Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: SagaFrirry    31/07/2015    3 recensioni
Storia scritta a più mani. Tre autrici diverse (SagaFrirry, enkeliNoManigoldo ed Antares 91) hanno creato questa piccola follia. Ogni capitolo sarà una missione "a sé", anche se saranno collegati fra loro, e sarà scritto da una delle tre. La storia è semplice: degli strani personaggi hanno una missione da compiere! ci riusciranno? fatevi 4 risate e scopritelo! FOLLIA A SEI MANI!
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Gemini Saga, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Niraja stava correndo per le vie della città. In short e canotta, si teneva in forma. Passando davanti ad un fruttivendolo, udì una donna pronunciare le seguenti parole: queste pesche sono proprio l’ideale per il Grande Tempio!

Incuriosita, la ragazza si fermò e tese l’orecchio, palpeggiando frutta varia e fingendo indifferenza.

“Saranno un tributo fantastico” continuò la donna “Sapete, mio nipote era disperso in mare ma le preghiere ad Atena lo hanno fatto tornare a casa. Quindi ringrazio la Dea ed i suoi santi con queste splendide pesche. Sono magnifiche”.

“Mi dica quante ne vuole e preparerò una confezione adeguata” rispose il negoziante.

“Scusate..” si intromise Niraja “..non volevo disturbare, ma non ho potuto fare a meno di sentire. Da qui posso mandare doni al Grande Tempio?”.

“Esatto” annuì il commerciante.

“E..come funziona? Vedete..la mia adorata nonnina era malata ma ha sempre ripetuto che Atena l’avrebbe salvata e così è stato..”.

“Preparo personalmente le ceste” sorrise con orgoglio il fruttivendolo “Che poi vengono portate all’alba al tempio”.

“E queste ceste..che fine fanno? Vengono offerte ad Atena?”.

“Dipende. Se il tributo è in ringraziamento della Dea, sì. Se invece è rivolto ad un cavaliere o al Sacerdote, dipenderà dai casi. Io mi limito a consegnare..”.

“Capisco. In questo caso..vorrei un grosso cestino per tutto il Tempio”.

“Dovrà essere parecchio grosso..”.

“Mi fido di voi. Solo una cosa: posso preparare io stessa il cestino? Sa, sono un po’ esigente..”.

“Certamente. Solo ricordatevi che poi la frutta viene controllata..”.

“Controllata?”.

“Sì, per evitare che all’interno del cesto ci sia qualcosa di pericoloso. Quindi non faticate troppo a disporre il tutto in modo fantasioso”.

“Addobberò per bene il cesto!”.

“Allora fate pure. Nel frattempo, preparo quello per questa signora..”.

“Sì. Io..torno un attimo a casa a prendere i soldi”.

Con quella scusa, Niraja corse ad acquistare il necessario per attuare il suo piano e poi preparò la cesta. Un po’ a casaccio, mise fiocchi ed amenità inutili. Scrisse sul bigliettino una dedica, per tutto il santuario, e sorrise: quel piano non poteva fallire.

 

Il mattino al Santuario iniziò nel solito modo. All’Alba, Arles svolse i soliti rituali e poi si ritirò nelle sue stanze per poter fare colazione. L’ultimo attimo di pace prima di iniziare la solita giornata snervante. Ormai aveva perso la pazienza. Era circondato da incompetenti che non riuscivano nemmeno a trovare una dannata armatura d’oro!

“Signore?” chiamò educatamente Gigars.

“Cosa c’è?”.

“Posso entrare?”.

“No!”.

“Perché? Che state facendo?”.

“Mi sto segando, Gigars! Che domande del cazzo fai?! Sto facendo colazione, non ne ho il diritto senza avere sempre quel tuo strano occhio puntato contro?!”.

Gigars, divenuto rosso e boccheggiante dopo la prima frase, si scosse capendo che era solo uno scherzo.

“Sono arrivati i tributi. Quali tenete e quali mando ai cavalieri per la loro colazione?” riprese.

“Ci sono dei dolcetti?” domandò Arles, sbocconcellando un biscotto appena pucciato nel caffè.

“Sì..”.

“E allora, come sempre, non devi chiedere. I dolci a me. Del resto, fai pure ciò che vuoi..”.

“Non vi va un po’ di frutta fresca, oggi? Ha un aspetto invitante”.

“No. Oggi ho bisogno di endorfine da cioccolato. Mangiane pure un po’ tu, se vuoi”.

Gigars sorrise soddisfatto. Aveva visto certe pesche a dir poco divine!!

 

La mattina era tranquilla. Troppo tranquilla! Non si udiva un solo rumore ed Arles si annoiava. Certo, sempre meglio di avere un branco di rompicoglioni al seguito ma così non sapeva come passare la giornata. Sospirò e decise che sarebbe stato divertente (si fa per dire) contare le piastrelle dal trono fino alla porta. D’un tratto questa si aprì ed Arles storse il naso.

“Mi hai fatto perdere il conto!” sibilò.

“Il conto di cosa?” si sentì rispondere e subito ne riconobbe la voce.

“Ciliegina?” chiamò, quasi dubbioso.

“In tutta la sua rossezza e cilegiosità”.

“Come sei arrivata fin qui? Quella è la porta principale..”.

“Al tempio dormono tutti”.

“Come sarebbe a dire?!”.

“Ho donato uno dei cesti con i tributi di frutta ed erano state tutte trattate con un sonnifero. Tutti coloro che hanno mangiato dal mio cestino, stanno dormendo. Ma vedo che a te la frutta non va..”.

“Ciliegina diabolica! No, in effetti non sono tipo da frutta. Se mettevi il sonnifero nei muffin, forse..”.

“Me ne ricorderò”.

“E ora? Che si fa? Anche se ero addormentato, che pensavi di fare?”.

“I miei fratelli sono con me. Mi avrebbero aiutato a portarti via”.

“E dove sono?”.

Niraja si chiese la stessa cosa. in effetti, stavano salendo le scale dietro di lei! Si guardò indietro e li vide addormentati in terra.

“Ma no!” gridò lei “Vi avevo detto di non mangiare la frutta, anche se sembrava buona! Imbecilli!”.

Arles ridacchiò. Stava pensando a Milo..goloso com’era di mele, mi sa che si sarebbe svegliato fra moltissimo tempo..

Il Sacerdote raggiunse la donna e gridò a casaccio nomi di guardie e cavalieri. Nessuno rispose.

“Caspita..sto in un tempio di salutisti che fanno colazione con la frutta” constatò, trovando la cosa molto strana. Lui preferiva di gran lunga le brioche al cioccolato.

“E come faccio a riportarli a casa adesso?” si chiese lei “Non si sveglieranno se non fra delle ore! E se qualcuno li trova qui..”.

“Posso aiutarti io a riportarli a casa. Uno è ciccione, ma non pesa quanto una colonna perciò te li porto in paese io. Dopo..”.

“Dopo? Dopo cosa?”.

“Dopo aver gustato un po’ di frutta. Dicono faccia tanto bene..”.

“Penso se la siano mangiata tutta..”.

“No, non tutta..ciliegina..”.

Togliendo la maschera, si chinò leggermente per baciarla.

“Ma qui? Davanti all’ingresso?” si stupì lei.

“Hai detto che ci vanno almeno due ore prima che si sveglino, giusto? Non c’è nessuno. Poi..ho carenze di vitamine”.

Lei allora si lasciò baciare e stringere.

“Amore mio..”mormorò e udì chiaramente il battito del cuore di Arles arrestarsi per qualche istante.

Alzò lo sguardo e notò che l’espressione sul volto del Sacerdote era decisamente stravolta.

“Che c’è?” si accigliò lei.

“Oh..niente..ma..”.

“Smettila di borbottare! È una frase che si dice, no?”.

“Sì ma..a me non l’aveva mai detta nessuno”.

“Oh..che tenerezza. Mi sembra di avere a che fare con un bambino, a volte..”.

“Un bambino?! Te lo faccio vedere io il bambino!”.

La strinse a sé di nuovo e la baciò. Rientrarono nella stanza del trono e chiusero la porta.

“Allora..mia bella rapitrice..pensi forse che..”.

“Ma stai zitto e baciami!”.

“Stai zitto?!”.

“Altra cosa che non ti ha mai detto nessuno?”.

“Di sicuro lo hanno fatto in pochi..”.

“Pensa che emozione”.

“Dove vuoi che ti baci, silenziatrice di Sacerdoti?”.

“Dove vuoi..”.

Lui la osservò per bene, fingendosi dubbioso. Si avventò sul morbido collo e poi lentamente scese, scostando una spallina della veste per scoprire il seno.

“Questo..” mormorò lei “..non è un luogo sacro?”.

“Tutto il tempio è sacro. Perché?”.

“Gli Dei si arrabbiano?”.

“E perché?”.

“Violare così una sala santa..”.

“Queste mura hanno visto cose peggiori, credimi. Morti, massacri, suicidi..l’atto d’amore semmai potrebbe quasi sembrare un gesto purificatore”.

“Che dolce..lo hai chiamato atto d’amore..”.

“Preferivi ti dicessi che lo sbatterti come mai sei stata sbattuta prima, facendoti urlare di piacere, potrebbe sembrare un gesto purificatore?”.

“Mmm..che romantico..” storse il naso lei, sarcastica.

“E, aggiungo, lo farei con una tale rabbia da farti quasi spavento. Perché a furia di tergiversare veniamo sempre interrotti ed io sto impazzendo. Che dici? Ti piace come idea?”.

“Che stai aspettando?”.

I due si sorrisero. Lui le si avventò contro e lei si aggrappò d’istinto alla tenda che aveva alle spalle, che si staccò e cadde sui due. in terra, si ritrovarono avvolti da stoffe rosse, mentre si toglievano quelle che indossavano. Niraja gemette solo con il semplice contatto della pelle nuda dell’uomo contro di lei. Lo desiderava ardentemente e sperava che questa volta non li avrebbe interrotti nessuno.

“Fammi tua..” sussurrò “..non lasciarmi più andare”.

“Oh..ciliegina mia..”.

“Mi ami davvero?”.

“Lascia che te lo dimostri..”.

Un brivido di piacere la scosse, facendole mormorare vogliosi “oh sì” e “la senti la mia vitamina C?”. Poi però si accorse che il brivido che provava non era solo dovuto dal piacere ma da uno spiffero. Aprì gli occhi e gridò. C’era un uomo che li stava fissando e la porta della tredicesima sala era aperta! Arles si voltò.

“Deathmask!” esclamò, riconoscendolo.

“Oh, no. Non fermatevi per colpa mia” ghignò il Cancro “Giuro che me ne sto qua in silenzio e non dico niente. Gran bella gnocca la ragazza..”.

Niraja cercò di coprirsi con la tenda rossa in mezzo a cui era quasi riuscita a portare a termine l’atto che fin troppe volte aveva tentato di iniziare invano. I vestiti..dov’erano i suoi vestiti?!

“Sparisci, girino!” lo minacciò Arles.

“Intanto non è carino chiamarmi così. Sono un granchio, non una rana! E poi..rilassati! Mica ti ho proposto una cosa a tre..anche se ammetto che mi divertirebbe molto. Continua pure. Io non dirò nulla mentre liberi i tuoi di girini”.

“VAI FUORI DA CASA MIA!!”.

“Camomillati, bello! Il sesso è l’atto più naturale del mondo ed io sono cresciuto abbastanza. Così mi eviti la scocciatura di andare in incognito a noleggiare film porno!”.

“Tu..” riuscì a dire lei, avvolta nella tenda “..non hai mangiato la mia frutta?”.

“Frutta? Ti sembro uno con la faccia da frutta?! Sono italiano io, bella mia. La colazione si fa con caffè e brioche. Al massimo caffè e soppressata. Ma frutta proprio mai..”.

“Capisco..”.

“Non ti coprire. Tanto ormai ho già visto tutto. Sei proprio una gran figa. Mi ci farei un giro con te più che volentieri. Posso?”.

“NO!” tuonò Arles.

“Oh, quanto sei noioso. E poi sei stato tu ad urlare nomi a caso. Ho pensato ti servisse aiuto, che fossi in pericolo. Se no sta minchia che mi facevo tutti ‘sti piani di scale per niente! Arrivo, apro la porta e..ti vedo indaffarato con sto pezzo de babbà..”.

“E invece di andartene sei entrato a fissarci?!”.

“Sei stato tu a chiamare! Che ne so! Magari ti piace avere la gente che ti fissa e che ti acclama..c’è chi si eccita  anche così!”.

“Non io!”.

“Ok..chiedo scusa..ma comunque riprendete pure. Suvvia..eravate così presi l’uno dall’altro! Non vi siete nemmeno accorti che ho aperto la porta. Non ditemi che tutta quell’eccitazione è svanita in un secondo perché non ci credo”.

Niraja si strinse ancor più nella tenda. Arles sospirò, cogliendo il messaggio. Si alzò, recuperando la tunica ed infilandola a rovescio. Prese la tenda e la sollevò, in modo che lei si potesse rivestire senza essere vista dal Cancro.

“Dove andate?” domandò Deathmask, vedendoli allontanare.

“A portare via la spazzatura” rispose Arles, alludendo al fatto che doveva riportare a casa i fratelli di lei.

Lei camminò al suo fianco e ne sfiorò la mano. Lui rispose a quel tocco, stringendone le dita affusolate.

“Grazie..” sorrise lei, mentre il Sacerdote si prendeva sulle spalle i due fratelli “Sicuro non siano troppo pesanti?”.

“Il ciccione andrebbe messo a dieta, sicuramente. Ma ce la faccio”.

“Io..ecco..è vero che ti amo, sai? Non era una frase tanto per dire..”.

“E allora perché non resti qui con me?”.

“Lo sai il perché..”.

Arles sospirò. Nel sonno, Nektarios e Tarasios dicevano cose senza senso riguardanti unicorni volanti e coniglietti rosa. Approfittando del sonno del Santuario, il Sacerdote riportò a casa i due idioti e la sua affascinante ciliegina. Poi rientrò. Alcuni si erano svegliati, anche se erano ancora intontiti. Milo, come sospettava, dormiva profondamente. Si era mangiato un intero cesto di mele.

“Mi sa che ci metterai parecchio a smaltire, bello mio..” commentò Arles, passando oltre.

 

Missione Santuario numero 13: fallita!

By SagaFrirry

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: SagaFrirry