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Autore: Jim2233    26/07/2015    2 recensioni
"Per aver cacciato di frodo nelle terre di Panem, sei condannato a quaranta frustate".
Piccola flashfic sui pensieri di Gale dopo la fustigazione.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia dedicata a Ninety Nine: buon compleanno!

 

 

 

 

Vado a fuoco.

C’è un incendio che brucia sulla mia schiena. È l’unica cosa che sento attraverso i sensi intorpiditi. Pian piano, però, l’incendio si divide in tante lingue di fuoco, ognuna delle quali ha un posto preciso.

Perché non riesco a svegliarmi del tutto? Mi sento come se fossi stato sedato, e forse è proprio così.

Mi sforzo di ricordare cos’è successo.

Il palo della fustigazione. Le mani legate così strette da far sanguinare i polsi.

La voce del Pacificatore che mi rimbomba in testa: Per aver cacciato di frodo nelle terre di Panem, sei condannato a quaranta frustate.

L’ombra veloce e letale della frusta, che avverti un attimo prima che il colpo arrivi.

La carne che si lacera.

I miei ricordi si fermano alla ventinovesima frustata. Poi, il buio.

Ora riesco a distinguere ogni ferita, nonostante la forte sonnolenza.

 

Probabilmente sto ancora sognando, perché sento che una mano mi accarezza il viso. Percorre la fronte, indugia sulle sopracciglia e sfiora la curva del naso. Avverto un lieve pizzicore quando si ferma sulla barba, un leggero brivido quando arriva alle labbra.

Anche se i miei occhi rimangono chiusi, in qualche modo so che quella mano appartiene a Katniss. Non voglio svegliarmi, perché so che quando aprirò gli occhi Katniss non ci sarà più. Ormai sarà già scappata nei boschi, cercando di sfuggire alle grinfie di Snow. Nonostante il sedativo, sento una fitta di dolore al pensiero di averla persa per sempre. Già mi sono pentito del nostro litigio. Il pensiero di una rivoluzione probabilmente mi ha fatto lasciare andare la ragazza che amo. Non potrò perdonarmelo mai, vorrei tanto averla davanti per parlarle almeno un’ultima volta.

« Mi dispiace così tanto » Questa è la sua voce.

E poi sento le sue labbra posarsi sulle mie. È un bacio delicato, che sa di tranquillità e sicurezza, e anche un po’ di rimorso. È un bacio troppo reale per essere un sogno.

Combatto il sedativo e sollevo a fatica le palpebre pesanti. E lei è qui, china su di me.

« Ehi, Catnip » Mi viene naturale salutarla così, come ho fatto per tanti anni.

« Ehi, Gale »

È strano, non dovrebbe essere qui.

« Pensavo che te ne fossi già andata »

Resta in silenzio per un attimo, mentre continua a guardarmi. Poi sorride mentre mi parla.

« Non andrò da nessuna parte. Ho intenzione di rimanere qui e combinarne di tutti i colori ».

Per quanto possibile, ricambio il sorriso. E sento che diventiamo una cosa sola, le nostre fiamme si uniscono in un incendio solo.

« Anch’io » Sussurro, prima che il sedativo mi riporti nel suo buio abisso.

 

   
 
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