Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Sofyflora98    22/07/2015    1 recensioni
Sofia è una ragazza apparentemente comune, ma un incidente avvenuto in un pomeriggio di settembre, dopo la scuola, le svelerà la sua vera natura: lei è un'Astral, una persona che riesce a rendere reale ciò che non esiste. E' stato in seguito a quell'incidente che venne coinvolta nell'Astral project, l'associazione che gestisce e tiene sotto controllo questo strano fenomeno. Tra maggiordomi diabolici, dei della morte fiammeggianti e creature mostruose, Sofia scoprirà un mondo interamente nuovo, iniziando a comprendere meglio la vera natura della fantasia umana e dei sentimenti che si può provare per qualcosa che non esiste. O almeno, che fino a poco prima non esisteva.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La fabbrica abbandonata da fuori appariva deserta, proprio come la prima volta in cui c'ero stata, solo che nel frattempo le tracce degli omicidi che si erano verificati nei suoi dintorni erano state cancellate. Sarà stato frustrante, per la polizia, non aver mai scoperto il colpevole. La cosa più strana per me era il fatto di tenere il suddetto killer per mano senza fare una piega e senza che la cosa mi turbasse.
Dopo aver decifrato il messaggio, ci eravamo presi il tempo di lavarci e riposarci nella sede dell'associazione, che era completamente vuota. Sembrava abbastanza triste, così desolata e vuota, ma perlomeno non c'erano da fare file per le docce o il bagno. Solo dopo esserci ristabiliti come si doveva abbiamo indossato le nostre armature per dirigerci nel luogo indicato, attraverso un portale. Avevo preferito aprirlo al di fuori dell'edificio, non mi sarebbe piaciuto piombare già dentro e trovarmi in mezzo a chissà cosa. Per quel che ne sapevo, nella fabbrica poteva star succedendo di tutto, ed era meglio muoversi con cautela.
Mi avvicinai lentamente all'entrata, che mi parve sbarrata dall'interno. Per fortuna le pozze di sangue che l'ultima volta erano proprio dove si trovavano i miei piedi, a rassicurare chi volesse addentrarsi nella costruzione, non erano più lì a rallegrarci. Tamburellai sul mio bracciale alla ricerca della funzione di rilevamento delle aure. Dall'interno ricevevo un segnale disturbato, ma non mi pareva che ci fossero anime di demoni o roba del genere.
Il gruppo mi si era stretto attorno. Da quando avevo imparato ad aprire portali, mi avevano all'unanimità riconosciuta come leader. Non l'avevano detto esplicitamente, ma le azioni parlavano più delle parole, in quel caso. Non sapevo esattamente come annunciare la mia presenza. Avrei dovuto chiamare ad alta voce? O forse bussare? Meglio la seconda, decisi.
Più che bussare, diedi dei calci alla porta, non troppo forte, altrimenti sarebbe sembrata un'aggressione più che una richiesta d'attenzione. Ricevetti risposta quasi subito.
- Chi è lì fuori? - disse una voce bassa di ragazza.
- Sofia e il resto della banda sperduta – risposi. Restare seria completamente proprio non mi riusciva. Se non ci scappava un filo di ironia non ero me stessa.
Sentii una serie di tonfi, seguiti da uno più forte e da una serie di imprecazioni. Il portone si dischiuse di un paio di centimetri, quel poco che bastava per sbirciare fuori. - Sì, potete entrare. I dati relativi alle aure corrispondono – ci disse l'Astral.
Si spostò per farci passare, così sgusciammo dentro rapidamente. Dalla maniera in cui guardò la sbarra di ferro con cui stava bloccando l'entrata, dedussi che gli eleganti termini che aveva appena sputato a raffica potessero avere a che fare con quell'oggetto, o meglio con una sua possibile caduta sul piede della ragazza.
- Okay, potete riaccendere le luci – disse ad alta voce – Sono amici -
Quando dichiarò questo, la stanza s'illuminò. Una moltitudine di sfere luminose aleggiavano nell'enorme ambiente, come delle grosse lucciole. E abbastanza in fondo c'era l'intera associazione, Esterni compresi. Aveva risistemato il luogo come meglio potevano, con chiari segni dell'uso della magia. Mentre l'ultima volta non c'erano che secchi di vernice avanzati, ora questi erano stati fatti sparire, sostituiti da tavoli, sedie, brande e arredamenti minimali del genere. Era anche molto più pulito. In qualche modo avevano anche portato con sé parte dei computer dell'associazione, che ovviamente funzionavano ovunque, non necessitando dei sistemi energetici e di connessione comuni.
Ad uno di questi dispositivi era seduto Simon, il membro dell'Astral Project che mi aveva reclutata. Lui e un piccolo drappello di Astral e scienziati dell'associazione confabulavano tra loro con aria tesa. Uno di loro stava scrivendo al computer talmente veloce che non riuscivo a vedere le sue dita. Quando la guardiana del portone ci guidò verso quella specie di accampamento, Simon si alzò come un fulmine, e venne a stritolarmi in una morsa ferrea.
- Oh, per fortuna! Temevamo di non riuscire a trovarvi, eravamo preoccupatissimi! - esclamò scompigliandomi i capelli con le dita. Mi prese il viso tra le mani come si farebbe con una bambina, guardandomi con evidente sollievo – Chi di voi ha aperto il portale? -
I miei compagni mi indicarono, senza fare una piega e senza dir nulla. Ora gli brillavano proprio gli occhi, pieno di orgoglio – Questa è la mia Sofia! Sei un fenomeno! Fatti abbracciare di nuovo, eh! - dovetti prendere un bel respiro più velocemente che potei per sopravvivere al nuovo attacco. Non avevo mai capito come mai piacessi così tanto agli adulti. Per qualche strana ragione si facevano tutti l'idea che io fossi una dolce e brava ragazza. Illusi. Non l'avrebbero più pensato se avessero visto la cartella di scansioni di manga yaoi nascosta con cura nel mio disco di memoria esterna del computer.
Quando diede tregua ai miei polmoni, però, si paralizzò ed aggrottò le sopracciglia. Fissò me, e poi il resto della squadra, analizzando i loro volti come in cerca di qualcosa. Non potei evitare di dargli un'occhiata sconcertata. - Simon? -
Lui si riscosse – Legame – disse.
Oh.
Ecco cosa c'era.
- A quanto pare – risposi.
- Grell? -
- Ovviamente -
Lui annuì lentamente. Sembrava più assorto che stupito. Io gli battei le mani sotto agli occhi per richiamarlo all'attenzione. - Cos'è successo qui durante la nostra assenza? -
Lui sospirò. Ci condusse in un angolo più lontano dagli altri membri dell'associazione lì presenti. Si accomodò su una sedia, e noi, dopo averne recuperate alcune a nostra volta, ci disponemmo a semicerchio attorno a lui.
- Avete trovato il messaggio che abbiamo lasciato, suppongo – gli dissi che sì, avevamo trovato quel messaggio. Prese a stiracchiare  le dita delle mani e a farle scrocchiare nervosamente.
- Eravate appena andati a far fare un giro di visita per i nuovi arrivati dall'Inghilterra, quando abbiamo ricevuto il segnale di un grande portale aperto in biblioteca. Subito dopo i vostri segnali sono spariti, così siamo corsi a controllare, e abbiamo trovato la stanza vuota, tranne che per il cadavere di una ragazzina che sembrava essersi sparata alla testa. Nel giro di pochi minuti, una quantità incredibile di mostri ha fatto irruzione, non so come, nella sede dell'associazione. Siamo riusciti ad ucciderne la maggior parte ma molti di noi sono rimasti feriti, e si è creato un grande scompiglio. Uno di quei demoni ha detto che erano lì per ordine di Black Lady.
- Con la sede distrutta e la consapevolezza che in qualche modo potevano superare le nostre difese, abbiamo tagliato la corda e siamo venuti qui, dove nessuno rischia di avvicinarsi. Non potrebbero fare un attacco di massa in un posto che non è isolato dalla gente comune, quindi perlomeno non verranno molti demoni in un colpo solo -
- Bella trovata - mi complimentai. Io non ci avrei mai pensato.
Lui rise. Ora che ci aveva raccontato l'accaduto, sembrava molto più disteso di prima. Io gli feci un piccolo resoconto della nostra caduta dall'altra parte, spiegandogli come anche Ciel e Sebastian fossero lì, e delle ipotesi che avevamo formulato sui possibili motivi per cui avrebbe dovuto toglierci di mezzo. A quanto pareva molti si erano rivelati veri: con i più pericolosi fuori dai piedi, non aveva avuto problemi a fare a pezzi l'associazione, mettendo fuori uso la maggior parte dei nostri mezzi tecnologici e facendoci perdere una base sicura. Una mossa intelligente, dovetti ammetterlo.
- Comunque mi ha sorpreso vedere che hai creato un legame: era parecchio tempo che non succedeva, sai. Tanto che spesso dimentichiamo di parlarvene... -
Io sorrisi – Ѐ successo abbastanza in fretta, a dir la verità. Una sera ci siamo baciati, due mattine dopo si è creato il legame -
Simon fece un'espressione stupita – Davvero? Beh, non è necessario essere innamorati, in realtà, per la formazione di un legame. La maggior parte delle volte non è così. Solo... il tempismo tra il legame è il bacio è sorprendente. Sembra quasi che voi abbiate... - s'interruppe di colpo, ed arrossì prepotentemente. Serrai gli occhi. Per fortuna a parte me, Grell e Sebastian nessuno aveva capito cosa intendesse dire.
- Simon – dissi – In realtà c'è qualcosa di cui avrei bisogno di parlarti. È importante, credo. E dovrei parlartene da sola -
La sua espressione si fece seria – Sì, nessun problema. Volete scusarci... -
I miei compagni si dispersero, alcuni a piccoli gruppetti tra di loro ed altri a parlare con gli altri membri che ci avevano preceduto nella fabbrica. Due cose però notai. La prima fu che Grell mi lanciò uno sguardo preoccupato, forse temeva che avessi qualche problema che lo coinvolgesse e non volessi dirlo a lui. Ci avrei pensato dopo. La seconda invece mi inquietò. Uno sguardo sospettoso, tagliente. Lanciato da Sebastian e durato non più di un frazione di secondo, ma nel momento esatto in cui l'aveva guardato, e che quindi non mi sfuggì. Rabbrividii: qualcosa in quello sguardo mi aveva fatto venire i sudori freddi. La sua natura demoniaca era affiorata in superficie, anche se per poco.
Io e Simon andammo ancora più distante dalle altre persone, in fondo all'enorme sala vuota dell'edificio. Una volta probabilmente era pieno zeppo di macchinari, ma ora non c'era più nulla di tutto ciò. Era solo un capannone vasto e deserto.
- Sofia, è successo qualcosa di grave? - mormorò l'uomo. La sua voce era improvvisamente diventata più bassa e cupa rispetto a com'ero abituata a sentirla.
- Non esattamente – incrociai le braccia – Ma mi è successo di avere una specie di allucinazione, mentre ero via. Accompagnata da un fortissimo prurito alle mani. E anche quando mi sono accorta del Legame, mi bruciavano le braccia, e brillavo. Ho visto immagini di una ragazza -
sSimon d'incupì – Il prurito e il brillio sono sintomi di forti flussi di energia all'interno dell'anima, e sono normalissimo nella creazione dei legami. Com'era la ragazza? -
- Bionda, molto bella. Era un' Astral, da quel che ho capito. Credo che si chiamasse Alicia -
Simon fece un lungo, pesante sospiro, coprendosi il volto. Quando rialzò il capo, i suoi occhi erano arrossati. Ero decisamente sbalordita. Perché sembrava stesse quasi piangendo, se non mi sbagliavo.
- Alicia era mia figlia -


- Sono tornati, quindi -
- Mi dispiace, signora. In parte è colpa mia se sono riusciti a tornare così presto -
- No, va bene così. Anzi, è meglio così. L'associazione è devastata, e tanto basta. Per ora non sono ben equipaggiati. Sai già che fare in caso che ci scoprissero, vero? -
- Sì, lady. Non sarà difficile. Abboccherà facilmente, venendoci dietro. E poi voi... -
- E poi io la distruggerò. Non deve esistere, non possono esistere due eredi di Alicia. Una basta e avanza per conservare il nucleo. Ora allontanati, o ci noteranno. -
Avrebbe dovuto esistere solo lei. Quella White Maiden era un'intrusa, un'irregolarità che avrebbe dovuto correggere al più presto. Alicia aveva fatto in modo che le sue conoscenze e i suoi poteri non andassero perduti dopo la sua morte, ma l'esistenza di quella guerriera di troppo rischiava di disperdere quel patrimonio magico. Ed era colpa sua se a le era successo quello che era successo.
Black Lady digrignò i denti. Oh, se si sarebbe vendicata! Quegli stolti dell'associazione avrebbero messo la testa a posto una volta per tutte.




Rimasi a bocca aperta.
- Alicia era tua figlia? Cioè... tu avevi una figlia?! - esclamai a bassa voce.
Simon annuì. Questo era... inaspettato. Quindi quella ragazza bellissima era la figlia di Simon. Ed era, a parere di Sebastian, la più potente tra gli Astral. Ecco perché lui aveva tutta quell'autorità all'interno dell'associazione.
- Sofia, mi dispiace tanto, ma ci sono cose... che non potevo dirti. Almeno non subito – cercò il mio sguardo con aria di supplica, solo che io non sapevo per cosa fosse dispiaciuto. Per non avermi detto che aveva una figlia? Nemmeno io avrei voluto parlare della mia figlia morta se fossi stata a suo posto.
- Ora siediti ed ascoltami. Non posso dirti ogni cosa, perché nemmeno io so tutto quel che è successo nel dettaglio. Ma ciò di cui sono a conoscenza, ora te lo racconterò -
Obbedii, e mi sedetti.
Alicia; se il suo nome portava tanti segreti e preoccupazioni doveva essere un vero pezzo da novanta nell'associazione.
Simon prese un respiro.
- Ti ho mentito, su alcune cose. L'associazione in effetti esiste da un anno e mezzo, ora, ma il fenomeno degli Astral risale a diversi anni prima. Io ed altri qui presenti studiavamo certi casi di irregolarità. Si trattava delle loro prime piccole manifestazioni, a cui nessuno tranne noi diede peso. Non erano consapevoli del loro potere, e non lo controllavano. Questo però non permetteva loro di usufruirne in maniera più concreta, e quindi furono difficili da rintracciare. Poi però la mia piccola Alicia fece sbocciare un fiore in pieno inverno, semplicemente toccando i rami dell'arbusto con le mani – s'interruppe. Nel pensare a sua figlia, il suo sguardo si era intenerito.
- Lei fu la prima Astral consapevole. In seguito al suo risveglio riuscimmo ad ottenere dati più tangibili su questi speciali poteri. Demmo nomi ad ogni nuova abilità che sfoggiava, e riuscimmo a sviluppare metodi sempre più efficienti per cercare altri ragazzini come lei. Non c'era però nessuna associazione all'epoca. L'Astral Project non era che un gruppo di scienziati sognatori e fanciulli entusiasti. Abbiamo visto in che circostanze il fenomeno degli Astral si creava con più frequenza, ovvero in coloro che si rifugiavano in mondi immaginari, nel tentativo di fuggire dalla realtà.
Arrivammo al punto in cui quasi tutti gli Astral erano quelli che la gente chiamava “otaku”. Studiammo di più, sperimentammo di più, fino a che non si verificò la prima evocazione di una persona in carne ed ossa. Eravamo entusiasti, non potevamo credere ai nostri occhi. Capimmo che un potere del genere avrebbe rivoluzionato l'intero pianeta, quindi decidemmo che era meglio tenerlo segreto: nessuno poteva prevedere cosa sarebbe stato degli Astral. Avrebbero potuto vederli come superiori alla gente comune, oppure come strumenti da sfruttare, o peggio come mostri da cancellare. La gente normale teme ciò che non conosce, come tu sai bene. Eravamo organizzati, ma non c'era nessuna associazione. Il reclutamento era limitato, l'addestramento seguito con attenzione   e molto lento e lungo -
Io annuii. Non capivo ancora di che importanza fosse il fatto che il processo fosse durato più anni di quelli che mi aveva detto, o che l'associazione non fosse stata creata subito, ma preferii tacere e tenere le domande per dopo. Eppure man mano che continuava, sembrava incupirsi sempre più. È successo qualcosa che ha cambiato le cose, Simon?
Lui riprese.
- Alicia ha evocato Sebastian, sai – la notizia mi lasciò di stucco. Non ci avevo mai pensato, a chi potesse mai aver fatto apparire i miei personaggi.
- Scherzi?! È stata lei a chiamare quel demoniaccio saccente? - lui si concesse un sorriso triste.
- Sì, esatto. Ma all'epoca in realtà era molto meno irritante di ora. Addirittura più gentile di come avrebbe dovuto essere. Lui e Alicia avevano un'affinità molto alta. All'epoca gli incidenti dei mostri sparsi in giro erano rari, si trattava di avvenimenti eccezionali. Loro due se ne occupavano. Ciel non è arrivato subito, ma diverso tempo dopo.
Avrebbero potuto avere un legame, ma lei lo rifiutò. Era troppo indipendente e libera di indole per poter accettare di avere una connessione così intima con qualcuno. A Sebastian l'idea non piacque, ma se la mise via. Sotto diversi punti tu e Alicia vi somigliate. Siete entrambe intraprendenti, curiose e un po' incoscienti. Ma lei non era certa come te -
- Certa? Intendi dire sicura, forse – lo interruppi.
Simon scosse la testa – No intendevo proprio certa. Tu sei certa di qual'è la tua natura, di cosa ami e cosa no, di come ti devi comportare con ogni persona. Non esiti mai, e non ti fai problemi delle opinioni altrui. Lei non era così. Cercava di piacere a tutti, di essere perfetta in ogni cosa. Non era mai sicura di quale fosse il proprio carattere, addirittura. Se chiedessi a te in cosa ti  immedesimi di più tra demone e shinigami, so che risponderesti senza esitare. Lei non avrebbe saputo farlo neanche in cento anni. Sempre vacillante su un filo, sempre a metà. Cercava di scoprire quanto più poteva su se stessa, senza risultati. Desiderava moltissimo moltissime cose, per cui i suoi poteri erano incredibilmente sviluppati, ma non trovava mai ciò che desiderava. Per cui... iniziò un'altra evocazione. Non ci disse cosa o chi intendesse evocare, lo fece di nascosto. Noi non ce ne accorgemmo fino al giorno seguente, in cui la trovammo riversa su se stessa, in un lago di sangue. Non sappiamo che cosa esattamente l'abbia uccisa, sappiamo solo che non è un essere umano. Aveva graffi di artigli e  profondi segni di canini -
Rabbrividì. La cosa non mi sorprese, anzi mi stupii della sua fermezza nel raccontarmi l'uccisione di sua figlia. Intuii che era lui l'uomo che abbracciava il suo cadavere nella mia allucinazione.
- Poco dopo apparve colei che ora si fa chiamare Black Lady. Il suo nome era Dianoia, dal greco “intelletto”. Una ragazza molto dotata e molto ambiziosa. Anche lei somigliava ad Alicia, ma in altre cose rispetto a te. Era cupa, crudele, e cinica. Accadde qualcosa di bizzarro. Prima Alicia aveva la più forte aura di sempre, ma poi ne apparvero due, quando lei scomparve. Una era colei che si fa chiamare Black Lady. L'altra sei tu, solo che tu sei apparsa più lentamente. Mentre Dianoia è quasi esplosa nei nostri strumenti di rintracciamento, tu sei cresciuta man mano. Quando ti sei svegliata ti sei accesa di colpo, ma non c'è stato nessuno sbalzo, solo un'evoluzione rapida. Lei era molto distruttiva -
- Quindi sapevate già che era un'Astral! Perché non me l'avevate detto? - sbottai.
- Sapevamo che fosse un'Astral, non che facesse parte dell'associazione. Quando abbiamo iniziato ad accorgerci della crescita del tuo segnale nei nostri dispositivi, ti abbiamo tenuta d'ochio. Il tipo di energia che emanavi era insolito, abbastanza raro, e cresceva a vista d'occhio, ma armoniosamente, come se tu e quell'energia vi steste adattando l'una all'altra senza che il tuo cervello la sopprimesse o che essa ti soverchiasse fuoriuscendo dal controllo. Abbiamo visto una potenziale succeditrice di Alicia. La prima ipotesi era Dianoia, ma tu ci sembravi più adatta. Lei era troppo soggetta a sbalzi d'umore e tendenze violente per poter svolgere quel ruolo al meglio -
Spalancai la bocca per esclamare qualcosa, dalla sorpresa, ma riuscii a trattenermi. Non volevo attirare l'attenzione degli altri. Però non potei fare a meno di sentirmi un po' orgogliosa per essere vista da loro come possibile nuova Astral più potente in circolazione.
- A Dianoia non è andata giù, eh? Da come l'hai descritta sembrerebbe proprio il tipo da prendersela e pianificare vendetta! - sembrava quasi una battuta, dal modo in cui l'avevo detto. Mi morsi la lingua. Non era il caso di sembrare troppo allegra mentre mi raccontava della morte di sua figlia. Lui però non sembrò farci caso, e continuò tranquillamente.
- Infatti. S'infuriò, ci accusò di voler mettere una ragazzina sciocca e ingenua a dirigere gli altri Astral, ci maledisse e combattemmo contro di lei. Non ci fu un vincitore, perché lei se ne andò durante la battaglia, facendosi crescere un paio d'ali. Non l'abbiamo più vista, ma avevamo previsto una sua possibile rivendicazione al ruolo o ritorsione. Fu allora, per quella ragione, che fondammo l'Associazione come la conosci adesso. Con più personale, reclutamento più massiccio e organizzazione più rigida. Da quel momento, inoltre la quantità di demoni e mostri crebbe a dismisura. Aspettammo il momento giusto per metterti a conoscenza dei tuoi poteri, dovevi essere pronta. Non sapevamo, però, che lei nel frattempo si fosse infiltrata tra di noi con un nuovo nome ed un nuovo aspetto -
Mi sembrò che mi venisse dato un colpo alla testa con un martello. Qun nuovo nome ed un nuovo aspetto. Avrei potuto averle parlato senza saper nulla, per tutto quel tempo. L'idea mi fece accapponare la pelle. - E chi è? - domandai.
- Non lo sappiamo. L'unica cosa certa è che lei è una dell'associazione. Era particolarmente dotata per gli incantesimi di illusione e nella mutazione dell'aspetto esteriore di cose e persone. La maggior parte degli Astral qui presenti sono venuti dopo che lei se ne fu andata via, ma alcuni sostengono l'Astral Project già da prima -
Tutto sommato non ero poi così scioccata dalla sua rivelazione. Non mi ero certo aspettata di sapere tutto quello che c'era da sapere, né che fossero stati del tutto sinceri con me, quindi decisi di ignorare qualunque sensazione di fastidio potessi provare per le bugie che mi avevano detto al nostro incontro.
- Va bene, d'accordo. Non mi arrabbio con te. Una domanda: io e Dianoia siamo apparse nei vostri strumenti di rilevazione solo quando Alicia è scomparsa, quindi? -
- Sì, esatto. Pochissimo dopo, neanche due ore di tempo e già i miei colleghi stavano blaterando su due nuove Astral con grande potenziale. Io però non ero interessato alla cosa. Sai, subito dopo la sua morte, per un bel pezzo non ho più preso parte ad alcuna operazione. Me ne sono stato per i fatti miei finché non mi sono ripreso abbastanza da tornare in mezzo alla gente. Stare con voi Astral, devo ammettere, mi ha aiutato molto -
Avevo già sentito dire che la presenza di bimbi e giovani ragazzi aiuta a risollevare il morale, nei momenti problematici. Una mia conoscente l'aveva provato su pelle, per cui non stentai a credergli che noi splendidi e adorabili Astral avessimo contribuito alla sua ripresa.
- Avete cercato di scoprire cosa l'ha uccisa? -
- Sì, ma l'unica cosa che sappiamo è che probabilmente è stata una creatura infernale. Però è strano: l'ho vista massacrare bestie spaventose. Non voglio nemmeno pensare a cosa sia la creatura che l'ha sconfitta. Deve averla colta alla sprovvista, altrimenti non ci sarebbe riuscita. Era impegnata ad evocare qualcosa, richiede molta concentrazione -
Abbassai lo sguardo. La cosa che io avevo visto, che fosse una creatura infernale come lui diceva? Beh, aveva corna, coda e anche denti aguzzi, diceva lui. E occhi come braci ardenti. Un brivido mi attraversò la schiena. Solo ripensare a quegli occhi fiammeggianti mi faceva venire la pelle d'oca. Erano un concentrato di malvagità.
- Ho visto un po' quel mostro – confessai. Lui si fece subito attento.
- Davvero? E... che cos'era? - ecco, aveva gli occhi lucidi, e aveva iniziato a deglutire più rapidamente. Provai ad immaginare come dovesse sentirsi. Decisi che stavo meglio non sapendolo.
- Mah... una figura nera con due corna, una coda  da diavolo e occhi infuocati. Forse delle ali, non sono sicura. Era un'immagine un po' confusa. Aveva anche detto qualcosa, qualcosa del tipo “Eppure mi piacevate, lady Alicia” -
Mi si bloccò la frase successiva in gola. Ora che lo dicevo ad alta voce, e che avevo sentito il racconto di Simon, mi sembrò che si incastrasse un tassello mancante del puzzle. Certo, se fosse stato così avrebbe avuto senso. Quella belva, quelle parole che aveva detto, “Eppure mi piacevate, lady Alicia”, ora si fecero più chiare. Non Alicia, o ragazza Astral, ma lady Alicia.
Mi portai una mano sul petto, e sentii il battito cardiaco andare all'impazzata.
- Simon... - dissi con voce tremula – Credo... credo di aver capito cosa l'ha uccisa -
Simon scattò in piedi – Cos'hai detto? Che cosa hai appena detto?! - esclamò. Aveva lo sguardo acceso, un po' folle, e vidi una scintilla d'istinto omicida nei suoi occhi.
Ripensai alla figura dalla pelle perlacea nella pozza scarlatta vicino ad Alicia, al suo sguardo impaurito, e poi di nuovo a quella creatura demoniaca. Sì, ora sembrava tutto così ovvio che non mi capacitai di come non me ne fossi accorta prima, anche se razionalmente era più che naturale che non me ne fossi accorta.
- Dov'è Sebastian? - mi girai, cercando con lo sguardo il maggiordomo diavolo. Riuscii a trovarlo, immerso in un dialogo con alcune dei membri più anziani. Vicino a lei c'erano Sara, che sembrava tesa, e Giorgia, la quale al contrario stava ridendo spensieratamente. L'ultima volta che l'avevo vista, ricordai, sembrava traumatizzata dalla morte di Lulu, uccisa da Black Lady.
Iniziai a dirigermi a passo veloce e nervoso verso il demone, nonostante mi girasse la testa a causa del ritmo velocissimo con cui mi girava il sangue. Era stato lui, per tutto questo tempo. L'unico demone a far parte dell'associazione, aveva un'altissima affinità con Alicia, ma lei non volle stringere il legame. Invece si era cimentata in una seconda evocazione, e preso dalla gelosia lui l'aveva uccisa. Aveva senso, anzi, era perfettamente logico. Talmente logico e perfetto che mi sembrava fin troppo banale per uno come lui.
E poi, la comparsa mia e di Black Lady, pensai, doveva essere legata alla morte di Alicia, a giudicare dal tempismo con cui siamo apparse. E altrimenti, perché avrei avuto quelle visioni? Ma per qualche ragione, lui aveva scelto di stare con lei. Ecco come mai aveva fatto venire anche lui nell'altro mondo. Lui era la spia, lui aiutava a far entrare i mostri nell'associazione.  Provai un moto di disgusto.
Mi vide arrivare, e si girò con un odiosissimo sorriso stampato sulle labbra. Era lo stesso di sempre, ma mai come in quel frangente desiderai strapparglielo via tagliandogli la bocca con un bel coltello. Doveva aver letto la mia espressione, perché si fece serio, e mi guardò negli occhi, come volesse prevedere le mie intenzioni.
- Sebastian! - gli gridai, andandogli incontro. Lui invece non mi fronteggiò, ma gettò lo sguardo attorno a sé, e si allontanò digrignando i denti.
La gente si accorse che qualcosa non andava, e si scostò in massa al suo passaggio. Poi si mosse talmente veloce che nemmeno riuscii a vederlo, senza che gli altri si rendessero conto della situazione. Stavo per rincorrerlo quando lo vidi spostarsi, ma pochi secondi dopo dovetti bloccarmi.
Sebastian aveva fatto in tempo ad andare dall'altra parte della stanza, afferrare Grell per i capelli, tornare nel punto dov'era e premere un coltello sulla sua gola. Con l'altra mano allontanò le persone circostanti. Tutto questo ad una rapidità pazzesca, tanto che a malapena riuscii a vederlo muoversi.
Si sentirono diversi urletti e grida di stupore e paura, ma nessuno di questo lo fece distrarre. I suoi occhi rossi erano puntati su di me, come due fari. Il suo sorriso malizioso e un po' irritante era stato sostituito da un ghigno feroce.
- Sei più sveglia di quanto vuoi dare a pensare, fanciulla – mi disse – Non avrei mai immaginato che vi sareste resa conto così presto di come per ben due volte dei mostri sono penetrati nell'associazione, e di chi facesse sapere a Black Lady ogni informazione di cui avesse bisogno. Mi avete sorpreso -
Dovetti conficcarmi le unghie nei palmi delle mani per trattenermi dal saltargli al collo.
- Ti ho sorpreso, eh? Beh, spero davvero di sorprenderti ancora diverse volte! Da cosa hai capito che sapevo di te prima che ti raggiungessi? -
Lui rise, ma era una risata velenosa – Dal vostro sguardo. Perdonatemi, ma le vostre emozioni sono piuttosto facili da leggere, lady -
Un ringhio si levò alle mie spalle – Quindi sei stato tu, parassita, ad uccidere la mia Alicia? - la voce di Simon uscì come un sibilo, scandendo ogni parola. Lo vidi, con la coda dell'occhio, estrarre una lama dalla cintura. Stava per scagliarsi contro il demone, e l'avrebbe fatto se non l'avessi afferrato con tutte le mie forse per la vita.
- Fermati, Simon! Stagli lontano! - borbottai a fatica.
Sebastian annuì in segno di approvazione – Faresti meglio ad ascoltare la ragazza, signor fondatore. Questo coltello è come una Death Schyte, può uccidere anche gli dei della morte. Provate a muovervi, e sgozzo il mietitore effeminato -
- Non dargli ascolto, uccidetelo! - ansimò Grell – Non muoio così facilmente! -
Diceva così, però io non ero la sola facile da leggere. Non poteva nascondere il fremito nella sua voce, né il tremore che lo stava attraversando. Era atterrito, perché non era quasi mai capitato che uno shinigami corresse davvero il rischio di perdere la vita.
- Zitto – gli intimò Sebastian. Un piccolo segno cremisi ora spiccava sulla pelle diafana del semidio, e presto due goccioline di sangue colarono lungo il suo collo. Il contrasto tra i due colori era così forte che nessuno nella stanza poté non vederle.
Un sottile singhiozzo, così lieve che magari non se ne accorse nessuno a parte me. Quel lieve, impercettibile suono, però, mi tagliò la testa in due. Mi formicolarono le dita. Una valanga di emozioni mi travolse, lasciandomi scossa. Una forte e prepotente cascata, un misto di terrore, sbigottimento, confusione e angoscia. Mi ero quasi dimenticata degli effetti del legame, e non potevo immaginare che fosse così sconvolgente. A distogliermi però fu un'altra delle sfumature di quel ciclone, un filamento molto meno turbolento e gelido. Riuscivo quasi a sentirlo fisicamente. Era tiepido, si muoveva con molta più dolcezza, mi si avvolgeva attorno dapprima lento, e poi guizzando. Mi sussurrava che non importava cosa mi facessero pensare le altre emozioni, che non dovevo dare retta a quelle. Che dovevo fare ciò che era giusto, e uccidere il demone.
Furono proprio quei bisbigli a farmi decidere definitivamente di non farlo. Quella voce era l'emozione che lo portava a preferire la propria morte alla fuga di Sebastian, che voleva che lo attaccassi ora che aveva poche possibilità di fuga, piuttosto che cercarlo successivamente con maggiori rischi di sconfitta. Era la voce che non voleva mettermi in pericolo, e che se anche dall'esterno era invisibile e lasciava dominare il panico, all'interno teneva tutto ciò sotto controllo. Era amore.
E anche se mi diceva così, non potevo dargli retta. Anzi, era proprio per quel motivo. Come poteva anche solo passargli per l'anticamera del cervello che dopo aver pensato una cosa del genere io sarei riuscita a sacrificarlo? Che idiota!
Desiderai davvero distruggere il demone. Mi giurai che l'avrei fatto. Ma non in quel momento, quando rischiavo di far uccidere la persona che amavo di più. Avrei atteso, tutto il tempo necessario. Ma mi sarei vendicata assolutamente.
- Un messaggio di Black Lady – disse all'improvviso il maggiordomo – Vuole che tu la raggiunga nel suo palazzo il prima possibile. Intende fare i suoi omaggi alla sua più grande rivale, e avere una sfida faccia a faccia con voi -
- Dove lo trovo, il suo covo malvagio? - ribattei, senza risparmiargli uno sguardo sprezzante.
Lui fece un'espressione a metà tra il sorrisetto fastidioso e il ghigno crudele di poco prima.
- Oh, lo saprete. Vi basterà osservare -
Indietreggiò fino a raggiungere il portone d'uscita. Lo spinse con la mano continuando sempre a tenerci sott'occhio. All'inizio corse, poi credo si alzò in volo, e in men che non si dica si dileguò. Portando Grell con sé.
Un silenzio tombale calò tra gli Astral. Fu Simon a romperlo.
- Uccidilo, Sofia. Uccidi lui e quella dannata strega che lo comanda -



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Note:
Mi auguro davvero che non ci siano fan di Sebastian tra le lettrici. Non perché mi penta di averlo fatto diventare il cattivo, ma perché mi dispiacerebbe sul serio che qualcuna a cui lui piace ci rimanesse male. Io non odio Sebastian, mi irrita solo un po' a volte, e gli è dovuta una buona dose di disapprovazione per il fatto che lui abbia alzato le mani sul mio Grell, ma in questa fanfiction mi è venuto semplicemente naturale dargli quel ruolo. Non l'ho fatto apposta, la storia si è inventata da sola.
Tanti baci a chi continua a seguire questa follia, e doppia dose a chi mi ha anche recensita!
Sofyflora98
   
 
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