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Autore: Evil_Regal    26/07/2015    1 recensioni
SwanQueen.
Regina ed Emma stanno insieme,la loro storia d'amore è perfetta fino a quando in una notte che sembrava come tutte le altre qualcosa non riesce a distruggere quel vetro forte e spesso che era il loro rapporto. Che cosa succederà?Come reagiranno?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passato un mese e mezzo da quando Regina era andata via ed Emma stava impazzendo. Non poteva più farcela. Semplicemente non poteva vivere senza di lei e non poteva andare avanti così.

Adrianne non era mai a casa e le due parlavano poco. Quasi non si guardavano,poi però arrivava quel giorno in cui nessuna delle due era abbastanza forte e quindi restavano a casa a piangere insieme.

Henry,per fortuna,aveva una distrazione. Lui e Grace avevano avuto una bambina e quindi erano impegnati. Henry era così impegnato che non poteva nemmeno fermarsi a pensare che sua madre se ne fosse andata. Ma infondo,la notte,prima di addormentarsi,il suo ultimo pensiero andava sempre a lei.

Ma quel giorno fu diverso. Quel giorno scattò qualcosa in Emma che lei stessa non riuscì a fermare. Non aveva più forze. Non aveva più energie. Aveva bisogno di Regina.

Tutti avevano bisogno di Regina.

Spalancò la porta del negozio di Gold e la fece sbattere con un grande tonfo. Era arrabbiata,e non con Gold,e quindi non sapeva perché se la stava prendendo così tanto con il suo negozio. Ma non importava.

“GOLD!” gridò e dopo qualche secondo lui entrò dal retrò “Oh,sceriffo. A cosa devo la sua visita? Devo dire che ha un aspetto terribile” Emma aveva la borse sotto agli occhi ed era pallida come non mai. Aveva l’aspetto stanco e si reggeva in piedi a malapena.

“Ho bisogno che tu mi dia qualcosa per raggiungere Regina”

“Signorina Swan-“ la voce di Gold divenne più triste all’improvviso.

“Devo trovarla,e devo portarla qui. Ti darò qualsiasi cosa. Tutto quello che vuoi. Tutto. Ma ti prego” aveva le lacrimea gli occhi. Occhi disperati. Occhi spenti. Occhi senza niente dentro “Ti prego,aiutami” sussurrò perché la voce la stava tradendo. Era spezzatta e non abbastanza forte perché potesse parlare decentemente.

Gold la guardò. A lungo. E poi,ad un certo punto,sentì il bisogno di distogliere lo sguardo dagli occhi di Emma. Anche lui ci teneva a Regina,e Emma lo sapeva.

Gold aprì una scatoletta dalla quale tirò fuori due fagioli magici “Non hai altre possibilità. Ce ne sono solo due. Non sprecarli”

Emma prese un sospiro di sollievo e annuì,cercando di non piangere. Ma le lacrime abbandonarono i suoi occhi e le rigarono il viso.

“Grazie” mormorò tra le lacrime e si avvicinò all’uscita

“Emma?” lei si girò.

“La riporti indietro” Emma lo guardò. Il fatto che l’avesse chiamata per nome aveva un significato più profondo di quel che sembrasse. Era un modo per dirle che in quel momento,lui non era niente di diverso da lei. Lui voleva esattamente ciò che voleva lei.

Emma annuì,sopostando lo sguardo sul pavimento e poi uscì.

“Voglio venire anche io!” esclamò Adrianne non appena Emma le spiegò il piano e Emma scosse la testa “Adrianne,ti prego. Non insistere”

“Ma perché non posso venire?”

Emma piangeva “Perché probabilmente lei non vorrà nemmeno vederci e non voglio che tu la veda stare male. Non voglio che la veda respingerci” poi si fermò e la guardò tra le lacrime “Ti prego” sussurrò “Ti prego non insistere”

Adrianne trattenne le lacrime e poi si precipitò tra le braccia della madre “Okay” sussurrò “Ti voglio bene. Dille che ne voglio anche a lei e che mi manca” aggiunse ed Emma la strinse stretta a sé “Va bene ragazzina. Lo farò” le diede un bacio tra i capelli e poi le sorrise

“Riporterò la mamma a casa. Te lo prometto”  e poi uscì. Andò al molo e gettò il fagiolo in acqua. Si aprì un vorice nel quale lei si gettò. E l’attimo dopo piombò su un prato. Era nel posto giusto. Sul prato giusto.

Era nella Foresta Incantata. 
Si guardò attorno e si rese conto di dove era.

Non sapeva perché era finita alle stalle dove era cominciato tutto,dove Regina aveva cominciato a perdere tutto. Ma era lì. E ora doveva raggiunere il castello di Regina.

Ci era stata prima,quindi sapeva dove andare.

Cominciò a correre ma poi si fermò immediatamente. All’improvviso. Lei aveva la magia.

Poteva semplicemente teletrasportarsi.

Chiuse gli occhi. Pensò a Regina intensamente. Pensò al suo sguardo,al suo sorriso. Alla sua voce dolce e la magnifica melodia che componeva la sua risata. E l’attimo dopo era avvolta da una nuvola bianca.

Quando riaprì gli occhi,lei era lì.
E ad Emma non sembrò vero.

Non poteva essere vero.
Voleva correre da lei e abbracciarla e baciarla come se non ci fosse un domani. Ma non poteva. Quindi non l’avrebbe fatto.

La guardò e ingoiòle lacrime “Regina” sussurrò e lei si girò di scatto.

La bruna rimase a bocca aperta “Emma?” sussurrò sorpresa. Ed Emma dovette combattare contro se stessa per non scoppiare a piangere e per non correre verso di lei.

“Che ci fai qui? Ti avevo detto-“

“Si lo so. Mi avevi detto che questa è una cosa che vuoi fare da sola. Che hai bisogno di stare da sola perché devi trovare te stessa. Perché hai bisogno di capire chi sei. Perché devi capire. So che mi hai detto. Ho letto quella lettera miliardi di volte Regina. Eppure penso che sia sbagliato. Lo capisco. Hai bisogno di capire chi sei e cosa è rimasto di te. Ma non penso che farlo da sola sia la risposta”

“Emm-“

“Possiamo farlo insieme. Possiamo superarlo insieme. E possiamo uscirne più forti di prima. Perché siamo una famiglia,Regina. E in famiglia ci si aiuta. Non ci si abbandona. E io non me ne vado da qui fino a che tu non mi dirai che verrai con me,perché ho bisogno di te” e a quel punto Emma non riuscì più a trattenere le lacrime

“Ho bisogno di te ogni giorno,ogni singolo attimo. Non posso perderti,Regina. Sei troppo importante per me e non posso vivere senza di te. La mia vita nonha senso senza di te. Quindi ti imploro di tornare da me e dalla tua famiglia. Troveremo una soluzione. Te lo prometto. Ti aiuterò ad affrontare tutto questo. Ci sarò Regina. Sempre. Faremo come abbiamo sempre fatto. Ma ti prego..ti scongiuro,torna. Non posso andare avanti così,senza di te. Ti prego”

Regina aveva le lacrime agli occhi e scuoteva la testa. Avrebbe voluto farsi stringere e rimanere tra le sue braccia per sempre. Ma non poteva. Non era giusto.

“Regina ti prego” sussurrò Emma piangendo. Regina deglutì e sussurrò “Emma. Non posso” anche lei stava piangendo. Ma silenziosamente. Le lacrime le scorrevano silenziosamente sul viso e pregava cheEmma non le vedesse.

Emma annuì. Non poteva essere vero. Guardava Regina negli occhi e non vedeva niente,ma sapeva che lei stava solo nascondendo tutto. La conosceva. Lo sapeva quanto brava era a indossare la sua maschera.

“Emma,ho bisogno che tu vada via”

Emma deglutì e serrò la mascella. Perché si stava arrendendo così? Di nuovo? Perché non stava combattendo? Perché non la stava stringendo a sé come se la sua vita dipendesse da lei? Perché non era in ginocchio a implorarla? Perché?

Non stava facendo niente di tutto ciò. Anzi. Si stava girando e stava andando via. Poi,quando era sul punto di uscire da quella stanza,sentì un singhiozzo. E sapeva che non era il suo. Era quello di Regina.

E capì che lei si era tolta quella maschera. Aveva abbassato i muri. E decise di essere coraggiosa  e tentare un’altra volta.

“Si chiama Regina” sussurrò Emma quanto bastava perché Regina sentisse.

“Che intendi?”  Regina si asciugò le lacrime. Emma si girò e la guardò negli occhi,in quegli occhi che per Emma non avevano segreti.

“Nostra nipote” sorrise “Si chiama Regina”

La bruna spalancò gli occhi. Rimase in piedi ma era come se le sue ginocchia stessero per cedere. Deglutì. Provò a trattenersi. A controllarsi. Provò a tenere tutto insieme. Ci provò.

Ma quando vide Emma versare l’ennesima lacrima,Regina non ce la fece più. Si arrese alle sue emozioni e si lasciò cadere a terra. Lasciò che le ginocchia ceedssero e si piegò in due.Lasciando che il suo corpo venisse scosso dai suoi singhiozzi.

Emma la guardò spezzarsi in due davanti a lei e non ci pensò due volte prima di correre da lei e prenderla tra le sue braccia.

La strinse a sé come se fossero una cosa sola e le ripeteva che andava tutto bene. Che sarebbe andato tutto bene.

Quando Regina respirò di nuovo guardò Emma e cominciò a ripetere come una cassetta rotta “Mi dispiace” “Scusa” e Emma le prese il viso tra le mani e la guardò.

“Ehy,ehy” disse cercando di controllare le lacrime “Andrà tutto bene. Ti prometto che sistemeremo tutto” continuò “Andrà tutto bene. Okay?”


Regina la guardò e annuì prima di avvolgere le braccia attorno al suo collo e lasciarsi cullare.

Stavano piangendo ma entrambe stavano meglio. Stare tra le braccia dell’altra era di conforto. Era come un calmante. Le aiutava. Le sosteneva. Le teneva vive.

Ed era così bello sentire la pelle dell’altra contro la propria. Il profumo. I capelli soffici che solleticavano la pelle. Il respiro. Era così bello riaversi. Il cuore batteva a mille e non c’era modo di calmarlo,di frenarlo.
Era un momento troppo forte,troppo intenso per essere frenato.

“Emma mi dispiace così tanto” sussurrò Regina quando fu sicura che la sua voce non l’avrebbe tradita. Emma la strinse ancora “E’ tutto okay.Te lo giuro Regina,è tutto okay”

Regina la guardò e mormorò “Voglio andare a casa”

Emma rise tra le lacrime “Pensavo non l’avresti mai detto” fece per alzarsi in piedi ma Regina la afferrò il braccio sussurrando “Aspetta” e Emma si fermò. Regina le accarezzò le accarezzò le guance e la baciò.

E quando le loro labbra si toccarono Emma non potè fare a meno di trascinarla a sé e stringerla. Perché quel momento era troppo importante per averla lontana. I loro corpi dovevano aderire come se fossero un solo corpo. Era necessario.

Si baciarono con tutto ciò che avevano e non risparmiarono o conservarono nulla. Si diedero tutto semplicemente perché si erano mancate.

E si baciarono per quella che sembrò un’eternità,e nemmeno quella bastò. Ma capirono quando fu il momento di staccarsi e tornare a casa.

Una volta che le loro labbra si furono separate,Emma si alzò e tirò su anche Regina che si fece più vicina ad Emma e appoggiò la testa sulla sua spalla,appoggiando la fronte sul suo collo,respirando il suo profumo.

“Sei pronta?” sussurrò Emma e l’attimo dopo la sentì annuire contro la sua pelle. Emma tirò il fagiolo magico dalla tasca e l’attimo dopo erano nella loro camera da letto.

A Storybrooke.

A casa.

Erano a casa.

Regina.Regina Mills. Lei era a casa.

Era tornata.




Scusate.scusate.scusate. e ancora scusate. E' tutto ciò che posso dire. Mi dispiae tantissimo per la lunghissima,quasi interminabile assenza. Davvero,mi dispiace!
  
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