Il
vociare allegro degli studenti e lo
stridere delle posate sui piatti lo destarono dai suoi pensieri. La
Sala Grande
era come al solito affollatissima e per un attimo si svegliò
dal suo stato
fantastico , ritornando con i piedi per terra.
Con
un sospiro più lungo degli altri si
avvicinò alla sua casata. Avevano da poco cominciato a
mangiare, dato che Tiger
e Goyle avevano ancora il piatto pieno, altrimenti sarebbero stati
già vuoti.
Non a caso erano sempre i primi a finire nell’intera scuola.
Harry
sbuffò una risata e si sedette al
suo solito posto. Draco in quel momento stava parlando, fittamente, con
Pansy
Parkinson. Li osservò con un sopracciglio inarcato, fin
quando non si decise a
non interromperli e incominciare a mangiare.
Erano
passati pochi minuti e lui ancora
non smetteva di rigirare con la forchetta il pasticcio di carne, nel
suo
piatto. Era troppo preso dai suoi pensieri, anche mangiare lo
infastidiva.
Alzò
appena gli occhi verso Draco. Non era
abituato a non discutere, continuamente, con lui durante la cena,
quindi
sembrava che il tempo passasse più lentamente.
Pensò
di parlare un po’ con Dafne, ma si
rese subito conto che il posto accanto al suo era occupato, da un'altra
ragazza
bruna.
Strano.
Non ci aveva fatto caso. Con la
coda dell’occhio aveva visto quella chioma bruna accanto a
sé, quando si era
seduto, e non aveva neanche fatto caso se fosse lei o meno.
Evidentemente
no.
La
sua occhiata richiamò quella ragazza
dal suo chiacchiericcio, con le altre compagne. Harry si
girò velocemente,
quando vide il suo sorriso radioso. Non aveva voglia di essere adulato
da
qualche altra ragazzina sciocca.
Per
fortuna incrociò lo sguardo del
biondino. Lo stava fissando. Inarcò un sopraccigliom, non
gli aveva mai visto
quell’espressione stanca sul viso.
Sembrava
indeciso su qualcosa, mentre lo guardava.
Come se stesse pensando se dirgli o meno qualcosa di importante.
Decise
di provare.
<<
Come mai quella faccia?
>>
<<
Non ti piace? Eppure la vedi ogni
giorno >> sorrise sardonico ed Harry rispose
altrettanto.
<<
Adesso ti riconosco. Non so, sembri…
stanco? >>
Draco
cancellò del tutto il suo sorriso.
<<
Sì, ma non preoccuparti >>
lasciò la frase in sospeso ed Harry notò quel
rapido cambiamento.
C’era
qualcosa che Draco non voleva
dirgli? Preferì non chiedere altro. Era sicuro che prima o
poi il compagno gli
avrebbe rivelato qualcosa.
<<
Tu piuttosto, hai qualcosa da
dirmi? >>
Harry
fece finta di non capire.
<<
Cosa dovrei dirti? >>
Sicuramente
la notizia che Hermione si
trovava in infermeria era circolata. Naturalmente era sicuro che quei
pochi
imbecilli che lo avevano incrociato, mentre portava la Grifondoro da
Madama
Chips, avevano già sparso la voce.
Un
occhiata al resto dalla sala gliene
diede conferma. Cominciò a rendersi conto che, in
effetti, parecchi
sguardi erano rivolti verso di lui. Molto più del solito.
Un gruppo di
ragazzi Corvonero lo guardavano attentamente e si voltarono solo quando
lui
diede conferma di avere incrociato i loro sguardi , così
come molti studenti di
Grifondoro, tra cui riconobbe anche Raif, lo guardavano truci.
Rispose
ai loro sguardi con un sorriso
beffardo, alzando automaticamente il proprio boccale verso di loro,
come fosse
un brindisi. Raif scosse la testa, voltandosi disgustato.
Si
ritrovò a pensare, con un moto di
soddisfazione, che l’orario di visite in infermeria era
già terminato. Se
quello sciocco di Raif avesse voluto vedere Hermione, avrebbe
potuto
farlo solo l’indomani mattina, mentre lui l’aveva
preceduto.
Ripose
il suo boccale al suo posto e, con
un sorriso appena accennato, si rivolse nuovamente a Draco.
<<
Hai capito da solo cosa dovresti
dirmi. >> gli disse in tono lugubre
quest’ultimo.
Guardò
attentamente il biondino, davanti a
lui. Non poteva dirgli la verità, oppure si?
<<
L’ho trovata svenuta sulle scale,
così l’ho portata in infermeria. Fine della
storia. >>
Non
sentiva ancora di potersi fidare.
Meglio aspettare.
<<
Ah si? Svenuta sulle scale eh?! >>
Il suo tono la diceva lunga, ma Draco allora sapeva? E come aveva fatto?
Per
un momento pensò alla facile soluzione
di quel quesito. Ridusse gli occhi a due fessure.
<<
Hai forse qualche dubbio Draco?
Forse dovrei chiedere a te se hai qualcosa da dirmi…
>>
Si
aspettava un sorriso in risposta, ma si
sorprese quando vide un lampo di indecisione passare sul suo viso. Il
suo sguardo
si spostò su Pansy, che lo ricambiò, e di nuovo
su di lui.
Harry
non perse quell’impercettibile
scambio di sguardi.
<<
Non ho nulla da dirti, Harry. La
mia era soltanto sorpresa. >>
Si
guardarono a lungo, fino a quando non
sentì una mano picchiettare sulla sua spalla. Riluttante si
voltò ed incrociò
un paio d’occhi scuri, che lo guardavano esitanti.
Era
la ragazza seduta al posto di Dafne. A
proposito perché mancava?
<<
Sì? >> il suo tono era
chiaramente scocciato e vide la ragazza accorgersene e arrossire di
colpo.
<<
Scusami. Mi chiedevo se ti dava
fastidio il fatto che io mi fossi seduta al posto della tua ragazza
>>
Harry
inarcò un sopracciglio. Invece che
rispondere si voltò verso Pansy, che non smetteva di fissare
un punto fisso sul
tavolo.
<<
Sai perché Dafne non è venuta a
mangiare? >>
La
Serpeverde sembrò risvegliarsi da un
lungo sogno. Sbattè un paio di volte le palpebre prima di
rispondergli.
<<
Mi ha detto che aveva molto da
studiare. >>
Harry
stentava a crederle. Era la prima
volta che mancava e il suo istinto gli diceva di non credergli. Poteva
di certo
capitare, ma Dafne gli aveva detto di aver finito tutti i compiti quel
pomeriggio. Cosa doveva studiare ancora?
Decise
di non pensarci. Chissà cosa doveva
fare e lui non voleva entrare nel merito.
Si
voltò verso la ragazza, che lo guardava
adorante.
<<
Figurati. Non mi importa nulla.
>>
Per
fortuna la preside interruppe quel
momento assurdo e li mandò tutti nelle loro case.
Lui
e Draco camminarono affiancati,
senza rivolgersi la parola.
Era
sempre più convinto che c’era qualcosa
che gli stava nascondendo.
Nonostante
la confusione nei sotterranei,
non ci mise molto a capire che Dafne non si trovava lì. Dove
diavolo si era
cacciata?
Si
voltò per cercare Draco o Pansy, ma
entrambi si erano dileguati.
Non
gli piaceva per nulla quella
situazione. Tuttavia preferì terminare
quell’interminabile giornata, così si
diresse verso i dormitori.
Neanche
lì trovò Draco e la cosa lo
insospettì ancora di più. Eppure era accanto a
lui quando avevano varcato la
soglia della Sala Comune.
Draco,
Pansy, Dafne… eclissati.
Si
cambiò e si mise a letto. Cercò di dare
un senso a quella strana situazione. Sembrava che Draco sapesse
esattamente
cosa fosse successo con Hermione. Che anche lui sapesse
dell’esistenza di
quella finestra magica? Assurdo. Gliel’avrebbe
senz’altro detto. Per quale
motivo non avrebbe dovuto?
Il
comportamento di Pansy era strano, ma
non poteva di certo avere la certezza che anche lei fosse coinvolta in
qualcosa
insieme a Draco. Probabilmente quell’occhiata era stata
puramente casuale, dato
che poco prima stavano parlando.
Per
quanto riguarda Dafne … gli era
sembrata piuttosto agitata quando l’aveva incontrata. Anche
quando parlavano di
Hermione sembrava molto presa dalla discussione, mentre di solito
tendeva del
tutto ad ignorare qualsiasi cosa la riguardasse.
Improvvisamente,
le parole di Raif,
scambiate quel pomeriggio in biblioteca, riaffiorarono nella sua mente.
…sono
stanco di vedere quella Serpe che si
adopera per dare fastidio ad Hermione, non fa altro che offenderla di
continuo,
crearle problemi con i professori e la sai l’ultima?
Piuttosto che fartelo dire
da me, perché non lo chiedi alla tua… ragazza?
Si
alzò di botto dal letto, poggiando la
schiena sul cuscino.
…se
non credi a me perché non chiedi al
tuo caro amico Draco? Sono sicuro che lui saprà darti
risposte esaurienti su
questo discorso, sempre che non dimostri di essere una vera Serpe,
proprio come
voi …
Strinse
la mano sulle lenzuola. Cosa
diavolo c’era che lui non sapeva? Adesso quei discorsi non
sembravano più senza
una logica. Evidentemente c’era qualcosa che avrebbe dovuto
sapere.
Gettò
uno sguardo al letto di Draco. Non
era ancora tornato.
Il
nervosismo di Hermione quel pomeriggio
non era casuale?
Scosse
la testa, stancamente. Non sapeva
più cosa pensare. Di certo non era uno stupido e quelle non
sembravano solo
coincidenze. Continuò a ragionare sugli stessi pensieri per
molte ore, fino a
quando non arrivò l’Alba e la stanchezza, che
aveva cercato di ignorare, si
fece sentire, facendolo cadere tra le braccia di Morfeo.
Gli
sembrò che fossero passati pochi
secondi, quando si sentì scuotere leggermente. Disturbato,
cercò di riprendere
sonno e scivolò ancor più disteso sul letto, dato
che si era addormentato
appoggiato con le spalle al cuscino.
Si
sentì scuotere, nuovamente, e
sospirando si passò una mano sugli occhi, cercando di
svegliarsi. Alzò lo
sguardo e incontrò quello scocciato di Draco.
<<
Vuoi rimanere a dormire fino a
stasera? >>
Harry
innervosito si voltò, nascondendo la
testa sotto il cuscino.
<<
Cosa vuoi… Vattene via…
>>
mormorò, non del tutto lucido.
La
sua voce arrivò soffocata al compagno,
che rimase imperterrito nella stessa posizione.
<<
Va bene. Dirai tu alla McGranitt
il motivo per cui non ti sei presentato oggi che abbiamo l’
interrogaz…
>>
Non
riuscì a finire la frase, che Harry
era già in piedi.
Sospirò
di frustrazione. Si stava per
dimenticare che c’era quella dannata interrogazione!
Si
stava dirigendo verso il bagno della
stanza, quando si voltò improvvisamente verso il biondino.
<<
Dove sei stato per tutta la
notte? >>
Tornato
di colpo attento e vigile portò la
sua attenzione sul suo compagno, che lo guardava disorientato.
<<
Come? Non sarai rimasto sveglio
ad aspettarmi, per tutta la notte… >>
Il
suo tono malizioso lo fece sorridere
appena. Stava per ribattere quando Draco, riassumendo
l’espressione
corrucciata, lo precedette.
<<
Stavo studiando in Sala Comune e
lì mi sono addormentato, fino a questa mattina. Ci vediamo
in classe. >>
Se
ne andò senza più dire una parola.
Harry rimase qualche attimo a guardare lo stesso punto, in cui pochi
secondi
prima si trovava il biondino.
<<
Anche tu? >>
Sussurrò
quasi a sè stesso. Di solito non
si prodigavano tanto per lo studio. C’erano gli esami alle
porte, ma non li
aveva mai visti così preoccupati. Le precedenti
interrogazioni le avevano
affrontate con meno ansia. Era sempre lui quello che si preoccupava
maggiormente e non loro. Si riscosse da quei pensieri e si diresse
nuovamente
verso il bagno, per sistemarsi velocemente e raggiungere la classe.
Dopo
poco camminava nervosamente per i
corridoi della scuola, nella speranza di non arrivare esageratamente in
ritardo. Infatti lo era già da qualche minuto. Era in
prossimità della classe,
quando vide dall’altra parte del corridoio la McGranitt,
camminare, di gran
carriera, verso la sua stessa meta.
Inevitabilmente
si incontrarono sulla
soglia dell’aula. Notò che la professoressa era di
umore nero, infatti avevo lo
sguardo più corrucciato del solito. Solo in quel momento la
McGranitt sembrò
accorgersi di lui. Harry fece per dire qualcosa per giustificare il
ritardo,
quando l’ insegnante lo precedette.
<<
Non ora, Potter. Entri e basta.
>>
Non
se lo fece ripetere due volte ed entrò
in classe. Non fece in tempo a ringraziare la sua buona sorte,
perché con un
gemito sofferente si accorse che quel giorno dividevano la lezione con
i
Grifondoro. Gettò un rapido sguardo in cerca di eventuali
posti liberi, ma tutti
sembravano essere occupati. Individuò Draco, seduto accanto
a Tiger. Anche lui
era arrivato in ritardo , probabilmente per svegliare lui,
perché non si
sarebbe mai messo accanto a Tiger.
Questo
lo sconfortò, enormemente.
Evidentemente non era rimasto nessun posto libero e lui sarebbe stato
costretto
a sedere alla cattedra , affianco alla professoressa.
Proprio
in quel momento la voce della
McGranitt arrivò chiara e minacciosa alle sue orecchie.
<<
Potter, cosa ci fa ancora in
piedi? >>
Stava
per rispondere, quando notò che
proprio vicino alla cattedra c’era un posto libero. Si
diresse a passo svelto
verso il banco in questione. Non appena si sedette vide con la coda
dell’occhio
una ragazza dai lunghi capelli color miele, con
l’uniforme di Grifondoro,
ma non ci fece caso. Sempre meglio che sedersi accanto alla
professoressa. Mise
i suoi libri sul tavolo, sospirando.
C’è
l’avrebbe fatta a passare almeno
discretamente l’interrogazione?
Si
sarebbe ricordato ciò che aveva
studiato il pomeriggio prima con Hermione ?
A
proposito di Hermione, chissà come
stava. Non sapeva se quel giorno la sarebbe andato a trovare.
Sicuramente i
suoi ammiratori le avrebbero tenuta molta compagnia.
La
sera scorsa aveva agito d’istinto, ma
era certo che le cose non sarebbero cambiate molto tra loro. Adesso
aveva
qualche motivazione in più, per cercare di conoscerla
veramente. Non poteva
ignorare quella strana attrazione che provava per lei.
Improvvisamente
sentì una mano poggiarsi
sul suo braccio. Si voltò e sgranò di poco gli
occhi, quando incrociò quelli
color nocciola di Hermione. Possibile che non si fosse accorto della
sua
presenza? Non sapeva che era stata rilasciata, così presto,
dall’infermeria.
La
vide sorridergli, appena, e il suo
cuore ancora una volta mancò qualche battito. Non si sarebbe
mai abituato a
quella strana emozione, che lo prendeva quando incrociava i suoi occhi.
Notò
con sollievo che non era molto pallida, ma stava lentamente riprendendo
il suo
solito colorito. Nonostante il sorriso che le incurvava le labbra si
accorse
che era molto stanca. Probabilmente non si era sentita bene durante la
notte.
<<
Allora? >> gli disse con
uno strano tono. Come se stesse aspettando da un po’ la sua
risposta.
Lui
la guardò interrogativo. Cosa si era
perso?
<<
Allora cosa Granger? Ah! Scusami…
Buon giorno anche a te. >>
Le
sorrise sornione e lei scosse la testa,
sorridendo.
<<
Buon giorno Potter, si vede che
ti sei appena svegliato. Mentre eri preso dai tuoi pensieri,
ti ho
chiesto: hai ripassato ieri sera? >>
Sorrise,
ricordando le parole che gli
aveva detto in infermeria, prima di salutarla.
“
…se puoi, anche se ne dubito, cerca di
rivederti qualcosa stasera prima di andare a dormire…
“
In
quel momento, però, la preside richiamò
l’attenzione di tutti gli alunni, per cominciare
l’interrogazione.
Sospirò,
tornando a guardarla. Sorrise,
poi si abbassò lentamente verso di lei.
<<
No. Non ho ripassato. >> le
sussurrò all’orecchio.
Sentì
la stretta della sua mano sul suo
braccio. Non si era accorto che non l’aveva ancora spostata.
Quel gesto bastò a
farlo rimanere nella stessa posizione.
<<
Non mi deludi mai, Potter.
>>
Sorrise
nel sentire le stesse parole che
le aveva rivolto quando la stava raggiungendo sulle scale, dopo il
litigio in
biblioteca. Sentì il suo respiro infrangersi sul suo viso.
Chiuse appena gli
occhi, avvertendo ancora il suo autocontrollo vacillare. Strinse le
dita della
mano, che teneva ancora sopra un libro e si risollevò,
puntando lo sguardo
verso la professoressa.
Si
impose di non guardarla più e
concentrarsi solo sull’interrogazione. Nonostante la sua
presenza accanto a lui
lo disorientasse, non poco, riuscì a rispondere a tutte le
domande che gli
vennero poste e ascoltò, senza voltarsi, le risposte date
dalla Grifondoro. Più
che altro si concentrava sul suono della sua voce, così
dolce e sensuale allo
stesso tempo.
<<
Allora Ragazzi, direi che per
oggi può bastare. Come al solito la maggior parte di voi
sono del tutto
insufficienti e continuando di questo passo non arriverete a superare i
M.A.G.O. Tra tutti, quello che più mi ha sorpreso
è stato proprio lei, Potter.
>>
Stava
giocando distrattamente con la sua
piuma, quando quelle parole lo colpirono improvvisamente.
<<
Si vede che ha studiato molto e
con attenzione, per questo mi sento di darle una meritata E di
“Eccellente”.
>>
Non
si aspettava un risultato simile.
Aveva risposto piuttosto bene, ma questa era la prima volta che
prendeva un
voto simile su Antiche Rune. Non aveva mai sopportato questa materia,
eppure il
pomeriggio scorso Hermione era riuscita a fargli capire qualcosa.
<<
Ovviamente lo stesso voto
và anche a lei, signorina Granger. >>
Non
potè farne a meno e, andando contro
tutti i suoi propositi, si voltò a guardarla. Anche lei fece
lo stesso e gli
rivolse un sorriso, carico di compiacimento e soddisfazione. Lui fece
lo
stesso, schiacciandole l’occhio.
Rimase
ad ascoltare tutti gli altri voti e
rimase sorpreso, quando sentì quelli deludenti dei suoi tre
compagni
Serpeverde, soprattutto quello della sua ragazza. Mentre Draco e Pansy
avevano
preso una S di “Scadente”, Dafne aveva preso una T
di “ Troll” , il voto più
basso che si potesse prendere.
Ma
non aveva studiato per tutto il giorno?
Questo non fece altro che alimentare ancor di più i suoi
dubbi. In quel momento
la campanella suonò, decretando la fine della lezione.
Raccolse le sue cose e
si alzò.
Incrociò
lo sguardo della ragazza di
Hermione, che si era alzata a sua volta.
<<
Ci vediamo alla prossima lezione.
Oggi purtroppo dividiamo tutte le lezioni. >>
Harry
sorrise al suo sguardo provocante.
<<
Hai ragione, Granger. Vedrai che
riusciremmo a sopravvivere. >>
Si
separarono e lui vide che Raif e un
altro ragazzo Grifondoro si avvicinarono subito a lei, abbracciandola a
turno
con gioia. Soprattutto Raif. Decise di non fare caso
all’irritazione profonda
che tutto ciò gli causava, e si diresse verso
l’uscita in cerca dei suoi
compagni.
Questa
avrebbero dovuto spiegargliela.
Come avevano fatto a rimanere svegli tutta la notte e prendere quei
voti? Era
decisamente un controsenso. Per non parlare di Dafne. Da quanto aveva
studiato
avrebbe dovuto avere un voto eccellente , invece aveva preso un voto
peggiore
per sino di Draco e Pansy.
Si
guardò in giro, ma i corridoi erano
troppo affollati e non c’era l’ombra di nessuno dei
tre. All’improvviso si
sentì prendere la mano. Abbassò un poco lo
sguardo e incrociò lo sguardo acceso
della mora Serpeverde.
La
prima cosa di cui si rese conto era che
non provava nulla verso Dafne, tranne un affetto profondo.
Sospirò afflitto.
<<
Ti rivedo finalmente. >>
Il
suo tono era piatto, senza alcuna
emozione, ma evidentemente non arrivò alla giovane, il cui
sguardo si accese
ancora di più.
<<
Ti sono mancata così tanto?
>>
Preferì
non rispondere, per non deluderla
e decise di arrivare al nocciolo della questione, senza inutili
preamboli. Tra
l’altro mancava poco all’inizio della prossima
lezione e lui voleva sapere
prima alcune cose da lei. Riprese a camminare nel corridoio, ormai
quasi vuoto,
lasciandole la mano.
<<
Harry non ti arrabbiare. Ieri
sera ho dovuto studiare molto, per questa interrogazione.
>>
<<
I risultati, in effetti, si sono
visti >> il suo tono era decisamente ironico.
<<
Io ho studiato quel che ho
potuto. Sono stata in piedi tutta la notte, ma non sono riuscita a
concludere,
dato che ero stanchissima. Avrei dovuto studiare molto più
di pomeriggio, ma
quella maledetta Mezzosang… >>
<<
Basta così Dafne. Non cambiare
discorso. Tu oggi hai preso un brutto voto, perché ieri sera
non hai studiato.
>>
<<
Ti sbagli. Ieri sono stata tutta
la notte in Sala Comune a studiare, infatti non ho neanche cenato.
>>
<<
Non eri in Sala Comune, quando
sono tornato dalla cena. >>
Quella
risposta, seguita dal suo tono
deciso, sembrò prenderla in contropiede.
<<
Sì, perché… di pomeriggio quando
ci siamo divisi sono andata a sbrigare alcune cose e poi sono rimasta a
studiare in un aula vuota. >>
Harry
inarcò un sopracciglio. Non aveva
molto senso quel discorso.
<<
Che senso ha studiare in un aula
vuota? Non potevi andare in Sala Comune? >>
Dafne
si guardò per un attimo intorno, in
difficoltà.
<<
Beh, volevo evitare la confusione
che si sarebbe venuta a creare, quando tutti i nostri compagni
sarebbero
ritornati in Sala Comune, dopo la cena. Mi avrebbero distratto.
>>
Continuava
a non esserne convinto. Ormai
era certo che ci fosse qualcosa sotto. Se pensava di convincerlo con
così poco,
si sbagliava di grosso.
<<
Suppongo che tu abbia studiato
insieme a Draco e Pansy. Complimenti un bel lavoro di gruppo.
>>
Dafne
sembrò offesa del suo commento.
<<
Sì hai ragione. Faccio anche a te
i complimenti. Hai preso un ottimo voto, anche se hai studiato da solo.
>>
Harry
acutizzò lo sguardo.
<<
Non ho studiato da solo, Dafne.
>>
Lei
lo guardò confusa.
<<
Con chi hai studiato? >>
<<
Non vedo perché dovrei dirtelo,
dato che tu non intendi dirmi dove realmente hai passato il pomeriggio
e tutta
la notte. >>
Si
fissarono per molti secondi, fino a
quando non la vide sorridere.
<<
Ti ho detto la verità Harry.
Adesso andiamo dai … non possiamo arrivare tardi alla
lezione. Tornerà di nuovo
il professor… >>
S’interruppe
di colpo ed Harry la vide
portarsi una mano alla bocca, per poi passarla velocemente sui capelli.
Perché
quel comportamento?
<<
Cosa stavi dicendo? >> le
domandò indagatorio.
<<
Nulla. Dai andiamo adesso.
>>
Lo
superò e cominciò a camminare lungo il
corridoio, per raggiungere l’aula. Harry non voleva dargliela
vinta. Gli
nascondeva qualcosa ed era sicuro che questo era legato anche agli
altri due
Serpeverde.
La
seguì, sempre più arrabbiato.
Avrebbe
scoperto tutto quel mistero,
questo era poco ma sicuro.
************************************************
Stefy89
: Ciao! Il segreto della stanza è
abbastanza complesso, anche per me! Si scoprirà presto cosa
nasconde. Harry
comincia a capire qualcosa però … un bacio , ciao!
Fatina_g
: Ciao Giada! Ma non è vero che è una
recensione stupida! Mi hai fatto ridere con il fatto di Ron! Eheheh,
neppure io
lo sopporto poi tanto… povero, mi ci metto pure io a
dirgliene!^^ Comunque mi
fa piacere che stai seguendo questa storia, spero che questo capitolo
ti
piaccia, ciao!
Lights
: Carissima! Sono contenta che l’andamento della storia ti
piaccia, sul
serio. Spero di non averti deluso con questo capitolo. Un bacione,
ciao^^
Ceres88
: Ciao, bè si il segreto della stanza si
scoprirà presto. E’ abbastanza complicato, questo
si! Vedrai che presto verrà
fuori qualcosa, un bacio, ciao