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Autore: breathemelouis    24/07/2015    0 recensioni
Una studentessa universitaria che si riscopre durante una vacanza nell'isola più famosa della Spagna, quando incontra un ragazzo che la conquista totalmente.
Sheree x Louis
(Non è assolutamente un riferimento alla realtà, è una fanfiction e se non vi piace la semplice figura maschile, non leggete.)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. España


Poggio la penna sul banco e faccio un respiro profondo. Ho appena concluso l'ultimo esame della sessione estiva del secondo anno all'Università di Lettere di Bologna e, senza indugi e senza rileggere, mi alzo per andare a consegnare il tema sul Realismo all'insegnante e, per queste ultime ore, nostro sorvegliante.
Dopo aver speso gli ultimi due mesi sui libri, sono fiera di me stessa per ciò che sono riuscita a dare oggi. 

Guardo l'orologio e scorgo che è mezzogiorno passato, così mi dirigo verso un piccolo ed accogliente ristorante non tanto lontano dalla facoltà. 
Entro, ordino la solita insalata di tonno e mi siedo ad un tavolino adiacente alla finestra. Prendo il mio vecchio, troppo vecchio, telefonino e mando un messaggio a mia madre, avvisandola che anche quest'anno è finito e che sono pronta per la Spagna! 
Mentre leggo la sua risposta orgogliosa - come d'altronde lei stessa è - il cameriere mi porta il pranzo. Inizio a mangiare senza pensare alla realtà e a Bologna, poiché la mia mente si è già trasferita a Palma De Maiorca. E' la prima volta che metto piede fuori dall'Italia e quindi sono emozionata. 

Sono a malapena le due quando ritorno in casa e, come sempre, essa è un subbuglio, con la tavola perennemente apparecchiata, mia madre che urla contro mio padre e mio fratello che gioca con uno dei suoi Videogame sul calcio. L'aria che vigila dentro casa mia mi riporta alla mia infanzia, quando ero solamente una bambina con i boccoli castani che giocava con le macchinine fuori sull'asfalto cuocente. Il pensiero mi fa emozionare.  
Crescere è un principio normale, ma a volte il rimanere piccoli mi affascina maggiormente. Niente responsabilità, niente problemi, niente di niente. Solo qualche battutina sfacciata a casa dei parenti. 

Scopro che mia mamma urla perché non trova alcunché da mettere nella valigia. Spalanco gli occhi e urlo: "si parte domani!" prima di salutare. Vedo tre paia di occhi fissarmi, per poi essere ricoperta da abbracci e baci. Rido e cerco di divincolarmi dalle loro prese amorevoli mentre loro cominciano a riempirmi di domande sull'esame e sul viaggio. Volano da "com'è andata?!" a "sei pronta?!" e io vorrei solamente sedermi sulla poltrona davanti alla televisione e gustarmi qualche serie TV scadente che sicuramente stanno mandando in questo momento. Al contrario, però, rispondo a tutte le domande che mi vengono poste, accorgendomi di star dicendo tutte le inutilità sulla mattinata - per esempio il cappuccino con troppa poca schiuma che stamani al bar ho bevuto, oppure il mio compagno di banco all'esame che aveva una camicia sudicia. 

Alla fine passo il pomeriggio a correre su e giù per le scale cercando i vestiti da mettere in valigia, lasciando così il daffare del beautycase a mia madre.
Prendo le canottiere e le gonnelline più leggere che ho e le rinchiudo nella valigetta senza fatica. 

Così, alle dieci di sera finisco i preparativi e mi distendo sul letto, sfinita, prendendo in mano una vecchia copia di Ragione e Sentimento presa dalla biblioteca della facoltà ed iniziando a leggere dapprima l'incipit, poi il libro stesso. 
Senza rendermene conto passo la mezzanotte. Appena guardo la sveglia che segna le 00:23, sbadiglio istantaneamente, appoggio il libro sul comodino e mi addormento. Sogno spiagge con onde indomabili e surfisti sotto di esse. 

L'indomani mi alzo euforica, mangio qualche fetta biscottata con il burro e la marmellata e mi preparo al viaggio. Ho sempre il sorriso stampato sul viso e so che non può essere che per la Spagna. Nient'altro mi fa sorridere così. 
D'un tratto penso a Stephan, ma scaccio il pensiero prima che possa intristirmi. Non mi farò rovinare questa meravigliosa giornata da un troglodita senza alcuna dote. 

Le ore passano e io sono sull'aereo, con le cuffiette nelle orecchie dalle quali la voce di Freddie Mercury usciva prepotentemente e mi dava la carica giusta per affrontare il volo. Don't stop me now, don't stop me cause I'm having a good time, having a good time! mimo con le labbra mentre l'aereo decolla. 

In un batter d'occhio atterra, noi scendiamo e subito inspiro profondamente aria nuova. Mi guardo attorno e vedo gente andare, gente venire, ridere, scherzare, sorridere, urlare. Vedo visi nuovi e mi emoziono. 
Mio padre ci fa salire su un taxi, il quale ci porta all'hotel. Esso è sulla spaggia, quindi dalla finestra della camera che devo condividere con mio fratello si possono vedere il mare, i chioschetti e le persone felici. 
Penso che forse qui sono tutti felici. Forse è l'aria che si respira a rendere tutti quanti sorridenti ed eccitati. Non è come l'aria che si respira a Bologna... Qui è tutto diverso, e non vedo l'ora di farci l'abitudine!


 
––––
 
Ciao! 
Devo ammettere che questa è la mia prima storia het e mio malgrado, I love it! Cioè, è un po' presto per dirlo, ma se tutto filerà come fila nella mia testa, sarà bellissima (per me, spero anche per voi!)
Non è il massimo ora, anche perché è solo l'inizio e di certo non potevo farli incontrare immediatamente!
Spero che mi seguiate perché ci tengo. 

Se volete seguitemi su Twitter (@endlouess) 

Un bacione, Elisa 
  
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