Parte 16: Living without the Devil
Nessuno - Crudelia
in primis e forse nemmeno lo stesso Isaac - credeva davvero che il loro
matrimonio sarebbe stato così ben riuscito, e invece il tempo aveva provato il
contrario. Non soltanto quella scommessa d'amore era stata vinta, ma era stato
riscosso anche molto di più del previsto. Fitzgerald aveva aperto un negozio di
tatuaggi che inaspettatamente godeva di grande successo ed era andato a vivere
con la sua fidanzata Nicky - la figlia di Rumple e
Belle -; Anita invece si era decisa a partire per il college, mettendo così a
frutto il suo talento da scrittrice. I figli erano diventati grandi e la casa
era tornata ad essere vuota: si trattava di un'addizione dal retrogusto un po'
malinconico, ma che tuttavia per Crudelia aveva
solamente un unico possibile risultato - un risultato che comprendeva una
lingerie di pizzo estremamente provocante e un frustino. E la loro stessa prima
notte da soli, decise di giocare un po' a fare quella basilare matematica.
"Isaac, darling..."
sussurrò dallo stipite della porta in tono chiaramente malizioso. Tuttavia
quando si ritrovò a ripetere quella semplice chiamata per tre volte senza
ottenere risposta, il tono scivolò rapidamente nell'irritato.
Ignaro di quelle intenzioni, Isaac se
ne stava semi - allungato sul letto con un libro in mano e l'abat-jour puntata
sul viso; non si trattava di una scena insolita, ma Crudelia
era decisa a non arrendersi a quella noiosa abitudine serale, nemmeno adesso
che l'età ormai avanzava - perlomeno per lui. Con una velocità imprevista lo
raggiunse e, dopo essersi seduta a cavalcioni su di lui, provò a sottrargli
bruscamente il libro dalle mani, sicura di vedere almeno una reazione.
"Ehi ma che fai, Cru?" domandò infatti l’uomo, confuso e anche
inevitabilmente indispettito.
Quando però, alzando lo sguardo, si
ritrovò la moglie con quell'abbigliamento addosso, fu lui stesso a lasciar
cadere il grande volume di Notre Dame de Paris sul pavimento. Quella semplice visione prometteva
molto più di quello che le suggestive descrizioni di Victor Hugo avrebbero
potuto offrire. Un sorriso malizioso comparve subito anche sul suo viso, mentre
lasciò vagare lo sguardo sul corpo di lei: grazie al potere dell'uovo di Lily,
non era invecchiata di un solo giorno ed era rimasta esattamente uguale al
giorno in cui le aveva promesso di imparare ad amarla nel modo giusto; anzi,
era forse un po' più bella, perché adesso il suo fascino si era arricchito di
dolcezza e umanità.
"Era ora che lasciassi quel
maledetto libro... Temevo di dover usare il frustino prima del previsto"
commentò lei, alzando gli occhi al cielo.
Isaac le concesse un sorriso divertito,
ma quando i suoi occhi si spostarono sull'oggetto appena nominato ancora
stretto nella mano della donna, quel sorriso si trasformò in un'espressione
apparentemente preoccupata. "Sai, in realtà ho un po' paura di rimanere
solo con te…"
Crudelia si
lasciò sfuggire un sorrisino. "Ti avverto darling
che da oggi in poi sarà sempre così, fino al giorno della nostra morte". E
poi lo baciò con impeto.
Nonostante l'iniziale resa, l'uomo fu
piuttosto rapido ad afferrarla per i fianchi e allontanarla leggermente da sé.
"Forse per te parlare di morte è eccitante, ma non per me" iniziò a
dire in un tono ironico, che tuttavia era destinato a sconfinare presto nel
melodrammatico. "Non voglio nemmeno pensare al fatto di perderti, non
credo potrei sopportarlo."
Non era inusuale per l'autore aprirle
il suo cuore in questo modo, eppure quella volta ella non se ne sentiva
infastidita, ma anzi rimase a guardarlo con espressione quasi dispiaciuta per
un po' - prima di ridacchiare, ovviamente.
"Non preoccuparti, darling. Ti prometto che lascerò morire te per primo"
replicò (non troppo) scherzosamente, posandogli sulle labbra un nuovo bacio
inaspettatamente più dolce.
E poi fecero l'amore per tutta la
notte, come se fosse l'ultima volta.
**
Troppo presto si scoprì che Crudelia non era brava a mantenere le promesse.
Una settimana dopo quella loro breve
conversazione notturna, mentre erano ancora immersi in quella seconda luna di
miele, ella si era svegliata con l'insolitamente affettuosa idea di passare a
prendere la colazione da Granny ed era uscita di casa
con un semplice bacio e la promessa di un muffin al cioccolato. Quando però
dopo più di mezz'ora non era tornata a casa, Isaac iniziò a preoccuparsi,
ancora di più dopo numerose chiamate senza risposta. Almeno fino ad altri venti
minuti e altri sette tentativi.
"Ehi Cru,
che è successo? Mi sono preoccupato a mor-"
Ma il sospiro di sollievo gli si spezzò
in gola appena si accorse che la voce dall'altra parte del telefono non era
quella di sua moglie.
"Isaac, sono Emma... C'è stato un
incidente... Mi dispiace tanto"
Quelle tre semplici parole furono più
che sufficienti per far capire ad Isaac che quella del muffin non era l'unica
promessa ad essere stata infranta. Chiuse il telefono di scatto e lasciò
scivolare a terra senza assoluta preoccupazione la tazzina di caffè che aveva
nell'altra mano; poi improvvisamente scoppiò in un pianto quasi disperato. Si
dice che prima di morire si vedano tutti gli attimi più importanti della
propria vita davanti agli occhi; mentre si chiedeva se in quelli di sua moglie
c'era stato lui o una pistola, gli attimi della loro vita insieme era lui a
riviverli. Senza filtro di importanza però: arrivavano tutti insieme - gli
eventi chiave e i dettagli insignificanti - e si accatastavano sul suo petto
quasi impedendogli di respirare. La cosa peggiore non era però quello scherzo
della memoria, bensì la consapevolezza che al termine di quel viaggio mentale
la morte per lui non ci sarebbe stata. No, anche se il suo cuore si era
spezzato e la sua vita aveva improvvisamente perso consistenza, lui non sarebbe
morto.
Anche quel dolore faceva parte della
vita che Crudelia gli aveva concesso.
**
Come si era scoperto in seguito, la
guida spericolata di Crudelia le si era rivelata
fatale e lo scontro con il nuovo furgone di Brontolo l'aveva uccisa sul colpo.
Forse non aveva avuto nemmeno il tempo di rivivere i suoi attimi migliori dopo
tutto. Esclusi alcuni curiosi sulla scena dell'incidente, Fitzgerald era stato
il secondo ad essere informato e all'inizio non aveva reagito meglio del padre:
si era rinchiuso per due ore nel suo negozio e quando Nicky lo trovò, lo vide
per la prima volta in lacrime. Ella fu l'unica a vederlo in quelle condizioni
però, dato che il ragazzo, cercando di aggrapparsi alla sua solita pragmaticità, si prese presto carico di ogni cosa: dalla
comunicazione della notizia all’organizzazione del funerale. Nè la notevole forza d'animo del primogenito Heller nè il ritorno la sera
stessa di Anita riuscirono a riscuotere Isaac dallo stato di trance in cui era
caduto.
Al funerale il suo dolore venne
maggiormente allo scoperto, forse perchè solo in quel
momento aveva realizzato che di una vita passata in bianco e nero, adesso
rimaneva autenticamente solo il nero. Rifiutò il più possibile il contatto con
gli altri e persino anche di guardare il cadavere; voleva vivere ancora un po'
nella negazione o più semplicemente serbava uno strano rancore verso tutti - sè stesso, gli altri, la stessa Crudelia.
Se l'avesse vista avrebbe infatti probabilmente avuto la tentazione di
baciarla, seguendo quella speranza di cui gli eroi parlavano; tuttavia sapeva
che, nonostante l'immenso amore che provava e quello che a sua volta era
riuscito a far provare a lei, un bacio non sarebbe bastato a risvegliarla. E
così rimase perlopiù da solo in disparte, ancora a rivivere quegli infiniti
momenti condivisi di cui adesso era l'unico testimone. Dopo l'infruttuoso
tentativo di August e Lily, nessun'altro a parte i figli tentò di avvicinarglisi, perlomeno fino a sera quando una mano si
posò sulla sua spalla e, voltandosi, si ritrovò davanti un sorriso amaro.
"So che il tuo amore per lei è
stato la tua vita e so che anche lei ti ha amato... Ma adesso devi lasciare
andare lei e andare avanti tu... Come ho
fatto io"
A dispetto della sua volontà di
solitudine, ascoltò tutto quel breve discorso e alla fine il suo sguardo aveva
abbandonato ogni traccia di ostilità, soprattutto dopo l'ultima aggiunta. Belle
Gold era vestita ancora a lutto per la morte di suo
marito sei mesi prima e questo la qualificava come l’unica persona al mondo, a
parte lui, a poter capire cosa significasse amare una persona avvolta
interamente nell'oscurità. E soprattutto cosa significasse poi perderla.
Ecco perché, le parole gli uscirono
dalla bocca con un'inaspettata naturalezza. "Non credo di potercela
fare..."
Belle gli rivolse uno sguardo pieno di
empatia e comprensione, ma non gli offrì la resa che lui sembrava desiderare.
"Ma devi. Devi essere forte per loro". E accennò semplicemente in
direzione di Fitzgerald, che stava stringendo la mano di Emma Swan, e di Anita, stretta invece tra le braccia dell'altro
figlio dei Charming.
Inevitabilmente un debole sorriso
apparve sulle labbra di Isaac: un sorriso affettuoso e orgoglioso, ma non
convinto.
Sarebbe stato difficile andare avanti
quando ogni ricordo lo faceva guardare indietro.
Sarebbe stato difficile imparare a vivere senza il diavolo, quando era
stata lei ad insegnargli proprio a vivere.
NDA:
Sì lo so, sono una persona terribile. Era
quello che vi aspettavate quando parlavo di angst? Purtroppo
sentivo che la storia doveva concludersi così: ho considerato sempre come vero
protagonista Isaac con la sua missione di far innamorare pian piano Crudelia, di cambiarla e di cambiare anche sé stesso nell’accettare
la sfida di viverle accanto; quindi, dopo una vita trascorsa ad “amare il
diavolo” e a “vivere con il diavolo”, sentivo giusto parlare anche del “senza”.
In ogni caso, manca ancora un capitolo per la vera e propria conclusione e
spero proprio non rimarrete delusi!
A prestissimo con l’epilogo!:)