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Autore: LadyPalma    19/07/2015    2 recensioni
[Authella - CrudeliaxIsaac]
"Isaac fece un sorriso amaro e nel frattempo, a dispetto della paura che comunque riusciva a incutergli, mosse qualche passo verso di lei. Era vero - che era stato uno sciocco. Non si era comportato diversamente dall'ingenua Miranda di Shakespeare, innamorata del primo uomo che aveva visto in vita sua; ma per lui il mondo non si era rivelato essere il "mondo nuovo e incantevole" di cui sognava leggendo, per lui quell'esperienza era solo servita a fargli conoscere il volto assurdamente angelico del diavolo.
Si sarebbe dovuto accontentare di leggere la Tempesta, invece di trasformare in tempesta la sua intera esistenza."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crudelia De Mon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parte 15: Defeating the Devil

 

 

 

 

 

Era passato quasi un anno dalla nascita di Fitzgerald e le cose lentamente avevano preso una loro normalità: Isaac aveva ricominciato il lavoro alla redazione del “Daily Mirror”, Crudelia il suo alla biblioteca ed entrambi si destreggiavano con quello nuovo di genitori. L'unica considerevole novità era che la donna, su suggerimento delle amiche, si stava finalmente decidendo ad iniziare una propria attività come sarta e aveva scelto di creare il proprio atelier proprio nella nursery del bambino. Aveva acquistato alcuni elementi d'arredo e già deciso la nuova disposizione; il progetto era ormai più che pronto, mancava solo metterlo in pratica.

 

Tuttavia, quando il giorno previsto per la trasformazione effettiva della stanza Isaac tornò a casa, trovò tutto alquanto invariato  e - cosa ben più allarmante - sua moglie seduta su una sedia con lo sguardo perso tipico da post sbronza. Bastò un rapido sguardo per constatare però l'assenza di bottiglie di gin nelle immediate vicinanze e, al contrario, la presenza del loro vivace bambino insolitamente del tutto addormentato. Forse aveva fatto ubriacare lui - era sempre una possibilità.

 

"Amore, che cosa è successo? August non è passato?" esordì con cautela, alludendo agli accordi che aveva preso precedentemente con l'ex ragazzo di legno.

 

Quell'ipotesi era l'unica plausibile che si era figurata nella sua mente; l'evidentemente mancato aiuto sarebbe potuta essere infatti l'unica causa in grado di farle cambiare idea e inevitabilmente già si stava preparando psicologicamente per uno sfogo rabbioso. Invece, Crudelia scosse semplicemente la testa, anche se l'espressione sul suo viso sembrava comunque arrabbiata e l’occhiataccia che gli rivolse ne fu la conferma.

 

"Beh sarebbe piuttosto inutile smantellare tutto quando tra meno di nove mesi ne avremo di nuovo bisogno, non credi darling?"

 

Isaac ci mise qualche secondo a capire e quando lo fece non era comunque sicuro di aver capito bene. "Crudelia, sta- stai dicendo che-"

 

", sono incinta!" lo interruppe lei bruscamente, concludendo l'esclamazione con un sonoro sbuffo seccato. "E non trattenere il tuo stupido sorriso... Avanti, sorridi pure, darling."

 

In effetti, egli aveva proprio voglia di sorridere e in più di un senso. Ironicamente, pensando al "poco" istinto materno di sua moglie; felicemente all'idea di diventare padre di nuovo e orgogliosamente alla prospettiva di allargare la sua piccola famiglia. Eppure, tutto ciò che gli uscì fu un mezzo sorriso quasi amaro, mentre si abbassava sulle ginocchia in modo da poterla guardare negli occhi.

 

"A te sta bene?" le chiese dolcemente, allungando una mano sul suo viso.

 

Crudelia alzò istintivamente lo sguardo al cielo, ma dopo averlo fissato poi per qualche istante su di lui, si ritrovò ad annuire e fu lei sorprendentemente la prima ad accennare un sorriso sincero.

 

In fondo - a parte le nausee mattutine, i dolori del parto e l'astinenza da gin - non le dispiaceva così tanto l'idea di avere un altro figlio.

 

 

 

**

 

 

 

La seconda gravidanza fu più tranquilla, ma fu il parto al contrario ad essere più estenuante; la bambina si era trovata infatti in una posizione poco favorevole e, dato il fermo rifiuto ad un cesareo, il dottore aveva dovuto girarla manualmente. Crudelia giurò di non aver provato mai un dolore peggiore, eppure fu un altro il particolare che rese la nascita della bambina un momento quasi terribile - e un'altra l'emozione: non il dolore fisico ma la tanto odiata paura.

 

"Non la sento piangere... Perchè non sta piangendo? Volete rispondermi, idioti??"

 

L'infermiera intimorita cercò di mormorare una risposta, ma prima che potesse farlo, si udì nella stanza il tanto atteso pianto che, seppur di debole intensità e breve durata, tranquillizzò la neomamma più di qualsiasi parola.

 

"Evidentemente la mamma di questa principessa già urla abbastanza per entrambe!" osò scherzare il dottor Whale, avvicinandosi cautamente con la piccola in braccio.

 

Considerata la freddezza che c'era stata nei confronti del primo figlio, l'intenzione era quella di mostrargliela e niente di più. Invece la donna riuscì a sorprendere tutti i presenti: ignorando stranamente la battuta, allungò prontamente le braccia per afferrarla, per poi stringersela amorevolmente al petto.

 

In quel momento appariva come una mamma normale, una donna normale capace di piangere e di sorridere, di soffrire  e di amare. Era un essere umano normale. Il dottore e l'infermiera si scambiarono uno sguardo di complice sorpresa e divertimento di fronte all'inusuale scena, di cui erano gli unici testimoni. Almeno per il momento; sarebbe infatti bastata una telefonata di Whale a sua moglie Ruby perchè tutta Storybrooke venisse informata di quel segno emblematico di involontaria redenzione.

 

 

 

 

**

 

 

 

 

Anita Heller si rivelò essere una Crudelia in miniatura, solo fisicamente però: ai capelli biondi e agli occhi azzurri non corrispondeva infatti un'attrazione segreta per l'oscurità, anzi aveva perfino paura del buio. Era una bambina dolcissima e in breve tempo aveva conquistato tutta la città, primo di tutti il padre Isaac che aveva per lei un occhio di riguardo, mentre Crudelia aveva comunque sempre un debole maggiore per il suo primogenito. Nonostante le piccole inevitabili parzialità, entrambi si rivelarono essere ottimi genitori: fecero crescere i bambini felici e felici lo erano anche loro. Felice lo era anche lei; a dispetto dell'ordinarietà e delle responsabilità di quella vita, Crudelia ne era felice e in alcuni momenti se ne accorgeva.

 

Per esempio una sera si era trattenuta qualche minuto sulla porta della camera dei bambini dopo averli messi a dormire e non potè evitare di lasciarsi sfuggire un sorriso alla vista del vivace Fitzgerald completamente stremato e della dolce Anita con l'abat-jour accesa sul comodino e una bambola di pezza sul cuscino. Non aveva istinto materno: così aveva sempre pensato, ma adesso non poteva immaginare la sua vita senza quelle due piccole pesti. A dire il vero, era con quel nuovo inaspettato ruolo da madre che aveva capito davvero il profondo senso della vita e quanto fosse decisamente più bello di qualsiasi cosa la morte avrebbe potuto offrire.

 

"Ci è voluto tempo a farli addormentare eh?"

 

Nonostante fosse completamente immersa nei suoi pensieri, la donna non sobbalzò alla voce alle sue spalle, ma quasi aspettandosi l'arrivo di Isaac, appoggiò semplicemente la testa sulla sua spalla e lasciò che le sue braccia le stringessero la vita.

 

"Giusto il tempo di leggere metà del Piccolo Principe ad Anita... Credo che Fitz si sia addormentato così in fretta per la disperazione" rispose in un tono a metà tra l'esasperazione e il divertimento.

 

Isaac ridacchiò leggermente immaginandosi il solito diverbio tra i bambini per la scelta della lettura della sera. Poi, tornò però improvvisamente serio e scansò lentamente i capelli della donna per posarle un bacio sul collo. "Ti amo così tanto, Cru..." le sussurrò all'orecchio, prima di tornare a stringerla.

 

Crudelia non rispose, come non aveva mai fatto e non avrebbe molto probabilmente fatto mai, ma si lasciò andare a quell'abbraccio. Restarono così per qualche istante, stretti l'uno all'altra a guardare le splendide creature a cui avevano dato vita insieme, finché lei non sciolse inaspettatamente il contatto, voltandosi per guardare l'uomo negli occhi.

 

"Grazie" mormorò, posandogli un dolce e veloce bacio sulle labbra.

 

"Per cosa?"

 

"Per avermi scritto un lieto fine"

 

E gli sorrise, regalandogli il sorriso più sincero e più bello che lei avesse mai fatto. Per quel sorriso e per quelle parole, Isaac sentiva quasi di dover essere lui a ringraziare, perché finalmente stava avendo un riconoscimento per il suo amore e stava udendo le parole più simili a un "Ti amo" che avrebbe mai potuto tirare fuori da lei.

 

Finalmente aveva vinto la scommessa su cui aveva puntato tutta la sua vita: riuscire a farle vedere che l'amore valeva di più di una sadica follia omicida.

 

Il diavolo non era sparito, però era stato sconfitto.

 

 

 

 

 

NDA:

Et voilà! Con questo capitolo, questa storia diventa ufficialmente la più lunga che abbia mai scritto sia in italiano che in inglese, quindi hurrà per me XD Quando ho progettato la storia nella mia mente la prima volta, questo sarebbe dovuto essere il finale, ma poi da qualche parte lungo la strada ho avuto un’altra idea e non ho saputo dire di no alla mia ispirazione, anche se forse è una pessima ispirazione… Ci sono altri due capitoli rimasti e dico solamente: preparate i fazzoletti, perché l’angst sta arrivando!!

 

 

   
 
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