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Autore: pillina28    27/07/2015    5 recensioni
STORIA CON AGGIORNAMENTI LENTI
" AAA. Cercasi disperatamente Mary Poppins! Dove sei? Qui c’è un angioletto che ha bisogno di te! "
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La principessa Kagome di Aruntia ha tutto ciò che una ragazza di ventisei anni può desiderare.. tutto ma non l’amore.
Cresciuta con un padre assente e una madre troppo cinica e fredda per occuparsi di una bambina, Kagome non sa cosa significa crescere in una famiglia normale, piena di affetto e di amore.
E ora il dovere la chiama: deve sposarsi con un uomo di sangue blu e dare un erede maschio al suo casato.
Consapevole delle sue responsabilità, accetta di sposarsi, pretendendo però da quei genitori che da sempre l’hanno abbandonata, di avere un mese di libertà, lontana dalla sua famiglia e dal suo casato, per scoprire cosa si prova ad essere una donna del tutto normale.
E cosi, attirata da uno strambo annuncio su un giornale, parte per godersi i suoi ultimi trenta giorni di libertà.. non sapendo che tutto quello che ha sempre sognato sta per avverarsi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Ciao! Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia! ^^



1 capitolo

 

Inuyasha Pov.
 
- Sono allo stremo delle forze – penso, mentre disperato cerco il modo giusto per sedare il pianto continuo di Ryo.
Chi l’avrebbe mai detto che occuparsi di un bambino piccolo fosse un’impresa così difficile?
Gli ultimi due giorni sono stati davvero un disastro:quando ieri l’ho rivisto, dopo tanto tempo, ho provato una stretta al cuore nel vedere quanto somiglia a Koga.
Quando mi sono avvicinato e la signora della casa famiglia me l’ha mostrato, dormiente, ho realizzato il grande impegno che mi stavo assumendo nei confronti di quella creatura che, per i prossimi anni,sarebbe dipesa in tutto e per tutto da me.
Per un attimo ho provato un cieco terrore a quel pensiero,una voglia incredibile di rifiutarmi e lasciare che di lui si occupassero persone sicuramente più capaci di me .. e con una vita meno complicata.
Qualcuno che potesse dargli quello che io non credo di essere in grado di offrirgli.
E proprio mentre stavo per dire queste parole all’avvocato, il piccolo ha aperto gli occhi e mi ha guardato.
Sono stati attimi interminabili, in cui ci siamo osservati a vicenda e ho sentito una strana sensazione, come se lui stesse cercando di dirmi qualcosa, come se con il solo sguardo, mi stesse pregando di non lasciarlo, di non abbandonarlo.. e ho ceduto a quella silenziosa richiesta.
Adesso, mentre lo sento piangere ancora, penso che forse ho fatto la scelta sbagliata: non sono affatto tagliato per fare il padre e sembra che il piccolo non abbia alcuna simpatia nei miei confronti, visto che non smette un minuto di strillare e sputa sulle mie camicie tutto quello che cerco faticosamente di fargli mangiare..
<< Su piccolo non piangere >> dico, cullandolo goffamente e ottenendo degli strilli ancora più acuti.
- Koga cosa devo fare? – penso disperato, ormai prossimo ad una crisi di nervi.
Se mi vedessero ora i miei colleghi diventerei la barzelletta del reparto. Chi l’avrebbe mai detto che Inuyasha Taisho, il  famoso e freddo cardiochirurgo di Manhattan, perdesse la sua compostezza di fronte a un bambino in lacrime?
Già il fatto che ho preso tre giorni di ferie, dopo mesi di lavoro ad orario continuato,anche durante le festività, ha lasciato di stucco tutti.
Sospiro, sentendo il bisogno di fare un bel bagno caldo, mangiare qualcosa e dormire per qualche ora.
Devo ammettere che sapevo sarebbe stata dura,ma non avrei mai immaginato che fosse così  dura.
La mia speranza è che qualcuno risponda presto all’annuncio che ho fatto pubblicare sul giornale per trovare una babysitter per il piccolo.
Fin’ora però nessuno ha chiamato.
Forse avrei dovuto rivolgermi ad una agenzia…
Il suono del campanello interrompe i miei pensieri e, per un attimo anche le urla di Ryo, che qualche istante dopo riprendono più assordanti che mai.
Cercando di mantenere la pazienza, mi avvio verso la porta mentre, senza successo, tento di parlare al piccolo e di calmarlo.
Apro la porta e alzo lo sguardo rimanendo per un attimo interdetto: di fronte alla mia porta c’è una sconosciuta dall’aspetto decisamente particolare.
Il mio sguardo va ad incrociare quello di una ragazza che mi sta guardando sorridendo radiosa e, per una attimo, una buffa sensazione mi attanaglia, come una sorta di scossa elettrica che mi pervade il corpo.
Ci studiamo per qualche secondo senza parlare e, miracolosamente, anche Ryo smette di piangere e studia con curiosità la donna.
A spezzare il silenzio è proprio lei che, con un sorriso smagliante, dice << Salve, il Signor Taisho immagino >>.
Cercando di controllare le strane emozioni che mi pervadono, rispondo con calma: << Si sono io.. lei sarebbe? >> chiedo serio, ma decisamente curioso.
Non ricordo di aver mai visto questa donna.
Che sia una parente di qualche mio paziente?
Bè spero proprio di no.
Questo non è di certo il momento più adatto per trattenere una conversazione seria.
Tuttavia, con le sue parole, mi lascia totalmente sbigottito: << Salve! Sono Mary Poppins >> dice, sempre sorridendo.
La guardo ancora senza parole.
Di certo non è l'anziana signora che mi ero aspettato e non assomiglia affatto a Mary Poppins.
La prima cosa che mi salta all'occhio è che ha delle labbra fantastiche, rosse e carnose.
Il suo sorriso poi è bellissimo e per nulla forzato del tipo: "ho-assoluto-bisogno di un lavoro".. ma è dolce e spontaneo.
Gli occhi sono neri, nascosti da occhiali con le lenti spesse e decisamente fuori moda. I capelli sono castano chiaro e stretti in una acconciatura troppo severa per una ragazza così giovane. Il viso è delicato, anche se coperto da un grosso strato di fondotinta.
Il resto del corpo poi, è difficile da indovinare visto il suo abbigliamento: indossa una camicia nera molto larga e totalmente abbottonata e una gonna lunga, sempre nera, che tocca il pavimento, da sotto la quale spuntano un paio di stivaletti neri.
Decisamente non appariscente.
Eppure qualcosa in lei attira: nonostante l’abbigliamento orrido, il trucco esagerato e la pettinatura mostruosa, rimane una donna molto carina.
<< Mary Poppins? >> ripeto come uno stupido e lei annuisce.
<< Si.. ho letto che in questa casa c’è qualcuno che ha bisogno di me ed eccomi qui! >> mi dice spalancando le braccia e continuando a sorridere entusiasta.
Come se si fosse sentito chiamato in causa, il piccolo Ryo, che fino a quel momento aveva studiato la donna con curiosità, riprende a piangere.
Mentre sospiro, pensando che forse il piccolo ha bagnato il pannolino e ha bisogno di essere cambiato, la donna si avvicina porgendo le braccia verso di lui.
<< Posso provare a tenerlo un minuto? >> mi chiede.
<< Non ha smesso un attimo di piangere oggi, non so più che fare >> ammetto con tono tetro e lei annuisce, come se comprendesse perfettamente la situazione.
<< Lasci fare a me >> mi sollecita e io la guardo, pensando che in realtà questa donna potrebbe essere chiunque.
<< Non so neanche il suo nome.. potrebbe non essere chi dice >> affermo io.
Lei mi guarda seria e, per un attimo, assume un’espressione quasi colpevole ma poi subito dopo mi guarda decisa, puntando i suoi occhi nei miei:<< bè in effetti non sono la vera Mary Poppins..lei aveva già un incarico e quindi ha mandato me.. mi chiamo… Kagome, non sono pericolosa.. e le assicuro che sono assolutamente qualificata per occuparmi del piccolo tra le sua braccia >> dice, prendendosi quasi gioco di me, che la guardo decisamente stralunato.
Si avvicina di nuovo e io, come un automa, le cedo il bambino; mentre si china verso di me per prenderlo in braccio, vengo colto e stordito dal suo profumo di fiori, delicato e sensuale.
Ryo passa tra le sue braccia senza fare troppe storie e smette di piangere per fissarla attento.. con gli occhi pieni di lacrime e il labbruccio tremante.
<< Piccolo tesoro, perché piangi? >> gli parla lei dolcemente,stringendoselo al petto e, sotto il mio sguardo incredulo, il bimbo poggia la testa sulla sua spalla e batte la manina sul suo petto mentre lei, soddisfatta, sorride, accarezzandogli lievemente i riccioli scuri.
<< Ecco qui, che bravo ometto.. non serve a nulla piangere >> dice dolce, come se lui potesse davvero comprendere il suo discorso.
Lentamente si dirige verso il divano e vi si accomoda, tenendo il piccolo tra le braccia che la fissa attento ad ogni suo movimento mentre lei, tranquilla, gli parla con infinita dolcezza.
Vederla mentre stringe al petto Ryo,carezzandolo con amore, mi fa stringere il cuore.
E' una scena di una bellezza e di una tenerezza infinita.
Kagome sembra completamente a suo agio con un bambino sporco e piangente tra le braccia.. come se occuparsi di lui sia del tutto naturale per lei.
<< Suo figlio è davvero un bambino bellissimo.. complimenti >> dice lei con voce dolce, alzando lo sguardo verso di me.
<< In realtà non è mio figlio.. i suoi genitori, erano dei miei grandi amici e sono morti pochi giorni fa in un incidente.. il piccolo non aveva nessun’altro e così è stato affidato a me,secondo le ultime volontà del padre e io ho accettato di occuparmene >> rispondo.
<< Oh.. deve esser stato terribile.. perdere entrambi e a questa tenera età poi.. >> dice lei con tristezza, carezzando la testa al piccolo Ryo, che sembra completamente a suo agio tra le sue braccia.
<< Bè la notizia è stato un vero trauma anche per me >> ammetto sinceramente << fare il padre non era nei miei piani, soprattutto perché non so assolutamente nulla di bambini e il mio lavoro assorbe quasi tutto il mio tempo. Tuttavia non potevo tirarmi indietro e sto cercando di fare del mio meglio, anche se la situazione si sta rivelando davvero difficile,visto che sembra non avere tanta simpatia per me >> dico frustrato.
<< Sono sicura che non è così. Ha solo bisogno di tempo per abituarsi. È ancora così piccolo e senza dubbio sente la mancanza della mamma e del papà. Con il tempo si legherà anche a lei, deve solo avere pazienza >> afferma lei, sorridendomi incoraggiante e il mio sguardo si sofferma sulle sue labbra.
Lei forse se ne accorge perché spegne il sorriso e si muove come se fosse a disagio.. e io distolgo lo sguardo,dandomi dell’imbecille: questa donna è qui per fare la babysitter ed è riuscita miracolosamente a far smettere di piangere il bambino.
Quindi qualsiasi coinvolgimento con lei è da escludere.
Subito.
<< Credo che abbia il pannolino bagnato >> dice,rompendo il silenzio e risvegliandomi dalle mie fantasie.
<< Ah si, in effetti stavo per cambiarlo quando lei ha suonato alla porta >> rispondo alzandomi e avviandomi verso di lei con l’intenzione di riprenderlo ma, appena lo tocco il bimbo si dimena, stringendosi a lei.
<< Ma-ma .. mamma >> dice strillando e afferrando la maglia di Kagome, mentre il mio cuore ha un tuffo.
Alzo lo sguardo e incontro quello di lei, leggermente lucido.
<< Pensa che io sia la sua mamma >> dice lei sorpresa.
<< Posso cambiarlo io >> dice e io annuisco << si forse è meglio, così evitiamo che si stranisca ancora di più >> .
Così le mostro la camera che in fretta ho trasformato in nursery, aggiungendo un lettino, un fasciatoio e alcuni giocattoli, lasciando però intatto il letto singolo e la cabina armadio in modo da poter ospitare un’eventuale babysitter.
Kagome lo distende sul fasciatoio e comincia a spogliarlo, mentre lui non sta fermo un attimo e chiacchiera balbettando frasi sconnesse: decisamente meglio dei pianti a cui sono abituato io.
Lei sorride parlandogli a sua volta e, mentre sostituisce il pannolino sporco con uno pulito, gli fa il solletico sulla pancia: è così che, per la prima volta in due giorni, sento la risata del piccolo.
Di certo è un passo avanti,visto che con me non ha fatto altro che lamentarsi.
Continuo a guardare la scena, mentre lei, dopo aver finito di cambiarlo, lo mette seduto sul tappeto e gli porge una macchinina.
Il piccolo la guarda,come per sincerarsi che lei non si muova dal suo fianco e, quando Kagome si siede di fianco a lui, comincia a giocare tranquillo.
Lei alza lo sguardo e mi indica il bambino che sorridente sta giocando con altri giocattoli sparsi sul pavimento: << Sembra sia un po’ più tranquillo ora >> afferma contenta.
Annuisco.
<< Si in effetti non l’avevo mai sentito ridere e in questi due giorni ho cercato di farlo giocare in tutti i modi, ma non stava fermo un secondo. >>.
<< Bè allora sono felice che ora si sia tranquillizzato >> afferma contenta.
<< E' tutto merito tuo. Io non ne sono stato in grado >> dico allora, amareggiato, rivolgendomi al lei dandole del tu.
Lei sembra intuire il mio stato d’animo e mi guarda rassicurante, attraverso le spesse lenti: << Non devi arrenderti. I bambini così piccoli ricercano soprattutto una figura femminile a cui appoggiarsi. Probabilmente con me si è calmato perché gli ricordo vagamente la sua mamma. Ma sono sicura che con il tempo si avvicinerà anche a te >> dice incoraggiante.
<< Ti ringrazio >> dico allora, toccato dal suo sincero interessamento.
Do uno sguardo all’orologio e mi accorgo che sono quasi le otto.
Rivolgo nuovamente lo sguardo verso la donna che mi ha salvato da un’altra disastrosa serata e che ora, seduta sul tappeto, sta giocando con delle macchinine come se fosse la cosa più divertente del mondo.
<< Perché ha deciso di fare la babysitter? >> chiedo di getto e lei alza lo sguardo,per poi guardarsi intorno, evitando il mio.
<< Perché mi piacciono molto i bambini e sono brava nel gestirli.. >> comincia << e poi.. ho scelto questo lavoro perché.. ne ho bisogno >> termina, anche se per un attimo ho avuto l’impressione che stesse per dire qualcosa di diverso.
<< Ne ha bisogno? >> ripeto.
<< Si assolutamente>> ribatte lei.
<< Deve sapere che questo è un lavoro a tempo pieno. Ho bisogno che lei si occupi del bambino tutto il giorno visto che io lavoro parecchie ore >> dico allora.
<< Di cosa si occupa? >> mi chiede curiosa, aggiustandosi gli occhiali sul naso in un gesto decisamente.. tenero.
<< Sono un medico.. cardiochirurgo per la precisione. I miei turni non sono mai fissi e spesso le emergenze mi tengono in ospedale più del dovuto, quindi ho bisogno di sapere che posso contare su di lei sempre, 24 ore su 24. >>
<< Quindi non è sposato >> dice lei tra sé.
<< No.. non lo sono >> rispondo io neutro << ho una governante che si occupa della casa tre volte alla settimana, per il resto me la cavo da solo di solito.. lei sa cucinare? >> chiedo e la vedo annuire.
<< Bene perché io mangio quasi sempre in ospedale,quindi nel caso, dovrai provvedere a cucinare per Ryo e per te naturalmente >>.
<< Non c’è problema >> ribatte, prontamente.
<< Bene.. e che mi dici di te? Puoi dirmi qualcosa della tua vita e della tua famiglia? >>.
<< Oh.. bè una famiglia del tutto normale >> risponde con leggerezza, sfuggendo al mio sguardo.
<< In che senso normale? >> le chiedo perplesso dalla sua risposta vaga.
<< Bè normale. Due genitori, dei fratelli e un cane.. un ‘infanzia del tutto serena >>  dice guardandomi. Accidenti, i suoi occhi hanno un taglio davvero bellissimo e  per un attimo mi perdo a guardarla.
<< Bè.. sembra l’ideale >> ribatto a corto di parole.
Accidenti, sembro un rammollito.
È questo il modo di affrontare un colloquio di lavoro con una dipendente?
<< è ora di cena. Vedo di cucinare qualcosa, mentre magari tu potresti dare il latte a lui.. troverai l’occorrente in cucina >> affermo << Benvenuta in questa casa. >>.
Lei spalanca gli occhi : << Sta dicendo che sono assunta? >> mi chiede speranzosa.
<< Bè dobbiamo ancora discutere i dettagli e naturalmente verificherò le sue referenze, ma mi basta vedere che Ryo è tranquillo per capire che lei è la persona adatta ad occuparsene. Quello che mi sta a cuore è la sua serenità, del resto non importa >> affermo sicuro.
Lei mi stupisce facendo un grido di gioia: << Grazie, vedrà che non se ne pentirà. Mi occuperò del piccolo Ryo al meglio delle mie possibilità >> dice sorridendo radiosa e non so perché ma mi ritrovo a sorridere anche io.
Perché ho la sensazione di essere in un mare di guai?
 
 
 

Kagome Pov:

<< Sango ce l’ho fatta! Sono stata assunta! >> dico eccitata, mentre finalmente posso stendermi sul letto, con il piccolo Ryo che dorme sereno nel suo lettino, infondo alla stanza.
<< Davvero?! Bè era ovvio, sei bravissima,dolcissima.. i bambini delle nostre scuole stravedono per te  e sono sicura che sei stata ineccepibile con il piccolo >> dice lei, con un sorriso nella voce.
In effetti la serata non è andata affatto male: Ryo, dopo aver mangiato e giocato per una mezzoretta con un puzzle, è letteralmente crollato dal sonno.
Evidentemente la tensione di questi giorni e i pianti continui l’avevano stremato.
Povero piccolo, pensare alla sua perdita mi crea un nodo alla gola.
<< Si è andata bene.. è un bambino stupendo e purtroppo ha perso entrambi i genitori pochi giorni fa e ora si ritrova spaurito e confuso >> dico io con tristezza.
<< Entrambi? E chi si occupa di lui? >> chiede la mia amica, portando i miei pensieri verso lo splendido tutore del piccolo.
Quando oggi sono arrivata di fronte alla porta di questa casa, ho davvero temuto di non farcela. Essendo cresciuta sempre negli agi ed essendo abituata a persone che conoscono la mia posizione, dover dimostrare a qualcuno di saper fare qualcosa e di meritare quindi il posto, mi spaventava un po’.
Così, quando la porta si è aperta ed è apparso lui, mi sono ritrovata del tutto impreparata all’impatto che la sua vista ha avuto su di me.
Per un attimo sono rimasta senza fiato.                      
Senza dubbio il mio “datore di lavoro” è l’uomo più affascinante che io abbia mai visto: non bello nel senso classico del termine, ma non ho potuto fare a meno di guardarlo per qualche secondo, totalmente incantata dalla sua prestanza.
Ha delle ciglia lunghissime, folte e nere, un vero spreco per un uomo, anche se mettono in evidenza gli zigomi sottili, il naso diritto e la bocca generosa. Quando sorride lievemente, i suoi occhi ambrati si socchiudono un po’ e quelle ciglia gli conferiscono un aspetto sognante e innegabilmente sexy.
Chissà se le donne si sciolgono quando lui sorride loro in quel modo.
Per non parlare del suo fisico da urlo.
Ad  ogni modo, io non ho intenzione di cadere ai suoi piedi, per quanto il cuore mi stia sfarfallando nel petto.
Non mi trovo qui per cercare nuovi amici, né amanti, ma voglio solo provare qualcosa a me stessa.
<< Ei Kagome .. ci sei? >> mi richiama la mia amica, svegliandomi dalle mie ubicazioni.
<< Si, scusami. Si occupa di lui un amico di famiglia. A quanto pare era l’unica persona più vicina a lui >> dico neutra.
<< Povero piccino, di certo non sarà facile >> mi dice lei con simpatia.
<< Si, non sarà affatto facile. Al bambino mancano i suoi genitori e ha un disperato bisogno d’amore. Oggi mi ha scambiato per la sua mamma.. >> dico, ricordando la straziante sensazione di tenerezza e compassione che ho provato.
<< E il suo tutore non gli vuole bene? >> domanda lei attenta.
<< Oh si. Mi è sembrato molto attento ai bisogni del piccolo e cerca di fare il meglio per lui. Solo che, osservandolo questa sera, mi sono accorta che tiene il bambino un po’ a distanza, come se avesse paura ad avvicinarsi o forse, più semplicemente, non ha mai avuto a che fare con dei bambini ed è un po’ impacciato… vorrei aiutarlo ad aprirsi di più e ad avvicinarsi a lui. Sono sicura che diventerebbe un ottimo padre >> dico pensando che dal modo in cui si è comportato e da quello che mi ha raccontato durante la cena della sua vita e di come Ryo sia piombato su di lui come un fulmine a ciel sereno, mi ha piacevolmente colpito la sua volontà e la sua determinazione a fare in modo che cresca nei migliore dei modi e che non gli manchi nulla.
- Voglio che si senta mio figlio a tutti gli effetti! Non gli farò mancare nulla – mi ha detto in tono appassionato.
Vedendo che la mia assistente non ribatte, rimango interdetta: << Sango?! >>.
<< Kagome questa situazione non è l’ideale per te >> mi dice seria.
<< In che senso? >>  domando perplessa.
<< Nel senso che hai conosciuto quest’uomo da poche ore e già ne parli come se lo conoscessi da una vita.. lo sai vero che hai solo un mese? Un mese, Kagome.. poi dovrai tornare ad essere una principessa e dovrai sposarti. Non puoi permetterti di innamorarti >> mi dice con brutale sincerità e non so perché ma le sue parole mi fanno male.
Innamorarmi? Di Inuyasha?
<< Sei fuori strada, Sango. Ho solo detto che è un uomo molto buono, che si sta prendendo a carico un bambino che non è suo e lo sta facendo con l’intenzione di dargli tutto quello che può. Tutto qui >> dico con enfasi.
<< Sarà anche così >> dice lei con un tono per nulla convinto; << Ma ricordati chi sei Kagome. E se vuoi un consiglio, cerca di non prendere questa storia troppo di petto.. perché altrimenti, quando dovrai andar via, ti si spezzerà il cuore a lasciare quella casa.. e se il piccolo si affeziona troppo a te, subirà un ulteriore trauma quando tu te ne andrai >>.
<< Ne sono consapevole >> rispondo, con tristezza << Proprio per questo voglio aiutarli a creare un legame. Se il piccolo si affezionerà e creerà un rapporto con il suo nuovo papà, le cose non andranno male quando me ne andrò >>.
La mia amica sospira: << Spero proprio che tu abbia ragione >>.
<< Ormai sono qui e non ho il cuore di tirarmi indietro >> ribatto, testarda.
<< Stai solo attenta a non rimettercelo il cuore, amica mia >>.
 
Sdraiata sul letto continuo a pensare alle parole di Sango.
Forse dovrei davvero andarmene.
Infondo sono solo una bugiarda.
La maggior parte delle cose che ho raccontato a Inuyasha durante la cena sono delle bugie.
 
“ Ho verificato le tue referenze, hai fatto davvero un buon lavoro da quello che mi è stato detto. Posso stare tranquillo nell’affidarti il piccolo, anche se l’avevo capito già”
“ Grazie..”
 
“ Dimmi dove sei cresciuta? ”
“ In una casa di campagna, insieme ai miei genitori e a due fratelli..”
 
Ma cosa potevo dirgli?
Non potevo di certo raccontargli che sono una principessina cresciuta tra mura dorate, in una casa che potrebbe ospitare dieci famiglie..che ho avuto i migliori insegnati e tutti i privilegi e gli agi che la ricchezza e il titolo potevano darmi.
Non potevo dirgli che sono cresciuta sola, circondata dal personale del palazzo, ma senza la presenza costante di due genitori.. troppo impegnati nei loro affari per poter trovare il tempo di amare la loro figlia.
Cosa dovevo raccontargli?
Forse che ho avuto la migliore educazione che il denaro potesse comprare, ma che tutto quello che desideravo era imparare cosa volesse dire avere una vera famiglia?
Che sono abituata a presenziare a party, galà ed eventi sociali di grande importanza, quando tutto quello che vorrei fare è vivere la mia vita come una ragazza qualunque, libera di poter fare quello che voglio e soprattutto di sposare chi voglio, invece di essere costretta a vivere con un perfetto sconosciuto solo per salvare il mio regno?
Quando poi, mi ha parlato della sua vita, mi sono sentita davvero un’impostora: mi ha raccontato di essere cresciuto in una famiglia molto povera, che i suoi genitori hanno fatto mille sacrifici per permettergli di studiare e che lui si è impegnato al massimo per realizzare il suo sogno di diventare un famoso chirurgo, per renderli orgogliosi di lui e per ripagarli di tutto quello che hanno fatto.
Mi ha parlato con amore del suo lavoro, di come lo faccia stare bene e ho ascoltato le sue parole totalmente rapita dall’entusiasmo e dalla passione che mi ha trasmesso.
E in tutto questo mi sono sentita vuota: ho realizzato che nella mia vita manca qualcosa… che anche se io mi sono occupata di molte cose come principessa, non ho mai fatto nulla con la stessa passione che ha dimostrato Inuyasha per quello che fa nella vita.. non ho fatto mai nulla che stesse a cuore a me.. a Kagome come donna e non alla principessa Kagome.
Alcune lacrime scendono dai miei occhi e mentalmente mi do della stupida.
So fin da bambina quali sono i miei doveri di principessa,quindi è inutile piangere.
Amo il mio regno, amo il mio popolo, e per loro, solo per loro,non di certo per i miei genitori, farò ciò che è giusto che io faccia.
Con rabbia mi asciugo le lacrime e mi alzo dal letto, incapace di stare un minuto di più a rigirarmi senza prendere sonno.
Mi avvicino al lettino dove il piccolo Ryo sta dormendo sereno e lo fisso per qualche istante: nel sonno, è voltato su di un lato, con le labbra leggermente socchiuse, il respiro lento e regolare, le manine strette a pugni e vicine al viso, su cui ricadono ricci neri come la notte.
È davvero splendido e guardarlo, così tranquillo e sereno, mi da un senso di pace.
Il destino ha voluto che venissi in questa casa: mi occuperò di lui dandogli tutto il mio cuore e già so che, quando me ne andrò, lascerò qui una parte di me.
Sospirando, per nulla intenzionata a tornare a letto, indosso una vestaglia sopra la leggera e lunga camicia da notte e lentamente apro la persiana della camera, che conduce sulla terrazza.
Fuori un leggero venticello fa muovere le foglie e scompiglia i miei capelli, che ora sono più chiari grazie ad una speciale tintura spray che mi ha procurato Sango e che dovrò applicare ogni giorno, se non voglio rischiare di essere scoperta.
Finalmente liberi dalla costrizione di quelle odiose forcine, ricadono in morbide onde per tutta la lunghezza della schiena.
Lascio che la tranquillità della notte mi avvolga, infondendomi un po’ di calma.
<< Va tutto bene Kagome? >> sento chiedere alle mie spalle e voltandomi di scatto, spaventata, riconosco la figura di Inuyasha, che si avvicina lentamente.
<< Mi dispiace non volevo spaventarti >> si scusa a bassa voce e io scuoto la testa.
<< Non c’è problema, solo non ti ho sentito arrivare >> dico con voce incerta.
<< Stavo per prendere qualcosa da bere in cucina e dalla  finestra ti ho vista qui fuori. Ho pensato di controllare se fosse tutto apposto >> dice, fermandosi ad un paio di passi da me e scrutandomi con uno sguardo che mi mette soggezione.
Cosa mi sta succedendo?
Cos’è questo calore?
Forse dipende dal fatto che il suo sguardo è profondo e sembra scrutarmi fin dentro l’anima.
<< Avevo bisogno di prendere una boccata d’aria >> dico allora.
Lo vedo allungare una mano verso di me e il mio cuore comincia a galoppare come un forsennato.
<< Hai dei capelli meravigliosi >> dice dunque con voce roca, afferrando una ciocca e carezzandola per tutta la sua lunghezza.
<< gr- grazie >> balbetto, senza fiato a causa della sua vicinanza.
Perché sono così agitata?
<< Perché li tenevi costretti in quella pettinatura orrenda? >> mi chiede.
<< Bè.. non sono molto pratici e quindi preferisco legarli >> rispondo allora, anche se non sono ben sicura di ciò che sto dicendo.
I miei pensieri sono concentrati sul calore che la sua mano provoca, carezzandomi la nuca e i capelli.
<< Capisco, ma è un vero peccato nasconderli. Sono morbidissimi e lunghissimi, davvero spettacolari >> il tono è basso e.. sensuale?
Lo fisso incapace di dire nulla e lui porta il suo sguardo sul mio viso.
Fortunatamente è quasi totalmente buio: il mio viso è ora è privo di trucco, anche se non ho ancora tolto le lenti che nascondono i miei occhi azzurro ghiaccio.
E se in ogni caso mi riconoscesse?
Per un attimo la paura prende il sopravvento e così, velocemente, mi scosto, avviandomi verso la portafinestra ma, prima che io riesca a scamparla, Inuyasha mi afferra un polso bloccando la mia fuga.
<< Scusami, non volevo turbarti. Se ho detto o fatto qualcosa che non va, ti prego perdonami >> mi dice sincero e il mio cuore fa un balzo.
Perché? Cosa mi sta accadendo?
<< Non.. non preoccuparti >> affermo incerta << Il fatto è che è molto tardi.. quindi forse è il caso di andare a dormire >> .
<< Kagome >> mi chiama e con una mano, volta il mio viso verso il suo, per poi scostare la mano velocemente, come se si fosse scottato: << non avrei dovuto toccarti.. è solo che, quando ti ho vista illuminata dalla luna, con quello sguardo malinconico.. qualcosa mi ha spinto ad avvicinarmi.. e quando sono arrivato ad un passo da te.. >> si interrompe un attimo incerto, per poi concludere senza guardarmi in viso << non ho potuto resistere alla tentazione di sfiorarti >> confessa roco.
Trattenendo il respiro, lo guardo finalmente negli occhi che, proprio come i miei, sembrano molto turbati.
<< Non accadrà più >> promette infine, più serio.
<< Non è successo nulla, davvero >> lo rassicuro io.
<< E non accadrà nulla. Non ho intensione di far accadere nulla. Sei qui per occuparti di Ryo.. quindi il nostro sarà un rapporto esclusivamente lavorativo, ci tengo a precisarlo. Mi dispiace se ti ho dato un’impressione diversa >> afferma convinto e più distaccato.
Perché le sue parole sembrano ferirmi?
Infondo ha detto la semplice e pura verità.
Io sono qui per lavorare e, cosa che lui non sa, tra un mese sparirò e tornerò alla mia vita.
<< Davvero, non è successo nulla. Sono perfettamente d’accordo con te, sono qui per lavoro e nulla di più >> dico allora.
Lui annuisce e mi oltrepassa, rientrando in casa.
Prima di sparire nella porta che conduce alla cucina però, si blocca, rimanendo comunque di spalle: << Buonanotte Kagome.. >> dice dopo un attimo di incertezza, per poi entrare rientrare velocemente in casa lasciandomi sola, nel mezzo del terrazzo, con il cuore in tumulto e una strana stretta allo stomaco.
<< Buonanotte.. Inuyasha>> sussurrò, anche se lui non può sentirmi.
 
Non so per quanto tempo rimango così ferma, a guardare il punto dove lui è sparito.
Faccio un paio di respiri profondi e poi mi decido a tornare in camera dove, una volta controllato Ryo, che fortunatamente dorme ancora come un angioletto, mi distendo sul letto, affondando il viso nel cuscino, mentre le parole di Inuyasha, lo sguardo che mi ha rivolto e la sensazione della sua mano tra i capelli, non vogliono lasciare il mio corpo.
Forse Sango ha ragione..forse questa situazione non è l’ideale per me: perché altrimenti ho questa sensazione di essermi cacciata in un mare di guai?
 






ANGOLINO MIO ^^

Eccoci qui, con il primo capitolo!
Che ve ne pare dell'incontro tra i due?
Ci saranno delle vere scintille tra questi due testardi che tenteranno in tutti i modi di resistere all'attrazione che provano.. ce la faranno?

E il dolcissimo Ryo ci metterà inconsapevolmente lo zampino.. come tutti i bambini xD
Grazie a tutti coloro che hanno letto la storia! Siete tanti tanti e vi ringrazio davvero *-*
Grazie a chi ha inserito la storia tra
PREFERITI, SEGUITE e RICORDATE.
Grazie alle 5 splendide fanciulle che hanno recensito, GRAZIE DI CUORE <3
Che dire, spero vi piaccia, fatemi sapere!

Alla prossima, Kiss
 
   
 
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