Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: auaura    19/07/2015    2 recensioni
Storia priva di senso e originalità. Presto la storia con più recensioni negative.
E se scoprissimo il significato dei poteri di Elsa? E se fossero legati ad una persona oscura?
E, allo stesso tempo, la legassero dalla sua nascita ad.. un ragazzo?
Vi prego, non scartate la storia solo perchè non appoggiate la coppia, e..no, non è la coppia che pensi tu.
Dal testo:
"Elsa deglutì lentamente e, tenendo la bambina dai capelli scuri con un braccio, con l'altro creò un lampo di ghiaccio, per potersi difendere da quel...quel..mostro che aveva davanti. La figura si mise seduta e fissò un po' stordita Elsa, poi, quando notò i suoi poteri, alzò le braccia, terribilmente enormi, come per chiedere pietà"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ralph correva piuttosto veloce, le ombre gli sfrecciavano accanto, ma lui le superava. La piccola Elsa, sulla sua spalla, si era aggrappata con forza all'orlo della maglia del gigante, respirando affannosamente. Inutile dire che una leggera brina gli stava coprendo il collo.
Sfrecciò a destra, corse fino alla fine del corridoio e svoltò a sinistra. Sulla spalla e anche sul collo si ritrovò un mucchio di neve. Elsa la gettò dietro a loro con le piccole manine tremanti; come per far capire che era tutto calcolato, tipo per far scivolare le ombre o cose simili. Ma Ralph sapeva che non era così. La conosceva troppo bene.
E in quel momento era ancora più terrorizzata e fragile dell'Elsa del presente. Ovvio, stava morendo di paura.
-Ehi, ehi!- esclamò, correndo verso la porta a destra e scivolando all'ultimo secondo nella sinistra, ottenendo qualche secondo in più di vantaggio -Va tutto bene, calmati.-
-No! Non va tutto bene.- rispose la bimba con la voce tremante, che rappresentava perfettamente tutto il terrore che stava provando.
-Sì, invece. E' solo un incubo, posso aiutarti.- ribattè Ralph, continuando a correre; più concentrato sulla conversazione che su dove andare. Scese una rampa di scale.
Silenzio.
Il sibilo delle ombre, i passi pesanti del gigante.
Questi due suoni si ripetevano in un eco agghiacciante, lungo quei corridoi che sembravano allungarsi e scurirsi, fino a diventare tunnel. Tunnel identici, coperti dal buio.
Avanzando al massimo della velocità, arrivò fino alla fine del tunnel, che si aprì di colpo, mostrando il paesaggio di Arendelle. Ah, già, erano nel castello. Elsa scivolò in avanti, Ralph l'afferrò al volo, poi la strinse al petto con un braccio:-Pronta?-
-Per cos...ahhhh!?-
Ralph si buttò giù, per poi aggrapparsi al bordo. Scese di un piano, aggrappandosi con il braccio libero ad un davanzale e poggiando un piede su un mattone sporgente. Elsa si ritrovò a circondare il collo di Ralph con le braccia piccoline. Le mani guantate erano immobili, non tremavano più.
Scese di un'altro piano, passando di davanzale in davanzale.
Un'altro ancora.
Un' ombra, che prese la forma di Hans, si affacciò dall'enorme apertura. Hans era completamente vestito di nero, sbucava dalle ombre, che sembravano avvolgersi intorno a lui come un enorme mantello. Aveva il volto piuttosto pallido, forse era solo un'impressione legata a tutto quel nero che lo copriva.
-Elsaaaa!- quel grido di bambina lasciò di stucco la piccola Elsa.
-A-Anna?-
Il visetto paffutello della principessina sbucò dalla finestra accanto a quella a cui Ralph era aggrappato. Le treccine rosse le accarezzavano le guance piene di lentiggini. Gli occhi azzurri erano luminosi, mentre un sorriso enorme le cresceva sul volto. Metteva felicità solo guardarla.  Solo quella ciocca bianca fece stringere il cuore della sorella più grande.
Ralph scese di un altro piano, la bimba aggrappata a lui continuava a tenere gli occhi incollati alla sorellina.
-Anna! Va via!- le sussurrò.
Il volto di Anna si rabbuiò:-Dove vai? Perchè mi ignori sempre?-
-E' per il tuo bene, Anna, scappa.-
-Perchè mi respingi? Perchè mi odi?-
Quelle domande erano come pugnalate per la piccola Elsa.
Ormai le separavano quattro piani.
Ralph non riusciva a capire, quanti maledetti piani doveva ancora scalare prima di toccare terra? Anna continuava a gridare, non più in lacrime, ma piena di rabbia, contro la sorella più grande. Elsa si era tappata le orecchie con forza e continuava a stringere gli occhi. Infatti, Ralph non poteva percepire come la voce di Anna appariva distorta e graffiante alle orecchie di Elsa. Era sgradevole, come delle unghie su una lavagna  o una forchetta che graffia un piatto, ed aveva un tono più che accusatorio. La piccola Elsa premette il volto contro la spalla di Ralph, lui la strinse e le mormorò:-Ricorda, è solo un incubo; nulla è reale. Pensalo intensamente, e tutto sparirà.-
 Mentre le onde di ombre correvano lungo il palazzo, la voce della principessina Anna si affievolì sempre di più. Le ombre si allargavano intorno alla finestra della bambina dai capelli rossi, come per salvarla e lasciarla immune al loro oscuro incantesimo.
Anna iniziò a schiarirsi, la sua pelle diventò sempre più chiara, fino a scomparire.
Un ostacolo in meno.
Ralph scese di un altro piano:-Tutto bene?-
La bambina staccò lentamente il volto dalla sua spalla:-Più..o..meno...-
Il gigante poggiò i piedi sull'ultimo davanzale, poi saltò giù. Atterrò in modo piuttosto brusco. Sentì come una scossa che lo attraversò dalla punta dei piedi fino alle spalle. Scesero dalla parete appena in tempo. Le ombre inghiottirono tutto il palazzo che scomparì davanti ai loro occhi. Erano in un infinito spazio bianco, anche troppo luminoso. Era come se qualcuno si fosse divertito a cancellare tutto intorno a loro, lasciando un foglio bianco.
Ralph mise a terra la piccola Elsa;  iniziò ad osservarsi intorno: non riusciva a vedere Hans.
-Vieni fuori!- gridò -Vigliacco!!-
 Nessun segno di vita.
Ralph iniziò a guardarsi intorno, con occhio vigile e attento. Si ritrovò ad aver paura del bianco, quel bianco purissimo che trovava orrendo, ora. Aveva una strana sfumatura, quel bianco. Non era come quello candido e pulito della neve o delle nuvole in estate; aveva un qualcosa di sinistro, di troppo luminoso e in un modo strano, sporco. Era veramente difficile da descrivere. Non c'erano ombre o suoni, o qualcos'altro.
Era tutto immobile e  ogni rumore bloccato.
La piccola Elsa si strinse le mani al petto. Si udì solo un fruscio, che attirò subito l'attenzione del gigante, che, isintivamente, si parò davanti alla bambina.
La risata di Hans rieccheggiò ovunque, in modo da rendere impossibile capire da dove provenisse.
Elsa sentì un respiro caldo sul collo, riusci a emettere un grido prima di essere tirata all'indietro di scatto. Ralph tirò un pugno proprio sopra ad Elsa, nel vuoto. Comparve, contro la sua mano stretta a pugno, Hans. L'aveva colpito allo stomaco, facendolo rimbalzare all'indietro e cadere a terra un metro più in là. La bambina si avvivicinò al gigante e lui si abbassò per poter essre al suo livello.
-L'hai vista?- chiese lei.
-Cosa?-
-La chiave al collo di quel tizio.-
Ralph osservò meglio il principe e notò la chiave rossa appesa con una cordicella al suo collo.
Intanto il ghiaccio ricoprì una buona parte di quel vuoto bianco sotto i loro piedi. Aumentava di secondo in secondo. Infatti, quando Hans provò ad alzarsi, non notando il ghiaccio, scivolò a terra di schiena. Strinse i denti per non far vedere che si era fatto male e si mise in piedi con più attenzione. Ma gli stivali gli slittarono e gli servì qualche secondo per acquistare un buon equilibrio. Ralph non lo trovò troppo difficile da attraversare. Con passo pesante, avanzò verso Hans. Ralph fece scoccare le nocche in modo sinistro:-Basta con i giochetti.-
Il principe alzò di scatto il braccio verso l'alto, e con esso si sollevò un'onda nera fatta di corpi dalle espressioni sofferenti. Come la veste del Signore Oscuro:-Non ho ancora cominciato, sai?!-Elsa si ritrovò bloccata, con gli occhi fissi su quella mostruosità, mentre una piccola bufera  dai fiocchi di un delicato azzurro s'impossessava di quel bianco che faceva male agli occhi, ora.
-Vuoi giocare davvero?- sputò Hans, sollevando anche l'altro braccio, enormi onde nere iniziarono a vorticare intorno a loro, scacciando ghiaccio e bufera -Allora giochiamo!-
Un uragano nero. Era come essere nell'occhio di un ciclone fatto di anime nere. Che ruotavano, ruotavano, ruotavano. La piccola Elsa trattenne a stento la bile che le saliva in gola. E la testa le girava come una trottola. Si accucciò a terra e si strinse le gambe al petto.
Ralph invece rimase in piedi. Si concentrò su un punto, per non farsi confondere. Non avrebbe perso. Non si sarebbe arreso così presto.
-Fatti vedere.- borbottò. -Avanti....-
Vide solo una piccola lucina rossa. Fra le tenebre. Sembrava così lontana...
Fissò Elsa:-Rimani lì, va bene?- sospirò -Se è necessario, attacca, capito? Togli i guanti e congelali!-
-C-cos-sa?- balbettò la bimba.
-Hai capito! Fallo e basta.- e detto questo, corse verso la luce rossa.
Arrivato a qualche centimetro da quel flusso di ombre oscure, vi allungò il braccio, affondandolo all'interno di quella poltiglia. Lanciò uno sguardo alla piccola che aveva tolto i guanti e li aveva gettati a terra. Le anime gli sfioravano la pelle, facendolo rabbrividire solo un po'. Deglutì e si spinse dentro quell'uragano nero di fantasmi sofferenti. Gli sfrecciavano contro, spingendolo di lato. Un vento incontrastabile, o quasi. Spinto qua e là, riuscì comunque ad avanzare, finchè non vide la luce rossa farsi sempre più vicina.
Era solo ad un metro da lui...
La...la prese!
-AAAAAAAAaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh!!-
Quelle urla lo terrorizzarono. Corse indietro, questa volta quel flusso di fantasmi sembrava essere in netto svantaggio, Ralph a malapena li notava. Arrivò di nuovo nel centro dell'uragano,  e gli si gelò il sangue nelle vene.
La piccola Elsa era stata presa da Hans, ed ora quel lurido mostro la teneva per la gola sopra un'abisso di fiamme che si formò ai suoi piedi. Aveva una guancia completamente tagliata, dal sopracciglio al mento, e un po' d'acqua gocciolava giù. Era sporco di neve sui vestiti, ed aveva qualche macchia di sangue qua e là.
Ralph non fiatò, ma Hans si volto verso di lui e con uno sguardo da pazzo, mentre un ghigno sinistro gli si formava sul volto, allungò la mano libera:-La chiave....- sibilò -E ti giuro che non le faccio niente.-
Ralph rimase immobile, ma il suo cuore martellava fortissimo.
Elsa quasi non respirava più.
-Va bene, ma metti giù prima lei.-  disse Ralph.
-Guarda che le finisce l'aria.-
-D'accordo! Va bene, va bene!- Ralph mise a terra la chiave, e, con il piede, la spinse verso Hans.
 Il principe si abbassò lentamente verso la chiave, la prese e ... lasciò la piccola Elsa.
Ralph si tuffò verso di lei.
Ma non fece in tempo.
Lei...cadde sulle fiamme....coperte di neve.
Elsa alzò lo sguardo verso Hans, gli occhi azzurri pieni di rabbia, e lo colpì con un raggio di ghiaccio. Facendolo finire a terra con le mani sul petto.
La bambina poi terrorizzata si osservò le mani e indietreggiò, finendo contro Ralph.
-Brava.- bisbigliò lui, avanzando verso Hans, a terra che si contorceva por il freddo e per il dolore.
-La chiave.- specificò Ralph.
-No.- l'altro la strinse al petto.
-Sei ridicolo.- Ralph gliela strappò dalle mani senza troppi complimenti.
La piccola Elsa venne accanto ai due:-E...non mi fai paura. Non più.-
Hans si dissolse in una nuvola di fumo, e tutto scomparve in pochi secondi. La piccola Elsa scivolò in ginocchio, e il gigante la seguì.
-Ce l'hai fatta!- esclamò Ralph fissando la bambina. -Sei stata fantastica!!-
La piccola sorrise in un modo così radioso da far sorridere anche Ralph.

 

-Ralph! Oh..sei qui davvero?!-
Ralph si alzò di scatto, non...non poteva essere vero.
-E-Elsa?- balbettò, alzandosi.
La vide correre verso di lui, era sporca, ferita, ma era sempre stupenda. Anche lui le corse incontro. Appena se la trovò distante solo pochi centimetri, la prese, sollevò e la fece roteare; facendola ridere. Poi i due si abbracciarono, quasi in lacrime.
Fronte contro fronte, avvamparono entrambi quando notarono il piccolo compagno dell'altro. E nel modo in cui i piccoli loro li stavano osservando. Si lasciarono come se non fosse successo nulla, rossi come pomodori in viso.
-E-Ehm...- esordì la regina delle nevi -Hai la chiave?-
Lui gliela mostrò, Elsa tirò fuori la sua e le osservarono. Erano ancora troppo vicini, secondo i bambini.
I piccoli Ralph ed Elsa fissarono le loro copie adulte.
-Ci siamo anche noi, eh?- esclamò il piccolo Ralph -Potete amoreggiare dopo.-
La piccola Elsa ridacchiò; cosa che fece sorridere il bambino, un po' imbarazzato.
-Va bene...ma cosa dobbiamo fare, ora?- domandò la regina delle nevi all'aria.
-Non lo so...-mormorò il gigante, rigirandosi la chiave tra le mani.
Ralph si morse l'interno della guancia, e si osservò intorno. Era tornato tutto bianco, infinito, senza muri o pareti; nemmeno trasparenti.  Sollevò la chiave rossa e la puntò nell'aria, come per inserirla in una fessura invisibile. Così, nel vuoto, si formò una spaccatura, che si aprì, mostrando una casa buia. L'interno di una casa buia. Ralph la riconobbe subito, era la sua vecchia casa. La riconobbe anche il piccolo Ralph che iniziò ad indietreggiare, con gli occhi persi nel vuoto. Elsa, dall'altra parte fecce la stessa cosa con la chiave, e apparve un portale per la sua camera, completamente congelata. Sentì un nodo alla gola, deglutì più volte prima di riuscire a liberarsene. La piccola Elsa rimase immobile, le mani tremanti, la neve che le svolazzava intorno.
Non è difficile capire le loro reazioni e il perchè.
-Devo tornare.- ragionò ad alta voce la bambina.
-A quanto pare...- mormorò l'altro ragazzino.
Elsa si avvicino al piccolo Ralph e si abbassò per arrivare alla sua altezza:-Andrà tutto bene, vedrai.-
-Mi picchierà ancora.-
-E molte volte, credo.- sospirò la regina -Ma lo vedi quel ragazzo? Quello sei tu.-
-Io?-
Elsa annuì.
-Quindi...l'altra bambina sei tu?-
-Esattamente.-
Il piccolo Ralph avvampò:-Quindi..noi...ohhhh.-
Elsa rise imbarazzata:-Spero di sì.- si schiarì la gola -Però è tutto quello che passerai che ti renderà in quel modo. Vedrai, presto si risolverà tutto.-


Ralph, intanto, stava facendo lo stesso discorso con la piccola Elsa.
-Io ed Anna staremo insieme? Di nuovo?-
-Certo.-
La piccola Elsa sorrise:-Allora...diventerò come lei? Sarò...-
-Perfetta.- concluse Ralph in un sussurro, guardando la regina, voltandosi appena.
-Tu la ami molto, non è vero?-
Ralph sorrise:-Tantissimo.-
-Come nelle favole?-
-Beh, diciamo  che non sono il principe azzurro...però sì.-
La piccola Elsa ridacchiò:-Tu mi hai salvata, non è questo che fa il principe?-
Ralph rise con lei:-Non tutte ne hanno bisogno, specialmente tu. Puoi farcela da sola, il principe ti è solo d'intralcio.- e le accarezzò i capelli.
La bambina rise e lo abbracciò. Si avvicinò al portale, felice, quasi.
-Andrà tutto bene, un giorno?- domandò, prima di entrare.
-Te lo giuro.- lanciò uno sguardo, rapidissimo, all'Elsa più grande -Non permetterò più a nessuno di farti soffrire. -
La piccola annuì e scomparve nel portale, che sparì con lei.

 

-Allora vado.- mormorò il piccolo Ralph, separandosi da Elsa, sciogliendo l'abbraccio:-Ciao.-
-Ciao.- Elsa lo salutò; poi il ragazzino scomparve con il portale.
Elsa si rialzò, e lanciò uno sguardo a Ralph. Lui le si avvicinò e l'abbracciò. Elsa si irrigidì in un primo momento, poi si rilassò e ricambiò l'abbraccio. Rimasero stretti, immobili. Quasi  per non voler rovinare il momento, non fermarlo. Non tornare a quegli incubi orrendi.
-Abbiamo quasi finito.- mormorò lui.
-Lo spero tanto.-
Ralph affondò il volto nei capelli della regina e si lasciò inebriare dal profumo. Elsa chiuse gli occhi, si concentrò sul battito di Ralph contro il suo orecchio.
Era solo la calma prima della tempesta.

Elsa fu avvolta con forza da un ricciolo di fumo e strappata dalle braccia del gigante.
Dovevano separarsi di nuovo.
Il fumo, in tanti candidi riccioli, avvolse entrambi, allontanandoli. Ralph provò ad allungarsi, ma sentì gli artigli di Turbo conficcarglisi nella carne, tirandolo all'indietro, verso il centro delle ombre e del fumo che gli roteavano intorno.
Elsa stava scomparendo, tra tutte quelle forze oscure. Solo la parte superiore del viso era visibile. I suoi occhi azzurri spalancati per il terrore, le lacrime che iniziarono ad uscire. Ralph si allungò verso di lei, e lei riuscì a far uscire le braccia da quell'orrore oscuro.
 "Devo toccarla...io...devo sfiorarla..almeno un'ultima volta.."la testa di Ralph aveva solo questo pensiero fisso.
Riuscirono ad aggrapparsi l'uno alle mani dell'altro, a fissarsi occhi negli occhi, prima di essere separati. Forse per non rivedersi mai più.
Ma avrebbero fatto di tutto per tornare dall'altro.

 

 

 

 

 

 

 

  
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