Note
dell’autrice: Salve a tutti!!! Lo dico e lo ripeto: adoro Sherlock Holmes. Wow,
ho appena finito di leggere tutte le sue storie, dalla prima all’ultima e sono
stupende. Ok, passando a cose più serie: il capitolo. Prima però, lo
sapete:
ANGOLO
DELLE RECENSIONI:
X
GIULYCHAN: Ti dirò, è stata una mossa molto azzardata la mia: portare personaggi
del futuro, direttamente nell’ormai secolo scorso. Però mi sono detta: “Ci sono
tanti pazzi al mondo e se ti comporti così anche tu, che vuoi che se
ne’accorga?”
Sono
comunque contenta che ti sia piaciuto il capitolo e che tu mi abbia recensito.
Spero che continui a piacerti la storia.
X
HIKARY: Finalmente ti risento. Sono contenta che ti sia innamorata della
fiction.
Sì,
lo stuolo di colleghi è saltato fuori in un momento di follia e le parti che gli
ho affidato, quando ormai deliravo. Diciamo che mi sono ispirata ai ruoli che
hanno fatto nei film e, ambientati propriamente nel 1906, ecco che saltano fuori
le loro interpretazioni. Sì, sarebbe bastato un secondo, ma ehi, la suspence
dopo dove finisce?
Ok,
spero che continuerai a seguirla e che continui a piacerti.
Bene,
e ora che ne dite, cominciamo?
Buona
lettura
Capitolo
8
Basil
guardò Cornelia che ricambiò il suo sguardo, disperata, mentre, nello stesso
tremendo istante, che la stella, oggetto del desiderio di Rattigan, altri non
era che…… Cornelia stessa.
Il
tempo parve fermarsi.
Tutto
sembrò sparire.
Non
c’erano più la sala, i drappi, gli ospiti, la regina con i suoi elogi, ma solo
un orrore profondo, riflesso nei loro occhi. Come avevano fatto a non capirlo
prima? E adesso, come avrebbero agito?
Basil
continuava a fissare Cornelia che, sempre più disperata, sembrava chiedergli con
lo sguardo una soluzione, il più presto possibile.
Per
quel che ne sapevano, Rattigan poteva essere nascosto dietro una di quelle
maschere intorno a loro. Magari li stava osservando proprio in quel momento. Un
terrore selvaggio prese il cuore del detective ed il suo sguardo si staccò dal
volto della ragazza, per rivolgersi a quelli della sala, scrutandoli con
attenzione, cercando quel ghigno che l’aveva tormentato nella realtà e negli
incubi. Le maschere presero a girargli intorno e, dietro ognuna di esse, vedeva
i giganteschi occhi gialli di Rattigan. Era intrappolato in quel tremendo
carosello dell’orrore da vari secondi (o erano minuti?), quando qualcuno gli
toccò il braccio facendolo trasalire e quasi gridare. Voltandosi, vide il volto,
seppur in parte coperto dalla maschera, del suo migliore amico,
Topson
“Basil,
va tutto bene?”chiese questi con una certa preoccupazione per la reazione
dell’amico.
“No,
accidenti, no! Perché non l’abbiamo capito subito?”
“Già,
forse avremmo dovuto aspettarcelo” mormorò il dottore tra sé e sé.
“Cosa?”
gli chiese Basil, un po’ bruscamente.
“Beh,
lo conosciamo e sappiamo che non si ferma davanti a nulla, pur di raggiungere il
suo obiettivo.”
“Sì,
lo conosciamo e….. un momento! Noi lo conosciamo. Sì, sì è vero, lo conosciamo”
esclamò il detective, poi cominciò a ridere con gli occhi che gli brillavano per
l’eccitazione.
Se
Topson non l’avesse conosciuto bene, avrebbe detto che il suo amico era
impazzito. Con il tempo, però, aveva imparato ad associare quei “raptus”
(*) ad un’improvvisa idea che era
balenata nella mente dell’investigatopo.
“Devo
parlare con Cornelia. Immediatamente.” Disse quest’ultimo, avvicinandosi al
palco.
Frattanto,
la regina stava proseguendo il suo discorso:
“Bene,
mia cara, dato che abbiamo cominciato con la musica, che ne dice di continuare
su quest’onda?”
“Certamente,
vostra maestà.” Rispose Cornelia, cercando di mascherare la sua
agitazione.
“Perfetto.
Dunque, mi è giunta della sua collaborazione e della sua partecipazione in
un’opera musicale del nostro sir Webber (**). Ovviamente mi riferisco al
“Fantasma dell’Opera”. Ho sentito che ha avuto un discreto
successo.”
“Sì,
un discreto successo” confermò la ragazza, cominciando a preoccuparsi
veramente.
“Vorrebbe
allora, per piacere, eseguire per noi l’aria “Pensami” ed il tema
principale?”
“Oh,
io non so se è il caso….”
“Suvvia,
non faccia la modesta. Signor Leto, la accompagna lei, vero?”
“Con
immenso piacere vostra maestà.” Rispose felice l’interpellato, avvicinandosi al
palco.
Ora
Cornelia era al culmine della disperazione. Restare sul palco era un suicidio
bello e buono. Da lassù, Rattigan non avrebbe avuto problemi a portarla via. Se
poi, come immaginava, la regina avesse fatto abbassare le luci, allora non ci
sarebbero state chance. Il suo sguardo si rivolse alla sala, alla ricerca del
suo amico e non lo trovò: dove diamine era finito Basil? Non era più dove
l’aveva visto pochi minuti prima: al suo posto era rimasto Topson che, per
quanto la ragazza poteva vedere, aveva un’aria piuttosto confusa. Che cosa aveva
in mente il detective?
Ad
un certo punto, i suoi occhi furono attirati da una mano, che veniva agitata
nella sua direzione dalla base del palco. Guardando meglio, riconobbe Basil, con
la maschera dorata e l’abito blu notte, che le faceva cenno di scendere giù dal
palco. Lei annuì leggermente, poi si rivolse alla regina, che stava appunto
chiedendo ai servi di abbassare le luci.
“Vostra
maestà, vorreste scusarmi un momento? Torno subito.”
“Certamente
cara, qui mi occupo io di tutto.” Rispose la regina, tutta presa dalle
preparazioni per l’esecuzione di quei brani, che lei prediligeva.
Cornelia,
allora, scese le scale del palco e cercò Basil.
Il
suo cuore perse un battito quando qualcuno, tappandole la bocca ed afferrandola
per un braccio, la trascinò tra le assi sotto il palco.
Stava
per rifilare allo sconosciuto uno dei suoi famosi destri quando, voltandosi, si
accorse che questo altri non era che Basil in persona.
“Ma
dico” disse quanto più aspramente possibile, parlando comunque sottovoce “vuoi
farmi prendere un colpo?”
“Ti
vedo un po’ agitata, mia cara” replicò lui, sempre sottovoce,
canzonandola.
“E
tu sei troppo calmo. Cosa facciamo adesso?”
“Vai
sul palco e continua la tua esibizione” rispose serissimo il
detective.
La
ragazza lo guardò dritto negli occhi, sbalordita:
“Stai
scherzando vero? Hai idea di cosa accadrà se ci torno?”
“Elementare:
Rattigan è un grande esibizionista e non resisterà a salire sul palco a cantare,
soprattutto se ci sei tu come protagonista.”
“Non
può essere così cretino”
“Crede
molto nel terrore che riesce ad esercitare sulle persone. Non sarà un cretino,
ma è abbastanza arrogante da credere che nessuno muoverà un muscolo alla sua
vista.”
“Va
bene, ma una volta che sarà sul palco, cos’avresti intenzione di
fare?”
“Semplice,
lo catturerò.”
“Tu
sei tutto matto! E come vorresti farlo, genio?”
Basil
rimase muto per un secondo, poi rispose tranquillamente:
“Ancora
non lo so, ma qualcosa mi verrà in mente, non temere.”
“Devi
esserti rimbambito se pensi che io vada lassù a fare da esca, con una
possibilità su un milione di venire salvata. Giammai! Anzi, sai che ti dico? Me
ne vado!”
E
con questo la ragazza girò sui tacchi e fece per andarsene, ma Basil le afferrò
un polso.
“Lasciami”
sibilò lei.
“Sai,
se non ti conoscessi bene, sarei tentato di dire che hai paura, anzi che sei
terrorizzata dall’idea di incontrarlo di nuovo. Non sei forse tu quella che,
quando lui le è saltato addosso, l’ha messo a stare?”
Il
detective aveva detto quello parole per scherzo ma, guardando l’amica, si rese
conto che c’era qualcosa che non andava in quegli occhi tristi che rifiutavano
il contatto con i suoi.
“Cornelia?”
chiese preoccupato.
La
ragazza alzò finalmente lo sguardo poi, con voce incerta, confessò:”Era
ubriaco.”
Basil
sgranò gli occhi: “Cosa?!”
“Ho
glissato su un particolare, ecco.” Rispose lei “E’ stato facile batterlo perché
non era nel pieno delle sue facoltà mentali e a stento si reggeva in
piedi.”
“Perché
non me l’hai detto?”
“Che
ne so?!?!” esplose alla fine lei, con le lacrime che le sgorgavano libere dagli
occhi.
“Ero
confusa e costernata da quell’episodio. La mia mente era come
svuotata.”
Fece
poi un profondo respiro, tentando inutilmente di frenare il pianto, ma riuscendo
almeno a regolare il volume della voce.
“Forse non te
l’ho detto perché, se avessi pensato che ero riuscita a fermarlo mentre era a
mente lucida, allora non avresti fatto niente di insensato, perché lui non
sarebbe sembrato tanto pericoloso.
Forse
non te l’ho detto perché volevo che pensassi che me la sapevo cavare da
sola. Non lo so"
Il
detective ora guardava, con un'espressione indecifrabile, quella creatura
tremante e singhiozzante, che era l'ombra di quella che era stata la sua amica e
compagna d'avventure, forte, coraggiosa, leale. Lo faceva soffrire molto vederla
così disperata, così indifesa, così distrutta. E tutto, ancora una volta, a
causa di quel sorcio di fogna (perché diversamente non si sarebbe potuto
definire). Il dolore che aveva provato in quei dieci anni di lontananza,
probabilmente non equivaleva nemmeno alla metà di quello che doveva aver provato
lei, in quell'esilio forzato dalla sua terra, dalla sua famiglia...da
lui.
Senza
ulteriori indugi, la abbracciò dolcemente, ma con fermezza: era un abbraccio che
emetteva protezione e sicurezza.
Cornelia,
dopo un attimo di confusione, si rilassò un pò, lasciandosi cullare da quelle
braccia.
Accidenti
quanto le erano mancate!! Ricordava l'ultima volta che l'avevano stretta, ma
allora erano fredde, distrutte, le dicevano addio.
"Sei
arrabbiato?" chiese dopo un pò.
Basil
la guardò per un secondo stupito: "Ma come, tu chiedi a me se sono arrabbiato?
Sei tu quella che lo dovrebbe essere dopo quelle cose che ti ho
detto."
Lei
scosse la testa sorridendo "Ho capito che ti sentivi ferito e non sono mai stata
veramente arrabbiata."
"Bene"
rispose lui. Ci fu un attimo di silenzio poi il detective proseguì:
"Tornerai
sul palco?" lei lo guardò e bastò il suo sguardo come risposta: non era per
nulla sicura di volerci tornare.
"Ti
fidi di me?" le chiese ancora
"Non
lo so" rispose lei "vorrei dirti di sì con tutto il cuore, ma sarebbe una bugia
e..."
Non
riuscì a finire la frase, perché il detective l'aveva baciata. Non era un bacio
violento, passionale, ma semplicemente uno che ispirava sicurezza, dolcezza e,
forse.....amore.
Dopo
un po’ si staccarono e Basil ripeté la sua domanda: "Ti fidi di me?"
Lei
parve riflettere per un pò poi, alzando gli occhi e sorridendo dolcemente,
rispose:
"Certamente.
Ma guarda te se dovevi baciarmi per rendermi sicura."
"Quindi
tornerai sul palco?"
"Sì,
tutto pur di riuscire a prenderlo."
Il
detective sorrise. Accidenti, aveva aspettato e temuto tanto il momento in cui
avrebbe dovuto ricambiare il bacio datogli dalla ragazza, la sera in cui si
erano ritrovati, e invece si era risolto tutto in una frazione di secondo. Era
bastato lasciarsi andare a quella sorta di istinto razionale che lo
caratterizzava e che lo aiutava sempre.
"Però"
aggiunse Cornelia, maliziosa "Non sono ancora tanto tranquilla."
"Ehi,
ti do una mano e tu mi prendi il braccio?" replicò lui ridendo " E va
bene"
Si
avvicinarono nuovamente, felici finalmente di aver rivelato i propri sentimenti
l'uno per l'altra quando....
"Basil,
Cornelia ma che comb.... OH SCUSATE!!" Topson era venuto ad avvertirli che tutti
li stavano cercando e li aveva trovati così.
"Tranquillo
Topson, non è niente. Cosa c'è?" chiese il detective il più tranquillamente
possibile, anche se le sue guance erano lievemente rosse.
"Ero
solo venuto a dirvi che tutti stanno cercando Cornelia. Scusatemi
ancora."
"Ehi
non è niente. Va bene sarà meglio che vada." disse Cornelia
sorridendo.
Stava
per risalire sul palco, quando, fermandosi a metà strada, si rivolse a Basil
chiedendo:
"E
quando lui arriverà, io cosa dovrò fare?"
Lui
la guardò e rispose:
"Continua
a cantare normalmente. Conosco quel brano e so che alla fine dovresti cadere tra
le braccia del fantasma. In questo caso ti do carta bianca."
"Va
bene. Mi fido di te." concluse lei salendo sul palco e venendo accolta
nuovamente da uno stuolo di applausi e dalle domande della regina e di
Jared, su dove fosse stata.
"Basil,
cosa hai intenzione di fare?" gli chiese il dottore, mentre Cornelia si
accingeva a cantare il primo brano.
"In
genere non rivelo subito i miei piani, ma, questa volta, è di vitale importanza
che lo faccia: Rattigan è un grande esibizionista e, se lo conosco bene, salirà
sul palco per recitare con lei e tenterà di rapirla. Tutto quello che Cornelia
deve fare è continuare a recitare, in modo da darmi il tempo per preparare un
piano per catturarlo. L'unico intoppo potrebbe essere quel Moriarty, ma in quel
caso......"
E
toccò una delle tasche della giccca in cui, Topson lo sapeva, c'era il revolver
del detective.
"Mi
sembra un bel piano" rispose il dottore "Ah, Basil?"
"Sì?"
"Era
ora che vi deste una smossa." concluse il dottore.
Basil
sorrise, veramente felice, poi si voltò ad ascoltare quella che ormai si poteva
definire, la sua fidanzata.
Nonostante
il nervosismo, Cornelia riuscì a completare la prima aria, facendo perfettamente
anche il complicato gorgheggio finale. Uno scroscio di applausi si levò
dalla sala e sia la ragazza che Jerome, si inchinarono al pubblico. Quando
il rumore scemò, l'organista dell'orchestra attaccò il brano successivo.
Nell'atmosfera buia della sala, quella musica sembrava terribilmente
spettrale.
Cornelia
avanzò in mezzo, fino a portarsi in mezzo al palco. Basil, che la guardava con
attenzione, un po’ per la sua bellezza, un po’ per badare che tutto andasse come
previsto. Osservando meglio il palco, si rese conto che Jerome era sparito,
probabilmente pronto a fare la sua entrata da dietro le quinte. Sorrise tra sé e
sé, pensando alla faccia della gente quando, al posto del bel roditore, sarebbe
comparso un enorme, brutto ratto, creduto morto da quasi dieci anni.
Un
mormorio sommesso, levatosi nella sala, lo costrinse a riportare la sua
attenzione al palco, portandolo a pensare che la sua nemesi non avesse perso
tempo.
L'unica
cosa che vide però, fu Cornelia. Il mormorio era stato causato dal nervosismo
eccessivo che lei mostrava. Le mani le tremavano e dondolava sulle gambe, come
se fosse in procinto di svenire.
"Povera
cara, guarda com' è emozionata." mormorò una signora accanto a lui.
"Già,
probabilmente l'enorme successo che ha avuto la mette in difficoltà ogni
volta."
Basil
sospirò: se solo avessero saputo....
I
suoi pensieri furono interrotti dalla voce della ragazza che, al contrario di
tutte le aspettative, era forte, serena, bella come al solito.
Il
detective la guardò ammirato: riusciva a mascherare benissimo il terrore che
provava, anche in una situazione del genere. L'unica traccia della sua paura, la
si poteva leggere negli occhi di lei, ma solo chi la conosceva bene, avrebbe
potuto vederla. Continuando a guardarla, si mise ad ascoltare quella voce
incantevole, che entrava nel cuore, proprio come le parole della
canzone:
In sleep he sang to me, in dreams he came
that voice which calls to me and speaks my name
and do I dream again for now I find
the phantom of the opera is there inside my mind.
Proprio
quando la parte della ragazza finì, il pubblico trattenne il
respiro.
Cornelia,
che aveva chiuso gli occhi per cercare di concentrarsi sulla musica, li riaprì
al sentire quel rumore. I suoi sensi scattarono in allarme. Alle orecchie le
giunse un suono, come di un'enorme coda che venisse strascicata ed un pungente
odore di acqua di colonia usata in eccesso e probabilmente scaduta di qualche
anno le entrò nel naso.
Fece
una rapida piroetta, incrociando il tanto temuto sguardo, coperto per metà da
una maschera bianca del suo ex e, attualmente, neo-nemico:
Rattigan.
Fece
per correre via, ma lui la afferrò per un braccio e la strinse a sé. Fortuna che
la scena, anche nella realtà sarebbe dovuta essere così e la ragazza era sicura
che, se tra il pubblico ci fosse stato il suo regista, avrebbe detto che era la
sua migliore interpretazione, tanto era reale il terrore che
provava.
Basil
la vide tentare di scappare e venire riafferrata. Nonostante sapesse che la
ragazza stava facendo il gioco di Rattigan, non poté fare a meno di sentire un
groppo allo stomaco.
"Bene
Topson, è ora di agire. Raduna più guardie che puoi e raggiungimi dietro le
quinte."
"Va
bene"
Rattigan
intanto stringeva a sé Cornelia. Diavolo quanto le era mancata quella ragazza.
Approfittò di un momento di stacco per affondarle il naso tra i capelli ed
aspirare un po’ del profumo di lei, poi cominciò a cantare, con la sua voce
bassa e un pò roca:
Sing one again with me, our strange duet
my power over you grow strongere yet
and though you turn from me to glance behind
the phantom of the opera is there inside your mind.
Finito
di cantare la sua strofa, le fece fare una giravolta e la fece fermare davanti a
lui, tenendo il pubblico alla sua destra.
Cornelia
lo guardò: se prima si sentiva svenire, ora era sicura che era una questione di
secondi. Si sforzò comunque di continuare la sua parte e di restare lucida. Non
poteva permettergli di vincere così, non poteva.
Frattanto
Basil si stava dando da fare giù dal palco.
"Sì
e poi sbuchiamo da dietro e gli saltiamo addosso, capito?"
"Certamente
signor Basil, faremo il possibile." rispose il capitano delle guardie,
avviandosi dietro il sipario.
"Bene
Topson, siamo pronti all'azione: andiamo." e si avviò anche lui dietro il palco,
senza perdere mai di vista Cornelia, che intanto aveva ripreso a
cantare.
Those who have seen your face
La
ragazza allungò la mano destra, come per accarezzare il volto del ratto che
le stava di fronte
Draw
back in fear
La
ritrasse rapidamente portandosela al petto.
I am the mask you wear
Allungò
la sinistra, come per toglierli la maschera.
It's
me they hear
Intervenne
Rattigan prendendole il polso e allontanandolo
Your spirit and my voice in one combined
the phantom of the opera is there inside my mind.
Conclusero
insieme.
Cornelia
cominciò allora il gorgheggio finale, accompagnata dalla voce di Rattigan che
continuava a ripetere:
Sing
my angel of music
Sulla
nota più acuta, Cornelia fece roteare le pupille all'indietro fingendo di
svenire, ma invece di attenersi al copione e di cadere tra le braccia del suo
fantasma, cercò di cascare in avanti.
Rattigan
però aveva altri piani: la afferrò e se la caricò tra le braccia.
A
quel punto l'acuto si trasformò in un grido vero e proprio.
"METTIMI
GIU' IMMEDIATAMENTE!!!! LASCIAMI ANDARE!!!! COME OSI?!"
"Non
sei affatto cambiata mia cara. Sempre forte e battagliera vero? Che ne
dici, ti va un bacio di benvenuto?"
La
stava per baciare davvero quando, da un punto imprecisato dietro le quinte
si levò una voce:
"ALL'ATTACCO!!"
E,
tanto fulmineamente che ci volle un pò alla gente per capire cosa stava
succedendo, Basil uscì da dietro una tenda, con il chiaro intento di
scagliarsi su Rattigan.
Il
ratto però, fece come per saltare giù dal palco, con Cornelia in braccio. Solo
che a metà strada rimase sospeso.
La
gente lo guardò attonita. Che sapesse anche volare?
Ma
Basil, che non ci aveva creduto nemmeno un istante, continuò la sua corsa e si
attaccò ad uno dei piedi di Rattigan, che cominciò ad oscillare. L'inganno era
svelato: a tenere su il sorcio era un filo di ragnatela e colui che la teneva
tra le zampe era...
"MORIARTY!!!
FAMMI ROTEARE!"
Senza
farselo ripetere, il ragno cominciò a far roteare il filo, sempre più
velocemente. Basil cercava di restare attaccato al piede, ma diventava
sempre più difficile. Erano ormai a diversi metri da terra. quando
Rattigan, con un calcio particolarmente forte, riuscì a liberarsi del detective,
mandandolo a sbattere sontro un drappo ed una colonna. La botta fu
violentissima.
Basil
cadde malamente a terra, avvolto nel drappo dorato e l'ultima cosa che sentì, fu
qualcuno che gridava il suo nome, poi tutto divenne buio.
Note:
(*)
E pensare che Basil i “ratti” li odia, ih ih (scusatemi, è saltata fuori durante
l’ora di matematica. Tanto ormai è acclarato che sono pazza e che tale pazzia
salta fuori durante le ore peggiori di scuola.
(**)
sto parlando del mitico Andrew Lloyd Webber. Guai a chi non lo
conosce!!
Allora,
che ve n'è parso? Mi ci è voluto un bel po’ a scriverlo, ma penso che ne sia
valsa la pena.
Aspetto
le recensioni.
A
presto
Bebbe5