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Autore: MoonyS    05/08/2015    6 recensioni
« Weasley aspetta», stavolta accelera il passo e in un istante l'ha raggiunta, fermandola per il braccio.
Presa com'ero da loro due, non mi sono neanche accorta di James che, a modo suo, cerca di proteggere mia sorella. Si scaglia frapponendosi tra i due e guardando minacciosamente Scorpius.
« Togli le mani da lei»
« Potter sparisci» risponde pacato lui.
James fa un passo verso Scorpius come per allontanarlo, ma lui non si muove di un millimetro.
« Potter, non è con te che voglio parlare»
« Tu non devi parlare proprio con nessuno» ringhia James come un cane che difende il suo territorio.
Vedo una scintilla accendersi negli occhi glaciali di Scorpius, ma poi mi accorgo che incrocia lo sguardo di Rose sopra la spalla di James e sembra calmarsi. Gira i tacchi e va via senza aggiungere altro.
(Tratto dal Capitolo 10)
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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12


Guardo imbronciata Hugo sparire tra le fiamme. 
« Emy, Rose», la mamma ci guarda con aria autoritaria intuendo che non troverà molta collaborazione, « Chi viene?»
La nostra risposta è il silenzio. Entrambe rimaniamo comodamente sedute sul divano senza accennare ad un minimo movimento. 
« Ragazze, la metropolvere costa» ci fa notare papà gettandone una manciata nel fuoco. Rose si alza, con veemenza prende un pugno di polvere e sparisce nel camino senza rivolgere neanche uno sguardo ai nostri genitori.
« Ma che le prende?» chiede papà fissando il camino con sguardo allibito.
« Non lo so», la mamma si gratta la fronte con aria rassegnata, « Emy, per favore, non ti ci mettere anche tu»
Le lancio un'occhiata carica di rabbia. « Non voglio venire»
« Non ricominciamo»
« Certo, non ricominciamo», sbotto spazientita, « Ho solo chiesto di poter restare a casa. Che c'è di male?»
« È la vigilia di Natale, non voglio sentire scuse»
« Ma perché proprio da zia Ginny? »
Mia madre sospira - probabilmente per prendere tempo ed evitare di urlarmi contro - ma prima che possa dire qualsiasi cosa papà prova a prendermi con le buone. « Ci sarà anche Teddy»
« Non mi importa», mento, « Voglio stare a casa mia»
« Puoi spiegarmi qual è il problema?», il tono traballante della mamma è tutt’altro che cortese.
Incrocio le braccia sul petto e punto lo sguardo dalla parte opposta della stanza, rifiutandomi di parlare. Questa, per mia madre, è la goccia che fa traboccare il vaso.
« Ora basta!», esplode, « Sono stanca di questi capricci. Scegli Emily, vieni con le buone o con le cattive?»
Con la coda dell’occhio vedo che ha già preso la bacchetta e papà le si sta avvicinando con passo cauto, quasi per prevenire una tragedia familiare. Mi alzo e, come Rose, entro nel camino senza degnare di uno sguardo i miei genitori.  Appena pronuncio l’indirizzo di zia Ginny la fiamma verde mi avvolge e un rombo assordante mi risucchia in un vortice. Chiudo gli occhi per non vomitare a forza di seguire le immagini sfocate che ruotano intorno a me, fino a quando il camino di casa Potter non mi sputa fuori e inciampo su un lembo del tappeto. Cado per terra ancora prima di riuscire ad aprire gli occhi.
« Emy!», esclama la zia in tono sollevato, « Credevamo che fossi finita nel camino sbagliato»
Mi tiro su, spolverandomi distrattamente i vestiti, mentre la zia continua a fare domande per capire cosa sia successo. James mi lancia una rapida occhiata prima di alzarsi dal divano e sparire su per le scale con quel suo passo flemmatico.
« Rose è già salita in camera», dice Lily Luna quasi leggendomi nella mente.
« Zia, vado anche io a sistemare le mie cose»
Mentre salgo al secondo piano un suono ovattato mi comunica che anche la mamma è arrivata. Accelero il passo in modo da non essere nella sua visuale. Raggiungo il secondo piano, su cui si affacciano due porte. Apro quella alla mia destra, entrando nella stanza di Lily Luna. La zia ha già aggiunto i letti per me e Rose lungo le pareti della stanza, mentre, come di consueto, Hugo dormirà con Albus e James. 
« Ti sei arresa anche tu?» 
Guardo torva mia sorella prima di gettarmi sul letto. « Non farei tanto la simpatica. Sei messa peggio di me»
« James non dirà niente, vero?»
« Potrebbe», ammetto, « Ma se dovesse tentare davvero di raccontare tutto proverò a fermarlo io»
Rose mi sorride. « Davvero?»
« Un litigio in più, uno in meno, non cambia molto. A volte è quasi divertente» 
Si mette a ridere. « Allora devo stare tranquilla, giusto?»
« Giuro solennemente», le sorrido leggendo nei suoi occhi tutto tranne che la calma. 
« Vado da Albus» dice alzandosi.
« Credi sia il caso?»
Mi guarda perplessa con le dita già strette sulla maniglia. « Perché?»
« Ho visto James salire in camera»
Rose fa spallucce. « Albus mi ha detto che sarebbe stato solo»
Apre la porta e, prima di uscire, si fa da parte per far entrare Lily Luna. Una lunga treccia rossa le ricade su una spalla mentre con aria assente contempla le strane figure rappresentate su una delle pareti. « Cambiano, sai?»
« Come scusa?»                                       
« Le immagini sulla pareti. Io vedo sempre figure diverse», si volta a guardarmi, « Tu no?»
Boccheggio in difficoltà, non sapendo cosa rispondere alle classiche stramberie di mia cugina, ma la sua attenzione nei miei confronti dura pochissimo. Mi osserva per qualche istante con quel suo sguardo sognante, poi si dirige verso il suo letto canticchiando. 
« Oh», esclama sottovoce improvvisamente dopo una decina di minuti, « Mamma mi aveva mandata a chiamarvi»
« Perché?»
« Iniziano ad arrivare gli ospiti»
« E tu non scendi?»
« Non adesso», dice con solennità prima di incantarsi nuovamente con lo sguardo sul muro, « Quello è decisamente un drago, non trovi?»
Annuisco distrattamente, senza riuscire a seguire in modo preciso i vagabondaggi della sua mente, e mi alzo per andare a chiamare mia sorella. Mi fermo davanti alla porta di Albus con la mano già alzata per bussare, ma ci ripenso e dopo aver esitato torno sui miei passi. Scendo le scale lentamente, facendo attenzione a non fare rumore. Mi affaccio dal pianerottolo del primo piano per sbirciare di sotto, ma non riesco a vedere niente. Scendo ancora un po' e appena trovo la giusta visuale mi acquatto sulle scale, ben nascosta dietro la ringhiera. Riconosco la voce di Neville Paciock provenire dalla cucina, mentre sua moglie si intrattiene con mia madre proprio sotto di me. Il mantello di zio George pende dall'appendiabiti dell'ingresso, quindi suppongo che zia Angelina, Fred e Roxanne siano già in cucina con papà e gli zii. 
« Teddy, sei in anticipo», la voce di mia mamma giunge alle mie orecchie prima ancora di aver il tempo di girarmi verso il cigolio della porta d'ingresso.
Sento i passi di zio Harry raggiungere le altre voci. « Io e te dobbiamo fare i conti»
Ted coglie al volo quale sia il punto in questione e, anziché preoccuparsi, si scioglie in un’allegra risata che sa un po’ di scuse.
« Io non riderei se fossi in te», adesso lo zio è nella mia visuale, proprio a pochi passi da Teddy, « Venirlo a sapere da Albus!»
Non gli dà neanche il tempo di rispondere. Dandogli una poderosa pacca sulla spalla gli si avvicina e lo stringe in un caloroso abbraccio paterno. « Congratulazioni figliolo»
« Quindi l’effetto sorpresa è riuscito?»
Lo zio lo lascia andare, continuando a tenere una mano sulla sua spalla. « Non credere di uscirne pulito usando la scusa dell’effetto sorpresa. Ti ho cresciuto come un figlio e questo è il ringraziamento?»
Teddy, quasi con timidezza, si passa le dita tra i capelli dai riflessi verdi come i suoi occhi. « Hai mai provato a disobbedire ad un ordine della McGranitt?»
« Anche troppe volte, fidati» risponde mia madre con un tono a metà tra il divertito e il nostalgico.
Zio Harry ride, pensando probabilmente a dei ricordi del loro passato a Hogwarts, « Potevi almeno farti vedere dopo l’ufficializzazione dell’incarico. Non vieni a cena da noi da settimane»
« La preside mi ha tenuto piuttosto occupato», prova a giustificarsi con sguardo affettuoso.
« Ma ora come farai con il corso per Auror?», chiede la mamma.
« Voi due, volete lasciare in pace quel povero ragazzo?», zia Ginny sbuca fuori dalla cucina e abbraccia Teddy con fare protettivo.
« È mio diritto sapere» obietta lo zio.
« E saprai, Harry», lei lo fulmina con lo sguardo, « Stasera Teddy ci racconterà tutto»
« Ma…» prova ancora a ribattere.
« Non fare lo sciocco, Harry», interviene mia madre, « Pensi che ognuno di noi a turno possa costringerlo a raccontare tutta la vicenda? Ne parleremo quando saremo tutti riuniti»
Lo zio sembra arrendersi di fronte a questo ragionamento piuttosto logico, ma dal suo sguardo noto un certo rammarico. È sempre stato legato a lui da un rapporto speciale, diverso da quello che può legare un padre ad un figlio ma intenso allo stesso modo.
« I ragazzi sono sopra?» chiede Teddy.
« Sì, avevo mandato Lily Luna a chiamarli», risponde la zia, « Mentre vai su ti dispiace avvisarli che se non scendono entro cinque minuti li affatturo?»
« Con piacere», ride divertito.
Non appena  mette il piede sul primo gradino alza gli occhi verso la cima della scala, avendo distinto la mia figura nell’ombra. Mi raggiunge rapidamente, ma il mio sorriso entusiasta per la prima volta non trova risposta. Si limita ad ammiccare distrattamente e, oltrepassandomi in un balzo, dice « Vieni»
Con un gesto lento mi tiro su e lo seguo per le scale fino al secondo piano. Non si volta, non mi rivolge né uno sguardo né una parola.
« Rose?» mi chiede quando ci fermiamo sul pianerottolo.
« Cosa?»
« Dov’è tua sorella?»
Il suo tono non è arrabbiato, ma nelle iridi verdi non riesco a scorgere la serenità che lo contraddistingue. Indico la camera di James ed Albus e Teddy si avvicina alla porta per bussare. Ne apre uno spiraglio e quando viene accolto dalle voci di Al e Rose mi fa segno di entrare, prima di chiudersi la porta alle spalle.
« Ehi prof», lo saluta scherzosamente mio cugino.
Ted sorride – credo che non sia ancora abituato a questo incarico – e chiede « James non c’è?»
« Se vuoi lo chiamo», Al accenna ad alzarsi ma lui lo blocca con un cenno della mano.
« Non è necessario, è con voi che mi interessa parlare»
Io e Rose ci scambiamo uno sguardo confuso mentre Teddy si accomoda sulla sedia della scrivania.
« Sedetevi ragazzi»
Io ed Albus ci sediamo sul letto, mentre Rose si mette per terra con le spalle poggiate alla coperta.
« Abbiamo fatto qualcosa?» chiede con timore Al.
« No», sorride lui, « Voglio solo parlarvi di una cosa»
Tiro su le gambe abbracciandole e appoggio il mento sulle ginocchia. Lo conosco troppo bene per credergli. Questa non è una semplice chiacchierata tra amici.
« Rose», dopo aver pronunciato il suo nome si sofferma per qualche secondo a guardarla. Non mi serve vederla in viso per capire che i suoi muscoli si sono irrigiditi.
« Devi dirmi qualcosa?» chiede lui in tono tranquillo.
« A che proposito?»
La leggera incrinazione nella voce di mia sorella mi conferma che anche lei ha capito perfettamente di cosa stiamo parlando. La domanda adesso è: come fa Teddy a saperlo?
« Non pensavo che fossi così megalomane da sequestrarci solo perché non ti abbiamo ancora fatto le congratulazioni», provo ad andarle in aiuto sviando l’argomento.
« Signorina Weasley, ho sette anni per poter fare del suo futuro tutto ciò che voglio», per un attimo il suo tono sembra davvero quello di un professore, « Non mi provochi già da ora»
« Preferivo la McGranitt» borbotto fingendomi indispettita.
« Ma no, dai, secondo me Teddy sarà il nostro asso nella manica», esclama Albus, « Saremo i padroni indiscussi della scuola»
« Al, non hai capito niente», Rose si copre la fronte con una mano, « Teddy sarà il nostro aguzzino personale»
« Ma come?»
« È ovvio, no?», mia sorella ruota le spalle per poter guardare Al, « Sarà come avere la mamma a scuola, saremo controllati a vista»
Albus si mette a ridere. « Ma è Teddy!»
Quando si rende conto di essere l’unico a ridere si ferma e studia spaventato i nostri sguardi puntati su di lui, poi cerca invano una rassicurazione negli occhi di Ted.
« Merlino, ci mancava solo questa!» sbotta lasciandosi cadere sopra il cuscino.
Gli do una spinta sul ginocchio cercando di non ridere. « Solo tu potevi essere così idiota»
Al sfila il cuscino da sotto la testa per lanciarmelo, ma io mi riparo con le mani e rimbalza per terra accanto a mia sorella, che lo prende e lo stringe tra le braccia come per cercare conforto. Sa che la doccia fredda sta per arrivare.
« Mi sembra scontato che sarete sotto controllo ventiquattr’ore su ventiquattro» commenta Teddy.
« Ma perché? Tu eri uno di noi fino all’anno scorso» prova a ribellarsi Albus.
Non riesce a trattenere una mezza risata. « Perché in qualità di professore gli studenti saranno sotto la mia responsabilità e voi, essendo persone di famiglia, lo sarete ancora di più»
« Allora dovrebbe esserci anche James», ribatte imbronciato, « Lui combina più guai di tutti e tre messi insieme»
« Qualche sano divertimento non ha mai fatto male a nessuno» risponde complice lui.
« Quindi ora stai dalla parte del nemico?» chiedo allibita.
« James non è mai stato il nemico», il suo tono saggio diventa quasi irritante quando dice certe cose.
« Parla per te» e stringo un po’ di più le ginocchia lanciandogli un’occhiata torva.
« Allora diciamo che James è il nemico più spassoso che abbia mai frequentato Hogwarts»
Guardo Teddy a bocca aperta, mostrandomi palesemente ferita dal suo alto tradimento.
« Credo che Emy non ti rivolgerà mai più la parola» sottolinea Rose divertita.
Teddy si mette a ridere, ma il suo tono rimane misteriosamente serio. Non so come faccia. « Il pericolo non sta in quello che conosciamo bene come James, si nasconde dove non potremmo mai sospettare»
« Si sta già McGranizzando» lo schernisce Albus, ma stavolta James non da segni di cedimento e il suo sguardo si posa su Rose.
« Io sarei pericolosa?» chiede lei sforzandosi in una mezza risata.
« Non necessariamente, per questo chiedo»
« Allora la risposta è no, ovviamente» risponde con semplicità stringendosi nelle spalle.
« Mettiamola così», Teddy poggia la schiena alla spalliera della sedia accavallando le gambe in una posizione molto rilassata, « L’altra sera al Banchetto, dopo la presentazione ufficiale, la McGranitt e Hagrid hanno insistito per parlarmi in privato in una delle aule lì vicino»
Distrattamente inizia a giocare con l’orlo dei pantaloni, come se stesse parlando di qualcosa di dubbia importanza. « Quando sono uscito dalla stanza, mentre raggiungevo il salone d’ingresso, ho sentito due persone parlare. Litigare, più che altro»
« Eri tu?», la voce di Rose esce in un sussurro e più che una domanda sembra un’affermazione di consapevolezza.
Teddy probabilmente neanche la sente e alza gli occhi verso il tetto come se si stesse sforzando di ricordare qualcosa, « Credo che lei fosse in preda alla gelosia perché lui sta con un’altra»
« Non è così, ti sbagli!» esclama Rose prima ancora di rendersene conto, poi si porta le mani alla bocca.
« Non è così?», ripete lui inarcando le sopracciglia, « Non ricordo le parole esatte, ma credo di aver sentito che non ti importava se tra le due preferiva te e che non volevi essere usata per i suoi giochetti»
Rose si mette le mani tra i capelli e persino io e Albus puntiamo gli occhi su di lei, ignari di ciò di cui Teddy sta parlando.
« N-non è quello che intendevo», balbetta in difficoltà, « Hai sentito solo una frase, non puoi trarre conclusioni affrettate»
« Infatti sono qua», si sporge in avanti appoggiandosi con i gomiti sulle ginocchia, « Spiegami»
« Il discorso era completamente diverso», sbuffa lei come se le parole le si stessero ingolfando dentro, « Ero arrabbiata perché mi aveva usata per far ingelosire la sua ragazza, non voglio essere messa in mezzo in questo genere di cose»
Teddy la osserva attentamente e poi decide di crederle o almeno di darle il beneficio del dubbio. « Rose», per un istante giunge le mani come in preghiera e poggia la fronte sulla punta delle dita, poi si rimette a sedere per bene, « Non è questo il punto»
Studio attentamente la sua espressione ed è impossibile non notare quanto si stia impegnando per capirla, ma soprattutto per farsi capire da lei e non cadere in sconvenienti incomprensioni.
« Quello che succede tra te e i ragazzi non mi riguarda. È ovvio che se potessi cercherei di proteggerti, ma è anche giusto che tu viva le tue esperienze e faccia i tuoi errori, quindi che sia come avevo capito io o come dici tu non importa. No, aspetta», quasi si impappina in difficoltà, « Non è vero che non importa, ma non é il tipo di problema a cui mi riferisco adesso»
« Il problema è lui» dice lei andandogli in soccorso, con una naturalezza e una sicurezza nella voce che ancora mi viene difficile associare alla timida Rose.
« Non lo avrei detto in questi termini, ma il concetto è quello»
« Non preoccuparti di essere delicato, ho già affrontato James» risponde sarcastica.
« Quindi James lo sa?»
« Ormai a scuola lo sanno praticamente tutti», Rose fa spallucce ma io so quanto le costi questa situazione.
« Questo non è un bene», Teddy appoggia il gomito sulla scrivania strofinando la fronte con le dita.
« Non è stata una mia scelta» 
« Ok», prende un respiro, « Stammi a sentire, io contro Scorpius Malfoy non ho nulla»
La premessa di Teddy sorprende tutti e tre, tanto che Rose per un istante sembra quasi ricominciare a respirare.
« L'anno scorso ho avuto modo di vederlo a scuola e anche se non lo conosco ammetto che non ha mai dato segno di essere una persona negativa»
« Ma...?», Rose lo invita a continuare.
« Ma quello che c'è alle sue spalle non può non impensierirmi, capisci?»
« Lo so, ma lui...»
Teddy la interrompe. « Anche la persona migliore, se cresce in un contesto sbagliato, subisce delle influenze che in un modo o nell'altro lo segnano  indelebilmente»
Rose annuisce ma non dice niente, probabilmente perché come me non sa cosa aspettarsi da questo discorso.
« Io non metto in dubbio che Scorpius sia una persona pura, non perché voglio essere ingenuo ma perché ti conosco e solo una brava persona può superare il muro della riservata e selettiva Rosie», le sorride in modo affettuoso, « Ma non pensare che lui e la sua famiglia siano due mondi separati. Per quanto Scorpius possa essere diverso dal padre o dal nonno, porta comunque con se il fardello di essere un Malfoy. Può essere un pensiero, un sentimento, un ricordo, qualsiasi cosa, ma ci sarà sempre in lui un segno del sangue Malfoy. Come per te ci sarà sempre il sangue Weasley e Albus sarà sempre un Potter»
Rose adesso si morde un labbro, ma annuisce di nuovo.
« Voglio solo metterti in guardia da tutto quello a cui può portare questa storia», spiega Teddy, « Non so neanche come sia nata e di cosa si tratti, se amore, amicizia o...»
« Amicizia» sussurra Rose.
« Bene, questa amicizia è qualcosa di grande. Devi esserne cosciente. E le cose grandi possono prendere due strade: o continuano a crescere o ti esplodono in faccia»
Rose sussulta come se avesse davvero sentito un palloncino esplodere a pochi centimetri dal suo viso.
« Ci sono innumerevoli cose da tenere in considerazione. La tua famiglia innanzitutto. Hai la fortuna di avere il sostegno di Emy e Albus a quanto vedo, e hai anche il mio, ma non sarà così facile con tutti»
« Ripeto, ho già affrontato James»
« Esatto, ed è solo James. Non è tuo padre, tua madre o uno dei tuoi zii»
« Lo so» annuisce ancora Rose.
« Pensi di avere la forza di affrontare tutto questo?»
Mi vengono i brividi al pensiero di poter essere nei panni di mia sorella. Mai come ora avevo realizzato quanto fosse spinosa la situazione. Teddy non aspetta che mia sorella risponda, continua a parlare.
« So che sei convinta che ne valga la pena, ma pensa anche a quello che ti ho detto. Scorpius potrebbe essere una persona segnata, come un vaso con una crepa: non puoi sapere cosa potrebbe succedere. E devi pensare anche ai rischi che corri»
« Se la sua famiglia viene a saperlo», Rose completa il concetto per fargli capire che è a conoscenza del pericolo.
« Sai che i Malfoy potrebbero non accettare mai questa amicizia?»
« Anche lui lo sa»
« Potrebbe trovarsi di fronte ad un bivio, tra te e la sua famiglia, e a quel punto nessuno può scommettere sulla sua scelta. Devi sapere anche questo. La sua famiglia non è da sottovalutare. Suo padre, Draco, ma soprattutto Lucius, il nonno, tu non puoi saperlo ma si tratta di gente disposta a tutto. Probabilmente Lucius non esiterebbe a colpire te per tenersi stretto il nipote»
Il mio sguardo saetta dalla preoccupazione di Teddy agli occhi persi nel vuoto di mia sorella. Le parole che ho appena sentito continuano a rimbombare nella mia testa gelandomi il sangue. Quando Rose finalmente sembra prendere vita e annuisce, Teddy sospira.
« Non volevo spaventarti. O meglio, volevo ma solo per assicurarmi che tu fossi ben cosciente di tutto. Non potrei mai obbligarti a lasciar perdere solo perché così sarebbe più facile. Se sei felice io sono con te»
Guardo Rose e noto un luccichio nei suoi occhi che le impedisce di dire qualsiasi cosa. Però gli sorride e Teddy sembra improvvisamente sciogliere la tensione che aveva condensato i suoi muscoli fino ad allora. Si alza e le porge una mano per aiutarla ad alzarsi da terra.
« Vieni qua Rosie»
Con un minimo sforzo la tira su e poi la stringe a se affettuosamente. Conosco bene il potere di un abbraccio di Teddy e sono contenta di condividere con lei questo mio piccolo tesoro.
« Dimenticavo, Ginny ha minacciato di affatturavi se non scendete immediatamente» dice facendo riaffiorare il suo caratteristico sorriso.
« E ce lo dici ora?», Albus scatta in piedi spaventato, « Se la mamma se la prende con me darò la colpa a te, sappilo!»
Apre la porta e corre fuori dalla stanza, poi torna ad affacciarsi. « Rosie, vieni?»
« La smettete di chiamarmi a destra e a manca come un cagnolino?» sbotta portando le mani sui fianchi ma con un sorriso divertito. Tutti ci mettiamo a ridere e Albus batte le mani sulle ginocchia come se dovesse davvero attirare l'attenzione di un cane, poi scappa via inseguito da mia sorella. Teddy mi guarda e alza un braccio mostrandomi quel posto tra la spalla e il petto che sembra essere stato creato per ospitarmi. Scendo dal letto in un balzo e corro a prendere il mio posto mentre lui lascia cadere il braccio intorno alle mie spalle. Poi sembra ripensarci e si allontana di qualche centimetro allentando la presa. 
« Signorina Weasley, lei non preferiva la McGranitt?»
« Ovvio che sì» rispondo con sguardo di sfida.
« Allora perché non va ad abbracciare lei?»
« In qualche modo dovrò pur arruffianarmi il tremendo professor Lupin» 
Si mette ridere e mi stringe di nuovo. « Dovrei già togliere dei punti a Corvonero per tentata corruzione di professore»
Rido anche io mentre usciamo dalla stanza e ci dirigiamo verso le scale. Non lo ammetterò mai ma sono contenta che la mamma mi abbia costretta a venire a casa degli zii. Respiro a pieni polmoni il suo profumo e mi chiedo come avrei mai potuto rinunciare a tutto questo. 
« Non mi hai neanche detto se sei contenta di avermi lì a scuola»
Fingo di rifletterci su. « Ma sì, dai», rido, « Secondo te mi dispiace poterti vedere ogni giorno?»
« Sarà difficile non poterti abbracciare come adesso»
Mi scompiglia affettuosamente i capelli e, con il sapore di quella frase dolce e amara ancora fresco, ci immergiamo nella folla che ormai popola casa Potter. Il salone e la cucina sono inondati da teste rosse, è presente l'intera famiglia Weasley con tutte le generazioni immaginabili. Qua e là intravedo il viso di qualche amico. Neville, ad esempio, con la moglie Hannah che aspetta il loro primo figlio. Ci sono anche Luna e Rolf con i figli Lorcan e Lysander. Hagrid - che da solo occupa tre sedie - Mundungus Fletcher, Dedalus Lux, Hestia Jones ed Elphias Doge. Sembra che manchi solo il Ministro della Magia Shacklebolt, ma a questo punto non mi stupirei se ci raggiungesse in tarda serata. L'intero mondo magico sembra essersi riunito in casa Potter per festeggiare insieme la vigilia di Natale. La serata trascorre rapidamente scambiando di tanto in tanto una parola con ognuno di loro, personaggi tanto stravaganti quanto importanti che noi ragazzi conosciamo sin dalla nascita. Quando ormai le pance sono piene e la festa si avvia alla conclusione, zio Harry si alza richiamando l'attenzione di tutti. 
« So di essere in anticipo per i regali, ma c'è una cosa che voglio fare e a cui tengo particolarmente»>
« Harry invecchiando sta diventando sentimentale» commenta divertito papà.
« Ron, per favore. Almeno lui dimostra di avere un minimo di sensibilità» lo bacchetta la mamma. 
« Ci giocherei un uovo di drago fresco fresco che quei tre non cambieranno mai», li schernisce Hagrid mentre papà guarda imbronciato mia madre. Tutti si mettono a ridere e lo zio trova qualche difficoltà a riconquistare il silenzio.
« Teddy, mi dispiace che tua nonna non sia riuscita a raggiungerci stasera ma anche lei ha contribuito a questo momento», rovista dentro la giacca fino a tirarne fuori una foto stropicciata che ritrae un uomo dal volto pallido e malaticcio al fianco di una donna raggiante dai capelli color fragola, che tiene in braccio un fagottino da cui sporge il viso di un neonato. La mano di Teddy trema mentre si sporge per afferrare quella foto e i suoi occhi si perdono nella contemplazione della famiglia che non ha mai potuto avere. 
« Quando Albus mi ha detto che eri diventato l'assistente della McGranitt ho pensato a mille modi per celebrare questo momento così importante della tua vita, ma ogni idea mi sembrava banale. Non sono mai stato bravo con queste cose, lo sai», fa una mezza risata imbarazzata e poi riprende fiato per continuare, « Noi due abbiamo una cosa in comune: entrambi abbiamo perso i genitori prima di poterne conservare anche un minimo ricordo. Se alla tua età qualcuno mi avesse chiesto cosa volevo, avrei risposto questo, un ricordo. Ho chiesto a tua nonna di aiutarmi e non è stato facile per lei dover rivivere e ricordare momenti che aveva tenuto rinchiusi per anni. Ha provato invano a scrivere e rovistando per cercare qualche aiuto ha trovato quella. Una foto che non sapeva neanche di avere, scattata pochi giorni dopo la tua nascita. E ha deciso di regalartela senza aggiungere altre parole nel suo messaggio»
Teddy continua a studiare la foto in ogni minimo dettaglio e solo quando alza per un istante gli occhi verso lo zio sono sicura che abbia ascoltato le sue parole. 
« Da parte mia non posso fare così tanto, ma posso regalarti il ricordo che ho io di tuo padre. Il professor Lupin ha fatto tanto per tutti noi che siamo stati suoi alunni, ma per me ha avuto un ruolo di gran lunga superiore a quello di insegnante. Dal momento in cui ci siamo conosciuti, su un vagone dell'Espresso per Hogwarts, mi ha guidato come avrebbe fatto mio padre se fosse stato ancora vivo. Mi ha insegnato ad essere più forte, a vincere le mie paure, a trovare la forza nei pensieri felici. E da lui ho imparato anche che un pezzo di cioccolata fa sempre bene nei momenti difficili» si interrompe per ricordare con un sorriso chissà quale scena scolpita nella sua memoria. Quasi non mi accorgo di zia Ginny che, rovistando in uno sportello alle spalle della sua sedia, tira fuori una barretta di cioccolato fondente e la lancia a Teddy, che la afferra al volo. 
« Direttamente dalla tua scorta personale», commenta lei con fare materno, « Credo che tuo padre abbia fatto in tempo ad insegnare questo anche a te» 
Teddy ride mentre addenta la barretta e sono sicura di vedere una lacrima andarsi a nascondere tra i suoi capelli.
« Harry sei sicuro di non volerne anche tu?» chiede mio padre guadagnandosi una gomitata tra le costole dalla mamma.
« Ci sono stati dei momenti difficili per me, momenti in cui sono arrivato quasi ad odiare il ricordo di mio padre, semplicemente perché non capivo», riprende lo zio, « E Lupin mi ha aiutato a comprendere meglio i meccanismi complicati che esistevano allora tra quelli che in futuro sarebbero stati i miei genitori. È stato un padre, un amico, un consigliere e grande insegnate come io ho sempre sperato di poter essere per te. Adesso Hogwarts avrà un nuovo professor Lupin, il mio Teddy, e sono certo che dimostrerai di essere all'altezza del nome che porti»
« Non posso crederci, non posso», commenta Hagrid asciugando dei grossi lacrimoni con un fazzoletto rattoppato. « Mi sembra ieri che Remus era a scuola e adesso suo figlio è tra i professori. Ragazzo, io conoscevo tuo padre dal suo primo anno a Hogwarts, sai?», si soffia sonoramente il naso, « Che mi venga un colpo se non li conoscevo tutti, loro quattro, come voi tre piccoli teppistelli» 
Hagrid dà una pacca affettuosa sulla spalla di mio padre, che quasi cade dalla sedia. 
« Oh, scusa Ron! Quando ripenso a tutti i guai in cui vi siete cacciati mi lascio prendere dalla commozione», torna ad asciugarsi gli occhi con il fazzoletto, « Non stavate mai buoni voi tre»
« Anche la mamma?» chiede Hugo sconvolto.
« Hugo, tesoro, io sono l'unico motivo per cui tuo padre e tuo zio non sono stati espulsi» precisa nostra madre.
« Hermione era l'unica che provava a rispettare le regole, ma ha sempre avuto un bel caratterino, sai?», la risata di Hagrid fa tremare l'intero tavolo, « Quando quei tre si mettevano in testa qualcosa non c'era modo di fermarli, erano delle teste calde»
« Ehi Harry, ricordi quando Hermione ha steso Malfoy con un pugno in faccia?» chiede mio padre già ridendo.
I miei occhi cercano quelli di Rose che è improvvisamente diventata paonazza. Anche Teddy sembra fare il mio stesso ragionamento e per un attimo credo che tutti e tre ci stiamo chiedendo cosa succederebbe se un giorno il loro segreto dovesse venire fuori.
« Io non credo sia il caso di raccontare questi episodi davanti ai ragazzi» dice la mamma, ma non riesce a nascondere un sorriso orgoglioso e nostalgico.
« Hermione ha ragione», conferma Hagrid, « Se i vostri figli sono incontrollabili anche solo la metà di voi, di sicuro non c'è bisogno di fargli venire strane idee»
Esita qualche secondo, poi non riesce più a trattenere i pensieri. « Dev'essere una cosa ereditaria quella. Se solo qualcuno di voi avesse potuto vedere i Malandrini quando erano a Hogwarts»
« I Malandrini?» chiede Teddy, rompendo il silenzio per la prima volta. 
« Così si facevano chiamare quei quattro. Erano i padroni della scuola. Remus era l'unico più tranquillo, una specie di coscienza in carne ed ossa per quei due combina guai di Potter e Black. Chissà dove sarebbero finiti quelli senza tuo padre», Hagrid si asciuga il naso su una manica, « Ma anche lui senza James, Sirius e Peter non avrebbe avuto scampo»
« Perché?» chiedo venendo incontro alla curiosità che Teddy riesce ad esprimere con difficoltà.
« Un licantropo come studente di Hogwarts? Solo Silente poteva osare così tanto, grande uomo Silente. Proprio Remus me lo ha raccontato un po' di tempo prima di...», esita goffamente strofinando ancora il fazzoletto sudicio sugli occhi, « oh, lo sapete, prima di morire. Remus non ha mai accettato di essere così, be', diverso. La luna piena per lui era il suo più grande incubo e sapete che hanno fatto allora quei tre sventurati? Hanno studiato per diventare animagi, di nascosto ovviamente, per poter scorrazzare in giro per il parco con tuo padre nelle notti di luna piena»
« Mai viste delle persone tanto legate tra loro come i Malandrini», aggiunge Dedalus Lux, « Ricordo ancora perfettamente la notte in cui loro quattro e Lily Evans sono entrati nell'Ordine della Fenice»
« Cos'è l'Ordine della Fenice?» chiede Lily Luna.
« Lo studierai a scuola quando sarai più grande», taglia corto zia Ginny. 
« James si credeva il fidanzato della Evans, mentre lei lo odiava e Remus era l'unico in grado di mantenere la pace tra i due», ricorda Dedalus in una risata, « Noi tutti eravamo convinti che se uno di loro non ce l'avesse fatta, sarebbero morti immediatamente tutti gli altri»
« Chi poteva immaginare che quel sorcio...», la mano della nonna blocca le parole di Hagrid tra i singhiozzi.
« Non mi sembra il caso», aggiunge con il tono che noi nipoti conosciamo fin troppo bene, « Remus ha sempre avuto un cuore d'oro, nonostante tutti i problemi causati dalla malattia. Credo che avesse un debole per la Vance quando era giovane, sapete? Ma non sono mai riuscita a capire molto di quella storia e lui, anche a distanza di parecchi anni, non ha mai voluto parlarne. Però, Teddy caro, amava tua madre più di ogni altra cosa. Thonks ha lottato a lungo prima di riuscire a vincere l'isolamento in cui la malattia aveva rinchiuso il cuore di tuo padre»
« Era così grijia e triste quando lui continuava a rifiutarla a causa di quelle stupide paranoie» aggiunge zia Fleur con il suo accento francese, « Thonks ha avuto infinita pazionza con Remus, non oso immajinare quanto sia difficile essere rifiutati da una persona che però ti ama così tonto» 
« E così ritorniamo a quella foto. Teddy caro», conclude la nonna, « Ninfadora e Remus sarebbero stati così fieri di te oggi»
« Brindiamo al professor Lupin» esclama zio Harry e in un attimo tutti i calici si levano in alto.
 
 

* * * *
 
 
 
Mi sveglio nel cuore della notte rivedendo nel buio le scene che ho appena sognato. Personaggi sfocati che correvano nella Foresta Proibita trasformandosi, di tanto in tanto, in animali. Ritorno con la mente agli aneddoti raccontati quella sera, storie di un passato neanche tanto lontano ma così incredibilmente diverso da quello che è il mondo oggi. Chissà se anche io da grande potrò raccontare ai miei figli le incredibili avventure vissute a Hogwarts o se la mia sarà una permanenza al castello che passerà inosservata nelle memorie comuni. Entrambi i pensieri mi suscitano inquietudine, da un lato perché non so quanto realmente sarei in grado di cavarmela nel caso in cui dovesse accadere qualcosa di strano – e se non fossi coraggiosa come credo di essere? – dall’altro lato perché lasciare il segno significa essere al di sopra del comune e io spero di non rimanere solo una persona come le altre. Girandomi nel letto do un calcio a qualcosa, così mi metto a sedere e noto dei pacchettini poggiati ai miei piedi. Ne prendo uno a caso e leggo il biglietto. È il regalo di Amelia, un portabacchetta viola con piccole mezze lune dipinte sopra. Mi scappa una mezza risata ricordando il primo incontro con la migliore amica di Rose e la sua custodia piena di fiori. Decido di aspettare l’indomani mattina per aprire gli altri perché, nonostante la curiosità, il buio non mi  permette di vedere quasi nulla se non i contorni accennati delle figure. Scosto le coperte e scendo dal letto per andare a bere un bicchiere d’acqua. Mi basta un’occhiata per capire che anche Rose non dorme, pur rimanendo immobile per non darlo a vedere. Apro delicatamente la porta, attenta a non svegliare Lily Luna, e lentamente inizio a scendere le scale scricchiolanti. Mentre attraverso il salone, per raggiungere la cucina, mi accorgo che sul divano c’è qualcuno. Teddy dorme mezzo girato su un fianco, tenendo un braccio sotto un cuscino e l’altra mano poggiata proprio a pochi centimetri dal viso. Mi avvicino ancora un po’ e noto tra le dita i contorni di una fotografia. Non ho bisogno di sforzarmi per capire di cosa si tratti, perché immagino che Teddy abbia guardato l’immagine della sua famiglia fino a sfinire i suoi brillanti occhi dalle mille sfumature. Mi scappa un sorriso malinconico nel vedere quanto il viso addormentato di Teddy in questo momento somigli a quel bambino che riposa beatamente cullato dalle braccia amorevoli dei suoi genitori. Mi chiedo se stia sognando proprio loro, se la sua mente lo abbia portato in un’altra dimensione in cui è ancora un bambino con una normale famiglia – per quanto la sua potesse mai esserlo – o in cui i suoi genitori non sono morti durante la guerra e adesso siano qui con lui a festeggiare i suoi successi. Avrei voglia di accarezzargli i capelli esattamente come farebbe lui se su quel divano ci fossi io.  Non lo faccio solo per paura di svegliarlo e rapirlo da quel mondo in cui tutto va secondo i suoi desideri, dove non gli manca nulla per avere la felicità che merita. Rimango lì nell’ombra ad osservare la curva armoniosa del suo sorriso, il profilo pallido che si mischia con il buio, i capelli che ricadono come seta sul suo viso e il ritmico movimento del suo respiro. Non so quanto a lungo rimango a contemplare quella figura, ma ogni volta che provo a muovere un passo per andare via è come se delle forze a me sconosciute lottassero per trattenermi lì, pregandomi di restare solo un altro po’. Un rumore in cucina mi fa saltare dallo spavento e quasi rischio di urtare il tavolino alle mie spalle facendo cadere tutto. Mi rendo conto a malincuore che sarebbe inopportuno se qualcuno mi trovasse lì nel cuore della notte o, peggio, se Teddy si svegliasse. Muovo a fatica qualche passo verso la cucina e nei pressi del tavolo calpesto qualcosa di morbido. Mi abbasso per raccogliere la confezione di tovaglioli che, lasciata sull’orlo da qualcuno, era scivolata a terra rischiando di farmi venire un infarto. Bevo in un sorso il bicchiere di acqua per cui ero scesa e, costringendomi a non guardare verso il divano, mi dirigo verso le scale. Non ho voglia di tornare a letto e restare sveglia a fissare il soffitto, ma i miei piedi sembrano capirlo prima di me perché anziché fermarsi al secondo piano continuano a salire fino in soffitta. Esito un istante con la mano sul pomello della porta in legno prima di convincermi ad aprirla. Cercando di non fare rumore entro di un passo e mi fermo per guardarmi intorno. La stanza è cambiata dall’ultima volta che c’ero venuta. Saranno passati anni ormai, ma il legno di quelle pareti è ancora intriso dei più bei ricordi della mia infanzia. Ho sempre trovato che fosse la parte più bella della casa, a prescindere dal fatto che si trattasse della camera di Teddy. Adesso tutto ciò che rimane è un vecchio armadio e un letto, anche se la disposizione dei mobili è stata cambiata. Faccio un passo indietro, rischiando di inciampare per lo spavento, quando i miei occhi notano una figura seduta sul davanzale della finestra chiusa.
« Cosa ci fai tu qui?» chiedo a James.
Lui continua a fissarmi immobile. Ha le spalle contro il muro e tiene un braccio appoggiato su una gamba piegata, mentre l’altra penzola dal davanzale fin sopra il letto.
« Se fossi stato un assassino saresti già morta da tempo», commenta tornando a guardare fuori dalla finestra, « Non ti sei accorta di me per almeno cinque minuti»
« Forse perché non dovresti essere qui»
« Fino a prova contraria questa è la mia camera»
« La tua... cosa?» chiedo stordita.
Torna a guardarmi e persino nell'oscurità riesco a distinguere quel suo ghigno odioso. « Eri venuta a cercare Teddy?»
« Non essere ridicolo», il fastidio sta già cedendo il posto alla rabbia.
« Se in questa stanza c'è una persona ridicola, quella non sono io» risponde con una calma a dir poco snervante.
Sto per rispondere ma non me ne lascia il tempo. « Io almeno so stare al mio posto»
« Dimmi che stai scherzando» rispondo sarcastica.
« Ma guardati», si mette a ridere di gusto, « Una ragazzina di undici anni innamorata di un diciannovenne che, tra le altre cose, sarà suo insegnante»
« Stai delirando» sbuffo andando in fiamme. 
« Emily, non solo sei ridicola ma sei anche un'ingenua e un'illusa» 
« Sarò ingenua, illusa e ridicola, ma almeno io posso guardarmi allo specchio e dire di essere me stessa. Tu cosa sei? Sei solo un povero disadattato che non è in grado di avere rapporti civili con la gente perché per farlo dovrebbe avere un briciolo di cervello»
« Questo è il massimo che riuscite a fare voi cornacchie
« Devo usare concetti semplici, altrimenti non riusciresti a capirmi»
Ride ancora, le mie parole gli scivolano addosso come fossero acqua fresca. « Tu e tua sorella siete uguali, testarde e ostinate nel perseguire le strade sbagliate. Continuate a considerarmi un disadattato, tra un po’ di tempo vedremo cosa combineranno i vostri amichetti»
« Ti ripeto per la milionesima volta che quello che facciamo io o Rose non sono affari tuoi»
« E non voglio che lo diventino ma, Emily cara, ci tengo a potervi dire che ve lo avevo detto»
« E smettila di chiamarmi in quel modo!», gli volto le spalle ed esco dalla stanza controllando a stento l’impeto di sbattere la porta.
Se solo quella finestra fosse stata aperta, se solo…
 
*Note dell’autore: Rieccomi qua! Scusate se è passato un po’ di tempo dall’ultimo aggiornamento ma sono stata in vacanza e non ho avuto modo di fare nulla… quindi oggi ho deciso di postare un capitolo un po’ più lungo per recuperare. Che dire? Adoro Teddy e ci tenevo a regalargli un momento speciale, un momento in cui poter ricordare i suoi fantastici genitori. È stata anche un’occasione per poter rivedere l’intera famiglia dopo averli già conosciuti tutti e quindi dopo aver inquadrato un po’ di più i personaggi. È un capitolo di “pausa” dalla storia ma spero comunque di non avervi annoiate!
Ne approfitto per ringraziarvi delle bellissime recensioni che mi avete lasciato (e a cui risponderò al più presto) e per ringraziare anche chi mi ha inserito tra le preferite/seguite/ricordate. Sono contentissima di vedervi aumentare nonostante siate lettori silenziosi ^^ e spero di poter avere un pvostro parere prima o poi!
 
Un baciooooo
 
Ps. Tutti i riferimenti all’epoca dei Malandrini a Hogwarts sono tratti dalla storia “Da chi lo ha tre volte sfidato” di Sara Weasley. 
  
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