Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    25/01/2009    8 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autrice: Salve a tutti!!! Lo dico e lo ripeto: adoro Sherlock Holmes. Wow, ho appena finito di leggere tutte le sue storie, dalla prima all’ultima e sono stupende. Ok, passando a cose più serie: il capitolo. Prima però, lo sapete:

 

ANGOLO DELLE RECENSIONI:

 

X GIULYCHAN: Ti dirò, è stata una mossa molto azzardata la mia: portare personaggi del futuro, direttamente nell’ormai secolo scorso. Però mi sono detta: “Ci sono tanti pazzi al mondo e se ti comporti così anche tu, che vuoi che se ne’accorga?”

Sono comunque contenta che ti sia piaciuto il capitolo e che tu mi abbia recensito. Spero che continui a piacerti la storia.

 

X HIKARY: Finalmente ti risento. Sono contenta che ti sia innamorata della fiction.

Sì, lo stuolo di colleghi è saltato fuori in un momento di follia e le parti che gli ho affidato, quando ormai deliravo. Diciamo che mi sono ispirata ai ruoli che hanno fatto nei film e, ambientati propriamente nel 1906, ecco che saltano fuori le loro interpretazioni. Sì, sarebbe bastato un secondo, ma ehi, la suspence dopo dove finisce?

Ok, spero che continuerai a seguirla e che continui a piacerti.

 

Bene, e ora che ne dite, cominciamo?

Buona lettura

 

Capitolo 8

 

Basil guardò Cornelia che ricambiò il suo sguardo, disperata, mentre, nello stesso tremendo istante, che la stella, oggetto del desiderio di Rattigan, altri non era che…… Cornelia stessa.

 

Il tempo parve fermarsi.

 

Tutto sembrò sparire.

 

Non c’erano più la sala, i drappi, gli ospiti, la regina con i suoi elogi, ma solo un orrore profondo, riflesso nei loro occhi. Come avevano fatto a non capirlo prima? E adesso, come avrebbero agito?

Basil continuava a fissare Cornelia che, sempre più disperata, sembrava chiedergli con lo sguardo una soluzione, il più presto possibile.

Per quel che ne sapevano, Rattigan poteva essere nascosto dietro una di quelle maschere intorno a loro. Magari li stava osservando proprio in quel momento. Un terrore selvaggio prese il cuore del detective ed il suo sguardo si staccò dal volto della ragazza, per rivolgersi a quelli della sala, scrutandoli con attenzione, cercando quel ghigno che l’aveva tormentato nella realtà e negli incubi. Le maschere presero a girargli intorno e, dietro ognuna di esse, vedeva i giganteschi occhi gialli di Rattigan. Era intrappolato in quel tremendo carosello dell’orrore da vari secondi (o erano minuti?), quando qualcuno gli toccò il braccio facendolo trasalire e quasi gridare. Voltandosi, vide il volto, seppur in parte coperto dalla maschera, del suo migliore amico, Topson

 

“Basil, va tutto bene?”chiese questi con una certa preoccupazione per la reazione dell’amico.

 

“No, accidenti, no! Perché non l’abbiamo capito subito?”

 

“Già, forse avremmo dovuto aspettarcelo” mormorò il dottore tra sé e sé.

 

“Cosa?” gli chiese Basil, un po’ bruscamente.

 

“Beh, lo conosciamo e sappiamo che non si ferma davanti a nulla, pur di raggiungere il suo obiettivo.”

 

“Sì, lo conosciamo e….. un momento! Noi lo conosciamo. Sì, sì è vero, lo conosciamo” esclamò il detective, poi cominciò a ridere con gli occhi che gli brillavano per l’eccitazione.

Se Topson non l’avesse conosciuto bene, avrebbe detto che il suo amico era impazzito. Con il tempo, però, aveva imparato ad associare quei “raptus” (*)  ad un’improvvisa idea che era balenata nella mente dell’investigatopo.

 

“Devo parlare con Cornelia. Immediatamente.” Disse quest’ultimo, avvicinandosi al palco.

Frattanto, la regina stava proseguendo il suo discorso:

 

“Bene, mia cara, dato che abbiamo cominciato con la musica, che ne dice di continuare su quest’onda?”

 

“Certamente, vostra maestà.” Rispose Cornelia, cercando di mascherare la sua agitazione.

 

“Perfetto. Dunque, mi è giunta della sua collaborazione e della sua partecipazione in un’opera musicale del nostro sir Webber (**). Ovviamente mi riferisco al “Fantasma dell’Opera”. Ho sentito che ha avuto un discreto successo.”

 

“Sì, un discreto successo” confermò la ragazza, cominciando a preoccuparsi veramente.

 

“Vorrebbe allora, per piacere, eseguire per noi l’aria “Pensami” ed il tema principale?”

 

“Oh, io non so se è il caso….”

 

“Suvvia, non faccia la modesta. Signor Leto, la accompagna lei, vero?”

 

“Con immenso piacere vostra maestà.” Rispose felice l’interpellato, avvicinandosi al palco.

Ora Cornelia era al culmine della disperazione. Restare sul palco era un suicidio bello e buono. Da lassù, Rattigan non avrebbe avuto problemi a portarla via. Se poi, come immaginava, la regina avesse fatto abbassare le luci, allora non ci sarebbero state chance. Il suo sguardo si rivolse alla sala, alla ricerca del suo amico e non lo trovò: dove diamine era finito Basil? Non era più dove l’aveva visto pochi minuti prima: al suo posto era rimasto Topson che, per quanto la ragazza poteva vedere, aveva un’aria piuttosto confusa. Che cosa aveva in mente il detective?

Ad un certo punto, i suoi occhi furono attirati da una mano, che veniva agitata nella sua direzione dalla base del palco. Guardando meglio, riconobbe Basil, con la maschera dorata e l’abito blu notte, che le faceva cenno di scendere giù dal palco. Lei annuì leggermente, poi si rivolse alla regina, che stava appunto chiedendo ai servi di abbassare le luci.

 

“Vostra maestà, vorreste scusarmi un momento? Torno subito.”

 

“Certamente cara, qui mi occupo io di tutto.” Rispose la regina, tutta presa dalle preparazioni per l’esecuzione di quei brani, che lei prediligeva.

Cornelia, allora, scese le scale del palco e cercò Basil.

Il suo cuore perse un battito quando qualcuno, tappandole la bocca ed afferrandola per un braccio, la trascinò tra le assi sotto il palco.

Stava per rifilare allo sconosciuto uno dei suoi famosi destri quando, voltandosi, si accorse che questo altri non era che Basil in persona.

 

“Ma dico” disse quanto più aspramente possibile, parlando comunque sottovoce “vuoi farmi prendere un colpo?”

 

 

“Ti vedo un po’ agitata, mia cara” replicò lui, sempre sottovoce, canzonandola.

 

“E tu sei troppo calmo. Cosa facciamo adesso?”

 

“Vai sul palco e continua la tua esibizione” rispose serissimo il detective.

La ragazza lo guardò dritto negli occhi, sbalordita:

 

“Stai scherzando vero? Hai idea di cosa accadrà se ci torno?”

 

“Elementare: Rattigan è un grande esibizionista e non resisterà a salire sul palco a cantare, soprattutto se ci sei tu come protagonista.”

 

“Non può essere così cretino”

 

“Crede molto nel terrore che riesce ad esercitare sulle persone. Non sarà un cretino, ma è abbastanza arrogante da credere che nessuno muoverà un muscolo alla sua vista.”

 

“Va bene, ma una volta che sarà sul palco, cos’avresti intenzione di fare?”

 

“Semplice, lo catturerò.”

 

“Tu sei tutto matto! E come vorresti farlo, genio?”

Basil rimase muto per un secondo, poi rispose tranquillamente:

 

“Ancora non lo so, ma qualcosa mi verrà in mente, non temere.”

 

“Devi esserti rimbambito se pensi che io vada lassù a fare da esca, con una possibilità su un milione di venire salvata. Giammai! Anzi, sai che ti dico? Me ne vado!”

E con questo la ragazza girò sui tacchi e fece per andarsene, ma Basil le afferrò un polso.

 

“Lasciami” sibilò lei.

 

“Sai, se non ti conoscessi bene, sarei tentato di dire che hai paura, anzi che sei terrorizzata dall’idea di incontrarlo di nuovo. Non sei forse tu quella che, quando lui le è saltato addosso, l’ha messo a stare?”

Il detective aveva detto quello parole per scherzo ma, guardando l’amica, si rese conto che c’era qualcosa che non andava in quegli occhi tristi che rifiutavano il contatto con i suoi.

 

“Cornelia?” chiese preoccupato.

 

La ragazza alzò finalmente lo sguardo poi, con voce incerta, confessò:”Era ubriaco.”

 

Basil sgranò gli occhi: “Cosa?!”

 

“Ho glissato su un particolare, ecco.” Rispose lei “E’ stato facile batterlo perché non era nel pieno delle sue facoltà mentali e a stento si reggeva in piedi.”

 

“Perché non me l’hai detto?”

 

“Che ne so?!?!” esplose alla fine lei, con le lacrime che le sgorgavano libere dagli occhi.

“Ero confusa e costernata da quell’episodio. La mia mente era come svuotata.”

Fece poi un profondo respiro, tentando inutilmente di frenare il pianto, ma riuscendo almeno a regolare il volume della voce.

 

“Forse non te l’ho detto perché, se avessi pensato che ero riuscita a fermarlo mentre era a mente lucida, allora non avresti fatto niente di insensato, perché lui non sarebbe sembrato tanto pericoloso.

Forse non te l’ho detto perché volevo che pensassi che me la sapevo cavare da sola. Non lo so"

 

Il detective ora guardava, con un'espressione indecifrabile, quella creatura tremante e singhiozzante, che era l'ombra di quella che era stata la sua amica e compagna d'avventure, forte, coraggiosa, leale. Lo faceva soffrire molto vederla così disperata, così indifesa, così distrutta. E tutto, ancora una volta, a causa di quel sorcio di fogna (perché diversamente non si sarebbe potuto definire). Il dolore che aveva provato in quei dieci anni di lontananza, probabilmente non equivaleva nemmeno alla metà di quello che doveva aver provato lei, in quell'esilio forzato dalla sua terra, dalla sua famiglia...da lui.

Senza ulteriori indugi, la abbracciò dolcemente, ma con fermezza: era un abbraccio che emetteva protezione e sicurezza.

Cornelia, dopo un attimo di confusione, si rilassò un pò, lasciandosi cullare da quelle braccia.

Accidenti quanto le erano mancate!! Ricordava l'ultima volta che l'avevano stretta, ma allora erano fredde, distrutte, le dicevano addio.

 

"Sei arrabbiato?" chiese dopo un pò.

Basil la guardò per un secondo stupito: "Ma come, tu chiedi a me se sono arrabbiato? Sei tu quella che lo dovrebbe essere dopo quelle cose che ti ho detto."

Lei scosse la testa sorridendo "Ho capito che ti sentivi ferito e non sono mai stata veramente arrabbiata."

 

"Bene" rispose lui. Ci fu un attimo di silenzio poi il detective proseguì:

 

"Tornerai sul palco?" lei lo guardò e bastò il suo sguardo come risposta: non era per nulla sicura di volerci tornare.

 

"Ti fidi di me?" le chiese ancora

 

"Non lo so" rispose lei "vorrei dirti di sì con tutto il cuore, ma sarebbe una bugia e..."

Non riuscì a finire la frase, perché il detective l'aveva baciata. Non era un bacio violento, passionale, ma semplicemente uno che ispirava sicurezza, dolcezza e, forse.....amore.

 

Dopo un po’ si staccarono e Basil ripeté la sua domanda: "Ti fidi di me?"

 

Lei parve riflettere per un pò poi, alzando gli occhi e sorridendo dolcemente, rispose:

 

"Certamente. Ma guarda te se dovevi baciarmi per rendermi sicura."

 

"Quindi tornerai sul palco?"

 

"Sì, tutto pur di riuscire a prenderlo."

 

Il detective sorrise. Accidenti, aveva aspettato e temuto tanto il momento in cui avrebbe dovuto ricambiare il bacio datogli dalla ragazza, la sera in cui si erano ritrovati, e invece si era risolto tutto in una frazione di secondo. Era bastato lasciarsi andare a quella sorta di istinto razionale che lo caratterizzava e che lo aiutava sempre.

 

"Però" aggiunse Cornelia, maliziosa "Non sono ancora tanto tranquilla."

 

"Ehi, ti do una mano e tu mi prendi il braccio?" replicò lui ridendo " E va bene"

 

Si avvicinarono nuovamente, felici finalmente di aver rivelato i propri sentimenti l'uno per l'altra quando....

 

"Basil, Cornelia ma che comb.... OH SCUSATE!!" Topson era venuto ad avvertirli che tutti li stavano cercando e li aveva trovati così.

 

"Tranquillo Topson, non è niente. Cosa c'è?" chiese il detective il più tranquillamente possibile, anche se le sue guance erano lievemente rosse.

 

"Ero solo venuto a dirvi che tutti stanno cercando Cornelia. Scusatemi ancora."

 

"Ehi non è niente. Va bene sarà  meglio che vada." disse Cornelia sorridendo.

Stava per risalire sul palco, quando, fermandosi a metà strada, si rivolse a Basil chiedendo:

 

"E quando lui arriverà, io cosa dovrò fare?"

 

Lui la guardò e rispose:

 

"Continua a cantare normalmente. Conosco quel brano e so che alla fine dovresti cadere tra le braccia del fantasma. In questo caso ti do carta bianca."

 

"Va bene. Mi fido di te." concluse lei salendo sul palco e venendo accolta nuovamente da uno stuolo di applausi e dalle domande della regina e di Jared, su dove fosse stata.

 

"Basil, cosa hai intenzione di fare?" gli chiese il dottore, mentre Cornelia si accingeva a cantare il primo brano.

 

"In genere non rivelo subito i miei piani, ma, questa volta, è di vitale importanza che lo faccia: Rattigan è un grande esibizionista e, se lo conosco bene, salirà sul palco per recitare con lei e tenterà di rapirla. Tutto quello che Cornelia deve fare è continuare a recitare, in modo da darmi il tempo per preparare un piano per catturarlo. L'unico intoppo potrebbe essere quel Moriarty, ma in quel caso......"

 

E toccò una delle tasche della giccca in cui, Topson lo sapeva, c'era il revolver del detective.

 

"Mi sembra un bel piano" rispose il dottore "Ah, Basil?"

 

"Sì?"

 

"Era ora che vi deste una smossa." concluse il dottore.

 

Basil sorrise, veramente felice, poi si voltò ad ascoltare quella che ormai si poteva definire, la sua fidanzata.

 

Nonostante il nervosismo, Cornelia riuscì a completare la prima aria, facendo perfettamente anche il complicato gorgheggio finale. Uno scroscio di applausi si levò dalla sala e sia la ragazza che Jerome, si inchinarono al pubblico. Quando il rumore scemò, l'organista dell'orchestra attaccò il brano successivo. Nell'atmosfera buia della sala, quella musica sembrava terribilmente spettrale.

 

Cornelia avanzò in mezzo, fino a portarsi in mezzo al palco. Basil, che la guardava con attenzione, un po’ per la sua bellezza, un po’ per badare che tutto andasse come previsto. Osservando meglio il palco, si rese conto che Jerome era sparito, probabilmente pronto a fare la sua entrata da dietro le quinte. Sorrise tra sé e sé, pensando alla faccia della gente quando, al posto del bel roditore, sarebbe comparso un enorme, brutto ratto, creduto morto da quasi dieci anni.

Un mormorio sommesso, levatosi nella sala, lo costrinse a riportare la sua attenzione al palco, portandolo a pensare che la sua nemesi non avesse perso tempo.

L'unica cosa che vide però, fu Cornelia. Il mormorio era stato causato dal nervosismo eccessivo che lei mostrava. Le mani le tremavano e dondolava sulle gambe, come se fosse in procinto di svenire.

 

"Povera cara, guarda com' è emozionata." mormorò una signora accanto a lui.

 

"Già, probabilmente l'enorme successo che ha avuto la mette in difficoltà ogni volta."

 

Basil sospirò: se solo avessero saputo....

 

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce della ragazza che, al contrario di tutte le aspettative, era forte, serena, bella come al solito.

Il detective la guardò ammirato: riusciva a mascherare benissimo il terrore che provava, anche in una situazione del genere. L'unica traccia della sua paura, la si poteva leggere negli occhi di lei, ma solo chi la conosceva bene, avrebbe potuto vederla. Continuando a guardarla, si mise ad ascoltare quella voce incantevole, che entrava nel cuore, proprio come le parole della canzone:

 

In sleep he sang to me, in dreams he came

that voice which calls to me and speaks my name

and do I dream again for now I find

the phantom of the opera is there inside my mind.

 

Proprio quando la parte della ragazza finì, il pubblico trattenne il respiro.

Cornelia, che aveva chiuso gli occhi per cercare di concentrarsi sulla musica, li riaprì al sentire quel rumore. I suoi sensi scattarono in allarme. Alle orecchie le giunse un suono, come di un'enorme coda che venisse strascicata ed un pungente odore di acqua di colonia usata in eccesso e probabilmente scaduta di qualche anno le entrò nel naso.

Fece una rapida piroetta, incrociando il tanto temuto sguardo, coperto per metà da una maschera bianca del suo ex e, attualmente, neo-nemico: Rattigan.

Fece per correre via, ma lui la afferrò per un braccio e la strinse a sé. Fortuna che la scena, anche nella realtà sarebbe dovuta essere così e la ragazza era sicura che, se tra il pubblico ci fosse stato il suo regista, avrebbe detto che era la sua migliore interpretazione, tanto era reale il terrore che provava.

 

Basil la vide tentare di scappare e venire riafferrata. Nonostante sapesse che la ragazza stava facendo il gioco di Rattigan, non poté fare a meno di sentire un groppo allo stomaco.

 

"Bene Topson, è ora di agire. Raduna più guardie che puoi e raggiungimi dietro le quinte."

 

"Va bene"

 

Rattigan intanto stringeva a sé Cornelia. Diavolo quanto le era mancata quella ragazza. Approfittò di un momento di stacco per affondarle il naso tra i capelli ed aspirare un po’ del profumo di lei, poi cominciò a cantare, con la sua voce bassa e un pò roca:

 

Sing one again with me, our strange duet

my power over you grow strongere yet

and though you turn from me to glance behind

the phantom of the opera is there inside your mind.

 

Finito di cantare la sua strofa, le fece fare una giravolta e la fece fermare davanti a lui, tenendo il pubblico alla sua destra.

Cornelia lo guardò: se prima si sentiva svenire, ora era sicura che era una questione di secondi. Si sforzò comunque di continuare la sua parte e di restare lucida. Non poteva permettergli di vincere così, non poteva.

 

Frattanto Basil si stava dando da fare giù dal palco.

 

"Sì e poi sbuchiamo da dietro e gli saltiamo addosso, capito?"

 

"Certamente signor Basil, faremo il possibile." rispose il capitano delle guardie, avviandosi dietro il sipario.

 

"Bene Topson, siamo pronti all'azione: andiamo." e si avviò anche lui dietro il palco, senza perdere mai di vista Cornelia, che intanto aveva ripreso a cantare.

 

Those who have seen your face

La ragazza allungò la mano destra, come per accarezzare il volto del ratto che le stava di fronte

 

Draw back in fear

La ritrasse rapidamente portandosela al petto.

 

I am the mask you wear

Allungò la sinistra, come per toglierli la maschera.

 

It's me they hear

Intervenne Rattigan prendendole il polso e allontanandolo

 

Your spirit and my voice in one combined 

the phantom of the opera is there inside my mind.

 

 Conclusero insieme.

 

Cornelia cominciò allora il gorgheggio finale, accompagnata dalla voce di Rattigan che continuava a ripetere:

Sing my angel of music

 

Sulla nota più acuta, Cornelia fece roteare le pupille all'indietro fingendo di svenire, ma invece di attenersi al copione e di cadere tra le braccia del suo fantasma, cercò di cascare in avanti.

Rattigan però aveva altri piani: la afferrò e se la caricò tra le braccia.

A quel punto l'acuto si trasformò in un grido vero e proprio.

 

"METTIMI GIU' IMMEDIATAMENTE!!!! LASCIAMI ANDARE!!!! COME OSI?!"

 

"Non sei affatto cambiata mia cara. Sempre forte e battagliera vero? Che ne dici, ti va un bacio di benvenuto?"

 

La stava per baciare davvero quando, da un punto imprecisato dietro le quinte si levò una voce:

 

"ALL'ATTACCO!!"

 

E, tanto fulmineamente che ci volle un pò alla gente per capire cosa stava succedendo, Basil uscì da dietro una tenda, con il chiaro intento di scagliarsi su Rattigan.

Il ratto però, fece come per saltare giù dal palco, con Cornelia in braccio. Solo che a metà strada rimase sospeso.

La gente lo guardò attonita. Che sapesse anche volare?

Ma Basil, che non ci aveva creduto nemmeno un istante, continuò la sua corsa e si attaccò ad uno dei piedi di Rattigan, che cominciò ad oscillare. L'inganno era svelato: a tenere su il sorcio era un filo di ragnatela e colui che la teneva tra le zampe era...

 

"MORIARTY!!! FAMMI ROTEARE!"

Senza farselo ripetere, il ragno cominciò a far roteare il filo, sempre più velocemente. Basil cercava di restare attaccato al piede, ma diventava sempre più difficile. Erano ormai a diversi metri da terra. quando Rattigan, con un calcio particolarmente forte, riuscì a liberarsi del detective, mandandolo a sbattere sontro un drappo ed una colonna. La botta fu violentissima.

Basil cadde malamente a terra, avvolto nel drappo dorato e l'ultima cosa che sentì, fu qualcuno che gridava il suo nome, poi tutto divenne buio.

 

 

Note:

(*) E pensare che Basil i “ratti” li odia, ih ih (scusatemi, è saltata fuori durante l’ora di matematica. Tanto ormai è acclarato che sono pazza e che tale pazzia salta fuori durante le ore peggiori di scuola.

(**) sto parlando del mitico Andrew Lloyd Webber. Guai a chi non lo conosce!!

Allora, che ve n'è parso? Mi ci è voluto un bel po’ a scriverlo, ma penso che ne sia valsa la pena.

Aspetto le recensioni.

A presto

Bebbe5

 

 

 

  
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