Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Julia of Elaja    17/07/2015    0 recensioni
"Niente si sposa meglio del freddo, con l'oscurità".
Sono queste le parole che di notte Elsa sente riverberare nel suo castello di ghiaccio; saranno forse frutto della sua immaginazione, o qualcuno cerca forse di dirle qualcosa?
Questa storia descrive come la giovane regina di Arendelle si trasformi nella donna più potente e volitiva dell'intero regno; ma sulla strada del cambiamento non sarà sola, e le tentazioni saranno molte.
Riuscirà Elsa a non perdere la retta via?
O si lascerà trasportare dal fascino segreto del buio?
Genere: Dark, Malinconico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Hans, Sorpresa
Note: Cross-over, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Di pensieri e rimorsi







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Anche nelle notti più buie, Arendelle risplendeva di un etereo bagliore, dato dal candore della neve che illuminava ogni cosa.

I più piccoli rimanevano incantati da tale splendore immacolato, mentre i loro genitori gemevano preoccupati fissando i fiocchi di neve scendere senza sosta dal cielo.
Elsa, con lo stesso sguardo pieno di preoccupazione, osservava in silenzio il proprio riflesso in uno specchio di ghiaccio; avrebbe voluto fermare tutto quel caos, ma non poteva. Non era in grado di controllarlo, non sapeva come poter mettere un freno a quel turbinio di neve, vento e gelo.
Erano cinque anni che provava a domare quella bufera senza fine, ma a nulla erano valsi i suoi tentativi. I suoi sentimenti erano in continua battaglia e la tempesta, lì fuori, li rispecchiava appieno.
"Anna, sorella mia" piangeva rivolgendosi al fantasma che ogni giorno era con lei "Aiutami".

Ma quella scuoteva il capo, ogni volta: "Dipende solo e soltanto da te, Elsa. Solo tu puoi fermare tutto questo".

E i giorni si trascinavano stancamente, con la neve che scendeva sempre più ad imbiancare qualsiasi superficie potesse. Ghiaccio e neve, vento gelido e valanghe sui monti più alti, erano ormai la costante per Arendelle.
E Elsa si struggeva nel dolore nel vedere il suo regno morire in quel silenzio ovattato.
Quel fragoroso silenzio che riempiva le sue giornate, e che di notte non la lasciava dormire... specie poi quando, puntualmente come ogni notte, da sempre, quella voce profonda da uomo tormentava il suo riposo ad occhi aperti.




 

 

Ventidue anni prima

Arendelle, Castello reale



 

"Niente si sposa meglio del freddo, con l'oscurità".
Elsa si guardava attorno, stretta al suo corpicino esile sotto le pesanti coperte che sua madre le aveva rimboccato poco prima.
Quella voce scura e profonda le sembrava quasi cattiva, ne era intimorita; continuava a parlarle da quando lei ne aveva memoria, e da sempre l'aveva impaurita.
Timorosa più che mai, si infilò completamente sotto le coperte e rannicchiandosi ancor di più su se stessa cercava di non pensare alla voce cattiva che le sussurrava quelle strane cose.
"Non pensarci" si ripeteva a bassa voce, sussurrando appena pur di non farsi sentire da quella presenza sconosciuta "Non esiste davvero, è solo la tua fantasia, Elsa".
E come ogni notte, dopo aver mormorato quella strana ed enigmatica frase, la voce cattiva scompariva.
Per poi ricomparire la notte successiva.

 

*

 

"Niente si sposa meglio del freddo, con l'oscurità".
Elsa si guardò attorno, seduta sul suo letto con le gambe acciambellate al petto; il suo sguardo si spostava forsennatamente per la stanza di ghiaccio, cercando la fonte di quella voce che da sempre le parlava di notte.
Era solo quella frase l'unica cosa che le sentiva dire; persino quando aveva mormorato nel buio, una notte, chi fosse non aveva ricevuto risposta.
Solo quelle parole.

Sospirando, si mise a sedere più comodamente, quando fu certa che anche l'ultima eco di quella cupa voce fosse scomparsa; era forse frutto della sua fantasia? Possibile che questa cosa continuasse ad andare avanti, da quando era appena una bambina?
"Dimmi chi sei" mormorò, continuando a spostare il suo sguardo tutt'attorno "Sei forse un fantasma?".

Silenzio.

Elsa si rimise in piedi; sospirando, si avvicinò ad una finestra e con gli occhi pieni di tristezza, malinconia e paura fissò il paesaggio imbiancato che lì fuori le si mostrava, in tutto il suo candore.
"Controllalo" si diceva, stringendo i pugni così tanto da affondare le unghie nel palmo.
Ogni notte la stessa storia; girava senza tregua per il suo enorme castello di ghiaccio, solitaria e pensierosa, immersa nei suoi pensieri.
Avrebbe voluto fermare tutto quel che stava accadendo a causa sua; aveva persino pensato alla morte, ma ne aveva troppo timore.
Teneva sì al suo regno, ma il pensiero della morte la terrorizzava...

Quel buio eterno.
Le faceva paura.


La notte era diventata sua fida compagna di solitudine e di pensieri.
Il buio, suo amico fidato... ma solo per poche ore. Il tempo di una notte, poi con l'alba lo vedeva andar via.
L'oscurità era un balsamo per il suo cuore ferito; e il candore delle sue creazioni aveva modo di risplendere meglio, grazie alla mancanza della luce.
Con il buio Elsa risplendeva.
Era con il buio che lei poteva essere padrona della sua vita.
Ma ancora, questo, non lo aveva compreso.
Non ancora, almeno,

E fissando l'alba che arrivava, dalla sua finestra Elsa pianse il suo dolore, il suo rammarico.
"Se solo sapessi gestirlo... se solo sapessi".
E voltando le spalle alla luce, camminò ancora solitaria per le grandi stanze di ghiaccio.

 

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