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Autore: Pandora86    20/07/2015    4 recensioni
Spoiler quinta stagione.
Artù e Merlino. Il re e il mago. Due facce della stessa medaglia.
Due anime legate da un filo indissolubile che finisce, inevitabilmente, per spezzarsi in ogni tempo e in ogni luogo.
Ma forse, era finalmente giunto il tempo in cui le due facce della medaglia avrebbero potuto riunirsi, portando a termine il proprio destino.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Nel futuro
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Ecco il nuovo capitolo.
Come sempre, grazie per le bellissime recensioni.
Grazie anche a chi continua a inserire la storia tra le preferite le seguite e le ricordate.
E, ovviamente, grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Ci vediamo a fine capitolo per le note.
Per adesso, buona lettura.
 
 
 
Capitolo 60. Imprevisto, Libero Arbitrio oppure… Fato?
 

“Bene, direi che possiamo togliere le tende anche noi” esclamò Kyle, appoggiandosi a Lenn per alzarsi.

“Aspettiamo che Merlino si sia allontanato, prima di uscire” consigliò Lenn.

“Perché mai dovrebbe avere dei problemi anche verso di noi?” chiese Merlìha dubbiosa.

“Non hai notato che sguardo aveva?” la riprese Kyle. “Guarda che non è un’idiota!” disse severamente.

“Non ho mai detto questo, infatti!” s’inalberò la ragazza.

“Non dubito che, a breve, anche il potere del Diamante Nero si farà sentire, arrivati a questo punto!” sospirò Kyle pensieroso.

“Allora, perché siamo ancora qui?” domandò sconcertata Merlìha. “Ha bisogno di noi” e si avviò a passo di marcia verso la porta.

“Io credo, invece, che basti l’energia del Diamante Bianco questa volta” intervenne Louis mentre Lenn tratteneva Merlìha invitandola a rimanere dove si trovava.

“È vero!” confermò Phoenix. “Anche io ho sentito l’energia del Diamante Bianco risvegliarsi potente”.

“E poi” aggiunse Kyle, “credo che, alla luce dei fatti appena avvenuti, saremmo più di intralcio che altro. Non credo, infatti, che Merlino sia pronto a vederci quando non è completamente lucido”.

“Lo hai detto anche prima” s’infervorò Merlìha. “Ma io continuo a non capirne il perché”.

“Io credo” intervenne Lenn per placare la discussione sul nascere, “che Merlino abbia notato i nostri rapporti con i cavalieri. Lasciamogli il tempo di assimilare la situazione” concluse, pacato come sempre.

“Rapporti non programmati e, soprattutto, non desiderati. Almeno nel mio caso” ci tenne a precisare Kyle, volendo avere sempre l’ultima parola, mentre guardava Gabriel con espressione di scherno e poi Lenn con espressione disgustata.

“A differenza di qualcuno, che gioca a fare l’essere umano e si diverte a organizzare scampagnate, vero Gabrieliiino?” cantilenò con espressione feroce rivolgendosi al Guardiano con tono di scherno.

Lo stava provocando volutamente, questo era chiaro a tutti i presenti nella stanza. Nessuno aveva dubbi, infatti, che quel ‘qualcuno’ pronunciato da Kyle si riferisse proprio a Gabriel.

D’altro canto, Kyle non aveva mai avuto intenzione di nascondere il soggetto né di lanciare frasi di dubbia interpretazione. Questo era il pensiero di Gwaine mentre ascoltava i Guardiani discutere tra loro senza, tra l’altro, capire assolutamente nulla di quello che dicevano. Non poteva, in ogni caso, fare a meno di rimanere affascinato, ancora una volta, dalle indiscutibili doti di oratore di Kyle.

Kyle, colui che riusciva a far capire pienamente le sue opinioni senza sentire il bisogno di esporle dettagliatamente. In una gara di dialettica contro di lui, nessuno avrebbe avuto alcuna possibilità di uscirne vincitore e forse, era questa proprio particolarità una delle tante cose che lo rendevano perfetto ai suoi occhi.

Una delle tante cose che si andava a incastrare nelle mille sfaccettature che facevano parte del complesso carattere di Kyle.

Sembrava, inoltre, molto infastidito nei confronti di Gabriel. Il perché, era ancora tutto da chiarire, però.

A quel punto, restava da vedere come avrebbe risposto Gabriel, dopo tutte quelle provocazioni.

Si mise perciò in ascolto, aspettandosi una discussione tra i due Guardiani.

Rimase perciò sorpreso quando, a interrompere il silenzio, e quindi rispondere a Kyle, non fu il diretto interessato.

“Sapevamo che sarebbe successo, prima o poi, e Merlino ha bisogno solo di avere del tempo per fare i conti con la nuova realtà” lo riprese Lenn fissandolo severamente. Anche lui, come gli
altri, aveva capito a chi Kyle si stesse riferendo e aveva ritenuto opportuno intervenire.

“I cavalieri non sono tornati a caso, Kyle, e Merlino deve accettarli, un passo alla volta, nella sua vita” parlò ancora, incrociando le braccia.

“Guarda che, queste cose, le so anche io, Lenn” ci tenne a precisare il Guardiano biondo. “Fatto sta, che non era preparato né a un’invasione di massa, né a scoprire, improvvisamente, che i cavalieri di Camelot sono diventati i migliori amici dei suoi Guardiani” e scosse la testa con disapprovazione.

“Essere un Guardiano significa anche saper prevenire situazioni come queste” aggiunse severamente.

“Essere un Guardiano non significa essere onnipotenti” lo corresse Lenn. D’altro canto, alcune situazioni nascevano proprio per l’imprevedibilità dell’uomo e questo Kyle lo sapeva bene, proprio perché, fra tutti, era quello che aveva più esperienza. Lenn lo rispettava molto da questo punto di vista ma non esitava a tenergli testa quando la situazione lo richiedeva. Non negare il libero arbitrio agli uomini faceva parte dei loro innumerevoli compiti. E questo libero arbitrio aveva portato, quella sera, all’incontro tra tutti loro.

In fondo, se alcune cose succedevano in maniera così inaspettata, voleva dire che dovevano succedere e basta.

“Tu non dici niente, Gabrielino?” parlò nuovamente Kyle rivolgendosi, questa volta, direttamente a Gabriel che, in tutta quella discussione, era rimasto stranamente in silenzio.

“Non è da te stare in silenzio. Di solito, preferisci lanciare frasi al vetriolo con una perenne espressione di superiorità stampata in faccia” parlò ancora Kyle. “Ma devo ammettere che, con tutto lo scompiglio che hai creato, stare zitto è la cosa migliore che tu possa fare. Sai, io credo che quella pietra” e indicò Perce con la testa, “abbia rivelato a Merlino più di quanto, tu stesso, sia disposto ad ammettere” sibilò rabbioso.

Gabriel, nonostante le provocazioni, preferì rimanere zitto.

Perce considerò che sembrava perso in chissà quali complicati pensieri. Inoltre, era evidentemente confuso oltre che molto arrabbiato. Tuttavia, invece di misurarsi con Kyle alla pari, come sempre faceva nelle loro schermaglie verbali, aveva preferito il silenzio e questo non era da lui. Non era assolutamente da lui, infatti, incassare in silenzio le provocazioni, senza neanche fare caso a quello che gli veniva detto.

In quel momento, Perce ebbe l’insensata voglia di confortarlo da chissà quale angoscia. Guardò storto Kyle mentre rifletteva sull’ultima frase che aveva pronunciato.

Che cosa poteva aver mai rivelato la pietra a Merlino da spingere Gabriel ad avere un atteggiamento così remissivo?

Non lo sapeva! Sapeva soltanto che voleva confortarlo e abbracciarlo. Sapeva soltanto di volergli stare accanto. In quel momento, si era completamente dimenticato della pietra che aveva in mano e che Merlino stesso gli aveva consegnato. In quel momento, esisteva solo Gabriel.

“È ovvio che la pietra si sia confidata, essendo Merlino il padre di tutti gli oggetti” esclamò Merlìha riscuotendo Perce dalle sue riflessioni. “Ma che c’entra Gabriel?” e guardò Kyle con espressione irritata.

“Questo, dovrebbe dirtelo mammina” rispose Kyle con tono sarcastico indicando il Guardiano.

“O forse, tu sei il papino e l’altro la mammina della pietra” e indicò Perce con la testa. “Decidete un po’ voi i ruoli” e rise con scherno.

“Se anche fosse come dici?” urlò allora Merlìha, che aveva finalmente capito il significato delle frasi di Kyle. “Non ci vedo niente di male, in una simile cosa”.

“Sei sempre stata troppo sentimentale” costatò Kyle scuotendo la testa con divertimento.

“Contenti voi della situazione” aggiunse dopo un po’. “Io non riuscirei mai ad accettare una cosa simile” e rise.

“Adesso basta, Kyle” intervenne Lenn. “La situazione è già abbastanza complicata”.

“Invece, la situazione è molto semplice, Lenn!” esclamò Kyle abbandonando il tono della burla.

“Certe cose dovrebbero essere previste prima” disse serio per poi tornare a rivolgersi a Gabriel, “ma, evidentemente, qualcuno ha dimenticato cosa significa essere un Guardiano”.

“Nessuno poteva prevedere una simile situazione” intervenne Lenn.

“Ne sei proprio sicuro?” domandò Kyle con serietà e Lenn lo fissò attentamente. Kyle era quello che aveva più esperienza tra loro. Possibile che, fra le tante cose, avesse previsto anche quello?

Il silenzio aleggiò per qualche minuto nella stanza.

Kyle fissava attentamente Lenn, dandogli modo di sbrogliare la matassa che aveva creato con le sue parole.

I cavalieri preferirono, invece, non intervenire. Avevano capito tutti, infatti, che si trattava di una discussione di una certa portata. Discussione in cui nessuno di loro, almeno per il momento, aveva i mezzi per entrare a farne parte.

I Guardiani e le creature, invece, stavano lentamente assimilando le parole di Kyle. Gabriel, in particolare, incupì lo sguardo ma rimase ancora in silenzio mentre rifletteva sulle parole di Kyle e ripensava all’ordine di Merlino.

Il Mago aveva capito pienamente sia la natura della pietra sia come, la pietra stessa, si fosse creata.

Anche lui, non essendo un novellino alle prime armi, aveva capito la cocente verità. Cocente perché riguardava lui in prima persona. E, ovviamente, era impossibile, anche solo pensare o sperare, che a Kyle sfuggisse il significato delle parole di Merlino e la conseguente reazione.

Ovviamente, aveva compreso tutto nel momento in cui Merlino aveva chiarito la natura della pietra.

Rimaneva solo una domanda irrisolta: come diamine aveva fatto Kyle ad affermare di essere in grado di prevedere una simile situazione?

Abbassò lo sguardo, non volendo incrociare gli occhi di nessuno. Che Kyle avesse capito tutto, era una cosa. Che però fosse stato in grado anche di prevederlo, beh, quella era tutt’altra faccenda.

Gabriel sapeva che Kyle non scherzava. Conosceva il suo potere, conosceva la sua intelligenza.

Ma come diamine avrebbe fatto a prevenire una situazione del genere?

In ogni caso, non avrebbe domandato nulla. Tutto ci mancava, fuorché che si mettesse a supplicare Kyle di illuminarlo sulle sue macchinazioni. E poi, in fondo, credeva di avere già la risposta. In quel momento, alla luce di tutti gli avvenimenti, il comportamento di Kyle degli ultimi giorni, e il pestaggio subito da quest’ultimo, gli apparivano sotto una luce diversa: la luce della comprensione.

 Erano solo ipotesi. Ipotesi che, a breve, si sarebbero tramutate in realtà.

“Bene!” esclamò Kyle dopo un po’ mettendo fine a quell’ennesimo silenzio. “Lasciamo i novelli genitori con la loro neonata” e si avvicinò a Gabriel. “Sai” disse con espressione calcolatrice, guardando di sfuggita Lenn, “a volte, una sana bevuta, può salvarti da situazioni incresciose” e si avviò zoppicando verso la porta.

“Come puoi aver previsto una cosa del genere?” ritrovò la voce Gabriel guardandolo con occhi feroci e trovando conferma alle sue ipotesi.

“ Non dovresti stupirti del come, Gabriel” rispose Kyle con espressione seria, senza mettere vezzeggiativi al nome dell’altro Guardiano, “dato che, essere un Guardiano, significa soprattutto saper prevenire” e non ritenne opportuno aggiungere più nulla.

Gwaine, nonostante non avesse capito nulla di quella conversazione, fu lesto a portarsi al fianco di Kyle per sorreggerlo.

“I cavalieri hanno del potenziale, Gabriel, lo abbiamo sempre saputo” disse ancora il Guardiano biondo con il tono più freddo del ghiaccio, senza ritenere necessario voltarsi. “Hai ignorato questo dato fondamentale” e aprì la porta uscendo definitivamente, con Gwaine al seguito, intenzionato a non mollarlo neanche per un istante.

“E finalmente, sappiamo anche perché Kyle si è ubriacato” esclamò Lenn scuotendo la testa una volta che il Guardiano biondo fu uscito.

“Come ha potuto prevedere una simile cosa?” chiese Merlìha con espressione sorpresa mentre, con lo sguardo, esprimeva tutto il suo sgomento.

“È Kyle” rispose semplicemente Lenn scrollando le spalle. “Proprio noi, fra tutti, dovremmo sapere che una delle cose che gli riesce meglio, è calcolare tutti i rischi e i pericoli che possono generare determinate situazioni”.

“Non è colpa di nessuno” disse ancora, avvicinandosi a Gabriel che, per risposta, lo fulminò con lo sguardo.

“Non ho nessun bisogno di essere confortato, Lenn” lo riprese severo.

“Gabriel”provò a intervenire Merlìha ma Lenn le fece cenno di tacere con la mano.

“Direi che, anche per noi, sia il caso di ritirarci!” disse invece facendo un cenno a tutti i presenti.

“Beh” esclamò Louis, “alla prossima, cavaliere” e sorrise rassicurante a Perce, prima di avviarsi alla porta, seguito a ruota da Phoenix.

Leon ed Elian non se lo fecero ripetere due volte e li seguirono a loro volta dopo un veloce cenno di saluto agli altri.

Lenn rispose al saluto con un sorriso, mentre rifletteva sullo strano quartetto appena uscito. In fondo, lui, così come gli altri Guardiani e Merlino stesso, conosceva la storia dei due generali.

Era felice che avessero ritrovato entrambi quello che a lungo avevano aspettato. LA cosa poi era particolarmente propizia dato che, in quel particolare momento, sembravano avere tutti l’esigenza di ritirarsi per capire qualcosa dell’ultimo dialogo avvenuto nel salotto di Perce.

Questo particolare bisogno, Lenn lo leggeva chiaramente sul viso di Lance e Ginevra che, troppo discreti per fare domande mentre loro discutevano, aspettavano pazientemente il momento più opportuno per ritirarsi e chiedere spiegazioni. Sicuramente, anche Leon ed Elian avevano pensato lo stesso e Lenn si sentì rincuorato.

Lui era quello che, fra tutti, meglio si prestava alle spiegazioni e al dialogo. Tuttavia, in quel momento, nonostante fosse felice che la verità stesse per venire a galla, si sentiva troppo stanco per spiegare la natura delle loro parole a una platea.

Di sicuro, Louis e Phoenix avrebbero saputo essere esaurienti con i rispettivi cavalieri.

Allo stesso modo, anche Perce avrebbe trovato le sue spiegazioni nonostante il carattere di Gabriel.

Perché, finalmente, la verità degli equilibri, e il motivo della ricomparsa di tutti i cavalieri, era chiara a tutti i Guardiani, Sommo Emrys compreso.

Finalmente, una cosa che Lenn aveva sempre e solo sospettato, si poneva dinanzi a loro nella verità più assoluta.

La prova era lì, dinanzi a loro, venuta alla vita di prepotenza.

La prova era quel piccolo rubino a forma di cuore.

In quel momento, tutti loro, avevano solo bisogno di ritirarsi e raccogliere le idee.

Fu per questo che, avvicinandosi a Merlìha, le cinse le spalle e le fece cenno di andare via.

Anche Lance e Ginevra, seguendo l’invito implicito nei gesti di Lenn, seguirono la Guardiana che lanciò un ultimo sguardo preoccupato in direzione del fratello, prima di avviarsi verso la porta.

Lenn li osservò uscire ritornando poi a guardare Gabriel.

Non disse nulla; sapeva, infatti, che l’ombroso Guardiano non avrebbe apprezzato.

Preferì invece rivolgersi a Perce con un sorriso rassicurante.

“Adesso ti lasciamo tutti in pace, cavaliere” e tese la mano amichevole.

Perce rispose alla stretta annuendo con il capo. Guardò di sfuggita Gabriel, chiedendosi se le parole di Lenn riguardassero anche lui.

Anche Gabriel sarebbe andato via?

A quel pensiero sentì una morsa stringergli il cuore. Istintivamente, quando Merlino aveva intimato a Gabriel di occuparsi della faccenda, aveva provato disagio.

Disagio dovuto alla discussione nata tra loro. Però, poi, il disagio era stato spazzato via dall’emozione di poter godere ancora, nonostante tutto, della compagnia del Guardiano.

Ora, invece, le parole di Lenn lo avevano nuovamente gettato nell’angoscia.

Anche Gabriel sarebbe andato via con Lenn?

Provò a far trasparire questi pensieri dallo sguardo. Pensieri che Lenn, sicuramente, aveva già intuito da un po’.

“Non temere!” lo consolò Lenn. “Rimarrà Gabriel a darti le informazioni necessarie sulla pietra” e fece l’occhiolino.

Perce sorrise a trentadue denti. Lenn aveva capito i suoi reali pensieri e aveva abilmente rigirato il discorso, mascherando le sue reali preoccupazioni in preoccupazioni verso la pietra che aveva ancora nella mano.

Annuì con il capo, mentre lo osservava andare via.

Non aveva importanza quello che sarebbe successo.

Non aveva importanza quello che era successo.

Ora Gabriel era di nuovo lì, con lui. E lui era pronto a rimettersi in gioco.

Strinse istintivamente la pietra e sentì uno strano calore infondergli coraggio.

Sì! Le cose si potevano ancora aggiustare.

Non era tutto perduto. La prova era quel piccolo rubino a forma di cuore che stringeva saldamente nella mano.

La prova era la presenza di Gabriel lì, in casa sua, dovuta a un evento inatteso, un evento che nessuno sembrava aver calcolato e che aveva colto alla sprovvista persino il Sommo Emrys.

Il fato era dalla sua parte e lui, Antico Cavaliere di Camelot, avrebbe sfruttato fino in fondo le possibilità che esso gli offriva.
 

Continua…
 

Note:
 

Per un soffio, ma sono riuscita a non saltare questo lunedì.

Bene, questo capitolo è un capitolo di transizione dove si capiscono alcune cose e, inevitabilmente, nascono nuovi perché.

Quello che si capisce è lo sconcerto dei Guardiani di fronte alla nascita della pietra e, soprattutto, di fronte alle informazioni che la pietra sembra svelare a Merlino.

Informazioni che Kyle non solo coglie al volo ma che, soprattutto, secondo lui potevano essere previste e quindi evitate.

Kyle crede che si tratti di un imprevisto che poteva essere evitato, Lenn crede che sia il libero arbitrio dell’uomo, Perce, invece, crede che sia il fato a dargli una nuova possibilità.

Quale delle tre? E che informazioni scottanti ha dato la pietra a Merlino?

Aspetto ansiosa le vostre ipotesi e i vostri commenti!

Nel frattempo, ringrazio chi è giunto fin qui.

Al prossimo aggiornamento.

Pandora86
 
  
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