Parte 15: Defeating the Devil
Era passato quasi un anno dalla nascita
di Fitzgerald e le cose lentamente avevano preso una loro normalità: Isaac
aveva ricominciato il lavoro alla redazione del “Daily
Mirror”, Crudelia il suo
alla biblioteca ed entrambi si destreggiavano con quello nuovo di genitori.
L'unica considerevole novità era che la donna, su suggerimento delle amiche, si
stava finalmente decidendo ad iniziare una propria attività come sarta e aveva
scelto di creare il proprio atelier proprio nella nursery del bambino. Aveva
acquistato alcuni elementi d'arredo e già deciso la nuova disposizione; il
progetto era ormai più che pronto, mancava solo metterlo in pratica.
Tuttavia, quando il giorno previsto per
la trasformazione effettiva della stanza Isaac tornò a casa, trovò tutto
alquanto invariato e - cosa ben più allarmante -
sua moglie seduta su una sedia con lo sguardo perso tipico da post sbronza.
Bastò un rapido sguardo per constatare però l'assenza di bottiglie di gin nelle
immediate vicinanze e, al contrario, la presenza del loro vivace bambino
insolitamente del tutto addormentato. Forse aveva fatto ubriacare lui - era sempre una possibilità.
"Amore, che cosa è successo?
August non è passato?" esordì con cautela, alludendo agli accordi che
aveva preso precedentemente con l'ex ragazzo di legno.
Quell'ipotesi era l'unica plausibile
che si era figurata nella sua mente; l'evidentemente mancato aiuto sarebbe
potuta essere infatti l'unica causa in grado di farle cambiare idea e
inevitabilmente già si stava preparando psicologicamente per uno sfogo
rabbioso. Invece, Crudelia scosse semplicemente la
testa, anche se l'espressione sul suo viso sembrava comunque arrabbiata e
l’occhiataccia che gli rivolse ne fu la conferma.
"Beh sarebbe piuttosto inutile
smantellare tutto quando tra meno di nove mesi ne avremo di nuovo bisogno, non
credi darling?"
Isaac ci mise qualche secondo a capire
e quando lo fece non era comunque sicuro di aver capito bene. "Crudelia, sta- stai dicendo
che-"
"Sí,
sono incinta!" lo interruppe lei bruscamente, concludendo l'esclamazione
con un sonoro sbuffo seccato. "E non trattenere il tuo stupido sorriso...
Avanti, sorridi pure, darling."
In effetti, egli aveva proprio voglia
di sorridere e in più di un senso. Ironicamente, pensando al "poco"
istinto materno di sua moglie; felicemente all'idea di diventare padre di nuovo
e orgogliosamente alla prospettiva di allargare la sua piccola famiglia.
Eppure, tutto ciò che gli uscì fu un mezzo sorriso quasi amaro, mentre si
abbassava sulle ginocchia in modo da poterla guardare negli occhi.
"A te sta bene?" le chiese
dolcemente, allungando una mano sul suo viso.
Crudelia alzò
istintivamente lo sguardo al cielo, ma dopo averlo fissato poi per qualche
istante su di lui, si ritrovò ad annuire e fu lei sorprendentemente la prima ad
accennare un sorriso sincero.
In fondo - a parte le nausee mattutine,
i dolori del parto e l'astinenza da gin - non le dispiaceva così tanto l'idea
di avere un altro figlio.
**
La seconda gravidanza fu più
tranquilla, ma fu il parto al contrario ad essere più estenuante; la bambina si
era trovata infatti in una posizione poco favorevole e, dato il fermo rifiuto
ad un cesareo, il dottore aveva dovuto girarla manualmente. Crudelia
giurò di non aver provato mai un dolore peggiore, eppure fu un altro il
particolare che rese la nascita della bambina un momento quasi terribile - e
un'altra l'emozione: non il dolore fisico ma la tanto odiata paura.
"Non la sento piangere... Perchè non sta piangendo? Volete rispondermi,
idioti??"
L'infermiera intimorita cercò di
mormorare una risposta, ma prima che potesse farlo, si udì nella stanza il
tanto atteso pianto che, seppur di debole intensità e breve durata,
tranquillizzò la neomamma più di qualsiasi parola.
"Evidentemente la mamma di questa
principessa già urla abbastanza per entrambe!" osò scherzare il dottor Whale, avvicinandosi cautamente con la piccola in braccio.
Considerata la freddezza che c'era
stata nei confronti del primo figlio, l'intenzione era quella di mostrargliela
e niente di più. Invece la donna riuscì a sorprendere tutti i presenti:
ignorando stranamente la battuta, allungò prontamente le braccia per
afferrarla, per poi stringersela amorevolmente al petto.
In quel momento appariva come una mamma
normale, una donna normale capace di piangere e di sorridere, di soffrire e di amare. Era un essere umano normale. Il dottore e l'infermiera si scambiarono uno
sguardo di complice sorpresa e divertimento di fronte all'inusuale scena, di
cui erano gli unici testimoni. Almeno per il momento; sarebbe infatti bastata
una telefonata di Whale a sua moglie Ruby perchè tutta Storybrooke venisse
informata di quel segno emblematico di involontaria redenzione.
**
Anita Heller
si rivelò essere una Crudelia in miniatura, solo
fisicamente però: ai capelli biondi e agli occhi azzurri non corrispondeva
infatti un'attrazione segreta per l'oscurità, anzi aveva perfino paura del
buio. Era una bambina dolcissima e in breve tempo aveva conquistato tutta la
città, primo di tutti il padre Isaac che aveva per lei un occhio di riguardo,
mentre Crudelia aveva comunque sempre un debole
maggiore per il suo primogenito. Nonostante le piccole inevitabili parzialità,
entrambi si rivelarono essere ottimi genitori: fecero crescere i bambini felici
e felici lo erano anche loro. Felice lo era anche lei; a dispetto dell'ordinarietà e delle
responsabilità di quella vita, Crudelia ne era felice
e in alcuni momenti se ne accorgeva.
Per esempio una sera si era trattenuta
qualche minuto sulla porta della camera dei bambini dopo averli messi a dormire
e non potè evitare di lasciarsi sfuggire un sorriso
alla vista del vivace Fitzgerald completamente stremato e della dolce Anita con
l'abat-jour accesa sul comodino e una bambola di pezza sul cuscino. Non aveva
istinto materno: così aveva sempre pensato, ma adesso non poteva immaginare la
sua vita senza quelle due piccole pesti. A dire il vero, era con quel nuovo
inaspettato ruolo da madre che aveva capito davvero il profondo senso della
vita e quanto fosse decisamente più bello di qualsiasi cosa la morte avrebbe
potuto offrire.
"Ci è voluto tempo a farli
addormentare eh?"
Nonostante fosse completamente immersa
nei suoi pensieri, la donna non sobbalzò alla voce alle sue spalle, ma quasi aspettandosi
l'arrivo di Isaac, appoggiò semplicemente la testa sulla sua spalla e lasciò
che le sue braccia le stringessero la vita.
"Giusto il tempo di leggere metà
del Piccolo Principe ad Anita...
Credo che Fitz si sia addormentato così in fretta per
la disperazione" rispose in un tono a metà tra l'esasperazione e il
divertimento.
Isaac ridacchiò leggermente
immaginandosi il solito diverbio tra i bambini per la scelta della lettura
della sera. Poi, tornò però improvvisamente serio e scansò lentamente i capelli
della donna per posarle un bacio sul collo. "Ti amo così tanto, Cru..." le sussurrò all'orecchio, prima di tornare a
stringerla.
Crudelia non
rispose, come non aveva mai fatto e non avrebbe molto probabilmente fatto mai,
ma si lasciò andare a quell'abbraccio. Restarono così per qualche istante,
stretti l'uno all'altra a guardare le splendide creature a cui avevano dato
vita insieme, finché lei non sciolse inaspettatamente il contatto, voltandosi
per guardare l'uomo negli occhi.
"Grazie" mormorò, posandogli
un dolce e veloce bacio sulle labbra.
"Per cosa?"
"Per avermi scritto un lieto
fine"
E gli sorrise, regalandogli il sorriso
più sincero e più bello che lei avesse mai fatto. Per quel sorriso e per quelle
parole, Isaac sentiva quasi di dover essere lui a ringraziare, perché
finalmente stava avendo un riconoscimento per il suo amore e stava udendo le
parole più simili a un "Ti amo"
che avrebbe mai potuto tirare fuori da lei.
Finalmente aveva vinto la scommessa su
cui aveva puntato tutta la sua vita: riuscire a farle vedere che l'amore valeva
di più di una sadica follia omicida.
Il
diavolo non era sparito, però era stato sconfitto.
NDA:
Et voilà! Con questo capitolo, questa storia diventa ufficialmente
la più lunga che abbia mai scritto sia in italiano che in inglese, quindi hurrà
per me XD Quando ho progettato la storia nella mia mente la prima volta, questo
sarebbe dovuto essere il finale, ma poi da qualche parte lungo la strada ho
avuto un’altra idea e non ho saputo dire di no alla mia ispirazione, anche se
forse è una pessima ispirazione… Ci sono altri due
capitoli rimasti e dico solamente: preparate i fazzoletti, perché l’angst sta arrivando!!