Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Irian    22/07/2015    2 recensioni
(ho cambiato l'anteprima)
Elsa e Anna non erano mai state delle sorelle incredibilmente unite.
Certo si volevano bene, si aiutavano se c’era bisogno, ma non si raccontavano i segreti o cose del genere, non erano come due amiche.
Anna sperava che quel viaggio le avrebbe avvicinate; certo prima Anna era indispensabile per Elsa e viceversa, ma andare a vivere insieme poteva renderle inseparabili.
Invece le aveva solo divise.
(AU! Kristanna)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è per quella persona
 a cui non so se voglio bene,
che mi ha creato un sacco di dubbi, e effettivamente
ancora non so: se mi abbandonasse,
soffrirei?
 

 
 
 
 
Who am I?
Will I?
Be defined by this curse I hold inside?
Should I?
By deprived of the life, that I deserve,
just because life threw me a curve?
I’m just a girl…
Posò lo sguardo fuori dal finestrino,
cercando di dimenticare, cercando di dimenticare dove stava andando,
cosa stava facendo, ma soprattutto, cercando di dimenticare chi era.
Chi era?
Anna, solo Anna, solo una ragazza che ama recitare e che ha i capelli rossi, non una figlia illegittima, non la figlia di una zingara.
Era da sola, senza Elsa, né Kristoff, né Miranda; in quell’aereo che l’avrebbe dovuta riportare in Norvegia, quell’aereo che l’avrebbe portata a casa.
Il viaggio era lungo e Anna non faceva altro che pensare.
Chi sono? Cosa ero? Elsa, mi vorrà ancora? Mia madre, chi è? Mio padre, la amava? Mio padre, amava Iduun?
Più il tempo andava avanti, più le domande continuavano ad aumentare, mentre Anna avrebbe voluto solo riposare.
Si strinse nella sua camicia bianca e cercò di ascoltare un po’ di musica per rilassarsi.
Fuori dall’aereo il paesaggio stava mutando.
Le sfumature plumbee del cielo si mischiavano con le nuvole di un rosa leggero, sembrava un quadro quello che adesso le si presentava davanti.
A guardarlo, tutti i suoi problemi sembravano molto molto più piccoli, all’improvviso si mise a ridere tra sé e sé, pensando a quante possibilità avrebbe avuto adesso, adesso che era libera, che stava andando in un nuovo posto e sarebbe potuta essere chi voleva.
Quando atterrò, vide un uomo sventolare un cartello con sopra scritto il suo nome, era un uomo alto, minaccioso, con i capelli nero corvino e degli abiti sporchi e grossolani.
La trascinò a bordo di una macchina e per tutto il tempo, Anna ebbe paura, molta paura di quell’uomo.
Arrivarono ad un campo delimitato da una staccionata, ospitava tende con teli, campi coltivati, una piccola foresta e un grande falò acceso.
“Anna!” urlò una donna, la vide correrle e stringerla forte
“Oh bambina mia! Come sei cresciuta! Sei bellissima” disse lei accarezzandole il viso
“Ah…a proposito…io sono Esmeralda, e so che adesso ti sembra difficile da credere ma…sono tua madre” Anna sorrise e disse “Sono felice di averti conosciuta”
Esmeralda annuì “Ti presento gli altri” disse indicando le persone sedute attorno al fuoco “Loro sono Arya, Beatrice, Edward, John, Riccardo, Cindy, Andrea, Wendy, Erin e l’omaccione che ti ha accompagnata è Bernard, sembra burbero ma ha un cuore d’oro”
Escluso Bernard, erano tutti ragazzi della sua età, che a quanto le spiegarono, aiutavano Esmeralda nelle faccende varie per mandare avanti il loro campo.
“So che per te è stato un lungo viaggio e che ti ci vorrà un po’ per ambientarti, ma noi da adesso in poi saremo la tua famiglia, loro sono come dei figli per me e saranno come fratelli per te, ti proteggeranno e ti daranno il loro supporto, benvenuta tra noi” disse Esmeralda
“Anna! Anna! Anna!” i ragazzi stavano battendo in terra dei boccali pieni di birra e stavano gridando il suo nome.
Mangiò, chiacchierò, intonò persino qualche ballata nelle vecchie lingue nordiche, e per una volta, una singola volta, Anna credette di sapere chi era.
 
La mattina dopo, si trovò a preparare uno stufato di carne alle erbe per cena insieme a Esmeralda.
“Allora…tu e mio padre…come è successo? Insomma, non intendo in quel senso, ma più che altro, come faceva Iduun a non saperne nulla, dopotutto è lei che mi ha cresciuta come una madre”
“E’ una lunga storia, Anna, ma ti racconterò tutto:
ecco, dopo la nascita di tua sorella, qualche anno dopo, tuo padre venne da me, al locale dove lavoro. Era stanco e ubriaco, e beh, insomma, dopo un paio di mesi mi accorsi che ero rimasta incinta.
Io non potevo crescerti, all’epoca eravamo solo io, Bernard e Riccardo, come avrei potuto? Così pregai ad Agar di portarti con lui, di crescerti dandoti il suo cognome, come fossi figlia s ua e di Iduun.
Per i primi tempi Iduun seppe tutto e sopportò in silenzio la tua presenza, ma, vedendoti crescere, non riuscì più ad accettarti come sua figlia biologica, cosa che non eri.
Voleva ripudiarti e tu saresti finita a vivere con me, che non potevo darti niente.
Tuo padre non potè fare altro che portarti da me; quella sera però, prima di lasciare la casa, successe qualcosa.
Iduun sbattè la testa e perse la memoria degli ultimi anni, Agar, per il tuo bene, pensò di non raccontarle di me, e di dirle che quella era sua figlia. Tutto questo finchè non tornò a regnare la monarchia, Agar disse tutto a Iduun, e insieme decidemmo che saresti stata più al sicuro qui, con me”
“Tu lo amavi? Insomma, era solo un fuoco di paglia o era vero amore?”
“Anna…cosa ne sai tu del vero amore?”
“Hai ragione…non so niente”
“Nemmeno io tesoro, non so nemmeno se esista” sorrise
Quella sera fu diversa, non scese alcuna lacrima dagli occhi di Anna, e anche se si sentiva persa senza sua sorella, sapeva che non sarebbe mai più tornata a casa.
Quella era la sua casa.
 
 
Angolo dell’autrice
Buonsalve.
Comincerò con le cose strappalacrime.
Allo scorso capitolo abbiamo raggiunto le 25 recensioni, ed è qualcosa tipo, che, io, beh, non ho proprio parole.
Siete tipo troppo carini e dolci, e io vorrei tipo abbracciarvi tutti (ripeterò la parola “tipo” un sacco di volte, lo faccio quando sono in imbarazzo, e io sono in imbarazzo quando le persone mi rendono felici), ma beh, non posso.
Vi ringrazio per tutto l’appoggio che mi date, sappiate che vi ammiro.
A ognuno di voi.
Ammiro la vostra voglia di scrivere, di andare avanti, di lottare, so che ci mettete il cuore in ogni parola delle vostre storie o in ogni parola che spendete per me, e io non so davvero come dirvi grazie.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE.
*okaaaay ce la posso fare*
In questo capitolo ho spiegato un pochino meglio questa storia di Anna, spero di essere stata esaustiva, perché in effetti io ero partita con quella bellissima idea e poi, vabbè, c’erano dei buchi di trama abbastanza grandini.
Sto lavorando ad una nuova long (ma prima finisco YMMR, don’t worry) un po’ particolare e fuori dai miei standard.
IRIAN LOVES YA
 
 

 
  
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