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Autore: Jordan Hemingway    04/08/2015    1 recensioni
Raccolta di flash-fic, drabble e one-shot su Apollo/Cassandra (i generi variano dall'angst al comico).
Quel Dio che sente in se stessa, riesce a percepirne lo scherno, la rabbia, e, dato che attraverso le visioni sono un unico essere, anche la disperazione del rifiuto, l’amore distorto in odio, ma pur sempre amore.
“Morirai.” Le sussurra. “
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Apollo
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Storia scritta per l'event del gruppo FB We are out for prompts, su prompt di Livia (#C’è un po’ di lui in ogni parola che pronuncia, in ogni suono che le lascia le labbra, in ogni bugia che non pronuncia.)
 
C’è stato un tempo in cui Cassandra era la prediletta del padre. Un tempo in cui il popolo di Ilio rispettava la principessa che sgomitava per combattere assieme ai fratelli e cugini e poi si rifugiava nelle biblioteche del palazzo. Un tempo in cui la voce del Dio era solo un racconto delle sacerdotesse, qualcosa di remoto e sconosciuto che non l’avrebbe mai toccata.
Tutto è cambiato quando la Voce le ha parlato.
Il viso di Cassandra ora è distorto da una smorfia amara, mentre si incammina sui gradini che portano al tempio tra i sussurri della folla malevola. Infagottata nelle vesti sacre, la sacerdotessa cammina a testa alta, ignorando gli insulti e distogliendo lo sguardo dai fratelli che la evitano.
Lei sa.
Conosce il giorno e l’ora in cui Ilio dovrà cadere, la mano che le squarcerà la gola.
Eppure la sua mente è limpida come nel giorno in cui la Voce le ha parlato, in una delle notti insonni trascorse tra gli scaffali della biblioteca.
Leggeva di astronomia, alzando spesso lo sguardo alla finestra per constatare la veridicità delle affermazioni dei trattati, e al tempo stesso immaginava sistemi di stelle, orbite ellittiche e astri concavi le cui regole non erano ancora state comprese.
“E non lo saranno ancora per molto.” Un sussurro, appena un commento che avrebbe potuto essere preso per un sogno, ma non da lei.
Aveva distolto lo sguardo dalle stelle per scrutare il buio tra le pergamene. E nel buio era comparsa una Luce: la sagoma di un uomo, le fattezze di un immortale.
“E la Luna non è cava: puoi credermi sulla parola.”
E’ stata quella frase a farle comprendere che da quel momento sarebbe stata sua.
Lo è ancora, nonostante la maledizione che il Dio le ha imposto: una veggente e il suo Signore sono legati in modo inscindibile, anche quando si rifiutano a vicenda.
Per cui c’è un po’ di lui in ogni parola che pronuncia, in ogni suono che le lascia le labbra, e in ogni bugia che non pronuncia quando suo padre e i suoi fratelli le chiedono profezie favorevoli.
Non esistono vaticini vittoriosi per Ilio.
E Cassandra non mentirà, nemmeno per compiacere la propria gente, perché per lei una visione significa tornare ad unirsi al Dio che l’amava, e che riamava, ma al quale non ha voluto concedersi.
Che cos’è un amplesso quando si può avere l’infinità dell’unione di due anime?
  
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