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Autore: sognidispine    30/07/2015    1 recensioni
Prendete un mastodontico cane pulcioso, fatto? Ora mettete il cane in un appartamento di New York, prendete una ragazza ribelle dell'Alabama e legateli con dei fili elettrici e magia,avrete la connessione. Poniamo però che il cane sia in realtà una lupa mannara e allo stesso tempo una lesbica drammatica e che la connessione sia un tantino diversa da quella WiFi. Questo è quello di cui parla la nostra storia: Amore, qualche stereotipo che non guasta, un po' di sesso (no scherzo, tanto sesso) e in sintesi com'è aver un Lupo del XXI secolo per fidanzata.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quella mattina di febbraio non ero particolarmente interessata ad adescare nessuna coetanea asiatica o di qualsiasi altra etnia e il mio abbigliamento l'aveva messo ben in chiaro dal primo passo fuori di casa. Accanto a Ciara, così esteticamente seria nella sua camicia bianca che lasciava una buona porzione di collo ed avambracci al gelo (pazzia che solo un lupo poteva permettersi), sarei potuta passare per una docile sorellina adottiva e forse, fra la folla sgangherata che così ansiosa e cupa si apprestava al lavoro per le vie di quella Chinatown che avevo chiamato casa più per abitudine che attaccamento, saremmo passate inosservate. Tuttavia quel metro e settanta che consideravo così avvenente e intimidatorio, questa volta non avrebbe che aumentato l'irritazione di quella mattina iniziata senza caffè. Una volta uscite, probabilmente per l'istinto di tenermi vicino a se, la grande e morbida mano di Ciara stretta alla mia per condurmi una piccola via secondaria in direzione della stazione metropolitana di Canal St., s'irrigidì e quasi temetti potessero spuntarle artigli invidiabili a Wolverine per la forza che esercitò una volta voltato l'angolo. Persa ,inizialmente, nello studiarla, non avevo prestato particolare attenzione a ciò che mi circondava, se non all'indicazione della stazione metropolitana. Ogni sguardo alla ricerca d'indizi che potessero raccontarmi qualcosa di lei si trasformò in pochi passi in una contemplazione di ogni centimetro nudo della sua candida pelle 'invernale', perché come un lupo cambia il pelo con la stagione, la sua pelle esposta ai primi raggi estivi avebbe preso un caldo color caramello e i suoi capelli castani i toni di una creme brulèe, ramandosi e schiarendosi fino a un biondo cenere. Io non ero Sherlock e lei non era sicuramente un soggetto qualunque, non per me, così le mie brevi osservazioni non portarono a grandi scoperte. Intravidi una scritta lungo la sua colonna vertebrale, un tatuaggio che supposi corresse fino all'osso sacro correndo sul sottile strato di pelle che separava le sue vertebre dal gelo esterno e, come già avevo notato, portava un bracciale di metallo con le stesse scritte, a me incomprensibili. 

Fossi stata un gatto e ogni mio pelo si sarebbe rizzato e un acuto miagolio avrebbe accompagnato il mio balzo un mero da terra; tuttavia, in reazione alla sua stretta, non potei che guardare sorpresa davanti a me. Lo spettacolo non era dei migliori: un gruppo di ragazzi asiatici muniti di mazza era appoggiato alla scalinata per la metropolitana ed evidentemente mentre ero persa fra i pori dell'epidermide di Ciara, questi c'avevano provocato pesantemente e la 'piccoletta' che un attimo prima era al mio fianco, era ora un passo avanti a me pronta a mordere senza pietà. Non sono mai stata il tipo da dar peso agli insulsi e ignoranti giudizi altrui, nessuno avrebbe mai detto fossi lesbica dato il mio lavoro, anche se,non avendo amici in quei mesi, nessuno ne era a conoscenza, e la mia presenza femminile. Non avevo mai avuto una ragazza a NY prima di allora, non che in quel momento mi definissi la ragazza della pulciosa, quindi commenti omofobi erano ancora nuovi per le mie orecchie, ovviamente se non contiamo quella volta a 16 anni in cui mi azzardai a tenere la mano della mia allora fidanzata in visita dal paese vicino al mio. Vivevo nella bigotta Alabama, sarà meglio ricordarselo, e in quegli anni non c'era ancora nessuna legge del Big Barack a pararmi il culo e a mostrare la mia preferenza sessuale come inoffensiva e naturale. Fino a quel febbraio ero rimasta nella mia bolla, sicura che ormai le discriminazioni, in una città grande e libera come NY fossero estinte. Ma che illusa, un ingenuità e una disattenzione tale da parte mia erano a dir poco mosche bianche. Non mi ero mai interessata alla cronaca ma nonostante ciò il buonsenso avrebbe dovuto ricordarmi che più la fossa è grande più cadaveri puoi metterci dentro, più è grande il tuo conto in banca e meno la perdita di un dollaro è sentita. Chi parlava più delle morti per suicidio o pestaggio di giovani omosessuali della grande mela quando il matrimonio era largamente legalizzato in quasi tutto il paese e c'erano le più massicce morti dei neri a far notizia? Forse gli attacchi ai gay erano diminuiti e, in paragone alla moltitudine di vite nere spezzate o agli attentati terroristici, in una città come NY una morte o due non avrebbero smosso l'equilibrio della bilancia. Eppure quelle vite erano state spezzate; la morte, con la sua lama più vecchia e consunta che mostrava però indelebile la scritta 'diverso', aveva solo rivolto le sue attenzioni ad un altro bersaglio sentendosi in colpa ad averlo trascurato più tempo del previsto. Ora era tornata. Fossi stata sola sarebbe toccato a me o forse, me la sarei cavata con un stupro di gruppo, infondo facevo il lavoro che facevo. Ora però non ero più sola.

Ciara ringhiò sommessamente, i pugni serrati e visibilmente in preda a saltargli addosso. 'Toccate la mia donna e siete morti'; il clima era più o meno quello. Bhe non che mi dispiacesse, lì per lì, evitarmi uno stupro ma sicuramente non era quello il trattamento e la considerazione che desideravo da una compagna. Sono una femminista? Non lo so, non m'interessa. Io vado per la mia strada con le mie idee poi siete liberi di considerarmi ed etichettarmi come vi pare se ciò, per decerebrati come voi, render le cose più comprensibili, ma io non sono ovviamente tenuta ad accettare in vostri epiteti. Dubito avessero visto i suoi canini affilati in formazione 'attacco alla giugulare' e non si mossero di un millimetro. 'Allora lesbiche, avevate intenzione di prendere un treno? Perché avremmo altri piani interessanti per voi.' Il più basso che sembrava anche il più spavaldo si avvicinò con la mazza a Ciara. Due metri, uno, cinquanta centimetri...erano faccia a faccia. 'Sai non credo tu sia 'all'altezza' di quella puttanella lì dietro. Non so se intendi...' Tirò rumorosamente su con il naso ma prima che un grosso sputo lercioso avesse anche solo l'idea ti partire in direzione del volto di Ciara, questa gli prese di colpo il collo; ringhiava come su un campo di battaglia, non disse una parola ma lo strinse finché in pochi attimi non passò da un tenue ocra ad un violaceo già maleodorante di cadavere. I suoi compagni erano attoniti e solo quando il ragazzo lasciò cadere la testa indietro si decisero a scappare.

Il corpo di quel cinese era inerme sull'asfalto freddo e sudicio, nessuno nei paraggi eppure avevo il sentore che sarebbero presto tornati i suoi compari, senza armi e con la polizia. 'C-iara...' Pronunciai quel nome con tanta incertezza quanto la solennità con la quale l'avevo udito pronunciare la prima volta. Si okay, ero una dura di strada ma a tutto c'è un limite; non di certo ero preparata ad assistere ad un omicidio di prima mattina. Poi Ciara diede al corpo un poderoso calcio. Povera ingenua che ero stata a pensare di aver a che fare con una sciocca manipolabile, la donna di fronte a me era tutt'altro che prevedibile, i canini non erano che un ornamento per la sua furia omicida. 

Un colpo di tosse dissolse i miei pensieri. Il nostro 'aggressore' non era morto.

Si voltò verso di me; dovevo aver una faccia spaventosa: un misto di incredulità, terrore e confusione. 'Allora, ci muoviamo? C'è ancora un po' di strada da fare.' Un sorriso a trentadue denti le si spalancava in volto. 

In quegli attimi credo di aver riconsiderato sinceramente la mia fede, pregavo di non esser la prossima preda di quel Joker di nome Ciara.

   
 
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