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Autore: Letizia25    23/07/2015    2 recensioni
C'è Michael che riceve amore da chi crede di non volere.
E c'è Becky che nonostante tutto non versa mai una lacrima perché si vuole troppo bene.
C'è Lara che non riesce ad aprirsi abbastanza.
E c'è Ashton che si sente solo perché è anche troppo sincero.
C'è Nina che pensa troppo e che ogni tanto vorrebbe prendersi una pausa.
E c'è Luke che ha bisogno di qualcuno che riempia il suo vuoto.
C'è Calum che è troppo paziente per tante cose.
E c'è Karen che è la più testarda di tutti.
*
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=y5HUGJ0iRm8
*
Sequel della mia One Shot Imprevedibile di cui consiglio la lettura.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A volte va così'
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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Nameless_Sam, una mia amica :).
Si chiama Can you keep me safe tonight? e la trovate sul suo profilo.
Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate, ci fareste felicissime, sul serio!
Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=6SIgzZVoKfs
e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3192273&i=1). 
Buona lettura!


11.
Feriti



È la fine di luglio. Sono passate due settimane da quando Nina e Karen hanno discusso. E la castana ancora non riesce a capire perché sia successo. Non riesce a capire la sua migliore amica, la sua rabbia, le parole dure che le ha rivolto. Sa che Karen era ubriaca quella sera e sa che se fosse stato un altro momento, la discussione non sarebbe degenerata fino a quel punto. Però… Sa anche che in vino veritas. Ed è questo che le fa più male: il fatto di sapere che tuttavia Karen un po’ quelle cose le pensa sul serio, su di lei e su di Luke.
E adesso Nina non sa più che cosa fare per riparare quella situazione in cui avrebbe preferito non trovarsi.
Sospira e si sistema un po’ meglio gli occhiali da sole su naso. Fa caldo quel pomeriggio, soprattutto ai tavolini posti fuori da Starbucks su Long Acre. Grazie al cielo ci sono gli alberi sul viale, altrimenti sarebbe stato pressoché impossibile sopportare quelle temperature al di fuori della norma per il clima inglese.
Finisce di bere il suo cappuccino, poi va alla casa e fa per pagare, quando una voce alle sue spalle la fa sussultare per l’improvvisa sorpresa. «Nina!»
La ragazza si volta e sorride, sinceramente felice di vedere l’amico. «Ciao, Hood.»
«Posso offrirti la colazione?» chiede lui sorridendo ed indicando il portafogli della castana.
Lei scuote la testa, divertita. «Già fatta.»
«Però pago io lo stesso.»
E Nina ribatte, ribatte così tante volte quasi da perdere la voce. Ma Calum non demorde e paga lui per entrambi, dato che un cornetto al cioccolato non si rifiuta mai, neppure di pomeriggio.
«Devi smetterla di fare così quando mi vedi. Sai che mi dà fastidio!» esclama divertita Nina una volta che escono dal locale, diretti a Covent Garden Market.
«Lo so, però lo faccio lo stesso perché ti voglio bene.»
L’altra ride. Dopotutto, Calum rimarrà sempre Calum. E Nina non potrebbero chiedere niente di meglio.
«Leccaculo.»
«Ingrata.»
«Scemo.»
«Triste.»
A quell’aggettivo, Nina si ferma all’improvviso in mezzo al marciapiede, con il cuore che batte forte nel petto e gli occhi che pizzicano un po’. Perché gli effetti della discussione che ha avuto con Karen tornano a farsi sentire e non sa più da che parte cominciare per affrontarli.
«Cosa?»
Calum le si fa più vicino e la abbraccia forte. Perché non vuole pensare alla sua discussione con Luke, dato che si sente una merda ogni volta che se ne ricorda anche solo una piccolissima parte; e di lasciarsi andare ai sensi di colpa, non ha alcuna voglia; perché sa che il torto di quella situazione in cui sono entrambi è solo suo, e sa di meritarsi tutta la colpa, perché Luke non gli ha fatto niente. E si dà del cretino, del coglione ogni volta che può. Perché ha rovinato ogni cosa.
Abbraccia Nina anche perché tra loro otto le cose alla fine non riescono mai a restare segrete a lungo, soprattutto non quando le ragazze litigano, dato che è un evento più unico che raro. E il moro sa quanto Nina tenga a Karen e in quei giorni non gli è passato inosservato quanto la sua migliore amica sia giù per tutta quella storia. Ecco perché quel pomeriggio, non appena l’aveva vista seduta ai tavolini, l’aveva raggiunta. Perché sa quanto Nina abbia bisogno di parlare, quando sta male. E lui spera che la castana si apra con lui. Perché vuole aiutarla. Dopotutto è la sua migliore amica da tutta una vita e il minimo che può fare per dimostrarle quanto bene le voglia è starle vicino quando sta male.
«Non fare la finta tonta, Nina. Tutti sappiamo di te e di Karen.»
A quelle parole, la ragazza sospira e stringe a sua volta il moro, come a voler mandar via almeno per un po’ quella sensazione di vuoto, di abbandono, che Karen le ha procurato nella frazione di un secondo.
«Mi… Mi manca.»
Lui sorride dolce e le accarezza la testa. «Lo so, Nina. Lo so.»
Lei tira in su con il naso e si scosta da lui, passandosi una mano sul viso, come a voler capire almeno una cosa di tutto quel macello in cui è andata a ritrovarsi senza sapere come. Un macello a cui forse basterebbero poche parole per rimediare all’incomprensione di Karen. Perché Nina non l’ha mai lasciata in quel periodo, l’ha sempre aiutata e sostenuta con Calum, ha sempre ascoltato i suoi pianti a telefono a notte fonda, le ha sempre dato un aiuto in ogni situazione. Quindi Karen non può dire che non le frega niente di lei. Perché tutti sanno che non è così. Tutti sanno quanto bene Karen e Nina si vogliano.
Solo che sembra che la mora non lo sappia.
Ed è questo che alla castana fa davvero, davvero male.
«Cazzo, vorrei sapere che cosa le ho fatto!»
«Allora siamo in due.»
E Nina si ritrova a sorridere un poco, nonostante tutto. Perché che Calum tenga a Karen è palese. E sa che quei due sarebbero perfetti insieme, se solo la sua migliore amica si aprisse un po’ di più. Per questo mette da parte il suo problema con Karen e aiuta Calum a capire. In fondo glielo deve, per ogni cosa che ha fatto per lei, aiutandola senza neppure rendersene conto sul serio.
«Ha paura, Cal.»
Lui sospira stanco e si passa una mano sul viso. «Me lo hanno detto tutti. Vorrei solo sapere di cosa.»
«Di innamorarsi di nuovo.» 
«Ma perché?!» esclama il moro, esasperato. Perché ha capito che per Karen cose simili sono difficili da affrontare, ha capito che le serve del tempo, ha capito che praticamente non si fida di nessuno, però… Perché tenere tutti a distanza in quel modo, restando così sola, chiusa in quel dolore che Calum vorrebbe solo toglierle da dentro il cuore.
Nina lo guarda, attentamente. E non può fare a meno di convincersi che, sì, Calum è il ragazzo giusto per Karen e che merita di sapere quella parte del passato della mora che sicuramente la diretta interessata non dirà mai. E lo sa, Nina, che dovrebbe essere Karen stessa a parlarne con Calum. Però la conosce, come le sue tasche, e sa che una cosa simile non capiterà mai, neppure se fosse la fine del mondo.
«Lei ha sempre avuto una cotta stratosferica per te, Calum., fin dalla prima superiore.» comincia allora a raccontare, e subito lo lascia senza parole; perché mai lui si sarebbe potuto aspettare una dichiarazione simile, lui che va dietro a Karen dallo stesso anno. «Solo che… Ti ha sempre visto come qualcosa di impossibile e… Sai com’è, chiodo schiaccia chiodo–»
«Chiodo scaccia chiodo?» chiede lui, non capendo, interrompendola.
Lei sorride di nuovo e gli bacia la guancia per poi continuare. «Ha conosciuto altri ragazzi per dimenticarti… E alla fine si è innamorata di Nate… Cioè, Nathan Ward… E poi al resto credo che tu possa arrivarci anche da solo. Voglio dire, il puttaniere più famoso della scuola, chi non lo conosce?»
E a Calum basta un secondo per mettere tutti i pezzi al loro posto, per capire il perché Karen si comporti così con lui, per prendere quella decisione che avrebbe dovuto tentare molto tempo prima. E capisce cosa avrebbe dovuto fare fin da subito. Doveva continuare a combattere per Karen invece di arrendersi, invece di buttare la spugna. Spera solo che non sia troppo tardi per riprovare.
Punta i suoi occhi scuri in quelli grigi dell’amica e le sorride raggiante, prima di baciarla sulla fronte e stringerla forte. Perché senza Nina, come farebbero tutti loro?
«Grazie.»
Lei sorride felice e lo abbraccia a sua volta, fiduciosa nel fatto che andrà tutto bene. «Fa quel che devi.»
 
«Hai una pessima cera, lo sai Ash?» lo saluta il biondo – andato dal riccio per fare quattro chiacchiere proprio con lui, per aiutarlo almeno un po’ a risolvere la strana situazione in cui lui e Lara sono andati a trovarsi – non appena entra in camera dell’amico per lasciarsi cadere sul letto, mentre il riccio è dietro la batteria, le bacchette in mano, gli occhi stanchi, spenti e lucidi.
«Sai che novità.» commenta atono e posa quel che ha in mano, perché tanto sa che quel pomeriggio non riuscirà a suonare niente di niente, perso com’è a cercare di togliersi Lara dalla testa, invano. «Tu non sei da meno, lo sai vero?»
Il biondo sospira, ma non risponde. Ha così tanti pensieri per la testa che vorrebbe solo scappare, anche solo per poco, per poter mettere ordine, per poter vedere tutto da una luce diversa, a mente più lucida. Pensieri che riguardano soprattutto Cal e la discussione che hanno avuto ormai parecchi giorni prima e a cui preferisce non pensare, non ancora. Perché non si sarebbe mai aspettato una cosa simile da Calum, proprio no, non dalla persona che lo conosce meglio di chiunque altro e con cui ha condiviso tutta una vita, ogni sogno, ogni fatica, ogni speranza, ogni sconfitta. Fa male quello schifo di situazione. E Luke… Non riesce in alcun modo a spiegarsene il perchè
Ride piano, quasi volesse alleggerire la tensione, la tristezza, per tranquillizzarsi; e mette le mani dietro la nuca per stare più comodo e per allontanare i brutti pensieri, cambiando argomento, che forse per adesso è la cosa migliore da fare. «Se è a causa di Lara, io ti consiglio di provare fino a che non ci riesci. Si vede lontano un miglio che siete fatti l’uno per l’altra.»
«Ma che cazzo spari?» sospira l’altro alzandosi dallo sgabello e avvicinandosi alla finestra di camera sua, da cui riesce a vedere bene gran  parte della città. Non ha voglia di affrontare l’argomento, è stanco di batterci sempre la testa senza riuscire ad arrivare ad una soluzione, ad un finale che sia quello definitivo. Vorrebbe tanto stare con Lara, vorrebbe capirla, vorrebbe sapere che cosa le succeda. Però lei lo respinge ogni volta, e lui non sa più che cosa fare per farle capire che non vuole farle del male in alcun modo. Vuole solo proteggerla e amarla come merita di essere amata.
«Dai Ash, non puoi negarlo!» esclama il biondo mettendosi seduto.
«No, non lo nego, ma a questo punto vorrei che non fosse così.»
«Perché?»
A quella domanda, Ashton sospira e si passa una mano tra i capelli ricci, come a voler allentare tutta quella tensione che sente addosso e da cui non riesce a liberarsi in alcun modo. «Perché non andiamo avanti, le poche volte che parliamo ci ritroviamo a discutere. E io sono stanco di continuare in questo modo.»
Luke scuote piano la testa e si alza dal letto, per avvicinarsi all’amico, e gli posa una mano sulla spalla, come a volerlo sostenere. Perché il biondo, Ashton lo capisce, lo capisce bene. In fondo tra lui e Nina è stato così, nessuno di loro due ha mollato ed ora sono finalmente una coppia, e non potrebbero chiedere niente di meglio. Capisce Ashton perché sa che il primo passo è sempre quello più difficile, in ogni situazione. Per questo il suo migliore amico non deve preoccuparsi, perché ci passano tutti da quel punto, prima o poi, anche se in modi diversi.
«Dai, sono sicuro che si sistemerà tutto.»
«Tu dici?» chiede Ashton speranzoso, perché sul serio non vede l’ora che quella situazione stancante cambi.
Luke sorride rassicurante ed annuisce convinto. «Però non dovete mollare, né tu, né lei. Perché è palese che le ti voglia bene.»
«E allora perché mi tiene lontano?!» esclama il riccio in risposta. Perché quelle cose su Lara gliene hanno dette tutti. Il punto però rimane sempre quello: perché non gli permette di avvicinarsi a lei?
L’altro sospira. In fondo lui Lara non la conosce benissimo, però è un attento osservatore, e il modo in cui la rossa guarda Ashton ogni volta che sono insieme è inconfondibile. Si capisce quanto Lara tenga al suo migliore amico, si capisce quanto bene gli voglia.
«Forse perché è spaventata.»
«Da cosa?»
Luke scuote la testa. È quello il problema: nessuno di loro ha idea di quello che blocca Lara e quel che prova.
Ashton sospira e chiude gli occhi, come a voler mettere in ordine le idee, come a voler trovare almeno una risposta a quei Perché? che non riesce ancora a capire da solo.
«Non, mollare, va bene?»
«Va bene.»
Luke ride di cuore e dà all’altro una pacca sulla spalla. L’altro sorride e sospira.
E si decide a non mollare, Ashton. Perché sa per certo che Lara vale la pena.
 
Becky è stesa sul tappeto morbido di camera sua da quella che ormai è una mezz’ora buona. La musica accesa a volume così basso da essere appena udibile. Il respiro lento e regolare. Gli occhi lucidi e stanchi, da cui non smettono di cadere lacrime grosse e salate che le rigano il viso e bruciano, fanno male. Lacrime dovute al fatto che Michael l’ha lasciata, dopo due mesi di relazione andati molto meglio di quanto si sarebbe mai aspettata con uno come lui. Lacrime che esprimono tutto quel grandissimo casino che Becky non riesce a descrivere a parole. Lacrime che mostrano il senso di vuoto, di abbandono che Michael le ha lasciato in mezzo al petto al posto del cuore. E l’unica domanda che le ronza in testa da due settimane è un Perché? flebile, insicuro, triste, come lei, che proprio non riesce a capire perché Michael debba vedersi come uno “non abbastanza” per lei. Lei che è l’unica ad avere il diritto di decidere cose simili per la sua vita.
Sospira, perché vorrebbe tanto scomparire, per non dover sentire dentro tutto quel dolore che non riesce a capire. Perché quelle poche lacrime che stanno scendendo dai suoi occhi sono solo una misera parte di tutto quel che sente dentro. Un tutto che non riesce a far uscire, non ancora.
E vorrebbe andarsene proprio in quel momento, lasciando tutto e tutti, se non fosse che il suo cellulare ha appena iniziato a squillare, riportandola con i pensieri e con le emozioni sulla terra.
«Becky?»
Non appena la bionda sente la voce timida e insicura di Lara dall’altra parte del telefono, si allarma. Perché la rossa non cerca mai nessuno quando ha qualcosa che non va. Se l’ha chiamata vuol dire che la cosa è davvero grave, e Becky non ha la benché minima idea di che cosa aspettarsi da quella telefonata. Per questo cerca di accantonare i suoi problemi con Michael e di concentrarsi sulla sua migliore amica, sperando che non sia accaduto niente di grave.
«Ehi, Davis, che succede?» chiede subito, senza tanti giri di parole. Perché Becky si comporta sempre come una sorella maggiore con Lara, prima di tutto perché è più grande della rossa di un anno. E poi perché sa quanto sia difficile per la sua amica superare i problemi. Perché, nonostante tutta la forza che ha dentro, non sa mai come e cosa fare per poter affrontare le cose. Per questo si chiude in se stessa, l’unico modo che ha per proteggersi.
«Io… Ho rovinato tutto…» sospira l’altra che, nella sua stanza, si lascia cadere sul letto e sospira stanca per quella situazione che tanto vorrebbe cambiare ma che ha paura di affrontare, semplicemente perché non sa come potrebbe finire il tutto se si azzardasse a fare anche un solo passo nel buoi. Un passo che ancora non riesce a compiere a causa di quella paura insensata che la blocca, completamente.
«Parli di Ash, vero?» domanda ancora la bionda, che non ha avuto bisogno di tempo per capire a che cosa si stesse riferendo la sua migliore amica. Quei due sono una delle tante incognite che Becky proprio non riesce a capire: Lara che scappa e Ash che ancora non morde. Più che altro, alla fine è solo al sua amica l’incognita che la bionda non riesce a capire del tutto nonostante la conosca meglio di se stessa. Non capisce di cosa Lara dovrebbe avere così tanta paura.
L’altra sospira e a Becky basta come risposta. Ma a Lara no.
Perché quella volta, dopo tanto, troppo tempo, Lara ha bisogno di sfogarsi un minimo con qualcuno. E non le importa se quel qualcuno non riesce a capirla neppure un po’; solo… Le basta poter ripulire la mente da tutti quei dubbi e quei pensieri che non fanno altro che assillarla da tutta una vita e da cui non riesce a liberarsi.
«Non… Non faccio altro che tenerlo lontano anche… Anche se gli voglio troppo bene… E lui… Lui non lo merita…»
A quella confessione, Becky si ritrova a sorridere piano, intenerita dalla preoccupazione della sua migliore amica verso quel riccio che – la bionda n’è sicura – è la cosa più bella che potesse capitarle.
«E allora perché continui a fare così?»
Lara abbassa lo sguardo, cercando di non piangere per quei sensi di colpa che non riesce più a sopportare e che le appesantiscono il cuore secondo dopo secondo. Non vuole ferire Ashton per nessuna ragione al mondo, ma non vuole neppure doversi ritrovare a raccogliere di nuovo i pezzi del suo cuore se tra loro due le cose dovessero andare male. Non ce la farebbe un’altra volta.
«Perché… Ho paura, Becky… Non voglio che vada a finire male…»
«Ma se non ci provi non lo saprai mai.» le consiglia allora la bionda, la voce intenerita e dolce. Perché forse Becky sta finalmente capendo qualcosa di più sulla sua migliore amica.
«Non ci riesco.» ammette la rossa. Anche se poi quella non è la verità, ed entrambe le sanno bene. Però Becky lascia correre, per adesso. Preferisce aiutare l’altra a prendere la decisione più giusta. Vuole aiutarla a buttarsi in quel qualcosa con Ashton che – la bionda ne è assolutamente convinta – le farà soltanto bene.
«Se tieni davvero ad Ashton, sono sicura che un modo lo troverai.»
 
Michael Clifford non sa di preciso da quanto tempo sia seduto in quel bar, con il caffè che ormai si sarà anche completamente raffreddato. Ma a lui non importa, non adesso. Non quando Becky è il suo chiodo fisso, un chiodo che vorrebbe tanto togliersi dalla testa. Perché si sente uno schifo, e sa che è tutta colpa sua se ogni cosa è andata a puttane nella frazione di un secondo, lasciando con solo un pugno di polvere in mano.
Sospira e si passa una mano sul viso, come a voler allontanare i brutti pensieri anche solo per pochi secondi.
Becky gli manca, peggio dell'aria. Però sa di aver fatto la cosa migliore lasciandola andare e permettendole di stare con qualcuno sicuramente migliore di lui. Ha addirittura evitato ogni messaggio ed ogni chiamata da parte della bionda per aiutarla. O almeno così crede lui, mentre il cuore gli fa sempre più male.
Perché non credeva che stare senza di lei potesse fare così male. Non avrebbe mai creduto di potersi affezionare in quel modo a qualcuno. Soprattutto, non avrebbe mai pensato di ritrovarsi ad essere felice così tanto con quella bionda che all'inizio non riusciva a sopportare – ed il perché di preciso non lo sapeva neppure lui.
Avrebbe… Avrebbe solo preferito essere una persona migliore, per poter stare con Becky, per poterle date quel che merita e che lui non potrà mai darle. Però sa che non si può pretendere la luna né tanto meno le stelle. Per questo ha preferito farsi da parte, pur di non legarla ad una causa persa come lui.
«Mike!»
La voce di Karen dietro di lui lo fa sobbalzare per la sorpresa.
«Dawson.»
«Come mai quella faccia triste?» chiede la mora, diretta e poco delicata come suo solito, il tono strafottente.
Un tono che tuttavia nasconde ben altro: preoccupazione, ansia, timore, paura, tutte emozioni concentrate verso quell’uniche persone che Karen non avrebbe mai voluto ferire, in alcun modo; tutte emozioni concentrate verso Nina e verso Calum. E si maledice, per quel che ha fatto e che ha detto e per quei sensi di colpa che non le lasciano un attimo di pace, quando invece è proprio la tranquillità di cui avrebbe bisogno, almeno in quel momento, per cercare di risolvere tutto. Si maledice perché sa che non dovrebbe avere paura dei suoi sentimenti per Calum e sa che gli deve almeno delle spiegazioni per quel suo comportamento da vera stronza, perché lui non si merita un trattamento simile da parte sua. E poi… La sua cazzata più grande è stata riversare tutta la sua rabbia su Nina due settimane prima, rovinando ogni cosa, ferendo una delle poche persone che le è sempre stata accanto fin da subito. Perché la sua migliore amica non si meritava quelle parole dure, piene di invidia e di rabbia, due sentimenti ingiustificati se visti sotto una mente più lucida. Ma quella sera Karen non era lucida; unite l’alcol all’angoscia e al senso di totale impotenza ed il gioco è fatto, un gioco che porta solo distruzione tutt’intorno. Un gioco che forse le ha portato del tutto via una delle sue amiche più care.
«Brutti pensieri… Credo che per te sia la stessa cosa.» risponde il ragazzo, attirando l’attenzione di lei.
«Come–?»
«Andiamo, non mi dirai che va tutto bene. Perché si dà il caso che Calum distrutto lo veda io, non tu.»
«Senti chi parla. Becky è a pezzi per colpa tua.»
E dopo quelle parole, il silenzio tra i due regna sovrano per un tempo che pare senza fine. Perché entrambi sono testardi, entrambi hanno paura, entrambi sono a conoscenza di quello che stanno facendo passare alla persona più importanti delle loro vite. Entrambi stanno combattendo contro quei sensi di colpa disumani che li stanno schiacciando, lentamente, quasi godessero del loro dolore.
«Scusa.» ammette la mora con tono stanco, passandosi una mano sul viso e facendo sorridere Michael, che un po’ ha imparato a conoscerla – e sa che lei non è cattiva, ma solo molto impulsiva – e che «No, scusa tu.» ammette a sua volta, procurando un lieve sorriso sulle labbra della ragazza.
«Forse dovremmo mettere a posto le cose, tu che dici?» aggiunge lui, finendo il suo caffè in un sorso.
Karen sospira ancora. «Pensa che ho pure litigato con Nina.»
«Nina?!»
«Già.»
E di nuovo il silenzio fa da padrone tra loro due. Per Karen che ancora si incolpa per ogni brutta parola rivolta all’amica che le fa nascere dentro sensi di colpa sempre più grandi. Per Michael, che proprio non avrebbe mai potuto pensare a qualcosa di simile tra le ragazze, soprattutto non Nina e Karen, che si conoscono da tutta una vita, proprio come Luke e Calum.
«Ti sei messa in un bel casino.»
«Lo so.» asserisce lei, la voce bassa, gli occhi lucidi e le mani che tremolano. Poi i suoi occhi scuri incontrano quelli verdi e rassicuranti di Michael.
Ed è un attimo, prima che le braccia del ragazzo la stringano forte in un abbraccio di cui Karen necessitava da troppo tempo ormai; un abbraccio che sembra voler dire: “Non preoccuparti, io sono qui, ti aiuto e non ti lascio”; un abbraccio che almeno per un istante non fa pensare a tutti e due di essere un fallimento continuo; un abbraccio che – senza parole – dimostra quanto quei due si vogliano bene e quanto si capiscano anche non conoscendosi poi così bene. Un abbraccio che dimostra che non tutte le amicizie nascono nello stesso modo.
«Andrà tutto bene, Karen, okay?»
Lei annuisce stanca e lo stringe più volte, come a volerlo ringraziare per un qualcosa che di preciso non riesce a capire neppure lei, con tutto quel casino che si ritrova in testa e con tutte quelle emozioni contrastanti a gravarle sul cuore troppo stanco per reagire.
«Lo spero, Mike. Lo spero davvero tanto.»
Lui sorride tranquillo e le accarezza la testa. «Butta fuori le palle, Dawson!» esclama poi, facendola ridere.
«Scemo di un Clifford.»
«Tanto mi vuoi bene comunque.»
Karen scuote la testa divertita. «Certo, che ti voglio bene. E so che me ne vuoi pure tu.»
Lui le sorride felice. «Colpevole.»
E per adesso – anche se i loro problemi non sono risolti – va bene così.
 





Letizia
Ciao a tutti tesori miei! Mamma mia, che capitolo abbiamo qui!!!!
Nina e Cal che cercano di tranquillizzarsi a vicenda, belli che sono *^*. E poi finalmente abbiamo tutta la storia di Karen, perchè altrimenti la nostra mora non l'avrebbe mai raccontata a Calum.
Luke ed Ash mi sono davvero tanto piaciuti in questo capitolo. Nel senso che sono contenta di come abbia fatto venir fuori l'amicizia che li lega; e poi è la loro prima scena nella storia *^*!!!!
Lara e Becky. Non ho mai fatto una scena su loro due e devo ammettere che qui ho trovato delle difficoltà; soprattutto per Lara. Becky sta male per Mike (e vorrei anche vedere, con il casino che ha combinato!), Lara non fa altro che darsi sensi di colpa per quel che sta facendo ad Ash. Speriamo bene via u.u
Karen e Mike che - con Nina e Cal - sono la mia scena preferita!!! Giuro, mi è piaciuto troppo scrivere di loro due come amici *^*.
Spero che il capitolo sia piaciuto pure a voi e grazie di tutto! <3
Vado ad aggiornare Insegnami a vivere adesso ;).
Ah, altra cosa, poi vi lascio stare.
Ho pubblicato due OS in questi giorni, su Calum:Non tutti gli angeli hanno le ali (sequel di Il cuore non dimentica) e On my way (sequel di Only human). Se volete passare siete ben accetti! 
Adesso scappo davvero, ci sentiamo presto! <3
   
 
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