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Autore: alessandroago_94    24/07/2015    16 recensioni
Daniele è un ragazzo timido e introverso. Si pone mille limiti, e si sente costantemente in imbarazzo.
È innamorato di una ragazza da molto tempo, ma non sa come rivelarsi e neppure come parlarle.
Eppure, in una giornata apparentemente ordinaria, il ragazzo dovrà rivalutare sé stesso e riuscirà pure ad avverare il suo sogno, in un modo molto più facile del previsto. Perché a volte le parole non servono…
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia a caso

SOGNO A OCCHI APERTI

 

 

 

 

 

Quel giorno il mare era molto agitato, mentre il sole faceva capolino a tratti tra le nubi scure che offuscavano perennemente il cielo invernale.

A Daniele piaceva starsene per ore a passeggiare e a guardare il mare, mentre la spiaggia era tutta piena di conchiglie che nessuno aveva mai raccolto e alcuni tronchi d’albero si erano arenati sulla battigia, trasportati dalle violente mareggiate delle scorse notti.

Daniele aveva già vent’anni, e non sapeva bene chi era, forse era quello il problema che l’assillava continuamente, e che lo costringeva a passare lunghe nottate insonni e a non essere mai in pace con sé stesso.

A volte, gli piaceva restare immerso nella più totale solitudine, come in quel momento, andando a cercarla nei luoghi meno trafficati durante le varie stagioni; d’inverno trascorreva lunghe ore sulla spiaggia, mentre d’estate gli piaceva stare in città, tappato in casa con il condizionatore acceso e la tv, guardandosi qualche film e lasciando vagare i suoi pensieri.

Non era mi stato un tipo tanto socievole, e non si riteneva neppure simpatico. Infatti, a volte pareva che i suoi conoscenti lo evitassero. Era vero che non era un gran chiacchierone, ma non aveva mai fatto nulla di male a nessuno, e a volte non riusciva a capacitarsi di quello strano trattamento che riceveva.

Aveva quindi preso il brutto vizio di cercare dentro di sé dei difetti, magari anche inesistenti, pur di trovare qualche causa di quel problema.

Se usciva in strada, a volte si vergognava, e sul suo volto spesso e volentieri aleggiava un lieve rossore imbarazzato. Era diventato timidissimo, o forse lo era sempre stato e non ci aveva mai fatto troppo caso.

Tutti quegli scrupoli che si stava facendo nell’ultimo periodo erano aumentati considerevolmente da quando aveva conosciuto Maria, una bellissima ragazza che viveva nel condominio a fianco al suo. La vedeva spesso nei giardinetti di fronte a casa e per lui era stato un colpo di fulmine, ma non aveva mai avuto il coraggio di parlarle e di cercare di relazionarsi in modo diretto.

Lei a volte gli si avvicinava e lo salutava sorridendo, con garbo e cortesia, facendolo letteralmente impazzire, e il risultato era che riusciva solo a biascicare un saluto striminzito, senza riuscire né a sorridere né a cercare di darle maggior confidenza. Doveva ammettere che pure in amore era una frana, un disastro totale, come in ogni altro ambito, d’altronde.

Mentre continuava a passeggiare sulla spiaggia, i suoi incubi riaffiorarono e lo travolsero, e ricominciò a vergognarsi di sé stesso.

Gli sarebbe piaciuto essere estroverso e simpatico, ma sapeva di non esserlo. Fece un profondo sospiro, si fermò e chiuse gli occhi, cercando di allontanare di nuovo quei brutti pensieri e di riprendere il controllo di sé. Infatti, le sue guancie stavano già arrossendo, seppur in modo involontario.

Dopo poco riaprì gli occhi e scrollò la testa, sorridendo e cercando di riprendere la sua camminata.

Il rumore delle onde lo accompagnava ovunque, e si sentiva più solo che mai in quel momento.

‘’Ciao’’.

Un saluto interruppe i suoi pensieri. La voce che l’aveva pronunciato la conosceva, ma non poteva e non voleva crederci.

Sgranando gli occhi, si voltò indietro e la vide; era proprio lei, Maria. E gli stava sorridendo.

‘’E’ da un po’ che ti seguo, ma non mi sono permessa di disturbarti. Parevi così assorto… c’è qualche problema che ti tormenta?’’, chiese la ragazza, passandosi una mano tra i capelli castani scompigliati dalla forte brezza marina.

Daniele rimase ammutolito di fronte alla sua bellezza, e visto che era la prima volta in tanti anni che gli poneva una domanda, non sapeva come rispondere.

Per un attimo si sentì strozzato dalla sua solita timidezza, ma a sorpresa dopo poco riuscì a pronunciare qualcosa.

‘’No… no, è tutto a posto’’, disse il ragazzo, sorridendo con fare impacciato.

‘’Sembri un’anima dannata, quando fai così. Perché non vivi, perché non ti rilassi un po’? Sei sempre così teso e solitario… e anche se è tutto a posto, se hai bisogno di parlare di qualcosa io ci sono, sono qui di fronte a te, pronta ad ascoltarti’’, continuò Maria, affiancandolo.

Daniele fu scosso da un brivido, e riconobbe che stava vivendo un sogno ad occhi aperti. Eppure continuò a non avere il coraggio di iniziare un discorso che potesse portare da qualche parte, anche solo per chiacchierare del più e del meno, ma non gli venne in mente nulla. Maledì la sua timidezza per l’ennesima volta.

‘’Non ti avevo mai visto qui’’, disse il ragazzo, riuscendo a dire qualcosa ed evitando il discorso che aveva iniziato Maria poco prima, anche in modo parecchio impacciato e imbarazzante. La giovane sorrise.

‘’Ci vengo spesso, ma più che altro di pomeriggio, mai di mattina. Adoro il mare, ma d’inverno è così solitario e freddo che mi mette i brividi. Quindi, preferisco fargli visita di pomeriggio, quando di solito è tutto più calmo e fa leggermente più caldo. Eppure, questa mattina sentivo che dovevo venire fin qui…’’, disse Maria, lasciando nuovamente cadere il discorso e tirandosi su il cappuccio della sua giacca a vento, in modo che la forte brezza di quella mattina non gli scompigliasse tutti i suoi curatissimi capelli.

Daniele approfittò di quel momento di silenzio per osservarla meglio, evitando che lei si accorgesse del suo sguardo.

Maria non era tanto alta, e non aveva nulla di speciale, doveva ammetterlo. Era una ragazza come tante altre, coi capelli e gli occhi castani, non tanto alta e con un buon fisico. A spiccare, però, erano il suo modo di parlare e il suo solito comportamento, che era sempre così aperto e cordiale da essere in grado di far aprire il cuore a chiunque.

Accorgendosi che la stava osservando già da un po’, il ragazzo distolse lo sguardo e si rimproverò, immaginando quanti altri ragazzi lei conoscesse, di certo tutti meglio di lui, e di quanti altri le avessero già rivolto quegli stessi sguardi frivoli.

‘’Soffri di mutismo, a volte?’’.

La voce di Maria distolse Daniele dal suo viaggio mentale e lo costrinse a tornare sul pianeta Terra, e fu inutile constatare che tutta quella razionalità che aveva inneggiato fino ad un attimo prima era sparita, e che era davvero cotto di lei.

Eppure, quella frase appena pronunciata gli fece male, e il suo perfido vizio di cercare difetti dentro di sé tornò a disturbarlo. Fu in procinto di scappare da quel luogo, di darle le spalle e di fuggire via, cercando di nascondere quella smorfia incerta che gli era apparsa sul viso e quel rossore che stava prendendo possesso della sua pelle.

Riconobbe di essere un codardo, e di non avere neppure il coraggio di affrontare una benché minima situazione.

Maria, accorgendosi subito di quello sguardo rapido e timido che le era stato rivolto, sorrise e riprese a parlare.

‘’Tranquillo, stavo scherzando. È che… è che a volte mi piacerebbe che tu mi parlassi, che intrattenessi qualche discorso con me… è da tanto tempo che ci conosciamo di vista ma tu sei così sfuggevole… oh, insomma!’’, sbottò la giovane, dopo aver pronunciato rapidamente quelle frasi sconnesse, per poi bloccarsi.

Quella volta fu Daniele a sorridere, riconoscendo che pure quella ragazza che pareva sempre sicura di sé aveva avuto un attimo di indecisione.

‘’E’ che sei… sei speciale’’, pronunciò infine Maria, completando la sequenza di frasi interrotta poco prima.

Poi, all’improvviso, si avvicinò a Daniele e lo baciò. Gli diede un bacio casto, sulle labbra.

Il ragazzo la guardò sbigottito, e quando le loro labbra si distaccarono, Maria era tutta rossa in faccia, imbarazzata più che mai.

‘’Lo sapevo, ho esagerato. Scusa se ne ho approfittato, sono una perfetta idiota’’, disse la ragazza, che in preda alle sue emozioni contrastanti si voltò e fece per andarsene, credendo di aver approfittato del giovane.

Ma a quel punto Daniele non la lasciò allontanare, e le afferrò una mano, riavvicinandola a sé.

Le sorrise, e poi la baciò nuovamente. Quel bacio durò alcuni istanti, e le mani dei due ragazzi si incontrarono e si strinsero.

‘’E’stato magnifico’’, disse Maria non appena le loro labbra tornarono a staccarsi.

Daniele le rivolse un altro grande sorriso, che in quel momento valeva più di mille parole, e, sempre tenendola per mano, la giudò fin sulla battigia.

‘’Lo vedi questo mare, con le sue grandi onde?’’, le chiese, vincendo la timidezza e non smettendo di sorridere. Alcuni schizzi d’acqua li bagnarono, ma ormai a loro non importava più di nulla, tant’erano presi l’uno dall’altra.

‘’Sì, certo’’, disse la ragazza, rispondendo al suo sorriso arricciando un labbro, come faceva spesso quando provava sensazioni contrastanti.

Il ragazzo riconobbe che in fondo neppure Maria era sempre così si cura di sé, e che forse quella sicurezza che si imprimeva in volto ogni giorno era solo una maschera, sistemata alla perfezione in modo che non potesse mostrare il suo lato timido e impacciato.

‘’Lui è come noi; è l’immenso che, cercando di stare racchiuso in uno spazio definito, è costretto a farsi mille problemi e ad agitarsi. Ma noi, ora, ci siamo resi liberi a vicenda’’, disse Daniele, lasciando cadere quella frase e avvicinandosi nuovamente a lei, tornando a baciarla.

Poco dopo, i due si diressero verso un piccolo ristorantino sul lungomare, tra mille sorrisi e decine di baci, incuranti dei passati che a volte li guardavano in modo neutro, altre con fare incuriosito.

Con gioia, Daniele si accorse di aver perso tutta la sua timidezza, e approfittando di quei brevi contatti fisici, riuscì a capire che in fondo non aveva nulla che non andasse, e che i paletti che si era trovato di fronte a volte se li era piazzati lui stesso, con il suo perenne vizio di giudicarsi in modo negativo.

Alla fine, un bacio era valso più di cento discorsi e di mille parole, ed aveva distrutto ogni argine ed ogni diga che lo avevano reso impacciato.

Sempre sorridendo, attirò Maria per l’ennesima volta verso di sé, la baciò ed entrò nel piccolo ristorantino, pensando che non si sarebbe mai più posto limiti mentali da quel momento in poi, e acquistò una rosa da un venditore appostato all’ingresso, posizionandola poi sul piccolo tavolo in cui poi si sedettero.

Le loro mani tornarono a sfiorarsi, e Daniele a quel punto capì anche di essere riuscito a trovare la felicità, finalmente.

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Ciao a tutti, e grazie per aver letto questa piccola storia J

Spero vi sia piaciuta! Questo è il primo raccontino di un solo capitolo che scrivo J

Grazie a tutti voi che siete giunti fin qui, e se a qualcuno gli andasse di lasciare un piccolo pensiero, gliene sarei davvero grato e sarei felicissimo di ringraziarlo.

Grazie di cuore a tutti J

   
 
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