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Autore: MoonyS    21/07/2015    4 recensioni
« Weasley aspetta», stavolta accelera il passo e in un istante l'ha raggiunta, fermandola per il braccio.
Presa com'ero da loro due, non mi sono neanche accorta di James che, a modo suo, cerca di proteggere mia sorella. Si scaglia frapponendosi tra i due e guardando minacciosamente Scorpius.
« Togli le mani da lei»
« Potter sparisci» risponde pacato lui.
James fa un passo verso Scorpius come per allontanarlo, ma lui non si muove di un millimetro.
« Potter, non è con te che voglio parlare»
« Tu non devi parlare proprio con nessuno» ringhia James come un cane che difende il suo territorio.
Vedo una scintilla accendersi negli occhi glaciali di Scorpius, ma poi mi accorgo che incrocia lo sguardo di Rose sopra la spalla di James e sembra calmarsi. Gira i tacchi e va via senza aggiungere altro.
(Tratto dal Capitolo 10)
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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9


« Ciao Emy», un ridente ragazzino occhialuto si avvicina al divano su cui siamo sedute io e le mie amiche. 
Da quando la Sala Comune è diventata così stretta da sembrare soffocante?
« Merlino, non lo sopporto!» esclamo sottovoce prima che ci raggiunga.
« Ciao Calum» saluto con un finto sorriso cordiale.
Senza essere stato invitato si siede sul bracciolo e io vorrei tanto sbuffare spazientita, ma la voce di mia mamma nella testa mi impedisce di fare la maleducata senza essere stata provocata. O almeno questo è il compromesso tra quello che vorrei fare e quello che mi suggerisce lei. Lancio un’occhiataccia ad Andromeda, obbligandola moralmente a trovare un modo per scappare da quella Sala Comune all’istante. 
« Ragazze, io devo andare a scrivere ai miei genitori» annuncia prontamente e fa per alzarsi.
La mia seconda occhiata non è più una richiesta di aiuto, ma una minaccia di morte, così aggiunge « Emy mi presti quella piuma particolare che ti avevano regalato?»
« Certo» rispondo senza capire come questa possa essere una scappatoia per me.
Andromeda mi guarda spazientita. « Credi che possa trovarla da sola nel caos del tuo baule?»
Respiro finalmente aria di libertà e mi alzo dal divano fingendo che sia un enorme sacrificio.
« Calum, dovresti vederlo. È un Armadio Svanitore in miniatura: se qualcosa entra là dentro puoi dirle addio per sempre»
« Andiamo», prendo Andromeda per le spalle e la spingo via verso le scale del dormitorio.
« Emy, aspetta», mi chiama Calum preso alla sprovvista dall’improvvisa fuga, « Volevo solo chiederti…»
« Scusa Calum, torno tra un attimo» e sparisco su per la scala a chiocciola. 
Chiudo la porta alle mie spalle e mi butto sul letto ridendo per lo sguardo di complicità scambiato con Andromeda. 
« Questo ragazzo è assillante» sbuffo spazientita.
« Potevi almeno ascoltare cosa voleva chiederti», come sempre la voce della mia coscienza si manifesta dietro un viso dai grandi occhi verdi e i lunghi capelli neri.
« Calum dice sempre stupidaggini» mi giustifico.
Dal suo letto mi lancia un'occhiata chiaramente poco convinta, ma la ignoro e mi stendo in avanti per raggiungere il baule ai piedi del letto.
« E ringrazia Merlino che Calum non mi conosca bene, altrimenti non avrebbe mai creduto alla storia del baule disordinato» preciso prendendo una scatoletta in cui conservo le piume in ordine di grandezza e colore.
« Maniaca» sottolinea Andromeda gettando uno sguardo al proprio baule, come se quel disordine le servisse da conforto morale in presenza di gente così precisa. 
Inizio a scrivere una lettera per Teddy approfittando di quel ritaglio di tempo. Mi isolo dal resto del mondo, pensando a tutte le novità di quest'ultimo periodo. Non posso raccontargli di Rose e Scorpius Malfoy, nonostante sia la notizia più importante. Mi toccherà aggiornarlo sui miei disastri in Pozioni e sul fatto che stasera inizierò le ripetizioni con Kiraly.
« Vediamo a chi scrivi sempre», Izzie mi toglie il foglio dalle mani prima che io possa accorgermi che tutte le mie amiche sono già rientrate in camera.
« No, Izzie!» provo ad oppormi, ma lei è più veloce di me e leggendo si sposta sul suo letto. Mi alzo e di corsa vado a strapparle via la pergamena. 
« Chi è Teddy?», i suoi occhi blu mi guardano curiosi.
Irritata torno sul mio letto senza neanche rispondere. Se c’è una cosa che odio è l’invasione del mio spazio privato. Non vedo per quale motivo dovrei raccontare a tutti chi è Teddy e soprattutto cosa rappresenti per me. È una cosa solo mia, non riguarda nessun altro.
« Dai, Emy», mi implora cantilenando Izzie, « Che ti costa rispondere?»
« Non ho niente da dire» commento secca.
« L’unica cosa che sappiamo di te è che Hogwarts pullula di tuoi cugini e parenti, persone molto interessanti tra l’altro»
« Io stessa non saprei aggiungere altro» dico in tono risoluto.
« Noi siamo amiche, viviamo insieme», la sua voce adesso è dolce, « E probabilmente un giorno saremo parenti quando sposerò tuo cugino James»
Mi scappa una mezza risata e un po’ Izzie riesce a farmi ammorbidire.
« Che figura farà zia Emy quando i suoi nipotini verranno a sapere che lei e la mamma sono due perfette sconosciute anche se hanno frequentato Hogwarts insieme?»
« Non ti sembra di correre un po’ troppo?» la riprendo scherzando.
« Sono dell’idea che sia sempre meglio avere dei piani ben chiari per il futuro», risponde altezzosa, « E non cambiare discorso»
Alzo gli occhi al cielo e un po’ mi sento in colpa. Anche se Izzie è stata invadente ha ragione, loro sono le mie amiche e non dovrei essere così riservata. Il problema è che proprio non ce la faccio. Non mi viene naturale andare a raccontare la mia vita a chiunque mi capiti davanti, anzi non lo faccio mai con nessuno se non con Teddy. In cuor mio so che non è giusto. Conosco praticamente ogni dettaglio della vita di Izzie e Medea, dato che nella loro testa ogni pensiero sembra stare troppo stretto e sentire la necessità di scappare via e diffondersi nel mondo. Andromeda che è la più timida del gruppo, nonostante sia sempre in imbarazzo quando si tratta di parlare di sé stessa, non ha mai esitato a rendermi partecipe della sua vita anche se per fatti quotidiani. Persino Cloe, che al di fuori sembra una ragazza introversa e un po’ cupa, quando prende confidenza con qualcuno si apre completamente rivelando ogni suo piccolo segreto. Teoricamente è così che dovrebbe essere un’amicizia. Persone diverse, con caratteri quasi opposti gli uni agli altri, che però riescono a condividere la vita. Mi dispiace non riuscire a godere di questo genere di rapporto con loro, ma è un mio limite. Per quanto io provi a parlare di me, poi mi rendo conto che sarebbe una cosa sbagliata. Non so per quale motivo, ma non sarebbe giusto.
« Davvero, Teddy non è nessuno» rispondo cercando di essere convincente.
« È a lui che scrivi in continuazione?» 
« Io non scrivo in continuazione»
« Ma se stai sempre rintanata sul letto a scrivere chilometri di pergamene», riduce gli occhi ad una fessura, « E sempre con un sorriso enorme stampato in faccia»
« Confermo» la appoggia Medea, immancabilmente.
« Ragazze, lasciatela in pace», Andromeda viene in mio soccorso vedendomi in difficoltà.
Izzie sbuffa e apre la bocca per ribattere, ma Cloe la interrompe ancora prima che possa prendere fiato per parlare.
« Izzie, fatti gli affari tuoi per una buona volta»
Per qualche secondo nel dormitorio regna il silenzio. Il mio sguardo si sposta incessantemente da Cloe, che sfoglia una rivista con sguardo indifferente, a Izzie, ancora a bocca aperta con sguardo sconvolto. L’aria sembra elettrica e il timore di ognuna di noi, lo si legge negli sguardi, è che la situazione stia per degenerare. Izzie, però, sorprende tutte alzandosi e uscendo dal dormitorio con portamento altezzoso. Io e Andromeda ci scambiamo uno sguardo ed è chiaro che entrambe pensiamo la stessa cosa: è appena nata la prima lite nel nostro gruppo e di certo non finirà qui. Ammetto di sentirmi in colpa più di prima, in fondo se io mi fossi comportata come qualsiasi altra persona al mondo Izzie non avrebbe avuto bisogno di diventare così insistente. Incrocio per un istante gli occhi di Medea e qualcosa dentro di me mi dice che lei stia pensando esattamente la stessa cosa. Sento lo stomaco chiudersi ancora un po’. Mi alzo e indosso la mia tracolla. Andromeda mi guarda con espressione interrogativa e accenna un movimento per seguirmi.
« Vado da Kiraly» annuncio per farle capire che non ho bisogno di compagnia. Poi le sorrido, rendendomi conto di essere stata forse un po’ brusca. Le sono grata per il gesto, ma preferisco stare sola. Scendo le scale del dormitorio e, prima di potermi imbattere di nuovo nell’assillante Calum, esco rapidamente dalla Sala Comune. Mancano un paio d’ore al coprifuoco e a quest’ora i corridoi sono poco trafficati, tutti gli studenti sono chiusi nelle Sale Comuni o al massimo in biblioteca. Incontro solo qualche gruppetto del sesto o settimo anno che neanche si accorge della mia presenza. Imbocco il corridoio che porta ai sotterranei e svoltando l’angolo scorgo una figura in lontananza. Non mi serve mettere a fuoco l’immagine per riconoscere i capelli color platino spiccare sulla divisa da Quidditch di Serpeverde. Viene nella mia direzione e in pochi secondi siamo già sul punto di incrociarci. Per un istante mi faccio prendere dall’ansia, non so come comportarmi. Dovrei salutarlo? Sarebbe poco opportuno visto che non dovrei avere nessun contatto con lui e, a dire il vero, non avrei neanche dovuto essere a conoscenza del suo segreto. Tra l’altro dubito anche che mi riconosca. Io e Rose non ci somigliamo quasi per niente e lui, quando l’ho conosciuto, nonostante mi guardasse aveva occhi solo per mia sorella. Quando siamo a un passo l’uno dall’altro, Scorpius volta lo sguardo verso di me e mi fa l’occhiolino. Ho giusto il tempo di rispondere con un sorriso appena accennato e mi ha già superata. Non riesco a trattenere una smorfia divertita. Da quando sono venuta a sapere del loro segreto passo molto tempo ad osservare i volti dei vari studenti di Hogwarts e mi stupisco nel capire che nessuno si accorge che, proprio sotto il loro naso, stia succedendo qualcosa di così straordinario. Eppure basta guardare quei due per notarlo, è evidente. Ma nessuno fa caso ai sorrisi nascosti, agli sguardi segreti e alle sparizioni misteriose di due persone che apparentemente neanche si conoscono. Così a volte mi chiedo se davvero questa storia non sia solo frutto della mia immaginazione.
Quando arrivo di fronte alla porta dell’ufficio di Kiraly è ancora presto per la lezione. Potrei approfittarne per avere del tempo extra, ma proprio non mi va e decido di attendere lì in corridoio. Mentre il mio spirito Corvonero protesta, mi siedo sulla base di pietra di una grande statua raffigurante un mago che accarezza una cerva. Mi spingo indietro fino a far poggiare la schiena contro il muro e mi abbraccio le ginocchia, acquattandomi in mezzo alle due figure immersa nei miei pensieri. Dopo una decina di minuti, o forse di più, dei passi affrettati lungo il corridoio mi riportano bruscamente alla realtà. Dietro la sagoma della statua non riesco a scorgere di chi si tratti, ma chiunque sia si ferma proprio davanti allo studio di Kiraly e inizia a bussare. Qualche secondo dopo la porta si apre.
« Cosa ci fai qui?», la voce del professore sembra piuttosto sorpresa.
« Ti devo parlare»
Riconosco immediatamente il suo interlocutore, la professoressa Shade.
« Non ora»
« Wulfric», lo chiama con decisione e immagino che persino un uomo come Kiraly si intimorisca davanti a lei.
« Stanno per arrivare i ragazzi per le ripetizioni», il suo tono è così deciso da non ammettere repliche. Trascorre qualche secondo di silenzio assoluto in cui darei qualunque cosa per poter sbirciare cosa stia accadendo, ma non posso rischiare di farmi vedere. Posso solo immaginare che la Shade sia furiosa per essere stata messa a tacere in questo modo. Kiraly deve avere proprio coraggio per osare rispondere in quel modo a quegli occhi di acciaio.
« Appena finisco ti raggiungo nel tuo ufficio» aggiunge, stavolta con un tono molto più morbido.
Non sento la risposta della Shade, probabilmente si è limitata ad un gesto di assenso perché avverto i suoi passi andare via.
« Cordelia», Kiraly la chiama e per la prima volta mi accorgo della confidenza che c’è nel suo tono di voce.
I passi si fermano.
« È quello che penso?» chiede lui.
« Fa in fretta», la risposta della Shade chiude definitivamente il discorso e quando i passi si perdono in lontananza la porta dell’ufficio si chiude.
« Ma che diavolo è successo?» sussurro tra me e me. Il mio cervello inizia ad arrovellarsi sui possibili significati di quella conversazione, ma poi mi costringo a trovare un freno alle mie fantasie. Kiraly e la Shade sono due normalissimi colleghi e non è detto che non possano essere amici o semplicemente che si tratti di problemi riguardanti la scuola.
Emy, perché dei problemi scolastici dovrebbero essere così urgenti e riservati? Avrebbero potuto parlarne anche davanti a voi.
Metto a tacere la vocina nella mia testa, sempre pronta a instillare in me dubbi e curiosità. Per una volta devo riuscire ad ignorarla e a non cacciarmi in qualche guaio.
Bussano di nuovo alla porta di Kiraly.
« Buonasera professore»
Mi metto le mani nei capelli riconoscendo la voce di Calum sparire all’interno dell’ufficio. All’idea di dividere con lui le mie lezioni supplementari di Pozioni, ho ancora meno voglia di entrare lì dentro. Sbuffando esco fuori dal mio nascondiglio e busso anche io alla porta di Kiraly. 
 
 
 
 
* * * *
 
 
 
« Rose è già andata a dormire, non stava bene» sento dire da Amelia ad un ragazzo del quarto anno che è venuto a cercarmi. Aspetto ancora qualche secondo prima di scostare la tenda scarlatta di qualche millimetro. Incrocio lo sguardo della mia amica che dà il via libera e lentamente scivolo fuori dal mio nascondiglio e mi acquatto all’ombra di un divano. Mi guardo rapidamente intorno per assicurarmi che nessuno mi abbia notata e sguscio fuori dal buco del ritratto. Mi stringo nel mantello e mi affretto lungo il corridoio e giù per le scale, fermandomi prima di ogni angolo per controllare che la strada sia deserta. Nessuno dovrebbe trovarsi fuori dalla Sala Comune dopo il coprifuoco. Appunto, dovrebbe. Un anno fa non solo non avrei mai immaginato che sarei sgattaiolata  di nascosto fuori dal dormitorio, ma avrei anche tentato di sviare le mie amiche se avessero pensato di farlo. Invece adesso mi ritrovo a vagare al buio per il castello, rischiando di imbattermi in qualcuno di vigilanza e costringendo le mie amiche a coprirmi. La cosa più assurda è che non ci trovo niente di sbagliato, anzi sento l'adrenalina scorrere nelle mie vene come mai prima d'ora. Scendo rapidamente la grande scalinata di marmo e mi nascondo per assicurarmi che la sala d'ingresso sia vuota. Il portone di quercia è socchiuso. Cercando di fare meno rumore possibile scivolo nella fessura e sono fuori. Respiro a fondo l'aria fresca della notte e un brivido mi attraversa la pelle. Scendo le scale e attraverso il prato dirigendomi verso il campo di Quidditch. I miei passi sull'erba sembrano causare un frastuono assordante in quel silenzio assoluto. Inizio a sentire delle voci confuse solo quando vedo in lontananza le torri dello stadio. Oltrepasso l'entrata riservata al pubblico e proseguo cercando quella per i giocatori. 
« Vediamo, aveva detto di andare sul retro», sussurro tra me e me, « La fa facile lui. Qual è il retro di uno stadio rotondo?»
Mi si soffoca un urlo in gola quando una mano mi tappa la bocca tirandomi verso il muro. Impiego qualche istante per capire che è Scorpius. Con il dito mi fa segno di fare silenzio e di seguirlo. Aggiriamo lo stadio ancora di una decina di metri e poi vedo uno spiraglio di luce uscire da una porta. Scorpius si affaccia dentro per controllare e poi mi dà il via libera. Entriamo in un corridoio illuminato da una luce tenue. Le voci che sentivo dal giardino adesso sono nitide e vicine. Il cuore mi balza in gola quando passiamo davanti alla porta degli spogliatoi e istintivamente stringo la mia mano intorno al suo braccio in cerca di rassicurazione. Lui mi concede una fugace occhiata e capisco che non ho alcuna ragione di preoccuparmi. Quando riconquistiamo l'aria aperta ci troviamo ai bordi del campo da Quidditch e mi viene naturale prendere un grosso respiro. L'aria ha un profumo diverso rispetto a pochi minuti prima. Il cielo è molto più buio e le stelle brillano in modo abbagliante. O sono io ad assaporare ogni cosa in modo diverso?
« Puoi parlare adesso», Scorpius mi sveglia da quella contemplazione.
« Come facciamo se i tuoi compagni ci vedono?»
« Usciranno tutti dalla porta da cui siamo entrati»
« E se uno di loro invece venisse da questa parte?»
Scorpius alza gli occhi al cielo. « Smettila di preoccuparti per ogni cosa»
Sbuffo per protestare, ma è solo una finta. 
« Come mai mi hai fatto venire qui?»
Allarga le braccia e ruota su se stesso, come per chiedermi se non basti vedere tutto quello per rispondere alla mia domanda.
« Ehi Malfoy», qualcuno lo chiama dagli spogliatoi. 
Corro a nascondermi in una rientranza appena un attimo prima che un ragazzo - un armadio ambulante più che altro - raggiunga Scorpius in campo.
« Malfoy, chiudi tu qui?»
« Sì, resto ad esercitarmi ancora un po'»
« Se vuoi...» 
« No», lo interrompe Scorpius, « Preferisco fare da solo»
Il bestione sembra rinunciare. « Ricordati di chiudere a chiave lo stanzino» dice con voce cavernosa mentre si ritira.
« Boyl», lo richiama Scorpius, « C'è ancora qualcuno nello spogliatoio?»
« Sono andati tutti via» risponde e sparisce all'interno del corridoio.
Esco nuovamente allo scoperto e raggiungo Scorpius.
« Non deve essere un tipo molto sveglio» osservo.
Mi guarda divertito. « Da cosa lo deduci?»
« Tu sei un portiere», spiego, « Come fai ad allenarti senza nessuno che tiri?»
« Chi lo ha detto?» dice con aria di sfida.
« Andiamo, per quanto tu possa essere bravo non credo che sia possibile lanciare e parare allo stesso tempo. Il tuo amico dovrebbe saperlo»
Mi punta con aria di sfida. « Io ho il mio Cacciatore personale»
Prima che io riesca a capire mi lancia una Pluffa e si dirige verso il muretto, sul quale è poggiata la sua scopa. Gli trotterello dietro con aria nervosa.
« Cosa vorresti dire?»
« Una Pluffa, una scopa e un campo da Quidditch. Poi critichi l'acume di Boyl»
Gli mando un'occhiataccia. « Non ho detto che non ho capito»
« E allora fallo, che aspetti?»
« Non ho neanche una scopa», improvviso nervosamente, « Come dovrei fare?»
« Boyl avrà dimenticato la sua come sempre. Controlla dentro lo spogliatoio»
Non trovando valide scuse per dirgli di no mi dirigo verso lo spogliato. Non devo cercare molto prima di vedere una scopa abbandonata sotto una panchina. Mi chino a raccoglierla e con il cuore che batte all'impazzata ripercorro la strada che mi porta al campo. Non so neanche io cosa stia facendo. Mi piace il Quidditch ma non accetterei mai di giocare con qualcuno che non sia innocuo, di famiglia. Solo che a lui non riesco a dire no e, in fondo, non voglio. Lo trovo di spalle, concentrato nel controllare millimetro per millimetro la propria scopa. Senza pensarci due volte salto in sella alla mia e sfreccio verso gli anelli alla mia sinistra. Scorpius mi vede con la coda dell'occhio e parte subito all'inseguimento. Io ho ancora in mano la Pluffa e tiro nell'anello centrale appena mi accorgo che mi ha quasi raggiunta. Mi supera con uno scatto, punta un piede sul manico della scopa e si da una spinta in avanti. Lo vedo fare un salto e afferrare la Pluffa poco prima che attraversi l'anello, per poi aggrapparsi con una mano alla scopa nel ricadere. Con uno sforzo si tira su e ritorna ad una normale posizione. Ghigna soddisfatto e solo allora mi accorgo di aver tenuto le mani in faccia a coprire naso e bocca.
« Davvero credevi di segnare al grande Scorpius Malfoy?»
« Tu sei folle!» mi sblocco improvvisamente.
Lui fa una mezza risata e mi lancia la Pluffa con un ghigno esaltato. « Cinque tiri, cinque parate. Scommettiamo?»
Lo guardo con aria di sfida. « Cosa vorresti scommettere?»
« Se vinci tu farò tutto quello che vorrai per un intero fine settimana»
« E se vinci tu?» chiedo sospettosa.
« Verrai a  vedere la partita della settimana prossima»
Apro la bocca per ribattere, ma mi zittisce dicendo « Due giorni contro un paio d’ore, mi sembra più che ragionevole»
Del resto, anche se non lo fosse stato, non avrei comunque saputo rifiutare una sfida. « Ci sto»
Si posiziona al centro degli anelli e io volo di fronte a lui, a una decina di metri di distanza.
« Sicuro di non voler diminuire a quattro parate su cinque?»
Ride con sguardo di sfida. « Quando tira una ragazza?»
Lo guardo di traverso e inizio a volteggiare con la scopa lungo la distanza fra i tre anelli. Lui segue i miei movimenti con lo sguardo, sistemando la propria posizione senza quasi farci caso. Non so come faccia, ma sembra coprire sempre due terzi delle traiettorie in modo invalicabile. Dalla mia posizione angolata vedo, come unico spiraglio, l’anello più vicino a me. Mi fermo improvvisamente e tiro in quella direzione con tutta la mia forza. Scorpius scatta in avanti e facendo un testacoda colpisce la Pluffa con la scopa, rispedendola al mittente con una precisione e una facilità quasi imbarazzanti. Cambio posizione e provo a puntare verso la parte più alta dell’anello, ma anche stavolta para il mio tiro. Anche il terzo e il quarto tentativo falliscono miseramente.
« Dove preferisci sederti domenica prossima?» mi chiede con un ghigno.
Gli rispondo solo con un’occhiataccia. Non può finire in questo modo, sento la determinazione scorrermi nelle vene. Mi fermo a volteggiare davanti all’anello di sinistra per studiare più attentamente la situazione. Scatto verso l’anello di destra e lui mi segue, ma quando carico il braccio e vedo che Scorpius è già lanciato con sicurezza in avanti per la parata inverto la rotta e tiro subito verso l’anello più lontano. Come a rallentatore, vedo lo sguardo meravigliato di Scorpius seguire impotente la traiettoria troppo veloce per essere raggiunta. Poi la Pluffa colpisce il metallo dell’anello e rimbalza via.
« Non ci posso credere» dico tra me e me atterrando sul prato e mettendomi le mani nei capelli. C’ero andata così vicino!
Anche Scorpius vola giù a raccogliere la Pluffa e poi, con passo vittorioso, viene verso di me.
« Weasley me l’hai quasi fatta» e dal suo tono capisco che è davvero sorpreso.
« Sei stato solo fortunato», incrocio le braccia imbronciata.
« Io sono stato un fenomeno, ma tu hai mai pensato di fare le selezioni per la tua squadra?»
Alzo un sopracciglio con aria confusa. « Se è una tattica per indebolire Grifondoro e vincere il campionato sappi che non funzionerà»
Si mette a ridere. « Dico sul serio», il suo tono diventa improvvisamente carino e si avvicina ulteriormente a me, « Hai il braccio da Cacciatore»
Arrossisco perché so che da parte suo questo è uno dei più bei complimenti che ci si possa aspettare, ma mi fingo offesa per non farglielo capire. « Stai dicendo che siccome tiro bene sembro un maschio?»
Con un passo copre la distanza che ci separa e china la testa verso di me, guardandomi dritta negli occhi. Istintivamente trattengo il respiro.
« Sto solo dicendo che sei brava» e mi da un colpetto sulla fronte con il palmo della mano.
Sbuffo spazientita e lui ride. Gli tolgo la Pluffa dalle mani e mi allontano continuando a fingermi offesa.
« Weasley, dove vai?» chiede sorpreso.
« A posarla» rispondo con tono autoritario.
« Perché?», confuso mi corre dietro.
« Non voglio che si rovini prima di poterla usare per vincere la Coppa contro di te»
Scorpius si ferma e si mette a ridere, poi mi raggiunge con passo veloce e mi afferra il braccio. Scanso la sua mano con veemenza e lui mi circonda con le braccia da dietro, impedendomi di muovermi.
« Quindi farai le selezioni?», sento il suo fiato sfiorarmi il collo e un brivido mi corre lungo la schiena.
« Non ci penso neanche lontanamente» rispondo quasi in un sussurro. Mi manca il fiato come se avessi corso per ore.
Mi ruba la Pluffa dalle mani approfittando della mia distrazione e mi lascia libera. Si mette di fronte a me e chiede « Perché no?»
« Scorpius, non fa per me» chiudo il discorso e provo a prendere la Pluffa dalle sue mani, ma la allontana e con l’altro braccio mi circonda la vita trattenendomi a sé. Cerco di liberarmi ma, continuando a tenere la Pluffa in mano, completa l’abbraccio impedendomi di muovere  le braccia.
« Lasciami» quasi imploro ridendo.
«Hai osato togliermi la Pluffa» dice con un tono così serio da risultare credibile a chiunque non lo conosca come me.
« E se non mi lasci te la tiro in testa»
« Sai come si chiama questo? Ammutinamento!», esclama con tono sconvolto, « Non ti lascerò fin quando non mi riconoscerai tuo capo»
Scoppio a ridere e lui stringe la presa.
« Chi è il capo tra noi due?»
« Io » rispondo come se fosse la cosa più logica.
Scorpius mi stringe a sé ancora di più.
« Chi è il capo tra noi due?» sussurra e sento le sue parole incidersi calde sul mio collo.
« Sempre e comunque io», parlare mi costa uno sforzo disumano. 
« Male», mi fa lo sgambetto ed entrambi crolliamo sull'erba umida. Non riesco a smettere di ridere e, non so come, mi ritrovo distesa sulla schiena con lui messo in ginocchio a bloccarmi le mani. Provo a sollevare la testa quanto basta per dargli un morso sul braccio e quando se ne accorge penso che sia la mia fine. Si abbassa su di me e mi morde poco più su del polso. Lo fa con delicatezza, non sento dolore, ma mi dimeno per sottrarmi a quella punizione. Alla fine non so chi dei due abbia interrotto per primo la lotta, ma ci ritroviamo entrambi sfiniti per le troppe risate. Siamo distesi sull'erba, Scorpius ha la testa poggiata sulla mia pancia e continua a tenere la mia mano come per dimostrare di essere ancora lui a mantenere il controllo della situazione. Chiudo gli occhi per un istante e inspiro profondamente il profumo che mi circonda. Vorrei imprimerlo a fuoco nella mia mente come ogni dettaglio di questa sera. Sono stata così bene che se qualcuno in questo momento mi chiedesse come mi chiamo non saprei rispondere. Mi trovo in una sorta di universo di mezzo in cui non esiste nessuno, neanche io.
« Weasley», la sua voce mi ricorda che esisto.
« Mh» rispondo con un lamento.
« So che l'idea di passare la notte con me è maledettamente invitante, ma dobbiamo andare»
Mi metto a sedere e mentre la sua testa scivola sulle mie gambe gli restituisco il buffetto sulla fronte che mi aveva dato prima. Aggrotta le sopracciglia arricciando il naso e si passa le dita tra i capelli, poi si alza e mi porge la mano per aiutarmi a tirarmi su.
« Tu pensa alle scope, io poso la Pluffa nel baule»
Faccio come mi dice e poi lo aspetto all'ingresso del corridoio per gli spogliatoi. Quando mi raggiunge si guarda intorno per controllare che ogni cosa sia al suo posto, poi pronuncia « Nox» e tutte le luci del campo si spengono. Adesso le stelle sembrano ancora più numerose di prima e l'atmosfera diventa incredibilmente magica. Entriamo nel corridoio chiudendo a chiave la porta, lo percorriamo tutto e infine ci chiudiamo il cancelletto alle spalle. Ci incamminiamo verso il castello e, come sempre, lui inizia a parlare. Mi racconta del perfetto allenamento di quella sera e dei vari pettegolezzi che ha sentito nello spogliatoio. A quanto pare Boyl ci vorrebbe provare con la sorella di Grott e questo sarebbe disastroso per tutta una serie di motivi che non ho ben capito. Ma non importa se sembra una cosa assurda di cui parlare in quel momento perché il tono concentrato di Scorpius fa sembrare tutto così appropriato e interessante che io stessa non saprei trovare un argomento migliore. Ad un tratto si ferma e mi guarda sorridendo. Un raggio di luna, dello stesso colore dei suoi capelli, fa scintillare il grigio dei suoi occhi con una sfumatura che conosco fin troppo bene.
« Che hai combinato?» chiedo sospettosa.
« Mi sono fidanzato» 
Strabuzzo gli occhi e quasi inciampo per la sorpresa. Mi fermo a pochi passi da lui e chiedo con tono confuso « Cosa?»
Scorpius si mette a ridere e gioca con le dita tra i capelli. « È successo per caso»
« Dubito che ci si fidanzi senza rendersene conto» lo schernisco.
« Più che altro sono stato incastrato» 
« Come sei romantico», alzo gli occhi al cielo.
Lui ride e spiega « Ha fatto tutto lei, ma è carina quindi va bene»
Scuoto la testa con aria rassegnata e riprendo a camminare. 
« Chi è?»
Mi segue e con tono, oserei dire, imbarazzato risponde « Non posso dirtelo, potresti conoscerla»
Inarco un sopracciglio. « E quindi?»
« Potresti rivelarle troppe cose»
Mi scappa una mezza risata. « Certo, Hogwarts é un luogo in cui i pettegolezzi hanno vita breve»
Mi guarda torvo e rimane in silenzio, come sempre quando gli faccio capire che sta dicendo qualcosa di stupido. Continua a rimuginare per un paio di minuti e quando ormai anche io sono persa nei miei pensieri sbuffa « Jolie Bird»
Mi coglie alla sprovvista, così chiedo « Eh?»
« Jolie Bird, primo anno Serpeverde»
Ci penso un po' su, infine decreto « Non ho idea di chi sia»
« Meglio» commenta sollevato.
Alzo gli occhi al cielo, ignorando le sue assurde paranoie, mentre rientriamo nel castello. La sala d'ingresso è buia e silenziosa. Sono contenta di non essere una Serpeverde perché l'idea di attraversare i sotterranei nel buio totale non mi lascerebbe del tutto tranquilla. Mi fermo al centro della sala per congedarmi da Scorpius, ma lui mi riserva un'occhiata di disapprovazione.
« Ti accompagno»
« Non c'è bisogno, è già troppo tardi per concedersi delle passeggiate extra» sussurro temendo che qualcuno possa avvertire la nostra presenza fuori luogo.
« Allungare un po' non mi ucciderà» 
« Dillo alla McGranitt quando deciderà di espellerti» rispondo con sguardo severo.
« E se ci fosse qualche malvagio Serpeverde annidato da qualche parte per aggredire il nemico Grifondoro?», il suo sorriso ricorda quello di un impavido guerriero pronto a salvare la donzella in difficoltà.
Mi concedo una mezza risata e accetto rassegnata. Cercando di non fare rumore saliamo la grande scalinata di marmo e, tra me e me, mi chiedo se Scorpius sappia dove si trova il mio dormitorio. È la prima volta che viene con me nella torre di Grifondoro, in genere preferiamo incontrarci nei sotterranei perché sono molto meno trafficati. Con la coda dell'occhio vedo che si guarda intorno come per trovare dei punti di riferimento che gli facciano trovare la strada. Quando si accorge che lo sto osservando si giustifica con un sorriso. 
« Non so dove si trovi la tua Sala Comune»
« Sarebbe giusto che continuassi a non saperlo»
« Perché poi vivresti aspettando una mia visita?» chiede con sguardo malizioso.
« No, perché sarebbe poco carino se Jolie venisse a sapere che di notte ti piace accompagnare le ragazze Grifondoro nel loro dormitorio»
« Potrebbe essere un problema se solo ci fosse un’anima viva in giro per i corridoi»
« Magari dietro l’angolo possiamo incontrare proprio lei. Chi ti dice che io e te siamo gli unici in giro?»
« Potrei sempre puntarti la bacchetta alla gola e fingere di averti teso una trappola, cara la mia Weasley», sottolinea il mio cognome quasi con aria di sfida. 
Lo ignoro volutamente. « Sai, la Signora Grassa e una gran pettegola»
« Vorrà dire che affronterò il problema una volta che esisterà» cerca di concludere con espressione tranquilla.
Lo invidio quando mi da queste risposte. Io continuo ad arrovellarmi tra mille problemi diversi che esistono solo nella mia testa per il semplice fatto che non riesco a non pensare alle conseguenze di quello che faccio o non faccio, mentre lui vive sereno pensando solo al presente.
« Siamo arrivati» annuncio indicando il ritratto in lontananza.
« Così sarebbe quella la Signora Grassa?» chiede curioso aguzzando la vista nonostante il buio.
« Puoi anche andare», provo a dire, « Non credo che ci sia qualche pericoloso Serpeverde pronto ad aggredirmi in questi ultimi dieci metri»
Mi ignora con un sorriso e si avvicina incuriosito al ritratto, scrutandolo nei minimi dettagli. Fortunatamente la Signora Grassa sta dormendo.
« Non dovresti stare qui. Cosa direbbe se si svegliasse e ti vedesse?» sussurro in ansia.
« Che sono proprio un bel ragazzo» e mi riserva uno dei suoi sorrisi.
Gli do un pizzicotto e salta in aria per il dolore.
« Ma sei pazza?» chiede massaggiandosi il braccio.
La Signora Grassa fa un brontolio nel sonno e temo che stia per svegliarsi quindi lo zittisco con veemenza.
« Va bene, ho capito», si arrende, « Me ne vado»
« Bravo» sorrido finalmente rilassata.
« È poco carino da parte tua non invitarmi a salire»
Il suo sguardo provocatorio mi fa scappare una mezza risata e lo allontano con una mano quando mi accorgo che è troppo vicino.
Anche lui sorride divertito. « Buonanotte Weasley», si china su di me e mi stampa un bacio sulla guancia.
Ringrazio Merlino perché il buio riesce a nascondere le mie guance scarlatte: non sono abituata a queste dimostrazioni di affetto, soprattutto da parte sua.
« Buonanotte» rispondo in un sussurro.
Si allontana di qualche passo e io aspetto che sparisca dietro l’angolo prima di svegliare la Signora Grassa, ma improvvisamente ci ripensa e torna indietro.
« Non mi hai ancora detto dove vuoi sederti per la partita» dice con sguardo da vincitore.
Lo spingo via e lui si mette a ridere. Fa di nuovo mezzo passo verso di me e, accarezzandomi i capelli con una mano, mi dà un altro bacio sulla guancia. Mi guarda per un istante sorridendo affettuosamente e io mi sforzo di mantenere quell’aria quasi arrabbiata che, altrimenti, non mi permetterebbe di cacciarlo via. Poi si gira e va via, stavolta veramente.
« Ippogrifo», annuncio la parola d’ordine per svegliare la Signora Grassa. Borbotta un po’ infastidita ma alla fine si sveglia e mi guarda con aria offesa.
« Ippogrifo» ripeto.
« Che hai da sorridere in quel modo?» mi chiede curiosa, dimenticando per un istante di essere appena stata svegliata nel cuore della notte.
« Ippogrifo» e stavolta la mia voce non ammette repliche. Il buco del ritratto si apre e posso sentire le sue lamentele mentre ci sparisco dentro.
 
 
*Note dell’autore: Ciao!!! ^^ Questo capitolo è un po’ più lungo degli altri ma spero che non vi abbia annoiate… non me la sentivo di dividerlo in due. Bene, per la prima volta abbiamo l’occasione di assistere in prima fila ad uno degli incontri segreti tra Rose e Scorpius. Si vede già che questi due personaggi hanno due caratteri diametralmente opposti. Rose è insicura, pensierosa, prudente e anche un po’ complessata (ammettiamolo!). Scorpius è la sicurezza fatta persona, è determinato, incosciente e anche un po’ esibizionista. Sono i pezzi di un puzzle che combaciano alla perfezione nella loro diversità… e questo lo si vede già dal modo naturale in cui si divertono quando sono insieme.
Emy… be’, lei non riesce proprio a stare lontana dai misteri! È una calamita, li scova e poi non può toglierseli dalla testa ahahah in questo capitolo emerge qualche tratto in più del suo carattere: è una ragazza estremamente chiusa in sé stessa… la sua più grande difficoltà è parlare con gli altri e questo le causa spesso dei problemi.
Fatemi sapere cosa ne pensate ^^ spero di ricevere qualche recensione anche per capire se sto andando nella direzione giusta, se è meglio lasciare perdere del tutto o magari se qualcosa va cambiata!
Grazie mille a chi mi ha inserita tra le seguite/preferite… e soprattutto a chi mi ha lasciato un commento *-*
  
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