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Autore: ale_lu_maguire    16/07/2015    1 recensioni
Fan Fiction scritta insieme alla mia amica ஜ EvilRegal ஜ
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV
 
“E dopo una lunghissima attesa siamo tornate con il vostro attesissimo
IV capitolo. Allora speriamo che vi piaccia come gli altri,
e che dire, grazie a tutti coloro che lasciano un pensierino, e che leggono
nostra FF. grazie davvero a tutti. Un bacio da:
Lana_Parrilla e EvilRegal”

 
 
Era passata più o meno mezzora da quando Emma era riuscita a contattare Regina e la donna si era ripresa, ma la cosa che le faceva paura, la cosa che temeva era per il suo bambino. La cosa che la faceva preoccupare era quel dolore assurdo ed insopportabile al ventre che aveva provato mentre era con Emma. Robin era li seduto al suo fianco che continuava a chiamarla, a scuoterla cercando di ottenere anche solo una risposta, ma lei era come se fosse con il corpo li e con la mente altrove. Uncino osservava Regina immersa in quella situazione davvero spaventosa, e a dire il vero lui la conosceva da molto più tempo di Robin e a giudicare da quella situazione, non aveva mai visto tanta paura nei suoi occhi.
-Regina! Regina ti prego rispondi!- disse ancora una volta il fuorilegge accarezzandole teneramente il viso, ma anche il più tenero dei gesti  può essere colmo di preoccupazione verso la persona amata. Regina continuava ad essere li immobile a vagare nei suoi pensieri, e sì non riusciva a credere che Emma fosse ancora viva e che l’aveva cercata, ma aveva anche paura ad aiutarla, la magia ha sempre un prezzo e non voleva che quel prezzo lo pagasse il figlio che aspettava o che lo pagasse Robin. Robin era li, più disperato che mai, cercava di farla tornare alla realtà ma sembrava tutto inutile, Killian si avvicinò a entrambi e iniziò a scuotere Regina bruscamente.
-Regina dannazione riprenditi!- urlò il pirata ma Robin lo staccò da lei.
-Killian non farlo mai più! È incinta diamine!- disse il fuorilegge tornando a concentrarsi sulla mora.
-E’ viva- sussurrò Regina con un filo di voce.
-Chi?- chiese Killian mentre Robin le accarezzava il viso.
-E-Emma. Emma è viva- disse la donna mettendosi seduta sul divano, mentre Robin la stringeva a se in un modo semplicemente unico che la fece smettere di tremare. I due uomini erano increduli alle parole della donna, credevano che forse era solo un sogno, un’allucinazione creata dallo svenimento.
-Ma che stai dicendo?- chiese Hook incredulo.
-Si. Non so come ma è riuscita a mettersi in contatto con me nonostante fossi sveglia- spiegò la donna.
-Ecco perché sei svenuta prima- aggiunse il fuorilegge accarezzandole il viso ancora preoccupato per lo stato della sua donna.
-Eravamo in un posto infernale, dio era bruttissimo…- al solo pensiero iniziò di nuovo a tremare come non aveva mai fatto in tutta la sua vita.
-Non parlarne se non vuoi- disse Hook guardandola e comprese il suo stato in quel momento.
-No devo dirvi tutto. Eravamo in un luogo infernale e una strana creatura ci ha attaccate. Iniziammo a correre e ci siamo nascoste e abbiamo iniziato a parlare ma…- si interruppe portando la mano sul ventre quasi istintivamente per proteggere il suo bambino.
-Ma?- chiese Killian mentre Robin la guardava e la stringeva cercando di farla sentire al sicuro.
-Ma un dolore qui, nel bassoventre mi ha fatta cadere a terra, un dolore allucinante ed insopportabile, poi sono svenuta e mi sono risvegliata qui. Ho paura Robin e se il prezzo da pagare per salvare Emma fosse il nostro bambino? Io non voglio perdere ne te ne nostro figlio, non voglio che il prezzo da pagare sia ciò che amo- disse lei più terrorizzata che mai.
-Sshh, andrà tutto bene te lo prometto. E ascoltami, adesso sei qui ed è reale, non pensare a ciò che è successo in quella dimensione, pensaci solo il minimo indispensabile. Amore andrà bene e questo bambino, non pagherà gli errori di Rumple, gli errori degli altri non li pagherà nostro figlio- disse il fuorilegge stringendola a se e forse in quel momento si sentiva al sicuro fra quelle braccia stupende.
-Adesso vai  su, devi riposare tutta questa situazione del cavolo ti sta facendo agitare troppo. Penseremo a qualcosa ma adesso devi riposare amore- le disse il fuorilegge accarezzandole teneramente il viso.
-No, dobbiamo aiutarla! Dobbiamo riportarla qui adesso!- disse Killian, Regina stava per rispondere al pirata quando Robin la precedette.
-No Killian. Deve riposare o sia lei che il bambino ne risentono. Emma è forte può resistere ancora un altro giorno in quel posto- disse il fuorilegge accompagnando Regina vicino la scale.
-Dobbiamo riportarla qui! Adesso! Regina fa qualcosa adesso!- urlò il pirata terrorizzato al solo pensiero di non rivedere Emma.
-Non so proprio come aiutarla Killian, devo studiare la situazione capire dove diavolo si trova esattamente e capire come diamine tirarla fuori da quel luogo- rispose la mora voltandosi verso di lui.
-Dobbiamo trovare Merlino, Regina. L’apprendista lo aveva detto a Emma prima di morire- disse il pirata avvicinandosi a lei.
-Lo so, ma in questo momento ci conviene andare a riposare. Anzi dovrei anche rilassarmi dieci minuti ma in questa città sembra maledettamente impossibile- disse lei. Qualcosa, c’era qualcosa che non andava, in quel momento si fermò davanti alle scale, voleva essere certamente sicura che tutto stesse andando bene ma, si ci fu un maledettissimo ma, il dolore, quel maledetto dolore che aveva provato circa un quarto d’ora prima in quel posto infernale, era ritornato a tormentarla facendola crollare sul pavimento con entrambe le mani sul grembo.
-Dio fa male!!- disse la mora in mezzo alle urla, le lacrime le rigavano dal dolore, non sapeva nemmeno lei quante ne stesse versando in quel momento che sembrava non finire mai. Robin si avvicinò a lei insieme a Hook, cercavano di farla riprende, o per lo meno di farla calmare un po’, ma ad un tratto, ad un tratto una forza strana scagliò via Hook, si lo scagliò via come se fosse una piuma trasportata dal vento. Regina tornò a respirare nel momento in cui Hook fu scagliato fuori dalla porta, come se qualcosa volesse proteggerla, ma non era qualcosa, era qualcuno.
-Killian non sono stata io- disse lei ansimando per poi toccarsi la pancia con una mano, una mano che venne accarezzata anche da Robin.
-Regina ma che diamine fai! Non ti ho fatto nulla!- urlò il pirata, forse non doveva aprire nemmeno la bocca infatti dopo alcuni secondi si ritrovò imbavagliato e legato su una sedia.
-Ah! R-robin fa male- disse lei strizzando gli occhi, il fuorilegge le osservava la pancia come se non avesse mai visto una donna in gravidanza ma poi dopo alcuni minuti lui capì cosa stava succedendo.
-E’ il bambino- spiegò lui guardandola negli occhi color nocciola.
-Robin smetti di dire cavolate- disse lei in preda al dolore ma stavolta non era della stessa intensità di prima.
-Si . ti ricordi quando Snow fu scagliata contro il muro?- chiese lui.
-Certo che lo ricordo la colpa me la sono beccata io senza che avevo usato la magia- disse lei sbuffando.
-Bene, non sei stata tu è stato il bambino, come se volesse proteggere la madre, anzi ogni volta che se in pericolo o agitata lui ti protegge, ecco spiegato il motivo per cui Hook è legato e imbavagliato su una sedia a pochi metri da noi- continuò a spiegare il fuorilegge. Regina lo guardava confusa, non ci stava capendo letteralmente una beata mazza e lui continuava a spiegare.
-Hook è stato aggressivo nei tuoi confronti pochi minuti fa e allora il bambino gli ha dato una bella lezione del tipo “Tocca mia madre e ti uccido”- disse lui con un po’ di ironia e Regina non fece altro che sorridere a quella piccola battutina.
-Quando usa la magia, ti provoca dolore ed questo spiega tutto il resto- concluse lui.
-Vuoi dire che nostro figlio usa la magia? Ma che, beh non è impossibile ma è strano- disse lei guardandolo negli occhi.
-Evidentemente questo splendore di bambino sa che deve proteggere la sua mamma- sorrise lui accarezzandole il ventre per poi essere interrotto dai lamenti di Uncino.
-Oh giusto il pirata, liberiamolo- disse il fuorilegge dirigendosi verso il pirata.
-Modestamente, iniziamo ad apprezzare questo silenzio- disse lei ridendo.
-Maledizione Regina! Tieni a bada il piccoletto!- disse Uncino non appena Robin gli tolse il bavaglio.
-Beh ti conviene tapparti la bocca se non vuoi ritrovarti a testa sotto- una battuta che fece scoppiare a ridere tutti quanti.
-Ci vediamo domani allora- disse il pirata uscendo dalla grande villa di Regina.
-Milady cosa c’è? Qualcosa non va?- chiese Robin osservando quel mezzo sorriso e lo sguardo di lei rivolto verso il vuoto.
-Eh? No pensavo al nostro bambino, cioè avrà la magia come me- disse lei continuando ad accarezzare la pancia ancora non visibile, per poi sfoderare un sorriso, uno di quei sorrisi che facevano impazzire quell’uomo che aveva davanti. Le afferrò il viso come quel giorno nella cripta, come quel bacio che le aveva regalato quel giorno in quella cripta illuminata da candele, in quella cripta polverosa che aveva portato dalla foresta incantata, e le regalò il più bel bacio che le avesse mai dato, e fu in quell’istante che promise a se stesso che quello non fosse stato l’unico che le avrebbe regalato.
-Beh mio dolce amore, avrò pure la tua magia ma ricorda che un Hood che si rispetti deve saper tirare con l’arco- disse lui sorridendo alla sua donna, per poi prenderla in braccio, lei era li, fra le sue forti e immense braccia, e fu grazie a quelle parole che dimenticò ogni paura, ogni afflizione. In quel momento c’erano solo lei, Robin, il piccolo che come per miracolo cresceva dentro di lei, e il loro amore, un amore che nonostante tutte le difficoltà era ancora più forte di prima.
-Si beh, hai ragione ma aspetta che sia abbastanza grande- disse lei ridendo per poi baciarlo mentre lui la appoggiava sul letto come se fosse la cosa più delicata di questo mondo.
 
 
 
 
Il giorno dopo Robin, Charming e Hook riunirono tutti da Granny, anche se la nonnina non era entusiasta all’idea di dover tenere chiuso il locale e smettere di preparare lasagne. Regina invece stava passando tutta la prima mattina dentro il bagno.
-Mamma che hai! Apri la porta adesso!- disse il ragazzino continuando a bussare alla porta del bagno, si ancora Henry non sapeva nulla delle condizioni di sua madre.
-Henry s-sto bene- disse lei aprendo la porta del bagno che era rimasta chiusa per circa quindici minuti.
-Mamma tutto bene?- chiese Henry guardandola negli occhi. Ebbene si era giunto il momento di dirgli la verità.
-Beh ecco Henry devo dirti una cosa- disse lei sorridendo.
-Adesso che diamine ridi? Mi prendo un colpo e tu ridi- disse lui guardandola.
-Beh ecco non so come sia possibile ma- non ebbe il tempo di finire la frase, o di dirgli la tipica frase che dice una mamma al figlio “Beh ecco arai presto un fratellino o una sorellina” che si ritrovò avvolta dalle braccia del suo piccolo principe.
-Avrò una sorellina! È fantastico mamma!- disse Henry sorridendole.
-Bene adesso che sai tutto, è ora di andare a scuola forza- disse lei afferrando lo zaino e la giacca di Henry.
-No mamma, voglio venire con te da Granny- disse lui afferrando solo la giacca.
-Henry…- sospirò lei riprendendolo appena, beh non poteva dire di no al suo piccolo principe soprattutto adesso che era così felice come diamine le seguiva le lezioni?
-Va bene forza- disse lei con un tenero sorriso, per poi uscire dall’enorme casa e andare nel piccolo locale di Granny.
-Dov’è tuo marito?- chiese Snow a Belle entrando nel negozio di Rumple.
-Rumple è privo di coscienza, senza Merlino ho paura che non si riprenderà più- rispose Belle con tono triste.
-Bene, allora dammi tu qualcosa per uccidere Regina- disse con tono sicuro e cattivo.
-Ma non ci penso nemmeno Mary Margaret! Sei confusa ti consiglio di andare a casa- disse Belle. Snow si stava comportando da vera idiota, e infatti scaraventò tutto ciò che si trovava sul bancone per terra per poi uscire dal negozio lasciando Belle senza parole.
 
 
 
Robin e Charming erano da Granny  che aspettavano l’arrivo di tutti, ci volle un’ora prima che tutti fossero presenti . Robin prese una sedia per la sua compagna in modo che non si affaticasse molto.
-Bene siamo tutti- disse il principe a tutti i presenti.
-No manca sua maestà- disse Mary Margaret con tono da smorfiosa.
-Regina e Henry stanno arrivando e ti consiglio di tenere la bocca chiusa- disse Robin innervosendosi, in quell’istante la porta del locale si aprì, Henry e Regina entrarono per poi chiudere di nuovo la porta che era da più di un’ora che cigolava per via di tutte le persone che entravano e uscivano.
-Scusate siamo in ritardo- disse Regina dirigendosi insieme a Henry da Robin.
-Si sei in ritardo di ben 5 minuti- disse Snow non riuscendo a trattenersi e quel comportamento da vera stronza stava facendo innervosire anche Robin.
-Beh scusa tanto se sono incinta e ho le nausee- disse la mora dai capelli lunghi sedendosi vicino a Robin.
-Eh certo goditi la felicità altrui anzi mi correggo, goditi la felicità a spese di mia figlia- disse Snow.
-Come prego?- disse Regina guardandola e cercando di contenere il nervoso che le stava facendo salire.
-Hai sentito bene Regina. La tua felicità è costata la vita a Emma, non meriti nulla, ne il fuorilegge che ti gira dietro come n cagnolino, ne quel mostriciattolo che ti ritrovi a portare in grembo- le disse Snow guardandola con un sorrisetto compiaciuto per via del nervoso che le stava facendo salire. Quelle furono le parole che fecero scatenare Regina, la goccia che fece traboccare il vaso. Regina si alzò di scatto avvicinandosi a Mary Margaret per poi afferrarla per il collo e sbatterla al muro.
-Regina!- urlò David.
-Non osare mai più dire una cosa del genere hai capito?! Sei solo una bambina viziata! E per la cronaca tua figlia è viva e vegeta idiota! E…- urlò Regina innervosendosi ancora di più per poi mollare uno schiaffo sul viso di Mary Margaret talmente forte da lasciarle il segno sulla guancia.
-Non osare mai più dire una cosa contro il mio bambino o giuro che ti strappo il cuore- disse lei in preda al nervoso, Robin capì che doveva intervenire per farla calmare. Il fuorilegge separò le due donne portando Regina sulla sedia per poi inchinarsi davanti a lei.
-Ehi, calmati. Sai bene che non fa bene ne al bambino ne a te. Lasciala parlare è solo un’idiota a lo sai benissimo- sussurrò lui accarezzandole il viso mentre Leroy borbottava qualcosa fra se e se.
-E tu che hai da borbottare mostriciattolo- disse Regina cercando di calmarsi.
-Sono un nano- rispose Leroy a bassa voce.
-E’ lei che non vuole capire!- disse lei innervosendosi di nuovo.
-Regina calmati. Guardami- le disse Robin accarezzandole la mano mentre lei lo guardava negli occhi.
-Prima iniziamo e prima ti porto lontano da lei. Calmati amore- le sussurrò lui baciandola teneramente.
-Calmiamoci tutti- disse Charming fulminando su moglie con lo sguardo.
-Allora per prima cosa dobbiamo capire come riportare Emma qui a Storybrooke- disse Robin, per poi raccontare per filo e per segno cosa era successo a Regina il giorno prima.
-Allora è viva ma è intrappolata in un luogo infernale?- chiese Granny.
-Perché te e non me- disse Mary Margaret guardando la sua vecchia rivale.
-Perché tu sei troppo testarda e con te non si può ragionare- disse Regina senza pensarci due volte.
-Sappiamo che dobbiamo cercare Merlino per salvarla, lui è l’unico che può distruggere per sempre l’oscurio, qualche idea? Regina?- disse il principe.
-Se sapessi dove si trova credi che sarei qui a bere con voi?- rispose la donna.
-Non puoi provare a tornare da Emma?- chiese il pirata, ma lo sguardo di Regina si riempì della stessa paura che provò il giorno mio.
-E mettere a rischio il mio bambino? non ci penso proprio e poi se anche volessi non potrei non so nemmeno dove cavolo si trovi quel luogo infernale- concluse la donna mentre Henry si alzava per andare al centro del locale.
-Iniziamo a cercare Merlino se troviamo lui possiamo porre fine a questa storia il più velocemente possibile- disse il ragazzino per poi osservare sua madre.
-Perché non riscrivi il suo finale, sei il nuovo autore puoi farlo no? Beh allora prendi quella penna e fallo- ordinò Mary Margaret.
-Lui non farà niente del genere non hai imparato nulla dopo tutto quel casino, salveremo Emma ma in un altro modo- rispose Robin.
-Non c’è un altro modo- continuò Mary Margaret,Regina stava ricominciando ad innervosirsi che dovette prendere un lunghissimo Respiro prima di aprire la bocca.
-Tappati la bocca Snow, Henry non farà nulla che abbia a che fare con quel dannato libro chiusa discussione- concluse Regina cercando di mantenere la calma.
-E poi non potrei ho spezzato la penna prima che Emma diventasse oscura- aggiunse il ragazzo rivolgendo un sorriso a sua madre che ricambiò con il più dolce dei modi.
-Mm questa la chiameremo Operation…..- Henry iniziò a strofinarsi il mento e Regina non fece altro che sorridere alla vista del suo giovane ragazzo preso con la scelta del nome dell’operazione.
-Operation Save the Savior- disse Regina sperando che l’idea piacesse, ma tutti scoppiarono a ridere e lei non fece altro che assecondare quella risata.
-Ti piace prendere in giro, vero Regina?- le disse Mary Margaret alzandosi.
-Mary Margaret calmati ora, Regina stava solo sdrammatizzando- disse David, Snow si alzò e uscì dal locale sbattendo la porta lasciando tutti senza parole.
-Avrei dovuto ucciderla tanto tempo fa- esclamò Regina innervosendosi.
-Mamma!- la riprese il ragazzino afferrando la sua ciambella glassata al cioccolato, ne prese anche un’altra per lei e gliela porse.
-Tieni mamma avrai fame e la sorellina deve crescere- disse il ragazzino.
-Grazie tesoro- disse Regina alzandosi e uscendo insieme a Robin e Charming.
-Scusa Robin ma Mary Margaret è uscita fuori di se- disse Charming fermando Robin.
-Scusa amico, ma quindi che si fa?- chiese il pirata.
-Al negozio di Gold fra un ora iniziamo da li e Robin…- disse David per poi guardare Robin.
-Regina, si cercherò di tenerla a riposo- disse Robin per poi separarsi dai due che presero strade diverse dalla sua.
 
 
 
Non sapeva da quanto tempo fosse nascosta in quel piccolo buco nella pietra. Tutto era piombato nel silenzio quando Emma si ritrovò tutto ad un tratto davanti ad un albero di mele Rosse. Mele rosse, rosse come il sangue.
- Ma cosa - esclamò Emma.
- No maledizione - disse quando si accorse che la porta non c'era più, il suo respiro affannato per la paura, iniziò a camminare lungo questo sentiero, si guardava intorno, era tutto troppo calmo, camminava
camminava
e camminava fino a quando un rumore sospetto provenne dal un cespuglio
- Che cavolo era - disse girandosi in direzione del cespuglio, rimase immobile cercando di capire cose fosse stato quando, uno spettro sbucò fuori da dietro un albero cogliendola di sorpresa, inizio a succhiare via la sua anima, sarebbe morta sicuro, era li che sentiva le sue forze abbandonarla quando, quasi come se fosse comandata da qualcuno, sollevò la mano distruggendo quell'essere spettrale e tornando a respirare, rimase immobile con la bocca aperta, l'aveva disintegrato com'era possibile "non si può uccidere qualcosa che è già morto" penso, si rimise in piedi, non ebbe il tempo di riprendesi che fu circondata da altri esseri spettrali, iniziò a correre, quando senti di nuovo come se qualcuno la controllasse, si fermò si voltò e nel girò di pochi secondi tutti quegli esseri furono spazzati via, rimase immobile, lo sentiva, sentiva il potere scorrere nelle sue vene, quel potere che fino a due giorni prima apparteneva a Tremotino, sentiva di poter far tutto, che niente e nessuno l'avrebbe potuta fermare, provò a smaterializzarsi, svanì e riapparve mezzo metro più avanti, sorrise, le piaceva, le piaceva sentire quel potere dentro di se, si avvicinò a un albero dove colse una mela, la fissò e sorrise.
   
 
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