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Autore: ___Lils___    25/07/2015    0 recensioni
Una storia d'amore, quelle storie che rompono il cuore di uno dei due. Quelle storie dove lui ti promette il mondo e se ne va lasciandoti sotto la pioggia. Una piccola storia per mostrare che, dopo una rottura, non bisogna farsi mettere i piedi in testa e che si risorge dalla cenere.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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-Erika, puoi aprirmi per favore?-
-Va via!-
Era corsa in casa e si era catapultata nella sua camera per poi chiudersi a chiave. É il suo ultimo giorno di seconda media, non mi sarei mai aspettata quella reazione, sento il mio cuore battere forte in petto:-Ti prego, fammi entrare-
Sento i suoi passi arrivare alla porta e il suono della chiave nella serratura, i suoi occhi sono gonfi e le lacrime le bagnano il dolce viso, mi abbraccia di scatto.
-Cos'è successo?-

-Ho visto David che baciava Alexia-
Chiudo gli occhi e la stringo a me, so quanto fosse perdutamente innamorata di quel ragazzino:-Tesoro mio-
Le poso un leggero bacio sulla fronte e mi faccio guidare da lei sul letto, si sdraia ed io mi siedo al suo capezzale:-Ti va di parlarne?-
Scuote la testa mentre altre lacrime le rigano le guance rosee:-Non c'è molto da dire-

Si spinge il cuscino sul volto e quando lo toglie le lacrime sono aumentate, mi avvicino e la abbraccio, la abbraccio come se fossimo solo noi due nell'intero universo:-Ti va di sentire una storia?-
Ride per pochi secondi:-Mamma, non sono più una bambina, non puoi risolvere tutto con una storia-

Annuisco divertita, mentre le scompiglio i capelli:-Dai una piccola soddisfazione a questa mammina-Ride e si asciuga le lacrime con il lenzuolo, la guardo con fare alterato, lei alza le spalle e per questa volta decido di non dire nulla.

-Allora? La vuoi sentire questa storia?-
-Ad una condizione-mi punta il dito contro -se mi annoio, la smetti e mi lascia piangere in pace-
-Affare fatto- le porgo il mignolo e lei lo stringe, il patto é stato fatto.

-Allora, vediamo da dove iniziare...-

***

Sara la sentiva parlare di lui, la sentiva eccitarsi pronunciando il suo nome, sorridere guardando quell'anello che porta sull'anulare, lo mostrava a tutti con la sua solita intraprendenza e Sara sorrideva, sorrideva perché non poteva mostrare la tempesta che aveva dentro, sorrideva perché era l'unico modo per non scoppiare in lacrime, sorrideva perché doveva farlo.

-Tra poco saremo una famiglia-

Continuava a sorridere Sara mentre spostò lo sguardo su di lui, la stava fissando e, quando i loro occhi si incontrarono, Sara ebbe un leggero sussulto interiore. Non riusciva a decifrare i suoi occhi, aveva perso quella capacità qualche mese prima, chiuse gli occhi e scosse la testa, in realtà era già passato un anno.

Abbassò lo sguardo quando lei lo baciò, Sara prese la sua borsa e se la mise in spalla, si ripeté di respirare con calma, ripeté a se stessa che oramai tutto era passato, tutto era svanito, ma non era mai stata brava a mentire.

-Tutto bene?-

Annuì in direzione di una delle sue più care amiche, l'unica a sapere nel loro gruppo, l'unica che sapeva il peso che Sara si portava dentro: -Ho bisogno di andare-

La guardò senza poter far nulla, Sara si avvicinò ai due innamorati e li salutò, lei la abbracciò come se fossero migliori amiche, la strinse a sé e Sara si sentiva soffocare in quella morsa, sotto lo sguardo felice della bionda: -Che peccato che tu debba andar via-

-Già, festeggeremo un'altra volta-

Sara accennò un sorriso e guardò lui, lui che poco dopo si alzò e la giovane sentì il respiro mancarle, si strinsero velocemente la mano, Sara sperava che lui non potesse sentire il battito del suo cuore da quella distanza, fece per andarsene, ma lei la trattenne di nuovo: -Non saluti il più importante?-

Si indicò il grembo e Sara sentì lo stomaco rigirarsi su se stesso, si constrinse ad andare avanti ancora per poco con questa falsa, poggiò una mano sul basso ventre: -Ciao...emh...piccoletto-

Subito dopo allontanò la mano velocemente, come fanno i bambini quando per la prima volta scoprono che il fuoco brucia, aveva appena scoperto quanto bruciasse quella piccola vita per lei, quanto fosse nociva per lei e per la sua anima.
Salutò tutti, uno ad uno, i professori la guardarono contrariati quando disse loro che stava lasciando la cena, non si aspettavano una reazione del genere da parte sua, ma non erano gli unici ad essere stati sorpresi, la più sorpresa era lei stessa.

Uscì dal locale e il dolce vento estivo le accarezzò le guance, i suoi lunghi capelli volavano al vento. Non aveva mai pensato che la sua cena dell'ultimo anno di liceo sarebbe finita in quel modo, aveva immaginato risate e abbracci, lacrime per la futura separazione, ma non credeva che si sarebbe ritrovata di nuovo con il cuore spezzato. Camminava a passi veloci verso la sua moto, le lacrime finalmente avevano il permesso di lasciare i suoi occhi.

"Che idiota che sono! La questione è stata chiusa tempo fa, dovrei smetterla di starci male. Già, dovrei smetterla, ma non ci sono riuscita in questo lasso di tempo e non ce la farò ora."

I pensieri nella sua mente si rincorrevano, respirò profondamente e cercò di fermare le lacrime, ma il suo caratteraccio non glielo permetteva, l'unico modo di sfogare il nervosismo era con il pianto.
-Sara!-

Asciugò immediatamente le lacrime e si voltò verso la voce, sorrise tirata nel vedere il suo professore di fisica arrivare di corsa, si fermò a pochi passi da lei con il fiatone, Sara rise sotto i baffi pensando a quanto amasse le maratone quell'uomo, ma a quanto fosse poco adeguato ad affrontarle.

-Ci hanno appena confermato che i quadri usciranno dopodomani ed i tuoi compagni vogliono andare al bosco vicino la scuola per festeggiare, tu ci sei?-

Iniziò a mordersi il labbro freneticamente:"Cosa posso fare? Posso davvero privarmi delle mie ultime emozioni con i miei compagni di viaggio per questa assurda situazione? Riuscirei a sopportare la pressione di vederli attaccati come cozze?"

-Dovrei preparare le valigie per il trasloco-

Il professore le diede una leggera pacca sulla spalla:-Andiamo! Proprio perché questa è la tua ultima estate qui, gli ultimi momenti con i tuoi compagni-

Ingoiò a vuoto e chiuse gli occhi, solo per un secondo e per farsi forza: -Ma certo...-

-Ottimo- la fissò per qualche istante -Tutto bene?-

Annuì convinta:-Assolutamente, sono semplicemente stanca, gli esami mi hanno sfinito. Ci vediamo tra due giorni.-

Si mise il casco e salì sulla vettura, la mise in moto e partì come una furia, senza aggiungere altro, facendo la figura della cafona, ma non le interessa. Non in quel momento. Non prese la via di casa, non poteva rientrare in quello stato, arrivò sotto un piccolo palazzo e si attaccò al citofono, ringraziò il cielo quando le aprirono. Le vide lì, tutte e tre che la guardavano preoccupate, aveva detto loro che ci sarebbe stato un annuncio, ma neanche loro si aspettavano nulla del genere.

-E' incinta...-

-Cosa?-

Scoppiò in lacrime tra le braccia della sua migliore amica, sentì il respiro corto e irregolare, il cuore bruciava così tanto che sembrava stesse per implodere, le pietre avevano preso il posto delle farfalle nello stomaco. Nessuno disse nulla, solo loro quattro abbracciate ed il suo cuore fatto a pezzi.

***

-Questa stava messa peggio di me-
Guardo la mia bambina e lo faccio in maniera infastidita e giocosa allo stesso tempo:-É la mia storia, vuoi sentirla oppure no?-

Alza le spalle come se non potesse fare altro:-Ok, ma passa direttamente a quando si rincontrano Sara ed il ragazzo che gli piace-

Alzo gli occhi divertita:-E va bene, rompiscatole. Fammi pensare...-

***

-Perciò tra una settimana parti-

Alzò lo sguardo per formalità, Sara sapeva benissimo di chi era quella voce, annuì e tornò a guardare il panorama. Poteva sentire ancora i suoi occhi su di lei,finse di non accorgersene, ma il sangue veniva pompato nelle sue vene ad una velocità tre volte superiore del normale.

-Posso sedermi?-

-Non le ho comprate, non devi chiedermi il permesso-

L'acidità del suo tono era molto elevata, se lo immaginava con quel sorriso da cane bastonato sul volto mentre continuava ad osservare l'orizzonte, come se volesse raggiungerlo e prenderselo, ma sapeva benissimo che l'unica cosa che voleva prendersi si stava sedendo vicino a lei.
-Arte e spettacolo, no?-

Annuì distratta, lo sapeva benissimo quale facoltà avrebbe affrontato Sara, ne avevano parlato così tanto e avevano fatto molti progetti, progetti che comprendevano una casa insieme, una vita insieme.

-Mi dispiace non poter venire con te-

Sputò quelle parole con una verità quasi imbarazzante, Sara si voltò con la rabbia negli occhi e la voglia di dargli uno schiaffo, ma si ripeté che non sarebbe stato affatto un comportamento consono:-Hai preso strade diverse-

Una risposta secca, vuota, fredda come il vento della terra natia di lui. Spostò lo sguardo sulle sue compagne che sembravano tutte così emozionate per la gravidanza, avrebbe voluto farlo anche lei, avrebbe voluto non sapere ciò che sapeva, avrebbe voluto non aver vissuto tutte quelle giornate, avrebbe voluto essere ignara della loro storia, poter cancellare quel capitolo con una gomma, come quando ti rendi conto di aver fatto uno stupido errore di calcolo durante un'equazione, forse sarebbe stato meglio una bella croce sopra perché non si trattava solo di uno stupido errore, ma di errori consecutivi e uno peggiore dell'altro.

-Sara, ascoltami, io non volevo-

Una risata sarcastica lasciò le sue labbra, lo guardò divertita:-Dimmi che è successo per caso, dimmi come, casualmente, tu l'hai messa incinta-

Questa volta fu lui a distogliere lo sguardo, questa volta fu lui a non poter sostenere i suoi occhi perché sapeva che aveva ragione. Si alzò e si diresse verso i suoi adorati amici, ma i veri amici si accorgono subito se qualcosa non va, Matteo si avvicinò e li fece allontanare dal gruppo:-Va tutto bene?-

Sara alzò gli occhi al cielo:-Non credo di aver voglia di parlarne-

Stava per dire qualcosa, ma vennero brutalmente interrotti dalle urla di un loro caro amico, Alessio aveva in mano un bicchiere di vino:-Tanti auguri a Sara che realizzerà il suo sogno!-

Rise divertita nel constatare quanto fosse ubriaco, si avvicinò e gli sfilò il bicchiere dalle mani:-Non per cattiveria, ma il brindisi con i bicchieri di plastica non si può vedere-

Diverse risate scaturirono nella sua classe, improvvisamente si guardarono tutti complici e lei alzò un sopracciglio stupefatta, ma non ebbe neanche il tempo di domandarsi cosa stessero tramando che iniziarono ad urlare in coro:-Discorso!Discorso!-

Li guardò ridendo mentre scosse la testa in segno di dissenso:-Non ci penso neanche-

Non importava quanto lei non volesse farlo, la presero di peso e la misero su un ceppo, li guardò in cagnesco, gliela avrebbero pagata prima o poi.

-Emh... Non so davvero cosa dire...-

Matteo le fece cenno di andare avanti con le mani, lei respirò profondamente:-La prima volta che vi ho visto eravamo dei ragazzini idioti ed ora siamo dei neoadulti, ma sempre idioti restiamo- le loro risate la fecero sorridere –non credo di avervi mai detto quanto vi voglio bene, ma non voglio piangere quindi non ve lo dirò ora. Sappiate solo che spero realizzerete ogni vostro desiderio e che non vi dimenticherò.-
Saltò giù dal ceppo e rise nel vederli confusi da quelle parole:-I discorsi non sono il mio forte-

Risero ancora, rise, rise come non faceva da tempo e lo avrebbe fatto ancora se non avesse visto quel volto tra i tanti. Con uno slancio salì lui sul ceppo, lo guardò sbalordita come tutti gli altri, lui si schiarì la gola:-Non sono bravo con le parole, lo sappiamo tutti, ma volevo ringraziarvi per questi momenti passati insieme. Non avrei mai immaginato di conoscere tutte queste fantastiche persone- Sara vide la sua lei, la sua America, sorridere emozionata, ma lui non stava guardando America, lui stava guardando lei–ricorderò per sempre tutte le nostre avventure.-

Scese anche lui dal ceppo e, mentre la sua donzella lo abbracciava, lui cercò sguardo di Sara e lo trovò, Sara era ferma a fissarlo incredula. Si avvicinò con estrema lentezza e lui continuò a guardarla, allontanò la sua ragazza e camminò verso di lei, Sara sorrise mentre continuò a guardargli gli occhi grigi.

***

-Aspetta mamma, come dovrebbe aiutarmi tutto questo?Questi due finiscono di nuovo insieme?-
Gli occhi di mia figlia mi guardano spaesati, le sorrido amorevolmente mentre le passo una mano sulla guancia:-Volevo farti capire che anche le più grandi storie d'amore possono finire male, succede, soprattutto se si è piccoli-

Sbuffa contrariata e mi sposta la mano:- Io non sono piccola! Ho 13 anni oramai, devi capirlo mamma-

Lo afferma con aria superiore, come se fosse una piccola donna pronta a spiccare il volo della sua carriera, cerco di trattenere le risate, so che si sentirebbe a disagio:-Per me lo sarai sempre, anche quando ne avrai 70 di anni-

Sorride dolcemente, so che le fa piacere quando le faccio capire che il mio cuore appartiene a lei. I suoi occhi tornano di nuovo tristi:-Apprezzo il tentativo mamma, ma non credo abbia funzionato. Il cuore mi fa ancora male e vorrei davvero strangolare Alessia!-

Un piccolo sorriso increspa le mie labbra, il mio stomaco è stretto in una morsa nel pensare a quanto la mia piccola stia soffrendo. Alza le spalle all'improvviso, mi guarda curiosa:-Vorrei davvero sapere cosa ha fatto quel ragazzo a Sara, magari mi aiuta a non pensare-

Sorrido e mi sistemo bene nel letto vicino a lei, poggia la sua testa sulle mie gambe e mi guarda pensierosa:-Dall'inizio? Inizio?-

-Dall'inizio alla fine, almeno il tempo passa-

Rido divertita prima di posarle un bacio sulla guancia:-Allora...-

  
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