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Autore: DanielasCorner    21/07/2015    0 recensioni
Se avessi la possibilità di ricominciare tutto daccapo, se avessi una seconda occasione per vivere, saresti la stessa persona di prima? Le tue scelte, le persone intorno a te, sarebbero le stesse?
Quando Charlotte perde la memoria in seguito ad un incidente d'auto, il suo mondo viene cancellato, e deve crearsene uno nuovo. Ma non si fida delle persone intorno a lei, le sembra tutto cosi' diverso... Anche lei e' diversa da prima.
Cosa sei disposto a lasciare andare quando hai già perso tutto?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Il medico ha detto a mia madre che sarei stata dimessa tre giorni dopo, quindi nell’attesa lei mi ha portato vestiti, cibo e un po’ di compagnia. Sento che c’è dell’imbarazzo tra di noi, perché per me è praticamente una sconosciuta, e lei lo sa, quindi il tutto ci mette abbastanza a disagio. Tuttavia, questa donna mi piace. E’ simpatica e gentile, ma non in maniera fastidiosa.
I tre giorni passano lentamente, ma finalmente mi dimettono. Aiuto mia madre a mettere le poche cose che ho all’ospedale in un borsone, insieme a dei farmaci che mi hanno detto di prendere, e usciamo da quelle mura che mi hanno tenuta lontana da tutto per due settimane.

E’ una bella giornata di ottobre, il sole splende, ma l’aria è fresca, perciò mi stringo nella felpa grigia che ho addosso. Nel viaggio ospedale-casa resto tutto il tempo con il naso appiccicato al finestrino. La mia città, le case, i negozi… mi sento come un cieco che vede per la prima volta il mondo. Dopo circa un quarto d’ora mia madre entra nel vialetto di quella che deve essere casa mia: è grande, a due piani. C’
è un portico bianco che circonda tutto il piano di sotto e delle grandi finestre al piano di sopra. Dal vialetto si arriva al giardino sul retro, che sembra ben curato, da quello che posso vedere. Entriamo, e nonostante non ci sia niente di familiare in ciò che vedo, la casa è molto accogliente. I mobili sono chiari, la casa è luminosa e spaziosa. Mi piace. Mentre mi guardo intorno, dalle scale che portano al piano di sopra scende un ragazzino, che può avere massimo quindici anni: è più basso di me, magrolino, con i capelli biondo cenere e dei grandi occhi scuri, decorati da una spruzzata di lentiggini sul naso. Appena nota la mia presenza, si ferma di botto, proprio alla base delle scale, e mi guarda fisso negli occhi, come se stesse cercando qualcosa al loro interno.
- Ehi, Matt. Hai fatto quella commissione che ti ho chiesto? – mia madre rompe il silenzio, poi guarda prima lui e poi me. – Charlie, questo è.. tuo fratello Matthew – dice lei, un po’ impacciata. Essere presentati al proprio fratello non è esattamente una cosa normale. Lo guardo e gli faccio il sorriso più gentile che mi riesce: - Ciao, Matthew. Io sono Charlotte … Ma probabilmente già lo sai. Mi dispiace, ma non mi ricordo di te, come di nessun altro, quindi spero  che mi aiuterai a conoscerti come prima – mentre pronuncio queste parole, sento che le ripeterò all’infinito in questi prossimi giorni, a tutte le persone che conoscevo.
Mio fratello mi guarda, scrolla le spalle e mi risponde: - Come vuoi. Tanto non c’è molto da ricordare – per poi scansarmi e andare in cucina. Lo seguo con gli occhi fino a quando non scompare dietro la parete, un po’ disorientata. Non che mi aspettassi chissà cosa, ma tua sorella resta in coma per due settimane e tu ti comporti così? Mi obbligo a pensare che sia solo di cattivo umore, prendo il borsone con le mie cose e mi faccio dire dov’è la mia stanza. Salgo le scale e giro a destra, verso l’ultima porta.
La mia stanza è illuminata da una delle grandi finestre che ho visto dall’esterno. C’è un grande letto addossato alla parete di fronte alla porta, ricoperto di cuscini di tutte le forme e colori. I mobili sono di legno scuro e ci sono moltissimi scaffali ricoperti di libri: persino a terra ne trovo alcuni. Dovevo essere una grande lettrice. Mentre mi guardo intorno, sento gli occhi diventare lucidi, pensando che ho letto così tanto, ma non ricordo niente delle storie che ho vissuto, dei personaggi che ho conosciuto, dei posti che ho visitato. Mi avvicino alla cassettiera accanto alla porta e prendo un libro a caso. Sulla copertina c’è una coppia, e sopra di essa il titolo Orgoglio e Pregiudizio. Sfoglio velocemente le pagine, che mi inebriano con il loro profumo di carta e inchiostro, e chiudo gli occhi. Faccio un respiro profondo, poso il libro e inizio ad esplorare i cassetti alla ricerca dell’intimo e di qualcosa da mettere. Una volta trovato, vado in bagno e mi faccio una doccia.
L’acqua scorre sulle mie palpebre, sulle guance, sulle spalle. Resto a lungo lì dentro, mi lavo i capelli con uno shampoo ai frutti di bosco e il corpo con un bagnoschiuma al latte. Quando esco dalla doccia, il bagno è pieno di vapore, e lo specchio e’ tutto appannato. Ci passo una mano sopra, e mi trovo faccia a faccia con il mio riflesso: i capelli scuri mi gocciolano bagnati lungo le spalle, arrivando fino alla vita, la mia pelle e’ bianca come la neve. I miei occhi sono grandi e castani, e sul mio zigomo destro c’e’ un livido violaceo, ormai quasi scomparso, probabilmente un residuo dell’incidente. Trovo una minima somiglianza con mia madre, ma per la maggior parte siamo molto diverse.
Mi tampono i capelli con l’asciugamano e mi infilo i pantaloncini di stoffa e la canotta che ho preso dalla mia stanza.
Tornata lì, decido che e’ ora di ricominciare a leggere.
 

***

Il suono del campanello mi fa risorgere dagli abissi in cui ero immersa. Decido di aspettare che qualcun altro vada ad aprire la porta, non posso smettere di leggere proprio ora. Qualche secondo dopo il campanello suona di nuovo, al che mi ricordo che mia madre è andata a fare la spesa e mio fratello è uscito. Nessuna visita da quando sono tornata a casa, tre giorni fa, e arrivano a rompere le scatole proprio il giorno in cui sto per finire Orgoglio e Pregiudizio. Sbuffo, e mi fiondo giù per le scale: prima vado a vedere chi è, prima potrò tornare dalle sorelle Bennett. Salto giù dagli ultimi due scalini e spalanco la porta. Davanti a me trovo un ragazzo alto, muscoloso, con la pelle abbronzata e i capelli d’oro. Di sicuro non è il postino. Quando mi vede, il sorriso formale che aveva già preparato per mia madre scompare. I suoi occhi verdi si incatenano ai miei.
- Charlie – dice in un soffio, restando con le labbra schiuse, in un’espressione incredula.
- Già, sono io. E tu sei …? – nonostante fosse un bellissimo spettacolo, volevo tornare a leggere. Avevo ancora tanti libri da recuperare.
- Sono.. sono Nick. Sono il tuo ragazzo – dice gesticolando nervosamente. La notizia mi arriva come un pugno nello stomaco. – Oh – non so cosa rispondere.
 
 
***
 
- Ero preoccupatissimo – mi dice Nick, mentre si siede su una sedia nella nostra cucina. Io mi poggio sul piano cottura e incrocio le braccia. Mi sento dispiaciuta per lui, perché nonostante sia il mio ragazzo, non mi sento più legata a lui in nessun modo. – Appena ho saputo che sei stata dimessa sono venuto qui. Ma sono felice di vedere che stai bene –
- Beh, sì, più o meno. Non ricordo niente di niente – gli rispondo afflitta, e mi vado a sedere di fronte a lui. Le nostre ginocchia si toccano. Lui si sporge in avanti, poggiando i gomiti sulle gambe.
- Ti prometto che ti aiuterò a ricordare più cose possibile – mi dice guardandomi negli occhi, e sembra sincero, ma non riesco a credergli. O, quantomeno, non riesco a fidarmi di ciò che ha detto. Annuisco, e lui si alza spazzolandosi i jeans. – Devo andare all’allenamento di basket ora. Inizio col ricordarti che sono il più bravo della squadra – Mi dice con un sorrisetto scherzoso mentre lo accompagno alla porta. Fa sorridere anche me. Quando e’ sulla soglia si gira verso di me. – Pensi che verrai a scuola domani? – chiede, e dal suo tono sembra sperare che dica di sì.
A pensarci, la scuola mi e’ completamente passata di mente. Sarò circondata da persone che non conosco, ma che conoscono me. Dovrò imparare nuovamente i nomi di tutti. Ero una popolare? O non avevo amici?
- Sì penso di venire – rispondo, anche se non ne sono completamente sicura. – Okay, ci vediamo piccola – dice Nick, e si china per darmi un bacio sulla guancia. Mi coglie impreparata, infatti mi sento subito avvampare. Quando si scosta, indugia per un attimo vicino al mio viso, i nostri nasi quasi si toccano. Restiamo a guardarci negli occhi per quelli che sembrano minuti; poi, però, quando temo che possa baciarmi, abbasso lo sguardo e mi allontano un poco. La sua bocca si piega in un sorriso, e se ne va, lasciandomi poggiata allo stipite della porta, rossa come un pomodoro, e ancora il tocco delle sue labbra impresso a fuoco sulla mia guancia. 




Angolo autrice:

Ciao di nuovo, sono sempre io, Daniela! Questo 
è il secondo capitolo della storia (ma va?), dove viene introdotto un nuovo personaggio, Nick. Che ne pensate? Non sappiamo ancora molto di lui, ma qual è la vostra prima impressione?
Grazie se hai letto, al prossimo capitolo! :)

PS: Lo scorso capitolo ha avuto dei lettori ma nessuna recensione, percio' ve lo chiedo di nuovo: se leggete la storia, RECENSITELA. Se non ricevo feedback non vedo il motivo di continuarla. 


 

   
 
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