La storia di Ade e Persefone, con flashblack e altri punti di vista che narrano di come si è arrivati al rapimento, inframmezzata da episodi chiave della mitologia greca, visti dall'Oltretomba. Avviso ai puristi: non aspettatevi il solito finale e gli episodi in questione non sempre seguono l'ordine in cui sono narrati nella mitologia.

«Mi sta chiamando» rispose Persefone sommessamente. Incorniciò il suo volto dal naso pronunciato e la mascella squadrata, coperta di barba. «Non lo senti?» domandò, scrutando le sue iridi sanguigne. «Stanno aspettando me».
Per Persefone è giunto il momento di lasciare Ade e il suo regno ma, prima di andare, la dea desidera condividere un ultimo momento di intimità con suo marito.

[Mito di Mirra e Cinira]
Mirra osservava dormire suo padre Cinira, Re di Cipro, nascosta dietro la soglia del suo talamo. Quanto avrebbe voluto giacere nel suo letto, accanto a lui, e carezzarsi una pancia gravida del seme paterno…

Poter evadere da una realtà spaventosa ed ingiusta, fuggire lontano e volare via...
Rivisitazione del mito di Icaro.
» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

Di Elena, e degli echi del suo tradimento, diranno in tanti e in ogni tempo.
L’avevi capito in giorni di tregua, quando i tremori t’avevano scossa con ancora più forza, che a trafugare la tua pace non erano armi sollevate in tuo nome, ma il tuo nome stesso – per lei, gridavano, a causa sua.

[Agamennone/Cassandra, post guerra di Troia]
Appartenevano alle ombre, l’Ade li aveva chiamati, ma il Re di Argo ne era ignaro, cieco nell’esaltazione per la vittoria, tracotante nel gonfiare un petto ormai vuoto e sordo.

Si sforzò di riportare alla mente l’incontro con quel giovane, che era indubbiamente una divinità: l’aveva abbagliata con un’estatica visione di creature immortali che cantavano e danzavano, così colorata e vivace da incantarla e incatenarla a loro. Succosi grappoli d’uva e carnosi pampini portava con sé, intrecciati tra i rossi ricci, e quella bevanda che lei aveva assaggiato prima dalla sua coppa, poi dalle sue mani e, infine, dal resto delle sue membra.
Arianna, in ginocchio tra il terriccio e l’erba, alzò lo sguardo sui suoi occhi e, d’un tratto, non le importò più di nulla.
[Avvertimenti: Esibizionismo]

I momenti che seguono alla nascita della piccola Armonia, unica figlia femmina di Ares e Afrodite, come li ho immaginati e non ci sono mai stati raccontati.

Bellerofonte è un eroe quasi dimenticato, oscurato da nomi più illustri: ma fu uno dei grandi campioni del mito greco. La sua storia è avvolta nel mistero, a partire dal suo nome, “Uccisore di Bellero”. Per espiare questo misterioso crimine egli si mise al servizio di Iobate, re di Licia, compiendo mirabolanti imprese, tra cui l’uccisione della Chimera. Proprio quando pareva che il successo gli arridesse, ecco il secondo enigma: una rapida caduta in disgrazia, seguita da un penoso vagare e una fine ignota. E allora facciamo luce su questo personaggio, sulle sue imprese valorose e le sue repentine sfortune. Tra infide regine, messaggi di morte e prove impossibili, ecco a voi Bellerofonte, l’eroe che in groppa a Pegaso affrontò i più “chimerici” e inaspettati avversari.

“Guarda, spettatore, ricostruita pezzo su pezzo, in modo che il congegno si dipani lentamente sull’intera lunghezza di una vita umana, una delle più perfette macchine che gli dèi infernali abbiano costruito per annientare in modo scientifico un uomo mortale” (Cocteau).
Tutti conoscono la storia di Edipo, l’eroe che risolse l’enigma della Sfinge e regnò su Tebe, ma non poté sventare la funesta profezia che lo affliggeva dalla nascita: “Ucciderà il padre, sposerà la madre”. Ma il destino di Edipo trae origine dalle azioni di suo padre Laio. E questa è appunto la “storia mai raccontata” di Laio. Rampollo di una stirpe decaduta, la sua sete di riscatto lo porta nell’Egitto dei faraoni. Cerca l’aiuto della Sfinge, la saggia e benevola custode dell’ordine cosmico. Ma nella ricerca del potere illimitato, il cuore dei mortali si perde e si corrompe. E anche la Sfinge perderà la grazia, facendosi “dura cantatrice”, flagello di Tebe.
Tra profezie che si auto-avverano e stirpi maledette, i personaggi procederanno fatalmente verso il loro giudizio, scoprendo che se l’approdo è inevitabile, tutto dipende da come ci si arriva. E ancora risuona il vero enigma della Sfinge: “Chi sei tu?”.

“Un labirinto è la difesa a volte magica di un centro, di una ricchezza, di un significato. Penetrare in esso può essere un rituale iniziatico, come si vede grazie al mito di Teseo. Questo simbolismo costituisce il modello di qualsiasi esistenza la quale, attraverso una quantità di prove avanza verso il proprio centro, verso se stessa” (Mircea Eliade).
Teseo è uno dei più grandi eroi greci. Il suo coraggio lo porta sull’isola di Creta, sede di un’antica civiltà: evoluta nei palazzi, raffinata nei divertimenti, ma anche sanguinaria negli arcaici rituali. È il regno di Minosse, che governa sotto il segno del toro e della scure; di Pasifae, madre del mostruoso Minotauro; di Arianna, la “Signora del Labirinto”. Teseo dovrà addentrarsi in questa foresta di simboli, in un viaggio iniziatico tra i meandri del Labirinto e della sua stessa mente, cercando di non perdere il tenue filo del ritorno. E non potrà spiccare il volo per fuggire, come Dedalo e Icaro. Ma cosa si cela davvero al centro del Labirinto? Qual è il vero scopo di Arianna? E soprattutto, perché Teseo dovrà venir meno alla parola data e abbandonarla sulla via del ritorno?

Una generazione prima della Guerra di Troia, Giasone riunì il fior fiore della nobiltà achea sulla nave Argo: eroi come Eracle, i Diòscuri, Atalanta, Orfeo. Insieme veleggiarono verso la Colchide in cerca del Vello d’Oro, superando incredibili avversità. Una volta lì Giasone prevalse solo con l’aiuto della principessa/fattucchiera Medea, che sposò e portò in patria, ponendo le basi per la successiva tragedia.
Ma cosa sarebbe successo se, invece del Vello d’Oro, gli Argonauti avessero cercato un tesoro ancor più lontano e favoloso? Magari il Sampo, il “talismano d’eterna prosperità” per cui si battono gli eroi del Kalevala? Preparatevi a un viaggio epico, dalle assolate isole mediterranee alle brumose selve germaniche, alle distese innevate della Lapponia, fino agli oscuri gorghi di Tuonela, il regno dei defunti. Gli eroi achei incontreranno i loro omologhi finnici: il “vecchio vate” Väinämöinen, il fabbro Ilmarinen, l’avventuriero Lemminkäinen, sfidandoli per il possesso del magico mulino che dal nulla produce farina, sale e oro. Ma la battaglia più grande li opporrà alla perfida strega Louhi. Solo sua figlia, l’enigmatica fanciulla di Pohjola, sarà l’ago della bilancia: ma a quale prezzo?

Comincia con questo racconto una nuova serie, ispirata alla mitologia greca. Anche se ho cercato d’essere coerente con le nostre cognizioni storiche sull’Età del Bronzo, le mie non sono razionalizzazioni; aspettatevi quindi prodigi, dèi e creature del mito. Questi miei racconti sono dei what if (“cosa sarebbe successo se...”), dei perché (“come mai l’eroe fa questa cosa...”) e delle contaminazioni con altre mitologie, o anche con fiabe tradizionali. E nel miglior spirito del mito greco, non aspettatevi sempre il lieto fine...
Iniziamo quindi con uno dei miti più noti, quello di Perseo e Medusa, il mostro che pietrificava con lo sguardo. Chi è realmente Medusa, cosa si cela nel suo passato? Perché, delle tre Gorgoni, solo lei ha un ruolo significativo nel mito? Cosa sarebbe successo se Perseo, invece di decapitarla, si fosse fermato un attimo ad ascoltare la sua storia? Forse avrebbe avuto compassione di lei e gli eventi sarebbero andati diversamente. O forse gli eventi SONO andati diversamente, come leggerete qui, ma i nostri eroi hanno avuto una valida ragione per raccontare altrimenti...

Una donna mossa dalla vendetta ne incontra una la cui mente è stata spezzata.
Ilio è caduta per il nostro legame, per la paura degli dèi. SoulmateAU
"Storia partecipante al contest "Song on Fire" indetto da Fiore di Cenere sul forum di EFP".

Stai attenta, Cassandra.
Conosci il tuo destino.