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Autore: Amrita    19/07/2015    0 recensioni
Loki si ritrova su Ønskenheimr, il mondo delle illusioni. Nonostante il suo unico desiderio sia quello di riunirsi ad Hermione, qualcosa continua ad impedirgli di ritrovarla.
- Sequel di "Lay All Your Love On Me"
[LokixHermione]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11: Aiuto

 

Hermione si materializzò sull’uscio di casa Potter, barcollando appena. Si era concessa giusto un cambio d’abiti e un boccone, dato che tornando sulla terra anche l’appetito era tornato a farsi sentire, per poi catapultarsi immediatamente dall’amico, senza dar tempo al suo corpo di rimettersi in sesto.

In realtà avrebbe dato il mondo per potersi sdraiare e dormire per una settimana di fila, ma si ripeté che c’erano cose decisamente molto più importanti da fare. Fissò la porta per qualche secondo prima di bussare, chiedendosi quale sarebbe stata la reazione dei due amici, e soprattutto da quanto tempo non avevano sue notizie. La risposta non tardò ad arrivare. Sentì delle urla farsi più vicine dall’interno della casa.

«Ti dico che non sono stato io!» strillò Harry.

La serratura scattò e la porta si aprì di uno spiraglio. La voce di Ginny le arrivò alle orecchie come un ruggito «Be’, l’ultima volta che ho controllato in questa  casa viviamo solo noi due, quindi escludendo me-» la ragazza si bloccò «Per la barba di Merlino… Hermione?!»

La strega stirò un sorriso, mentre Harry la fissava, sbigottito. I due si guardarono in silenzio per un momento, poi il ragazzo riprese a strillare «Si può sapere dove sei stata? Ti credevamo morta!»

«Già… uhm, io… ho bisogno del vostro aiuto. È abbastanza urgente, perciò… vi spiace se saltiamo i convenevoli?»

«Ci dispiace sì! Non so come fai a pensare che dopo essere sparita per tre mesi, tu possa piombare qui e non darci spiegazioni» continuò Harry, trascinandola per la manica, verso il salotto.

Hermione non poté far altro che dargli ragione. Fosse stata in lui, a una richiesta del genere avrebbe fatto volare i piatti, perciò si fece ricadere su una delle comode poltrone, lasciandosi scrutare silenziosamente dalla coppia.

 

Ginny le mise una tazza di tè bollente tra le mani.

«Grazie» bisbigliò, mentre l’altra si sedeva ansiosamente sul tavolino da caffè e Harry la fissava accigliato. Ci fu un lungo silenzio, interrotto solamente dalla strega che soffiava e sorseggiava la bevanda calda.

«Quindi?» esordì stizzito Harry.

«Shh» cercò di interferire Ginny «dalle tempo di riprendersi.»

Hermione sorseggiò brevemente ancora una volta «Mi dispiace davvero per essere sparita così, ma… è una cosa su cui ho avuto nessun controllo. Loki-»

Harry sbuffò «Ovviamente.»

La ragazza strinse le labbra brevemente, poi riprese «Loki ha fatto del suo meglio per portarmi indietro.»

«Ma come fai a fidarti di quel tizio?» disse lui, affondando le dita in un cuscino.

«Harry sono successe tante cose in questi ultimi mesi, mi sembra quasi di aver vissuto un’altra vita. Capisco che Loki possa non piacerti, ma, veramente, se non fosse stato al mio fianco sarei morta già da un pezzo.»

Così, Hermione procedette a raccontare gli eventi degli ultimi mesi ai due amici, i quali, al sentire dell’incontro della ragazza con le anime, non poterono trattenere una lacrima e un sorriso (anche Harry, nonostante stesse cercando di mantenere l’aria da nonno brontolone).

«...quindi ha sfruttato la cosa per rimandarmi qui e recuperare delle cose per suo conto» disse la ragazza, terminando il discorso «ed è qui che entrereste in gioco voi. Ho bisogno del vostro aiuto per trovare questi oggetti. Non dovrebbe essere difficile, dopotutto so… be’, sappiamo già dove si trovano.»

«Eppure» grugnì Harry «Non puoi negare che se lui non fosse mai arrivato, tutto questo non sarebbe mai successo.»

Hermione lo guardo, leggermente sorpresa. Chissà da quanti minuti stava aspettando di fare quel commento.

Ginny sembrò aver pensato la stessa cosa e, ignorandolo, chiese «Se è così facile, perché la tua faccia dice il contrario?»

Hermione spostò lo sguardo su di lei, schiarendosi la voce «Ciò che vuole sono i suoi doni… i doni della morte» disse, per poi far sparire il naso nella tazza di tè ormai quasi vuota e posando gli occhi su Harry, che comprese immediatamente.

«Il mantello…» disse, con voce cupa. Ginny si alzò e lo prese per un braccio «Torniamo subito» annunciò alla ragazza.

 

I due sparirono dietro ad una porta ed Hermione si portò le ginocchia al petto. Ascoltando la voce indistinta di Ginny, si disse che avrebbe accettato la situazione, qualsiasi fosse stata la risposta di Harry. Dopotutto il mantello non era di sua proprietà, e ovviamente nemmeno il ragazzo l’aveva trovato per strada, perciò non poteva avere grandi pretese.

La ragazza avvicinò un’ultima volta il tè al viso, respirando a fondo e lasciando che il profumo di limone caldo le riempisse le narici.

La conversazione sembrava non finire mai, perciò Hermione si alzò e iniziò a girovagare per il salotto, soffermandosi sulle foto che tappezzavano mobili e pareti. Sorrise guardando i vecchi strappi di giornale conservati in una grande cornice: su quei pezzi di carta c’era tutta l’intensità della loro vita ad Hogwarts. Dal punto di vista esterno, ovviamente, tutto era stato raccontato in modo molto diverso, ma era comunque un bel ricordo, era come avere un piccolo segreto, sapere dettagli inediti, che altri non avrebbero nemmeno potuto comprendere o apprezzare.

 

Improvvisamente i due uscirono dalla cucina, entrambi con aria mortificata e allo stesso tempo leggermente irritata. Hermione dovette trattenersi dall’esordire con un “allora?”, limitandosi a torcersi le mani dietro la schiena e aspettare con un sorriso storto. Ginny guardò brevemente Harry, il quale evitò il suo sguardo.

«Ti aiuteremo» disse Ginny «Non avresti nemmeno dovuto chiederlo, ma c’è un problema.»

Harry incrociò le braccia, beccandosi un’altra occhiata dalla strega «Harry non riesce a trovare più il mantello.»

Hermione sgranò gli occhi e il suo cuore accelerò appena, facendola arrossire in viso, ma nessuno sembrò notarlo.

«Già, chissà dove lo avrai messo.»

«No, bello, non l’ho messo da nessuna arte, l’ho sempre visto appeso nel tuo armadio e lì l’ho sempre lasciato!»

«Ma sono mesi che nemmeno io lo uso, quindi se non l’ho spostato io…»

Ginny sollevò gli occhi al cielo «Va bene, al mantello penseremo per ultimo, prima andiamo a recuperare il resto. Dacci dieci minuti e siamo pronti» disse a Hermione, la quale annuì. Speriamo bene.

 

Qualche minuto e una strizzata di budella più avanti i tre si ritrovarono a Hogsmeade, proprio davanti alla Testa di Porco. Entrarono in fila, avvicinandosi velocemente al bancone. Abeforth si girò «Ma guarda chi si vede! Volete bere qualcosa?»

«No, grazie, siamo di fretta» rispose Harry, facendosi più vicino all’uomo e abbassando la voce, mentre Hermione si guardava attorno. Dopo tanti anni, quel posto sembrava ancora lurido e ambiguo. È proprio vero che non si può giudicare dalle apparenze, si disse la ragazza.

«Avremmo bisogno di utilizzare il passaggio per Hogwarts, è…» Harry si interruppe per lanciare un’occhiata ad Hermione, poi continuò «…urgente.»

Abeforth gettò lo straccio sul bancone e si mise un vassoio sotto braccio, avvicinandosi ai tavoli «Andate pure, conoscete la strada» borbottò, raccogliendo dei boccali vuoti «Non fate troppi guai, mi raccomando.»

«Purtroppo quegli anni sono passati, ma grazie!» disse Ginny sbrigativa, incamminandosi verso il retro per prima.

Camminando per il passaggio, Hermione sentì lo stomaco chiudersi dall’emozione. Erano anni che non tornava nel castello, chissà com’era cambiato dopo la battaglia! Sicuramente sotto la direzione della McGranitt tutto filava liscio come l’olio e non farsi beccare a girovagare nel castello sarebbe stato sicuramente difficile. Se solo avessimo il mantello dell’invisibilità, pensò la ragazza.

 

I tre uscirono con un tonfo nella stanza delle necessità. Era la stessa stanza che avevano utilizzato per le esercitazioni dell’Esercito di Silente anni addietro. Ginny si avvicinò agli armadietti, nuova aggiunta alla stanza, aprendoli e infilandoci la testa dentro. Dopo qualche minuto di saccheggio e un’esclamazione soddisfatta, tornò indietro con tre mantelli ripiegati sulle braccia «Non so chi di voi abbia pensato a questi, ma avete fatto benissimo» disse, distribuendoli «Non sono come quello vero, ovviamente, ma possiamo farceli andare bene.»

Harry annuì, gettandosene uno sulle spalle «Dopotutto è notte, al massimo dovremo evitare qualche insegnante, ma per quello basterà stare immobili in un angolo.»

Ginny lo guardò «Sperando di non incontrare Gazza o Mrs. Purr.»

«Ancora me li sogno di notte» rabbrividì il mago.

Hermione si tirò il cappuccio sugli occhi e la sua mano destra riapparì da sotto il mantello  per aprire la porta «Forza, andiamo.»

Richiusero piano l’anta dietro di loro, e dopo qualche passo in avanti la porta tornò ad essere solo un muro. Hermione prese per mano attraverso il mantello sia Harry che Ginny «Dobbiamo evitare di separarci» sussurrò, ed entrambi le strinsero le dita come assenso.

 

Incominciarono a camminare e, con gran sorpresa di Hermione, tutti ricordavano ancora bene come muoversi tra i corridoi della scuola e le scale.

Nel loro percorso incontrarono Pix e un paio di fantasmi, che li ignorarono completamente. In uno dei corridoi, incontrarono anche un’insegnante. Stava sbadigliando e teneva il cappello leggermente calato sugli occhi. I tre non lo invidiavano affatto, dover fare giri di controllo a quell’ora non doveva essere molto divertente. Si fermarono con la schiena contro il muro, permettendogli di passare indisturbato. Poi, quando fu lontano di qualche metro, ripresero a muoversi. In quel momento, sentirono i mantelli venirgli sfilati da dosso. Se li strinsero sulle spalle, cercando di rimanere più silenziosi possibile e sperando nella sonnolenza del professore, ma sicuramente qualcosa si era visto. Hermione si girò piano, per cercare di capire con chi avevano a che fare. L’uomo si stava avvicinando lentamente. Si era allontanato il cappello dagli occhi, ma aveva puntato la bacchetta luminosa verso di loro, perciò era difficile distinguere il suo volto «Chiunque tu sia, sono certo che a quest’ora non dovresti girovagare per il castello» disse una voce conosciuta.

Hermione strinse gli occhi cercando di distinguere i tratti del suo viso, ma Ginny fu più rapida «Neville?» chiamò, sollevandosi appena il cappuccio. Neville abbassò la bacchetta, e anche gli altri due si mostrarono. 

«Cosa diamine ci fate qui?» chiese con gli occhi sgranati.

«Potremmo farti la stessa domanda» disse Harry, facendo un passo avanti.

Le braccia dell’altro crollarono appena «Io ci lavoro

«Giusto» rispose Harry a voce bassa.

Neville storse la bocca con un sospiro «Vi ricordo che in quanto responsabile della sicurezza di questa scuola non posso lasciarvi girovagare come se niente fosse, quindi, per quanto io possa essere felice di vedervi, spero abbiate un ottimo motivo per essere qui e uno ancora migliore per cui non dovrei cacciarvi.»

 

I tre vennero scortati nell’ufficio del mago, che li fece accomodare su un basso divano accanto alla sua scrivania.

«Quindi?» li incitò, appoggiandosi contro la porta.

Hermione guardò i due amici, esitando. Poi raccontò ancora una volta i fatti, senza andare troppo nel dettaglio, ma cercando di sottolineare bisogno che aveva di ritrovare i doni e sperando che Neville comprendesse la situazione.

Il mago ascoltò in silenzio, grattandosi sonoramente l’ispida barba.

«Potete assicurarmi che tra un paio d’ore sarete fuori di qui e tutto rimarrà come l’avete trovato?» chiese infine.

«Assolutamente sì» rispose Hermione, ma Ginny si sentì di specificare per precauzione «Salvo imprevisti.»

Neville si passò una mano sul viso «Era esattamente ciò che non volevo sentire.»




Nota dell'autrice:
Bentornati! O meglio, bentornata a me! Scrivo questo appunto solo per scusarmi dell'enorme quantità di tempo che è passata tra un capitolo e l'altro, soprattutto negli ultimi tempi. Purtroppo gli esami di maturità incombevano e avevo a malapena tempo di dormire é.é È stata la morte dello spirito, ma ora è tutto finito, che libertà! 
Tra l'altro, siamo quasi al termine di questa storia, perciò farò del mio meglio per finire di pubblicare con costanza. Anche perché ho già un'altra Lomione in pentola, e non vedo l'ora di buttarla giù *risata malefica*!
Alla prossima!


 
   
 
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