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Autore: Smeralda Elesar    31/07/2015    7 recensioni
Dopo gli avvenimenti di "The dark World"
Su Midgard, Thor ha cominciato una nuova vita con la sua amata Jane Foster, ma ancora non riesce a darsi pace per la morte di Loki.
Su Asgard, Loki l'impostore viene scoperto ed è costretto a scappare.
E chi in tutti i nove regni sarebbe ancora disposto ad aiutarlo, se non suo fratello maggiore (almeno finché non scoprirà tutta la verità)?
Questa volta un inganno abilmente ordito permetterà al signore delle menzogne di scansare la punizione divina e di farsi difendere proprio da chi avrebbe più diritto (e forse intenzione) di tirargli contro il martello Mjollnir.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tanto per rompere un po’ ancora prima che cominciate a leggere, qui ci sono i presta volto dei personaggi secondari.

La seidmadr incinta è Angharad la Splendida di “Mad Max – Fury road” http://vignette3.wikia.nocookie.net/roadwarrior/images/b/b0/Behind-mad-max.jpg/revision/latest?cb=20150602131531

Il ragazzo è Jack Frost de “Le cinque leggende” https://lh3.googleusercontent.com/-51Oy2Iq5SC0/AAAAAAAAAAI/AAAAAAAAAAY/DagZjBZ058Q/photo.jpg

 

 

Il sacro vincolo dell’ospitalità

-Gleipnir-

 

*

 

Alla fine, contro ogni aspettativa era tornato.

Loki aveva seguito Thor ed aveva avuto motivi per tornare validi quanto quelli per fuggire.

Fenrir, il lupo che dimora in Helheim, è incatenato da Gleipnir, un laccio speciale forgiato dai nani con elementi intangibili, e Loki si sentiva proprio come quel lupo: incatenato non da un vincolo fisico come una catena ma da uno intangibile ancora più forte.

Il suo Gleipnir era forgiato di tre elementi. Il primo era la complicità.

Non appena Thor aveva nominato l’aquila di sangue, Loki aveva già sentito lo scricchiolio delle sua spina dorsale sotto il filo della scure.

Era sicuro, certo, assolutamente convinto, che Thor lo avrebbe consegnato senza alcun rimpianto ed anzi sarebbe stato in prima fila a godersi lo spettacolo il giorno della sua esecuzione.

Lui l’avrebbe fatto.

Thor no.

Thor lo aveva liberato ed avrebbe coperto la sua fuga.

Cose che si fanno tra fratelli, come decine di volte avevano fatto entrambi nel corso dei secoli: pararsi a vicenda dall’ira dei genitori.

Ma questo era stato prima che Thor diventasse arrogante e pretendesse il suo aiuto come qualcosa di scontato, e prima che lui decidesse che la sua magia aveva applicazioni più nobili che non salvare il sedere in battaglia a quello sconsiderato presuntuoso di suo fratello.

In fondo l’affetto fraterno era lo stesso principio su cui Loki aveva fatto affidamento quando aveva chiesto asilo a Thor, ma qui andava molto oltre quello che lui immaginava.

L’affetto di Thor verso di lui era qualcosa di assoluto ed incrollabile come le mura di Valaskjalf.

Non aveva sperato tanto. In verità non credeva di meritare tanto.

Gli avrebbe volentieri dato dello stupido per il suo sentimentalismo, eppure per la prima volta la sua famigerata lingua d’argento era annodata perché si rendeva conto che, per quanto lui ne avesse combinate di ogni specie a Thor e ne avrebbe combinate ancora, suo fratello sarebbe stato sempre lì, una roccia, con una mano tesa per tirarlo fuori dai baratri di follia in cui si cacciava e l’altra mano pronta a tirargli un pugno per pareggiare i conti.

Dove altro avrebbe potuto trovare una protezione così totale?

Forse non ci sarebbe stato neanche bisogno di incastrare Thor con il vincolo dell’ospite,  sarebbe bastato che si presentasse a casa sua dicendo “Fratello, ho bisogno di aiuto”.

Il secondo elemento che lo tratteneva erano i corvi.

Huginn e Muninn erano andati via non appena era arrivato Thor, e questo poteva significare o un sconfinata fiducia del Padre degli Dei nelle capacità del dio del tuono oppure una sottile speranza che Thor lo lasciasse andare (come effettivamente aveva fatto); forse i corvi avevano avuto l’ordine di ritirarsi affinché non potessero essere scomodi testimoni.

Di questo non poteva essere certo, ma il dubbio lo tormentava lo stesso.

Il terzo elemento che lo aveva prepotentemente strattonato indietro come i cavalli quando si dà uno strattone al morso era stato che… Un vigliacco attaccabrighe?! Era questo dunque che pensavano di lui ad Asgard? Oh, no, non poteva accettarlo!

Lui era stato re, un grande re, e non avrebbe permesso che Asgard si ricordasse di lui come del “vigliacco attaccabrighe”.

Avrebbe combattuto con ogni stilla di energia e di intelligenza che possedeva per dimostrare a tutti loro che avevano torto e che lui non era da meno di Thor o di Odino stesso.

Gli dava fastidio ammetterlo ma in effetti, forse, si era comportato da vigliacco scappando in quel modo.

Certo, ci aveva messo molta astuzia e quello sarebbe stato uno dei suoi piani meglio riusciti di sempre, ma questo non voleva dire nulla: era stato un codardo astuto, ma pur sempre un codardo.

Non poteva permettere che Asgard si ricordasse di lui per questo.

 

**

 

Se gli avessero detto che si sarebbe trovato ancora una volta nel salone di Hlidskjalf al fianco di Thor come parigrado non ci avrebbe creduto.

Era stato nella sala del trono di Asgard prima come reggente temporaneo, poi come prigioniero e poi ancora come impostore, e certamente non si aspettava di tornarci da stratega.

E invece era lì, con il beneplacito di Odino ed il sostegno di Thor.

Chi avesse visto la scena dall’esterno avrebbe pensato che l’alleanza tra i fratelli era assoluta, non certo che avessero dialogato a pugni fino a poche ore prima.

Loki faceva del suo meglio per sembrare serio, anche un po’ contrito.

Sapeva che davanti al consiglio dei generali e con i tre guerrieri e Lady Sif presenti non poteva permettersi il minimo passo falso.

Tutti sapevano troppo bene cosa aveva fatto e di cosa era capace, e non sarebbe stato facile convincerli della sua lealtà.

In particolare temeva Sif perché era una donna.

Sif poteva essere temibile sul campo di battaglia, ma al contrario degli altri che vedendola combattere le attribuivano una connotazione maschile, Loki non dimenticava neanche per un momento che la sua vera natura era di femmina, ed in quanto tale scaltra e capace di riconoscere la menzogna meglio degli uomini.

Sif conosceva i valori della guerra, ma in quanto donna era anche più legata alla praticità della vita quotidiana.

Proprio come era stata sua madre Frigga.

Il primo a parlare fu il generale Tyr.

 

-Io non sono abituato a fare giri di parole come te, Loki, quindi mi limito ad una sola domanda. Se sei scappato, perché adesso dici di voler aiutare Asgard?-

 

Bè, fortuna che lui si era aspettato una domanda del genere e che si fosse preparato la risposta per tempo, mentre stava compito accanto a Thor.

Rispose con semplicità ed umiltà.

 

-Sono scappato, non lo nego, ma sono anche tornato di mia spontanea volontà. Se prima ho cercato con ogni mezzo di lasciare Asgard, l’ho fatto per proteggere la città. La creatura del Titano cerca me, e credevo che se mi fossi allontanato mi avrebbe seguito ed Asgard sarebbe stata al sicuro. Volevo attirarlo lontano-

 

Non era vero: la creatura lo aveva seguito finché aveva avuto addosso il Tesseract, quindi Loki sapeva perfettamente che stava fuggendo per far perdere le proprie tracce.

Solo Odino o Thor avrebbero potuto smascherare quella bugia.

Non lo fecero.

Evidentemente Padretutto non aveva intenzione di minare dall’inizio la loro collaborazione e preferiva dare al consiglio l’idea che lui godesse della sua totale fiducia, e quanto a Thor non poteva smentirlo se non confessando che stava per farlo scappare.

Dopo Tyr si fece avanti Fandral.

Loki notò che Thor non lo guardava negli occhi, ed era pronto a scommettere che fosse a causa di quello che lui gli aveva detto un paio di settimane prima durante la loro amena conversazione a proposito delle rispettive conquiste amorose.

 

-Come possiamo credere alla tua buona fede? Fino ad ora tu ci hai ingannati tutti ed in tutti i modi possibili-

 

Oh, cielo, possibile che non si rendessero conto di quanto erano prevedibili?

 

-Vi ho ingannati, lo so, ma che altra scelta avevo? E comunque non ho sempre agito per il bene di Asgard quando sono stato re? Non ho mantenuto la pace con i regni confinanti appianando le contese e rinsaldando le alleanze? Se c’è una persona che ha subito danni durante il mio regno la invito a farsi avanti e denunciarmi adesso-

 

Nessuno si mosse. Fandral che aveva mosso la prima accusa esitò prima di insistere di nuovo.

 

-Hai governato come avrebbe fatto Padretutto per non destare sospetti-

 

Oh, quello non se lo aspettava da quel damerino di Fandral. Ma non era nulla a cui non sapesse ribattere.

 

-E perché l’ho fatto? Se avessi voluto il trono per la gloria personale avrei ucciso Padretutto, poi, mantenendo il suo aspetto, avrei ucciso anche Thor. E poi chi più avrebbe potuto contrastarmi? Tu, forse?-

 

Lo aveva detto intenzionalmente con ferocia, in modo che loro si ricordassero comunque che era pericoloso e non un vermiciattolo pronto a strisciare, ma poi smorzò subito i toni.

Voleva dare l’impressione di un cattivo ragazzo che però in fondo non è così cattivo e ce la sta mettendo tutta per dimostrare buona volontà.

Sarebbe stato divertente farli sentire in colpa perché non gli credevano!

Alcuni avevano messo mano alle armi, pronti ad attaccarlo, e fu allora che lui scelse di cambiare di nuovo maschera.

Scosse la testa ed abbassò lo sguardo come se si fosse pentito del suo sproposito.

 

-Io posso uccidere chi voglio e quando voglio, ma non era questo che mi interessava. Io… io volevo solo l’occasione per dimostrare che potevo essere un buon sovrano e che amo questa terra tanto quanto voi. Se in me c’è una colpa è che ho scelto il modo sbagliato per farlo-

 

Li fissò apertamente in viso uno per uno, compreso Thor.

Voleva che lo vedessero accorato e sincero.

 

-Se mi portate rancore posso comprenderlo, ma non permettete alla rabbia di accecarvi e di farvi rifiutare un aiuto per salvare questa città-

 

Chi aveva messo mano alla spada o al pugnale la lasciò cadere, alcuni addirittura abbassarono lo sguardo in imbarazzo.

Loki seppe di averli convinti.

Adesso la parte difficile era reprimere la smorfia di trionfo che gli si allargava sulla faccia.

 

-Non mi fido di te- la voce di Sif ruppe il silenzio come un sasso che spaccava la vetrata della sua vittoria.

Maledizione! Lui lo sapeva che le donne erano pericolose!

Sif aveva rovinato il suo capolavoro di retorica armata semplicemente del suo intuito femminile, e quelli che erano caduti nella malia della sua voce si scossero.

Loki vide riaffiorare il dubbio sui loro volti e maledisse Lady Sif e la sua inopportuna perspicacia.

 

-Se dipendesse dal mio giudizio personale tu saresti di nuovo rinchiuso- Continuò la guerriera.

 

-Oh, bè, allora per me è una vera fortuna che l’argomento di questo consiglio sia la difesa di Asgard e non il tuo giudizio personale nei miei confronti-

 

Ribatté Loki velenoso.

 

-Basta così- Intervenne Odino –Visto che è la lealtà di Loki è messa in dubbio discuteremo separatamente la questione-

 

-E continuerete a discutere anche quando sarete attaccati da esseri che non conoscete e che non potete sperare di gestire? Bene, fate pure. Io mi ritiro, se mi cercate sono qui fuori. Non voglio esservi di incomodo mentre “discutete separatamente”-

 

Non si curò degli sguardi sbalorditi che lo seguivano mentre usciva dalla sala a grandi passi e non abbassò lo sguardo neanche una volta.

Sapeva che giocarsi la carta dell’onore offeso era la cosa migliore da fare, perché l’offesa presuppone necessariamente la ragione o per lo meno la buonafede.

Restare a difendersi con uno dei suoi discordi rischiava di confermare la sua fama di fabbro di menzogne e di alienargli il poco appoggio di cui godeva.

Solo quando fu fuori dal salone si accorse che l’atteggiamento che aveva tenuto era stato impulsivo esattamente come quello di Thor.

 

***

 

La sua strategia aveva funzionato.

Thor era uscito dalla sala poco dopo per richiamarlo dentro e fargli le scuse dei presenti.

Lui si era schermito dicendo che in quel momento l’unica cosa importante era Asgard, perché il patriottismo aveva sempre un gran potere di persuasione.

E così a lui e Thor era toccato il compito di organizzare le difese della città.

In realtà, trattandosi di magia, era Loki a fare tutto il lavoro, ed era certo che Padretutto gli avesse affiancato Thor per una questione puramente estetica: i soldati sarebbero stati più propensi ad obbedire se gli ordini venivano anche dal principe loro idolo.

Era una differenza sottile ma Odino l’aveva certamente messa in conto, ed anche Loki.

Thor invece non l’aveva neanche sospettata e fu per questo che ancora una volta stavano per venire alle mani.

Secondo Loki la cosa migliore da fare era alzare lo scudo intorno alla città per proteggere gli abitanti perché per spostarli tutti ci sarebbe voluto troppo tempo, e poi creare un secondo perimetro esterno attraverso la magia.

Credeva che l’attacco sarebbe arrivato da ovest, ossia dalla zona di terreno aperto.

Dal lato di Bifrost Asgard era protetta dalle cascate e dalle rocce, materia che richiedeva troppa energia per essere manipolata, mentre a nord e ad est erano ancora protetti dalle montagne.

Il posto dove era più prevedibile un attacco era da ovest, per questo Loki aveva dato ordine che tutti i seidmadr di Asgard fossero chiamati a raccolta fuori dalla porta Vestri della città perché lui potesse dare loro istruzioni.

I problemi con Thor erano sorti quando aveva visto il gruppo da lontano ed aveva capito che tutti voleva dire letteralmente tutti, senza eccezioni, dalla più anziana all’apprendista più giovane.

 

-Loki, guardali! Ci sono persone che non possono sostenere una battaglia!-

 

-Abbiamo bisogno di ogni aiuto possibile. E poi loro non dovranno combattere-

 

-Ma sono ugualmente esposti, non è sicuro per loro. Ci sono tre donne incinta, Loki!-

 

-Che faranno bene ad impegnarsi se vogliono arrivare vive al momento del parto-

 

-Non te lo permetto!-

 

A quel grido i soldati si voltarono verso di loro.

Erano lontani e non potevano aver sentito il loro discorso, ma già il fatto che vedessero Thor in disaccordo bastava per mettere in pericolo la loro lealtà verso di lui.

Loki sapeva esattamente cosa passava per le loro menti.

Era ovvio che, in caso di conflitto tra di loro, i soldati si sarebbero schierati dalla parte di Thor mandando al diavolo lui, che invece era l’unico che sapeva esattamente cosa fare.

Non poteva permettersi il lusso di un esercito insubordinato che non eseguiva alla lettera i suoi ordini, per questo decise che era ora di mettere in riga Thor.

 

-Fermati un attimo-

 

-Perché?-

 

-Fermati, ho detto, fai come ti dico io per una volta!-

 

Quando Thor si fermò, Loki cercò di essere più ragionevole possibile nello spiegargli le sue motivazioni senza ricorrere ad epiteti offensivi.

 

-Guarda i soldati di Asgard. Credi che loro vogliano eseguire i miei ordini?-

 

-No, non credo proprio-

 

-Bene, hai capito. E tu sai che in guerra niente è più pericoloso di un esercito che non ha fiducia nel proprio comandante, non è vero?-

 

-Questo lo so, ma cosa…?-

 

-Non hai ancora capito? Loro non mi vogliono, vorrebbero te. Avranno fiducia in me solo finché tu mostrerai di avere fiducia in me. Hai capito? Quindi la prossima volta che ti verrà la brillante idea di contraddire le mie decisioni, abbi la decenza di farlo in privato-

 

Thor rimase a guardarlo interdetto.

“Andiamo, il ragionamento non è difficile da afferrare!”

 

-Hai paura che non ti obbediscano?-

 

-Ne ho la certezza. Thor. I miei ordini potranno sembrare cinici, ma fidati, è niente rispetto a quello che ci aspetta se Asgard crolla, quindi lasciami fare il mio lavoro, va bene?-

 

Thor per un po’ rimase in silenzio.

 

-Ancora non so se posso fidarmi di te-

 

-Che tu ti fidi o meno mi è del tutto indifferente. Considera comunque che io sono l’alternativa migliore che avete, e tanto dovrebbe bastarti-

 

I seidmadr erano quaranta, la maggior parte donne, gli arcieri erano poco più di duecento.

Gli altri soldati non li aveva neanche contati ma ad occhio dovevano essere seicento uomini, più quelli che attendevano dentro le mura.

Il piano di difesa di Loki si basava su un principio abbastanza semplice: il Titano non poteva far passare materia dalla sua realtà alla loro, però poteva far passare quantità limitate di energia.

Tutta la difesa di Loki si basava sul dissipare, contenere o comunque disturbare quel passaggio di energia prima che arrivasse alla città, per questo gli servivano i seidmadr e gli arcieri su un perimetro esterno.

Aveva ordinato a metà dei seidmadr di tracciare un confine, un gardr, e di rafforzarlo incidendo le rune nella terra e di posizionarsi ad intervalli regolari per proteggerlo mantenendo gli incantesimi.

 

-E così tu credi che un solco nel terreno servirà a fermare un esercito?-

 

-Sì, Thor, perché quel solco è il limite di una barriera magica. Andiamo, tu che ultimamente frequenti tanto Midgard lo dovresti sapere. Il tèmenos dei greci, il pomerio dei romani, i cerchi di pietre dei celti, i cerchi wiccan disegnati a terra con il gesso… tutte queste cose non ti dicono niente? No? Non importa, adesso non ho il tempo di spiegarti il valore simbolico dei confini, e comunque tu non lo capiresti-

 

E passò oltre prima che Thor potesse accorgersi che gli aveva dato dello stupido e cominciasse a reclamare.

All’altra metà dei seidmadr diede altri ordini.

 

-Voi maestri di magia dovrete incidere le rune che richiamano la debolezza sul maggior numero di frecce possibile. Voi, arcieri, siete stati scelti tra quelli che hanno la mira migliore. Dovrete colpire con quelle frecce esattamente dove vi dirò io. Affronteremo un nemico di cui ancora non conosciamo neanche la forma, per questo dovrete essere pronti a tutto. Io saprò riconoscerlo ed indicarvelo, ma a voi starà fermarlo-

 

****

 

Odino osservava Thor e Loki dall’alto, da uno dei bastioni che sovrastavano la porta Vestri.

La sua attenzione era concentrata soprattutto su Loki.

Lo vedeva dare ordini, sistemare le file degli arcieri e dare consigli ai seidmadr; aveva la voce forte e lo sguardo sicuro di un condottiero, niente da invidiare a Thor insomma.

Era cresciuto rispetto al principe cadetto che scivolava come un’ombra tra i corridoi del palazzo, gli sembrava più maturo, tuttavia… Odino scosse la testa.

C’era qualcosa in Loki che gli sarebbe sempre sfuggito.

Era inutile che tentasse di capirlo o di cambiarlo, l’unica domanda era se era capace di accettarlo così com’era, con tutte le sue ombre ed i suoi tormenti, oppure no.

La domanda era difficile, anche perché Loki sembrava farlo apposta: non appena lui sentiva che avrebbe potuto perdonarlo, ecco che ne combinava qualcuna più grossa delle precedenti.

 

*****

 

-Arriverà mai un nemico da affrontare?-

 

Gli chiese Thor quando mancava poco a mezzogiorno.

 

-Arriverà. Chiedi agli altri seidmadr se non ti fidi di me-

 

L’attesa stava logorando anche lui più di una battaglia vera e propria. Si era tolto l’elmo per poter respirare liberamente; forse sarebbe stato meno protetto, ma era comunque meglio che cadere a terra svenuto.

Quanto alla corazza leggera aveva meditato a lungo se toglierla o no.

Alla fine aveva scelto di tenerla perché Thor aveva indossato la sua che lo faceva sembrare ancora più imponente, e a lui non piaceva l’idea di sembrare più mingherlino di quanto già non fosse a confronto con il fratello.

 

-Come fai ad esserne tanto sicuro?-

 

Tornò all’attacco Thor.

 

-Non lo hai sentito anche tu stamattina, in cella? Quando mai ad Asgard c’è stato un terremoto? No, quello era qualcosa che stava cercando di aprirsi un varco, e noi dovremo essere pronti per quando ci riuscirà-

 

Furono interrotti dall’arrivo di Odino e del gruppo degli amici di Thor.

 

-Allora? Questa battaglia?-

 

Chiese Volstagg vivace come al solito.

 

-Non essere impaziente di incontrare questo nemico. Potresti pentirtene-

 

-Perché ci hai chiesto di affidare le nostre armi ai maghi?-

 

“Calma, Loki, mantieni la calma…”

 

-Perché, Lady Sif, affronteremo qualcosa che è magia pura. Voi neanche dovreste essere qui perché sarete inermi come bambini davanti a lui, ma visto che ci tenete tanto a rischiare le vostre nobili teste, l’unica cosa che posso fare per proteggervi è darvi delle armi adatte-

 

Si intromise Fandrall, a cui Loki scoccò un’occhiataccia da incenerirlo sul posto.

 

-Armi adatte? Qualunque arma è adatta se impugnata da un guerriero valoroso!-

 

-Tieni per te queste idiozie retoriche. Ricordate che non state combattendo una delle vostre solite zuffe contro giganti tardi o guerrieri rozzi quanto voi. State combattendo la magia. Quando i maestri di magia vi restituiranno le armi ricordate che avrete un solo colpo a disposizione, un colpo che vi servirà a guadagnare il tempo di salvarvi la vita. Non mettetevi in testa di fare gli eroi, piuttosto scappate nelle retrovie. Mi avete capito?-

 

-Noi non siamo abituati a scappare!-

 

Loki giurò a se stesso che se Sif avesse osato contraddirlo un’altra volta le avrebbe rotto il collo, donna o non donna.

Aveva altro da pensare lui, che non i capricci di quella femmina che si era messa in testa di fare il soldato!

Per fortuna un aiuto inaspettato gli arrivò da Odino.

 

-Lady Sif, qui nessuno mette in dubbio il vostro valore, ma stavolta dovete fidarvi di Loki. Lui conosce meglio di tutti noi il rischio a cui siamo esposti, e se vi da un consiglio voglio che lo seguiate-

 

Loki non sapeva se essere grato ad Odino per aver troncato la questione oppure se detestarlo perché, con il suo intervento, gli aveva tolto la possibilità di dimostrare che lui era perfettamente capace di farsi rispettare.

Non ebbe il tempo di riflettere più tanto perché all’improvviso il terreno vibrò ed una scossa ancora più profonda venne percepita da Loki attraverso la magia.

Tra i seidmadr un ragazzo adolescente crollò a terra gridando ed una donna incinta cominciò a piangere.

 

-Volevi il tuo nemico, Volstag? Credo che stia arrivando-

 

Loki ripeté ancora una volta le raccomandazioni a proposito di contrattaccare e scappare, poi corse verso il punto da cui provenivano le urla.

Ordinò di riportare immediatamente in città la donna e si concentrò sul  ragazzo.

 

-Che cosa vedi?-

 

Ma anche se lo scuoteva per le spalle quello non dava segno di sentirlo e continuava a urlare e a piangere a terra con le braccia strette attorno al corpo.

Loki gli premette i palmi sulle tempie.

 

-Dimmi. Cosa. Vedi-

 

Il ragazzo si immobilizzò all’improvviso ed anche Loki rimase perfettamente immobile.

Thor, Odino e gli altri si avvicinarono a loro ma non videro altro che Loki inginocchiato nella polvere con le mani premute ai lati della testa del ragazzo semisdraiato.

I suoi occhi azzurri erano vuoti come quelli dei morti, quelli di Loki erano spalancati e fissi in quelli azzurri.

Né Thor né gli altri sapevano nulla di quanto stava succedendo in realtà: Loki aveva stabilito un legame attraverso il seidr e poteva sentire quello che sentiva il giovane seidmadr.

Una forza spaventosa che spaccava le rocce.

Un sentiero di magia nel cuore stesso di Asgard, sotto le fondamenta della terra.

Stava emergendo. Non era più bloccata dalla roccia compatta, aveva trovato il modo di passare su un terreno di sabbia e argilla in cui poteva muoversi liberamente.

Era pura energia.

Perché il Titano avrebbe dovuto prendersi la briga di trasportare materia quando ne poteva trovare in quantità direttamente lì?

Creare dei soldati invulnerabili, immortali, insensibili al dolore e alla fatica.

Soldati che potevano attaccare all’infinito.

Soldati di terra e polvere più temibili di qualsiasi creatura vivente.

Quando Loki si staccò dal ragazzo entrambi tremavano e Loki non riuscì a rimettersi subito in piedi.

Inaspettatamente Odino andò in suo aiuto.

Gli si inginocchiò accanto e lo sostenne per impedirgli di scivolare a terra.

 

-Come stai?-

 

Loki si limitò ad annuire.

Come doveva stare dopo che aveva scoperto che la minaccia era la terra stessa che stava sotto i loro piedi?

Essere sostenuto dal braccio di Odino intorno alle spalle gli provocava un disagio enorme.

Gli afferrò un lembo della tunica e portò il suo viso a pochi centimetri dal suo.

Doveva guardarlo negli occhi. Doveva sapere la verità dal padre degli dei.

 

-Rispondimi. Tu ti fidi di me?-

 

Nell’azzurro dell’occhio di Odino passò una vastità di cose impossibili da comunicare.

 

-Non è facile, ma voglio farlo. Voglio fidarmi di te, Loki-

 

Lui sospirò di sollievo. Preferiva mezza fiducia sincera ad una fiducia totale professata per ipocrisia.

 

-Bene-

 

Odino lo aiutò a rimettersi in piedi ma era sempre dietro di lui pronto ad aiutarlo perché ancora barcollava un po’.

 

-Sif, Fandral, voi riportate in città il ragazzo. Thor, Hogun e Volstag, dite agli arcieri che si preparino a tirare-

 

Fu abbastanza sorpreso quando tutti scattarono ad eseguire i suoi ordini.

 

-Hai un compito anche per me?-

 

Gli chiese Odino.

 

-Sì. Tu hai praticato la magia seidr da giovane e conosci il valore delle armi di difesa. Voglio che metti a disposizione il potere di Grungnir per i seidmadr che stanno mantenendo il gardr. Quanto a come fare credo che tu lo sappia già-

 

-Lo farò. E tu?-

 

-Io controllerò che tutto vada… non troppo male-

 

Quando Odino si fu allontanato Loki rimase per un po’ di tempo da solo.

Sentiva su di sé la responsabilità di una città da difendere, e la cosa non gli piaceva, però fare un buon lavoro in quella circostanza voleva dire mettere a tacere una volta per tutte le malelingue che si sprecavano a proposito della sua vigliaccheria.

Era meglio un vigliacco vivo o un prode morto?

Era meglio un vigliacco vivo, senza dubbio, e Loki dovette fare appello a tutta la sua determinazione per non approfittare del momento per svignarsela.

La minaccia che percepiva attraverso il suo seidr era abbastanza da terrorizzarlo ancora una volta, per questo si affrettò a raggiungere Thor ed Odino sul gardr, tra i canti dei seidmadr ed il suono cadenzato dei tamburi.

 

-Thor?-

 

-Che cosa vuoi?-

 

-Ricordi la promessa che ti ho chiesto quando eravamo in prigione?-

 

-Sì, la ricordo-

 

-Quella era vera. Conto su di te, fratello-

 

La terra davanti a loro prese a sollevarsi come se sotto ci fossero gigantesche bolle.

Loki dovette inghiottire un groppo di paura.

 

-Tirate!-

 

Gridò agli arcieri.

Da tutta la prima fila scattarono le corde degli archi ed un nugolo di frecce si piantò nel terreno.

Dove si conficcavano la terra smetteva di ondeggiare e le frecce si annerivano come se bruciassero dall’interno.

 

-Loki, che significa?-

 

-Significa che va tutto bene perché assorbono l’energia-

 

Ordinò di tirare ancora e stavolta la terra si fermò del tutto. Solo delle crepe nel manto erboso e sulla sabbia testimoniavano i movimenti anomali.

Volstagg si guardò un po’ intorno schermandosi gli occhi con la mano.

 

-Allora? Finisce così?-

 

Disse infine, deluso dal non scorgere altro che una distesa immobile.

 

-No. Così comincia-

 

Mormorò Loki.

Non sapeva esattamente cosa sarebbe successo dopo, ma comunque affrontarlo con le spalle coperte da Odino e Thor gli faceva sperare che ne sarebbe uscito vivo.

 

______________________________________________________________________________________________________________________________

 

Cantuccio dell’Autore

 

Salve, gente! Vi sono mancata? Dite di sì, teste di lattuga!

 

1-      Il rapporto tra Loki e le donne. Ragazzi, ma avete notato che le femmine calano sempre dei gran pacchi al povero Loki? E Jane si frega l’Aether, e Vedova Nera svela il suo geniale piano per scatenare Hulk, e Frigga lo tratta da adolescente capriccioso, e Sif lo schifa quando lo trova sul trono nel primo film… insomma non ha fortuna! Io ho mantenuto la tradizione con Sif che gli rovina il discorso.

2-      Personalmente credo che Loki rispetti Sif, ma più di tutto odia esser contraddetto, specie quando è nervoso per i fatti suoi.

3-      Gardr. Il gardr in parte lo ha spiegato Loki. Il gardr è un confine, ed entra come suffisso in molti nomi: Asgardr è la città (fortificata) degli Asi. Midgardr è il recinto di mezzo (da dove mai Tolkien avrà preso la Terra di Mezzo, eh?). Non è necessario che il gardr sia fatto da mura gigantesche, può essere anche un confine simbolico (rivedete nel testo i vari esempi). Comunque oltrepassarlo senza permesso porta guai.

4-      Nordri, Sudri, Austri e Vestri. Sono quattro nani che reggono il mondo. Da loro derivano i nomi dei punti cardinali Nord, Sud, Est ed Ovest.

5-      Sul come e perché la realtà di Thanos sia separata da quella di Asgard mi riservo una spiegazione pseudoscientifica più avanti. L’avessi messo qui mi avreste cucito la bocca come a Loki.

 

Approfitto di questo capitolo per salutarvi perché tra poco parto.

Buone vacanze a tutti voi =) e anche a Loki e a Thor.

Volevo portarli con me, ma poi so che non si comporterebbero bene… qualcuno si offre volontario per tenermeli una settimana?

 

                                                 Makoto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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