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Autore: Natalia_Smoak    16/07/2015    2 recensioni
Come dice il titolo piccoli momenti tra Steve e Natasha, in ogni contesto possibile
probabile presenza dei vai Avengers
attenzione il terzo capitolo potrebbe contenere spoiler non confermati di Civil War, ma per ora tutti gli altri sono privi di anticipazioni
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cold war'
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Di sindrome post traumatica da stress e confessioni p1

 

Steve aveva caldo, molto caldo, intendiamoci da un lato era grato che il suo corpo avesse un metabolismo elevatissimo, ma in casi come questo avrebbe preferito essere come una persona normale. Era sudato come non mai e la tuta che aveva indossato per andare a correre era zuppa. Forse non era stata una grande idea correre per 12 chilometri senza fermarsi. Ormai andava avanti così da mesi; tutte le notti si svegliava in  preda agli incubi e il suo corpo e la sua testa non ne volevano sapere di rimettersi a dormire.
A volte sognava Peggy, altre volte Bucky, ma i sogni peggiori erano quelli in cui lui era lì, da solo, in un grande cimitero e loro erano tutti morti, ogni tomba , ogni epitaffio…tutte persone che conosceva.
Arrivò all’Avengers Tower che era quasi l’alba, non si aspettava nessuno in giro a quell’ora; i ragazzi avrebbero dovuto allenarsi tra più di due ore e Steve decise di approfittarne farsi una doccia.
Era stanco, impossibile negarlo, sarà anche stato un super soldato, ma ormai era quasi un mese che non riusciva a dormire più di due ore/tre ore per notte.
In maniera meccanica si tolse la tuta e si infilò sotto l’acqua ghiacciata della doccia, appoggiò la fronte contro il muro e lasciò semplicemente che l’acqua lo avvolgesse. Sotto quel getto ghiacciato si rilassò, piano piano chiuse gli occhi e il suo corpo divenne molle.
All’improvviso non era più nella doccia ma in un campo di battaglia; le bombe stavano esplodendo da tutte le parti, i tedeschi attaccavano, ma lui non poteva fare nulla per fermarli, era come il fantasma di se stesso.
Aprì gli occhi di scatto ed uscì dalla doccia, nel farlo si guardo allo specchio sopra il lavandino; i suoi occhi erano piccoli e spiritati, il viso pallido e doveva necessariamente farsi la barba. Prese un asciugamano e se lo legò in vita, poi uscì dalla stanza per recuperare delle lamette.
“Sai, ho sempre trovato affascinante  la barba incolta”
Steve si girò di scatto: Natasha era seduta sul suo letto a gambe incrociate e con un sorriso stanco sul volto
“Come sei entrata?” domandò lui arrossendo e cercando disperatamente qualcosa per coprirsi. Natasha gli lanciò una felpa trovata su d’una sedia: “Sono una spia, ricordi? E poi quando sei rientrato non hai richiuso la porta a chiave”
“Oh” sospirò Steve
Ci fu qualche minuto di silenzio imbarazzante, poi la rossa parlò:
“Sai ultimamente ti vedo un po’ distratto…stai bene?”
“Da quando Natasha Romanoff si preoccupa per me?” le disse inarcando un sopracciglio
“Da quando Captain America ha imparato a flirtare?” rispose lei  guardandolo negli occhi e notando con piacere che il ragazzo era arrossito.
“Vado a mettermi un paio di pantaloni, non serve che ti dica di metterti comoda nel mentre” disse il Capitano cercando di glissare su quella conversazione che non avrebbe di sicuro preso una buona piega per lui.
Natasha si distese sul letto con le braccia dietro la testa ed aspettò pazientemente che  Steve tornasse asciutto e vestito.
“Allora, hai intenzione di dirmi perché sei qui?” domandò il ragazzo mentre si frizionava i capelli con un asciugamano.
“Lo hai detto tu, sono qui perché sono preoccupata per  un amico” rispose semplicemente e sinceramente la donna
“Non c’è bisogno di preoccuparsi, sto bene” disse lui seccato. Perché continuavano tutti a tormentarlo?
“Cerchi di convincere me o te stesso?”  chiese la rossa sedendosi sul bordo del letto per poterlo guardare in faccia.
Per un momento, solo per un momento venne anche lei inghiottita dai ricordi; due anni prima, a casa di Sam, quella scena l’avevano già vissuta.
Natasha si fece coraggio e ricominciò a parlare:” Steve, ascolta, tu non stai bene…nessuno di noi sta bene…non dopo le visoni di Ultron almeno. Hai bisogno d’aiuto, di dormire…e anche se so di non essere la persona più adatta a dirtelo devi parlare con qualcuno perché credo che questo potrebbe veramente aiutare.”
“Ah, aspetta, magari vado a cercare Banner anche io visto come ti ha aiutata..” Steve si pentì subito dopo di ciò che aveva detto, le parole gli erano uscite spontanee, prima che potesse fermarle.
Natasha trasalì, Steve vide la sua bocca schiudersi ed i suoi occhi farsi più grandi, poi la ragazza si alzò dal letto, e come era andata così come era arrivata.
Steve rimase lì, con l’ asciugamano bagnato in mano e lo sguardo fisso nel vuoto. Aveva combinato un gran bel casino.
 
 
Spazio autrice:
Prima parte di un delirio nato dopo aver letto da qualche parte che Steve potrebbe avere una sindrome post traumatica da stress a seguito delle visioni di Ultron.
Ah prima o poi farò una petizione alla Marvel per avere un Cap con la barba… avete presente Chris con la barba? Se non lo avete presente non sapete che vi perdete.
  
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