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Autore: ThorinOakenshield    24/07/2015    8 recensioni
Una ragazzina si sveglia in un prato. Non sa dove si trova né come ci sia finita. Sta di fatto che, ciò che inizialmente considera un incubo tremendo, si trasformerà nel sogno più bello della sua vita.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Rotolo dall’altra parte facendo un verso simile al miagolio di un gatto, svegliata dalla luce del giorno. Spero di trovare Thorin accanto a me e rimango delusa quando prendo atto della sua assenza.
La parte del letto in cui dormiva il capo della Compagnia è tutta stropicciata e le lenzuola sono abbassate. Il copriletto ha ancora il suo odore, odore di tabacco e di uomo. Lo inspiro a pieni polmoni, sentendo la sua mancanza.
Stamattina mi sento bene: le parole di Thorin mi hanno tranquillizzata e non vedo l’ora di parlare con Balin, in qualche modo quel vecchietto riesce sempre a tirarmi su di morale. Non ho avuto altri incubi, anzi, non ho sognato proprio un bel niente, eppure ieri notte, prima di addormentarmi, temevo di rivedere quella visuale mostruosa. Fortunatamente non è andata così.
Mi volto verso Bilbo e noto con un certo dispiacere che sta ancora dormendo. Avrei voglia di chiacchierare con lui, ma sarei una stronza se lo svegliassi, così prendo la saggia decisione di lavarmi, vestirmi e di andare a fracassare i cosiddetti a qualcun altro, presumibilmente sveglio.
Inutile dire che ci rimango di merdor quando vedo le porte delle camere dei nani tutte chiuse. Dalla loro stanza non proviene un solo suono, stanno dormendo anche loro. Ma come fanno ad avere un sonno così pesante? Saranno le nove e qualcosa di mattina! O forse sono io che notoriamente mi sveglio sempre troppo presto?
Vabbè, tanto vale andare al piano di sotto sperando che ci sia Thorin. Finalmente Eru ha ascoltato le mie preghiere, infatti trovo Scudodiquercia intento a fumare la consueta pipa davanti alla finestra aperta.
“Ciao!” lo saluto con la mia solita voce squillante e perennemente infantile.
Egli, non appena mi vede, sorride appena. Ha gli occhi stanchi e il suo è un sorriso triste. Avevo ragione: più ci avviciniamo alla Montagna, più è preoccupato e ansioso. “Buongiorno Glenys” mi dice fiocamente.
Quando mi trovo davanti a lui, Thorin mi accarezza piano una guancia, il volto sempre rilassato in quello splendido sorrisino che tanto amo. “Come stai oggi?”
“Oggi bene, non ho più avuto incubi.”
“Ottimo.”
“Quando Balin si sveglierà gli parlerò di quella cosa.”
“Molto bene.” Thorin china il capo in segno di assenso, dopodiché tossisce con la mano davanti alla bocca e mi guarda con uno sguardo scherzosamente severo. “Comunque, sai chi sono le tre fanciulle che hai insultato il giorno precedente a questo?”
La sua voce e il suo modo elegante di parlare impediscono al mio sangue di salirmi fino alla testa al solo sentir nominare quelle gallinelle.
Il nano non mi dà il tempo per rispondere. “Sono le figlie del fratello del Governatore.”
Le figlie del fratello del Governatore… mi prendo un attimo per ragionare e mi basta poco tempo per capire che il Governatore di Pontelagolungo sia lo zio delle tre oche. Sgrano gli occhi, questo significa che potrei essere in guai seri. “Ohi ohi…” Questi stupidi versi sono le uniche cose che riesco a dire in questo momento.
Thorin Scudodiquercia mi guarda rigidamente. “Ohi ohi sì.” Naturalmente non mi consola dicendomi che non fa niente e che non è la fine del mondo se ho chiamato cesse le nipoti del Governatore che deve finanziare la nostra impresa. “Il Governatore ha bussato alla nostra porta alle quattro per scusarsi del comportamento delle sue nipotine, e ovviamente io gli ho posto le mie scuse per quanto riguarda il tuo comportamento.” Mi guarda con occhi duri.
Non so cosa pensare, il signore della città sul lago sembra non avercela con me, visto che ha giustamente chiesto scusa per il comportamento delle figlie di suo fratello, però Thorin mi sta sgridando.
“In ogni caso il signore di Pontelagolungo non è venuto a farmi visita solo per questo.”
Ora sono curiosa e anche un po’ preoccupata: dovremo partire presto? Oppure Thorin non vuole che io vada con loro?
“Domani partiremo per la Montagna Solitaria, rimarremo in questa casa solo per pranzare, poi leveremo le tende.”
Aiuto aiuto. Sta a vedere che vuole veramente lasciarmi qui.
“Ergo questa sera si terrà un ballo in una delle vastissime sale del palazzo del Governatore. Un ballo in nostro onore.” Si concede una solenne pausa, dopodiché riprende il discorso: “Ebbene siamo stati invitati a questo ballo e ci terrei che tu indossassi l’abito che ti ho comprato, ti sta veramente molto bene.”
Il modo dolce in cui mi sta guardando mi ha fatto diventare le gote rosse. Mi fa piacere che apprezzi il mio aspetto, credo proprio che indosserò quell’abito, se gli piace così tanto vederlo indosso a me.
“Nel caso non fosse di tuo completo gradimento, per me non sarebbe un problema acquistarti un altro vestito.”
Sta scherzando?! Non gli farei mai e poi mai spendere soldi per dei vestiti! E poi quell’abito verde mi piace, per me non è un problema indossarlo una seconda volta; non me ne frega niente se le pettegole della città mi guarderanno sorto e si bisbiglieranno all’orecchio: “Guarda, quella plebea indossa lo stesso vestito dell’altra volta! Non l’ha cambiato! Orrore!” Almeno nella Terra di Mezzo non c’è il rischio che spuntino Enzo e Carla da un momento all’altro e che mi facciano la paternale per il mio modo di vestire.
Così tranquillizzo Thorin dicendogli che indosserò volentieri il suo regalo. Successivamente gli domando: “Comunque ti è piaciuto lo spettacolo che abbiamo fatto?”
Non mi aveva dato un vero e proprio parere, aveva riso e basta quella sera.
“Certamente” risponde piano. “Sei molto brava.” Mi guarda con affetto, come se fossi sua figlia, la sua sorellina o… sua moglie. Il colpo di grazia arriva quando mi bacia nuovamente la mano, senza levarmi quei dolcissimi occhi di dosso.
Sento che potrei esplodere da un momento all’altro. Se prima avevo freddo per via della bassa temperatura che c’è in questo posto, adesso credo di avere la febbre.
Quel maledetto, credendo che tutto ciò non sia abbastanza, mi dà una leggera e affettuosa pacca sul sedere. “Su, avanti, va’ a svegliare quegli sfaticati dei miei uomini.”
Avanzo sentendomi le gambe sempre più deboli, mentre le farfalle mi svolazzano nello stomaco.
“Lo chiedo a te visto che sono fiducioso nella tua capacità di svegliare le persone” scherza.
In effetti ho un talento innato per quanto riguarda far saltare la gente dal letto, mia sorella ne sa qualcosa. Il nano può contare su di me.
Thorin si mette a ridere non appena corro in cucina e mi munisco di un mestolo e di due pentole. Una me la metto in testa e mi precipito al piano di sopra, non vedo l’ora di far prendere un colpo a tutti quanti.
Quand’ero piccola mia sorella la svegliavo con una campanella rumorosissima che avevo rubato a mia nonna, oppure sbattendo i coperchi delle scatole dei biscotti come se fossi stata la scimmia dell’ultimo film di Toy Story. Ma battere il mestolo su una pentola fa più effetto, a mio parere.
“SVEGLIA SVEGLIA, BELLE ADDORMENTATE! MUOVERSI! MUOVERSI! GRANDE CAPO VOLERE VOI IN PIEDI!” grido a gran voce entrando in tutte le camere dei nani, pronunciando le ultime parole con un accento russo.
L’unico che si è salvato da questa tortura è Bilbo, poiché lui si era appena svegliato quando io ero andata a rompere le scatole ai nani. In ogni caso lui non l’avrei svegliato in questo modo lo stesso, visto che ieri notte è stato così gentile venendo a consolarmi.
Esattamente come mi aspettavo, i membri della Compagnia di Thorin Scudodiquercia si sono lamentati, ma non hanno osato aggiungere una sola parola non appena si sono ritrovati davanti l’erede al trono di Erebor. Del resto è stato proprio lui a ordinarmi di destare quei dormiglioni.
Il mio principe azzurro mi mette una mano sulla spalla. “Ottimo lavoro, ti assumerò come gallo per destare i miei uomini” si congratula scherzosamente con me, facendomi ridere. È una gioia per me vederlo finalmente più rilassato e divertente, ed è una gioia ancora più immensa la consapevolezza che è così felice grazie a me.
Thorin informa i suoi amici del ballo, pregandoli di comportarsi bene e di vestirsi in modo elegante. Con un sorriso gentile aggiunge: “Nel caso voleste invitare qualche bella signorina a ballare non ci sarebbe nulla di male.” La sua espressione si indurisce ancora una volta. “Fate quello che volete, basta che vi comportiate da persone adulte e responsabili.”
Kili porge la mano a Dwalin, ghignando. “Ehi, bellezza, mi concederebbe il piacere di questo ballo?”
Tutti noi ci mettiamo a ridere, mentre il guerriero pelato tira una per la testa al nano più giovane.
Dopo l’annuncio del leader, io e i miei amici ci avviamo verso l’uscita, per stare un po’ sul ponte e prendere un po’ d’aria, ma Lui mi ferma gentilmente con il braccio.
Mi avrebbe fatto piacere passare un po’ di tempo all’aperto con lo hobbit e con i nani, ma stare ancora una volta da sola con quel gran pezzo di nano mi sembra un’alternativa più allettante.
“Vorrei chiederti l’onore di essere il tuo cavaliere per il ballo, visto che abbiamo già avuto modo di danzare insieme” mi dice con un sorriso irresistibile dipinto in faccia. Credo che chiunque, elfa, nana o hobbit non riuscirebbe a resistere a quell’espressione, persino Thranduil gli risponderebbe di sì! Non riesco a trattenere una risata all’idea del re degli elfi silvani che balla con il nano, vestito con una lunga tunica azzurra con i brillantini, l’estesa chioma bionda raccolta in uno chignon stile Cenerentola.
Thorin non smette di sorridermi e sembra confuso per via della mia risata. “Cosa c’è? Perché ridi?” Dalla sua voce tremante deduco che anche lui stia per scoppiare, a quanto pare la mia risata è contagiosa.
“Scusa, stavo pensando a una cosa divertente” rispondo cercando di riprendermi. “Comunque per me sarebbe un onore essere la vostra dama per il ballo, mio signore.” Dopo che il breve attacco di ilarità è passato, faccio finta di avere una gonna e mi inchino.
Egli mi guarda addolcito ed io sto contando i minuti. Non vedo l’ora che arrivi stasera!
 
La giornata sta passando troppo lentamente per i miei gusti. Sono sempre così quando devo andare da qualche parte e sono entusiasta: chiedo ogni cinque secondi quando è ora di uscire, mi muovo di continuo, saltello in giro per casa, parlo stupidaggini e rompo le scatole alla prima persona che mi capita davanti.
La vittima dei miei scherzi è, naturalmente, Dwalin. Ciò non toglie però che io non possa torturare anche gli altri membri della Compagnia, infatti non faccio altro che chiedere loro: “Vi ho mai raccontato di quella volta che ho trovato un mammuth* lanoso dorato?”
La prima volta che l’ho chiesto si sono dimostrati tutti molto curiosi, ma ovviamente non ho mai trovato nulla di simile, volevo solo citare la frase del kender di Dragonlance. Dopo l’ennesima volta che ho posto questa domanda, si sono tutti stancati, così cambio il quesito: “Conoscete la storia del mezz’orco che chiede la strada al nano?”
“Se la sai raccontacela, se no chiudi un po’ quel becco” si arrabbia Dwalin.
Sospiro. “In realtà non l’ho mai saputa…” Rialzo il viso e faccio finta che mi sia appena tornata in mente una cosa. “Ah! Adesso mi ricordo!”
I miei amici si voltano curiosi e speranzosi verso di me.
“Vi ho mai raccontato di quella volta che ho trovato un mammuth lanoso dorato?”
 
Come è il mio solito fare quando devo andare da qualche parte, mi sono preparata troppo presto e ci ho messo cinque secondi. Sono già pronta, mentre mi tocca aspettare tre ore prima che quelle checche dei nani si preparino! Sto sbuffando di continuo e sto esasperando Thorin con tutti i miei: “Quando andiamo? Quando andiamo? Quando andiamo?”
Il mio principe è ancora più bello quando è pettinato e quando indossa gli abiti che gli hanno regalato a Pontelagolungo, quelli che aveva nella Desolazione di Smaug.
Io, come promesso, mi sono messa il vestito verde che mi ha comprato Thorin e mi sono pure legata i capelli, lasciando però i ricci in bella mostra. Il bel nano mi ha colmata di complimenti quando mi ha vista scendere dalle scale sistemata in questo modo.
 
Non appena metto piede fuori casa, vengo assalita da una raffica di vento, il quale mi penetra nelle ossa come mille frecce affilate. Stringo le braccia intorno a me, poiché questo vestito non è tra i più pesanti.
Thorin dev’essersi accorto che sto tremando, infatti mi mette il suo mantello sulle spalle, senza troppi complimenti.
C’è una barca ad attenderci sul lago, insieme a due barcaioli. Scudodiquercia decide di salire prima lui per aiutarmi a montare sulla traballante imbarcazione. Gli do la mano e sto attenta a non cadere in acqua, quando mi investe un’altra folata di vento e incurvo la schiena verso l’indietro. Per fortuna che c’è lui a tenermi per mano, se no sarei caduta nel lago, in compenso mi è scivolata via la scarpa e il vento la sta portando chissà dove.
“La mia scarpa!” esclamo guardando sconcertata la ballerina verde che galleggia sull’acqua.
I nani se la stanno ridendo della grossa e anch’io in verità, anche se mi domando come farò a stare alla festa con una scarpa sola. Questa serata è già iniziata male.
Potrei mettermi gli stivaletti che ho sempre, ma Thorin non vuole perché dice che non si intonano con il vestito e che perderemmo tempo se dovessi appena tornare a casa e cambiarmi. Così ha preso la decisione di andarmi a prendere la scarpa, nel frattempo noi andremo alla festa e diremo al Governatore che il signor Scudodiquercia ha avuto un contrattempo e che arriverà più tardi. Spero che si sbrighi, odio stare senza di lui e non vedo l’ora di ballare con il mio principino.
I miei amici, mentre la barca si avvicina sempre di più alla destinazione, non fanno altro che ridere per la bellissima figura che ho fatto. In effetti è esilarante e anch’io ci rido sopra.
 
La sala da ballo è gigantesca, penso che sia addirittura la stanza più grande del palazzo, anche se non le ho viste tutte.
Non appena io e i miei amici mettiamo piede nella sala, tutti si voltano a guardarci. La gente fissa i nani con ammirazione e gratitudine, poiché loro garantiranno il ritorno dei giorni in cui Pontelagolungo era il centro del grande commercio del Nord.
Le donne adulte mi guardano intenerite, sento che parlano bene dei miei capelli, mentre le ragazze più giovani mi squadrano con superiorità. Sto già perdendo la pazienza e sento le difese che avevo eretto crollare non appena vedo le tre ochette sedute a tavola che mi fissano con un’aria di scherno.
Bilbo mette una mano sulla mia spalla, deve aver notato che sto per scattare. “Ricorda, Glenys: la migliore arma è l’indifferenza” mi sussurra.
Cercherò di mantenere il controllo, lo farò per lui.
Il Governatore si avvicina a noi tenendo un bicchiere di vino in mano. Sta sorridendo a trentadue denti. “Oh! Ecco i nostri eroi!” esclama allegramente, subito dopo ci guarda perplesso. “Ma dov’è il grande Thorin figlio di Thrain, figlio di Thror?”
A questa domanda io e Fili e Kili ci guardiamo e ci mordiamo le labbra per non scoppiare a ridere in faccia a questa persona importante.
Balin gli spiega che ha avuto un contrattempo e che arriverà a momenti.
Il signore della città del lago, dopo avermi chiesto nuovamente scusa per il comportamento delle sue nipotine, ci scorta a conoscere delle persone di riguardo della città.
Sono già stufa di sorridere forzata e di cercare di essere educata e signorile, spero che Thorin arrivi presto, voglio ballare con lui, mi sto annoiando ed è difficile nascondere il fatto di stare indossando una scarpa sola. Quando cammino zoppico e ho notato che le nipoti del Governatore hanno riso di me, probabilmente è per questo.
Proprio quando sento di non farcela più e di stare morendo dalla noia, ecco che il grande Thorin Scudodiquercia entra nella sala adornata con colonne e lampadari che emettono una luce dorata, come il resto della stanza, a parte il pavimento che è marrone, essendo fatto di legno.
Il nobile nano indossa una camicia bianca, sopra alla quale si trova una tunica blu con dettagli in argento. Stretta intorno alla tunica c’è la cintura che gli ha dato il Governatore. In basso Thorin indossa dei pantaloni neri, stretti, mentre ai piedi calza degli stivali di pelle dello stesso colore delle brache.
Gli uomini, non appena ha messo piede qui dentro, lo hanno guardato ammirati, le donne invece lo stanno mangiando con gli occhi.
Mi riprendo dal fascino che emana il mio amore non appena mi accorgo della ballerina verde che tiene in mano. Adesso rischio di scoppiare a ridere facendo una figura ben poco decorosa.
Thorin sta meglio vestito così, sembra veramente un principe delle favole. Da vicino, ora che lo vedo meglio, è ancora più affascinante, si è rifatto le trecce e ha tirato i capelli indietro con cura.
Lo sto guardando quasi a bocca aperta e devo sembrare un’ebete.
Egli mi sorride divertito e mi fa cenno di seguirlo fuori dalla sala. Mi porge il braccio e ci incamminiamo verso il corridoio, lì dove c’è uno sgabello.
Mi siedo e lui si inginocchia dinanzi a me.
So cosa sta per fare e non posso fare a meno di pensare di trovarmi in una favola.
Thorin mi afferra la caviglia e mi infila delicatamente la scarpa, come nel cartone animato Cenerentola.
Ho fatto fatica a trattenere un sospiro mentre mi metteva la ballerina e il mio cuore batte più forte del solito. Sto sudando dal caldo, nonostante l’innegabile freddo che c’è questa sera, ma lui mi eccita come non mi ha mai eccitato nessuno in vita mia e ora ho la certezza di essere veramente innamorata di lui. Ho tutti i sintomi: farfalle nello stomaco, felicità immotivata, distrazione, rossore, caldo e compagnia bella.
Dopo avermi messo la scarpa, il nano mi ha fatto l’occhiolino. Che bastardo! Spero per lui di non avere un odore terribile con tutti i litri di sudore che sto versando a causa sua!
“Stai ancora meglio vestito così, hai fatto bene a cambiarti” gli dico mentre lui mi dà la mano per aiutarmi ad alzarmi.
“Sì, soprattutto dopo essere caduto in acqua cercando di recuperati la scarpa.” Mi guarda come se volesse rimproverarmi con gli occhi, ma per scherzo, non è arrabbiato veramente.
Ridacchio.
“Ero tutto bagnato e per di più pieno di alghe, dopo essere uscito dall’acqua” mi racconta mentre mi riaccompagna nella sala da ballo.
Scoppio a ridere all’idea di un Thorin bagnato come un pulcino con le alghe infilate nei capelli. Sicuramente sarebbe bello lo stesso anche in quelle condizioni.
Non appena ho riso, le nipoti del Governatore mi hanno guardata male e si sono parlate nell’orecchio.
Le fisso con cattiveria, come se volessi farle notare che sono io a stare a braccetto con Thorin, non loro.
I nani, tanto per cambiare, ci stanno scrutando tutto il tempo e ridacchiano fra loro. Ma, dico io, non hanno niente di meglio da fare? Ci sono un sacco di belle donne a questa festa, non potrebbero invitare una di loro a ballare? Devono per forza rompere le palle a noi?
Mentre procedo con Thorin per questa immensa stanza mi accorgo di alcuni uomini che mi fissano, certi mi fanno anche l’occhiolino. Distolgo lo sguardo, disgustata, avranno almeno una ventina di anni più di me.
Effettivamente, ora che ci penso, il vestito che indosso lascia poco all’immaginazione, poiché è stretto e scollato davanti, il mio seno è in bella vista.
Uno di quei pervertiti si alza e chiede al mio nano il permesso per ballare con me. Spero con tutto il mio cuore che gli risponda di no, non voglio danzare con quel porco, mi fanno schifo i vecchiacci che guardano le ragazze più giovani.
“Desolato, ma la ragazza è un po’ timida e si sentirebbe a disagio ballando con un uomo che non conosce” gli risponde fermo Thorin, stringendomi a lui con fare possessivo.
Io timida? Suppongo che sia solo una scusa per non farmi finire tra le mani di quel malintenzionato, forse anche Scudodiquercia si è accorto di come mi stavano guardando certi uomini.
Per buona sorte quello schifoso non insiste e si allontana subito quando il nano gli indirizza un’occhiata ammonitrice.
Mi fa piacere che il capo dei nani mi protegga, mi fa sentire importante ai suoi occhi e mi rende sicura, io che ho paura persino della mia ombra.
“Perdonami se non ti ho lasciata ballare con lui, ma odio come ti stava fissando,” mi dice Thorin conducendomi avanti tenendo il braccio allungato, “certi uomini dovrebbero vergognarsi di guardare delle fanciulle molto più giovani di loro. Hanno un comportamento privo di onore.”
Su questo avrei qualcosa da ridire, visto che anche lui ha un bel po’ di anni più di me e spesso ha allungato le mani. Però quel nano, per quanto mi riguarda, può permettersi qualsiasi cosa, non è porco e rivoltante come quei tizi.
I musicisti iniziano a suonare una melodia lenta, dolce e romantica con l’arpa e con i flauti.
Thorin Scudodiquercia mi porge la mano con un inchino. “Signorina, mi concederebbe il piacere di questo ballo?” mi domanda con eleganza.
Questa frase, detta con la sua voce, manderebbe qualsiasi femmina in fibrillazione.
Naturalmente accetto e io e il mio uomo ci mettiamo nelle pose da lento: lui mi mette una mano sul fianco mentre io poso la mia sulla sua spalla. Faccio un passo indietro, però egli mi riprende subito, scuotendo la testa: “Te l’ho già detto che è l’uomo a condurre.”
E così iniziamo a danzare come se ci fossimo solo noi in questa sala, mescolandoci alle altre coppie. Con la coda dell’occhio vedo le oche che ci guardano dispiaciute.
Beccatevi questa, babbuine!
 
Angolino autrice:
 
*Non sono impazzita, mammut con l’H l’ho scritto apposta, poiché nel libro era scritto così, non riferendosi ai mammut che conosciamo noi.
Comunque ringrazio chi recensisce o chi semplicemente legge, vi avverto che forse non sarò più così veloce ad aggiornare perché devo studiare per un esame, ma non ci metterò troppo tempo, tranquilli :)
Un bacione!
Lucri

   
 
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