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Autore: SagaFrirry    25/07/2015    2 recensioni
Storia scritta a più mani. Tre autrici diverse (SagaFrirry, enkeliNoManigoldo ed Antares 91) hanno creato questa piccola follia. Ogni capitolo sarà una missione "a sé", anche se saranno collegati fra loro, e sarà scritto da una delle tre. La storia è semplice: degli strani personaggi hanno una missione da compiere! ci riusciranno? fatevi 4 risate e scopritelo! FOLLIA A SEI MANI!
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Gemini Saga, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TENTATIVO NUMERO 11

Il nuovo giorno al Santuario trovò un Arles tutto intento a fare esercizi per la postura. Che mal di schiena... Tutta colpa di Aphrodite e delle sue idee, come se non avesse faticato abbastanza a "lottare" con Niraja! Voleva un gran bene ai suoi cavalieri, nulla da dire, ma Shura gli era caduto addosso tre volte rischiando (tutte e tre le volte) di spezzargli *numero imprecisato* ossa.

Il tutto aveva ovviamente divertito oltre ogni limite di decenza Deathmask che, pensando che il Twister non fosse già abbastanza, aveva pensato bene di giocarci ubriaco, rischiando di riceversi rose nere a non finire da 'Phro (N.d.A.: sfido, lo prendeva ogni volta a ginocchiate per mantenersi in equilibrio!).

Comunque sia, la nottata in qualche modo era passata; la parte peggiore veniva in giornata: Arles avrebbe dovuto accogliere, in qualità di gran Sacerdote, i nuovi aspiranti Cavalieri. In genere era un compito non troppo faticoso, consisteva in un "Bla bla bla per la giustizia, bla bla bla per la piattola Atena, bla bla bla il duro lavoro [altra mezz'oretta di sproloqui] e quindi niente, mettetecela tutta!", ma sentiva che quella volta sarebbe stata più dura.

Se vogliamo lo si può chiamare Settimo Senso di Cavaliere, infatti quando si presentò all'arena (che caldo, con quel tunicone e la maschera, per non parlare dell'elmo!) gli bastò una semplice occhiata per capire che sarebbe stata una lunghissima giornata... divertente al di fuori di ogni possibile dubbio, ma interminabile.

"Non ci voglio credere, ma come si fa?!" Sussurrò tra sé. Tra i quattordici aspiranti Cavalieri ne spiccavano, per oscenità visiva, due a lui ben noti: il trucco, anche se ben fatto, non poteva nascondere le facce da ebeti di Tarasios e Nektarios, e la tenuta da addestramento non faceva che ridicolizzarli di più! Concentrandosi con tutto se stesso per non scoppiare a ridere iniziò il discorso di rito.

Poco più indietro, sfavillanti nelle loro armature d'oro, gli Otto presenti si scambiavano occhiate perplesse e commenti.

"Oggi deve essere indisposto" sussurrò Aiolia "Sentito che voce?"

"In effetti sembra abbia un brutto raffreddore" osservò Milo "Cam, ma hai per caso sparso ghiaccio in giro?"

"Certo, perché sono cretino, vero? Ti ricordo che se volessi sareste già tutti dei ghiacciolini! глупый. " soffiò il bel cavaliere di Acquarius di rimando. [N.d.A.: la parolina strana si legge glupiy e vuol dire stupido in russo].

"Ma guarda che carini, proprio come due innamorati!" Ghignò Deathmask.

"мудак! Ti riduco a surimi di granchio!"

"μαλάκα! Che cazzo dici?" [N.d.A.: mudak e malàka sono, rispettivamente in russo e in greco, equivalenti a "stronzo"]

"... E soprattutto mi auguro che pur avendo meno di quindici anni non siate tanto immaturi da imbastire risse da bar all'interno dell'arena." Sbottò Arles indicando seccato alle sue spalle, dove era partito un formidabile due contro due (Aphrodite si era messo con Deathmask un po' per divertimento e un po' per pietà). Chi se ne era fortunatamente tenuto fuori aveva iniziato a ridere/scommettere/invocare il Buddha per impedirgli di calciare tutti e quattro i culi dorati coinvolti

nella baruffa. Shaka di Virgo aveva, infatti, straordinariamente aperto gli occhi. I più furbi (e anche i più idioti, dato che lo sapevano anche i sassi quali erano i rischi) si tennero indietro, ma l'indiano per una volta si limitò ad uno sguardo di sommo disprezzo e poi richiuse gli occhi rimanendo, almeno apparentemente, impassibile.

Richiamati all'ordine i quattro si ricomposero e tornarono ai loro posti, permettendo così al Gran Sacerdote di finire il suo discorso. Dopo che le cerimonie furono terminate si voltò per andarsene, prevedibilmente inseguito dai due idioti.

"Vostro Onore!" Gridò Tarasios.

"Sua Eccellenza!" Fece eco Nektarios.

"Insegnateci!" Piagnucolarono in coro con la miglior faccia da cuccioli che riuscirono a tirar fuori (pessima comunque, eh, intendiamoci, ma si apprezza il tentativo) guadagnandosi nel tentativo di avvicinarlo un calcio nello stomaco dall'orgoglioso Cavaliere dello Scorpione.

"Come osate avere la presunzione di chiedere al Gran Sacerdote di essere suoi allievi personali? È un insulto! E poi non siete nemmeno riusciti ad azzeccare il nome giusto." Sbraitò Milo.

"No, lascia, Milo, vediamo cosa sanno fare. Se vogliono essere miei allievi devono dimostrare di essere forti e determinati. Tornate all'arena! Tra poco vi raggiungerò e vi metterò alla prova"

I due cretini corsero trafelati all'arena felici come una Pasqua:

"È nelle nostre mani! Lo rapiremo mentre fingiamo di addestrarci e Ni-Jay sarà contenta!"

"Sei proprio un genio! Dici che poi ci farà conoscere il nostro nuovo fratellone?"

"Di sicuro! Ci meriteremo senz'altro un premio".

Quando si furono allontanati Milo disse: "Ma cosa..?"

"Lascia fare a me" rispose Arles avviandosi a sua volta. Voleva proprio ridere un po', e quei dementi facevano, per una volta, al caso suo! Quando arrivò li trovò intenti ad "allenarsi": il risultato ricordava vagamente Kung fu Panda, quindi pensò bene di salvare gli occhi dei pochi presenti (per inciso, si stavano già dileguando, chissà perché) e andare a parlargli.

"Dunque" cominciò, poi vedendo che non se lo cagavano minimamente (Tarasios aveva pestato un piede a Nektarios e ora si stavano picchiando a caso) riprovò più forte: "DUNQUE" urlò, soddisfatto dall'aver finalmente ottenuto un po' di attenzione "Innanzitutto, che armatura vorreste ottenere?"

Lo sguardo che gli fu rivolto fu quanto di più tragicomico si possa immaginare. A salvare tutti arrivò, manco a dirlo, il prode cervello di Tarasios (grande più o meno quanto la pulce d'acqua che l'ombra mi rubò *musica di violino*): "Una che protegga!"

L'unico pensiero che impedì ad Arles di darsi una manata in piena faccia fu il dolore che la maschera gli avrebbe provocato cozzando sul naso.

"Mentre ci pensate, iniziate a correre. 30 giri di campo dell'arena per testare la vostra resistenza, io vi osserverò dalla tribuna del Gran Sacerdote in modo da non disturbare la vostra concentrazione". Detto questo spiccò un balzo che lo portò all'ombra fresca della tribuna, dove potè finalmente togliere la maschera e la tunica (tanto aveva chiuso le tende, quindi chi se ne frega?).

Non aveva nemmeno finito di stravaccarsi come si confà a un Sacerdote che sentì due mani abbracciarlo, e una cascata di capelli rossi gli scivolò sugli abiti seguita da:

"Non hai caldo con tutta 'sta roba addosso?"

Arles si voltò, stupito nel vedere la sua bella rapitrice con la maschera delle guerriere.

"Perché non me la togli?" Ghignò "comunque ti dona molto"

"Cosa? Questa? Ma se è scomodissima!" Sbottò Niraja togliendola e lanciandola chissà dove. Si sedette poi noncurante in braccio a lui e disse: "Non ti sembra di essere stato un po' crudele? L'arena è grande"

"'Scolta, ciliegina, mi hanno detto che vogliono lottare per un'armatura che protegga, entiende?"

"... Si, non è che tu abbia tutti i torti" rise lei.

"Maa.. I due GD lo sanno che sei qua? Siete in combutta?" Chiese Arles con sguardo indagatore.

"A dire il vero volevano farmi una "sorpresa", li ho sentiti parlare; naturalmente lasciargli fare una cosa del genere senza un minimo di controllo è fuori discussione, nonostante tutto mi servono ancora. Comunque, sperando che il Gran Sacerdote perdoni la mia ignoranza, che vuol dire GD?"

Arles la guardò per un tempo che parve infinito, come se dovesse svelare uno dei più grandi segreti dell'umanità, e quando fu sicuro di avere la sua attenzione rispose: "Gran Dementi, che domande!"

La risata che proruppe dalle labbra della donna fu musica: non il suo riso sarcastico ma uno sincero e fresco, che ricordava quello di un'adolescente. Disse con le lacrime agli occhi: "sei pessimo! Che cattiveria" e gli tirò scherzosamente la chioma grigia.

"Hey, secondo te perché ti chiedo di dominare il mondo al mio fianco? Ho anche io bisogno di un freno" disse Arles ridendo fragorosamente prima di baciarla con passione. Andarono avanti così per un po', e la situazione cominciava a farsi spinta quando...

"Signor Giudiceeeeeeeeeeeeeeeee!"

Colto dall'improvviso desiderio di prendere le teste di quei due idioti e farle cozzare tra loro (e non facendolo solo perché tanto essendo vuote avrebbe sprecato tempo) rimise in fretta maschera e elmo e si affacciò: "Siiiii?" *tono suadente e mortifero che ricorda molto Ursula de La Sirenetta*)

"Abbiamo finito, Sua Altezzitudine!" Berciò Nektarios, suscitando un principio di orticaria nel povero Sacerdote.

"Ehm... Ottimo, ottimo davvero! Ora piegamenti fino a quando non vi fermo, avvicinatevi un po' di più alla tribuna!"

Quando le tende vennero richiuse Arles si avventò su Niraja, che ebbe appena il tempo di dire: "Come mai li hai fatti avvicinare?"

"Così potrò sentire se si avvicinano, in modo da evitare l'infarto!"

...

Cosa che ovviamente, in perfetta linea con il sadismo delle autrici e le infinite leggi di Murphy sulle sfighe universali, non avvenne.

I due cretini avevani infatti pensato bene di mettersi sotto la tribuna per non essere visti e sorprendere l'ignaro obiettivo comparendo dall'entrata posteriore. Salendo le scale con il minimo rumore possibile (comunque equivalente a una carica di mufloni) si ritrovarono una scena inaspettata.

"Fratellone! Anche tu stai rapendo il Sacerdote?? Come stai? Lo stai già bloccando vero??" Gioirono i due tentando di avvicinarsi.

Arles bestemmiò più o meno in tutte le lingue che sapeva, prima di riuscire a dire: "Ehm si si ma non avvicinatevi! È pericoloso, solo con i miei poteri posso trattenerlo!" Inventò concentrando nella mano destra un piccolo globo di energia a prova di quello che diceva e fingendo di lottare con l'altra mano.

Non si era poi così lontani dalla lotta, in effetti: nel tentativo di nascondersi Niraja si era appiattita contro la poltrona e aveva vinto una ginocchiata nelle costole mentre Arles cercava di sistemarsi. Stava ancora tentando di levarsi il suo dolce peso di dosso quando lo sentì dire: "Ora però dovete andare, dite a Niraja che sono perso di lei!" Ghignò mentre gli occhi dei due ebeti cambiavano forma: da stellina (vista la "magia" del globo) a cuore.

"Com'è carino! Ni-Jay sarà felicissima!" Corsero via tutti felici appena in tempo per non sentire Arles spanciarsi dalle risate aiutando lei a rialzarsi.

"Ni-Jay? Davvero??"

"E piantala! Per poco non mi ammazzavi!" Sbotta tirandogli un finto pugno sulla spalla e ridendo. "Sarà meglio che vada, altrimenti la storia salta... scusa" disse poi imbarazzata.

"Whoa, la mia ciliegina super orgogliosa mi chiede scusa?" La prese in giro Arles baciandola e stringendola a sè.

"Non ci fare l'abitudine" sbuffò "ci vediamo presto!" Disse poi schioccandogli un veloce bacio sulle labbra e correndo via.

***************

Mentre pensava ancora, immerso nella penombra della tribuna, a Niraja e a come sedare quei due ebeti, sentì qualcuno entrare.

"Chi è? E soprattutto cosa vuole?" Chiese sovrappensiero.

"Chi può mai essere, se non il tuo più grande solleva-morale?" Disse serafico Deathmask prima di raccogliere qualcosa da terra. "E questa?"

Arles si voltò distratto e sobbalzò quando vide la maschera che indossava Niraja. Cercando di mantenere una tonalità distaccata rispose: "Death?"

"Si?"

"... Tu i cazzi tuoi mai, eh?"

MISSIONE SANTUARIO, TENTATIVO N° 11: FALLITO

By enkeliNoManigoldo

   
 
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