Libro 1: Entropia
Capitolo due
La notizia del viaggio dell’avatar per il soggiorno nel Regno degli Spiriti aveva avuto una certa rilevanza e così, il giorno stabilito per la partenza, nella piazza costruita attorno al portare di Republic City, si era radunata una discreta folla per osservare il giovane avatar, che ancora non aveva fatto molto per farsi conoscere, iniziare la sua avventura.
«Dunque è quello che devo attraversare?» chiese Kin ai due anziani maestri che non lo avevano lasciato solo fino all’ultimo.
«In ogni caso, alcune guardie del Loto Bianco, resteranno qui a presidiare il portale, nel caso avessi bisogno di aiuto» Completò la spiegazione il maestro Rohan. «E comunque non ci andrai di certo da solo». Aggiunse solo in un secondo momento mentre un sorrisetto beffardo compariva sul volto del nomade dell'aria.
«Ehi, Kin, non vedevo l'ora di partire con te per questa missione. Quando me l'hanno detto non riuscivo a crederci che proprio io e te saremmo andati nel Regno degli Spiriti insieme».
«Yo... Yoshi? Non ci posso credere, hanno chiesto a te di accompagnarmi?» chiese l'avatar con un'espressione di incredulità e sgomento.
«No, per niente» avrebbe voluto rispondere Kin, ma, per gentilezza, si limitò ad un forzato sorriso che appariva più come un ghigno. In effetti non aveva nulla contro Yoshi, si conoscevano da una vita, era un buon dominatore della terra e di grande inventiva, nonché nipote di Bolin ed Opal, da parte di madre, e di Varrick e Zhu Li, da parte di padre, tutti amici dell'avatar Korra.
Eppure qualcosa del suo carattere non gli era mai andato a genio: troppo burlone, troppo ingenuo, troppo allegro e spensierato, in ogni occasione. Un atteggiamento decisamente opposto a quello che gli avevano sempre insegnato dovesse essere il suo, più serio ed equilibrato.
I due ragazzi annuirono quasi all'unisono, sebbene con espressioni completamente all'opposto quindi, lentamente, si avvicinarono al fascio di luce, leggermente intimoriti. Quando arrivarono a pochi centimetri da esso si fermarono, scambiandosi un'ultima occhiata, quindi mossero un passo avanti ed entrarono.
«Fantastico, è questo il Regno degli Spiriti? È ancora più spettacolare di come lo avevo immaginato» esclamò entusiasta Yoshi.
Yoshi sollevò appena le spalle, per poi incamminarsi nella direzione presa dall'amico, ma continuando ad essere interessato molto di più agli innumerevoli spiriti, dalle forme più disparate, che popolavano quel mondo.
«Sì, sono gli spiriti, chi altri pensavi che avremmo incontrato nel Regno degli Spiriti?» lo interruppe bruscamente Kin.
«Be', tu sei qui per entrare in contatto con loro, ma se non li guardi nemmeno come fai?» Yoshi non voleva rinunciare al proprio ruolo di “aiutante” dell'avatar e si posizionò dietro di lui, mettendogli l'indice ed il medio sulle tempie, cominciando a massaggiargliele. «Avanti, concentrati e fai tutte quelle tue cose da avatar» lo incalzò.Kin strinse i denti per poi esplodere con tutta la sua frustrazione. «Oh, senti, smettila con le tue buffonate, non ci sono riusciti i maestri dell'aria a farmi entrare in contatto con gli spiriti, non ci riuscirai certo tu con i tuoi massaggi» esclamò a gran voce.
Yoshi si ritirò subito indietro, colpito e sorpreso dalla veemenza con cui gli era stato risposto. «Ok» si limitò a bofonchiare, per poi continuare a camminare dietro all'avatar, comunque sempre interessato ad osservare gli spiriti che, tra l'altro, prese a disegnare sul taccuino che portava sempre con sé, nel caso gli fosse venuta qualche idea da annotarsi.Dopo circa un'ora di cammino, esattamente come aveva detto Kin, i due arrivarono ad un corso d'acqua, proprio nel punto in cui curvava bruscamente verso ovest. Sulla sponde est si ergeva un enorme albero alto ameno una ventina di metri. Il tronco era largo quasi quanto il tempio dell'aria di Republic City e i rami, oltre una certa altezza, si curvavano, arrivando quasi nuovamente a toccare terra, terminando in ciuffi di foglie color rosso vivo.
Subito dopo un altro ramo si sollevò alto in cielo per poi lanciarsi verso Yohsi. Kin alzò le braccia al cielo, con movimenti circolari e, subito, l'acqua del fiume si sollevò formando un lungo serpentone azzurrò che andò a colpire lateralmente il ramo, deviandone la traiettoria in modo che non colpisse il dominatore ancora per terra. Subito dopo strinse i pugni e l'acqua si tramutò in ghiaccio, bloccando il ramo in quella posizione.
«Attentò!!!» strillò Yoshi che, nel frattempo si era rialzato. Kin si voltò notando due rami lanciati verso di lui ma, prima che potesse intervenire, Yoshi colpì il suolo con il piede destro, facendo sollevare due lastre di terra tra Kin e i rami, che vi impattarono contro, distruggendoli.
L'avatar fece un salto indietro, anche a causa dei frammenti che gli erano volanti contro e, immediatamente, reagì balzando in avanti; fece una capriola in aria e dalla sua gamba tesa fuoriuscì una raffica di vento che spinse lontano i due rami, facendo anche svolazzare un consistente numero di foglie.
Nel frattempo Yoshi non era certo rimasto a guardare: colpì nuovamente il terreno con il piede, facendo sollevare un grosso blocco di pietra, quindi lo colpì prima con il pugno destro, scagliandone la metà superiore contro il tronco l'albero; poi con il pugno sinistro, lanciò la seconda metà verso un altro ramo che stava cercando di colpirlo con una sferzata.
«Adesso basta!» esclamò Kin, stufo di quel gioco. Effettuò una rotazione su se stesso ed aprì il palmo della mano, da cui scaturì una lunga fiammata che si andò ad abbattere contro il tronco dell'albero.
Immediatamente tutti i rami cessarono di muoversi tornando nelle loro posizioni originali, mentre il punto colpito dalla fiammata aveva lasciato un'apertura nel grande tronco.
«Non saprei dirlo, forse questo albero è, in realtà, uno spirito... ma guarda, c'è qualcosa dentro il tronco» rispose Kin.
I due si guardarono un attimo con aria interrogativa, poi, senza pronunciare alcuna parola, si avvicinarono all'apertura restando stupefatti da quello che videro: una ragazza!
All'interno dell'albero c'era una ragazza, di circa 15 anni, seduta a gambe incrociate con le mani appoggiate alle ginocchia in posizione di meditazione. Indossava degli abiti rossi, tipici della nazione del fuoco ed aveva morbidi capelli castani che ricadevano sulle spalle in graziosi boccoli. Quando aprì gli occhi, mostrando un azzurro profondo dell'iride, i due ragazzi si scambiarono un nuovo sguardo, ancora più perplesso.