva strappato una spallina del costume a Kagome.
“Stava…stava…” – non riusciva nemmeno a dirlo.
“Lo so, lo so…adesso è tutto finito…” – disse Inuyasha mentre cullava la ragazza. L’accompagnò a riva, ma lo stato di Kagome fu subito male interpretato.
“NOTAISHO! CHE LE HAI FATTO?” – Kagome era ancora stordita per quello che era successo, ma si riebbe subito quando sentì la professoressa pronunciare il nome di Inuyasha con tanta rabbia. Il ragazzo ci rimase un attimo male.
“Io? Niente!” – affermò lui sicuro, ma la professoressa gli indicò la spallina rotta del costume. Fu allora che la rabbia di Kagome esplose.
“CHIEDETE A HOJO COME MAI STO COSI!” – tuonò Kagome, livida in volto. – “E’ LUI CHE HA CERCATO DI METTERMI LE MANI ADDOSSO ED E’ SEMPRE STATO LUI A SCASSARMI LE PALLE DURANTE LA GITA! SE NON CI FOSSE STATO INUYASHA SAREBBE FINITA NEL PEGGIORE DEI MODI!” – Kagome li piantò in asso tutti quanti, allibiti per quella confessione. La ragazza si diresse a grandi falcate verso la propria camera, seguita da Inuyasha. Inutile dire che Hojo fu immediatamente rimandato a casa e sospeso a tempo indeterminato fino a che non sarebbero tornati dalla gita.
Kagome era arrivata in camera e stava per chiudere la porta, quando una mano la bloccò.
“Inuyasha…” – soffiò lei, andando a sedersi stancamente sul letto.
“Kagome…calmati…” – la ragazza pianse lacrime di rabbia.
“Hanno giudicato senza sapere…”
“Sta tranquilla…adesso si sistemerà tutto quanto…va a farti una doccia. Io ti aspetto qui…” – Kagome se ne andò con tutto il necessario verso il bagno e ne uscì con una gonna e una maglia viola. – “Vieni qui…” – disse Inuyasha tirandola verso di sé. Si sdraiarono sul letto assieme e lui la coccolò un po’. – “Hai bisogno di qualcosa?”
“The…” – Inuyasha si alzò dal letto e stava per uscire dalla camera, se non fosse stata per la mano di Kagome che gli aveva impedito di andarsene.
“Kagome…lasciami…devo andare a prenderti il the.” – Kagome rise, imbarazzata.
“Non la bevanda…” – disse lei, sperando di non dover specificare oltre.
“Si, ma…” – Inuyasha divenne rosso pomodoro e, dopo i primi istanti di imbarazzo, riprese posto vicino alla ragazza. Si persero a guardarsi negli occhi finchè il momento tanto atteso arrivò. Inuyasha si sporse su Kagome e la baciò. Fu un momento intenso, dovuto anche al fatto che per arrivarci, avevano dovuto sopportare troppe interruzioni. Inuyasha si portò sopra di lei, sovrastandola con il suo corpo, s’infilò in mezzo alle sue gambe e continuò a baciarla, toccandole la pelle.
Kagome era arrivata: destinazione Paradiso.
Finalmente stava baciando Inuyasha e stentava ancora a crederlo. Sentiva le sue labbra muoversi esperte sulle sue, la sua lingua giocare birichina con la sua. Il tocco gentile delle sue mani sulle sue spalle, le provocava un foltio di emozioni che avrebbe rischiato di perdere, se non fosse stato per l’arrivo di Kagura. Lei però era inesperta, non aveva mai baciato un ragazzo a causa del suo aspetto fisico, non sapeva quali fossero i famosi punti per far eccitare un uomo…non lo aveva mai fatto.
Però…
…ed è un però molto importante, Kagome non sapeva che nella sua incertezza, nella sua indecisione, nel suo essere così…impacciata, stava eccitando da morire Inuyasha. Il ragazzo sentiva le mani di lei muoversi timidamente sulle sue spalle e la lingua toccare velocemente la sua per poi giocare a nascondino con quella di Inuyasha. Kagome era in preda all’estasi totale, non avrebbe mai immaginato che la racchia, secchiona e fuori moda avrebbe mai un giorno potuto baciare Inuyasha NoTaisho. I respiri non impiegarono molto per farsi pesanti, l’aria tutto attorno era rovente. Inuyasha iniziò a baciarle il collo, mentre piccoli gemiti di piacere uscivano dalla bocca rossa di Kagome. Il ragazzo le tolse la maglia e portò la sua mano dietro la schiena di lei e Kagome, intuite le sue intenzioni, inarcò la schiena, stringendosi sempre sulle sue spalle. Il gancetto si era staccato e il reggiseno era ormai un pezzo di stoffa senza vita, Inuyasha lo prese e lo sfilò con delicatezza e fu in quel momento che Inuyasha potè finalmente…









Finalmente cosa?
Cos’è riuscito a fare Inuyasha?
Chi lo sa?
  
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