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Autore: damaristich    26/01/2009    11 recensioni
New moon. edward ha lasciato bella, eppure non è andato via.. lei è nella sua stanza "La testa urtò violentemente contro il pavimento in uno spasmo mentre la crisi raggiungeva picchi considerevoli [...]cominciai a raschiare con le unghie il pavimento.. stranamente l'asse venne via con facilità......" buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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un saluto a tutti quanti! questa è la prima FF che scrivo.. ne ho lette e commentate varie e sono totalmente persa nella saga della mayer. Spero che questo racconto sia di vostro gradimento.. è sulla coppia più bella che c'è EDWARD E BELLA! si tratta solo del primo capitolo.. ho una scaletta in testa.. vorrei continuarla.. ma vorrei sapere prima il vostro parere!! commentate.. anche per dei consigli... scrivere le mie idee mi appassiona... spero anche a voi leggermi! 

 

MI SCUSO IN ANTICIPO PER GLI ERRORI DI TRASCRITTURA

Il sapore delle lacrime

capitolo 1: dolore e scoperta

 

Edward

 

.......Come sempre le sue guance erano rigate di lacrime.

Ognuna di loro trafiggeva come un pugnale il mio gelido cuore immobile. Inveendo inutilmente su un cadavere martoriato quale ero diventato negli ultimi due mesi senza di lei.

Un raggio di luna baciava le sue labbra appena schiuse nel sonno...

Avrei voluto poggiare le mie gelide sulle sue calde, ero certo che avrebbero incendiato la mia pelle dura,il mio cuore spento, la mia mente, ma anche riacceso il mostro che avevo tentato di incatenare in quasi cento anni di esistenza.

Questo ero ciò che succedeva ogni volta che, assaporando la sua dolcezza, mi lasciavo trasportare totalmente dal mio amore per lei.

Perdevo ogni ragione e il mostro si risvegliava, inondandomi i denti di veleno, tramutando i miei occhi da oro liquido a dura, nera pietra, e rendendo il mio volto quello di un assassino.

Si...l'avrei voluta baciare...non desideravo altro che baciarla e vederla sorridere..L'avrei fatto...se non fossi stato sopraffatto dal terrore di dissanguare l'unico sorriso che mi rendeva vivo. Scossi la testa tornando a perdermi tra le sue palpebre che vibravano per gli incubi.

L'avrei baciata e svegliata eppoi? Cosa avrei potuto dirle?

< Eccomi amore mio... sono tornato... sei tutta la mia vita e non ti abbandonerò mai.. >.Ridicolo, l'avevo appena fatto. Lasciata in balia di se stessa...

Sorrisi... e parve una smorfia anche a me.

Parole egoiste..ECCO COS'ERANO. Non potevo, avevo promesso, Sarei scomparso per sempre. Glielo dovevo. La sua vita doveva essere perfetta, e di certo non lo sarebbe stata con un vampiro dannato che per metà desiderava ucciderla, che non avrebbe mai potuto donarle figli, che continuamente la esponeva alla morte, che era freddo, gelido e non avrebbe mai potuto regalarle la vera felicità: qella di una vita normale.

Mi strinsi la testa con le mani in un gemito silenzioso.

Disperazione meritata.

L'inferno era sprofondato nella sua vita sotto le vesti di un angelo. e quell'angelo ero io! Ero un angelo caduto, e non potevo sfruttarla per redimere il mio cuore. non l'avrei condotta all'inferno con me. meritava di meglio. lei meritava il paradiso.

Se fossi stato certo che quella con me era la miglior vita per lei, non avrei mai pronunciato le parole che distrussero tutto.

bella intanto stringeva le braccia al petto sempre più.. aveva i pugni serrati.

Erano passati due mesi da quando ero fuggito e esse rieccheggiavano ancora nella mia testa, insieme alle immagini del suo sguardo distrutto...

La stavo assassinando, ne ero certo,ma lo facevo per il suo bene. Stavo proteggendo la sua anima dalla dannazzione eterna. Tentavo di non essere egoista, di non essere un mostro.

eppure ogni sera che venivo a guardarla nel suo letto, giacere carponi, con le braccia strette al petto come se volesse proteggersi, le mie certezze vacillavano.

Due mesi...

e guardandola nel bosco avevo trovato la forza di voltarmi e fuggire via, ma la mia determinazione non riuscì a chiudere la mia mente ai suoi strazianti richiami.

< Edward... edward > urlava il mio nome con tutto il fiato che riusciva a prendere correndo nel bosco, inseguendo una scia che non c'erache ero tanto abile da celare.I suoi urli mi giungevano sempre più tenui, finchè scomparvero a non so quanta distanza perchè il mio nome, anche solo sussurrato da lei, l'avrei potuto ascoltare distintamente da chilometri, con chiarezza come se fossi stato accanto al suo letto mentre sognava me, come se fosse stato il battito prezioso del suo cuore...tanto ero in sintonia con la sua voce.

Ogni richiamo, ogni lacrima sgorgata da quei dolcissimi occhi di cioccolato mi distruggeva e mi trafiggeva la mente con lame incandescenti. Mai avrei immaginato di poter resister alla sua voce straziata.

Mi persi tra i ricordi...Aveva le sopracciglia corrugate, tanto a formarle una rughetta tra occhi e naso...Sembravano passati pochi giorni da quando aveva pronunciato quelle parole < edward sa fare tutto > :

Mi uscì un sorriso amaro al ricordo di quella frase timorosa detta quando le feci conoscere esme, carlisle, emmette, rose..eppoi alice e jasper... Altri ricordi

La prima volta che la baciai e lei quasi mi assalì... altro sorriso... scoprii di essere bravo anche nelle faccende umane...

Sapevo di poter fare di tutto..e lei ne era convinta più di me.

Quest'ultima prova che stavo vivendo m'aveva fatto comprendere che aveva ragione.

Edward, IO, ero capace di amare l'unica umana il cui sangue mi faceva impazzire. ero capace di tenere a bada il mostro qual'ero, eppoi ero anche capace di lasciarla... perchè non avevo il coraggio di distruggere la sua anima..

Ironico...

Ma i miei pensieri furono interrotti

< edward.. no edward ti prego... non mi lasciare > E Bella ruppe in singhiozzi mentre la guardavo dormire. La cosa peggiore? IO, EDWARD CULLEN ero la causa delle sue sofferenze, delle sue lacrime, delle sue crisi di panico, della distruzione della sua felicità.

La guardai. Era perfetta, era perfetta anche con gli aloni scuri attorno agli occhi, era perfetta. pallida, con le labbra rosse per le ferite inflittegli dai suoi stessi deboli denti, stupenda anche con gli zigomi pronunciati dalla mancanza di cibo e dallo stress.. perfetta, con i capelli disordinati e senza cura, in quei pantaloni che non cambiava da giorni, e che le stavano larghi. Era perfetta.

Lentamente.. persi il controllo e mi avvicinai a lei, a catturarle con una pallida mano una ciocca ribelle che le copriva il viso e lei risussurrò

< perchè... non c'è più, non c'è più> altri singhiozzi. Bloccai la mano. La tormentavo anche mentre dormiva. non le davo pace.

Il mio viso divenne una maschera di antico dolore. NO..non potevo stare lì, non potevo cedere. Chiusi gli occhi, corrugai le labbra in un ringhio cupo dentro di me.

Ancora una volta. non seppi con quale forza, con quale determinazione... ma uscii da quella finestra mentre la luna indisturbata continuava a bagnare le sue labbra che un tempo potevo rivendicare come mie...

altri sussurri.. ancora il mio nome dalle sue labbra:

< edward.. edward >

Bella

Avevo freddo, mi sentivo immersa in un lago ghiacciato, ma negli ultimi mesi avevo imparato a apprezzare queste sensazioni nonostante fino a un anno prima ogni cosa fredda e bagnata sviluppasse in me repulsione...Ora come ora mi sarei gettata io stessa di mia volontà in un lago ghiacciato solo per immaginare che fosse il suo corpo a strin.... no...

DEVO PENSARE A ALTRO. Dovevo impedire che il mio petto si lacerasse.

Iniziai a riflettere...come cambia facilmente la vita.

Un giorno vivi al caldo...poi ti trasferisci nella zona più piovosa d'america, e finisci per amare il ghiaccio. La motivazione la sapevo.. e insieme alla conoscenza della motivazione la familiare voragine prese a aprirsi nel mio petto. Mi strinsi forte abbracciandomi e ricacciando indietro i singhiozzi. Ma non potei niente contro gli occhi chiusi che mi si riempirono di lacrime. NO... preferivo gli incubi alla realtà, ma ormai il dolore del risveglio aveva cancellato ogni parvenza di sonno.

Avevo immaginato un vento gelido sulla guancia, forse me l'ero sognato... non volevo aprire gli occhi, eppure lo feci. Le pupille si abituarono velocemente all'oscurità perchè la stanza era rischiarata dalla luna. Il cielo non era coperto, a malapena ci feci caso... La finestra era spalancata. Ero sicura di averla chiusa. Stavo chiaramente impazzendo.... Avevo la gola secca ma non volli constatare se avessi o meno la voce. Non mi serviva... i lamenti potevano essere anche muti, tanto nessuno li avrebbe ascoltati. mi alzai. La testa girava vorticosamente.

Caddi a terra, le gambe non mi sostenevano e scoppiai a piangere in modo convulso, quasi fino alla nausea. Sentivo che charlie si era svegliato perchè non russava più. Di certo tentava di origliare, ma non aveva il coraggio di affrontare il mio dolore: non era mai stato bravo in queste cose e il mio non era un semplice dolore di perdita, era come se fosse morto qualcuno, no... meglio.. ero morta io. Solo che il mio corpo non me ne voleva dare atto.

La testa urtò violentemente contro il pavimento in uno spasmo mentre la crisi raggiungeva picchi considerevoli. Udì solo un tonfo sordo che mi riscosse per un attimo dal dolore.

Tamburellai sulle assi del pavimento, c'era un punto in cui il suono era diverso. Non c'era altra motivazione se non la follia per quello che feci ma cominciai a raschiare con le unghie il pavimento, avevo ancora le dita ferite dal tentativo di sdradicare l'autoradio dal pick up, ma non mi importava, avevo il cuore cosi lacerato che il dolore fisico era diventato irrilevante. Stranamente l'asse venne via con facilità. Sotto c'era una zona cava.

La luce della luna illuminò l'unico sguardo che popolava i miei sogni da due mesi a questa parte e nonostante la vedessi giorno dopo giorno, mi tolse come sempre il fiato. Cessai di respirare.

no... c'era una prova. non mi ero inventata tutto. non ero impazzita. Lui era li e mi guardava. un ondata anomala di lacrime mi colse di sorpresa. mi inginocchiai su me stessa disperata.

incapace di guardare l'unico viso che desideravo. Il dolore era insopportabile. si propagava in ogni parte del mio corpo. la testa pulsava.

< respira bella! respira ! > Pensai. e rialzai lo sguardo.

la foto di edward giaceva sotto le assi del pavimento insieme a un foglio bianco piegato in due.

le mani mi tremavano.. usciva sangue ma non me ne curai... Tesi la mia vita verso quell'unico appiglio...

lo aprii lentamente...

 

  
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