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Autore: Juliet Leben22    25/07/2015    5 recensioni
Castiel ha richiamato i suoi fidati cacciatori per assegnargli una missione di vitale importanza che potrà cambiare l'esito di alcuni loro scontri: dovranno proteggere una ragazza, dal carattere forte con sfumature velate di fragilità, con un potere molto speciale.
Riusciranno i due fratelli a compiere la missione e a fermarsi solo alla sua "protezione"?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Capitolo 4°”Just a Mission”

Lei volteggiava libera e lui la tratteneva saldamente per i fianchi, dopo qualche passo, Dean si diede per vinto e si spostarono dietro qualche albero a chiacchierare tranquillamente.
-Quindi è lui la persona che speravi di non vedere?- esordì il ragazzo.
Elenie annuì. –Sì, si chiama Morgan e abbiamo un passato in comune.-
-Del tipo?-
-Io quindicenne, infatuata di un ragazzo di sei anni in più di me, mi porta ad una festa universitaria, mi fa ubriacare e finiamo a letto assieme. Ah, non dimentichiamoci che al mattino mi sono svegliata e lui non c’era!- scoppiò a ridere.
Dean rimase in silenzio, scuotendo la testa.
-A me non più. Ho visto davvero cosa voleva da me, perciò meglio così!-
-Come fai ad essere sempre così?-
-Così come?-
-Bella.-
Arrossì e cominciò a giocare con un riccio, imbarazzata.
-Vado a prendere qualcosa da bere, ne vuoi?-
-Sì, ti aspetto qui.-
Sfiorò la corteccia della quercia dietro di lei e dovette reggersi per un attimo. Era davvero serena, sorridente.
-Sei sempre stata bella quando ridevi, fin da piccola.-
-Morgan, torna alla festa. Non ho niente da dirti e tu non ne hai da dire a me.-
La ignorò. –Quando tua madre mi ha detto che forse saresti venuta quest’anno, ho provato ad immaginarti e nessuna di quelle immagini ti rende giustizia, come ti ho già detto. Sono stato un cretino anni fa, ma ora posso rimediare. Siamo adulti entrambi, dopotutto…- si avvicinò a lei e si impossessò delle sue labbra.
Lei cercava di spingerlo via, ma lui non demordeva.
Le morse il collo.
Cercava di spostarlo, ma era una roccia.
Dean lo spostò, mettendosi davanti alla ragazza. Temeva più per lui che per lei in realtà. La sua parte oscura non poteva emergere. Non lì.
-Fossi in te, me ne andrei.- affermò, gelido.
Il ragazzo, della medesima altezza del biondiccio, indietreggiò, scrutando con uno sguardo arcigno i due.
-Non crederti speciale perché sei un oracolo, Elenie! Ti troveranno, lo sai!- urlò, andandosene.
Dean si voltò verso di lei, erano vicinissimi.
-Sembra che tu sia sempre pronto a proteggermi in queste circostanze.- sorrise.
-E’ la mia missione, giusto? Dovresti stare più attenta.-
-Non è colpa mia.-
-Non dico questo, ma sei una bella ragazza. E’ tutta sera che ci prova con te, anche un cieco lo vedrebbe!-
Lei rise dolcemente. –Grazie.- si sollevò sulle punte per dargli un bacio sulla guancia.
Il ragazzo dai capelli corti si spostò e la baciò sulle labbra, afferrandola per i fianchi.
Lei chiuse gli occhi, abbandonandosi a quella sensazione di puro fuoco nelle sue vene.
Le umettò il labbro inferiore come a chiedere permesso e lei schiuse le labbra, permettendo alle loro lingue di incontrarsi, intrecciarsi. Dean aveva le labbra molto più morbide di quello che immaginava  e le sue, il cacciatore constatò, sapevano di vaniglia.
L’appoggiò contro l’albero, senza curarsi del suo vestito e continuò a baciarla appassionatamente.
La sollevò di peso, così da non farla stare continuamente sulle punte e lei intrecciò le gambe dietro la sua schiena. Le accarezzò le gambe, che erano lisce, proprio come aveva immaginato.
Gli accarezzò il petto, cosparso di cicatrici e un tatuaggio di protezione.
Era una lotta di baci, di carezze. Quei baci proibiti che avevano immaginato li stavano saziando più di quanto pensassero.
Si staccò dolcemente dalle sue labbra e poggiò il capo contro la sua fronte, riprendendo fiato.
-Posso farti una domanda?- domandò a mezza voce.
-Dimmi.-
-Tu puoi vedere ogni cosa o…?-
-In realtà, non è proprio così. Ogni oracolo ha una parte di vista oscurata.- sussurrò.
-Non capisco.-
Quel segreto era uno dei principi inviolabili di se stessa. Inspirò.
-Non posso vedere cosa capiterà a me, personalmente. Nel senso che non potevo prevedere se voi avreste accettato la missione, come non potevo prevedere questo…-
-Non puoi?- riprovò, divertito.
Lei scosse la testa. –Se ci tengo, non posso.- si morse il labbro per l’ultima cosa che aveva detto, maledicendosi.
Dean rimase in silenzio e la lasciò scivolare a terra.
Istintivamente, lei premette ancora le labbra sulle sue e chiuse gli occhi.
Lui sorrise sotto quel bacio fugace.
-Elenie? Dean?-
La voce di Castiel li interruppe. –Ma che state facendo?-
Il biondo si staccò da lei e si girò verso l’angelo.
-Dovete andare, stanno arrivando.-
Lui corse a prendere le loro cose, Elenie stava per seguirlo ma Castiel la fermò per un braccio.
-Elenie? Dimmi, l’avevi previsto? – domandò con voce titubante.
-Non avevo previsto nulla che lo riguardasse.-
L’angelo lasciò il braccio della sua piccola umana e sospirò. Forse i sospetti che Sam gli aveva confidato non erano poi tanto lontani dalla realtà.
Saltarono letteralmente sulla macchina, mentre l’angelo cercava di lasciargli un margine di fuga. Elenie era molto preoccupata per il suo migliore amico, anche se continuava a distrarsi ogni volta che si leccava le labbra: sapevano di Lui.
Sbatté la portiera, facendola sobbalzare. Inserì le chiavi nel quadro e partì velocemente dalla selva.
Dean si sentiva accaldato e eccitato a causa del bacio con la ragazza e sperò che lei non si accorgesse dalla sua situazione.
Era proprio bella.
La sua immaginazione vagò, insinuandosi in quel vestito corto e in quei capelli ricci. No, non era assolutamente il caso. Doveva  concentrarsi sulla guida e portarla via da lì.
-Cas sta attento!- urlò prima che Dean sgommasse.
Castiel sospirò, scuotendo la testa. Sapeva benissimo che doveva dargli diversi minuti di vantaggio. Ancora non si spiegava perché quella stupida e rara comunità si fosse fatta sigillare completamente il dono ma continuava a vivere come se nulla fosse accaduto.
Avevano voltato le spalle alla più piccola che ora si portava sulle sue spalle l’intero peso del mondo. L’angelo dubitò che se non fosse stata per la sua natura, avrebbe concesso loro il perdono.
Erano fortunati che Dio non fosse in paradiso, altrimenti sarebbe andato a conferire con lui.
Si concentrò sulla battaglia e sperò che Dean corresse come non mai.
-Hai freddo?- domandò il ragazzo, vedendo che continuava a sfregarsi le mani.
-Sto bene, non preoccuparti, pensa a guidare.-
Avrebbero dovuto parlarne di quel bacio?
Dean rispose di no, giustificando per il fatto che a nessuno donna con cui era andato a letto aveva dato chiarimenti o spiegazioni.
Parlare? Di cosa? Lui non era mai stato bravo a parlare. Lui preferiva i fatti alle parole.
Si tolse la giacca e gliela sistemo come meglio poteva sulle gambe, sfiorandogliele.
Un brivido oltrepassò la schiena della ragazza che si morse il labbro.
Il tragitto fu più breve rispetto all’andata e l’unico rumore era dato dalle cassette di Dean degli ACDC.
-Ti piace la musica?- domandò con nonchalance  il ragazzo.
-Sì, molto. Mi piace questo genere in particolare.-
Si voltò a guardarla, sorpreso.
-Che c’è?! Non è perché sono un oracolo che vivo di musica spirituale!- esclamò ilare.
-Stereotipi diffusi- sorrise.
L’espressione della ragazza cambiò e chiuse gli occhi.
-Elenie!- la chiamò, ma non rispose nessuno.
Il respirò le accelerò, costringendola a portarsi una mano sul petto.
La richiamò, più e  più volte e lei fu obbligata ad appoggiagli due dita sulle labbra per fargli capire di stare in silenzio.
L’immagine apparve chiara: Sam e Kevin stavano tornando al bunker. Kevin aveva diversi tagli sul corpo e teneva in mano la sua borsa come se fosse di vitale importanza.
Riaprì gli occhi e riprese fiato.
Le sue dita non avevano ancora lasciato le labbra del ragazzo che la stava osservando preoccupato.
Sposto la mano e gli accarezzò il viso, con poca barba.
Lui sussultò a quel contatto, ma gli piacque particolarmente.
Elenie ritrasse la mano velocemente.
-Stai bene?- domandò allarmato- Cos’è successo?-
-Ho avuto una visione.-
Era stanca, aveva il viso provato.
-E cosa hai visto?-
-Sam e Kevin si stanno dirigendo al bunker e stanno bene adesso.-
-Sono stati attaccati?-
Lei annuì. –Credo che Crowley cercasse di arrivare a me.-
-Riusciremo ad uscirne.-
-No, Dean. Finché io avrò questa cosa… non ne usciremo. Io non ne uscirò e vi sto mettendo in pericolo più di quanto non volessi. –
-Ci è stata affidata una missione e la famiglia Winchester conclude sempre le sue missioni.-
La macchina sì fermò.
E lui si allungò su di lei per prendere il suo borsone. Sollevò lo sguardo e incontrò quegli occhi ghiaccio che lo avevano colpito fin dall’inizio.
Si avvicinò, cautamente, per vedere la reazione di lei.
Lei diminuì la distanza e appoggiò le labbra sopra di lui.
Dei fari li illuminarono e Dean si staccò bruscamente.
-Hai preso tutto?-
Lei annuì. –Dean-
Si voltò.
-Sono solo una missione per voi?-
Dean boccheggiò a quella domanda così diretta e la risposta da darle non era difficile “no”.
Ma dalla sua bocca non uscì nulla.
Elenie abbassò lo sguardo e uscì in fretta dall’auto. Non sapeva esattamente perché, ma non vedeva l’ora di vedere Castiel e sapere che stava bene. Dimenticarsi di tutto quello che era appena successo, mentre le domande si affollavano nella sua mente.
Superò Sam senza nemmeno accorgersi della sua presenza e si introdusse nel bunker. Il ragazzo alto la osservò, indeciso se chiederle o no ciò che era accaduto.
Aveva visto bene? Le labbra di Elenie si erano davvero appoggiate su quelle di suo fratello?
Urgeva parlarne con Castiel assolutamente.
Scendeva le scale, cercando di fare attenzione.
Sam aspettò Dean, silenzioso e dallo sguardo semiacceso.  Lei aprì la porta e l’appoggiò.
-Cos’è successo Dean?-
-Ho commesso un errore, Sam.-

 


-Signore, lei si è quasi trasformata!- esclamò Ruby, per giustificarsi.
Lui si bloccò, voltandosi. –Hai detto trasformata? Quindi non era una leggenda quella del lato oscuro…- parlò più a se stesso che con i suoi.
-E ditemi, com’è? Occhi neri?-
Abaddon ringhiò. –Occhi rossi come il sangue.-
Il Re batté le mani e rise, malignamente. –Perfetto. E ditemi signore,  a tal proposito, perché ha avuto questa trasformazione?-
-Quando abbiamo cominciato ad accanirci sul cacciatore! Diamine, su quello stronzo di Dean Winchester!-
Crowley sorrise malignamente. Il piano perfetto si stava delineando in maniera sublime nella sua mente. La situazione era di gran lunga migliore di quanto si aspettasse.  –Oh, la nostra giovane ribelle è innamorata! Che cosa carina, non trovate?- esclamò ironico.
-Non credo che lei sia innamorata…- intervenne Ruby, ricordando il modo in cui si rispondevano in macchina.
Ignorò i suoi sottoposti e le loro supposizioni, sogghignando. –Voglio che cerchiate Dean Winchester. E’ lui la vostra missione ora.-

   
 
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