The
Guardians – Se loro sono gli eroi, siamo spacciati
Capitolo
2
Piani più o meno geniali e incontri predestinati: siamo in
una fan fiction o in
un fumetto della Disney?
Meridian
Base dei ribelli
Citta’ infinita
La Città Infinita era un labirinto di gallerie e passaggi
segreti. Nessuno era
mai riuscito a farne una mappa dettagliata, era un’impresa a
dir poco titanica.
Scoperta da Elizabeta dieci anni prima, per caso (lei stava scappando
da delle
guardie a cui aveva preso in
prestito il pranzo) era diventata la
base dei ribelli, un luogo sicuro in cui rifugiarsi e poter sfuggire
alle ire,
e ai cupcake , del principe reggente.
‘’ Il
piano è questo: stanotte ci introdurremo nelle cucine,
facendoci aiutare dai
nostri informatori. Beh… in realtà ne sarebbe
rimasto solo uno, ma gli altri
hanno avuto la sfortuna di mangiare dei cupcake del principe.
Dovrà essere un
lavoro pulito, che non lasci tracce. Ci manca solo che Oliver riesca a
raggiungerci fin qui.’’
‘’ Cosa
che stava facendo la settimana scorsa – le ricordò
gentilmente Vlad, il suo auto
nominato braccio destro stronzo e
acido come pochi abitanti del Metamondo – Se non fosse stato
per qualcuno (ossia me), saremmo
tutti nelle
segrete… o in carcere, in attesa di mangiare una delle sue
schifezze.’’
Elizabeta alzò un sopracciglio.
‘’ Oh, tu ricorderesti questo? –
iniziò, ironica – Da che ricordo io, invece, a
farci perdere fosti tu, mister Conosco
una scorciatoia che ci farà arrivare prima.
Peccato che finimmo nelle
latrine del palazzo, proprio mentre degli uomini di Oliver dovevano liberarsi. Sai quanto mi ci è
voluto per
togliermi quell’odore di dosso? Un mese, Vlad. Un
mese.’’
‘’ Non è che si è notata
tanto la differenza.’’
‘’ Di sicuro, nessuno se n’è
accorto con te. Ti hanno mai detto che puzzi di
morto?’’
‘’ Che ne vuoi sapere, tu? Questo è
l’odore di un vero uomo, donna.’’
Lei si mise con le mani sui fianchi.
‘’ E questo sarebbe un insulto? Che ti restituirei,
Vlad… se tu fossi un uomo,
però.’’
Un coro di ‘’ooh’’ si
alzò dagli altri ribelli che stavano assistendo al loro
battibecco, e Vlad arrossì appena.
Dato il suo pallore, tipico di quelli della sua specie, era facile
capire
quando fosse imbarazzato o meno.
E quando vide quel rossore colorargli le guance, Elizabeta
capì di aver vinto.
Di nuovo.
‘’ Tornando al nostro piano… avete
capito tutti? C’è qualche
domanda?’’
Alcune mani si alzarono e tra i mormorii sentì chiaramente:
‘’ Dov’è il
bagno?’’
‘’ Se è una missione pericolosa posso
portare mia suocera?’’
‘’ C’è da mangiare? Avrei una
certa fame.’’
La donna si sbattè una mano in faccia. C’era del
lavoro da fare, e intanto
Vlad, ripresosi alla perfezione, stava ghignando alle sue spalle.
‘’ Ne avremo di lavoro da fare, prima di stanotte
‘’ sospirò lei, dando
un’ultima occhiata alla mappa.
‘’ Mica adesso parti con Farò
di te un
uomo, vero?’’ le chiese un ragazzo
biondo, che indossava una
veste azzurro-celeste e sul viso di
potevano scorgere delle piccole protuberanze.
‘’ Eduard – lo riprese Eliza –
Stai passando troppo tempo con gli aggeggi dei
terrestri.’’
Bene, avevano approfittato dei Portali aperti dal principe per andare
dall’altra parte e cercare le famose Guardiane di Kandrakar,
le uniche che,
secondo le vecchie leggende di Meridian, potevano liberare il loro
mondo dalla
sua tirannia. Peccato che avessero trovato solo delle sgallettate in
piena
crisi adolescenziale, che di magia non ne sapevano niente, ma che in
compenso
avevano indottrinato i suoi uomini sulle ultime novità della
Terra.
‘’ Se solo avessimo la connessione
internet…’’
‘’ Internet? ’’
Eduard la liquidò con un gesto della mano.
‘’ E’ una specie di magia che i terrestri
usano per ricercare informazioni o
per comunicare tra loro. ‘’
‘’ Per comunicare, dici…mhm, comincia a
farsi interessante -
riflette ad alta voce Eliza, sorridendo. Di
magia non se ne intendeva, ma se serviva a comunicare, senza farsi
scoprire,
sarebbe stato più facile contattare gli altri ribelli o
cercare di aiutare
quelli che erano stati catturati dagli uomini del principe –
Parlami un po’ di
questo intercoso. ‘’
‘’ Internet, Eliza. Si chiama
internet.’’
‘’ Fa lo stesso. ‘’
*
‘’
Che
barba, che noia, che barba… - si lamentò Oliver,
dall’alto del suo trono – Ma
oggi non c’è nessuno da
giustiziare?’’
‘’ No, altezza.’’
‘’ Nessuno che possa provare uno dei miei
cupcake?’’
‘’ No, altezza. Ci servono i soldati,
ricordate?’’
‘’ Magia da rubare?’’
Vent’anni di regno, e li aveva passati tutti a rubare la
magia del suo stesso
mondo. Di magia lui, non essendo la Luce di Meridian, ne aveva poca, e
lui ne
aveva bisogno per i suoi esperimenti e per cucinare nuovi e sempre
più
deliziosi cupcake.
‘’ L’avete prosciugata quasi tutta.
L’unico a possedere la magia siete voi.’’
‘’ Uff… che noia, che barba, che
noia… ma non c’è niente da
fare?’’
Matt avrebbe tanto voluto sbattere la testa da qualche parte: magari,
perdendo
i sensi, non sarebbe più stato costretto ad ascoltare le
lamentele del suo
principe. Sarebbe stato troppo belle per essere vero.
‘’ Ma non avete del lavoro da fare? Tipo, cercare
nuovi fonti di magia? O
cercare vostro fratello?’’
La sala del trono era illuminata appena da una luce violacea, il cielo
era
plumbeo e i lampi si stagliavano alle spalle dl principe, contribuendo
a
conferire all’ambiente un’aria malsana e spettrale.
Da vent’anni il sole non splendeva più su
Meridian. Tutto “merito” di Oliver,
che aveva pensato bene di oscurare il sole con un perenne stato di nubi.
Tutto, per avere un muro di rose nere che circondassero il perimetro
del
castello e che dovevano servire a proteggerlo.
Perché, ovviamente, una cinta muraria era troppo mainstream
per lui.
‘’ Ancora con questa storia? Se in
vent’anni il marmocchio non si è fatto vivo,
perché dovrei fare tanta fatica per cercarlo? Non mi va di
finire fregato con
le mie stesse mani.’’
‘’ Come se fosse la prima
volta…’’
Matt non aveva dimenticato a cosa avevano portato tutte le brillanti
idee del principe.
Spesso e volentieri,
a finirci in mezzo
era sempre lui.
‘’ E che cosa mi dite dei vostri esperimenti coi
Portali? – gli disse invece –
Coma vanno? Non vi sarete mica annoiato anche di
quelli?’’
‘’ Vuoi scherzare? Ora che la Muraglia sta
cominciando a cedere, il mio lavoro
è fin trooooopo facile. Mi manca il brivido
dell’essere scoperto, capisci?’’
‘’ Almeno le Guardiane non vi sono già
alle calcagna.’’
Per una volta che le cose andavano bene, aveva anche la faccia tosta di
lamentarsi? Ma quant’era folle?
‘’ Ma se continua così le vado a
scegliere io. Se bionde e francesi, anche
meglio.’’
La faccia da pervertito l’aveva ereditata dal padre. Sicuro
al 100 % proprio.
‘’ Perché ora avete la fissa delle
francesi? ’’
‘’ E tu perché hai la fissa degli orsi
di pezza?’’
‘’ Touchè
– si arrese il suo
consigliere, che sapeva che da un’eventuale discussione con
Oliver non ne
sarebbe uscito tutto intero – Quanti Portali avete aperto
fino ad ora?’’
Il principe parve pensarci un po’ su, poi
rispose:’’ Dodici, e tutti verso la
Terra.’’
‘’ Dodici? Ma è fantas…un
momento… LA TERRA?’’
Matt si dovette trattenere la mascella, per non farla cadere fino ai
piedi. Con
tutti i mondi che c’erano, ricchi di magia da far
schifo… lui si andava a
scegliere quello più sfigato? Insomma, la Terra veniva
invasa un giorno sì e
l’altro pure. Senza contare che di magia ne aveva ben poca,
ed era tutta delle
Guardiane.
Che fosse serio, prima , quando diceva di volersele scegliere lui?
‘’ Altezza… perché la Terra?
Ci sono tanti altri mondi. Come Basiliade, per
esempio. O anche Arkhanta. Tutti sarebbero meglio della
Terra!’’
Oliver ghignò.
‘’ Si vede che tu di queste cose non ne capisci
niente. No, cioè.. la Terra è
il simbolo di Kandrakar. Se non provi a invaderla sei un
coglione.’’
‘’ E io ho giurato
fedeltà a ‘sto
deficiente? Mai na gioia proprio.’’
‘’ Comunque – riprese il
principe, squadrandolo da capo a piedi – Sai che
con gli occhiali e una faccia da ebete non
saresti tanto male come infiltrato sulla
Terra?’’
‘’ Cosa?’’
‘’ I-N-F-I-L-T-R-A-T-O
- scandì bene il
principe – Ho bisogno di qualcuno che controlli lo stato dei
Portali e che
favorisca il passaggio. Insomma, non posso certo rischiare di
attraversarne uno
e finire a fettine, no? Il mio regale fondoschiena ne risentirebbe. Tu
saresti
perfetto, tanto sei un serpentone.’’
‘’ In realtà, sarei un
mutaforma.’’
‘’ Dettagli. Comunque, non devi fare altro che
fingerti un umano e lavorare con
degli idioti, tutto qui.’’
‘’ Come faccio sempre qui,
insomma.’’
‘’ E qui? Io ho del lavoro da fare
– protestò – Cercare i ribelli,
catturare gente a random per farvi avere cavie per i vostri
esperimenti…’’
‘’ Oh, ma per quello ci sono anche il Cacciatore e
Natalia. Loro non li posso
mandare sulla Terra… ‘’
‘’ Ma io si… - inutile tentare di
convincerlo a farlo restare. Aveva la testa
più dura del marmo – Dove dovrò
lavorare?’’
‘’ Mhm… credo che si chiami Sheffield
Institute. Ti sono sempre piaciuti i
libri, non è vero? Sono sicuro che il tuo nuovo lavoro ti
piacerà.’’
‘’ Sicuramente….’’
‘’
Uccidetemi.’’
Stanza delle
stille
‘’
…
quando mi sono ripreso, mi hanno dato il Cuore e la mappa dei Portali
da
consegnare ai rispettivi custodi. E poi mi hanno sbattuto
fuori.’’
‘’ Mhm… capisco ‘’
fece distrattamente Luba, la sua maestra, una donna dalle
fattezze feline, con baffi compresi, mentre osservava la variazione del
moto
delle stille. Erano in fermento, quel giorno. Forse perché
erano stati
finalmente scelti dei nuovi Guardiani?
Lei non li aveva visti personalmente, ma dato che erano umani
già poteva essere
certa di una cosa: sarebbero stati un totale fallimento.
Ma perché l’Oracolo non sceglieva mai delle
Guardiane (o, come in questo caso,
dei Guardiani) da Basiliade?! Sempre dalla Terra. Lo trovava razzista
come
cosa.
‘’ E ho sentito dei strani rumori.
L’Oracolo sembrava piuttosto arrabbiato
‘’
continuò a parlare Kiku, mettendosi le mani tra i capelli.
L’inizio della sua
giornata era stato un disastro. Prima usato come schiavetto dal
Consiglio, poi
usato come tramite tra Kandrakar e i nuovi Guardiani. Per altri sarebbe
stato
un vero onore, ma lui non sapeva assolutamente niente né
della Terra né degli
usi e costumi dei terrestri. Tempo prima aveva sentito nominare
qualcosa
chiamato ‘’yaoi’’, ma non aveva
avuto più l’occasione di approfondire
l’argomento. Anche perché la sua maestra prese per
le orecchie i due anziani
che ne avevano parlato e gli aveva urlato nelle orecchie, fino a farli
diventare ancora più sordi di quel che già erano.
E poi, nemmeno con l’aiuto della venerabile ninfa Xin Jing
sarebbe riuscito a
mettere insieme un gruppo tanto disorganizzato e caotico.
L’Oracolo doveva
essere impazzito, non c’erano altre spiegazioni. Anche se,
almeno, non si era
affidato a delle ragazzine di tredici anni.
‘’ Si…
capisco…’’
Certo che il grado di attenzione che mostrava era pari solo a quello
dello
stesso Oracolo, quando lui aveva tentato gentilmente e rispettosamente
di
rifiutare la Mission Impossibile
che
gli aveva assegnato.
‘’ E ha detto qualcosa come Questa
volta
non lascerò tutto il divertimento a
te…’’
‘’ Ah, e
poi…’’
‘’ Ho sentito
dei rumori, dei tonfi…
e altre parole che non capivo.’’
‘’ Perfetto… poi?’’
‘’ Non so… non sono riuscito a sentire
molto bene. Solo qualcosa come Questa me la
paghi, guarda che io sotto non ci
resto.’’
‘’ Mhm, davvero inter….COSA
CAZZO HANNO DETTO?!!!!!’’ improvvisamente, Luba
sembrò interessata più a quello che le stava
dicendo il suo allievo, che alle
stille.
Non le interessava neppure se le stille si fossero fuse in una sola,
creando un
Cangiante (un essere oltremodo irritante, che oltretutto quando imitava
qualcuno ne esasperava i difetti. Una sola volta ebbe la sfortuna di
conoscerne
uno, e quella gli bastava e avanzava.)
C’era qualcosa di più importante che richiedeva la
sua attenzione.
‘’ Kiku caro… potresti ripetermi le
esatte parole che hai sentito pronunciare
dal nostro saggio, illuminato Oracolo?’’
Il giovane deglutì, spaventato dall’espressione
assassina che si era dipinta
sul viso della donna. Le sue fattezze feline, poi, non aiutavano certo
a
tranquillizzarlo. ‘’ Ehm.. mi pare che abbia detto Questa
me la paghi, guarda che io sotto non ci resto.’’
Luba sorrise.
‘’ Oh, ha detto questo – disse,
stringendo in maniera preoccupante i pugni – Ad
alta voce poi, per farsi sentire meglio. Non si è neppure
curato del fatto che
ci fosse il mio allievo. ORACOLO O NON ORACOLO, IO
LO AMMAZZO.’’
‘’ Maestra… ‘’
‘’ MA CHE MAESTRA E MAESTRA! – nello
sguardo della donna c’era il fuoco. – NON
POSSO METTERSI A FARE LE LORO… COSACCE…
MENTRE
CI SEI TU FUORI AD ASCOLTARE. MI SAREI ASPETTATA UNA TALE IDIOZIA DA
CESARE, MA
NON DA ARIOVISTO! POSSIBILE CHE A QUEI DUE IL SANGUE E’
ANDATO DOVE NON DOVEVA
ANDARE? E IL CERVELLO E’ STATO BELLAMENTE IGNORATO.
‘’
Kiku inclinò la testa, confuso.
‘’ Cosacce?’’ ripeté, riuscendo a far
calmare Luba, arrossita per l’imbarazzo.
‘’ Ehm… vedi… hai presente la
storia dell’ape e del fiore… no, è
troppo
terrestre ‘sta storia… uhm… quella
della cicogna è universale, ma non è nemmeno
adatta… Un giorno, quando sarai pronto, te lo
spiegherò. Ma prima…’’
‘’ Prima cosa?’’
‘’ Prima devo andare a uccidere
l’Oracolo. Ti andrebbe di sostituirmi con le
Stille? Ci metterò poco, sarà una cosa veloce,
pulita e indolore.’’
Sheffield Institute
Romano
aveva il fiato corto. Aveva corso con tutte le energie che aveva in
corpo, ma
n’era valsa la pena: era arrivato allo Sheffield, seppur coi
piedi che gli
bruciavano e
ridotto a uno straccio.
Il cortile era deserto, segno che tutti gli studenti erano
già entrati in aula.
‘’ Cazzo, cazzo… spero che quel bastardo
di Sylla non si sia accorto della mia
assenza.’’
Sylla era il docente che teneva le lezioni alla facoltà di
Agraria, uno che fin
dallo scorso semestre gli era sembravo avere una scopa conficcata su
per il
culo. Lo irritavano le sue frecciatine, l’aria da bello e
dannato… oh, senza
contare che l’odiava.
Romano non gli aveva fatto niente, ma dal primo giorno il bastardo
l’aveva
messo sulla sua lista nera. Qualunque cosa facesse, non gli andava mai
bene. Si
dannava sui libri, e tutto quello che riusciva ad avere da lui era un
misero
18. Un 18! Con settimane passate sui libri, cazzo!
Perso com’era nei sui pensieri (e nelle varie maledizioni che
lanciava
mentalmente al suo professore stronzo), non si accorse di un ragazzo
fermo
all’ingresso, anche lui sfiancato dalla corsa e che cercava
di riprendere
fiato. Lo travolse, facendolo cadere a terra.
‘’ Ma che cazz… PROPRIO QUI TI DOVEVI
FERMARE, COGLIONE?’’
In realtà, ad arrabbiarsi doveva essere il poveretto che
aveva travolto, un
tipo dall’aria stupida, molto stupida,
e che gli sembrava di avere già visto.
Aveva vari graffietti sul viso, come di chi aveva passato un buon
quarto d’ora
a lottare contro una bertuccia.
‘’ Apenado
– gli disse, mentre si
rialzava – Oggi non so proprio… ehi, amigo,
ma io ti conosco! Stiamo in classe insieme.’’
‘’ Come? Ti sei fritto il
cervello?’’
Correzione: non era stupido, era un vero e proprio imbecille!
‘’ Perché?’’
‘’ Ti ho fatto cadere, e ti ho pure insultato
– spiegò l’italiano, fissandolo
stranito. Il demente era pure più alto di lui, dannazione
– E non mi hai
mandato a quel paese. ‘’
‘’ E’ stato un incidente –
rispose Antonio, facendo spallucce – Ammetto che non
era il posto migliore per fermarsi. Ma almeno Braginski non mi ha
beccato. ‘’
‘’ Tsk, guarda tu questo…
‘’
‘’ Ma tu sei di Agraria, vero?’’
‘’ Si… O CAZZO! Sylla! Quello
lì non me la farà passare
liscia!’’
Al diavolo quell’idiota sorrido-sempre-ciao.
Lui aveva altro a cui pensare. Si avviò verso le scale,
superando lo
sconosciuto, quando sentì urlare:’’Ehi,
aspettami. Andiamo insieme. Ah, non mi
sono presentato. Mi chiamo Antonio. Antonio
Fernandez-Carriedo.’’
‘’ Tsk… - quel tipo era strano, ma
strano forte – Io sono Romano Vargas. E non
fare lo sborone alla James Bond.’’
Mentre si dirigevano verso l’aula, sperando che Sylla fosse
rimasto colpito da
una delle maledizioni che gli aveva lanciato Romano, due figure
uscirono da
dietro una colonna.
Due
ragazzi li avevano spiati, un biondo dall’aria svampita e con
la macchina
fotografica in mano, e un ragazzo bruno, che in quel momento avrebbe
tanto
voluto trovarsi in aula, piuttosto che assecondare l’ennesima
folle iniziativa
di quel che era a tutti gli effetti il suo migliore amico.
‘’ Tipo,
queste foto faranno un figurone sul nostro giornale
‘’ fece estasiato il
biondo, sfregandosi le mani.
Il suo amico sospirò, ormai abituato alle reazioni
sproporzionate dell’altro.
‘’ Non sai neppure chi siano, Feliks ‘’
gli fece notare, sperando in qualche modo di farlo ragionare.
‘’ Liet, per chi mi hai preso? Certo che so chi
sono. Un buon giornalista deve
essere sempre informato su tutti. Io qui conosco tutti, tipo. Lo sapevo
che
Vargas e Carriedo erano gay, lo sapevo.’’
‘’ Ehm… non stai correndo un
po’ troppo? Potrebbe anche essersi trattato di un
incidente.’’
L’amico lo guardò come se fosse un povero idiota.
‘’ Tipo, ma dove vivi? – gli chiese,
retorico
Feliks – Ma li hai visti bene? Se avesse potuto,
Vargas gli sarebbe
saltato addosso.’’
‘’ Si, ma non credo che sia per i motivi che credi
tu…’’
Il polacco fece spallucce.
‘’ Bah, come al solito non capisci
niente.’’
*
‘’
Deve
essere la mia giornata fortunata – disse calmo Francis,
seduto su una panchina
vicino alla fontanella del campus –
Collins
ha chiamato il bruco, e la lezione è durata solo
mezz’ora. E
io prima della prossima lezione, posso anche
rilassarmi un po’.’’
Uno dei motivi per cui il professor Collins era tanto amato dai suoi
studenti,
era per la sua particolare abitudine, all’inizio di ogni
semestre, di concedere
mezz’ora alle matricole per aiutarle ad ambientarsi.
Tecnicamente, gli altri
sarebbero dovuti rimanere in aula, ma chissà perché,
si offrivano sempre tutti per aiutare questa o quella
matricola a visitare il campus. Misteri della fede, no?
Fatto sta, lui si poteva godere un po’ di riposo, senza venir
ripreso da
Collins o da chicchessia.
‘’ Kolkolkol…. Chi abbiamo qui? Il
signor Bonnefoy? Non dovreste avere lezione?’’
Ecco… una persona c’era. Un armadio di due metri e
passa con un sorriso
stampato in faccia e l’aria di chi avrebbe preferito mandarti
a calci in culo
sulla luna, piuttosto che averti fra i piedi.
Ecco chi era il rettore del college, un russo psicolabile e con manie
di
protagonismo, con sbalzi di umore da far invidia a una donna nel suo
periodo
del mese e un certo gusto nel torturare i suoi docenti.
‘’ Bonjour…
ecco… ‘’ non era da lui
rimanere senza parole, se ne serviva sempre per far colpo sulle
ragazze, e
anche sui ragazzi, non era di gusti difficili lui. Era quel tipo di
persona
che, con le parole (e non solo con quelle), ci sapeva fare.
Purtroppo, si sentiva come se il rettore fosse capace di leggergli il
pensiero,
scovando ogni sua piccola debolezza, che poi avrebbe usato contro di
lui. A
volte, sembrava che non appartenesse neppure a quel mondo.
Intanto, l’acqua era completamente evaporata dalla fontana. Nessun nuovo getto
d’acqua, sembrava come se
le tubature all’improvviso si fossero otturate. La cosa non era sfuggita al
russo, che guardò
prima in direzione della fontana poi verso il francese, con uno strano
interesse nello sguardo.
Un interesse che fece venire i brividi freddi al poveretto.
‘’ Oggi ho così tanto lavoro da fare
– gli disse, sospirando – Nuovi studenti
da sistemare nei dormitori, nuovi docenti, nuovi bibliotecari che si
sono
presentati all’ultimo minuto… non è
facile fare il mio lavoro, sai?’’
Dal momento che non era stato ancora velatamente minacciato di morte,
il
ragazzo si rilassò, e nello stesso momento
l’acqua, seppur con poca forza,
riprese a scorrere.
‘’ Oh,
interessante…’’
‘’ Come, scusi?’’
Il rettore scosse la testa.
‘’ Niente, pensavo ad
altro…’’
‘’ Spero non a come
torturami.’’
‘’ … non a metodi di tortura,
naturalmente – continuò, facendo impallidire
Francis. Come diavolo aveva fatto? Leggeva veramente nel pensiero?
– Dato che
ci sono stati dei… cambiamenti inattesi,
mi pareva anche giusto informarla. Da oggi, avrete un nuovo compagno di
stanza.
‘’
‘’ Un nuovo compagno di
stanza?’’
Vivere al campus aveva i suoi vantaggi, ma coi suoi coinquilini non
aveva mai
avuto fortuna. L’ultimo, uno svizzero burbero di nome Vash,
gli aveva puntato
più volte la pistola addosso, solo perché aveva
commentato la foto della sua
sorellina con un E’ molto carina,
potresti darmi il suo numero?
Un semplice è minorenne gli
sarebbe bastato.
‘’ Più tardi dovrete aiutarlo a
sistemarsi. Spero che per lei vada bene.’’
‘’ Certamente…’’
Non era così stupido da contraddirlo.
‘’ Perfetto. Spero che verso mezzogiorno siate
ancora libero, come adesso. Collins
dovrebbe controllare meglio i suoi ragazzi.’’
Ne era certo: doveva preparare una lapide per il professore. Intanto,
l’acqua
aveva ripreso a scorrere normalmente.
Provò a sporgersi appena, per vedere quanto fosse in alto, e quasi non
rischiò di cadere giù e spezzarsi
l’osso del collo.
Era scivolato su del guano, e si era ritrovato appeso al cornicione.
Aveva pianto, gridato, ma nessuno l’aveva sentito. Gli
svantaggi di vivere in
una zona relativamente isolata e vicina al mare.
Non ricordava di aver fatto altro per un lasso di tempo che gli parve
infinito.
Poi, le braccia avevano cominciato a cedergli, e lui aveva chiuso gli
occhi,
sperando che arrivasse qualche angelo o Superman a salvarlo.
Aspettò un tonfo che non ci fu mai. Quando ebbe il coraggio
di riaprirli, si
accorse di star dolcemente planando verso terra, con una grazia che
sembrava
appartenere a Mary Poppins.
Peccato solo che lui non avesse un ombrello, perché
altrimenti la scena sarebbe
stata perfetta.
La magia, tuttavia, si interruppe, e lui iniziò a cadere. Se
non fosse
atterrato tra le
braccia di un ragazzo
con gli occhi dello stesso colore del cielo che, fortunatamente per
lui, stava
passando in quel momento, probabilmente si sarebbe spiaccicato al suolo
come
una frittata.
‘’ Ve… grazie, mi hai salvato! Sei un
angelo?’’
Lo sconosciuto, vuoi perché lui era semi nudo, vuoi
perché non ti piovevano
tutti i giorni ragazzi addosso, balbettò e
arrossì:’’ Nein…
ecco… sarei un tirocinante. Stavo cercando Caterina Vargas.
‘’
Il viso di Feliciano si illuminò.
‘’Ah, ma allora sei qui per mia
madre!’’
‘’ Cos…tua madre?’’
Il ragazzo annuì, con forza.
‘’ Ve…
lei lavora in tribunale, è un
giudice. Lo sarai anche tu?’’ gli chiese, mentre
una leggera brezza gli
scompigliava i capelli.
‘’ N-no. Vorrei… diventare
avvocato.’’
‘’ Ma allora sei davvero un angelo, ve!
Però mamma è già andata a
lavoro… se
vuoi, ti ci posso accompagnare io.’’
‘’ G-grazie. ‘’
‘’ Di niente – scese dalle sue braccia, e
già ne sentiva la mancanza. – Ve…
andiamo.’’
‘’ Ma… e i tuoi
vestiti?’’
‘’ Vestiti? Ve… giusto, dimenticavo.
Vuoi entrare in casa? Mi vesto e…ah
Comunque, come ti chiami?’’
Era anche giusto chiedergli il nome, no? Dopotutto, l’aveva
salvato.
‘’ Ludwig… Ludwig Beilschmidt
‘’ gli rispose il biondo, e con
quell’espressione imbarazzata aveva un’aria
dannatamente adorabile.
Meridian
Esterno palazzo reale
Eduard
fissò scettico Elizabeta. Ok, era il capo dei ribelli, colei
che aveva fornito
a tutti una speranza per andare avanti, nonostante la dittatura del
principe
Oliver.
Gli aveva salvato il culo un numero incalcolabile di volte…
ma la posa all’Avatar
Aang sotto la pioggia era davvero necessaria?
E poi
diceva che non soffriva di manie di protagonismo.
‘’ Il piano è un po’ cambiato,
ma fa niente – disse la donna, con le mani
strette ai fianchi – Dimostrerò a Vlad che da
sola, posso infiltrarmi al castello
senza essere catturata. Poi vedremo chi è il vero
uomo.’’
‘’ Ehm, Eliza…’’ provò a
riprenderla, ma
lei non sembrava intenzionata ad ascoltarlo.
‘’ Saltare su quei rostroni non sarà
tanto complicato. Insomma, ne ho fatte di
cose pericolose, sai? Mica come quel fifone di Vlad. Insomma, tutti
quelli
della sua specie sono dei codardi. E ha anche il coraggio di definirsi
“uomo”.
Ma ci rendiamo conto?’’
‘’ Si, ma Eliza…’’
‘’ Che poi, si crede uomo solo perché ha
quel coso in mezzo alle gambe?
– sbuffò la giovane, spostandosi una
ciocca di capelli bagnati dal viso – Andiamo, ammetterai che
io sono più virile
di lui anche senza un caz…’’
‘’ELIZA – urlò, per sovrastare
il rumore di un tuono e per non permetterle di
finire la frase. Dannazione, erano pur sempre in un fumetto disney, no?
– DOVE DIAVOLO
HAI MESSO LA CORDA?’’
‘’ La corda? Quale corda?’’gli
chiese, aggrottando la fronte. A quanto pare,
era seria.
‘’ Secondo te come fai ad arrivare
dall’altra parte? Con la magia?’’
‘’ No, con internet.’’
Eduard si sbattè una mano sul viso.
‘’ Ti ho già detto che internet non
serve a questo. ‘’
Lei sbuffò, e disse:’’ Non serve per
vedere il futuro, non mi aiuta a
rintracciare i nostri uomini, e ‘sto google maps non riesce
neppure a fare una
mappa della città infinita. A che diavolo
serve?’’
‘’ Beh, puoi trovare degli ottimi
yaoi.’’
‘’ Yaoi? Cosa sono?’’
‘’ Se non ti spaccherai l’osso del collo
per questo tuo prodigio, te lo
spiegherò ‘’ le promise Eduard, non
sapendo ancora a cosa stesse andando
incontro.
Avrebbe creato un mostro. Nessun uomo dell’esercito dei
ribelli sarebbe stato
più al sicuro.
Altro che Oliver!
‘’ Per chi mi hai preso? - gli sorrise in segno di
sfida Elizabeta – Sono il
capo dei ribelli, cocco. Riuscirò a portare a termine questa
missione, e ti
dimostrerò che anche una donna può essere un
uomo.’’
‘’ Cos…?’’
Eduard non riusciva a trovare la logica in quello che aveva detto.
Anzi, a
dirla tutta, non ce n’era nemmeno l’ombra. Ma che
razza di pazza seguivano?
Per di più la pazza in questione aveva anche iniziato a
farneticare di
un'ipotetica lunghezza del suo ( non esistente ) "
coso in mezzo alle gambe ".
Eduard
pensò che forse aveva trovato
un buon motivo per buttarsi giù da una delle torri del
palazzo reale.
"...inoltre sarebbe di sicuro più grosso di quello di Vlad e
anche di
molto e..."
No, un torre non andava bene ,
era troppo lontana.
A lui serviva qualcosa per uccidersi in quel preciso istante e in quel
preciso
luogo.
'' Eliza, sai che tu non puoi averlo?''
'' E chi lo dice?''
'' Vediamo... l'anatomia,
forse? Andiamo, sei
una donna, e lui è un uomo. E’ logico che siate
diversi.'' '
'' Umph... ''
Non sembrava ancora convinta. Era una testaccia dura, più
testarda di un troll.
E lui ne aveva visti tanti, eh.
'' Non cambia che, se io fossi un uomo, ce l'avrei sicuramente
più grosso di
lui.''
Dov'erano le guardie quando aveva bisogno di loro? Voleva consegnarsi,
voleva
farsi giustiziare. Tutto, pur di non continuare quella conversazione.
‘’ Ti prego… va e non farti
ammazzare.’’
Angolo
dell’autore
Continuano le
citazioni del fumetto e del cartone
nella mia storia. Nel cartone, la base dei ribelli è, per
l’appunto, la Città
Infinita. E il caro prof stronzo di Romano, Sylla… anche nel
fumetto è il prof
più odiato da Taranee (alias guardiana del fuoco), dato che
cercherà più volte
di scoprire la verità sui poteri delle ragazze e sugli
strani eventi che
capitano loro. E cercherà di fare del male alla povera Hay
Lin (o meglio, alla
sua Goccia Astrale), facendo arrabbiare Taranee, che avventatamente usa
i suoi
poteri. Non che Sylla non meritasse di venire abbrustolito, ovvio.
Intanto, il
primo incontro di Germania e Italia è ricalcato, in maniera
differente certo,
dall’incontro tra Eric e Hay Lin. Anche lui la
salvò da una rovinosa caduta,
mentre lei era sui pattini.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a Dreams Empire per aver
collaborato per la stesura del capitolo.
Minimo due recensioni per continuare la storia.
Volete fare felici due
autrici?