Tanto
per rompere un po’ ancora prima che cominciate a leggere, qui ci sono i presta
volto dei personaggi secondari.
La
seidmadr incinta è Angharad la Splendida di “Mad Max – Fury road” http://vignette3.wikia.nocookie.net/roadwarrior/images/b/b0/Behind-mad-max.jpg/revision/latest?cb=20150602131531
Il
ragazzo è Jack Frost de “Le cinque leggende” https://lh3.googleusercontent.com/-51Oy2Iq5SC0/AAAAAAAAAAI/AAAAAAAAAAY/DagZjBZ058Q/photo.jpg
Il
sacro vincolo dell’ospitalità
-Gleipnir-
*
Alla
fine, contro ogni aspettativa era tornato.
Loki
aveva seguito Thor ed aveva avuto motivi per tornare validi quanto quelli per
fuggire.
Fenrir,
il lupo che dimora in Helheim, è incatenato da Gleipnir, un laccio speciale forgiato
dai nani con elementi intangibili, e Loki si sentiva proprio come quel lupo:
incatenato non da un vincolo fisico come una catena ma da uno intangibile
ancora più forte.
Il
suo Gleipnir era forgiato di tre elementi. Il primo era la complicità.
Non
appena Thor aveva nominato l’aquila di sangue, Loki aveva già sentito lo
scricchiolio delle sua spina dorsale sotto il filo della scure.
Era
sicuro, certo, assolutamente convinto, che Thor lo avrebbe consegnato senza
alcun rimpianto ed anzi sarebbe stato in prima fila a godersi lo spettacolo il
giorno della sua esecuzione.
Lui
l’avrebbe fatto.
Thor
no.
Thor
lo aveva liberato ed avrebbe coperto la sua fuga.
Cose
che si fanno tra fratelli, come decine di volte avevano fatto entrambi nel
corso dei secoli: pararsi a vicenda dall’ira dei genitori.
Ma
questo era stato prima che Thor diventasse arrogante e pretendesse il suo aiuto
come qualcosa di scontato, e prima che lui decidesse che la sua magia aveva
applicazioni più nobili che non salvare il sedere in battaglia a quello
sconsiderato presuntuoso di suo fratello.
In
fondo l’affetto fraterno era lo stesso principio su cui Loki aveva fatto
affidamento quando aveva chiesto asilo a Thor, ma qui andava molto oltre quello
che lui immaginava.
L’affetto
di Thor verso di lui era qualcosa di assoluto ed incrollabile come le mura di
Valaskjalf.
Non
aveva sperato tanto. In verità non credeva di meritare tanto.
Gli
avrebbe volentieri dato dello stupido per il suo sentimentalismo, eppure per la
prima volta la sua famigerata lingua d’argento era annodata perché si rendeva
conto che, per quanto lui ne avesse combinate di ogni specie a Thor e ne
avrebbe combinate ancora, suo fratello sarebbe stato sempre lì, una roccia, con
una mano tesa per tirarlo fuori dai baratri di follia in cui si cacciava e
l’altra mano pronta a tirargli un pugno per pareggiare i conti.
Dove
altro avrebbe potuto trovare una protezione così totale?
Forse
non ci sarebbe stato neanche bisogno di incastrare Thor con il vincolo
dell’ospite, sarebbe bastato che si
presentasse a casa sua dicendo “Fratello, ho bisogno di aiuto”.
Il
secondo elemento che lo tratteneva erano i corvi.
Huginn
e Muninn erano andati via non appena era arrivato Thor, e questo poteva
significare o un sconfinata fiducia del Padre degli Dei nelle capacità del dio
del tuono oppure una sottile speranza che Thor lo lasciasse andare (come effettivamente
aveva fatto); forse i corvi avevano avuto l’ordine di ritirarsi affinché non
potessero essere scomodi testimoni.
Di
questo non poteva essere certo, ma il dubbio lo tormentava lo stesso.
Il
terzo elemento che lo aveva prepotentemente strattonato indietro come i cavalli
quando si dà uno strattone al morso era stato che… Un vigliacco attaccabrighe?!
Era questo dunque che pensavano di lui ad Asgard? Oh, no, non poteva
accettarlo!
Lui
era stato re, un grande re, e non avrebbe permesso che Asgard si ricordasse di
lui come del “vigliacco attaccabrighe”.
Avrebbe
combattuto con ogni stilla di energia e di intelligenza che possedeva per
dimostrare a tutti loro che avevano torto e che lui non era da meno di Thor o
di Odino stesso.
Gli
dava fastidio ammetterlo ma in effetti, forse,
si era comportato da vigliacco scappando in quel modo.
Certo,
ci aveva messo molta astuzia e quello sarebbe stato uno dei suoi piani meglio
riusciti di sempre, ma questo non voleva dire nulla: era stato un codardo
astuto, ma pur sempre un codardo.
Non
poteva permettere che Asgard si ricordasse di lui per questo.
**
Se
gli avessero detto che si sarebbe trovato ancora una volta nel salone di
Hlidskjalf al fianco di Thor come parigrado non ci avrebbe creduto.
Era
stato nella sala del trono di Asgard prima come reggente temporaneo, poi come
prigioniero e poi ancora come impostore, e certamente non si aspettava di
tornarci da stratega.
E
invece era lì, con il beneplacito di Odino ed il sostegno di Thor.
Chi
avesse visto la scena dall’esterno avrebbe pensato che l’alleanza tra i
fratelli era assoluta, non certo che avessero dialogato a pugni fino a poche
ore prima.
Loki
faceva del suo meglio per sembrare serio, anche un po’ contrito.
Sapeva
che davanti al consiglio dei generali e con i tre guerrieri e Lady Sif presenti
non poteva permettersi il minimo passo falso.
Tutti
sapevano troppo bene cosa aveva fatto e di cosa era capace, e non sarebbe stato
facile convincerli della sua lealtà.
In
particolare temeva Sif perché era una donna.
Sif
poteva essere temibile sul campo di battaglia, ma al contrario degli altri che
vedendola combattere le attribuivano una connotazione maschile, Loki non
dimenticava neanche per un momento che la sua vera natura era di femmina, ed in
quanto tale scaltra e capace di riconoscere la menzogna meglio degli uomini.
Sif
conosceva i valori della guerra, ma in quanto donna era anche più legata alla
praticità della vita quotidiana.
Proprio
come era stata sua madre Frigga.
Il
primo a parlare fu il generale Tyr.
-Io
non sono abituato a fare giri di parole come te, Loki, quindi mi limito ad una
sola domanda. Se sei scappato, perché adesso dici di voler aiutare Asgard?-
Bè,
fortuna che lui si era aspettato una domanda del genere e che si fosse
preparato la risposta per tempo, mentre stava compito accanto a Thor.
Rispose
con semplicità ed umiltà.
-Sono
scappato, non lo nego, ma sono anche tornato di mia spontanea volontà. Se prima
ho cercato con ogni mezzo di lasciare Asgard, l’ho fatto per proteggere la
città. La creatura del Titano cerca me, e credevo che se mi fossi allontanato
mi avrebbe seguito ed Asgard sarebbe stata al sicuro. Volevo attirarlo lontano-
Non
era vero: la creatura lo aveva seguito finché aveva avuto addosso il Tesseract,
quindi Loki sapeva perfettamente che stava fuggendo per far perdere le proprie
tracce.
Solo
Odino o Thor avrebbero potuto smascherare quella bugia.
Non
lo fecero.
Evidentemente
Padretutto non aveva intenzione di minare dall’inizio la loro collaborazione e
preferiva dare al consiglio l’idea che lui godesse della sua totale fiducia, e
quanto a Thor non poteva smentirlo se non confessando che stava per farlo
scappare.
Dopo
Tyr si fece avanti Fandral.
Loki
notò che Thor non lo guardava negli occhi, ed era pronto a scommettere che
fosse a causa di quello che lui gli aveva detto un paio di settimane prima
durante la loro amena conversazione a proposito delle rispettive conquiste
amorose.
-Come
possiamo credere alla tua buona fede? Fino ad ora tu ci hai ingannati tutti ed
in tutti i modi possibili-
Oh,
cielo, possibile che non si rendessero conto di quanto erano prevedibili?
-Vi
ho ingannati, lo so, ma che altra scelta avevo? E comunque non ho sempre agito
per il bene di Asgard quando sono stato re? Non ho mantenuto la pace con i
regni confinanti appianando le contese e rinsaldando le alleanze? Se c’è una
persona che ha subito danni durante il mio regno la invito a farsi avanti e
denunciarmi adesso-
Nessuno
si mosse. Fandral che aveva mosso la prima accusa esitò prima di insistere di
nuovo.
-Hai
governato come avrebbe fatto Padretutto per non destare sospetti-
Oh,
quello non se lo aspettava da quel damerino di Fandral. Ma non era nulla a cui
non sapesse ribattere.
-E
perché l’ho fatto? Se avessi voluto il trono per la gloria personale avrei
ucciso Padretutto, poi, mantenendo il suo aspetto, avrei ucciso anche Thor. E
poi chi più avrebbe potuto contrastarmi? Tu, forse?-
Lo
aveva detto intenzionalmente con ferocia, in modo che loro si ricordassero
comunque che era pericoloso e non un vermiciattolo pronto a strisciare, ma poi
smorzò subito i toni.
Voleva
dare l’impressione di un cattivo ragazzo che però in fondo non è così cattivo e
ce la sta mettendo tutta per dimostrare buona volontà.
Sarebbe
stato divertente farli sentire in colpa perché non gli credevano!
Alcuni
avevano messo mano alle armi, pronti ad attaccarlo, e fu allora che lui scelse
di cambiare di nuovo maschera.
Scosse
la testa ed abbassò lo sguardo come se si fosse pentito del suo sproposito.
-Io
posso uccidere chi voglio e quando voglio, ma non era questo che mi
interessava. Io… io volevo solo l’occasione per dimostrare che potevo essere un
buon sovrano e che amo questa terra tanto quanto voi. Se in me c’è una colpa è che
ho scelto il modo sbagliato per farlo-
Li
fissò apertamente in viso uno per uno, compreso Thor.
Voleva
che lo vedessero accorato e sincero.
-Se
mi portate rancore posso comprenderlo, ma non permettete alla rabbia di
accecarvi e di farvi rifiutare un aiuto per salvare questa città-
Chi
aveva messo mano alla spada o al pugnale la lasciò cadere, alcuni addirittura
abbassarono lo sguardo in imbarazzo.
Loki
seppe di averli convinti.
Adesso
la parte difficile era reprimere la smorfia di trionfo che gli si allargava
sulla faccia.
-Non
mi fido di te- la voce di Sif ruppe il silenzio come un sasso che spaccava la
vetrata della sua vittoria.
Maledizione!
Lui lo sapeva che le donne erano pericolose!
Sif
aveva rovinato il suo capolavoro di retorica armata semplicemente del suo
intuito femminile, e quelli che erano caduti nella malia della sua voce si
scossero.
Loki
vide riaffiorare il dubbio sui loro volti e maledisse Lady Sif e la sua
inopportuna perspicacia.
-Se
dipendesse dal mio giudizio personale tu saresti di nuovo rinchiuso- Continuò
la guerriera.
-Oh,
bè, allora per me è una vera fortuna che l’argomento di questo consiglio sia la
difesa di Asgard e non il tuo giudizio personale nei miei confronti-
Ribatté
Loki velenoso.
-Basta
così- Intervenne Odino –Visto che è la lealtà di Loki è messa in dubbio
discuteremo separatamente la questione-
-E
continuerete a discutere anche quando sarete attaccati da esseri che non
conoscete e che non potete sperare di gestire? Bene, fate pure. Io mi ritiro,
se mi cercate sono qui fuori. Non voglio esservi di incomodo mentre “discutete
separatamente”-
Non
si curò degli sguardi sbalorditi che lo seguivano mentre usciva dalla sala a
grandi passi e non abbassò lo sguardo neanche una volta.
Sapeva
che giocarsi la carta dell’onore offeso era la cosa migliore da fare, perché
l’offesa presuppone necessariamente la ragione o per lo meno la buonafede.
Restare
a difendersi con uno dei suoi discordi rischiava di confermare la sua fama di
fabbro di menzogne e di alienargli il poco appoggio di cui godeva.
Solo
quando fu fuori dal salone si accorse che l’atteggiamento che aveva tenuto era
stato impulsivo esattamente come quello di Thor.
***
La
sua strategia aveva funzionato.
Thor
era uscito dalla sala poco dopo per richiamarlo dentro e fargli le scuse dei
presenti.
Lui
si era schermito dicendo che in quel momento l’unica cosa importante era Asgard,
perché il patriottismo aveva sempre un gran potere di persuasione.
E
così a lui e Thor era toccato il compito di organizzare le difese della città.
In
realtà, trattandosi di magia, era Loki a fare tutto il lavoro, ed era certo che
Padretutto gli avesse affiancato Thor per una questione puramente estetica: i
soldati sarebbero stati più propensi ad obbedire se gli ordini venivano anche dal principe loro idolo.
Era
una differenza sottile ma Odino l’aveva certamente messa in conto, ed anche
Loki.
Thor
invece non l’aveva neanche sospettata e fu per questo che ancora una volta
stavano per venire alle mani.
Secondo
Loki la cosa migliore da fare era alzare lo scudo intorno alla città per
proteggere gli abitanti perché per spostarli tutti ci sarebbe voluto troppo
tempo, e poi creare un secondo perimetro esterno attraverso la magia.
Credeva
che l’attacco sarebbe arrivato da ovest, ossia dalla zona di terreno aperto.
Dal
lato di Bifrost Asgard era protetta dalle cascate e dalle rocce, materia che
richiedeva troppa energia per essere manipolata, mentre a nord e ad est erano
ancora protetti dalle montagne.
Il
posto dove era più prevedibile un attacco era da ovest, per questo Loki aveva
dato ordine che tutti i seidmadr di Asgard fossero chiamati a raccolta fuori
dalla porta Vestri della città perché lui potesse dare loro istruzioni.
I
problemi con Thor erano sorti quando aveva visto il gruppo da lontano ed aveva
capito che tutti voleva dire letteralmente tutti,
senza eccezioni, dalla più anziana all’apprendista più giovane.
-Loki,
guardali! Ci sono persone che non possono sostenere una battaglia!-
-Abbiamo
bisogno di ogni aiuto possibile. E poi loro non dovranno combattere-
-Ma
sono ugualmente esposti, non è sicuro per loro. Ci sono tre donne incinta,
Loki!-
-Che
faranno bene ad impegnarsi se vogliono arrivare vive al momento del parto-
-Non
te lo permetto!-
A
quel grido i soldati si voltarono verso di loro.
Erano
lontani e non potevano aver sentito il loro discorso, ma già il fatto che
vedessero Thor in disaccordo bastava per mettere in pericolo la loro lealtà
verso di lui.
Loki
sapeva esattamente cosa passava per le loro menti.
Era
ovvio che, in caso di conflitto tra di loro, i soldati si sarebbero schierati
dalla parte di Thor mandando al diavolo lui, che invece era l’unico che sapeva
esattamente cosa fare.
Non
poteva permettersi il lusso di un esercito insubordinato che non eseguiva alla
lettera i suoi ordini, per questo decise che era ora di mettere in riga Thor.
-Fermati
un attimo-
-Perché?-
-Fermati,
ho detto, fai come ti dico io per una volta!-
Quando
Thor si fermò, Loki cercò di essere più ragionevole possibile nello spiegargli
le sue motivazioni senza ricorrere ad epiteti offensivi.
-Guarda
i soldati di Asgard. Credi che loro vogliano eseguire i miei ordini?-
-No,
non credo proprio-
-Bene,
hai capito. E tu sai che in guerra niente è più pericoloso di un esercito che
non ha fiducia nel proprio comandante, non è vero?-
-Questo
lo so, ma cosa…?-
-Non
hai ancora capito? Loro non mi vogliono, vorrebbero te. Avranno fiducia in me
solo finché tu mostrerai di avere
fiducia in me. Hai capito? Quindi la prossima volta che ti verrà la brillante
idea di contraddire le mie decisioni, abbi la decenza di farlo in privato-
Thor
rimase a guardarlo interdetto.
“Andiamo,
il ragionamento non è difficile da afferrare!”
-Hai
paura che non ti obbediscano?-
-Ne
ho la certezza. Thor. I miei ordini potranno sembrare cinici, ma fidati, è
niente rispetto a quello che ci aspetta se Asgard crolla, quindi lasciami fare
il mio lavoro, va bene?-
Thor
per un po’ rimase in silenzio.
-Ancora
non so se posso fidarmi di te-
-Che
tu ti fidi o meno mi è del tutto indifferente. Considera comunque che io sono
l’alternativa migliore che avete, e tanto dovrebbe bastarti-
I
seidmadr erano quaranta, la maggior parte donne, gli arcieri erano poco più di
duecento.
Gli
altri soldati non li aveva neanche contati ma ad occhio dovevano essere
seicento uomini, più quelli che attendevano dentro le mura.
Il
piano di difesa di Loki si basava su un principio abbastanza semplice: il
Titano non poteva far passare materia dalla sua realtà alla loro, però poteva
far passare quantità limitate di energia.
Tutta
la difesa di Loki si basava sul dissipare, contenere o comunque disturbare quel
passaggio di energia prima che arrivasse alla città, per questo gli servivano i
seidmadr e gli arcieri su un perimetro esterno.
Aveva
ordinato a metà dei seidmadr di tracciare un confine, un gardr, e di rafforzarlo incidendo le rune nella terra e di
posizionarsi ad intervalli regolari per proteggerlo mantenendo gli incantesimi.
-E
così tu credi che un solco nel terreno servirà a fermare un esercito?-
-Sì,
Thor, perché quel solco è il limite di una barriera magica. Andiamo, tu che
ultimamente frequenti tanto Midgard lo dovresti sapere. Il tèmenos dei greci,
il pomerio dei romani, i cerchi di pietre dei celti, i cerchi wiccan disegnati
a terra con il gesso… tutte queste cose non ti dicono niente? No? Non importa,
adesso non ho il tempo di spiegarti il valore simbolico dei confini, e comunque
tu non lo capiresti-
E
passò oltre prima che Thor potesse accorgersi che gli aveva dato dello stupido e
cominciasse a reclamare.
All’altra
metà dei seidmadr diede altri ordini.
-Voi
maestri di magia dovrete incidere le rune che richiamano la debolezza sul
maggior numero di frecce possibile. Voi, arcieri, siete stati scelti tra quelli
che hanno la mira migliore. Dovrete colpire con quelle frecce esattamente dove
vi dirò io. Affronteremo un nemico di cui ancora non conosciamo neanche la
forma, per questo dovrete essere pronti a tutto. Io saprò riconoscerlo ed
indicarvelo, ma a voi starà fermarlo-
****
Odino
osservava Thor e Loki dall’alto, da uno dei bastioni che sovrastavano la porta
Vestri.
La
sua attenzione era concentrata soprattutto su Loki.
Lo
vedeva dare ordini, sistemare le file degli arcieri e dare consigli ai seidmadr;
aveva la voce forte e lo sguardo sicuro di un condottiero, niente da invidiare
a Thor insomma.
Era
cresciuto rispetto al principe cadetto che scivolava come un’ombra tra i corridoi
del palazzo, gli sembrava più maturo, tuttavia… Odino scosse la testa.
C’era
qualcosa in Loki che gli sarebbe sempre sfuggito.
Era
inutile che tentasse di capirlo o di cambiarlo, l’unica domanda era se era
capace di accettarlo così com’era, con tutte le sue ombre ed i suoi tormenti,
oppure no.
La
domanda era difficile, anche perché Loki sembrava farlo apposta: non appena lui
sentiva che avrebbe potuto perdonarlo, ecco che ne combinava qualcuna più
grossa delle precedenti.
*****
-Arriverà
mai un nemico da affrontare?-
Gli
chiese Thor quando mancava poco a mezzogiorno.
-Arriverà.
Chiedi agli altri seidmadr se non ti fidi di me-
L’attesa
stava logorando anche lui più di una battaglia vera e propria. Si era tolto l’elmo
per poter respirare liberamente; forse sarebbe stato meno protetto, ma era
comunque meglio che cadere a terra svenuto.
Quanto
alla corazza leggera aveva meditato a lungo se toglierla o no.
Alla
fine aveva scelto di tenerla perché Thor aveva indossato la sua che lo faceva
sembrare ancora più imponente, e a lui non piaceva l’idea di sembrare più
mingherlino di quanto già non fosse a confronto con il fratello.
-Come
fai ad esserne tanto sicuro?-
Tornò
all’attacco Thor.
-Non
lo hai sentito anche tu stamattina, in cella? Quando mai ad Asgard c’è stato un
terremoto? No, quello era qualcosa che stava cercando di aprirsi un varco, e
noi dovremo essere pronti per quando ci riuscirà-
Furono
interrotti dall’arrivo di Odino e del gruppo degli amici di Thor.
-Allora?
Questa battaglia?-
Chiese
Volstagg vivace come al solito.
-Non
essere impaziente di incontrare questo nemico. Potresti pentirtene-
-Perché
ci hai chiesto di affidare le nostre armi ai maghi?-
“Calma,
Loki, mantieni la calma…”
-Perché,
Lady Sif, affronteremo qualcosa che è magia pura. Voi neanche dovreste essere
qui perché sarete inermi come bambini davanti a lui, ma visto che ci tenete
tanto a rischiare le vostre nobili teste, l’unica cosa che posso fare per proteggervi
è darvi delle armi adatte-
Si
intromise Fandrall, a cui Loki scoccò un’occhiataccia da incenerirlo sul posto.
-Armi
adatte? Qualunque arma è adatta se impugnata da un guerriero valoroso!-
-Tieni
per te queste idiozie retoriche. Ricordate che non state combattendo una delle
vostre solite zuffe contro giganti tardi o guerrieri rozzi quanto voi. State
combattendo la magia. Quando i
maestri di magia vi restituiranno le armi ricordate che avrete un solo colpo a
disposizione, un colpo che vi servirà a guadagnare il tempo di salvarvi la
vita. Non mettetevi in testa di fare gli eroi, piuttosto scappate nelle
retrovie. Mi avete capito?-
-Noi
non siamo abituati a scappare!-
Loki
giurò a se stesso che se Sif avesse osato contraddirlo un’altra volta le avrebbe
rotto il collo, donna o non donna.
Aveva
altro da pensare lui, che non i capricci di quella femmina che si era messa in
testa di fare il soldato!
Per
fortuna un aiuto inaspettato gli arrivò da Odino.
-Lady
Sif, qui nessuno mette in dubbio il vostro valore, ma stavolta dovete fidarvi
di Loki. Lui conosce meglio di tutti noi il rischio a cui siamo esposti, e se
vi da un consiglio voglio che lo seguiate-
Loki
non sapeva se essere grato ad Odino per aver troncato la questione oppure se
detestarlo perché, con il suo intervento, gli aveva tolto la possibilità di
dimostrare che lui era perfettamente capace di farsi rispettare.
Non
ebbe il tempo di riflettere più tanto perché all’improvviso il terreno vibrò ed
una scossa ancora più profonda venne percepita da Loki attraverso la magia.
Tra
i seidmadr un ragazzo adolescente crollò a terra gridando ed una donna incinta
cominciò a piangere.
-Volevi
il tuo nemico, Volstag? Credo che stia arrivando-
Loki
ripeté ancora una volta le raccomandazioni a proposito di contrattaccare e
scappare, poi corse verso il punto da cui provenivano le urla.
Ordinò
di riportare immediatamente in città la donna e si concentrò sul ragazzo.
-Che
cosa vedi?-
Ma
anche se lo scuoteva per le spalle quello non dava segno di sentirlo e
continuava a urlare e a piangere a terra con le braccia strette attorno al
corpo.
Loki
gli premette i palmi sulle tempie.
-Dimmi.
Cosa. Vedi-
Il
ragazzo si immobilizzò all’improvviso ed anche Loki rimase perfettamente
immobile.
Thor,
Odino e gli altri si avvicinarono a loro ma non videro altro che Loki
inginocchiato nella polvere con le mani premute ai lati della testa del ragazzo
semisdraiato.
I
suoi occhi azzurri erano vuoti come quelli dei morti, quelli di Loki erano
spalancati e fissi in quelli azzurri.
Né
Thor né gli altri sapevano nulla di quanto stava succedendo in realtà: Loki
aveva stabilito un legame attraverso il seidr e poteva sentire quello che
sentiva il giovane seidmadr.
Una forza spaventosa che spaccava le
rocce.
Un sentiero di magia nel cuore stesso
di Asgard, sotto le fondamenta della terra.
Stava emergendo. Non era più bloccata
dalla roccia compatta, aveva trovato il modo di passare su un terreno di sabbia
e argilla in cui poteva muoversi liberamente.
Era pura energia.
Perché il Titano avrebbe dovuto
prendersi la briga di trasportare materia quando ne poteva trovare in quantità
direttamente lì?
Creare dei soldati invulnerabili,
immortali, insensibili al dolore e alla fatica.
Soldati che potevano attaccare
all’infinito.
Soldati di terra e polvere più
temibili di qualsiasi creatura vivente.
Quando
Loki si staccò dal ragazzo entrambi tremavano e Loki non riuscì a rimettersi
subito in piedi.
Inaspettatamente
Odino andò in suo aiuto.
Gli
si inginocchiò accanto e lo sostenne per impedirgli di scivolare a terra.
-Come
stai?-
Loki
si limitò ad annuire.
Come
doveva stare dopo che aveva scoperto che la minaccia era la terra stessa che
stava sotto i loro piedi?
Essere
sostenuto dal braccio di Odino intorno alle spalle gli provocava un disagio
enorme.
Gli
afferrò un lembo della tunica e portò il suo viso a pochi centimetri dal suo.
Doveva
guardarlo negli occhi. Doveva sapere la verità dal padre degli dei.
-Rispondimi.
Tu ti fidi di me?-
Nell’azzurro
dell’occhio di Odino passò una vastità di cose impossibili da comunicare.
-Non
è facile, ma voglio farlo. Voglio fidarmi di te, Loki-
Lui
sospirò di sollievo. Preferiva mezza fiducia sincera ad una fiducia totale
professata per ipocrisia.
-Bene-
Odino
lo aiutò a rimettersi in piedi ma era sempre dietro di lui pronto ad aiutarlo
perché ancora barcollava un po’.
-Sif,
Fandral, voi riportate in città il ragazzo. Thor, Hogun e Volstag, dite agli
arcieri che si preparino a tirare-
Fu
abbastanza sorpreso quando tutti scattarono ad eseguire i suoi ordini.
-Hai
un compito anche per me?-
Gli
chiese Odino.
-Sì.
Tu hai praticato la magia seidr da giovane e conosci il valore delle armi di
difesa. Voglio che metti a disposizione il potere di Grungnir per i seidmadr
che stanno mantenendo il gardr.
Quanto a come fare credo che tu lo sappia già-
-Lo
farò. E tu?-
-Io
controllerò che tutto vada… non troppo male-
Quando
Odino si fu allontanato Loki rimase per un po’ di tempo da solo.
Sentiva
su di sé la responsabilità di una città da difendere, e la cosa non gli
piaceva, però fare un buon lavoro in quella circostanza voleva dire mettere a
tacere una volta per tutte le malelingue che si sprecavano a proposito della
sua vigliaccheria.
Era
meglio un vigliacco vivo o un prode morto?
Era
meglio un vigliacco vivo, senza dubbio, e Loki dovette fare appello a tutta la
sua determinazione per non approfittare del momento per svignarsela.
La
minaccia che percepiva attraverso il suo seidr era abbastanza da terrorizzarlo
ancora una volta, per questo si affrettò a raggiungere Thor ed Odino sul gardr, tra i canti dei seidmadr ed il suono cadenzato dei tamburi.
-Thor?-
-Che
cosa vuoi?-
-Ricordi
la promessa che ti ho chiesto quando eravamo in prigione?-
-Sì,
la ricordo-
-Quella
era vera. Conto su di te, fratello-
La
terra davanti a loro prese a sollevarsi come se sotto ci fossero gigantesche
bolle.
Loki
dovette inghiottire un groppo di paura.
-Tirate!-
Gridò
agli arcieri.
Da
tutta la prima fila scattarono le corde degli archi ed un nugolo di frecce si
piantò nel terreno.
Dove
si conficcavano la terra smetteva di ondeggiare e le frecce si annerivano come
se bruciassero dall’interno.
-Loki,
che significa?-
-Significa
che va tutto bene perché assorbono l’energia-
Ordinò
di tirare ancora e stavolta la terra si fermò del tutto. Solo delle crepe nel
manto erboso e sulla sabbia testimoniavano i movimenti anomali.
Volstagg
si guardò un po’ intorno schermandosi gli occhi con la mano.
-Allora?
Finisce così?-
Disse
infine, deluso dal non scorgere altro che una distesa immobile.
-No.
Così comincia-
Mormorò
Loki.
Non
sapeva esattamente cosa sarebbe successo dopo, ma comunque affrontarlo con le
spalle coperte da Odino e Thor gli faceva sperare che ne sarebbe uscito vivo.
______________________________________________________________________________________________________________________________
Cantuccio
dell’Autore
Salve,
gente! Vi sono mancata? Dite di sì, teste di lattuga!
1-
Il rapporto tra Loki e le donne. Ragazzi,
ma avete notato che le femmine calano sempre dei gran pacchi al povero Loki? E
Jane si frega l’Aether, e Vedova Nera svela il suo geniale piano per scatenare
Hulk, e Frigga lo tratta da adolescente capriccioso, e Sif lo schifa quando lo
trova sul trono nel primo film… insomma non ha fortuna! Io ho mantenuto la
tradizione con Sif che gli rovina il discorso.
2-
Personalmente credo che Loki rispetti Sif,
ma più di tutto odia esser contraddetto, specie quando è nervoso per i fatti
suoi.
3-
Gardr. Il gardr in parte lo ha spiegato
Loki. Il gardr è un confine, ed entra come suffisso in molti nomi: Asgardr è la
città (fortificata) degli Asi. Midgardr è il recinto di mezzo (da dove mai
Tolkien avrà preso la Terra di Mezzo, eh?). Non è necessario che il gardr sia
fatto da mura gigantesche, può essere anche un confine simbolico (rivedete nel
testo i vari esempi). Comunque oltrepassarlo senza permesso porta guai.
4-
Nordri, Sudri, Austri e Vestri. Sono
quattro nani che reggono il mondo. Da loro derivano i nomi dei punti cardinali
Nord, Sud, Est ed Ovest.
5-
Sul come e perché la realtà di Thanos sia
separata da quella di Asgard mi riservo una spiegazione pseudoscientifica più
avanti. L’avessi messo qui mi avreste cucito la bocca come a Loki.
Approfitto
di questo capitolo per salutarvi perché tra poco parto.
Buone
vacanze a tutti voi =) e anche a Loki e a Thor.
Volevo
portarli con me, ma poi so che non si comporterebbero bene… qualcuno si offre
volontario per tenermeli una settimana?
Makoto